Posts written by Jotaro Jaku

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    Fantasmi dal passato


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    Il risultato degli esperimenti della Serpe si trovava lì davanti a loro, la massa di copie, tra cui anche uno di Jotaro, stava lì in piedi, fissando i ninja. In quel momento apparve anche Shinken, che rivolse un caloroso saluto di circostanza al "fratello", come avveniva ormai da una vita; anche se a causa degli eventi che avevano caratterizzato l'esistenza dei due, Jotaro sembrava molto, molto più vecchio di Himura che in realtà era il maggiore tra i due.

    Nessuno lì, tranne Gene, sapeva che in realtà c'era un altro clone nella folla, ma dalla parte degli Otesi veri e propri.

    Non ho più una dimora qui, ma Oto resterà sempre il mio posto preferito. Sono stato accolto qui senza che il mio passato venisse messo in discussione. Terminando il discorso con un cenno del capo, rispettoso, non tanto verso Shinken, quanto verso gli Otesi tutti. A quel punto il nuovo Kokage, appena nominato, dimostrò la forza dei sigilli maledetti del Suono, trasformando il proprio corpo e dando sfoggio di un chakra terrificante, capace di far sobbalzare quella massa di reclute. Quello che Jotaro non si aspettava però, fu la proposta di Diogenes, di donare persino a lui un pezzo di Oto. Il ronin scese dal muretto, rispondere ad una offerta da seduto sarebbe stato scortese, quindi si avvicinò al nuovo Kage, rivolgendogli il suo rifiuto.

    Diogene, anzi, Kokage, grazie dell'offerta. Averla ricevuta nonostante io non sia a tutti gli effetti uno shinobi di Oto, mi dona grande orgoglio...

    Quindi Jotaro scostò il colletto dell'uniforme, grattando il lato destro del collo, dove si intravedevano ancora due piccoli fori cicatrizzati.

    ...ma sono costretto a rifiutare. La mia dignità me lo impone. Sono stato sottoposto al sigillo del Cielo, molti anni fa, e ho realizzato che quella non era la mia strada. Sono sicuro che altri sapranno servire Oto meglio di quanto potrei farei io. Riguardo l'assenza del suo chakra, nemmeno era in considerazione. L'ostacolo era proprio a livello di orgoglio. Jotaro era già stato schiavo di un sigillo, e per estensione di un padrone, ed era stato un errore. Asservimento in cambio di potere dava comunque minor potere di una lealtà vera, e forse un giorno, anche questi giovani ninja lo avrebbero capito.

    ...Al villaggio non sembrano mancare dei cuori volenterosi dopotutto... Concluse Jotaro riferendosi ai presenti. Oto è ora più che in grado di reggersi sulle proprie gambe vecchio amico, penso sia ora di andare..per tutti e due.

    Due chi ?

    Il ronin si allontanò lungo il viale, ma non prima di fissare il suo clone dall'altra parte della barricata, che prese a seguirlo, come se i due si fossero già dati appuntamento. La coppia di cloni avrebbe camminato spalla a spalla fino a raggiungere le mura del villaggio, a Est.
    I due Jotaro sarebbero saliti sulle mura e si sarebbero seduti a fissare il cielo fino all'alba.

    Dove sono gli altri? Brando. Yugito.
    Morti. 
    Sono infetto come loro.
    Certamente. Tutti lo siamo.
    Il mio risveglio è stato, diverso, dal previsto. Che missione c'è per me?
    Nessuna.
    Allora dovresti terminarmi. Secondo disposizioni. Non dovrei sprecare materia.

    Jotaro a quel punto raccontò al suo clone molto del suo passato, dei vari altri cloni creati prima di questo ultimo per favorire la difesa delle reliquie, e per consentire al primo di loro di solcare il mondo guardato a vista. Mentre il tempo passava e la luna scorreva nel cielo.

    Noi non siamo come gli altri ragazzi, e ragazze, nella piazza. Siamo entrambi cloni io e te. Non c'è più un obbligo, puoi fare quello che vuoi, il virus presente in tutti i miei cloni ti ucciderà tra non molto, e forse, Febh stesso ha ridotto sul serio la vostra speranza di vita.

    Il ronin quindi rivelò uno strano spiedo nero dal mantello, molto simile a quelli che aveva utilizzato a Shulva, e lo poggiò sul muro di pietra accanto al suo clone, quindi si alzò in piedi, estrasse un kunai dal porta armi, e lo lanciò a terra, conficcandolo accanto allo strano spiedo.

    Il kunai ti solleverà dai tuoi obblighi. Il ricevitore te ne darà altri. Oppure scendi dalle mura, e scopri a modo tuo la terza via come ho fatto io. Sta a te scegliere. Buona fortuna.

    Quindi Jotaro #1 avrebbe lasciato Oto in cerca di avventure, mentre Jotaro #8 avrebbe almeno avuto una scelta.


    OT
    Grazie per la bella riunione come non se ne vedevano da un pezzo X3

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    Io sta cosa la sto adorando. AHAHHAHAHAHAHHAHAHAH
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    L'ultima meta


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    "pat"



    Con la mano sulla spalla di Akira, il ronin gli sorrise.

    Faremo il possibile. Buona fortuna, anche se morire non è poi così male.

    Disse Jotaro prima di voltarsi verso la voragine appena creata dai ninja del Gelo, ma un istante prima di entrarci dentro, si girò nuovamente verso il compagno di sventure, fissò per un momento la lanterna che portava con sè, che aveva trovato il giorno prima, e sospirò con un sorriso a mezza bocca.

    Quando mi capita un momento davvero buio, può essere un'idea aggrapparsi a qualcosa di luminoso. Lo sguardo di Jotaro avrebbe incontrato quello di Akira, si sarebbe spostato su Tamashi, che il ninja teneva alla cintura, per poi tornare su Akira. Sorrise e si gettò nella voragine, ma solo dopo aver afferrato il principe dei Kondo come un sacco di patate, il quale emise degli urletti ridicoli.

    [Poco Prima]

    La principessa della Sabbia si era divincolata da Jotaro e dal suo carico, poichè era convinta di poter essere utile, in quanto ninja a sua volta. Il ronin nemmeno cercò di fermarla, era sicuramente più utile di lui, che si stava dando alla macchia con il principe in spalla coperto dal suo mantello. Jotaro recuperò il rotolo particolare dal principe [Nota per Gene]Hidan non ha capito una sega, quello che abbiamo rubato è stato "inviato" a questo rotolo.] nascondendolo in saccoccia e cercò di dirigersi lontano dalla chiesa, quando un portatore della fine del mondo si palesò sul villaggio squarciando le nubi e i cuori dei presenti. Jotaro si fermò, scrutando il cielo e sospirando profondamente, come se avesse perso la strada e fosse tornato allo stesso bivio una volta di troppo.

    Ovviamente il principe chiese il perchè dello stop improvviso, al quale il ronin rispose:


    Stiamo tornando alla chiesa, tra poco moriremo, temo. Invitando il principe fifone a guardare il cielo in caso di ulteriori domande. A quel punto, privo di chakra e di vie di fuga, Jotaro avrebbe fatto ritorno alla chiesa, l'unico punto dove era certo avrebbe trovato degli alleati.
    Sul posto, Akira stava dando indicazioni ai ninja del Gelo sulla preparazione di una difesa; senza dubbio il ragazzo era molto speranzoso e pieno di energia, mentre il ronin dubitava molto della loro sopravvivenza contro quello che sembrava davvero il capolinea. Posò a terra il principe e si rivolse al chunin della nebbia.


    [Nella fossa]

    Con i presenti che cercavano di imbastire una difesa, Jotaro non potè fare molto altro. L'unica possibilità che gli restava era assestare un poderoso diretto in faccia al principe nel caso avesse dato di matto; almeno non si sarebbe accorto della morte che giungeva dal cielo. Si sedette a terra in un angolo, chiudendosi nell'abito scuro, in attesa che la sfera che il drago stava caricando, atterrasse al suolo. Non sapeva cosa avesse in mente Akira, e non aveva visto i draghi arrivare in supporto. Stavolta nessuna tecnica, nessun sigillo o nessuna ombra lo avrebbe aiutato.
    Si rivolse alla porta che giaceva in lui, bussando e chiedendo aiuto.


    Ti farai vivo per aiutare questa gente?

    Non ottenne riSpOsTA.

    OT
    Grazie per aver partecipato e per aver resto questa giocata molto particolare, complimenti a tutti

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    Tamashi


    La lanterna delle anime smarrite



    Quella notte, prima dell'attacco, Akira avrebbe avuto uno strano sogno. Una oscurità infinita lo avrebbe avvolto, con solo una luce verdastra, una fiammella a mezz'aria vicino a lui, a rendere meno insopportabile quella strana esperienza onirica.

    Sono lieta di averti incontrato. Il mio nome è Tamashi. Sarò felice di accompagnarti nel tuo cammino, fintanto che sarai in grado di pagare i tuoi debiti.

    La fiammella avrebbe assunto la forma della lanterna che il giovane aveva preso con sè prima del riposo, per poi terminare lo strano sogno chiudendolo con altre misteriose parole.

    Posso impedirti di morire. Posso impedire ad altri di morire. Posso molte cose, fintanto che sarai in grado di saziare il mio bisogno, ma non temere, alla fine saremo comunque pari.

    Un istante prima di risvegliarsi, sudato, Akira avrebbe udito delle voci lontane sovrapporsi nella sua testa.

    "La lanterna delle anime smarrite non cessa mai di avere fame; non resterà mai vuota."



    Al suo risveglio, la lanterna sarebbe stata accesa, e una luce verdastra avrebbe caratterizzato l'oggetto prima del tutto inanimato.


