Votes taken by Yato Senju

  1. .

    Il Lago degli Imbattuti


    II

    [A Oto]
    Alla reazione passivo-aggressiva di Kato il suo consanguineo si accigliò, senza apparire particolarmente intimorito dalla sua strana e sinistra risata. Senti stronzetto, non sono qui per giocare. Ho già avuto la mia dose di stramboidi qui a Oto e non conto quanti sono diventati così dopo che ci ho avuto a che fare, ma non pensare che due risatine e quattro discorsi da squilibrato cambino qualcosa. Liquidò la faccenda senza dare troppo peso alla minaccia e proseguì. Non abbiamo avuto tempo per indagare nè farci delle opinioni, ma non sarà difficile avere la lista dei mercanti e forse anche delle immagini. Buona pensata, non sei chunin per niente. Quanto al Maestro si limitò a guardarlo con aria sprezzante, come se un'evocazione fosse troppo inferiore per lui.

    [A Kiri]
    Controllare la balestra sembrava molto importante per Mugen, ma non tanto da distogliere la sua attenzione da ciò che Etsuko aveva da dire o da chiedere. Seinji Akuma, esatto. E...no, non posso dire di averlo conosciuto di persona. Nondimeno lo conosco molto bene, Etsuko-kun, forse meglio di chiunque altro. Ma lo stesso può dirsi per molti Akuma che ho conosciuto negli anni. Spiegò, in realtà ingarbugliando le cose. Capisco che portare una maschera può essere snervante per un compagno di squadra e ancor più per un consanguineo, ma ti assicuro che non sto cercando di prenderti in giro o di metterti alla prova. Ti chiedo solo di avere fiducia in me, il mio volto è del tutto irrilevante, per questo indosso la maschera. La dipartita del gabbiano non lo turbò in modo significativo, si limitò a guardarlo e a spostare una piuma che era caduta sulla su arma, come se la morte dell'animale non lo toccasse in alcun modo, senza che fosse nemmeno sorpreso.

    [A Konoha]
    Quando mi chiese per conto di chi fosse la missione ebbi un istante di incertezza: possibile che sapesse delle mie piccole scappatelle ad Ame? No, era assolutamente impossibile ma ci fu un'impercettibile ritardo nella mia risposta: dovevo ancora migliorare. Ovviamente è una missione Accademica. Non sono certo un Hayate o un Kurotenpi o un membro di chissà quali organizzazioni segrete. Parve confortato dalla mia risposta, dichiarandosi pronto a partire. Domani mattina alle otto. Risposi, mantenendo un tono spigliato. E' la mia prima missione da chunin, vedi di farmi fare bella figura. Volevo essere fastidioso e un pelo antipatico, volutamente. Portando Shin all'estremo della sopportazione avrei compreso se poteva essere una pedina utile o meno.

    [Briefing]
    La presenza di un amico di Shin nonchè suo compagno di missione in molte occasioni era un elemento che non mi aspettavo e che avrebbe potuto rompermi le uova nel paniere, ma se non altro la situazione al momento era adatta a una divisione dei compiti per cominciare l'investigazione. Entrambi i ninja di Oto erano degli Yotsuki ed evidentemente tra i due non correva buon sangue pur appartenendo allo stesso clan. Non sapevo se la cosa potesse tornarmi utile o meno, ma vedere il caposquadra che rivolgeva un'occhiata tetra a quel Kato, accogliendo la provocazione ma senza rispondervi, era certo indicativo che con quella missione difficilmente saremo andati tutti d'amore e d'accordo. In ogni caso Zoruto-san accettò le proposte per la divisione. L'appuntamento (Zoruto lo impose, non accettando il suggerimento di Etsuko) era dopo due ore, così da investigare prima del coprifuoco, osservarne la prima ora e poi riunirci in quello stesso punto, sempre che tutto andasse bene. Ci rivedremo più tardi allora. Conclusi, prima di incamminarmi con Shin.


    I Mercanti in Città
    La cittadina non era molto grande ma c'era una discreta attività nelle strade, complice la posizione che la rendeva un utile punto di passaggio tra Konoha e i paesi più a settentrione, anche perchè molto vicina alla misteriosa nuova strada che era stata aperta tra i boschi alcuni anni prima e che collegava Oto alla Foglia. Almeno cinque grossi mercanti del luogo avevano un giro d'affari discreto e più che sufficiente per attirare l'interesse degli Yotsuki e della loro "società di protezione", per voler seguire un eufemismo. Il primo della lista fu un mercante di stoffe con un negozio di medie dimensioni che, secondo le informazioni di Zoruto-san, aveva buoni guadagni commerciando con alcune industrie tessili del Paese del The. Bastò il nome del clan per far impallidire l'impiegato nel negozio che fungeva da vendita diretta in città (c'erano poi dei magazzini nella campagna) e convocare il titolare, tale Rokuro Minamino

    . Fatti accomodare i due ninja in una saletta privata per evitare occhi indiscreti, l'uomo pareva più incuriosito dalla loro presenza che non intimorito, fatta salva l'ovvia circospezione nell'avere a che fare con loro. I miei omaggi...posso chiedere il motivo della visita? Non mi pare ci siano stati ritardi nei pagamenti e la nostra collaborazione finora è sempre stata più che soddisfacente... In effetti in caso di criminali o simili gli Yotsuki avevano sempre difeso quell'esercizio commerciale, così come gli altri da cui esigevano il pizzo, perlomeno fintanto che la cosa non era di troppo disturbo.

    Certamente menzionare l'identità di Zoruto come fratello del capoclan Yotsuki aumentò la sua tensione ma dalla sua espressione era evidente quanto poco le parole di Kato stessero andando a segno: nello specifico non sembrava avere alcuna idea di quali fossero le difficoltà. Temo di non capire. Esiste un coprifuoco imposto dal capovillaggio, e siamo tutti ben lieti di seguirlo, per il bene collettivo. Tutto qui. Ma non disse nulla su quale fosse il motivo per cui era stato imposto il coprifuoco, limitandosi a guardare con un'espressione che diceva chiaramente "non è forse ovvio?" a quella domanda specifica. Nessuna opposizione se il Maestro avesse posato la mano attuando il suo jutsu di indagine...e proprio a quel punto sarebbe accaduto qualcosa di molto bizzarro. Il corvo in forma umanoide avrebbe annuito, voltandosi verso Kato. Ho le informazioni necessarie. Il problema è che poi sarebbe rimasto zitto, e anche se interrogato non avrebbe detto nulla. Esiste...un coprifuoco per il bene collettivo. Disse dopo una lenta e lunga pausa, con esitazione, come se quello fosse il massimo che riusciva a dire. Zoruto si accigliò. Il tuo pennuto è inutile almeno quanto tuo padre, Kato. Ma qui sta succedendo qualcosa. Lo provocò gratuitamente, forse appositamente, quindi si sarebbe alzato. Andiamo. La stessa scena si sarebbe ripetuta negli altri "contatti" del clan Yotsuki, mentre il Maestro appariva interdetto e irritato. era evidente che lui SAPEVA cosa stava succedendo, così come il mercante, ma non era materialmente in grado di comunicarlo ad anima viva, nemmeno in forma scritta, o mimata.

    Sponde del Lago
    Il lago? Beh, se i rumori vengono da qualcosa che sta nel lago può aver senso dare un'occhiata. Inoltre avevo abbastanza competenze in Suiton e Mokuton da poter utilizzare l'ambiente a mio vantaggio se ci fossero stati problemi. Il villaggio ha un piccolo molo per le imbarcazioni private, e da quanto capisco un'altro sta all'estremità nord, dove invece hanno le barche e le rimesse i pescatori. Andrei a quest'ultimo. Non ci mettemmo molto e la strada non riservò sorprese di rilievo. Dopo circa mezz'ora eravamo al porticciolo dei pescatori, nella zona settentrionale del lago, con diversi abitanti che stavano sistemando frettolosamente barche e reti, probabilmente per il coprifuoco imminente. Alcuni moli senza alcun segno particolare si gettavano sulle acque verdastre del lago, con un discreto numero di barche perlopiù coperte e con i segni dell'uso. Inutile chiedere ai pescatori notizie sul coprifuoco o altro: andavano tutti di fretta e non ci dedicarono più che un brusco "Ho fretta" e "Appunto, c'è il coprifuoco e devo sbrigarmi". Uhmm...e se ne rapissimo uno per poi interrogarlo? Sei capace di farlo senza dare nell'occhio? Dissi, quasi per sfida, prima che mi cadesse l'occhio su un tizio un pò particolare che stava scendendo da una barca appena attraccata, non distante da noi. Sicuramente anche Shin lo aveva notato [Immagine]

    .

    Ultimamente ho compiuto diverse missioni per mare, ho un certo occhio per le barche...quella da cui è sceso quel tizio non può avere più di qualche settimana, è nuovissima. E anche lui pare più un samurai che un pescatore, con quella spada dietro la schiena. Dissi. Forse vale la pena chiedere a lui, spicca sulla folla. L'uomo stava sistemando le cime per ancorare la sua barca al molo (un banale monoposto a motore) quando ci avvicinammo. Non ho interesse nel parlare con altri Ninja. Disse quando ancora eravamo a parecchi passi di distanza, facendomi accigliare: come se ne era accorto? Avevo cautamente nascosto il coprifronte. Mi chiamo Akechi Mitsuhide, sono un samurai in disgrazia che si è ritirato qui dopo la dipartita del mio signore nel Paese del Ferro. Non mi immischio nella guerra di questi luogo e in chi vi partecipa. Lasciatemi in pace. Ci interessa solo sapere se c'è qualcosa di strano nella zona, con questo coprifuoco e tutto il resto. Quello sollevò lo sguardo, fissandoci per qualche istante. Il coprifuoco è una scelta dei governatori locali. Se volete saperlo chiedete a loro. Conclusa la sua opera si incamminò lungo il molo per allontanarsi, forse diretto alla sua abitazione. Mi voltai verso Shin. Che facciamo? Aspettiamo il coprifuoco e vediamo cosa succede...o hai qualche altra idea?

    La Villa dei Naminaka
    Intrapreso il sentiero verso l'antica magione, con la balestra appesa dietro la schiena e l'abito in stile occidentale, Mugen sembrava molto sereno mentre osservava il lago alla sua sinistra, man mano che si avvicinavano. Come ti ho detto il motivo per cui porto una maschera è irrilevante, ma posso assicurarti che la indosso sempre quando sono all'opera, non è qualcosa di specifico per te, Etsuko-kun. Quanto alla villa...era il luogo in cui gli Akuma svolgevano le fasi finali del loro addestramento, cercando di creare illusioni di qualità ancora superiore fino a poter quasi interagire con la realtà stessa. I Capoclan hanno sempre superato le prove legate al loro ruolo in questo luogo. Inoltre è anche il posto in cui recarsi quando si cerca di trovare equilibrio quando, come a volte succede, il nostro potere sfugge al controllo. E' un luogo che molti Akuma ricordano per sempre, e alcuni scelgono anche di trascorrere qui gli ultimi giorni della loro vita, ed essere quindi seppelliti. Ne parlava come se lo conoscesse molto bene, quasi fosse una guida turistica o un curatore della villa. La villa è circondata da un giardino ampio e per raggiungere l'ingresso si deve attraversare un piccolo bosco che temo non sia stato curato granchè di recente. E' alta due piani più un piccolo seminterrato e sulla sinistra, guardando verso l'ingresso, c'è un cimitero monumentale del nostro clan, ovviamente con nomi falsi ma gli occhi Akuma possono vedere il VERO nome inciso su ogni lapide. Potresti trovarla un pò decadente, Etsuko-kun, ma ricorda che è un posto da chiamare casa, in un certo senso.

