Votes taken by Jotaro Jaku

  1. .

    Il Maestro Artigiano e il suo amico


    10



    L'incontro con Yada ebbe dei risultati, non quelli sperati, ma comunque meglio che non ottenerne alcuni. Jotaro rispose facendo spallucce allo sguardo indagatore del jonin, dal momento che il ronin non aveva mai incontrato il contatto in questione, nè tantomeno ne aveva sentito parlare in alcun modo. Quando partirono per il livello inferiore, Riwa camminava a fatica, aveva delle occhiaie molto evidenziate, e respirava profondamente. Avrebbero dovuto sbrigarsi.
    Prima di arrivare al livello abitativo iniziale, dove era situato il monaco, il jonin di Suna fu saggio a controllare con una rapida ronda la zona che si stavano lasciando alle spalle, per evitare di essere presi su due fronti. Per loro fortuna, l'analisi di Hohe non rivelò la presenza di nemici. Quando il gruppo fu ormai nei pressi della piazza, Yada indicò il monaco, e iniziarono i preparativi. Il piano del jonin era semplice, efficace, e soprattutto aveva una forma d'attuazione che permetteva anche di contenere i suoi difetti. Jotaro rimase molto colpito dalla rapidità con cui il suo vecchio allievo era venuto a capo così in fretta di una soluzione così brillante. Si limitò ad annuire, non solo nella sua posizione non aveva molto altro da poter fare, ma il ragazzo era diventato decisamente capace, non c'era altro da dire.
    Quando la gabbia di roccia si diresse verso il monaco, questo non si mosse, ma prese ad agitare il capo mentre le pareti di roccia iniziarono a salire verso l'alto per inglobarlo. Il ronin scattò di lato, estraendo dal mantello 3 ricevitori, che lanciò in aria, in modo che cadessero verticalmente attorno al monaco, abbastanza vicino, in modo da circondarlo per un paio di secondi, il tempo sufficiente a far passare le bestie d'argilla e a chiudere la gabbia.
    Tre suoni sordi si susseguirono, e dalla sommità della gabbia uscì un piccolo filo di fumo nero, nient'altro.
    Yada sarebbe riapparsa prima che Hohe riaprisse la gabbia, se avesse deciso di farlo; in quel caso i presenti avrebbero potuto scorgere solo una diffusa macchia nera sulla pietra, segno che qualunque cosa all'interno della gabbia, era stata incenerita, panchina e addobbi compresi. La donna rimase sorpresa dalla riuscita senza sbavature del piano che era stato messo in piedi, e un'espressione incredula si dipinse sul suo volto.


    - Diavolo, avremmo dovuto venire a cercarvi prima. - Cosa che in realtà avevano fatto ma...il resto era storia passata.

    Dopo aver rassicurato i ninja sulla chiusura del passaggio da cui era giunto il monaco, una paratia tra due edifici che era in parte crollata, Yada indicò al gruppo di seguirla, mentre Jotaro fu costretto a prendere sulla schiena Riwa, dal momento che il ragazzo ormai non era più in grado di muoversi. Attraversando i palazzi abbandonati, nel giro di una decina di minuti il gruppo arrivò ad una lunga discesa di forma a spirale, che conduceva alla zona residenziale, dove il resto delle Lucciole era in attesa. La lunga discesa non era altro che un corridoio molto spazioso scavato nella nuda roccia, largo una decina di metri e alto altrettanto. Doveva essere molto grande dal momento che fungeva da strada principale tra la zona commerciale che avevano appena attraversato, e quella residenziale. Inoltre, dal momento che gli Shulviani erano costretti dentro una cavità, avevano scavato la roccia in modo da avere grandi spazi per vivere, per non sentirsi costretti in delle gallerie. Sebbene si potrebbe sollevare l'obiezione che comunque sempre gallerie prive di cielo avessero creato; la loro dimensione, con il tempo, poteva renderci sopportabile la vita.
    La discesa a spirale scavata dentro il pilastro, proseguì per un bel pezzo, almeno dieci minuti. La strada era disseminata di torce accese, e sebbene a causa della forma della spirale non fosse possibile controllare cosa ci fosse dietro le loro spalle, nessun nemico sembrava seguirli.


    - Capite come sia difficile fortificare zone del genere contro una massa infinita di nemici. Forse se fossimo migliaia, ma al momento, la cosa più funzionale è vivere come gli scarafaggi e chiuderci dentro dei piccoli buchi che possiamo difendere. Siamo quasi arrivati. -

    Infatti, pochi istanti dopo, la spirale divenne nuovamente un viale orizzontale, che andava lentamente stringendosi come un collo di bottiglia. Il passaggio era comunque largo, un quadrato di 8 metri in larghezza e altezza, ma più ristretto rispetto a quello che si erano lasciati alle spalle. Si trovavano quasi direttamente sotto alla zona commerciale dove avevano combattuto il monaco. Il gruppo stava per attraversare quello che un tempo era il portone della zona abitativa, la cui insegna in alto, scavata nella roccia recitava: bentornati a casa, quando una bagliore di giallo ocra e rosso, passò in mezzo al gruppo, tra Jotaro e Hohe, senza che nessuno dei due se ne fossero accorti prima.

    oiWeTe1



    Ma non puntava a loro. Quando i due si fossero voltati per seguire i movimenti di quella figura rapidissima, scoprirono che essa era in realtà un uomo, in un abito giallo con un drappo-cintura rosso, con 5 sfere di pietra che gli fluttuavano dietro la schiena in cerchio; e che si era appena scontrato a mezz'aria con un'altro individuo, che era arrivato alle spalle del gruppo dal niente, e che era in procinto di attaccarli. Yada sbiancò e le gambe le iniziarono a tremare alla vista di quell'individuo.
    Il secondo uomo era ben noto sia a Jotaro che a Hohe, specialmente al secondo, considerato che lo aveva addestrato anni prima, nel monastero. Il monaco bloccò con il proprio bastone rituale il pugno dell'uomo ammantato, ma non nascosto, il quale, ritirandosi di un paio di metri e atterrando, sfilò la maschera, rivelando la sua identità.


    dLJgY1T



    La sua pelle era molto più chiara, sofferente, quasi rinsecchita, ma i tatuaggi su tutto il corpo e il suo volto, erano senza ombrano di dubbio riconducibili a Ryokko, il maestro taijutsaro dei D12 di Cantha, ex amico del ronin, nonchè vecchio sensi di Hohe, uno dei pochi membri sparito nel nulla dopo la distruzione del monastero.
    Jotaro, inutile a dirlo, rimase sconvolto da quell'apparizione, ma non ebbe tempo di reagire e di poter intavolare una conversazione con l'uomo, dal momento che egli, schioccando le dita, fece spegnere tutte le torce dietro di lui, una dopo l'altra, fino a coprire d'oscurità tutto il corridoio, fino ai suoi piedi, restando per pochi centimetri dentro alla coltre di nebbia. Il monaco, che forniva scudo con il suo corpo al gruppo, intimò ai ninja di proseguire.


    - Andate! Portate in salvo il ragazzo, questo nemico non è alla vostra portata, ANDATE! - Se qualcuno del gruppo avesse indugiato, o avesse provato a eseguire qualunque cosa dissimile dal proseguire verso la zona abitativa, sarebbe stato investito da una potente forza gravitazionale che lo avrebbe trascinato contro la sua volontà fin dentro il quartiere. [Forza Spinta 1100] Quando tutti avessero attraversato il confine del quartiere residenziale, avrebbero potuto chiaramente udire una voce provenire dalla piazza davanti a loro, a una trentina di metri.

    - KUCHIYOSE NO JUTSU -

    Una nube sarebbe comparsa dal nulla tra il gruppo e il monaco, facendo sorgere al suo posto un enorme portone con fattezze demoniache, un volto orripilante inciso nella pietra, che alla sua completa evocazione, si sarebbe conficcato nella pietra da ogni lato, impedendo il passaggio e bloccando l'assalitore e il monaco, fuori dalla portata del gruppo di visitatori. Nessun suono sembrava provenire da dietro il grande portone, che forse solo una volta Jotaro aveva già visto, evocato da Orochimaru quando lui era solo un ragazzino. Mai avrebbe pensato di vederlo nuovamente in un posto simile.
    Quando la situazione si fosse tranquillizzata, un manipolo di pochi uomini e donne, in armatura scura, tutti con passamontagna o bandane a coprire il volto, si sarebbe avvicinato ai ninja e ai loro alleati. Con i nuovi arrivi, anche un uomo corpulento, dalla grande pancia e dai lunghi capelli bianchi, con una pipa mezza bruciata tra i denti, si sarebbe fatto strada.