    VSQpi4e



    OT
    CITAZIONE
    Complimenti per aver acquisito la prima reliquia, Tamashi, la lanterna delle anime smarrite. La frase in corsivo, uguale al parametro di perdita nel secondo slot della competenza che la compone, è l'indovinello riguardante quello che il tuo pg NON dovrà mai fare, per non rischiare di perdere la reliquia. Alcuni di questi oggetti infidi non prendono troppo bene l'essere delusi, e prima di scomparire potrebbero scaricare il loro disprezzo sul vecchio portatore.

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    CITAZIONE
    Tamashi, la lanterna delle anime [Reliquia]

    Tamashi, la lanterna delle anime [Reliquia]
    Tamashi è un'antica lanterna a olio formata da una struttura di metallo grigio scuro, con una superficie liscia che ricorda molto l'ossidiana. Le parti vitree che si intervallano alle strutture di metallo sono di un materiale sconosciuto simile ad un materiale plastico, di colore verde chiaro. Al suo interno è presente una particolare luce fioca verdastra sempre presente che però non è in grado di illuminare le zone circostanti. Qualunque sia il suo utilizzo, non pare essere stata creare per illuminare la via. E' una delle 6 antiche reliquie il cui creatore è sconosciuto, così come la forza energetica che le anima. Tamashi è un oggetto indistruttibile.Tipo: Vario - Vario
    Dimensione: Piccola
    (Potenza: 8 | Durezza: 5)
    [Da genin in su]

    Capacità e Leggende
    Speciale: Tamashi ha 2 slot anima iniziali. Ad ogni nuovo portatore dopo aver attivato il parametro di perdita si manifesta con 2 anime neutre al suo interno. Uno slot anima può essere riempito se il portatore di Tamashi esegue un colpo di grazia con volontà di ricaricare Tamashi su personaggio giocante o gregario elitè. La ricarica è automatica e non richiede alcuno slot o consumo di chakra. Consumare un'anima all'interno di Tamashi permette di riportare in vita un png o gregario non elitè il cui corpo presente entro 30 metri non sia stato distrutto, o di evitare un danno letale al portatore nel momento in cui esso si manifesta. Consumare un'anima in questo modo richiede uno Slot Tecnica. Fintanto che un'anima è impressa dentro Tamashi non potrà essere evocata in alcun modo.
    Parametro di perdita: "La lanterna delle anime smarrite non cessa mai di avere fame; non resterà mai vuota."
    [Da genin in su]

    Traghettatore
    Speciale: Tamashi concede al suo portatore di accedere al terzo slot di contenimento anima. In caso di nuovo portatore dopo la rottura del parametro di perdita si manifesterà comunque con 2 anime neutre e uno slot anima vuoto.
    [Da chunin in su]

    Strazianima
    Speciale: Tamashi può scaricare un qualsiasi Status dal portatore ad un'anima impressa al suo interno distruggendola completamente ripristinando il corpo del portatore come se suddetto Status non fosse mai stato subito. Il trasferimento richiede uno Slot Tecnica.
    [Da chunin in su]

    Equilibrio
    Speciale: Tamashi permette di riportare in vita un pg giocante o gregario elitè il cui corpo presente entro 30 metri non sia stato distrutto consumando un'anima al suo interno. Richiede uno Slot Tecnica.
    [Da jonin in su]


    Edited by Jotaro Jaku - 11/9/2018, 15:41
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    Otogakure


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    Jotaro sorrise alla risposta di Febh, senza dubbio l'allievo apparentemente svogliato, si era rivelato un maestro, e lo stava dimostrando abbondantemente, alludendo addirittura ad altri eventi, che il ronin non conosceva, o forse erano avvenuti mentre lui era legato dall'Edo Tensei, eventi che erano svaniti nei meandri della memoria andata persa durante la resurrezione impura.

    CITAZIONE
    Circolano molte voci su di te, tra cui un numero di morti abbastanza inverosimile...e tuttavia possiamo dire che anche io ho fatto qualcosa del genere, sai?

    << La vita è stata strana per molti di noi nati prima o a cavallo della fondazione a quanto sembra...E' un piacere averti ritrovato in ogni caso. >>

    Quanto all'entrata plateale dei protetti di Gene, Jotaro non potè fai a meno che constatare come nel villaggio del Suono la teatralità non fosse mai venuta meno, mutata forse, ma sempre di casa, come ai tempi di Rengoku. Tra Il Mikawa che si faceva attendere e Febh che organizzava tutto quel popò di messa in scena, senza dubbio a Oto sapevano come divertirsi alle spalle dei novizi, come era sempre stato fin da quando i novizi erano loro. Quel ragazzo che non conosceva, Munisai, fece stizzire Febh cosa che Jotaro aveva capito essere molto negativa, almeno a detta di Gene.

    << Non conosco nè lui nè quella ragazza, ma sembrano entrambi promettenti. >>

    Quanto alle successive apparizioni, Jotaro spalancò gli occhi, senza dubbio come trucco di scena era davvero interessante, e quando il ronin vide una sua copia barcollare fuori dalle rovine del palazzo, si limitò a sbuffare. Ne erano stati davvero creati altri, ormai ci era incredibilmente abituato. Era quasi tentato di lasciar perdere la copia lì dove si trovasse, tanto sarebbe stata uccisa dalla sua malattia genetica entro qualche mese come tutti i precedenti. Senza perdere di vista per troppo tempo le copie appena apparse, Jotaro rispose a Munisai, sebbene lui non gli avesse posto alcuna domanda. Essendo stato per molto tempo a servizio dei Daimyo, il ronin si sentiva in grado di dare al ragazzo uno scorcio della realtà in cui i ninja vivevano.

    << Non gli interessa. Loro possono affermare il contrario ma non hanno interesse in come un villaggio viene condotto, fino a che continua ad esistere. Questo Daimyo non fa eccezione. >> Poi qualcosa attirò l'attenzione di Jotaro, sebbene fosse troppo tardi.
    Quando percepì il grande chakra cremisi alla sua estrema sinistra, la grande onda di sangue era già presente.

    << Ohhh, mi pareva strano. >> Sorrise.

    Mentre la grande onda di sangue acido si avvicinava investendo qualunque cosa, Jotaro sospirò, constatando come mentre era morto, il tempo aveva permesso a chi aveva talento di divenire davvero forte, lasciandolo indietro di parecchi metri nella corsa al potere. Rimase immobile.
    Quando l'onda lo attraversò, non si era mosso di un millimetro, aveva capito benissimo chi c'era dietro a quella manifestazione di forza, l'unica cosa che gli interessava, era assicurarsi dello stato di chi l'aveva prodotta.

    << Pensavo volessi davvero mancare alla tua festa... >> Era davvero contento, come lo era stato poche volte nella vita. Un altro orfano di Suna come lui aveva trovato il suo posto nel mondo.

  7. .

    Distruggere la matassa


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    La chiacchierata dei due guardiani durò per parecchio tempo. Nel frattempo, Yada e le lucciole stavano prestando soccorso a Riwa nel migliore dei modi per rallentare l'effetto del veleno. Fortunatamente per il ragazzo, la donna era un medico come la sorella, sebbene non vantasse le sue stesse capacità come immunologa. L'aiuto degli Shulviani tutti, che misero a disposizione tutto ciò che avevano, per curare il ragazzo, fu sufficiente a far risvegliare il ragazzino, e fu Riwa stesso, oralmente, ad aiutare Yada a generare un antigene in grado di ridare forza al giovane. Si sarebbe rimesso del tutto in un giorno o due. Fortunatamente per lui, la dose inoculata era estremamente bassa, e il ragazzo disponeva di una resistenza invidiabile. Tale era la pericolosità delle tossine del clan infame del Veleno, dove un piccolo taglio poteva significare la fine dei giochi. Jotaro aveva seguito tutto il processo, e quando possibile, sfruttando i propri ricevitori, aveva sacrificato parte della sua energia per racimolare il chakra sufficiente per poter eseguire i compiti più limitati per la preparazione dell'antidoto.
    Grazie allo sforzo congiunto di tutti, furono create altre due fiale di soluzione, in grado di contrastare l'effetto di due somministrazioni da parte dei nemici.


    [...]

    Quanto a Gaho e Hohe, l'omone si limitò ad abbassare la testa quando il jonin rimproverò il suo modo di rivolgersi a Jotaro. Non lo faceva per cattiveria, ma era stato così abituato a vederlo come un contenitore, da non pensare ai termini da usare per identificarlo. Quanto al virus invece, Hohe mostrò alcune imprecisioni nel racconto, e si chiese come mai il costruttore fosse rimasto immune all'esposizione. A quel punto, l'uomo, vestito di poco più che stracci, aprì la casacca, mostrando la pelle completamente macchiata. Tutti i vasi sanguigni che formavano l'apparato circolatorio erano ben visibili sulla superficie della pelle, mostravano una mappa di linee completamente scure, passanti dal grigio al nero, che occupavano gran parte del corpo, lasciando in pace unicamente gli avambracci, il collo e la testa. Quindi richiuse la casacca.

    - Non ho mai capito come agisse questa malattia, alcuni di noi sono morti giovani, altri, come Jugg, quasi non ne furono colpiti. Suppongo che la Serpe l'abbia inserita nel pacchetto all'ultimo minuto, senza poterla perfezionare. Io ho i miei anni, e ormai non so dirti cosa mi succederà, ma se c'è una cosa che ci è stata chiara fin da subito, fin da quando ci siamo accorti del virus, è che non è contagioso, solo da Jotaro può partire, chissà quanti altri avrà ucciso senza rendersene conto. Amici? Amanti? - Gaho sbuffò, coprendosi la faccia con una delle grandi mani.