    Dopo una breve camminata raggiunsero un cancello dall'aria sinistra oltre il quale il sentiero si perdeva in mezzo ad alberi tetri e cespugli dai rami simili ad artigli adunchi. Bastò una spinta per aprire il passaggio, accompagnata da un cigolìo tremendo e dal battito d'ali di diversi corvi svegliati dal suono improvviso. Come ho detto, ultimamente è stata curata poco. Muoversi nella foresta lungo il sentiero non sarebbe stato agevole ma sicuramente l'ambiente buio nonostante l'ora e i rumori sinistri non aiutavano...inoltre il Magan non riusciva a scorgere la forza vitale al suo interno, di nessuno. Gli alberi sono stati trattati per emettere costantemente particelle che offuscano la nostra arte. Era parte dell'addestramento, Etsuko-kun. Spiegò Mugen se il Kiriano gli avesse fatto notare la cosa, salvo poi fermarsi più o meno a metà strada, guardandosi intorno. Immediatamente dopo avrebbe afferrato il manico della balestra con una mano, voltandosi e puntandola verso Etsuko e scoccando [Azione]Forza Viola +3 tacche - Potenza 25 + Sanguinamento (DnT Medio).!

    In realtà il bersaglio in era il giovane Akuma, ma il dardo sarebbe volato a un millimetro dalla sua guancia sinistra, a meno di movimenti bruschi, colpendo un serpente che si era calato, silenziosissimo, da un ramo fin quasi a insidiare il suo collo [Abilità]Furtività 12+ Movimento Silenzioso.
    Non ha distanza minima di percezione.
    . La cosa strana però sarebbe stata la dissoluzione del corpo in fine nebbia, come se non fosse mai stato là. Come ho detto, a volte il Magan va fuori controllo. Nel bosco ci sono Creazioni Demoniache diventate indipendenti, perlopiù animali feroci o velenosi. Presta maggiore attenzione, Etsuko-kun. In quel momento una risata strana e orribile sarebbe arrivata da parecchio più avanti, dalla villa oltre il bosco.

    HiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiA!!!
    HiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiA!!!
    HiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiAHiA!!!

    Mugen rimase in silenzio, guardando in quella direzione. Questa mi è nuova. E non mi piace per nulla. Forse son questi i rumori di cui parlava il briefing? Cosa facciamo, Etsuko-kun? Proseguiamo diretti o vuoi fare qualche altra manovra? La villa era poco più avanti e anche una volta usciti dal bosco non avrebbero notato nulla dall'esterno se non i muri rovinati, una fontana asciutta e crepata sul piazzale anteriormente al maestoso ingresso in stile occidentale, con tanto di duplice scalinata. L'orrida risata non si ripetè e il Magan non funzionava...da dove conveniva entrare? C'è la porta principale che porta all'atrio e poi una porta sul retro verso le cucine, o anche una botola vicino al cimitero che porta al seminterrato che veniva usata sia come sala di addestramento che come cantina. Spiegò Mugen, stava a Etsuko decidere se dividersi o andare da soli, e come prepararsi all'esplorazione...o magari preparare una trappola o affini.

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    Mistero a Tsuya


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    La riunione con Fudoh-san era ovviamente piacevole, vista la sua esperienza e abilità potevo contare su un supporto eccezionale che avrebbe migliorato le possibilità di riuscita della missione. L'altro ninja di Kiri però mi turbò: era chiassoso e ridanciano, tutt'altro che affine ai miei modi...ma parlò di un accordo tanto con il Maestro quanto col Sensei, e questo lo inquadrava come persona cui prestare attenzione, sotto molteplici aspetti. E' esatto, sono Yato Senju. Ripetei, circospetto, prima di esibirmi in un sorriso appena accennato. Sono lieto di essere stato segnalato da individui così importanti. E sono curioso di vedere dove porterà questo incontro. Mormorai, accennando un picco inchino. Le parole successive dello spadaccino kiriano poi gettarono luce sul suo ruolo nelle faccende di Tsuya e sulla missione avvenuta anni addietro. Evidentemente la sua presenza sarebbe stata fondamentale. Certo, quando Fudoh-san rispose al suo saluto annunciando di essere il Primario dell'Ospedale di Kiri sgranai gli occhi: non avevo idea sel suo ruolo, che accese il mio sguardo di nuovo rispetto nei suoi confronti. Primario? Mormorai, come se fosse un'informazione di poco conto. Capisco, congratulazioni, Fudoh-san. Nel profondo del petto sentii chiaramente gli artigli dell'inadeguatezza che si stringevano sul cuore, rammentandomi quanto fosse indietro, quanto fossi sciocco e debole. E anche se sorridevo cordiale nel profondo mi sentivo morire.

    L'incontro con l'ultimo membro della spedizione avvenne quando eravamo quasi arrivati a Tsuya, e si trattava di un secondo individuo di indole bonaria ed estroversa, almeno a primo acchito...il genere di persona con cui non avevo grande dimestichezza pur potendo simulare un carattere altrettanto gioviale se necessario. E questo sarebbe potuto essere ciò che avrei fatto se quello non avesse tirato in mezzo l'Hokage dal nulla, facendomi inombrare il volto, con un accenno di chiara disapprovazione. Sono Yato Senju, e temo di deluderti: l'attuale Hokage non ha avuto alcun ruolo positivo nella mia formazione. Se non strettamente necessario, parlerei di lui il meno possibile. Evidente da quelle poche sillabe quanto Raizen mi fosse in antipatia, ora che il mio grado era cresciuto avevo deciso di seguire una aperta ostilità, anche se sul piano puramente dialettico, come copertura per le mie vere intenzioni, non avendo più la possibilità di giocare come un fedele seguace visti i trascorsi.

    [...]

    Muoversi tra i rami non era difficile per un Senju, ma ovviamente non potevamo essere rapidi come se corressimo in campo aperto, tuttavia non trovavo inquietante la presenza del gigantesco albero con le sue gemme e la sua progenie, che anzi mi mettevano stranamente a mio agio. Attenzione Fudoh-san! Dissi quando sbattè la testa...evidentemente a Kiri non erano abituati a foreste simili. Mi chiesi se col Mokuton avrei potuto spostare quei rami che guarivano immediatamente dai tagli o meno, ma intanto eravamo arrivati sulla scena: una locanda all'interno della quale si era consumata l'aggressione. Una volta all'interno individuai immediatamente il ferito, cercando uno sguardo d'intesa con Fudoh: dovevamo per prima cosa assicurarci che la situazione fosse sicura e che non ci fossero aggressori nascosti o altre minacce per noi ninja medici (preservare sè stessi era la regola fondamentale) [Abilità].

    Assicuratici che non ci fossero sorprese, Fudoh iniziò immediatamente la guarigione mentre io osservavo la ferita, pronto a supportarlo [Abilità]. Che sia stata una clava o qualcosa del genere, Fudoh-san? Chiesi, ascoltando attentamente i discorsi delle testimoni, per quanto fossero abbastanza strampalati e poco realistici...ma dopotutto delle scimmie o similari erano citate nel rapporto sullo Spettro dei Miracoli. Ci aspettavano? Ancora non sapevo esattamente cosa fosse un Guerriero del Vuoto, ma sicuramente ero sorpreso. Se non altro si aspettavano il Chikuma, ma questo voleva forse dire che io ero una variabile non prevista o che volevano trascurare. Questo poteva essere un grande vantaggio per noi. I resoconti erano frammentari, confusionari, si riferivano a persone di cui non avevo chiara l'identità ed erano sensibilmente diversi dal briefing accademico. Uhm...Fudoh-san...tu sai cosa sia un Guerriero del Vuoto? Sei uno di essi? Avuta risposta negativa avrei annuito...per esclusione verosimilmente Akira Hozuki lo era, visto che il Rosso era stato menzionato a parte dal nemico.

    Non lo aiutai nella guarigione tenendo invece d'occhio i dintorni. Un solo pugno non poteva aver causato un danno simile senza qualche tecnica a supportarlo...forse aveva ingrandito la mano o la aveva rivestita con qualcosa? In ogni caso piuttosto che cercare inutilmente di mettere ordine in quelle informazioni frammentarie era il caso di uscire dalla melassa prima di restarvi invischiato. I punti importanti erano che ci aspettavano, e che le nostre informazioni non collimavano con quelle ottenute sul posto. Questo apriva a due possibilità: seguire le informazioni e investigare, correndo il rischio di cadere in una trappola seguendo le briciole lasciate dal nemico...o uscire del tutto dal sistema e giocare secondo le nostre regole. Quindi sorrisi, affabile verso i presenti. Siete stati preziosi, e Tooru è ancora più prezioso, quindi non appena stabilizzato il ferito cercheremo di recarci subito là dove serve. Ovviamente mentivo, e spudoratamente. Prima di arrivare a Tsuya avevamo viaggiato per un pò e avevo spiegato i miei compagni un piccolo trucco appreso ad Ame (senza rivelarne l'origine). Se mentre parlavo avessi fatto un cenno con le dita, muovendo appena indice e anulare fino a toccarsi, in modo apparentemente casuale, allora le parole che stavo dicendo erano assolutamente false e intendevo fare l'esatto opposto.

    Chiaramente la decisione di tutto spettava ai Jonin, ma con quel gesto stavo mettendo in chiaro, ma solo a loro, quale fosse la mia idea sull'argomento: NON andare a cercare Tooru e NON recarci dove voleva in nemico, ma fare tutt'altro, o cercare una contro-trappola.
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    Mistero a Tsuya


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    Avevo sentito molte cose sulle Armi di Iwa, specialmente dopo essere stato inconsapevole protagonista della scoperta di una di esse, ancora sospesa tra quiete e attività, sebbene avessi in qualche modo rimosso buona parte di quell'esperienza, forse per i recenti avvenimenti ad Ame. Ovviamente dopo quegli eventi e le riunioni tra ninja, specie con gli avvenimenti dell'Abete ogni informazione era diventata preziosa e una volta tanto, tale era l'entità della minaccia, l'Amministrazione del villaggio non lesinava nella diffusione di notizie, retroscena e rapporti di ogni missione che potesse essere stata anche solo vagamente correlata alle Armi. La faccenda dello Spettro dei Miracoli, del Gashadokuro e di ciò che restava a Tsuya mi era quindi nota, con tutti i dettagli disponibili a un Chunin e tutte le notizie condivise dall'Hokage che, per quanto indegno della posizione, quantomeno aveva preso una decisione corretta. Non che questo inficiasse il suo ruolo quale Bersaglio, ovviamente. Che agisse bene o che agisse male, il mio scopo era ucciderlo.