    - Il mio nome è Gaho, e vi ho appena salvato il culo. - Avrebbe esordito subito l'omone, decisamente in controtendenza con il comportamento delle altre Lucciole a lui vicine, le quali si avvicinarono subito a Yada e l'abbracciarono come una sorella smarrita. A quanto pare, i ninja avevano raggiunto la loro destinazione.



  2. .

    Punti di Vista


    [9]



    La Vespa recuperò la spada, pulendola al suo mantello, dal quale gocciolarono residui appena estratti dai corpi dei due traditori, quindi rinfoderò la spada, e la nascose sotto alla veste scura. Schioccò le dita, e i due seguaci si occuparono di recuperare i corpi dei due ex ninja, per rimuoverli, scomparendo con i cadaveri in spalla, oltre la seconda porta di ferro, che conduceva in un altro corridoio buio, nel quale Murasaki non avrebbe scorto alcun dettaglio.
    Quel corridoio conduceva alla base della Radice sotto la Foglia, e un giorno forse, anche la giovane Hyuga l'avrebbe percorso.
    Oboro asciugò la lacrima sul volto della ragazzina, che ancora non sembrava smettere di tremare, strusciando un pollice sul suo volto, per poi rivolgerle delle parole, con la solita voce metallica.

    Oggi hai agito bene, andiamo a casa.

    Quindi, senza troppi ulteriori convenevoli, precedette Murasaki nell'uscire dallo stesso luogo cui erano giunte in precedenza, per tornare nuovamente al bar, e lasciare Otafuku, con il sangue dei due ninja, ancora fresco sul pavimento di quella stanza buia. Al loro passaggio le torce si spensero, e il proprietario del bar aprì la botola al loro arrivo, salutando la Vespa con un cenno del capo, per poi richiudere tutto una volta che fossero uscite. Il viaggio di ritorno sarebbe stato molto più rapido. Oboro non avrebbe perso tempo in chiacchiere e si sarebbe diretta verso la Foglia, ad una velocità minimamente sufficiente per non lasciare la ragazza indietro, alla quale non disse nulla per tutto il tempo. Che volesse ignorarla, o semplicemente per lei non era avvenuto nulla di cui parlare? Forse un giorno, Murasaki avrebbe potuto comprendere meglio la sua sensei, ma non era ancora il momento.
    Arrivate alla Foglia, le due si sarebbero salutate all'entrata del villaggio. Oboro le avrebbe rivolto un cenno del capo, per poi scomparire nella folla di chi arrivava e partiva da Konoha, parendo nel nulla, con un saluto accennato, come se non ci fosse stato nient'altro da aggiungere.

    [...]

    Giunta alla tenuta, avrebbe trovato solo il padre, essendo gli altri parenti impegnati in giro per il villaggio. Trovando la figlia di ritorno dalla missione, e notando il suo stato, l'avrebbe accolta con un abbraccio, e avrebbe scambiato con lei tutte le parole di cui la ragazza avrebbe avuto bisogno, anche se tale fossero state concretizzate in un totale silenzio. Quindi, avrebbe raggiunto un'altra stanza della casa, invitandola ad attendere, per poi tornare con un fodero. Era di legno nero, con una wakizashi al suo interno. Murasaki l'avrebbe riconosciuta subito.

    - Un dono per te dagli Anbu, per la missione ben riuscita, assieme a questa. -

    Disse il padre aggiungendo anche una busta chiusa. La lettera recitava:

    CITAZIONE

    "Ha ucciso la tua innocenza, che uccida anche i tuoi nemici. Usala bene. "


  3. .

    L'eremita


    [6]



    Mentre Kuso cercava di uscire senza troppo successo dal suo costume, Sanjuro rassicurava Fudoh con l'H riguardo la totale sicurezza delle azioni che andava per compiere. Tirare fuori quell'alga avrebbe permesso al ragazzo predestinato di trovare la forza necessaria per combattere l'eremita, senza contare che essa era necessaria per farlo uscire allo scoperto. Quando il ragazzo afferrò il pennacchio e tirò con forza, qualcosa di simile ad una testa sarebbe uscita dall'acqua. seguendo la piantina a cui era attaccata. Quella che sembrava essere l'alga leggendaria, era infatti attaccata al cranio di un uomo, completamente pelato, e a petto nudo, che stava in meditazione completamente immerso dentro la pozza. L'uomo, con indosso quello che sembrava più un costume da bagno che un paio di pantaloni, saltò via dalla pozza, spingendo via persino Fudoh con una strana forza che sembrava averlo sbalzato via dal niente, per poi atterrare pochi metri più indietro su un piede solo, assumendo una posa ninja meditativa.

    - OSI DISTURBARE LA MIA CONCENTRAZIONE, FUDO DELLA STELLA DEL NORD? -

    Fudoh con l'H Aggiunse una voce Sanjuriana fuori campo.

    - OSI DISTURBARE LA MIA CONCENTRAZIONE, FUDOH CON L'H DELLA STELLA DEL NORD? HO PREVISTO IL TUO ARRIVO ALMENO UN DECENNIO FA, E MI SONO ADDESTRATO PER QUESTO MOMENTO, PER DIFENDERE IL MIO RUOLO DI GUARDIANO DELLA VALLE. DIFENDITI ! -

    L'eremita compose alcuni sigilli, facilmente riconoscibili come i simboli della tecnica del richiamo, e posando una mano a terra, evocò una nube molto molto grossa, in prossimità di Fudoh. Con un tonfo assordante, una gigantesca tartaruga con il guscio spinoso, fece la sua comparsa, in posizione di carica in stile sumo. La creatura era decisamente minacciosa, e dalle dimensioni spropositate, decisamente più grande di tutti i presenti messi assieme.

    - TONG, DIVORA QUESTO IMPOSTORE! -

    La tartaruga si sarebbe quindi avventata su Fudoh a fauci aperte per ingoiarlo tutto intero [Stat Rossa] ! Ma una figura non troppo dissimile a una rana mista con un pescegatto (Kuso) si mise in mezzo per caso, nel disperato tentativo di liberarsi dal costume maledetto, e finì per essere ingurgitato dal bestione, al posto del prescelto. Ingoiare un ninja non è una cosa da poco, per l'energia chakrika e tutto il resto, ma qui stiamo parlando di Kuso, infatti la tartaruga, ingoiato il boccone decisamente indigesto, divenne completamente verde, dalla testa al guscio, e pochi istanti dopo incrociò gli occhi, come colta da un improvviso handicap, che l'avrebbe resa ritardata per la vita, e scomparve in una nuvola di fumo, lasciando l'eremita suo evocatore, a bocca spalancata.

    - COME...COME AVETE OSATO. SUBIRAI LA MIA IRA FUDOH CON L'H DELLA STELLA DEL NORD. -

    A quel punto, assunta una posa di potere, l'eremita assunse le fattezze di una tartaruga-umana, il corpo divenne tozzo, le braccia e le gambe leggermente più corte, e un possente guscio si espanse sulla sua schiena, rendendolo di fatto un ibrido umano, pronto a sferrare micidiali attacchi di energia naturale.

    Fudoh conl'h-san dovete concentrarvi e attingere all'energia naturale della valle. Solo assumendo la forma dell'eremita delle tartarughe potrete sperare di avere una possibilità contro questo avversario, che è ulteriormente reso più forte dall'alga del sogno!

    Ovviamente Sanjuro non aveva la minima idea del fatto che Fudoh non possedeva alcun collegamento con la valle, tanto meno con la sua energia naturale! Un'altra cosa che nè lui, nè forse Fudoh comprendevano, era che quanto accaduto poco prima, la "forza" che aveva spinto via il ragazzo dall'eremita, non era stata prodotta da quest'ultimo, ma inconsciamente da Fudoh stesso, in un momento di ansia, per difendersi, e forse sarebbe stata la chiave della sua vittoria.