    - Una ventina d'anni fa voci di corridoio suggerivano, ma era una voce, che avesse avuto un figlio, ho pregato ognuno dei Kami che conoscevo affinchè non fosse così, e quella voce scomparve, così come era giunta. -

    Poi l'omone riprese a guardare Hohe, molto più sollevato di prima. - Questo virus, questa malattia, non è più attiva, o almeno non come prima, i nostri contatti ci hanno informato che lui ad un certo punto aveva capito, deve aver usato uno dei tanti cloni che erano stati creati con lui, per bloccare o distruggere la malattia, ho capito subito, guardandolo, che qualcosa in lui era cambiata. Quindi puoi dormire tranquillamente, se fossi stato infettato, a quest'ora te ne saresti accorto. -

    [...]

    CITAZIONE

    << ...Quindi immagino che tu non abbia alcuna idea di che tipo di oggetto sia custodito dentro Jotaro...? >>


    Gaho spalancò gli occhi. - Al contrario, so benissimo di cosa si tratta. Non uno, ma sei oggetti. E non sono più dentro di lui. Noi guardiani originari avevamo ricevuto dalla Serpe un sigillo in grado di assicurare la presenza di questi 6 tesori dentro di lui. Mesi fa questo sigillo è svanito. - Concluse l'uomo, mostrando un pulitissimo palmo della mano sinistra. - Ognuno di noi aveva un sigillo, il mio era qui sul palmo. Non so se li abbia rimossi da solo o se siano stati tolti o altro, ma ormai è vuo.....privo di quegli oggetti. - Si corresse Gaho. - Erano tesori, così li chiamava Orochimaru, ma nessuno di noi li ha mai visti, prima che venissero sigillati. In realtà solo io, Okii e Koin eravamo al mondo al tempo. Non ne abbiamo mai saputo nulla.

    La conversazione stava piegando sempre più sui fatti passati.

    - Orochimaru temeva questo individuo, o meglio, forse non temeva lui, tanto chi questo individuo aveva alle sue spalle. C'era qualcosa in agguato dietro l'operato di Orochimaru. Era in qualche modo stato "noleggiato" per sigillare questi oggetti dentro Jotaro, e niente di più, e sembrava volerlo fare bene, e in fretta, per togliersi il disturbo. Non ho mai saputo che tipo di obblighi avesse verso queste persone, ma so che esistono, perchè proprio questo collaboratore di cui ti parlo, mi ha dato questo: -

    Gaho dischiuse appena la casacca, come aveva fatto poco prima, ma stavolta girando un bavero verso l'esterno, per mostrare a Hohe un rotolo che teneva nella giacca, prima di richiuderla. - E' il contratto di evocazione delle Grandi Porte. Fu l'unica volta che lo vidi, poco prima di lasciare il covo di Orochimaru, questo tizio era alto, magro, e chiuso in un mantello color verde oliva. Aveva una voce roca, sofferente, ma non dimenticherò mai l'odore. Puzzava terribilmente di cadavere. -

    Gaho ebbe come un brivido, riportare alla mente quei ricordi doveva essere ancora sinonimo di sofferenza, o quanto meno, di spiacevolezza. - Mi consegnò il rotolo, affinchè lo usassi per proteggere il contenitore. - Quindi l'omone si alzò e prese a rovistare tra i rottami e gli oggetti impolverati di quello che una volta era un bar, prima di scovare una bottiglia di vetro, il cui contenuto era di un colore di cui è meglio non parlare.

    - Ah ha! Una birra! Questi topi di fogna sanno trattarsi bene! - Sentenziò prima di scolarsi qualcosa vecchio di mezzo secolo ad essere gentili, e concludere con un sonoro rutto di stomaco, prima di far volare il vetro vuoto dietro di sè tra la sporcizia.
    - Mi sembri sveglio ragazzo, e se Jotaro ti porta con sè, devi valere almeno la metà di quello che sembra, e non è che quel che sembra sia poco! Ma non prendermi per uno stupido, pensi che me ne sia in questa fogna per rimpianto? O per concludere il mio compito ? Ho portato qui un amico sperando di salvarlo, invece l'ho ucciso, e che i Kami non vogliano, sono rimasto bloccato in questo letamaio senza poter uscire. Finalmente dopo anni arriva qualcuno dall'esterno, e quel qualcuno è ESATTAMENTE l'unica persona al mondo ad aver ragione nel volermi morto! -

    Dopo lo sfogo, Gaho tornò seduto al tavolo. Aveva combattuto, aveva vinto e aveva perso, aveva ucciso e aveva salvato, ora era solo stanco di continuare a combattere.
    - Il monaco. Yura. E' il suo nome, non so quanti anni abbia, ma le Lucciole affermano che sia il protettore della città da sempre, quando sono arrivato qui sapeva chi ero, come mi chiamavo e che legame avevo con la Serpe. Deve avere delle risposte, ovviamente subito dopo essersi presentato è sparito. Come oggi. Sono qui da anni, e l'ho visto solo un'altra volta, escludendo la prima, e oggi. Ovvero quando ha sbaragliato con una lancia ginormica un'intera marea di quei figli di puttana che corrono lungo le pareti di questa grotta infame. Oggi invece è apparso qualche istante prima di voi, e poi è scomparso, come vedi non è facile averci a che fare. Per un attimo ho sperato che tu mi lasciassi uccidere, almeno avrei chiuso la questione una volta per tutte! -

    L'omone si alzò, maledicendo i kami e buttando a terra lo sgabello che aveva riscaldato fino a quel momento, uscendo nella piazza, visibilmente alterato.

    - ALLORA, COSA ASPETTI, SONO QUI, FACCIAMOLA FINITA. -
    La chiamata era chiaramente diretta a Jotaro, che, udite quelle parole, si alzò in piedi.

    << ...tI AsPeTtA. VaI. uCcIDilO. >>



    I sussurri di Indra echeggiavano nella testa del ronin.

    <<....uCcIDilO. lo VUoLe. >>



    Con il corpo dell'omone che copriva la visuale su Jotaro, Hohe poteva vedere il costruttore di porte dirigersi verso il ronin, sbraitando.

    <<....uCcIDilO. lo VUoLe. >>



    Il quale richiamò un ricevitore dalla manica, tenendolo con la mano sinistra.

    <<...tI Ho mOsTRatO iL sUO oPEraTo. E' oRA di RiSCuOTerE iL dEbiTo. >>

    Il lancio del ricevitore non ci sarebbe stato. Jotaro ripose l'arma dentro la manica del mantello, da dove era uscita, e si avvicinò all'uomo. Come se le sue parole, e quelle di chi comunicava dentro di lui, gli fossero scivolate addosso.

    Se hai tanta fretta di morire, vecchio, sarò felice di accontentarti. Prima però hai un debito da pagare, verso questi uomini e queste donne che ti hanno difeso, e poi verso di me. Con Yada e Riwa abbiamo trovato un modo per sintetizzare un'antitossina, possiamo tornare da sua sorella Surwa, quindi ci accompagnerai all'uscita, difendendo il ragazzo con la tua vita. Se arrivati alla grande porta, ne sarai ancora in possesso, potrai buttarla via o farci cioè che vuoi.

    Jotarò passò accanto ad un esterrefatto Gaho, che quasi era stato ignorato da colui che pensava volesse ucciderlo, per poi arrivare da Hohe.

    Il nostro piccolo eroe è davvero in gamba, lui e Yada hanno studiato gli appunti della sorella di lei, e nonostante la febbre, Riwa ha trovato il modo di generare un'antitossina dal suo sangue, dobbiamo condurre lui e la Lucciola da Surwa, il prima possibile. Questa novità è così fondamentale per la resistenza, che le altre Lucciole hanno acconsentito a usare una loro capacità proibita per farci strada. Appena sei pronto, partiremo. Gaho viene con noi. Se scappa, o se Riwa rimane ucciso, fallo fuori.

    Il rituale in questione consisteva nel sacrificio di uno dei presenti. Quando avessero voluto partire, una delle Lucciole, dopo aver abbracciato tutti, si sarebbe fatta trapassare il cuore dalla lama di uno dei confratelli. Finendo a terra in una pozza di sangue. Gli altri, con precisione chirurgica, e fredda incredibile, avrebbero poggiato le mani a terra, e in una delle case, in direzione Sud, si sarebbe formata una galleria, lunga qualche centinaio di metri. Al termine della quale, i ninja avrebbero potuto scorgere il vuoto buio della cavità, e la loro strada sarebbe diventata un ponte, che per volere delle Lucciole, si stava allungando verso la loro direzione finale.

    Le Lucciole sarebbero rimaste lì nella zona abitativa, altri piccoli nuclei di resistenza vivevano più in basso, e più a nord negli altri pilastri, ma non si sarebbero mossi, non ancora, il loro futuro stava nelle mani di una sorella e di un ragazzino febbrile.
    Quanto ai due ninja e Gaho, che accompagnavano questo prezioso carico, avevano un lungo ponte sospeso nel nulla, lungo centinaia di metri, forse km, quasi nel buio assoluto, e avrebbero dovuto percorrerlo in fretta, la Marea Infame era in agguato.


  8. .

    La verità sui custodi del Giglio


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    Quando il ragazzo della Sabbia si rivolse a Gaho, andandogli in volto, come per afferrarlo e sollevarlo da terra, sembrò che fosse il jonin il gigante, tra i due; ma l'uomo rise di pancia, come se avesse davanti un pischello che non si comportava a modo, ma comunque in modo bonario, non aggressivo, o prepotente, battendosi una mano sulla pancia e reggendo la pipa con l'altra.