    Ad ogni modo, trovandomi davanti a un prospetto di missione al confine con la Cascata, proprio in quella Tsuya dove ora sorgeva il gigantesco albero risultante dalla distruzione del Gashadokuro e dall'esaurimento della coscienza di Pangu. Dalle notizie che ho letto i locali non hanno capito appieno cosa sia successo e hanno tutta una serie di superstiziose elaborazioni della faccenda. Dissi una volta concluso il breve rapporto, discutendone con i miei genitori. Ora che ero Chunin non avevo più l'anonimato del grado e le missioni di una certa importanza stavano crescendo, quindi vagliavo attentamente con loro quali seguire e quali no, anche se avevo totale autonomia in questo: io dovevo essere un elemento libero e slegato, senza contatti o possibilità di risalire a chi avesse dato il via a tutto. I miei genitori, se fossi stato scoperto e ucciso, avrebbero finto disperazione e terrore, oltre a totale ignoranza sulle mie azioni. A conti fatti, il mio funerale era stato già celebrato in famiglia, così da non avere questioni irrisolte. Gli omicidi e le sparizioni potrebbero essere opera di qualcuno che ancora segue il vecchio culto, o che è stato in qualche modo distrutto psicologicamente dal cambiamento. Ma se l'Arma centrasse ancora in qualche modo, sicuramente delle indagini sarebbero importanti. Ecco perchè ci sono due jonin e due chunin. L'Hokage è molto interessato alla faccenda, se partecipassi avrei sicuramente modo di avvicinarmi ulteriormente a lui. Quella frase era ciò che decideva il tutto. Sarei partito.

    [...]

    L'albero era effettivamente imponente, i rapporti non gli rendevano giustizia, e a ben pensarci gettava una sorta di ombra e penombra perpetua sul villaggio in determinati orari. Era ragionevole che qualcuno fosse impazzito o avesse una qualche instabilità. Ma non era il caso di fare supposizioni prima di aver analizzato la questione. Gli omicidi erano stati brutali, forse troppo per dei semplici abitanti privi di chakra. Ma Taki era molto vicina, e chi poteva sapere cosa poteva arrivare da oltre il confine.

    Rimasi piacevolmente sorpreso nello scoprire che Fudoh-san era stato scelto per la missione, e questo significava che verosimilmente l'altro kiriano era il chunin mio parigrado, anche se dall'aspetto sembrava avere molta più esperienza di me. Fudoh-san, è un vero piacere reincontrarti. Se hanno messo all'opera un ninja del tuo calibro sicuramente la questione sarà più complessa di quanto mi aspettassi. Avrei detto con un inchino nel punto di incontro, salvo poi rivolgermi all'altro ninja, cordiale ma decisamente più freddo nei toni. Io sono Yato, del clan Senju. Ninja medico di Konoha, e addestrato nelle arti degli eliminatori di cadaveri. Penso che mi occuperò di studiare le vittime, tra le altre cose. Avremmo incontrato il ninja di Suna solo successivamente, salvo inconvenienti, e quindi proseguimmo verso Tsuya in tre. Akira...sbaglio o sei già stato a Tsuya? Ricordo un nome simile nei rapporti. Avrei chiesto allo spadaccino, al tempo genin. Qualche suggerimento o qualche ipotesi?

    In ogni caso una volta sul posto, vicino al semplice muro di cinta del villaggio, delle grida d'aiuto attirarono l'attenzione in modo inequivocabile. Mi voltai verso Fudoh-san, che pensavo essere il caposquadra (perlomeno io lo avrei considerato tale) e che tuttavia si rivolse a noi chiedendo un parere. Decisamente di tutt'altra pasta rispetto a Raizen, che si sarebbe messo a sproloquiare mezz'ora salvo poi imporre il suo piano a tutti dopo una finta richiesta di pareri. Siamo ninja medici e la missione ci manda per le aggressioni, dovremmo controllare in ogni caso. Mi accigliai. Possibile che l'aggressore abbia dei criteri specifici per le vittime? Non c'è già un Tanaka tra le persone aggredite, con il figlio che era poi scomparso? In ogni caso stare ad attendere non sarebbe stato utile. A meno di divieti espliciti, mi sarei diretto verso le mura chiedendo in quale direzione avremmo dovuto andare per aiutarli.


    Edited by Febh - 14/7/2020, 13:10
  4. .

    Riunione di Konoha


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    Essere un Chunin forniva accesso a conoscenze e risorse impensabili per un Genin, e anche se questo sicuramente mi avvicinava al Bersaglio, al contempo creava tutta una serie di ostacoli che me ne allontanavo, primo fra tutti la visibilità e l'essere riconosciuto. La trappola peggiore di tutti però era quella che si appellava al mio Ego facendomi quasi credere di essere una persona importante o abile, quando in realtà la mia esistenza era stata, fino a quel momento, del tutto inutile: non ero ancora nemmeno l'ombra di una minaccia per il Bersaglio. La Missione era distante anni e anni, e non potevo permettermi di distogliere l'attenzione. A proposito di ostacoli legati alla visibilità, la mia partecipazione alla riunione indotta dal detestabile Hokage era fra queste. Col nuovo rango avevo anche avuto il privilegio di utilizzare la Maschera che mi era stata affidata e a breve le mie attività all'ospedale sarebbero state affiancate da quelle come Torturatore, avendo concluso il mio apprendistato, quindi non potevo mancare a un evento simile. Ma questo non significava che dovessi godermelo.


    Stavo con gli altri chunin, in disparte e cercando di evitare sguardi e comunicazioni, gli occhi fissi sull'impalcatura che, ero certo, avrebbe funzionato da palcoscenico per Raizen...cielo quanto amava i palchi quell'uomo...in attesa che venisse scoperta l'opera di ristrutturazione dell'Amministrazione. Venimmo però dirottati dopo poco verso il sotterraneo da Youkai, quell'irritante e fastidioso nanerottolo che quasi non riconobbi, avendo cambiato colore di capelli. Non lo salutai nè lo degnai di attenzione, dopotutto sembrava lui stesso impegnato a gestire il flusso di persone.

    La sala circolare aveva diverse sedute e un grosso tavolo con una mappa del continente, vegliata da Raizen che attendeva tutti quanti. Sedetti anche se avrei preferito stare lontano, magari appoggiato a un muro, e ovviamente evitai accuratamente la prima fila. Lui, il Bersaglio, forte del suo nuovo assurdo taglio di capelli fatto certamente per attirare l'attenzione esordì con una battuta, dichiarando la sua avversione al pubblico. Una falsa modestia che mi diede il voltastomaco. L'annuncio del ritorno di Sho Saitama (ancora non sapevo del secondo cognome) era effettivamente una buona notizia per Konoha, e applaudii come gli altri, anche se senza particolare trasporto, cercando Oda con lo sguardo come a comunicargli che al momento il nostro accordo non aveva più motivo d'essere. Un Jonin in più, un possibile futuro Kage, era sicuramente una buona notizia per Konoha. Poco dopo annunciò la mia promozione e quella di Youkai. Forse fino a pochi mesi prima sarei arrossito per l'imbarazzo cercando di controllarmi, ma ero cresciuto fortunatamente e mi limitai a un breve cenno del capo e a un sorriso appena accennato, mentre mantenevo uno sguardo vagamente ostile nei confronti di Raizen. Dopotutto che non fossimo in buoni rapporti era abbastanza noto. Youkai fu meno formale, avvicinandosi e scambiando qualche parola alla quale tuttavia non diedi particolare peso. Se due chunin lavorano assieme è perchè la missione è difficile, pericolosa e potenzialmente dannosa per la Foglia o il mandante. Dissi freddamente. Quindi in realtà sarebbe preferibile se non ci fosse alcun bisogno di lavorare assieme. Quello Youkai era fesso, ma non lo vedevo come una persona manipolabile: non serviva perderci del tempo. Lo guardai storto mentre poggiava l'adesivo sul mio coprifronte, che tenevo alla cintura, staccandolo subito dopo e gettandolo via accartocciato. Erano forse ubriachi quando lo avevano promosso?


    Raizen diede il via a una lunga dissertazione sugli eventi recenti, forse dando per scontato che tutti fossero a conoscenza degli avvenimenti precedenti, anche se dalle espressioni smarrite di alcuni genin e alcuni chunin era evidente che molti non avevano idea di cosa stesse parlando, con il risultato di accumulare solo ansia a preoccupazione. Non mi sforzai di approfondire o correggere: non era il mio ruolo correggere il Kage. Il mio ruolo era ucciderlo, ma questo non doveva saperlo nessuno. La Guerra dei Cremisi era l'evento più recente, di quaranta anni prima, che aveva portato alla costituzione dell'Accademia, con una netta perdita di potere di Iwa e Kumo e l'ascesa di Oto. Nel corso della Guerra l'Alleanza, divenuta poi Accademia, apparentemente aveva, per mero vantaggio strategico, tradito e ucciso un gran numero di ninja della Zanna, un piccolo villaggio che si era inizialmente mantenuto neutrale ma era stato poi obbligato a partecipare alla guerra, solo per finire vittime dei loro stessi sedicenti alleati. I discendenti erano tornati e avevano più e più volte compiuto azioni di disturbo nei confronti dell'Accademia. Pochi ma potenti, dai rapporti avevo appreso che si erano specializzati in tecniche che disturbano o danneggiano specificatamente le arti ninja avversarie. Non sapevo della questione dell'Uzumaki durante la Guerra dei Cremisi, ma al momento non era una mia priorità, sebbene la cosa sembrò colpire molto Youkai.


    L'isola dell'Abete, pur coinvolgendo la Zanna, era in realtà parte di un processo più grande. Molto prima delle Guerre dei Cremisi, molto prima della Prima Guerra Mondiale dei Ninja, praticamente ai tempi dei leggendari Indra e Ashura, nelle terre di Iwa erano state sviluppate delle armi mostruose, giganti, con cui i guerrieri del tempo cercarono di conquistare il mondo. Vennero sconfitti dopo un'aspra battaglia ma quelle Armi risultarono essere indistruttibili e vennero sigillare in vari luoghi e modi, in attesa di trovare un modo per annientarle. Negli ultimi tempi si erano risvegliate in qualche modo, e anche se tre di esse erano state distrutte (su sette totali) prima di fare troppi danni, restavano comunque una minaccia. L'abete era il luogo in cui era nascosta una di esse, un'isola in cui a causa dell'Arma stessa era impossibile morire e in cui Kiri aveva stretto una Tregua segreta con la Zanna, limitata alla sola isola, per evitare che gli abitanti immortali venissero rapiti per esperimenti dalla setta di Hayate. La missione da quel che avevo letto era stata un successo, con la distruzione dell'Arma e la creazione di una Tregua più ampia, anche se sempre limitata all'isola.


    Altro elemento pericoloso era che negli ultimi anni, quasi in contemporanea, i Cremisi sconfitti quaranta anni prima cominciavano a tornare, e forse muovevano le fila di numerosi eventi nel continente, guidati da un misterioso individuo chiamato Veterano, i cui jutsu piegavano il tempo e lo spazio. Proprio riguardo al Veterano Raizen convocò Shin per interrogarlo su una missione nelle terre della Roccia, ora esterna all'Accademia, con cui i rapporti erano, a voler usare un eufemismo, tiepidi. Non mi aspettavo di essere nominato poco dopo ed ebbi un breve sobbalzo, presto messo sotto controllo. Capisco. Risposi dopo la sua articolata domanda, cercando di preparare un discorso che fosse sensato. Il Kappa come credo sappiano tutti è una delle Sette Armi di Iwa. Un titano armato di tentacoli capace di trasformare i cadaveri in mostri sotto il suo controllo. Indistruttibile, venne sigillato da un guerriero leggendario chiamato NuwaFuji tremila anni fa, un esperto di jutsu spazio/temporali. Nello specifico non spedì il Kappa in un'altra dimensione, disse che una cosa simile era oltre le sue possibilità, quindi fece qualcosa che a stento comprendo: trasformò il Kappa stesso in una dimensione alternativa. Fisicamente ci sono solo le rovine di una torre, ma essa è in realtà il Kappa, confuso sulla sua vera natura da queste Henge Spaziotemporale. Il Kappa è esplorabile come un piccolo mondo, con diversi piani, come una torre i cui piani sono ampi centinaia di chilometri...tutti senza vita, anche se all'apparenza possono simularla. Forse gli episodi in cui dei tentacoli appaiono dal nulla dipendono dal fatto che si sta progressivamente risvegliando e cerca di riprendere il suo normale aspetto. C'era qualcosa che mi sfuggiva...non rammentavo assolutamente nulla di come fossimo sfuggiti al Kappa o cosa stesse capitando...perchè ero convinto che si stesse risvegliando? Forse era entrato in contatto con una Chiave? Tutte le Armi di Iwa erano talmente potenti che nessuna fonte di energia in natura poteva alimentarle...quindi traevano energia dal caos, dal Paradosso, da qualcosa che non avrebbe dovuto esistere. Io...non saprei aggiungere altro. L'Arma non è contenuta dalla dimensione. L'Arma È la dimensione. Era confuso, ma la faccenda stessa era assai contorta.