    OT
    Scusa il ritardo, inizia il combattimento. Cerca di renderti conto del potere di Hokuto nascosto dentro di te.


  4. .
    Jotty è celiaco
    Sanjuro ha le ascelle che puzzano
    Jhin non sa di avere la tourette
    Oboro è brutta, dentro.
  5. .

    La fogna di Konoha


    [5]



    Il risultato di una tortura. Avrebbe tagliato corto Oboro prima di rimettere la maschera e proseguire verso la sua strada. Non le avrebbe detto la verità, sempre ammesso che quella frase, in qualche modo non fosse verità a sua volta. In fin dei conti, era stata vittima di un esperimento che avrebbe potuto ucciderla, o peggio, renderla quella che era al momento, semplicemente per la curiosità del suo Kage. Da qualche parte forse, nei meandri di ciò che restava della donna che un tempo era Oboro, covava un forte odio verso ciò che l'aveva resa quello che era oggi.
    Avrebbe voluto dire a Murasaki che lei non era il suo clan, che loro non l'avevano creata e che lei non doveva loro niente, ma non disse nient'altro. Era la prima volta che aveva un'allieva per le mani, e probabilmente sarebbe stata l'ultima. In ogni caso, quando la ragazza provò nuovamente l'esercizio, riuscì con successo a svolgerlo, anche se con un'esecuzione grezza. Prima che lei atterrasse malamente, una nuvola di insetti proveniente da sotto il mantello di Oboro, intercettò la ragazza, facendola atterrare su di essa, e portandola, fluttuando, verso Otafuku, appena dietro Oboro. Murasaki avrebbe potuto approfittare del "passaggio" per riposarsi e recuperare chakra; dopotutto il viaggio sarebbe durato ancora un po'.

    [...]

    Quando finalmente giunsero a Otafuku, la giovane Hyuga avrebbe potuto finalmente rendersi conto perchè Oboro disprezzava quella città. Era molto più piccola del villaggio della Foglia, ma decisamente molto più densamente popolata. Sorgeva sulle due rive del fiume che attraversava il Paese del Fuoco e arrivava al mare. La periferia era tappezzata di edifici industriali mentre nel centro sorgevano decine di baracche di pescatori e attracchi sul fiume, per le varie barcacce, inoltre per risparmiare spazio, erano state costruite tantissime abitazioni di vari piani, compresse tra loro per ospitare il massimo numero di persone. Murasaki aveva probabilmente studiato la storia di quell'insediamento; era sorto dopo la grande guerra, per risollevare l'economia del villaggio della Foglia, e per fornire una produzione ittica di rilievo più vicina al villaggio rispetto al mare, dal momento che durante la guerra, gran parte delle coltivazioni erano andate distrutte, e la gente moriva letteralmente di fame. La zona industriale invece aveva rifornito le casse dell'Accademia per i decenni successivi al conflitto. Si trattava quindi di un insediamento-dormitorio con il posto di lavoro direttamente sotto casa. La feccia del paese del fuoco, era in gran parte compressa a Otafuku, proprio per i motivi appena elencati.

    [...]

    All'entrata della città, Oboro fornì a Murasaki ulteriori informazioni riguardo le persone che stavano cercando. Si sarebbero divise e avrebbero cercato di localizzare i ninja in questione, chiedendo nelle locande, nei negozi, e presso quel poco di forza di controllo presente nella città. Non perchè la polizia non fosse presente, ma perchè era insufficiente a tenere d'occhio tutta la criminalità che scorreva tra i vicoli di Otafuku.

    Stiamo cercando due uomini e una donna. Tutti genin. Tra i 20 e i 30 anni, sono arrivati tutti e tre assieme a Otafuku, di questo ho la certezza.

    Quindi la chunin avrebbe passato alla ragazza le informazioni riguardo le loro generalità e la loro descrizione fisica in modo da poter chiedere in giro con maggiore precisione. Se fossero stati ancora vivi, forse nella città avrebbero potuto ottenere qualcosa su cui lavorare.


  6. .

    Il Talento di Akira nel combinare un casino dopo l'altro anche quando Sanjuro fa di tutto per aiutarlo


    [5]



    Ovviamente Sanjuro era uno sciamano.
    Ovviamente puntava a diventare lo sciamano del Mondo, un po' come il superkage di tutti i kage, quindi ecco, non era proprio l'ultima ruota del carro in quanto a sapienza e potere mistico. Eppure nemmeno lui riusciva a comprendere fino in fondo da quale sorgente di potere, Akira estraesse la sua capacità di trasformare una situazione favorevole, in una potenzialmente mortale per lui e per tutti i presenti. Il proiettile di Akira infatti, colpì la gemma di uno dei giganti, che non stavano affatto attaccando, nè avevano intenzioni ostili, erano infatti tra i pochi idoli di quella valle, sempre stati gentili con tutti.
    Akira aveva appena colpito il cuore di uno dei due, uccidendolo.
    Il gigante infatti divenne fango in un istante, rovesciandosi a terra, sciolto come un gelato alla nocciola lasciato accanto al fuoco. L'altro gigante fissò il fratello e prese a urlare fortissimo, provando un dolore orribile, dato che, per fortuna di Akira, quegli idoli di roccia provavano anche dei sentimenti, e ora quel poverino stava soffrendo come mai prima di allora.

    Sanjuro rimase immobile, i suoi occhi si socchiusero fino a diventare due piccole linee orizzontali, e prese a fissare malissimo Akira il giganticida. Prima di colpirlo in testa con Gassan.


    .....Screanzato.

    Anche il figlio di Sanjuro, chino sulle ginocchia, prese a piangere e a urlare, non solo perchè forse la sua possibilità di salvare la sua amata poteva essere andata in fumo, ma perchè Akira aveva appena ucciso un poveretto, la cui colpa era stata semplicemente quella di essere un gigante di roccia.
    Il quale, sempre urlando, assorbì il fango del fratello, divenendo ancora più grande, quasi a sbattere la testa sul soffitto della grandissima grotta; estremamente arrabbiato con Akira per la perdita del suo compagno; e avventandosi su di lui con furia distruttrice tale da far tremare le fondamenta stesse della terra.


    Tranquilli, ho una tecnica in grado di renderci del tutto immuni, coprendoci col chakra del guardiano della valle, passeremo attraverso al suo corpo fino a che non si sarà calmato, in questo modo saremo del tutto intangibili alla sua furia.

    Prima che il gigante arrivasse su di loro, Sanjuro compose alcuni sigilli e piantò Gassan a terra. Subito, lui, Junpei, il cavallo, e la capra di Sanjuro, vennero avvolti da un manto di energia azzurrino. Non Akira.

    Per le ceneri di Itai, non avevo mai usato questa tecnica su altri che su di me, a quanto pare il limite è di 4. Ok Akira, abbattilo.

    Disse tranquillamente Sanjuro, prima di sedersi a terra a gambe incrociate. Se Akira si fosse voltato, avrebbe notato come anche Junpei, la capra, e il cavallo, si trovassero tutti assieme seduti a terra, guardando Akira e annuendo come se nulla fosse.
    Questo incontro poteva essere così rapido, pensava Sanjuro; questi giganti una volta avvicinati, avrebbero semplicemente indicato la via ai ninja per tutti gli altri idoli, e avrebbero consegnato la loro energia per sbloccare Dormin, una cosa da dieci minuti, forse meno se Sanjuro fosse riuscito a raccontare una barzelletta abbastanza spassosa da farli divertire. Due fratelli vissuti assieme per centinaia di anni dovevano trovare la fine proprio in quel giorno, a causa di un giovane screanzato di Kiri che non era in grado di distinguere un marinaio ubriaco da una calda locandiera.


    OT
    Picchia durissimo, il guardiano è energia viola, il suo corpo è considerato una protezione pot 20 dur 4 con ulteriore protezione naturale. Sconfiggilo, screanzato.




  7. .