    - AHAUHAUHAUHAH COME SE TU NE FOSSI IN GRADO, IMPIASTRO. - Quasi vennero le lacrime agli occhi all'uomo, per come si era sforzato nel lanciare la sfida al ragazzo, poco prima di schioccare le dita e far scomparire quella stessa grande porta con impresso un volto demoniaco, e il simbolo di Shulva, nel nulla, in una nuvola di fumo bianco. Dietro di essa, nè il monaco, nè Ryokko, sembravano più essere presenti. Come svaniti nel nulla, forse a combattere chissà dove. Nel giro di una manciata di secondi, erano semplicemente svaniti nel nulla.

    - Quel "monaco" è l'unica ragione per la quale questa città è ancora in piedi, e l'unico motivo per il quale siete ancora vivi. Quello era il generale in seconda delle forze dell'Ombra, non una quisquiglia, come quelle che avete affrontato venendo qui. - L'omone intervallava sputi di tabacco a terra e risate goliardiche, come un anziano veterano si rivolgerebbe a dei giovanotti di primo pelo appena arrivati sul fronte, era evidente come Gaho temesse l'individuo che i ninja avevano incontrato, ma aveva anche estrema fiducia nelle capacità di chi li aveva difesi.

    ..Gaho...perchè questo nome non mi è nuovo, eppure sono certo di non averti mai incontrato. Una strana affermazione uscì da Jotaro in quel momento. Come se il sensei di Hohe si fosse entraniato dalla situazione in cui si trovavano e avesse avuto una sorta di flashback, una sensazione riguardo quel tizio. L'omone fissò il Jaku, che ricambiò il suo sguardo. Hohe si sarebbe trovato in mezzo, come se nessuno dei due volesse cedere, e ci fosse qualcosa di non detto, di non spiegato, ma chiaro ad entrambi, fino a che, Jotaro non estrasse dal mantello uno dei bastoni neri che il ragazzo di Suna aveva visto poc'anzi. ...Hohe...fatti da parte... Un passo alla volta, e finì che Jotaro prese a caricare l'uomo che Hohe aveva davanti, come accecato dall'odio per qualche motivo che nemmeno lui era in grado di spiegare. A quel punto, Gaho capì chi aveva davanti, e invece di difendersi, sospirò e aprì le braccia. Se il jonin non lo avesse difeso, l'evocatore della porta si sarebbe lasciato trafiggere il cuore dall'arma di Jotaro senza spostarsi di un millimetro!
    Il jonin era più veloce e più scattante del suo maestro, avrebbe potuto facilmente arrestare la sua azione, o quantomeno deviare il colpo, ma lo avrebbe fatto? L'espressione contrita di disprezzo del ronin verso quell'uomo sembra estremamente reale.


    [Se Hohe non interrompe l'azione]

    Il ricevitore nero avrebbe trafitto il petto di Gaho, che sarebbe caduto quasi subito sulle ginocchia, rigozzando un boccone di sangue all'esterno, prima di sbrodolare qualche parola sussurrata e chiudere gli occhi, morendo lì in ginocchio, con le lucciole lì vicine che parlavano tra loro, esterrefatte per l'accaduto, ma neanche troppo, come se non fosse affar loro intervenire. - ...bhgrbrhb il giglio, non ha più..bllhehahhgh bisogno di guardiani.... - Jotaro avrebbe estratto il ricevitore dal cuore di Gaho, facendo resistenza puntando un piede sul petto del cadavere, per poi sputarvi sopra, dopo averlo rivoltato a terra con lo stesso piede.

    [Se Hohe impedisce l'omicidio di Gaho]

    - Ragazzo non intrometterti, il mio debito sarà comunque pagato prima o poi. Non potrai impedirgli in eterno di vendicarsi. -

    Ma Jotaro non avrebbe tentato una seconda volta di assassinare l'omone con la pipa. Al contrario, avrebbe riposto il ricevitore e avrebbe sputato a terra ai piedi del gigante, senza però cessare di incenerirlo con lo sguardo. Era chiaro che c'erano dei precedenti tra i due, ma a che titolo? Il ronin ignorò Hohe e Gaho e si diresse verso le lucciole rispondendo alla precedente domanda del suo allievo. Doveva, essere morto. A quanto pare Ryokko è vivo e vegeto. Avrebbe ignorato ulteriori azioni di Hohe, tenendosi a distanza. Al contrario l'omone si sarebbe avvicinato nuovamente a Hohe, parlando lui per primo questa volta, ma senza rivolgersi a voce troppo alta. - Non biasimarlo, penso che in realtà non ricordi chi sono, ma abbia avuto un'intuizione. Come ho detto, il mio nome è Gaho, vero fondatore di quelli che penso tu conosca come D10 di Cantha. A differenza di quello che lui pensa. - La rivelazione era sconcertante! Possibile che il reale fondatore del gruppo non fosse affatto Jotaro ma questo tizio appena conosciuto ? E il ronin perchè aveva sempre affermato il contrario? Stava mentendo o c'era altro dietro?

    [...]

    Sarebbe passata circa un'ora dal loro arrivo. Gaho aveva condotto Hohe in un piccolo bar abbandonato qualche decina di metri più a sud, evitando Jotaro, il quale aveva condotto Riwa presso le lucciole perchè venisse curato. Nell'ora appena passata, Gaho avrebbe risposto a tutte le domande di Hohe, dal momento che, come lui stesso aveva affermato prima di farsi seguire.... - Seguimi ragazzo. Riconoscerei un membro dei D a un miglio di distanza. Dobbiamo parlare di tante cose. - E così sarebbe stato.
    Durante la discussione, Hohenheim avrebbe potuto rivolgere ogni domanda gli fosse passata per la testa, mentre Gaho lo aggiornava su tante cose che il ragazzo avrebbe dovuto sapere, ma che lo stesso Jotaro ignorava.

    - Sono sicuro che il vecchio Koin dopo la mia dipartita abbia cresciuto Jotaro diversamente da come io avevo deciso, suppongo che lui non sappia nulla, o quasi, su questa città e sul reale scopo del gruppo. Quando lui nacque ero al servizio di Orochimaru, quindi puoi immaginare quanto tempo sia passato. Siamo stati incaricati di proteggere un particolare oggetto che il sannin e un suo collaboratore avevano creato, l'oggetto in questione.... - Disse Gaho, prima di voltarsi verso Jotaro, e fissarlo dall'altra parte della piazza.
    - ...Non doveva saperne nulla. Quindi durante la guerra a Cantha, i miei 9 più fidati alleati hanno combattuto contro di lui, e con lui hanno formato questo gruppo di spie ninja, con lo scopo di tenere d'occhio il mondo, quando il vero scopo, era di controllare e proteggere il decimo membro, che suo malgrado, pensava di essere il fondatore stesso del gruppo. - Gaho scosse la testa. - Io ero contrario, ero sicuro che questo modo di agire avrebbe causato gravi danni lungo la strada, e infatti eccoci qua. Il gruppo quasi del tutto demolito. Orochimaru aveva nascosto nel ragazzo un letale virus che nel tempo iniziò a uccidere i suoi guardiani. - A questo punto, Gaho sbattè il pugno sul tavolo davanti alla sedia su cui era seduto. Era stato ingannato dal sannin, il cui piano era liberarsi dei guardiani del suo prodotto e magari prenderne possesso.
    - Non ho mai saputo chi fosse il collaboratore di Orochimaru. Jotaro è un clone, ne ha creati tanti come lui, per usarli come guardie, ma il sannin stesso era alle dipendenze di qualcuno per questo progetto. Qualcuno che avrebbe potuto tradire ma che fu abile a restare nell'ombra, sfruttando i talenti della Serpe per i suoi scopi. Non ho mai scoperto niente, se non che questo individuo, aveva qualche legame con questa città maledetta, quindi raccolsi Ryokko, quasi del tutto reso inabile dal virus, e lo portai qua. Il più grande errore della mia vita. Scomparve dopo un'assalto di questi Shulviani infetti, e dopo un paio di mesi, riapparve come lo hai visto. Mi avrebbe tolto di mezzo se non fossi stato salvato da quel monaco che hai visto. -

    I D10 non erano altro quindi che 9 guardie, più colui che dovevano proteggere, senza che lui ne sapesse niente, ma cosa si celava dietro a questo bisogno di proteggere un eterno studente, che non aveva fatto altro che scelte sbagliate? Gaho fissò di nuovo Jotaro, che stavolta, dall'altra parte della piazza, guardò nella sua direzione, come se sapesse di essere osservato. - Lui...lui non è niente, è solo un contenitore, per anni mi sono chiesto perchè la Serpe ci avesse ordinato di proteggerlo, in realtà era quello che lui portava con sè senza saperlo, che il Serpente bramava per sè, ma qualunque cosa fosse, lo abbiamo sempre spinto a diventare il peggior essere vivente possibile, perchè potesse sopravvivere in ogni situazione. Lo abbiamo usato per anni, mentre era convinto di trovarsi in un gruppo di individui che si erano uniti a lui per rispetto e lealtà, mentre io davo istruzioni agli altri 9. Suppongo che tu abbia sentito parlare di Jugg, era un membro, anni fa, venne scacciato e additato come traditore, in realtà era mio alleato, e l'unico nel gruppo, che come me non era convinto di quello che stavamo facendo. Fu l'unico a ribellarsi al gruppo, e cercò di rivelare a Jotaro la verità, ma gli fu impedito e costretto all'esilio. -


    L'unica cosa che Gaho non si spiegava, era come fosse possibile che Jotaro si fosse rivoltato contro di lui poco prima, pur ignorando la sua identità. Quando questo pensiero si formò nella mente dell'omone, un brivido scosse la schiena di Jotaro, e qualcosa di oscuro dentro di lui sorrise, senza che il ronin si accorgesse di nulla.