    Non sapevo nulla dei Tentoo o del simbolo che l'Hokage ci mostrò, ma dopo poco venne il momento di parlare delle migliorie all'Amministrazione. Guardai il kage di sbieco, che parlava come se fosse tutto merito suo, o almeno questa era la mia percezione, quando in realtà era evidentemente il Daimyo a gestire i flussi di denaro. Tuttavia la sua proposta apriva a qualcosa che poteva essermi utile. Io credo servano dei passaggi di sicurezza. Segreti, noti solo al Kage e ai suoi più fidati, per muoversi agilmente da dentro e fuori l'amministrazione e raggiungere altri punti nevralgici del villaggio senza perdere tempo. Cantha ha avuto gioco facile perchè eravamo separati e abbiamo impiegato molto tempo per raggrupparci, durante il vero attacco. Dovrebbero esserci metodi di trasporto avanzato per i ninja di rango più alto, o con ruoli importanti. Una via diretta per l'Hokage mentre era solo nel suo studio era esattamente qualcosa che poteva essere utile alla Missione. O un passaggio da riempire di trappole se lui lo avesse attraversato. Ovviamente tirare in ballo Cantha, che aveva attaccato il villaggio due anni prima e quasi ucciso l'Hokage oltre a devastare diversi quartieri, serviva a dare una giustificazione più patriotica alla mia idea.
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    Il Maestro di Spada


    Minarai 7

    La perdita dei ricordi è stato un evento fortuito e tutt'altro che voluto. Ma ho imparato da esso. Ammisi. Conosco parte della sua storia. E so che il clan Kaguya venne cacciato anni addietro dai Tamasizu, e solo pochi tornarono a Kiri. Lui è figlio di alcuni di coloro che non tornarono, e che abitavano nel Paese della Terra. Almeno così mi ha raccontato. Dissi senza particolari filtri: il Sensei aveva più volte detto cose simili in pubblico, anche durante la missione della Colonna Evanescente, quindi non erano certo dei segreti. Da quel che posso intendere, se la Nebbia non si opporrà ai suoi scopi di vendetta contro i Tamasizu, gli Hayate, non ci saranno mai screzi con essa. Aggiunsi mentre toglievo la maschera. Ma sono pur sempre le mie supposizioni. Stavo riprendendo fiato, nonostante la resistenza fisica non fosse certo il mio forte.

    Venne il momento della discussione vera e propria a cui tutte quelle chiacchiere avevano fatto solo da preludio. Non mi aspettavo esattamente parole così dure, ma quell'inaspettata assonanza di vedute era rinfrescante: non ero l'unico a vedere Raizen a quel modo. Forte delle mie convinzioni, replicai senza badare troppo alla correzione sul nome di Sho e cercando di non rivelare troppo, fino a ottenere un cenno di assenso e rinnovare poi la richiesta di essere addestrato. Dalle sue parole, Kensei parve compiaciuto. Mi alzai, assimilando quel nome che già avevo cominciato a far mio. Si, Maestro. Non feci una piega quando la lama mi ferì, limitandomi a spostare gli occhi per seguire la boccetta che raccoglieva poche gocce di sangue. Non era niente a confronto con ciò che mi aveva fatto il Flagello. Maestro. Dissi. Come io non divulgherò nulla del nostro rapporto e delle arti che mi state tramandando, so per certo che anche voi non lascerete che del sangue Senju possa diffondersi là dove non è lecito. Non una minaccia nè un avvertimento, una semplice constatazione.

    Quando mi pose la sua ultima domanda, quella che forse riassumeva tutto, mi trovai a ragionare. La risposta più corretta sarebbe stata che approfittare di uno scontro col Mizukage avrebbe reso più semplice portare a termine la Missione, ma ovviamente non potevo dirlo. C'era però un modo per indorare la pillola. Come ho detto, combatterei per Konoha, abbattendo i Kiriani non disposti alla resa. Attesi un istante. Tuttavia, se lo scontro fosse limitato a un duello tra Kage, è probabile che Yato Senju si terrebbe alla larga. Quindi un sorriso assai sinistro, appena accennato sulle mie labbra. Ma Minarai non avrebbe motivo per non supportare il suo Maestro.

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    Il Maestro di Spada


    Minarai 6

    Non colsi appieno le parole del Maestro nel suo primo esempio, forse a causa del mio obbiettivo celato, ma tuttavia non tremai davanti alla sua dimostrazione di forza e aggressività: non era nemmeno lontanamente nelle mie intenzioni provare a sostituirmi a lui, quindi non esserne capace non mi scombussolava nè turbava affatto. L'addestramento comunque continuò, fino al mio ultimo, disperato tentativo di abbattere l'attacco che ebbe successo, anche se in modo che il Maestro stesso non si aspettava, a giudicare dal suo commento. Mentre affaticato mi appoggiavo alla spada annuii quando mi chiese di seguirlo. Si...Maestro...anf... Impiegai più di un tentativo per rinfoderare il Lato Oscuro del Ciliegio, ma ero troppo stanco persino per sentire la frustrazione: mi trascina dietro Kensei usando tutto ciò che restava della mia forza di volontà, fino a una casa dall'aria abbandonata.

    Non sapevo se quello era il luogo in cui sarei dovuto risiedere per il periodo dell'addestramento, ma non era un problema: avevo trascorso più di un anno in una cella durante l'infanzia per forgiare la mia mente e al confronto quella era una reggia. Mi accomodai sulla sedia non appena ne ebbi licenza, apprezzandola come fosse il più comodo tra gli scranni, quasi abbandonandomici, quasi sul punto di levare la maschera per il caldo, per quanto l'ambiente fosse tutt'altro che tiepido. Fu solo dopo un lungo sospiro e qualche istante di riposo che il Maestro mi rivolgesse la parola. Vi ringrazio dei complimenti, Maestro Kensei. Dissi facendo un cenno con il capo. E sono consapevole che questo sia solo l'inizio. Gli porsi la spada come richiesto. Conobbi il Sensei durante una missione nei mari di Kiri. Dovevo scortare un Cacciatore che intendeva studiare delle fenici...disgraziatamente ho perso parte di quei ricordi in una recente disavventura, ma resta saldo il fatto che chiesi al Sensei di prendermi sotto la sua ala. Da allora mi è stato vicino per gran parte della mia formazione. Risposi schiettamente, non era un segreto che Feng Gu fosse il mio Sensei, almeno per il kiriano che avevo davanti, e non avevo nulla da guadagnare con la menzona.

    A quel punto parlò dell'Hokage e dei rapporti tra Konoha e Kiri. Ancora una volta ringraziai la maschera: non sapevo ancora controllare un lieve moto di irritazione al menzionare quell'uomo. Ho conosciuto Sho Saitama durante l'attacco di Cantha. Venne catturato ma fu merito suo se limitammo i danni. Senza di lui forse non avrei raggiunto l'Hokage in tempo e ora sarebbe morto. Mormorai, con una vena di rammarico che certo l'altro non avrebbe mancato di notare. Promisi a suo fratello Oda che gli avrei dato tutto il mio supporto per trovare Sho, ma fortunatamente tornò a Konoha da solo, almeno a quanto ne so. Istintivamente sorrisi quando Kensei condivise le sue opinioni su Raizen, ma per quel poco che conoscevo il Maestro, credo che essere disprezzati da lui fosse un evento abbastanza comune: l'Hokage era una persona a lui indigesta, ma non era un Bersaglio. Mi chiese di mantenere il segreto, ponendola quale condizione per continuare il nostro rapporto. Tacqui qualche istante, meditando il giusto modo di parlare. Che Raizen Ikigami sia la persona meno adatta al suo ruolo è indiscusso. Personalmente trovo disgustosi i suoi atteggiamenti e barbariche le sue scelte su come rapportarsi con i ninja della foglia. Dissi senza mezzi termini: che detestassi l'Hokage attuale era abbastanza noto a Konoha, e avendo ormai perso l'occasione di ritrattare avevo deciso di usare il disprezzo come maschera per la mia Missione. Detesto quell'uomo con ogni respiro. Ma è il mio Kage, e per il Kage e Konoha darei la vita. Essi SONO la mia vita, in effetti.

    Attesi qualche altro istante, riprendendo fiato. Ed è esattamente per questo che mi sono allontanato da loro per cercare potere e per studiare. Konoha è in ultima analisi il mio obiettivo. Non sono una persona che aspira a diventare Hokage, ma sono una persona che aspira a restare costantemente nell'ombra vicino a lui. Sia che io lo apprezzi sia che io lo detesti, questo è del tutto irrilevante. Mi fermai, non volevo che parlando a ruota libera finissi per rivelare più del dovuto. Intendo avere la forza di agire. Le tue condizioni sono anche più leggere di quanto mi aspettassi e di quanto fossi pronto ad accettare, Maestro. Il nostro rapporto sarà assolutamente un segreto. Konoha è a conoscenza del fatto che mi sono recato a Kiri per approfondire l'arte della spada. Questo è quanto si saprà. Il mio tono non era probabilmente quello che l'altro si aspettava: era freddo e calcolatore, era una chiara dichiarazione dei miei intenti di usarlo, concedendogli di usarmi nel mentre, ma era anche espressione di un qualcosa di assai solido e inattaccabile nel nucleo delle mie condizioni. Certo, avevo evitato di specificare che il bene di Konoha era l'uccisione del Kage, reiterata, ma questo al Maestro non doveva interessare. A nessuno doveva interessare se non a me.

    Anche se non mi ero ancora ripreso mi alzai dalla sedia, inginocchiandomi in un dogeza fino a posare la fronte a terra. Maestro, insegnatemi. La mia dedizione alla causa è la priorità della mia vita. Apprenderò da voi in segreto e vi servirò, se questo mi avvicinerà al mio obiettivo. Non rivelerò nulla all'Hokage, che servirò pur detestandolo, nella speranza che in futuro un nuovo Kage più degno indossi quel copricapo.