    Passaggio a Otafuku [1]



    Il tramonto, quel sabato, si era appena concluso, e il cielo era quasi ormai del tutto scuro. Murasaki era stata promossa genin da pochi giorni, e al momento si trovava da qualche parte nella sua tenuta, a cena, o a riposo, agli estranei non era dato saperlo. Il padre Genji, attirato all'esterno da una qualche sorta di richiamo, o di sensazione, avrebbe lasciato da parte chiunque avesse vicino, per recarsi in cortile, dove avrebbe iniziato a guardarsi attorno, come se si aspettasse qualcosa. Non troppo tempo sarebbe passato, prima che una farfalla dal corpo verde e dalle ali ricamate di nero si facesse strada tra le siepi del grande giardino, e arrivasse sul palmo della mano che l'uomo le aveva rivolto, una volta scoperta. La farfalla, toccata la pelle, cambiò completamente forma, rivelandosi niente altro che un rotolo sigillato con una sola parola scritta sopra. L'uomo, letta tale parola, spalancò gli occhi, e chiamò una guardia della tenuta perchè mandasse a chiamare Murasaki con grande fretta, ma discrezione. Quando la ragazza fosse arrivata dal parte, questi le avrebbe consegnato il rotolo, aggiungendo solo poche parole, prima di lasciarla in compagnia dell'oggetto, da sola nel giardino notturno.

    - C'è il sigillo delle squadre speciali, e il tuo nome. Qualcuno ti ha notata. Leggi con attenzione, è solo per i tuoi occhi. -

    Quando Murasaki avesse osservato il rotolo con attenzione, avrebbe notato un sigillo di contenzione con i kanji della parola "vespa" e il proprio nome. Staccando l'adesivo avrebbe potuto aprire l'incartamento e scoprire poche righe indirizzate a lei, con qualche informazione riguardante una missione che sarebbe dovuta iniziare presto.

    " Ti ho scelta per seguirmi in una missione, non sei obbligata a seguirmi e potrebbe essere pericoloso. Se accetterai, ti aspetterò per 30 minuti all'entrata del villaggio. Decidi in fretta. "



    Chiunque avesse mandato il messaggio non aveva speso troppo tempo nella scelta delle parole, che a malapena spiegavano qualcosa. Per certo, Murasaki avrebbe incontrato una figura incappucciata alla porta del villaggio, se avesse accettato di preparare il suo equipaggiamento e recarsi all'uscita di Konoha con la sola luce della luna ad illuminarla. La figura in questione era impossibile da riconoscere nei lineamenti, a causa di una maschera, ma nel complesso, Murasaki avrebbe potuto riconoscere la postura e la forma del corpo, proprie della stessa donna che pochi giorni prima l'aveva scortata via dall'incontro diplomatico. Era nuovamente lei.
    Quando la Hyuga si fosse avvicinata, la donna l'avrebbe salutata con un cenno del capo, aggiungendo poche altre parole a quelle contenute nel rotolo, prima di partire a passo svelto per la boscaglia, evitando la strada principale.


    - Felice che tu abbia trovato il coraggio, sarà un ottimo banco di prova per te e per le tue qualità. Ti spiegherò lungo la strada. -

    Ma la strada per dove?

    Chakra: 75/75
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 450
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 525
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 525
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Fukibari × 10
    • Kunai × 3
    • Shuriken × 5
    • Cerbottana × 1
    • Filo in Acciaio [10m] × 1
    • Cartabomba II × 1
    • Gambali in Ferro × 1
    • Antidoto Intermedio × 1
    • Mantello × 1
    • D-Visor × 1
    • Maschera × 1
    • Parabraccia in Ferro × 1

    Note
    ///
  8. .

    Il sentiero dei gamberi


    [4]



    Sanjuro rimase letteralmente di sasso quando Fudoh con l'H gli consigliò di avvolgere le ciabatte con dei giornali. Lo sciamano, dall'alto del suo mistico sciamanesimo non aveva mai pensato ad una soluzione tanto semplice ma allo stesso tempo così pregna di misticismo. Le stelle ci avevano visto giusto, quel ragazzo poteva davvero essere il prescelto. Inutile dire che lo sciamano si limitò a scollare la testa sulla domanda sugli struzzi. Proprio vero che tutto doveva bilanciarsi, tanto prescelto quanto stupido.
    Quando l'altro tizio venne evocato, a Sanjuro sembrò normalissimo, ma percepiva una grande forza mistica in lui, qualcosa che andava oltre una singola parete. Era così denso il suo misticismo, da essere spesso almeno 4 pareti, forse di più, avrebbe potuto essere uno sciamano a sua volta. Lo sguardo di Sanjuro si fece severo, dietro la maschera. L'uomo dal volto bello come il sole ( come sciamano poteva vederlo) avrebbe un giorno potuto significare qualcosa di molto grande. Avrebbe potuto portare pace nel mondo, oppure gettarlo nelle tenebre, ne era certo.
    A quel punto Sanjuro attirò l'attenzione di entrambi e lanciò ai loro piedi un sasso per ciascuno. Il sasso, carico di chakra mistico, sarebbe penetrato nella terra, e con una piccola nuvoletta di fumo e polvere, al suo posto sarebbe apparso un guscio di tartaruga grande quanto un grande zaino. Zaino perchè i due gusci avevano due cinghie per poter essere indossati proprio come zaini da campo. Lo sciamano prese nuovamente la parola.




    Presto, indossate i gusci, non potrete proseguire senza, il peso delle nuvole vi schiaccerebbe ! Sanjuro si voltò quindi verso la grande formazione di roccia, saltando di 180° sul posto, e poi chinarsi sulle gambe, stile posa da lottatore di sumo, o da sciamano che fa la cacca nel bosco, e invitò i presenti, una volta indossati i gusci, a mimare i suoi movimenti.
    Lo sciamano pose le mani in avanti, a palmi aperti, e recitò il mantra sacro delle tartarughe.


    KEBAB SENZA CIPOLLE

    In quel momento, quando anche gli altri due avessero eseguito il mantra alla perfezione, un'ondata di misticismo sarebbe esplosa dai loro chakra della terra, per diradarsi tutto attorno. La parete di roccia si sarebbe divisa perfettamente a metà, per poi cadere in avanti con un gran tonfo e alzando un'incredibile nube di polverone mistico. Lo sciamano corse verso la porta, intimando agli altri di seguirlo, scalando il lato che prima poggiava sul terreno, alto circa un metro, per poi passare oltre.

    [...]

    Il gruppo avrebbe attraversato la porta che ora giaceva orizzontalmente sul terreno, per giungere dall'altra parte. Quello che Sanjuro non aveva detto, era che i gusci dovevano avere una qualche fregatura mistica, dato che il loro peso era terrificante, i ninja avrebbero potuto a malapena restare dritti con quei macigni sulle spalle, figurarsi camminare o tantomeno correre. Avrebbero dovuto ricorrere a tutta la loro forza di volontà, a tutta la loro sciacciata all'olio, a TUTTA LA LORO POLTRONA RECLINABILE PER RIUSCIRE NELL'IMPRESA.
    Ovviamente Sanjuro avrebbe proseguito sul sentiero di buon passo, assicurandosi di non assicurarsi delle condizioni dei due candidati. Erano lì in veste di prescelti, dovevano bere l'amaro calice fino in fondo.

    Dopo circa un paio d'ore nella valle...che in realtà era esattamente identica al paesaggio termale precedente, solo divisa da una grossa porta, il terzetto più gassan, e la capra, sarebbero giunti a un vicolo cielo. O meglio, davanti a loro si stagliava una cascata di circa 4 o 5 metri, di acqua bollente, che si trasformava poi in un fiume piuttosto misticamente incazzato, con pareti di roccia aguzza ai due lati. Il gruppo avrebbe dovuto necessariamente attraversare il fiume nella sua lunghezza, oppure usare il chakra adesivo sulle pareti per....


    Eccoci al Sentiero del Gambero Fritto. Ahimè come prescelti, la valle vi impedirà di usare il chakra adesivo sulle pareti di roccia, dovrete necessariamente attraversare le acque bollenti del fiume. Ecco il perchè dello spesso guscio sulla vostra schiena. Una volta nell'acqua, distendetevi sui gusci e lasciatevi trascinare dalla corrente, e occhio a non inzuppare mani, piedi, o attrezzi nell'acqua calda!