  9. .

    Chiamata a raccolta di massa


    EMERGENZA A KIRI



    [L'ufficio di Sanjuro offre un serivizio di post-introduzione per altri Kiriani desiderosi]

    Quella mattina presto, i primi Kiriani che avessero iniziato a solcare le strade del villaggio assieme al sole che lentamente doveva ancora fare capolino, avrebbero notato un dettaglio insolito. Sanjuro era in piedi, il che sarebbe insolito di per sè, ma lo sciamano stava correndo avanti e indietro per il villaggio, che ancora insonnolito, non era scosso dal alcun rumore, se non quello del mare, e delle infradito del consigliere che sbattevano come le mani di un bambino che cerca di scuotersi via la sabbia dalle dita. Ignorando qualunque pescatore o fornaio avesse cercato di fermarlo, e ignorando i vasi di fiori che stava letteralmente demolendo percorrendo i vialetti delle piccole case attorno alla via maestra per fare prima, Sanjuro sarebbe arrivato davanti alla casa di Akira, riparata non troppo tempo prima dato che lo sciamano aveva fatto schiantare tutto l'impianto idraulico. Vuota.
    Riprese a correre, stavolta verso il quartiere Akuma. Quando lo videro in lontananza in fondo alla strada, i due piantoni nemmeno si preoccuparono di fermarlo, talmente abituati alle sua stranezze, e ripresero a parlare tra loro mentre la sagoma dello sciamano sfrecciava tra le loro testa per raggiungere la casa di Meika. Vuota.

    [Ore 9.00]

    A questo punto della mattinata, Sanjuro aveva controllato ogni punto del villaggio dove era vagamente sicuro di poter trovare Akira, e si era dato per vinto. Per trovare il suo amico ormai restavano solo 3 possibilità: utilizzare le sue capacità sciamaniche, ovvero il metodo più facile e veloce; utilizzare il rituale di teletrasporto trans-mistico che aveva usato per salvare il mondo durante la crisi dello spettro dei miracoli, ovvero il metodo meno facile, ma più immediato, oppure ordinare ad alcuni kiriani di prendere armi e bagagli e andare a cercare Akira per recapitare il suo messaggio, cercandolo a caso finchè non lo avessero trovato.

    Sanjuro guardò Gassan. Gassan annuì.

    Valletto! Esclamò, e un funzionario di Kiri, il poveretto che si era beccato gli zoccoli di capra in faccia nel giorno dell'investitura di Sanjuro, entrò nella stanza. - Sanjuro-sama, non sono un valletto, sono il messaggero assegnato al suo ufficio....- Disse il ragazzo spaventato; non voleva lamentarsi troppo, per una volta che lo sciamano stava eseguendo i suoi compiti da una stanza a caso in amministrazione e non nella sua tenda nella palude adibita ad ufficio. Per dovizia di particolari, la stanza in cui si trovava Sanjuro al momento era il magazzino dei blocchi di carta. Un loculo di 3 metri per 3, buio, pieno di roba e senza finestre.

    Ho un compito di estrema importanza per te. Una missione di altissimo livello dipende dalla tua solerzia. Vammi a chiamare Kitori, Youshi e Fudoh, che mi raggiungano nel mio ufficio. E il giovane, pieno di energia per aver ricevuto un compito ufficiale, non perse tempo.

    [Nel tendone nella palude]

    Quando il trio fosse arrivato nella maleodorante palude posta sì dentro le mura, ma all'estremità del villaggio, i loro nasi sarebbero stati saturati da un tanfo ignorante. Soprattutto se era la prima volta che vi mettevano piede.
    Il rovinato pontile li avrebbe condotti davanti ad un particolare tendone, dentro al quale avrebbero trovato un paio di tavolini, uno a sinistra, dove Sanjuro comunicava con i flussi mistici, e uno al centro, dove teoricamente svolgeva i suoi compiti. Quando lo sciamano li vide entrare, li accolse con un abbraccio, uno per uno furono avvolti dalle rigide braccia tutt'ossa dello sciamano che impugnava il suo bastone. Ovviamente quando venne il momento di Fudoh, il gabbiano semi-morto, Toki, che "riposava" più o meno in pace sulla testa di Sanjuro, si animò, arrivando quasi a contatto con la testa del ragazzo, urlando e sputacchiando come se fosse stato schiacciato da un sasso. Proprio quel ragazzo non gli piaceva; solo la separazione tra il consigliere e il suo allievo permisero all'animale di calmarsi e tornare a morire.

    Bene arrivati bene arrivati, non perdiamo tempo, ho un compito per voi, UNA MISSIONE DI GRADO S.

    Lo sciamano si frugò nel gonnellino e tirò fuori un rotolo. Non un rotolaccio fatto in casa da Sanjuro, ma proprio uno di quelli ufficiali, con tanto di legacci e sigilli per impedire la lettura del contenuto da occhi indiscreti. Quindi lo porse a Fudoh. Si schiarì la voce e cercò di rendere il momento più solenne e ufficiale possibile.

    Dovete consegnare questo rotolo ad Akira-san, che in questo momento pare non si trovi a Kiri. Il contenuto è segreto e solo Akira deve aprire il rotolo. Affrettatevi e fate attenzione, forze nemiche cercheranno di privarvi del rotolo, ma per l'onore del villaggio, dovete impedire che questo accada. Ora localizzerò Akira. Disse Sanjuro, poco prima di andare a urinare in una bacinella, probabilmente la stessa dove preparava il latte per la colazione.
    Condusse il pentolino sul tavolo del misticismo, e dopo averci buttato dentro strane polveri e quello che sembrava chiaramente un termodev, verso il liquido su di una mappa del mondo, che venne chiaramente imbrattata. Totalmente.

    Grazie alla pipì di Sanjuro perennemente presente nel sistema di Akira, del quale forse persino lui ignorava la presenza, fusione avvenuta durante lo spettro dei miracoli, lo sciamano era ora in grado di localizzare il suo amico, a meno di eventi particolari che ne impedivano il contatto.
    Lo sciamano quindi spiegò più o meno, con parole sue, la direzione ai ninja che stava inviando; ignorando completamente la posizione esatta del paese dove li stava mandando, o anche solo la sua esistenza. Praticamente li mandò alla cieca in un punto, sperando di trovare l'Hozuki, e la cosa fu chiarissima per tutti, persino per Gassan, ma non per Sanjuro.

    Buon viaggio, e che il Misticismo sia con voi sempre.




  10. .

    Votazioni a Oto


    [2]



    La lunga enciclica del misterioso non-Febh su ciò che Orochimaru rappresentava e come le nuove leve potevano rapportarsi ad esso, durò abbastanza da infiammare gli animi e portare ogni singolo individuo presente a dire la sua su chi dovesse essere nominato nuovo capo del villaggio. Sicuramente il pericoloso terrorista aveva avuto successo nel destare gli Otesi, che nella quasi totalità chiamarono al cielo il nome di Diogenes, sebbene alcuni non lo ritennero adatto. Persino i vari collaboratori del Mikawa si fecero sentire, dicendo la loro su come il colosso del sangue fosse il più adatto. Ma lo era ? Diogenes era davvero portato a tenere sulle sue spalle il peso di un villaggio, e delle vite di coloro che lo riempivano? Sicuramente Aloysius era un ninja forte, il più forte forse di tutto il continente per alcuni, un capo saggio, un leader nato, certamente, ma tutti quei tifosi lì nella piazza, capivano il significato della loro scelta?
    Senza prendersi troppo in giro, Diogenes era forse il più belligerante tra i ninja che Jotaro aveva mai incontrato, una volta Kage, sarebbe stata questione di tempo prima di fare a testa o croce su quale villaggio invadere per primo; e con i Canthiani sulla spiaggia, un leader focoso e ambizioso poteva non essere la risposta adatta.

    L'unica scelta quindi poteva ricadere su Febh, ma a quanto si diceva in giro, per molti era un idiota.


    CITAZIONE
    Beh, almeno uno tra tutti questi tizi ha un briciolo di cervello, no? Gli indizi portano tutti a quello, cavolo! E poi non capisco tutto questo attaccamento al palazzo, qui a Oto crollano due o tre volte al mese, dovrebbero essere abituati, no? Che poi...ma tu chi sei? Hai un'aria familiare e spari il mio nome come se ci conoscessimo...non è molto educato, sai? Intanto vedi di non far baccano, voglio vedere come va a finire...sto preparando un'entrata coi fiocchi! Aspettavo Gene però...voglio vedere la sua faccia stupita, secondo me da stupito è anche più brutto di quanto non sia normalmente!

    Si. Forse Gene era la scelta più adatta. Se voleva prendersi il continente almeno sarebbero stati uniti contro Shiro. Tuttora Jotaro non aveva ancora chiaro perchè il Mikawa temesse così lo Yakushi.
    L'ospite scostò appena il mantello in modo da far scorgere il suo volto, e rispose alla voce parlando normalmente, non per farsi sentire in piazza, tanto era sicuro che Febh lo avrebbe comunque sentito, in un modo o nell'altro.


    << E' vero che sono passati tanti anni, e che sono invecchiato decisamente male, ed è anche vero che l'ultima volta che ci siamo visti, stavi scalando un albero, ma ti pare il caso di scordarsi di chi ti ha insegnato a impastare il chakra, impiastro che non sei altro ? >> Da quei tempi, Febh era davvero, davvero sbocciato. Ora era decisamente lui il maestro. << Cerca di capirli, ai tempi di Rengoku, il villaggio e ciò che vi accadeva era sinonimo di leggenda. Molti di loro sono cresciuti con queste storie, quel palazzo e il solo nome della serpe, sono tutto ciò che per loro simboleggia Oto. >>

    Il vecchio sensei sorrise. << Devono forgiare la loro leggenda, il palazzo è solo un mucchio di mattoni fumanti. Ahahahahahhaha. Coraggioso comunque, dato che sicuramente sapevi che non era assicurato e che il Daymio di Oto potrebbe chiederti i danni. >>

    Oto mi dava rifugio ma non era la mia casa, esprimere un voto non era nei miei diritti.