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    Il Maestro di Spada


    Minarai 4

    Il Maestro rispose a quella domanda che avevo posto quasi con intento retorico, ma certo non mi aspettavo che arrivasse a espormi un intero e complesso processo di apprendimento che certamente sembrava assai più semplice a parole di quella che sarebbe stata la sua esecuzione. Conoscenza minata dalla tentazione. Cedere cercando di controllarsi. Accogliere poi tutto in una sintesi guardando al fine e non al mezzo. Risposi con tono assorto, cercando di far miei quei concetti. Il paradosso rimane, ma forse intuisco ciò che cercate di dirmi. Non sarà semplice attingere a qualcosa del genere. Ma la Missione aveva la priorità: era l'unica cosa che contava, a conto di dover attaccare e distruggere Konoha io stesso, pur di fare ciò per cui ero nato e cresciuto. Forse il Maestro voleva porre una briciola della sua visione del mondo per plagiare la mia mente assetata di potere e conoscenza, ma non sapeva nè poteva sapere che un plagio era già avvenuto, da diciannove anni, costante, inesorabile, autoalimentatosi e, soprattutto, accettato senza alcuna critica. La Missione era tutto. Non si trattava di un semplice motto o di un nindo, era la descrizione stessa della mia più intima essenza: tutto il resto, la frustrazione, l'odio, la debolezza, era mera decorazione.

    Proseguii l'addestramento fino a quando, accecato dal fuoco interiore che cercavo di alimentare per mantenere la concentrazione, non finii per attaccare Kyofu senza avere un reale controllo di me o delle mie azioni. O meglio, queste sono solo sciocche giustificazioni: avevo assolutamente il controllo, avevo spinto corpo e mente a concentrarsi e focalizzare su di lui ogni istinto ed emozione, avevo SCELTO di attaccarlo, anche se nel farlo avevo esagerato, mettendo da parteil giudizio razionale.

    Dita d'acciaio fermarono la mia lama senza troppa fatica. Quanto era potente il Maestro? Quanto era vicino al Bersaglio? Quei due pensieri furono come una secchiata gelata che interruppe del tutto la mia concentrazione, mentre gli occhi dietro la maschera si sgranavano per la sorpresa e per la realizzazione di cosa stava accadendo: avevo scelto di cedere, e l'istinto aveva obbedito alla perfezione. Era stato un mio errore. Un errore potenzialmente tragico ma anche esaltante ed euforico. Io...io... Cercai invano di liberare la lama, a più riprese, prima di irrigidirmi e cercare di lasciare andare la tensione. Lasciai l'arma quando il Maestro la spinse via, allontanandomi per raccoglierla.

    Feci un breve inchino a Kyofu. Sono...mortificato. Ho voluto attaccarti per uccidere. Voltai il capo verso Kensei. Non posso dire di non essere stato avvertito. E non posso scusarmi per aver perso il controllo...ho scelto di perderlo per riuscire. Non ci sono scusanti. La mia disciplina è ancora debole...più di quanto immaginassi. Le parole sulla "Forma della Ferocia" sembravano intriganti: il solo concetto di dare una Forma alla Ferocia era un modo per renderla utilizzabile in modo concreto, un briciolo di ordine per dominare il caos e il suo immenso potere. Mi inchinai nuovamente verso Kensei. Sarò lieto di apprendere, Maestro, se vorrete insegnare. Annunciai meccanicamente, mentre lui tornava all'addestramento come se nulla fosse accaduto,

    La fase successiva prevedeva di sfruttare quel complesso stile di spada non tanto per spezzare una tecnica, ma per disattivarla temporaneamente, cosa particolarmente efficace nei confronti dei rivestimenti di chakra di cui avevo studiato in Accademia. Ferire il chakra. Ripetei, soppesando il Lato Oscuro del Ciliegio nella mia mano. Avevo percepito quella stessa sensazione quando avevo affrontato il Chirappa: la mia spada non aveva tagliato il sangue ma piuttosto la struttura di chakra che permetteva al sangue di muoversi a quel modo. L'effetto doveva essere similare. Se nel jutsu di prima è più difficile immaginare una vera e propria struttura, con un Rivestimento dovrebbe essere più semplice dato che richiama l'oggetto rivestito e la forma stessa del costrutto di chakra, è corretto? Certo, in genere la struttura di un Rivestimento era più compatta e intricata di quanto non potessere essere quella di un'Emissione, visto che manteneva un flusso costante di energia...tuttavia non dovevo spezzarla: mi era sufficiente indebolirla. Ferirla.

    Impiegai alcuni secondi per ricomporre la mia forma e respirare, cercando di raggiungere lo stesso stato mentale di poco prima, anche se più lieve: il sensei era al centro della fiamma e ogni frammento del mio essere, ogni emozione veniva riversata su di lui, senza essere messa a tacere. Non volevo il silenzio nel mio animo, ma un grido che fosse costante ma non cacofonico: mirato. Serrate le mani sull'elsa partii all'attacco senza esitazione, ma la mia lama non infranse la potente difesa elettrica del Maestro, rimbalzandovi sopra. Tks! Trattenendomi, era evidente che il mio potere fosse inferiore, ma sul momento non riuscivo ad abbandonarmi nuovamente a quelle emozioni, volevo prima comprendere, avere una base. Colpii ancora, stavolta riuscendo a imporre nella lama quella forza necessaria a lacerare i sottili legami di chakra, ma pur dissolvendo in parte il rivestimento sul petto questo si ripristinò immediatamente, ben prima che io potessi riuscire a colpire ancora...in quel momento un rapido guizzo della lama composta di sangue del Maestro mi fece volare via la spada, accentuando le fiamme dell'odio che lo circondavano, almeno nella mia mente. NO! Ruggii mentre il legno emergeva dalla mia mano afferrando al volo la mia arma e riportandola là dove doveva essere. Ricomposi la guardia, senza aver perso più di tanto la concentrazione e anzi accentuandola, quasi come se quel gesto di sfida, quel tentativo di umiliazione, avesse solo aggiunto benzina al fuoco.

    HAAA! Un fendente netto riuscì ancora una volta a infrangere per una frazione di secondo il rivestimento del Maestro, ma era troppo superficiale e la copertura di chakra venne indebolita, non dissolta, quindi un nuovo fendente orizzontale portato con entrambe le mani ben salde sull'elsa. L'irritazione cresceva e con essa anche le fiamme intorno a Kensei: il colpo era assai più potente e preciso, il chakra adeguatamente distribuito nelle braccia, la sensazione e la volontà di ferire c'erano. Ma ero stato frettoloso, avevo replicato quella stessa intenzione di danno che avevo sfruttato contro il Chirappa. Andava bene, ma non era il modo adatto di ledere quella struttura di chakra. Ancora una volta un movimento della Yakusoku mi umiliò strappandomi il Ciliegio di mano, e a quel punto lasciai andare ogni riserva, riversando tutta l'aggressività contro di lui!. NO! NON DI NUOVO! Un pugno si era levato contro il mio addome e ovviamente mi raggiunse, spezzandomi il fiato, ma non per quello la fiamma aveva smesso di bruciare, semmai si era accesa di nuova vita!

    La mano che avevo teso per riafferrare la spada al volo stava per produrre del legno e riafferrarla, ma ovviamente il pugno mi aveva interrotto, e nonostante questo i miei occhi oltre la maschera si accesero di spietata e furiosa determinazione. Forse era stato solo per una frazione di secondo, ma in quel brevissimo istante la furia era divenuta mero strumento di una scelta fredda e calcolata: un fine che avrebbe usato ogni mezzo, a ogni costo. Con la pesantezza di quel colpo mi era rimasto appena un mezzo respiro ma lo avrei usato tutto per fare quanto mi ero prefissato: ferire. Questo mi aveva chiesto, per questo mi stava addestrando, pur umiliandomi (forse per il mio bene, ma comunque umiliandomi), e io glielo avrei dato.

    Istinto e potenza: dal braccio teso una lama prese forma, in legno, estratta e portata a colpire in un movimento fluido, come avevo fatto anche sulla nave per abbattere il leader dei tre criminali che mi avevano rapito. Ma stavolta gli insegnamenti del Maestro si erano aggiunti al mio repertorio, in un fendente rapido, pericoloso e che forse non si sarebbe aspettato [Tecniche]Creo Katana con il Mokuton, potenza 50.. Il legno stracciò via il fulmine e imediatamente dopo feci seguito con un affondo al cuore, forse pericoloso: il legno di un Senju aveva poco da invidiare al migliore degli acciai.

    Questa volta però dopo quel colpo mi fermai. Era stato un attimo di lucida furia a guidarmi...forse non avrei mai più raggiunto quello stato, ma in quell'occasione ci ero riuscito. Non avrei ringraziato il Maestro, ma sarei rimasto a fissarlo prima di accasciarmi senza fiato nè forze, specie dopo quel pugno, non prima di avergli fatto un cenno d'assenso col capo, come a far intendere che avevo capito.
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    Crisi nel Ferro


    Ombre di Fuoco e Nebbia 7

    La situazione era precipitata rapidamente: il nostro tentativo di assassinio vanificato dalla comparsa improvvisa di un uomo non molto alto, completamente intabarrato in una tonaca ninja nera. Youshi era nella sala e cercò di mettere la missione ai ripari: sfruttò la copertura datagli dal suo Genjutsu per un primo attacco, ma in realtà Ossuri non ne era caduto vittima visto che si trovava al sicuro nell'ombra, quindi non ebbe problemi nel cogliere gli spiedi in volo, bersagliandoli di suo con un lanciaspiedi analogo a quello di Youshi, colpendo le tre armi a mezz'aria [Difesa]. Questo non impedì al Kiriano di apparire comunque nell'ombra ma un pò più lontano di dove si aspettava. Davanti ai suoi sensi superiori la finta spazzata venne letta per quello che era e anche la bomba specchio venne colpita da uno spiedo lanciato con precisione chirurgica prima ancora di impattare sul tavolo [Difesa], finendo sparata parecchi metri più indietro, così che la superficie ghiacciata non inficiasse i suoi movimenti. Sei ancora immaturo, ragazzo. Svanì contemporaneamente rispetto a Youshi, che si trovò il nonno sotto il tavolo assieme a lui, intercettando il suo tuffo con un calcio che pur non danneggiando il Tokugawa impedì di portare a segno l'attacco [Difesa]. Non oggi, ti avevo detto di desistere, Non avrai questa vita. Allungò la mano afferrando Motonari, ancora stordito, e svanì nell'ombra.

    Stringendo i denti spalancai la porta della cucina. DOBBIAMO ANDARE! VIA! VIA! Lanciai un fumogeno nel locale per coprire la nostra fuga, mentre pensavo che Youshi avrebbe pensato alla cartabomba per il diversivo, quindi corsi verso l'uscita sul retro, speravo con il Kiriano alle costole ma non le guardie di Motonari. Quello che nessuno dei due si sarebbe aspettato era di trovare il ninja bardato e il nostro bersaglio proprio nel vicolo, appena emersi da un'ombra con il samurai che barcollava stordito. MAI PIU'! MAI PIU' UN VIAGGIO SIMILE, A COSTO DELLA VITA! Dannato testardo, non possiamo restare qui...uh? Ci aveva notato. Ma chi era quel tizio? E perchè sembrava che Youshi lo conoscesse? Prima o poi mi dovrai spiegare cosa sta succedendo. Avrei detto al mio compagno di squadra. Ma direi che adesso abbiamo una seconda occasione! Ancora con l'aspetto del cuoco composi rapidamente i sigilli della Percezione Falsata, così da far apparire la porta dietro di noi come se fosse stata avvolta dalle fiamme (per impedire alle guardie di Motonari di seguirci) e quindi feci guizzare un kunai tra le mani, pronto ad attaccare.