    Disse lo sciamano, senza riferimenti al perchè il fiume si chiamasse così. Quello che i due non sapevano, era che una volta nell'acqua, per la corrente e la conformazione dei gusci, sarebbero finiti necessariamente con la testa rivolta verso la direzione di marcia, incapaci di vedere cosa si parava davanti a loro. Inutili eventuali tecniche di rotazione, l'acqua li avrebbe tenuti rivolti all'indietro in ogni caso. Durante la traversata avrebbero tirato capocciate alle rocce, sarebbero finiti a sbattere tra di loro, e sarebbero stato schizzati continuamente dalle acque bollenti, per non parlare del tuffo iniziale dalla cascata. Ovviamente tutto faceva parte del sentiero per l'illuminazione della tartaruga.
    Quanto a Kuso, Sanjuro intuiva che non avrebbe dovuto motivarlo a percorrere il sentiero assieme a Fudoh con l'H. Qualcosa gli suggeriva che lo strano individuo nudo, già fosse al corrente del suo destino...

    ...E poi meglio non dirgli di Fendiscimmie....



  9. .

    Il rituale


    [3]



    Certo che per un estraneo al mondo dello sciamanesimo, Fudoh con l'H si stava destreggiando piuttosto bene tra le follie e le maldicenze di Sanjuro, ma questi non potè far altro che scrollare la testa quando il ragazzo espresse le sue domande riguardo il Mizukage: quella storia drammatica doveva essere risolta, e il fardello spettava a Sanjuro, nessun altro avrebbe potuto aiutarlo.
    Quando, davanti alla grande tartaruga invece, Fudoh con l'H si chiese il perchè di tutto questo consumo di miele, tutte le tartarughe si voltarono verso di lui con una incredibile faccia da poker, lo stesso fece Sanjuro. E tutti assieme risposero, in coro:


    - Perchè è buono. -

    Tornando a noi, Sanjuro aveva condotto il giovane barbone dalle tartarughe, che avevano addestrato uno sciamano all'uso dell'alga proibita, che si era in qualche modo ribellato e ora minacciava la vita del ragazzo non si sa in che modo. Kurma accolse le domande del ragazzo, e prese ad annuire, pensieroso, prima di rispondere. Tirò dentro una grande quantità di fumo, che una volta rilasciato coprì completamente la visuale di tutti i presenti, lasciando una grossa puzza di spezie tostate nell'aria.

    - L'eremita...è un combattente esperto, che un tempo, anni fa, abbiamo accolto come nostro discepolo, punto di contatto tra noi e il mondo degli uomini, come facciamo da generazioni. Esiste sempre un Maestro del Guscio tra noi, per farci comunicare con il resto del mondo, e per addestrarlo, permettiamo che consumi una rara pianta che gli permetta di avere la forza necessaria ad addestrarsi con noi. Ora, dal momento che le previsioni del nobile Sanjuro non si sono mai rivelate fallaci, dobbiamo prepararci al peggio...e non è la cosa peggiore...se davvero egli si è rivoltato alla via del Guscio, avrà sicuramente chiuso l'accesso alla zona della valle dove dimora, zona che nemmeno noi possiamo aprire senza l'ausilio di un altro Maestro del Guscio, è tradizione. Spero che la forza del Misticismo ispirerà il nobile Sanjuro a trovare una soluzione a riguardo.... -

    E infatti, lo sciamano aveva passato gli ultimi istanti a grattarsi il mento, alla ricerca di una risposta a questa domanda, quindi, afferrato con forza Gassan, il fido bastone, se lo tirò in testa da solo, facendo risuonare un suono sordo in tutta la valle. Quindi, a giudicare dalla sua nuova postura e dall'aura di Misticismo, era evidente che Sanjuro aveva appena ricevuto l'ispirazione.

    Useremo un antico rituale mistico di grande intensità. Fudoh con l'H qui è già un Maestro predestinato, ma non essendo ancora tale, non potrà aprire la valle da solo, ce ne servirebbe un altro. Evocherò un futuro Maestro, destinato dalla costellazione del panzerotto.

    Tutte le tartarughe borbottarono su quanto lo sciamano fosse misticamente potente e dalla saggezza chakraquantisticamente irraggiungibile.

    - E sia. Sanjuro-san, Fudoh con l'H, siete nominati difensori della valle del Guscio fino alla sconfitta della minaccia. Andate e inseguite il vostro destino. -

    Così, la coppia, si sarebbe incamminata verso nord. Fudoh con l'H a piedi, e Sanjuro seduto su una capra zebrata apparsa dal nulla, che passeggiava tranquillamente. La traversata attraverso le zone sulfuree e le terme affioranti sarebbe durata circa 40 minuti, durante i quali lo sciamano avrebbe chiesto informazioni sul ragazzo, di dove fosse originario, e quali scopi avesse nella vita, e soprattutto, cosa fondamentale, se fosse in grado di fabbricare ciabatte.
    Arrivati a destinazione, i due si trovarono davanti ad una maestosa parete di roccia, con inciso un enorme guscio, per maestosa si intende grande come dieci palazzi, e per enorme si intende grande come almeno 4 o 5 Kurma.
    Davanti alla parete era presente un circolo magico, formato da una decina di paletti di legno posti in circolo, piantati nel terreno.


    Questo luogo di potere esiste da tempo immemore, fondato dai primi sciamani del mondo, una infinità di mercoledì fa, quando ancora gli uomini camminavano sulla punta degli indici dei loro struzzi. Siediti al centro, così che io possa convogliare l'energia mistica di questo luogo, e richiamare un secondo prescelto, ammesso che esista. E resisti, poichè sarà estremamente doloroso.

    Quando il ragazzo si fosse preparato, ovviamente a petto nudo come richiedeva la tradizione sciamanica, Sanjuro prese a saltellare attorno al cerchio, e sputare per terra, e su Fudoh con l'H. Quindi, dopo circa una decina di minuti di questo, col ragazzo che a parte prendere sputi non stava facendo un bel nulla, i bastoni di legno iniziarono a brillare di chakra azzurrino, come Fudoh con l'H non ne aveva mai percepito. A quel punto, e solo in quell'esatto momento, Sanjuro raccolse una grande quantità di pietre da terra, e iniziò a tirarle addosso al ragazzo. Per almeno 10 minuti. Al terminare del decimo minuto, e dopo molte, molte sassate, lo sciamano si inginocchiò, piantò Gassan a terra, e declamò:

    SPIRITI IMMORTALI DEGLI ANTICHI GUSCI, PERMETTETEMI LA LUCIDITA' E LA MISTICHEZZA PER MESCOLARE LE UOVA SENZA CHE IMPAZZISCANO IN UNA SCODELLA DI PELLE DI CAPRA, E SE TROPPO NON VI DISTURBA, PORTATE A ME E A QUESTO INDEGNO LA PRESENZA DI UN SECONDO PRESCELTO PERCHE' LA MISTICA PROFEZIA ABBIA CALENDARIO RICEVUTO PER POSTA. RISOTTO.

    Al pronunciare della parola risotto, un fulmine tra il blu e il verde, avrebbe colpito il terreno esattamente accanto al ragazzo al centro del cerchio, rivelando una figura....

  10. .

    [8]



    Quando Raizen mostrò il sigillò a Jotaro, seguito dai simboli sulla pulsantiera, il suo alleato si chiuse in un paio di secondi di riflessione nel silenzio, per poi rispondere al Kage.

    << No i simboli sui pulsanti non significano nulla di particolare, non sono correlati con questi sigillo, ne sono sicuro. Probabilmente per chi lavorava o viveva qui erano ovvi, ma non per noi che non abbiamo il libretto di istruzioni. Quanto al sigillo, è un sistema molto complesso, molto al di sopra delle mie possibilità, non posso annullarlo nemmeno se fossi io davanti alla porta, pennello in mano. >>

    L'uomo, per il poco che poteva muoversi, prese a disegnare nell'aria delle linee utilizzando le dita, come se stesse riflettendo, quindi con estrema difficoltà, tirò fuori l'inchiostro da sigilli che aveva nella tuta, e prese a dipingere a terra, accanto al sigillo disegnato da Raizen. Il simbolo completo sarebbe stato simile all'originale, ma con alcuni Kanji e alcuni simboli aggiunti sopra al disegno originale. Jotaro prestò molta attenzione nel mostrare al kage quali simboli dovevano essere sovrascritti a quali.