  11. .

    The MOTHERLODE


    [10]



    Akira aveva chiaramente delle rimostranze, era normale, per un giovanotto in cui ardeva il fuoco di chi vuole cambiare il mondo, e pensa che un ruolo gli dia accesso a utte le porte della conoscenza. In ogni caso Jotaro non rispose all'ultima sua affermazione riguardo la presenza del ronin nel territorio del Gelo; semplicemente si limitò ad annuire, concordando con le parole del ragazzo. Quando al discorso della pioggia, Jotaro riflettè con attenzione prima di rispondere; Tensai-ji era sicuramente un cane pazzo, ma forse, nella guerra del futuro, poteva risultare una carta vincente a favore dei villaggi, e poteva essere saggio ragionare in questo senso.

    << Da quel poco che ho capito prima che la signorina mi congelasse, pare che stia cercando il favore della gentaglia che si accalca nel villaggio della Pioggia, anche se non ha detto a che titolo, o di chi siano le attenzioni che vuole ottenere. In ogni caso se dici che contemporaneamente a questo evento ce ne sono altri ad Ame e a Kusa, forse non è una coincidenza che così tante persone di spicco siano state invitate fuori casa proprio adesso. Forse dovremo esercitare più cautela del normale. >>

    Jotaro ignorava quello che si stava svolgendo altrove, era partito subito dopo la notizia del matrimonio al Gelo, prima che arrivassero comunicazioni degli altri due eventi. Non poteva affatto essere una coincidenza. L'unica cosa certa in quella situazione, era che Akira Hozuki si stava aggiudicando il premio come shinobi più logorroico che Jotaro avesse mai incontrato in quasi 50 anni di servizio. E di parecchi metri rispetto al secondo classificato.
    Terminata l'enciclica riguardo gli eventi accademici, iniziò quella sulla principessa e sulla situazione fisica del ronin; il quale, seppur con grande fatica, cercò di restare il più possibile gentile.
    << Sicuramente ci sono dei medium disposti in tutto il villaggio, e probabilmente dopo il mantenimento di una tecnica simile, l'utilizzatore si troverà al minimo delle forze, ma la principessa non è assolutamente da prendere sotto gamba, nemmeno con un'azione di sorpresa. >> Alzò quindi un sopracciglio, quando Akira rivelò di doversi trovare nella prigione, questo rendeva le cose ancora più traballanti, erano in due, anzi, uno e mezzo, ed entrambi erano malvisti dai loro avversari. Proprio una ciliegia sulla torta.

    << Ho avuto un grave incidente che mi ha proibito l'uso delle arti ninja, per questo vengo inviato solo come diplomatico, e la mia presenza non è inoltrata ai villaggi. Sono del tutto un civile. E dovrei mantenermi tale, ma quando ho notato il vecchio monarca, mi sono sentito in dovere di intervenire. >> Riguardo alla grande rapina invece, il giovane sembrava solo interessato ad un artefatto come rimborso spese per i disagi subiti. Effettivamente se era stato assoldato come guarda di un Daymio ed era stato sbattuto in prigione dalla principessa, la sua paga non avrebbe reso giustizia alle sue fatiche. Jotaro accettò con un cenno del capo. Non aveva ancora la minima idea di cosa si sarebbe trovato davanti in realtà.
    Akira condusse il suo nuovo alleato verso la stanza del tesoro, ovviamente descrivendo con dovizia di particolari come si era liberato delle guardie e del personale. Quindi con un clone, generò un palo per permetterci di operare. Nel curriculum di Jotaro, mancava ancora una rapina a un matrimonio.
    Finalmente il ragazzo Hozuki prese a parlare di qualcosa di interessante: sigilli! La sala del tesoro era stata progettata con dei meccanismi di allarme e di difesa. Secondo il ragazzo c'erano barriere di individuazione e sigilli particolari per impedire i furti. Niente di più emozionante.
    Ad una rapida occhiata, la stanza sembrava protetta da più di uno strato di sigilli, fortunatamente non sovrapposti tra loro. Questo avrebbe richiesto meno tempo per analizzarli singolarmente, ma più tempo per scovarli tutti. Jotaro si assicurò che Akira avesse ben chiaro il concetto. Serviva tempo, altrimenti avrebbe potuto farsi strada a spadate e finire in chissà qualche trappola.


    Studio del Sigillo
    Conoscenza: L'utilizzatore può comprendere il funzionamento di un sigillo osservandolo. Richiede un'osservazione di almeno 1 round.(Richiede Esperto di Fuuinjutsu)
    [Da genin in su]

    << Come hai già notato, l'introduzione di un qualsiasi costrutto non avrebbe alcun effetto. >> [...]

    Passarono alcuni minuti, quindi, dalla posizione da seduto cui si trovava, Jotaro decise di alzarsi e... << Da qui non posso capirci molto di più, devo entrare dentro. Sono piuttosto sicuro di aver intuito la firma di un ulteriore sigillo perimetrale, ma non vorrei metterti in pericolo, aspetta fuori dalla porta per favore. Qualunque cosa sia ha a che fare col chakra, lascia fare a me. >> Concluse il ronin prima di compiere alcuni passi dentro la sala, e sedersi al suo centro a gambe incrociate, proprio come era seduto poco prima. Rimase in silenzio, osservando con dovizia di attenzioni ogni angolo della stanza. Quindi si alzò, e andò a controllare i vari scomparti della grande cassaforte. Avevano tutti una chiusura a sigillo visibile da varie cifre. Sia aprirli, che forzarli con altri sigilli, avrebbe richiesto almeno una minima spesa di chakra. Ecco la fregatura. Jotaro tornò da Akira, uscendo dalla sala. Tutta l'analisi aveva richiesto almeno 40 minuti.

    << Le cose stanno così. Sono estremamente sicuro che la sala abbia un sigillo che scruta il chakra di chi vi entra, motivo per il quale penso di poter fare avanti e indietro senza troppi problemi. Questa è la buona notizia. I sigilli presenti nella sala non sono che roba accademica, niente che normalmente non potrei del tutto annichilire, ma non avendo più chakra, dovremo arrangiarci. >> Jotaro si fermò un momento, assumendo posizione riflessiva. << Posso disegnare un sigillo che ti permetta di passare senza essere notato, fino a che non usci alcun chakra, ed ecco il problema. La cassaforte. Non è un problema di per sè, posso facilmente superare i sigilli che tengono chiusi i singoli scompartimenti, ma il problema è che per aprire ciascuno di essi, dovrò fornirti un sigillo da imprimere, per il quale dovrai utilizzare una piccola quantità di chakra. Viene da sè che nel momento in cui aprirai uno scompartimento, la sala ti scoprirà. >>

    Il ronin prese a rovistare nel mantello alla ricerca di qualche foglietto di carta e del solito pennarello che usava per tracciare i sigilli. E prese a scribacchiare sui singoli cartellini. << Al massimo posso rallentare l'allarme, ma non disattivarlo del tutto. Da quando inizierai ad aprire il primo, partirà un conto alla rovescia che non posso in alcun modo modificare. Se farai quello che ti dirò, quando te lo dirò, potrai aprire 3 o 4 scompartimenti al massimo, poi dovrai filartela. Attendi un attimo. >>

    Jotaro tornò dentro la sala, armato del suo letale pennarello, e prese a scribacchiare kanji al centro esatto per mandare in vacca quella che sembrava essere la barriera di individuazione. Quindi si rivolse ad Akira. << Puoi entrare. Niente chakra mi raccomando. >> Quando il ragazzo lo avesse raggiunto, avrebbe passato ad Akira i foglietti con raffigurate le "chiavi" per i singoli scompartimenti. << Devi apporre un cartellino alla volta, aprire, svuotare e RICHIUDERE. Ci siamo capiti? Completa uno scompartimento, PRIMA di passare al secondo. E se per caso dopo il primo gli altri non dovessero funzionare, resta nella sala e descrivimi accuratamente un chiavistello in modo che possa scriverti una nuova chiave. C'è la possibilità che dopo aver aperto il primo, gli altri cambino calligrafia di kanji. Una cosa comune che non posso scoprire prima di aver provato ad aprire il primo. Io devo restare qui a controllare il fuuinjutsu dell'allarme, altrimenti siamo fregati. Se per qualunque ragione ti faccio un fischio, dobbiamo uscire subito! >>

    Per Jotaro la spiegazione era semplice come spiegare ad un bambino il flusso delle firme di chakra nei sigilli sovrapposti, Raizen ci aveva capito qualcosa al S.O.M.A. ed era riuscito ad aprire la porta sigillata, ma questo Akira ? Jotaro non aveva la minima idea di che tipo fosse, oltre a essere logorroico. Prima di lasciarlo fare, aggiunse:

    << Se recuperi in tempo ciò che cerchi, ti chiederei un piacere, ho disegnato un simbolo a terra, proprio davanti alla cassaforte. >>

    5eA9O52



    << Per essere sicuri che "qualcosa" esca da qui, accumula quanti più "rimborsi spese" che puoi sul simbolo, quindi usa semplicemente la tecnica del richiamo, scompariranno in una nuvoletta e si depositeranno al sicuro per un futuro "prelievo" . >>

    [Dopo la grande rapina]

    Era anche un esperto di attacchi kamikaze. Fantastico.