    Ossuri si frappose tra noi e il suo protetto, emettendo un basso fischio. Sul tetto sopra di noi una figura simile a un corvo umanoide atterrò, con una stormo di corvi che gli svolazzava sopra. Sono un pò vecchio per tenere a bada due di voi. Yahane (Piume Notturne), vedi di darmi una mano. In un lampo il KarasuTengu

    atterrò accanto a lui mentre i corvi nel cielo si abbassavano, riempiendo quello stretto vicolo di battiti d'ali e di un gracchiare quasi assordante. Che creatura è quella? Ossuri-sama. Quello è vostro nipote. Siete sicuro? La missione viene prima di tutto. Parole che comprendevo, ma sapevo bene di non avere zii legati a corvi umanoidi...quindi sicuramente si riferiva a Youshi. Mi hai messo in mezzo a una bega familiare? Chiesi, tutt'altro che conciliante, mentre un frusciare d'ali annunciava nuovi arrivi.

    Dal tetto una figura intabarrata di stracci atterrò accanto a Youshi facendomi sobbalzare. Era Kenku, ma io non sapevo chi fosse ovviamente, vedevo solo un lungo becco tale e quale a quello dell'alleato del nemico. Youshi-sama, sono riuscito ad allontanare solo uno dei miei fratelli, ma sono qui per supportarvi. Che cosa succede, Ossuri? Il bersaglio era confuso almeno quanto me. Speravo solo che le somiglianze si fermassero là, dato che se tutto fosse andato come previsto, solo uno dei due sarebbe uscito vivo da quel vicolo. Youshi-sama? Kenku, stai tradendo il contratto e il patto d'onore? Si, Ossuri-sama. A costo di prendere il peso del disonore io combatterò accanto a vostro nipote. Motonari è nemico di tutti i Tengu. Sojobo-sama ne ha ordinato la morte, e noi KarasuTengu abbiamo le mani legate per via del nostro patto con voi. E quindi avete chiesto aiuto al mio immaturo nipote? Avremo anche lo stesso sangue ma non ha sottoscritto il vostro contratto. E' un estraneo. Youshi, vattene e lascia perdere questa faccenda. Di che cosa stavano parlando? Cosa mi ero perso. Guardai il mio compagno di squadra. Cosa succede? Poche parole e poi decidiamoci, si attacca o scappiamo? Yahane intanto sembrava imbarazzato dalla presenza del suo fratello più giovane, ma avrebbe combattuto se necessario.
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    Crisi nel Ferro


    Ombre di Fuoco e Nebbia 6

    Non si tratta di un solo corvo ma di uno stormo intero, Youshi-sama, tuttavia mi sembra un buon piano. Non appena mi darai il segnale io cercherò di distrarre gli stormi dei miei fratelli maggiori, al meglio delle mie possibilità. Se non altro potrei coprire la vostra ritirata dopo l'assassinio. Convenì Kenku, ammettendo di non avere ancora capacità necessarie per la comunicazione a distanza. Potremmo convenire di usare un drappo colorato dalla porta sul retro, o qualcosa del genere. Stava a Youshi organizzarsi.

    [...]

    Sostituirci ai nostri bersagli era stato oltremodo semplice: non erano che civili di una terra in cui i ninja non erano diffusi nè facevano parte dell'esercito regolare, quindi ciò che io e il Kiriano eravamo capaci di fare superava anche la loro più fervida immaginazione. Non li uccidemmo, non era necessario per poche ore di sostituzione (inoltre non era nei parametri della missione), e quella mattina prendemmo il loro posto al ristorante. Il proprietario non creò eccessivi problemi, e usando la Percezione Falsata cambiai l'aspetto di alcuni degli alimenti del magazzino facendoli sembrare adulterati o deteriorati, lasciando così a Youshi il tempo di riorganizzare le luci e le suppellettili della sala come meglio credeva prima che arrivassero i clienti. Per un colpo di fortuna a mezzogiorno il proprietario, convinto di essere stato buggerato dal verduraio, uscì per fare nuovi ordini lasciandoci campo libero nel locale: la situazione era perfetta.

    Non so come mai tu abbia cambiato le luminarie...ha qualcosa a che vedere con le arti del tuo clan o con quei corvi? Chiesi mentre lui entrava in cucina a prendere un'ordinazione, ovviamente sottovoce, ma ammetto che ero impegnato a star dietro ai fornelli (decisamente più impegnativo di quanto mi aspettassi, un utile addestramento per migliorare la concentrazione) e non mi potevo permettere il lusso di badare anche a cosa stesse facendo Youshi. Aspettavo il suo Genjutsu e l'arrivo delle nostre vittime designate per dare il via allo scontro.

    Quando arrivò, la somministrazione del veleno fu rapida ed efficace: i loro piatti erano tutti adulterati in modo da ridurre il loro tempo di reazione, eccetto quelli del bersaglio e del suo assaggiatore, esattamente come promesso. Secondo Youshi solo pochi secondi erano necessari per vederne gli effetti. Io rimasi dietro la porta, focalizzandomi sulla posizione della pianta nascosta dall'illusione e pronto a colpire. Improvvisamente il bersaglio e le sue guardia si alzarono, proprio dopo che il kiriano mi diede il segnale: aveva attivato il suo genjutsu! Probabilmente sia Motonari che le sue guardie avrebbero visto una persona cara entrare nel locale insanguinata o qualcosa del genere, alzandosi di scatto per la preoccupazione. Quello strisciare di sedie era il MIO segnale. Due sigilli e presi il controlo di quel legno, generando una lancia di legno di che si sarebbe conficcata senza pietà nella nuca dell'uomo o nel suo torace, alle spalle. Avevo preso accuratamente le misure e sapevo bene come sfruttare l'anatomia grazie alle mie conoscenze mediche.

    All'esterno qualcuno avrebbe probabilmente sentito un gran gracchiare di corvi, ma ormai era fatta! Dovevamo solo verificare che fosse morto e poi scappare...ma ecco che sentii chiaramente il legno da me controllato che veniva tranciato di netto! Una delle guardie? Possibile? La mia arma aveva colpito Motonari, quello si, ma qualcosa era emerso improvvisamente dalla sua ombra, o per meglio dire qualcuno, qualcuno che vi si era nascosto da almeno un'ora e che, senza che lo sapessimo, lo teneva d'occhio estremamente da vicinoKage no Shakuyō - Ombra in Prestito
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Topo, Tigre, Cane, Serpente, Cane (5)
    L'utilizzatore può entrare nell'ombra di un bersaglio inconsapevole o consenziente. Potrà sentire ciò che avviene nei dintorni con Percezione ridotta di 3. Se immerso in un'ombra la distanza minima di percezione è annullata e la sua furtività aumenta di 6, inoltre il suo chakra si confonde con quello del bersaglio. Non può usare Passo di Tenebra nè attaccare. Uscire dall'ombra richiede slot tecnica avanzato e provoca AdO. può restare nell'ombra per un'ora per livello pari di tecnica speciale.
    Tipo: Ninjutsu - Kageton
    (Consumo: MedioAlto)
    [Richiede Mondo di Tenebra III]
    [Da chunin in su]
    . Il vecchio Ossuri, bardato con una tunica completamente nera e un cappuccio, emerse all'ultimo istante dall'ombra sotto il tavolo e anche se con difficoltà riuscì a spingere via Motonari, che si trovò con una brutta ferita alla spalla, ma vivo! Tranciò il mio legno, tentai un secondo attacco solo per vederlo bloccato, quindi guardai verso Youshi: cosa potevamo fare? Ritirata? o attacco? Ossuri era in piedi sul tavolo e Motonari era stato buttato a terra accanto ad esso, ferito. Le guardie erano confuse e rallentate dal genjutsu e dal veleno ma si sarebbero riorganizzate presto. Il tempo di un secondo. Dove si trovava Youshi? E cosa avrebbe fatto?

  10. .

    Fudohcracy


    Improbabili Alleati
    1

    Un'altra missione in mare. Avevo combattuto in mare diverse volte, accumulando certo esperienza, ma non pensavo mi sarebbe stata granchè utile contro il Bersaglio, dato che Konoha era ampiamente nell'entroterra. Nonostante tutto sembrava che le passate peripezie fossero utili per darmi un certo curriculum, e unito al mio status di ninja medico questo mi rendeva il candidato ideale, assieme a un certo Fudoh, per una "semplice" missione di scorta, in cui il briefing stesso cercava di essere incoraggiante. Occhio d'Argento...l'organizzazione che protegge e pattuglia i mari del sud, se non erro. Ero davanti al caseggiato indicato nel briefing, indossando la mia solita tuta e la sciarpa leggera intorno al collo, armato come mio solito. Non avevo portato con me la Katana ottenuta nelle Grotte del Silenzio: mi ero imposto di utilizzarla solo una volta ottenuto il permesso del Maestro.

    Yato, del clan Senju. Sono atteso. Una presentazione secca alla donna alla reception, che mi accompagnò in una scarna sala d'attesa dove un tizio che poteva avere più o meno la mia età aspettava già da qualche minuto. Capelli rossicci, strani abiti...un lievissimo odore acre. Doveva trattarsi di Fudoh. L'assenza di cognome e quell'aspetto inusuale, con l'aria un pò assente mi colpì immediatamente: era un individuo bizzarro, con una forte personalità, che esternava in ogni gesto. Un pò come il Sensei, come il Maestro, come il Bersaglio stesso. Era facente funzioni di Primario quindi verosimilmente più abile di me nelle arti mediche, e quella stranezza nel porsi me lo fece annoverare automaticamente tra i ninja di rilievo del continente, qualcuno che poteva fare la differenza. La sua bizzarria era probabilmente espressione delle sue capacità superiori, e dovevo osservarlo attentamente per apprendere quanto più possibile. Poteva essere una forza determinante per la Missione, e non potevo lasciarmela scappare.

    Fu il momento delle presentazioni. Esatto, sono Yato Senju, genin della foglia e ninja medico dell'Ospedale di Konoha. Poi venne il momento in cui fui messo seriamente alla prova. Fudoh iniziò a parlare a ruota libera di una serie di persone con epiteti tutt'altro che chiari, ma che sottindevano due cose: conosceva diverse persone e aveva avuto numerose missioni. Visto che certo era un ninja di alto grado ed esperienza, o non si spiegava il suo fare bizzarro, evidentemente stava parlando in codice, riferendosi a eventi e persone a quel modo per mettermi alla prova. Annuii come finì il suo discorso...dovevo dimostrarmi all'altezza e tradurre i suoi riferimenti. Salti e pugni potenti, circondato da donne...non poteva che trattarsi del Bersaglio stesso, l'Hokage. E Fudoh lo aveva conosciuto quando Raizen ancora era chunin...il kiriano che avevo davanti doveva essere uno di quei bambini prodigio diventati chunin prima ancora dei dieci anni! L'Abete era stata una faccenda importante e non lo aveva messo in codice, ma sottintese che aveva rapporti di amicizia con un Guardiano di Oto, mentre il Panzone d'inverno mi riportò alla mente uno dei rapporti più bizzarri che avessi letto negli ultimi mesi. Il Re dell'Inverno, sei stato coinvolto in quella faccenda? Si, quello di Fudoh era certamente un codice. Temo che il Taijutsu non sia la mia prerogativa, escludendo l'arte della spada...non ho la fisicità adatta per il corpo a corpo, se non strettamente necessario.

    Sono stato a Kiri una volta. Una breve permanenza perchè subito dopo dei pirati hanno attaccato e hanno rapito diversi abitanti...e anche me. Successivamente ho partecipato a una missione in supporto del precedente Mizukage e... Rimasi un secondo in silenzio, realizzando la stranezza della cosa. ...e sono stato rapito da dei pirati. Dopo qualche secondo mi voltai verso l'enigmatico Fudoh. Ho come la sensazione che incontreremo dei pirati anche questa volta. Conclusi infine, con una certa amarezza nel tono. In ogni caso conosco due sole persona a Kiri: pur nella mia incapacità, il Maestro Kensei Hito mi ha accolto quale apprendista nell'arte della spada. E' un grande onore. Oltre a un'importante mezzo per raggiungere il mio obiettivo. Inoltre ho conosciuto Youshi Tokugawa in una missione recente.