    << Possiamo però ingannarlo e fargli credere qualcosa di diverso senza disattivarlo, in modo che qualunque cosa ci sia nella stanza rimanga nella stanza, esclusi voi. Una volta disegnato completamente l'ultimo simbolo, dovremmo essere espulsi dal S.O.M.A. dato che il sigillo in sè è una sorta di chiusura di emergenza a cui è legato un sottosistema di fuuinjutsu in stile uscita rapida, molto simile a quelli che tengono aria e luce in questo complesso. Per fartela breve ci attaccheremo ad un sistema che c'è già, e dovremmo essere sparati in superficie. Il tutto dando per scontato che i sigilli funzionino ancora, ma sembra proprio questo il caso. Non abbiamo molte altre possibilità se non vuoi premere pulsanti a caso in un laboratorio ninja... >>

    Jotaro sperava di aver convinto il suo kage, dal momento che non aveva alcuna altra idea, nè poteva sciogliere il sigillo in questione.
    Quando Raizen avesse scarabocchiato il sigillo sulla parete, sul suo petto sarebbe comparso un kanji, e lo stesso su quello dei suoi cloni, su Jotaro, e sulle ragazze, se non fossero state più fuse ai cloni per qualche motivo.
    In quel momento sarebbero tutti sprofondati nel pavimento, o in un muro se fosse stato più vicino, per ritrovarsi nell'oscurità dell'oceano, ma asciutti. Ognuno era in una sorta di bolla di chakra che fluttuava nell'acqua, tutti incapaci di vedere i compagni per via dell'oscurità. Improvvisamente le bolle sarebbero schizzate a velocità folle verso la superficie, senza che coloro all'interno subissero i danni per la pressione che veniva ridotta così improvvisamente, per arrivare fino al confine dell'acqua con il cielo, e venire sparati in alto di una decina di metri, per poi atterrare nuovamente in acqua, dove le bolle sarebbero scomparse.
    Era giorno in superficie, e Jotaro non era riemerso con loro.
    Quello che però avrebbero notato era la presenza di una imbarcazione a remi, una decina di metri a nord rispetto alla loro posizione, circa dove si erano immersi per entrare nel S.O.M.A.
    Lì, seduto sulla bagnarola, uno stranamente tranquillo Jotaro li aspettava abbastanza scocciato, e preoccupato.


    << NO MA, NON ASPETTATEMI EH, VI HO ATTESO PER MEZZA GIORNATA SULLA RIVA PRIMA DI VENIRE A CERCARVI QUA. >>

    A giudicare dalla reazione, il ronin sembrava appena arrivato, e certamente mai partito con loro...
  11. .

    Missione per Fudoh con l'H


    [2]



    Quando il giovane entrò nella tenda, Sanjuro lo riconobbe subito, non perchè lo conoscesse, ma nessuno avrebbe fatto capolino nella tenda dello sciamano di sua spontanea volontà. Per altro conosceva già tutti i messaggeri di Itai o gli addetti dell'amministrazione. Rispose al ragazzo, rassicurandolo su di lui e sul suo gabbiano.

    Benvenuto nel mio ufficio Fudoh con l'H, siamo qui entrambi perchè Kiri ha bisogno di noi, ma io non ho la barba... Concluse l'uomo grattandosi il mento sotto la maschera. Il ninja armato di bastone mistico scese dal banco e si diresse ingobbito verso Fudoh con l'H. Quando fu vicino al ragazzo, Toru, il gabbiano che aveva sulla testa, si girò con fatica verso il ragazzo, e lo salutò con un sonoro:

    KRRRYYYYYEEEEEEEE



    Un segno molto raro di affetto, che non aveva mai riservato a nessuno fino a quel momento. Forse perchè era più morto che vivo, o forse perchè percepiva del disagio nel giovane Fudoh con l'H e voleva metterlo a disagio, proprio perchè era un animale brutale e colmo di cattiveria. Ad ogni modo.

    Ho sognato il tuo volto in uno dei miei trance sciamanici, sei in pericolo di vita. Non so ancora se la fonte di tale pericolo sarò io, o semplicemente la sfiga, o che magari avresti vissuto in salute e prosperità se non ti avessi mandato a chiamare, ad ogni modo abbiamo una missione da compiere qui vicino. Stavo preparando un intruglio per esorcizzare il Mizukage ma sono rimasto senza uno degli ingredienti fondamentali, quindi ho deciso di portarti con me; io cercherò l'ingrediente in questione, e tu cercherai di attirare a te la sfiga in modo che, col mio mistico aiuto, sarai in grado di sconfiggerla. Oppure morirai. Concluse lo sciamano prima di uscire dalla tenda, ma non prima di aver fatto cenno al ragazzo di seguirlo. Quando i due furono fuori dalla tenda, Sanjuro eseguì un rituale di evocazione, dal quale apparve un cespuglio. Dal cespuglio uscì quindi una capra.

    Comunque io sono Sanjuro, Fudoh con l'H, sfrutta pure il mio destriero, arriveremo nel luogo in questione in un baleno. E poi la capra sa dove dobbiamo andare.

    A quel punto lo sciamano pose il proprio bastone tra le natiche, e partì verso l'orizzonte, volando in direzione nord-est, sparendo rapidamente dello sguardo di Fudoh con l'H.

    CITAZIONE
    Fulcro del Potere
    Abile: L'utilizzatore può volare posizionando Gassan tra le natiche e mantenendo il contatto con esso. La velocità degli spostamenti in volo è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore aumentata di 3 tacche.[Da chunin in su]

    Il problema era che il ragazzo non aveva idea di dove il duo fosse diretto, poteva quindi far finta di nulla e abbandonare lo sciamano, e morire quando il pericolo lo avesse raggiunto, oppure salire sulla capra e farsi portare. Quello che non avrebbe mai potuto immaginare, era che una volta sul dorso del destriero mistico di Sanjuro, la capra sarebbe partita ad una velocità folle, scavalcando ostacoli, cespugli, staccionate, case, mura, boschetti, foreste, piccole città, fino a recuperare lo sciamano che stava volando a qualche metro da terra verso l'entroterra dell'isola di Kiri. Se il giovane avesse scelto la via della capra, sarebbe giunto entro qualche ora, assieme a Sanjuro, alla sorgente dell'unico grande, vero fiume che inondava l'isola di Kiri, una zona molto particolare, un complesso di laghetti e sorgenti termali, poste in alta quota tra le montagne. Non così in alto da essere innevate, ma abbastanza da non essere villeggiatura per stare con le maniche corte. link

    Lì Sanjuro sarebbe atterrato, e assieme avrebbero potuto entrare in quella che sembrava un'oasi fantastica, anche se piena di nebbia. Lo sciamano avrebbe preceduto il ragazzo, spiegandogli che gli intrusi non erano ben visti in quel luogo, dove si poteva entrare solo se invitati; ma ovviamente c'erano alcune eccezioni, e lui era una di queste, non tanto per il suo ruolo istituzionale, ma perchè era un mistico sciamano. Il "villaggio" dove non sembrava esserci anima viva, era composto da casupole stile igloo completamente di pietra lavica, poste tra le varie pozze di sorgente che affioravano in quella sorta di "valle" nascosta tra le cime che sovrastavano il centro dell'isola Kiriana. Quando il quartetto ( Sanjuro, Fudoh con l'H, Gassan e Toru) arrivò nei pressi della pozza più grande, un'ombra dentro di essa cominciò a diventare sempre più grande, e minacciosa, fino a che una mastodontica figura fuoriuscì dallo specchio d'acqua, allagando completamente il gruppetto, e ruggendo con forza nei loro volti in maniera terrificante.

    - CHIII DISTURBA LA VALLE SACRA DEI....Oh Sanjuro-san siete voi. -



    La creatura, che mentre ruggiva si trovava eretta sulle zampe posteriori, atterrò nuovamente su tutte e quattro, facendo tremare il suolo per qualche secondo, per essere poi raggiunta da tante altre come lei, uscite dalle pozze vicine, permettendo a Fudoh di comprendere dove si stesse trovando. Un villaggio di tartarughe giganti! Quella che stava comunicando con loro per altro, era così grande da sembrare un dinosauro, più che una tartaruga. Il guscio era alto almeno tre metri, e la testa era più grande di tutti e due i ninja messi assieme.