    << Non porto bombe con me mi dispiace. Sono un diplomatico. Se possibile però, ti chiederei domani, in caso di problemi, di affidarmi un tuo clone affinchè possa fargli usare del chakra, in caso di estremo pericolo. >> Disse Jotaro, come se non avesse preparato una trappola esplosiva alla sua stanza d'albergo.
    Alla fine, il ragazzo consigliò a Jotaro, che gli pareva un tipo sveglio, di tenere la testa bassa e andare a rimpiattarsi da qualche parte. Forse un giorno gli avrebbe rivelato di essere colui che aveva quasi ucciso il suo precedente Kage, se non fosse stato per Diogenes. Jotaro annuì salutando il ragazzo, e andò a cercare della colla per rimontare il blocco di ghiaccio e nascondercisi dentro. Impossibilitato a trovare una sufficiente quantità di colla, Jotaro sgattaiolò nuovamente nella stanza dove la principessa teneva in scacco il padre, per poter analizzare con più calma tutto ciò che quella sala aveva da offrire ad uno studioso di arti ninja.


    [Il giorno dopo]

    Facendo attenzione a non essere riconosciuto dalla principessa, Jotaro si intrufolò al matrimonio, dove nel giro di nemmeno troppo tempo, si scatenò il finimondo.
    Pioggia, fulmini, e la principessa che volava in giro come una libellula. Un parapiglia incredibile, contando anche il prodotto di Akira che si lanciava facendosi esplodere, tenendo fede a quanto il ragazzo aveva detto la sera prima sugli attacchi kamikaze. Fino a che, il giovane, se ne uscì con un vero e proprio richiamo vocale, cosa che fece saltare Jotaro giù dalla balconata dietro la quale si era nascosto, togliendosi il mantello, per lanciarsi addosso al principe e alla sua futura moglie, avviluppando nell'abito scuro la seconda. Cosa che fece, caricandosi letteralmente la ragazza insaccata su una spalla, e invitando il ragazzo a seguirlo.
    << Spero che abbiate ricevuto il mio messaggio ieri sera vostra altezza ! >> Riferendosi al pizzino nascosto, donato al principe a cena.
    Avrebbe invitato il ragazzo a mescolarsi assieme a lui alla folla che stava fuggendo, per disorientare i nemici.
    << Presto, toglietevi tutto ciò che possa farvi riconoscere, siete un bersaglio troppo evidente. ! >> Per quanto ne sapeva, non c'erano alleati in tutto il villaggio; le guardie potevano essere corrotte e le scorte del Daymio del vento erano..beh, Akira. L'unico posto sicuro era lontano da quel villaggio. Per ora la cosa più importante era far perdere le proprie tracce. Per questo, se il principe non si fosse dato una mossa, Jotaro avrebbe letteralmente "preso in prestito " il suo abito di nozze e lo avrebbe frombolato addosso ad uno degli invitati a caso, di corporatura simile al principe, che si stava dando alla fuga.

    Durante l'allontanamento, se chiaramente fosse riuscito, Jotaro avrebbe chiesto: << Altezza, avete ancora il rotolo che vi ho donato quando sono arrivato? Sarebbe davvero utile in questo momento! >>

    Akira era rimasto solo contro tutti i nemici, era davvero così forte come sembrava?

  12. .

    Parole nel ghiaccio


    [9]



    L'uomo era diverso dal normale, sembrava più interessato ad avere una vera conversazione che a uccidere un nemico o accumulare potere; era molto molto simile a Jotaro, sotto molti aspetti. Le domande e le frasi del ronin trovarono terreno fertile per delle riflessioni che portarono Jotaro a vedere il suo ospite come una figura molto affine a se stessa; non solo nei modi, ma anche nei concetti e in come venivano espressi. Dapprima lo strano avversario ebbe da dire riguardo la condizione del Jaku, vedendola come qualcosa di particolare ma anche fastidioso, nonostante secondo lui, questa condizione era stata proprio ciò che aveva messo nel sacco il ronin; il quale invece, scegliendo di rischiare, in quel frangente, era ben conscio di ciò che gli sarebbe accaduto in caso avesse sottovalutato il nemico. Quindi rivelò in maniera chiara la presenza di un avversario al pari di Shiro, se non superiore, presente ad Ame, o dintorni. Un individuo conosciuto come il Dio della Pioggia, di cui Jotaro non aveva mai sentito nulla, quindi o questo nemico era davvero abile nel mantenere segrete le sue mosse, oppure si serviva di vari pseudonimi. In ogni caso, il piano di questo uomo del gelo, era di inviare la principessa come una sorta di spia, in modo che lei controllasse lui, e lui tenesse a bada lei; una scommessa molto rischiosa...

    << Se sei disposto a correre il rischio di lasciarla usare da questo nemico, devi avere grande rispetto per il pericolo che rappresenta... >>

    In quel momento Jotaro prese molto sul serio la figura che aveva davanti, se davvero aveva offerto la sua allieva per gestire in qualche modo questa situazione o l'individuo che la stava generando. Avrebbe prestato la testa ad un leggero inchino verso il suo carceriere, se il ghiaccio glielo avesse permesso. A quel punto, Jotaro iniziò a percepire una nuova intromissione mentale, cosa che gli generava un discreto, discreto fastidio, molto più che morire, ma stavolta sarebbe stato diverso, l'individuo gli stava passando dei dettagli, cose che il ronin, nonostante avesse messo in piedi reti di spie per anni, non aveva mai sentito nemmeno lontanamente; complice anche la sua assenza dal mondo per diversi anni. Un buon 95% di quelle informazioni gli erano del tutto ignote, e con esse a completare il suo punto di vista, gli fu chiaro che la situazione era ben peggiore nel continente, rispetto a quello che immaginava. Avrebbe dovuto mettere in moto i propri piani molto più in fretta del previsto. Quindi, pochi istanti dopo, l'uomo gli rivelò quanto il ronin fosse al sicuro in quel momento, cosa che fece capire completamente a Jotaro quanto il matrimonio previsto di lì a poco, sarebbe stata una festa del tiro a piccione, ma con quello che gli passava per la testa al momento, grazie alle rivelazioni dell'uomo del Gelo, il matrimonio era passato abbastanza in secondo piano. Concluse chiedendo se Jotaro avesse qualcosa da dire.

    << Nessuna domanda. Spero di poter discutere nuovamente con te, senza del ghiaccio a separarci. >>

    Forse solo con Diogene, prima di quel momento, Jotaro aveva conosciuto un individuo così affine al suo pensiero. Lasciarsi scappare un potenziale alleato come lui, sarebbe stato motivo di grave pentimento per il ronin. Un uomo con quei pensieri, andava coltivato, per potersi assicurare un futuro. Quindi, l'uomo salutò e semplicemente lasciò la sala, lasciando Jotaro da solo nel ghiaccio in compagnia unicamente del cadavere del vecchio. Per conservare le energie, il ronin si lasciò andare e perse i sensi. Solo dall'esterno poteva giungere un evento in grado di toglierlo da quella situazione.

    [...]

    Jotaro non seppe quanto tempo era passato da quando si trovava dentro al ghiaccio. Aveva perso i sensi più volte, e sinceramente aveva perso pure il conto di che ora fosse, sia a causa dell'illusione, sia a causa dello stress della situazione in cui si era trovato. Morire era un conto, resta bloccato nel ghiaccio senza vedere via d'uscita, era decisamente un altro. Fino a che, ad un certo punto, una sagoma simile a quella di un ragazzo apparve davanti al ghiaccio, e prese a bussarvi contro, sparando parole a caso che il ronin potè unicamente provare a indovinare, a causa dell'effetto ovattato generato dal ghiaccio stesso. Forse un valletto, forse un altro che come lui aveva scelto di aprire la porta sbagliata, Jotaro voleva solo avere le forse per mandarlo a quel paese, quando il tipetto, con una qualche tecnica di trasformazione, rivelò la presenza di due grosse spade. La giornata stava prendendo una piega assurda dopo l'altra.
    Vide il giovane assumere una strana posa, poi colpire il ghiaccio con una potenza tale da far tremare la stanza nella sua interessa. A quel punto, una crepa divenne due, due divennero quattro. Pochi secondi dopo, il blocco esplose come una bomba, sputando Jotaro dall'altra parte della sala.
    Non solo lo aveva liberato, il ragazzo lo stava anche aiutando ad alzarsi. I segni del tempo non erano stati gentili sul ronin, che ora veniva scambiato addirittura per un coetaneo del sovrano del gelo, e aiutato a mettersi in piedi. Quello che fu molto più curioso invece, era che il giovane, presentatosi come Akira Hozuki, sapeva benissimo con chi stava parlando, generando molta, molta sorpresa in Jotaro, come se la giornata non gliene avesse donata già a sufficienza.


    << E' corretto, sono io. >> Rispose subito il ninja, inchinandosi leggermente. Quindi assumendo il ghigno da sceriffo che a quanto pare era in dotazione col vocabolario forbito, Akira prese a tempestare il ronin di domande, il quale, con gentilezza, rispose. << Perchè l'accademia non informa alcun villaggio dell'intenzione di inviare dei suoi diretti dipendenti, sotto forma di diplomatici, se sospetta ci siano infiltrazioni in un evento molto importante. Specialmente se all'evento ci sono individui del calibro di un Daymio. >> Non era sarcastico nè ostile, era in realtà grato al ragazzo, e se il tipo era potente anche solo la metà di quello che sembrava, istruirlo era suo preciso dovere, per i tempi che sarebbero arrivati in un non troppo lontano futuro. A questo punto, il giovane passò dalle domande alla rivelazione delle sue supposizioni.
    Jotaro rispose nuovamente.