    [...]

    Dopo un'oretta di chiacchiere, con un pò di mal di testa nello sforzo di star dietro al codice di Fudoh, finalmente qualcuno venne a presentarsi. Non mostrai irritazione per l'attesa nè aspettative: mantenni un'aria calma, osservando chi entrava e badando attentamente alle loro parole. Il leader non parlò, salvo presentarsi, mentre il grosso del lavoro lo fece il comandante della nave su cui saremmo saliti, tra cui presentarci il padre del festeggiato. Il nostro era un ruolo di semplice supporto per ridurre gli incidenti o porvi rapidamente rimedio, ma avremmo comunque navigato in acque poco sicure, nonostante i recenti interventi di bonifica da parte dei ninja accademici alleati all'Occhio d'Argento. La caccia ai pesci poteva essere problematica...avevo sentito dell'esistenza dei mostri marini, ma ci avremmo pensato se fosse capitato. Tutto stava a capire che tipo fosse questo Ushitaro...dubitavo fosse un uomo di poche parole e di modi sgarbati come il padre, o non avrebbe scelto una crociera del genere, con tanto di postriboli, come festa di compleanno.

    Fudoh alzò la mano per porre una domanda tanto circonvoluta che nessuno volle rispondere. Ebbi un secondo di ammirazione: anche con i mandanti non rinunciava al suo codice, a trasmettere le informazioni secondo le sue regole, come solo un ninja di alto grado può fare. Se avessi avuto un briciolo di ciò che aveva Fudoh, forse avrei potuto compiere la Missione molto prima. Concordo, eventuali vizi o informazioni segrete sulla nave o sull'equipaggio sarebbe meglio conoscerli sul momento, così da prevenire eventuali danni. Che tipo è Ushitaro-sama? Sa della nostra presenza a bordo? Incrociai le braccia, dopo aver dato manforte a Fudoh-san. E soprattutto...chi ha autorità su di noi durante la traversata?



    Li scrutai attentamente con occhi accesi che, lo sapevo, a volte potevano sembrare disturbanti. Da quelle domande volevo anche capire quale fosse l'equilibrio di potere tra i tre uomini che avevo davanti: chi si sarebbe fatto avanti quando si parlava di autorità?


  11. .

    Crisi nel Ferro


    Ombre di Fuoco e Nebbia 1

    Una missione di Assassinio dopo molti mesi di compiti meno importanti e utili solo a raccogliere un pò di esperienza di base, quasi routinaria, inutile ai fini della Missione. L'ultimo evento realmente importante era stata la missione per conto del Sensei nelle Grotte del Silenzio, dove ero stato scelto come apprendista del Maestro Kensei Hito, ma non è questo il momento di riportare gli eventi successivi. Quello che contava era che ero stato affiancato a un ninja di Kiri, per una missione grosso modo equidistante da entrambi i nostri villaggi: il Paese del Ferro. Samurai con usi completamente diversi del chakra rispetto alle nostre abitudini giravano per quel luogo freddo e spesso innevato, qualcosa a cui non ero per nulla abituato e che certo sarebbe stato un'esperienza significativa.

    Entrambi i partecipanti avevano ricevuto chiare indicazioni: dovevamo uccidere un dignitario del Paese del Ferro, inviso ad altri samurai, in modo da eliminare la sua influenza sulla regione. Ovviamente doveva sembrare l'opera di persone esterne all'Accademia stessa, quindi era richiesta la massima cautela nel non farsi scoprire. Le mie doti furtive erano basilari, ma potevo completarle con i miei genjutsu, mentre pareva che l'altro ninja appartenesse al clan Tokugawa, favoleggiato per essere l'apice dell'assassinio silenzioso. Mi incuriosiva incontrarlo, avrei potuto apprendere qualcosa. Il briefing con il caposquadra, che avrebbe agito da centro di coordinamento e da supporto (non avendo capacità da assassino di per sè) sarebbe avvenuto in una piccola locanda al limitare del territorio del dignitario di nostro interesse, tale Motonari Fuumi. Il suo palazzo non era che a un'ora di marcia per un ninja del mio pur modesto calibro, al centro di un piccolo centro abitato chiamato Mochimori, nella zona più occidentale del Paese del Ferro.

    La locanda aveva appena quattro stanze, ed erano state tutte prenotate dal caposquadra, per quanto saremmo stati solo in tre a occuparla. Entrai nella sala comune sfuggendo al vento gelido della notte, con la mia iconica tuta, appena un pò imbottita per sopportare il freddo, e con una lunga sciarpa ben avvolta intorno al collo. Il locandiere si faceva gli affari suoi, mentre non sapevo se il Tokugawa era già arrivato. Il caposquadra era un mio conterraneo, un Uchiha che portava sempre con sè un cane (voci dicevano che apparteneva a un suo compagno di squadra inuzuka, deceduto in missione) e che avevo incontrato qualche volta. Si chiamava Hangetsu Uchiha

    .

    Era seduto comodamente su un divanoe mi fece cenno di accomodarmi su una poltrona vicina. Gettai uno sguardo al locandiere, che tuttavia aveva come un'aria sognante. Genjutsu...comodo. Commentai mentre mi sedevo: non ci avrebbe ascoltato nessuno. Non appena fossimo stati tutti presenti il caposquadra avrebbe preso parola. Sono Hangetsu Uchiha e vi coordinerò in questa missione. L'obbiettivo è un funzionario locale, con qualche guardia del corpo ma niente che due genin di belle speranze non possano affrontare. Naturalmente se riuscirete a evitare e farlo fuori senza dare nell'occhio sarebbe meglio. Pare che Motonari Fuumi abbia pestato un pò di piedi di troppo, specie quando ha appoggiato un pò troppo calorosamente un'incursione che le forze dei Samurai hanno da poco messo in atto nei confronti di una montagna sacra ad alcuni Youkai...dei Tengu, se non ricordo male. Avrebbe poi guardato verso di me. Ho sentito dire che hai una delle Maschere, spero ne sarai degno. Arrossii...non avevo ancora le capacità necessarie per usarla e stringendo le labbra chinai il capo. Naturalmente, Hengetsu-san. Lo odiai per aver sottolineato a quel modo le mie debolezze, anche se forse nella sua testa quello voleva essere un complimento. E poi si sarebbe rivolto al mio compagno. Tu invece...sei il nipote di Ossuri, no? Uomo interessante...molti hanno debiti o agganci con lui, sai? E' quello che si dice un uomo abile nel muoversi tra le ombre. Letteralmente. Sogghignò. Caso vuole che lo incontrai per la prima volta proprio qui nel Ferro, e la missione fu un successo, spero che sarai alla sua altezza. Scambio di convenevoli che non mi interessava più di tanto, ma tacqui per educazione.

    Come d'usanza, mi presentai al mio compagno di squadra per quella missione. Mi chiamo Yato, del clan Senju. Genin della foglia...conosco le arti del Mokuton del mio clan e sono specializzato nell'uso della spada, qualche arte furtiva e un buon uso di tecniche illusorie per alterare l'ambiente. Attesi che anche lui si presentasse. Il Caposquadra si limitò a dire che apparteneva al clan Uchiha ma era ben noto da quelle parti, specie per Ludo, il suo cane, e che non avrebbe partecipato direttamente all'assassinio, ma solo per una nostra eventuale copertura in caso di fuga, quindi non serviva che conoscessimo di più su di lui.

    Ora veniamo a noi...il bersaglio è nel suo palazzo in mezzo alla cittadina, un edificio di due piani circondato da un giardino ampio, con un fiumiciattolo decorativo e un gazebo a parte...la casa ha una ventina di guardie e non abbiamo mappe o piante, partiamo un pò svantaggiati. Ogni mattina Motonari si sposta con almeno sei guardie a piedi, fino al palazzo amministrativo locale, a circa venti minuti da casa sua, e vi rimane fino a pranzo, mangia in un ristorante a due piani là davanti e quindi torna al lavoro fino alle sei di sera, ora in cui torna a casa. Non è sposato, ma ha una concubina che resta tutto il tempo a casa. Disse mentre consultava delle carte ninja che tirò fuori dal taschino. Non abbiamo altro, il mandante è stato povero di informazioni...abbiamo tre giorni per riuscire...avete qualche piano in particolare, prima che vi dica le mie idee? Non era una situazione semplicissima, ma c'erano diverse opzioni...però lasciai che fosse il Tokugawa a parlare per primo.
  12. .
    Il Canto del Silenzio
    Kenjutsu 12


    Un jutsu....anf...spettacolare. Replicai man mano che tornavo a prendere aria, mentre i due ninja di grado maggiore apparivano imperturbabili. Riuscii a rialzarmi, anche se indebolito, e quando il Maestro propose che prendessi posto accanto a lui sul pipistrello chinai il capo. Sono lusingato. Me lo offriva perchè avevo fatto un buon lavoro o perchè percepiva la mia fragilità e la mia necessità di aiuto? Non lo chiesi nè mostrai segni di quel dubbio: se non altro il Maestro mi aveva riconosciuto e offerto un posto accanto a sè. non sarei stato tanto sciocco da rifiutare. Volare sul pipistrello fu strano, con quei continui movimenti d'ala, ma dopo pochi secondi riuscii a stabilizzarmi...poi dopo aver mangiato qualcosa tutto fu molto più tranquillo per me.

    [...]

    Il Sensei era là, assieme a quel Tengai dall'aspetto umano, e si era riavvicinato assieme ai pipistrelli che componevano il suo seguito. Mentre i nobili parlavano tra loro e con Kensei ci si avvicinò. Il suo primo commento fu per l'orecchio di Hohenheim, cosa che mi gettò ancor più nello sconforto, salvo poi rivolgermi parole di scusa per aver preferito la sua missione al suo ruolo nei miei confronti. Sensei, la Missione viene prima di tutto, non serve che sprechiate parole per un allievo indegno come me. Aggiunsi chinando il capo. E sono lieto che stiate bene. Fu poi Hohenheim a darmi il colpo di grazia con una semplice frase: ero talmente debole e incapace che anche l'autovalutazione era lontana dalle mie possibilità. Forse intendeva altro, ma sul momento mi lasciò interdetto. Certo, Hohenheim-san...farò tesoro dei suoi consigli. Dissi a mezza voce, senza sapere fino a che punto fidarmi della strana mancata guarigione del suo orecchio.

    Il Maestro rispose al saluto di Tengai con forse maggiore formalità, ma il nobile amante della caccia ai Mostri d'Ombra sembrò assai compiaciuto. Eccellente allora, qualcuno dei nobili minori al mio servizio potrebbe anche decidere di seguire il contratto se lo vorrai, non ho nulla in contrario. E sarei ben felice di una sessione di caccia con qualcuno capace di abbattere Reika e il suo disgustoso potere. Si esibì in un inchino che aveva qualcosa di ironico, ma appena un accenno, come se scimmiottare i movimenti umani divertisse quell'individuo. Sempre che di individuo si potesse parlare, dato che era uno stormo di pipistrelli concentrato.