    Nobile capo [nota]dai pure al tartarugone il nome che preferisci, può essere un membro di un tuo futuro contratto giungo a voi con due terribili notizie, la prima, infausta è che ho finito il miele, e la seconda, ancor peggiore, è che i venditori di miele a Kiri sono tutti chiusi proprio in questo periodo, mi chiedevo quindi se potevate prestarmene un po' per un rituale.

    La minacciosa tartaruga gigante, tornò bipede per un istante, per poi sedersi sulle natiche, tirare fuori una pipa dal guscio, e iniziare a fumare davanti a loro, annuendo alle parole dello sciamano, come se niente fosse. Come se Fudoh con l'H non avesse scalato il monte a pelo di capra fino a pochi minuti prima. Il tartarugone annuì e buffò soddisfatto, come se fosse un vicino di casa a cui viene chiesto il sale. Sanjuro aggiunse:

    Oh si quasi dimenticato, e poi ci sarebbe questo giovane ninja, è destinato a morire entro 48 ore ucciso dall'attuale eremita del vostro clan perchè ha perso il senno a seguito dell'utilizzo smodato dell'Alga proibita, quindi dovremmo trovarlo a dirgliene quattro prima che succeda.

    A quel punto il capo delle tartarughe giganti sgranò gli occhi e sputò fumo, tabacco e litri di acqua, come se gli fosse andato di traverso un barile intero. Quindi si allungò come una giraffa allo sciamano e gli urlò contro.

    - COOSAAHHH ?!!??!?! -



    Sarebbe inutile ripetere lo sproloquio di termini mistici e spiegazioni chakrosciamaniche che Sanjuro indirizzò alla tartaruga ma praticamente aveva avuto una visione, e non una visione di quelle che portano un uomo a chiudersi un dito in un cassetto, ma di quelle dove un eremita di droga di alghe proibite e uccide gente a caso. Ad ogni modo la tartaruga gigante riferì a Fudoh con l'H una notizia orribile, ma mai quanto quella che seguì, per lo sciamano.

    - Se i kami ti hanno concesso questa visione, questo futuro non può essere evitato, Fudoh con l'H, sei destinato a riportare l'equilibrio nella nostra sacra terra, ti aiuteremo a trovare il nostro eremita che ha smarrito la via, tu e soltanto tu puoi reclamare la pace. Quanto a voi Sanjuro-san, purtroppo siamo senza miele a nostra volta, un altro sciamano è giunto qui stamattina e abbiamo pensato di dargli tutto quello che avevamo. Sembrava molto di fretta. Un tizio di Azumaido, con delle curiose decorazioni Kabuki, Munkeke, se lo conoscete. - Lo sguardo di Sanjuro si tinse di zafferano, sotto la maschera. Tipi sguardo degli sciamani furiosi. Dannato Munkeke, prima la ciabatta, ora questo. Non l'avrebbe fatta franca.




  12. .

    Missione per Fudoh




    Era un uggioso pomeriggio alla Nebbia, e per essere uggioso, un pomeriggio di Kiri deve quasi andare al nubifragio con annessa grandine e puzza di scoglio di porto dopo una mareggiata a cui è seguita una giornata di sole a picco. Solitamente quasi nessuno si avventurava nella palude di spontanea volontà, meno che mai da quando il nuovo Consigliere aveva montato quella sorta di tendone da circo spacciandolo per il suo ufficio. Alcuni Kiriani avevano giurato di averlo visto nel proprio ufficio in amministrazione nello stesso momento in cui altri erano certi di averlo visto far capolino dalla tenda nell'ambiente palustre; qualunque fosse la verità, con un fulcro di potere come Gassan nelle vicinanze, l'ubiquità era poca cosa per uno sciamano che puntava a diventare il protettore stesso del'intero mondo naturale.
    Quel pomeriggio, però, un povero messaggero fu chiamato con grande urgenza dallo stesso Sanjuro per recarsi nel suo ufficio paludoso e recuperare un messaggio. Quando il messo fece capolino nella tenda, trovò Sanjuro con la testa incastrata tra le sue stesse chiappe, circondato di candele accese e con un una ciotola davanti a sè, a terra. Nella ciotola erano presenti dei gamberi, dei funghi fritti passati di scadenza da parecchio tempo, e due dita di una sostanza oleosa, probabilmente miele, di chissà quale razza di api.
    Dopo una conversazione al limite dell'assurdo tra Sanjuro, il suo coccige, Gassan e il ninja di Kiri, quest'ultimo, confuso, si recò a perdifiato in amministrazione, per consultare i registri e cercare una persona in particolare, per consegnare un messaggio. Un ragazzo di nome Fudoh, ninja di Kiri, era stato sognato dal Grande Sciamano, e sembrava essere in pericolo di vita.
    Solitamente Sanjuro non perdeva tempo in presagi, ma quando i presagi perdevano tempo con lui, non c'era da perdere altro tempo, e darsi da fare a sbrogliare la matassa.


    Non avendo mai avuto il piacere, o la sfiga, di conoscere Sanjuro, il giovane Fudoh, quando fosse giunto nella palude, avrebbe trovato uno strano tizio quasi totalmente nudo, seduto su una vecchia scrivania, con un bastone di legno appoggiato ad essa.
    L'uomo aveva lunghi capelli bianchi, un gonnellino, due infradito gialle, di cui una tenuta assieme con del nastro adesivo, e una grossa maschera di legno con tanto di foglie e ramoscelli; e cosa ancor più strana di tutte le precedenti, un gabbiano lamentoso sembrava essere parte integrante della maschera e della testa del ninja. Sanjuro non disse nulla, avrebbe aspettato che fosse Fudoh a compiere la prima mossa, solo in quel modo avrebbe potuto capire se il ragazzo aveva qualche speranza di ribaltare il suo destino, oppure sarebbe morto caramellato.


    OT
    Ben trovato Shil; ne' Sanjuro ne' il sottoscritto hanno mai avuto a che fare con Fudoh, dacci un po' di contesto su chi abbiamo davanti, e poi possiamo partire per evitare che tu muoia caramellato.


  13. .

    Dopo il Tramonto


    Epilogo dell'attacco a Kiri



    Era passato ormai molto tempo dall'attacco suicida a Kiri da parte di Shiro e del suo piccolo drappello di uomini; uomini che l'Oni non aveva esitato a sacrificare per guadagnare un minuscolo diversivo, e per dare dimostrazione della sua risolutezza. A seguito di quell'attacco, orchestrato per entrare in possesso di un solo, singolo oggetto, Kiri era stata in parte ricostruita. Le esplosioni generate dalla datonazione dei soldati, assieme alle cannonate delle navi da guerra avevano assestato un colpo durissimo al villaggio, forse tra i più devastanti dalla fondazione del villaggio stesso. L'ospedale, l'amministrazione, buona parte dei quartieri abitativi e dei vari clan erano stati completamente spazzati via. I corpi erano sparsi un po' ovunque; la popolazione del villaggio, già provata da una misteriosa epidemia, venne ridotta all'osso. In quel momento, dopo la ritirata di Shiro, conquistare Kiri sarebbe stato un gioco da ragazzi, con un Kage assente e uno ucciso dagli stessi Kiriani non appena nominato; situazione peggiore forse non si era mai vista nel continente dai tempi della grande guerra dei ninja. Grazie agli sforzi congiunti di tutti i sopravvissuti, le condizioni del villaggio restarono occultate per alcuni giorni, prima che la Zanna, tradita da Shiro, per cercare di vendicarsi di quanto aveva perso durante l'attacco, non mise in giro tutte le informazioni riguardo quello che era successo. Chiunque avesse voluto assaltare la Nebbia, l'avrebbe trovata pronta su un piatto, ma questo non avvenne mai.