    << Ammetto di aver sottovalutato la principessa, la quale non è stata troppo contenta di ricevermi all'improvviso. Penso lo fosse ancora meno quando ho scoperto che la malattia del padre... >> Indicò il vecchio defunto <<...era opera di un suo fuuinjutsu, che una volta rimosso, purtroppo o per fortuna, ha causato la cessazione della vita nell'uomo. >> Jotaro quindi, scelse di omettere del tutto il suo incontro con il misterioso individuo, adducendo che le informazioni ricevute, fossero arrivare del tutto dalla principessa. << Akira-san. Prima di rispondere a questa domanda, vorrei chiedere se sei avvezzo con il mondo della criminalità relativa al villaggio della pioggia, altrimenti le mie parole sarebbero per te utili come una brezza su un salice. >> Come a dire " sai di cosa sto per parlarti...o sarebbe come parlare al vento, quindi ti faccio un riassuntino stile disegno stilizzato? In caso di risposta positiva, il ronin avrebbe concluso: << La principessa è purtroppo molto meno legata alla sua terra natia rispetto a quanto lo sia alla Pioggia, e stando a quanto lei stessa afferma, il fratello non è in grado di gestire un villaggio. Temo quindi che non sia il matrimonio a rischio, ma la vita stessa del principe ! >>

    Poco dopo, il ragazzo se ne uscì rivelando di essere la guardia del corpo del Daymio del Vento e di sua figlia. Un compito riservato solo a combattenti più che elitari. Questo spiegava come avesse potuto abbattere il blocco di ghiaccio come fosse una gelatina. Ovviamente a fine discussione, il ragazzo chiese al ronin...da che parte...stesse ?

    << La principessa è molto più pericolosa di quanto immagini, considerato che tutto il villaggio si trova sotto un'illusione generata da lei stessa che altera il senso dello spazio e del tempo. Io vorrei che tra due giorni il sole sorgesse sul villaggio del Gelo come fa da tanti anni, se mi passi la metafora, e temo che domani, ci saranno problemi. Non sono più un ninja in servizio attivo da molto tempo, posso aiutarti a scovare delle trappole e spiegarti come disattivare dei sigilli, ma non ho più alcun chakra, quindi dovrai fare tutto tu; ma dal momento che sono in debito, ti seguirò e aiuterò al meglio delle mie possibilità, fino alla risoluzione della missione. >>

    Quindi il ragazzo tirò fuori una chiave di chissà quale luogo particolare del palazzo del Gelo, offrendogli...di derubare i padroni di casa? Jotaro non stava più seguendo il ragazzo. Era una guardia di un Daimyo e voleva ripulire i Kondo? Beh. La rete di spie in qualche modo andava rifinanziata, e i ryo non crescevano sugli alberi.

    << Come ho detto, fai strada. >>



  13. .

    Risoluzioni e Contratti


    [9]




    Sanjuro-sama, chiedo scusa, ma la storia di dover morire io e di lui che perdeva il ruolo, la storia del riportare l'equilibrio nella Valle, conclusa? Niente attacchi del demone pennuto? E siamo sicuri che non ho appreso l'energia naturale? Non finisco per diventare un Tarta-Fudoh?

    Sanjuro, che stava girando in cerchio sul proprio bastone, si fermò di colpo, si voltò verso Fudoh con l'H e disse:

    CZuD6q6



    Ho preso un abbaglio.

    Pochi istanti dopo, e una grossissima nuvola di fumo bianco avrebbe avvolto tutti i presenti, per qualche secondo, per poi disperdersi in un gelido vento invernale, rivelando la famiglia delle grandi tartarughe al completo. In testa al gruppo, il mastodontico capo delle tartarughe che annuiva soddisfatto alla vista del traditore appeso alla colonna di ghiaccio. Senza pensarci troppo, il tartarugone tirò fuori la lingua, avvolse il malcapitato e lo ingoiò in un solo boccone, trascinandolo via dal ghiaccio come fosse una caramella morbida. Nel gruppo, Sanjuro sperava di scorgere Munkeke, al quale voleva chiedere un vasetto di miele e soprattutto, avere qualche indizio sciamanico su dove poter trovare la propria ciabatta, smarrita ormai da mesi, durante la missione con Akira.
    Niente sciamano di Azumaido, però.

    Il capo del gruppo si stava avvicinando ai due, chiedendo notizie riguardo il destino di Fudoh, e come sarebbe finita con il nuovo discepolo, ma Sanjuro aveva già girato le spalle e si stava recando verso la valle, facendo un cenno con la mano sopra la testa, come per salutare. A quel punto il tartarugone, capendo la situazione, sussurrò << Oh, deve aver preso un abbaglio. >> E niente, la discussione finì lì, nel nulla, come se tutti a Kiri e dintorni fossero abituati a Sanjuro e alle sue stranezze. Tutti tranne Fudoh, ma anche lui presto, avrebbe iniziato a comprendere lo strano consigliere. Quanto a Fudoh...
    Il grande guerriero tartaruga si avvicinò al ragazzo, e dopo aver inspirato profondamente, rilasciò il fumo della pipa attorno al ragazzo, che assunse la forme di un tornado che avvolse il kiriano completamente, prima di disperdersi. Quindi, grattandosi il mento, il tartarugone si sedette nuovamente, stavolta davanti al ragazzo, causando un mezzo terremoto.

    << Beh, destino o no, hai reso un grande servizio a questo clan, Fudoh con l'H della stella del Nord. E hai un grande potere a cui sei legato, e di cui scoprirai la natura col tempo. >>

    Il tartarugo parlava molto lentamente, come se assieme alle parole, stesse studiando il ragazzo nel profondo. Continuò:

    << Fino ad allora, i tuoi servigi a questa valle saranno ripagati con i nostri, dovesse la tua strada incontrare degli imprevisti che necessitassero il nostro aiuto. >> Quindi, poggiando una mano sul ventre, fece risalire qualcosa fino alla bocca, qualcosa di grosso, che fece rigonfiare l'epiglottide, fino ad essere letteralmente sputato ai piedi di Fudoh. Un grosso rotolo.

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    La tartaruga aprì il rotolo per un buon mezzo metro, rivelando delle colonne con ideogrammi e simboli, assieme alle stampe delle falangi di chissà chi. Il tartarugone parlò nuovamente.

    << APPONI LA TUA FIRMA FUDOH CON L'H, E SAREMO AL TUO SERVIZIO. >>

    Fine ?


  14. .

    Rinnovo a Oto


    [1]



    Mi trovavo nella Villa, aspettando il ritorno del Gigante, partito per chissà quale compito tempo addietro. Con Eiatsu che non usciva mai dal sottosuolo, complice anche il probabile risentimento verso di me, e Fyodor che girava per la casa come un cane da guardia che non mi lasciava mai solo, complice il mio stato "latente" di Nukenin, unica cosa che gli impediva di saltarmi alla gola, era quasi impossibile combinare qualcosa per passare il tempo. Inoltre dopo l'ultimo attacco, era quasi impossibile girare per la città, troppa gente in giro per la ricostruzione, o a festeggiare di essere ancora vivi. A Kiri verosimilmente non avrei rimesso piede, a Suna odiavo il clima, e a Konoha...lasciamo perdere. Non volevo trovarmi faccia a faccia con Raizen per un bel pezzo.
    Quindi non restava che poltrire nella Villa fino a che Diogenes non fosse tornato, sperando di non dover attendere troppo. Tra una lettura e un sussurro di Indra, un tremore fortissimo scosse la tranquillità e la monotonia. In quel momento il cannibale si tolse di torno, avrebbe approfittato per sgattaiolare fuori e controllare cosa fosse successo.



    Una figura longilinea con drappi scuri mossi dal vento, scrutava il Suono dalla casa del Sangue, scoprendo che il palazzo del vecchio cobra non era diventato altro che cenere. Il primo pensiero che passò in testa al ronin fu prevedibilmente...Shiro.
    I Canthiani avevano fatto la loro mossa, portandosi anche nella casa di Oto, come Kiri e Konoha prima di allora, approfittando del recente attacco ai danni del suono. Nonostante non avesse ancora il controllo sulla porta di Indra, e quindi fosse senza chakra, non poteva tirarsi indietro. Poteva essere l'unico in grado di arrestare o almeno rallentare quel nemico, quindi partì per il palazzo del Serpente, o almeno quello che ne restava.
    Quando Jotaro arrivò sul posto, erano ormai praticamente tutti sul posto, tranne Diogenes. C'erano anche individui che il ronin non conosceva, e in questo gruppo, inizialmente annoverò anche la figura che poi, chiaramente, si rivelò essere lo Yakushi.
    Eppure l'individuo era molto, molto diverso da quello che un tempo era stato il suo allievo. Ignorando per un momento lo stato in cui verteva l'ex palazzo del suono, Jotaro si rese conto di essere giunto mentre Eiatsu stava terminando la sua arringa, chiedendosi come il becchino fosse arrivato prima di lui. Magari Eiatsu nemmeno si trovava alla villa, ma essendo lui sempre nel sottosuolo, era impossibile localizzarne i movimenti.
    Il ronin fuoriuscì dall'ombra come un corvo, andando a sistemarsi seduto su un muretto distante solo qualche metro da Eiatsu stesso. Almeno, nessun Canthiano era presente. Jotaro osservò il palazzo distrutto con uno sguardo, poi attese di capire.
    Lui non conosceva la verità riguardo lo Yakushi, non aveva mai parlato di lui con Gene, ma da quel poco che il colosso diceva, Jotaro aveva capito che il Mikawa temeva Febh come pochi altri. Per qualche strana ragione.

    Che cosa fai Febh ?


  15. .
    ff13 è una merda
1042 replies since 24/9/2014
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