    I mesi successivi furono dedicati non solo alla ricostruzione, ma anche all'analisi di quello che era accaduto; sebbene Shiro non fosse un bersaglio facilmente raggiungibile, il villaggio era stato indebolito anche dall'interno, e quella era un'altra storia. Il Daimyo, spalleggiato da una donna che ne controllava le scelte, aveva nominato immediatamente un nuovo Mizukage, durante l'assenza di Itai, senza aspettare minimamente i termini di attesa, e senza avere alcuna notizia relativa alle condizioni del Kage in carica, scegliendo, oltretutto, come nuovo capovillaggio, un individuo particolari, poco amato da gran parte della forza militare di base, detestato dai suoi vertici. Questo frammentò le difese del villaggio e portò a uno scontro, proprio durante l'attacco di Shiro, un perfetto diversivo, generato dai Kiriani stessi, senza che si rendessero conto di quanto stava accadendo nelle loro acque. Il Daimyo aveva poi incontrato il suo fato durante l'attacco stesso, ma della sua "compagna" non sembravano esserci tracce da nessuna parte, e la situazione non sembrò cambiare per settimane, mesi. Le forze della Nebbia si avvalsero di tutti gli agenti sotto copertura che possedevano, ingaggiarono informatori, inviarono messaggeri, ma nessuno sembrava aver mai visto la persona in questione, o non ne ricordava minimamente i dettagli. Se nessuna strada "ordinaria" aveva portato a un successo, Itai avrebbe dovuto convocare i suoi migliori guerrieri per prepararli a quella che sarebbe potuta essere la missione più complessa della loro vita, e rivolgersi al suo asso nella manica finale, l'unica "risorsa" nelle mani della Nebbia, in grado di esulare dai metodi normali, e per buona ragione. Sanjuro.

    OT
    Benvenuti a quella che potrebbe per alcuni di voi essere la prima, o la seconda, quest Jonin. Il preambolo è semplice ma di effetto. Dovete trovare una persona così abile da poter controllare il capo di una intera nazione, e non potete farlo coi metodi tradizionali, vi serve un professionista. Dal momento della partenza,
    tenete sempre traccia del vostro status, io cercherò di segnalare lo scorrere del tempo relativo al recupero di chakra e salute. Qualora ci fossero delle mancanze, avvisatemi che le correggerò. La missione è aperta ai chunin Meika,
    Akira e Kensei.
  14. .

    Addii e arrivederci




    La stanza del tesoro rivelò molti segreti per chi era in grado di carpirli. Ovviamente Densen non era tra questi. Jhin quasi non prestò più ascolto al ragazzo, tanto era impegnato a scavare tra i pezzi alla ricerca di chissà che cosa. Quanto a Gado invece,
    sembrava finalmente serena. Andò a colpo sicuro davanti all'idolo del serpente, e prese ad accarezzarlo come con il volto di un vecchio amico. Quando si rese conto che Densen le si era avvicinato, deluso per non aver trovato alcun tesoro, sarebbe stata lei stessa a indicargli la pergamena in questione. Come lei stessa avrebbe rivelato, era quello il tesoro in grado di valere una montagna d'oro, anche se non aveva idea di cosa si celasse in quel rotolo.


    - Quando sono arrivata al monastero, pensavo che i monaci di metallo nascondessero ricchezze di ogni genere, ma non avevo capito che la verità era diversa; in realtà sono custodi di immondizia, e di quella pergamena. Da come ne parlavano con rispetto e omertà, deve trattarsi di un manufatto rarissimo, forse unico nel suo genere, e una volta compresa la sua natura potrebbe valere una fortuna... -

    La voce della donna divenne malinconica sul finire della frase, ma non indugiò, rispondendo subito alla curiosa domanda di Densen riguardo la misteriosa città tra le montagne. Gado rivelò le sue origini, rifiutando la richiesta del ragazzo. A quanto lei sapeva, la sua patria, pur essendo una vera e propria meraviglia era afflitta da un terribile male, sul quale però non aggiunse molti dettagli. Inoltre era assente da casa da..una vera e propria eternità, e non aveva idea in quale stato versasse la città al momento.


    - Shulva, mi manca la mia casa, e il suo odore di muschio umido, ora potrò tornarci finalmente... -

    Poi accadde qualcosa di inaspettato. La donna afferrò con entrambe le mani le guance del giovane Densen, e lo baciò sulle labbra come fosse l'ultimo bacio che avrebbe donato in quella vita, lo guardò negli occhi, e poggiò la mano sull'idolo del serpente. Questo si illuminò per un attimo, prima che lunghe crepe trasversali comparissero sulla statua, rovinandola in maniera permanente, e facendo scomparire la luce verdastra che emanava. Allo stesso tempo, la ragazza, sorridente, divenne completamente di polvere, e scomparve dissolvendosi nell'aria della sala. A quanto pareva, aveva vissuto troppo a lungo, per poter essere liberata mantenendo una forma fisica.


    - Hey MARMOTTA ma dove è finita quella SMEGMA serpentosa? - [Jhin prende a sbinoccolare le dita in maniera spasmodica]


    Così sarebbe terminata la prima avventura di Densen e Jhin, in una sala piena di rottami, prima che altre epiche imprese comparissero sulla strada del loro destino. Al termine della giornata, sarebbero nuovamente stati sulla costa, e in memoria di quel giorno fuori dal normale, Jhin avrebbe svitato una delle sue dita, e l'avrebbe donata a Densen, svelandogli che se avesse avuto bisogno di lui, avrebbe semplicemente dovuto lanciare quel dito in mare. E che ora erano amici per la pelle. Il cecchino zoppo sarebbe quindi scomparso nell'orizzonte, lasciando il ragazzo col cuore spezzato per il mancato amore, solo con il suo nuovo tesoro. Quanto a questo, quando Densen avesse portato la pergamena da un esperto, avrebbe potuto scoprire con incredibile sorpresa, di essere in possesso di una ricetta per i funghi Shitake brasati al miele. Ricetta semplice ma di impatto. Quanto al valore, dato che la ricetta era disponibile ad ogni baracchino, e il rotolo non era altro che foglio di pergamena macchiato di olio motore, beh, lasciamo perdere questa parte...



  15. .

    Inflitrazione [1]



    Era una mattina piovosa sul confine del paese del Fuoco. Hachigoro, un risoluto nukenin con il desiderio di unirsi al gruppo del leggendario Hayate, si stava introducendo nel territorio della Foglia, come ordinato dai suoi superiori, come ultimo tentativo di ammissione. Aveva già compiuto altre missioni, ma la sfortuna, o l'inesperienza, erano sempre state dalle sua parte, e fino a quel momento, non aveva ancora mai portato a termine una missione con la M maiuscola per il suo gruppo. Quel giorno tutto sarebbe cambiato, quel giorno la fortuna si sarebbe voltata verso di lui e lo avrebbe benedetto. I suoi superiori avevano richiesto la sua infiltrazione ad Otafuku, non gli avevano nemmeno indicato un corpo preciso di controllo, di polizia, di guardie, o di qualche gruppo particolare in cui inserirsi, tanto erano esigue le speranze che nutrivano per lui. Persino prendere il posto di un contadino sarebbe andato bene, anche un pescatore. Che diamine anche un barbone poteva essere accettabile, se questo avrebbe permesso il passaggio di informazioni dal territorio del fuoco al gruppo di Hayate.
    Lì si trovava Hachigoro, addentratosi appena oltre il confine del Fuoco, sul limitare del primo centro abitato, dove i controlli erano presenti, ma molto, molto lasciati al caso. Forse proprio quello sarebbe stato il problema per l'uomo.

    Quel giorno, in quello stesso luogo, era di servizio Shigeaki, un ninja della Foglia dal carattere particolare. Era diventato famoso nei ranghi delle reclute per il suo bisogno costante di lamentarsi di ogni situazione; sempre vestito di nero, sembrava portasse rogna ad ogni missione. Non che fosse incapace o altro, anzi, raramente falliva un compito che gli veniva assegnato, anche perchè convinto che le cose sarebbero andate in vacca, sfruttava qualunque vantaggio, anche poco onorevole, per portare a casa il lesso. Dato il suo comportamento, uno dei suoi superiori, scocciato, lo aveva sbattuto di guardia ad Otafuku, a lamentarsi dove non avrebbe potuto sentirlo, e il caso voleva che proprio quel giorno, Shigeaki fosse di guardia a poche centinaia di metri da Hachigoro.


    OT
    Controlli anche Shigeaki, oltre al tuo pg. Trova una motivazione valida per essere in zona.
339 replies since 24/9/2014
.