    Osservai rapito la cerimonia con cui Kensei attribuì un nome a due dei pipistrelli che erano accorsi, come da indicazione della Hakushaku, legandoli così a sè e al suo contratto, così da poterli richiamare quando necessario. Il Richiamo doveva essere un'arma potente, ma non pensavo fosse un percorso da intraprendere: la Missione richiedeva l'uso di pedine senza però accogliere troppi rischi, e una creatura specifica a me legata, a meno di essere tenuta segreta, poteva solo indebolirmi. Il secondo dei Pipistrelli era in realtà abile nel concentrarsi in una spada...un potere che combinato all'abilità del Sensei poteva aprire a incredibili capacità combattive. Dovevo diventare più forte. E dovevo riuscirci in ogni modo possibile, per avvicinarmi anche solo di un passo a quegli esseri così superiori. Quei ninja che stavano allo stesso livello dell'Hokage.

    Il Maestro accettò poi di buon grado i doni offerti dalla Hakushaku come ricompensa, e con mio grande stupore il primo che nominò quale possibile beneficiario fui io. Sgranai gli occhi, azzurri e scintillanti alla luce delle fiamme che illuminavano quel luogo a nostro unico effettivo vantaggio. Per...me? Mi aveva accettato quale allievo, e subito fui piegai un ginocchio, a capo chino. Non vi deluderò, Maestro. Mostratemi cosa significa il potere dell'arte della spada. Kyofu stesso, con le sue ali bianche e possenti atterrò davanti a me depositando una spada dal manico interamente nero, con un motivo a fiori di ciliegio inciso delicatamente sulla superficie. Una Katana... Non ero ancora in grado di utilizzare armi di quel calibro, ma certo lo avrei appreso...era uno stimolo e uno sprone a fare di meglio. Il suo nome è Sakura no Ankokudzura...il Lato Oscuro del Ciliegio. Un'arma vecchia di almeno mille anni che tuttavia non ha perso il suo filo. Apparteneva a un uomo che per affinare la sua arte della spada venne qui per sfidare i Mostri Ombra e vi rimase per dieci anni, aiutandoci nel compito ma senza mai rivelarci il suo nome. Lasciò qui la lama quando raggiunse un livello tale da dire che non serviva più avere in mano la sua arma per utilizzarla, quindi se ne andò. Egli sarà certo deceduto ormai, e te ne facciamo dono, come chiesto dal nobile Kensei Hito. Raccolsi l'arma con rispetto. Ne farò tesoro. Era presto per utilizzarla, ma il Maestro mi avrebbe insegnato.

    Quindi il Maestro si rivolse al Sensei, e i pipistrelli stavano per accorrere con un dono adeguato al suo riconoscimento quando Tengai si fece avanti, fermandoli. Se posso ardire, credo che qualunque oggetto presente in queste grotte sarebbe un dono inadeguato. Ho io qualcosa di assai più appropriato e prezioso per il nostro Yohei, il Mercenario. Sorrise, avvicinandosi al Sensei con passi assai più rapidi e silenziosi di quanto un umano sarebbe stato capace. Vedi...Tsubasa tra tutti i pipistrelli al mio servizio, e di rimando del clan Kuei, almeno fino a oggi, è quello con l'udito più raffinato, tanto da percepire persino i battiti cardiaci e le variazioni della pressione nel sangue della sua preda. Uno può recitare ed essere impassibile quanto vuole, ma se affronta qualcosa che lo turba o lo emoziona certe ripercussioni non sono controllabili. Sorrise. E a te interessa parecchio il figlio di colui che ero. Nel dirlo sollevò una mano, da cui un minuscolo pipistrello emerse, separandosi dallo stormo concentrato e volando verso il Sensei, prima di trasformarsi in una sorta di ciondolo. Ti condurrà da lui, ma una sola volta. E poi tornerà a me. Tengai sorrise. Credo sia il dono più adatto, concordi? Persino io avevo intuito che qualcosa collegasse il Sensei al clan Kuei....probabilmente era realmente il miglior dono possibile.

    Infine il Maestro si rivolse a Hohenheim...al Kazekage. In quel momento ancora una volta sbiancai, sudando freddo. Avevo tagliato un pezzo di orecchio al Kazekage. Non lo avevo ancora realizzato! Se mai l'Hokage lo avesse scoperto...la Missione sarebbe potuta fallire prima ancora di entrare nel vivo! Serrai le mani sul Lato Oscuro del Ciliegio fino a farle sbiancare. Kyofu prese il volo, tornando dopo qualche minuto con un sacco tra le zampe inferiori, che appoggiò davanti al sunese. Il sacco in sè era assai raffinato, in qualche tessuto antistrappo che pareva quasi moderno, anche se le decorazioni erano decisamente antiche. Questo sacco è direttamente collegato con un gemello che si trova nelle Grotte e che possiamo riempire in ogni momento, se ci giunge un segnale. Poichè l'Argilla è la tua arma, Kazekage, abbiamo pensato che concedertene l'uso sia un dono adatto. Nelle grotte il nostro guano, unito alle particolari conformazioni rocciose e al chakra che trasuda dai Mostri Ombra crea materiali diversi dal solito, che potrebbero avere effetti diversi se alterati dalla tua arte. Sappiamo per certo che l'argilla proveniente dal nostro guano può agire da combustibile, aumentando enormemente le temperature, mentre il terreno vicino all'uscita reagisce ai suoni con effetti di riverbero che possono danneggiare l'interno delle persone e delle strutture...secoli fa un martello da battaglia venne forgiato utilizzandolo, un'arma che poteva strappare le carne delle vittime con le sole vibrazioni. Infine, la malevolenza che permea il terreno abitato dai Mostri Ombra reagisce nutrendosi delle intenzioni oscure che ha intorno...pensiamo che con la tua arte tu possa beneficiarne. [Nota]Oggetto Leggendario: Sacca delle Grotte del Silenzio
    Indicativamente ha le seguenti caratteristiche, poi si vedranno in fase di giudizio.
    Slot 1: descrive la sacca, che contiene fino a 5 unità di argilla per tipo descritto. Durezza 5, non conta come giara di elemento
    Slot 2: Tipo di argilla derivante dal Guano (calore? potenza extra? altro?)
    Slot 3: tecnica (riempie la Sacca ricaricandola)
    Slot 4: Tipo di argilla derivante dal terreno che amplifica i suoni (danno da vibrazione, ignora difese? Altro?
    Slot 5: Tipo di argilla derivante dal terreno dei mostri Ombra (danni extra a chi agisce con malvagità)


    E' giunto il momento che lasciate questi luoghi, Kensei Hito e suoi fidati compagni.
    Saremo sempre lieti di accogliervi nuovamente.

    Sappiate che l'uscita dalla grotta richiede di passare in un'area in cui il terreno reagisce violentemente a qualunque suono, amplificandolo e causando terribili danni, pertanto solo chi è realmente preparato può uscire...o chi ha il nostro benestare.

    Lasciate che tutti noi intoniamo il Canto del Silenzio, Musei no Uta, così che l'eco del nostro canto vi avvolga spegnendo ogni suono mentre lasciate questo luogo.
    Non vi saranno parole o saluti ad accompagnarvi, nemmeno tra voi, ma il silenzio sarà il canto festoso con cui vi salutiamo, col cuore gonfio di gioia.


    Da quel momento in poi non riuscii più a sentire nulla...dai pipistrelli veniva come una vaga vibrazione che cancellava ogni altro suono. Un rumore bianco, lontano, separato, quasi accogliente. Mi trovai a muovermi senza nemmeno sentire lo spostamento d'aria dei miei passi...quasi fosse un sogno.

    E se non fosse stato per l'arma che stringevo, e per le preziose lezioni ottenute, forse lo avrei pensato davvero.

    E se mai avessi dimenticato qualcosa di tutti quegli eventi, certamente mai avrei scordato quella colossale ed entusiasmante melodia priva di qualsivoglia suono.

    Il Canto del Silenzio ci portò fino a casa.

    [Conclusione]
  13. .
    Cadute e Ascese
    Kenjutsu 10


    Feng Gu
    Il Sanga venne colto alla sorpresa dall'attacco a tradimento, con il breve preavviso di quel grido che gli permise di portare in salvo almeno la vita. Schivò in extremis con una notevole spesa di chakra, pur ricevendo una ferita all'addome che sgorgò decisamente più sangue di quello che avrebbe potuto gradire. Stringendo i denti il Kuei mise tutto sè stesso nel non disperdere quel clone "autenticato" dalla presenza di un singolo pipistrello reale. Yohei! Ruggì! Ti lasci usare così facilmente? Anf...sono deluso! E dire che ti pensavo...anf...quasi capace di far qualcosa... Quel tono arrogante non svaniva nonostante le criticità. Usando i veli Kuei bloccò il colpo successivo, ma cosa avrebbe fatto il Kaguya ora che aveva assaggiato il sangue della sua preda dopo così tanto tempo? Avrebbe davvero lasciato correre? Non ci fu modo di approfondire perchè l'enorme ascia del Re lo obbligò a restare concentrato sullo scontro: doveva pur sopravvivere.

    Giunto il momento del contrattacco, al grido del Mercenario il Sanga annuì, componendo una manciata di sigilli. Come immaginavo non ci sono altri Kaguya come lui...ma non importa! Vedi almeno di renderti utile adesso! Sora no Hofuku! [Tecnica]
    Sora no Hofuku - Vendetta dal Cielo
    Villaggio: Zanna
    Posizioni Magiche: Serpente (5)
    L'utilizzatore, a patto di essere al chiuso, genera un fulmine dal soffitto della struttura che colpisce entro 15 metri da sè. Il fulmine è largo 3 metri ed ha potenza 30, più 10 per ogni 3 metri di altezza del soffitto scelto come origine.
    Tipo: Ninjutsu - Raiton
    (Livello: / Consumo: MedioAlto )
    [Da Chunin in su]


    Non sto a fare il calcolo, ma a occhio siamo sopra i 1000 di potenza
    Sul momento non si percepì nulla: l'oscurità era tale che non si vide nemmeno una scintilla, ma chilometri più in alto una saetta era stata appena generata sul soffitto e avrebbe percorso quell'estrema distanza con furia crescente, fino a diventare una folgore di dimensioni e potenza colossali. Tutto stava a tenere fermo il bersaglio, e questo era il ruolo del Mercenario. Con la falce carica di energia si gettà contro il Re divorato dal tempo, avvampando di ceneri e rancore alla ricerca di un contatto, uno che fosse almeno parziale, tra gli spietati Hai Urami che albergavano nel suo corpo e quell'essere immortale che era al contempo un concetto e una creatura. Le ossa si sollevarono per bloccare le fiamme, ma nulla poterono contro le ceneri che divampavano ovunque, non per danneggiare, ma per sfiorare.

    Ci fu una comunione di spiriti che ben poco aveva della sacralità dei Kami coi loro sacerdoti, essendo invece assai più simile all'empio contatto con spettri maledetti e corrotti, una nausea profonda, come se si nuotasse nella melma rovistando alla ricerca di qualcosa di ancor più disgustoso al tatto. Mani scheletriche grondanti acido verdastro irruppero nella stanza dei troni, cercando di ghermire il Sole Nero con le sue dita pallide e del tutto incuranti del fuoco e del dolore: la sua potenza era superiore. La sua essenza inarrivabile. Le vuote orbite di quel Re aleggiavano in ogni angolo del mondo interiore, con un sussurro incessante che obnubilava il cervello. MIO MIO MIO MIO!!! Dicevano, stordendo anche il più solido degli animi.

    Questo almeno fino al momento esatto in cui l'Ego attribuì un nome al suo nemico, il momento in cui definì l'essere che stava affrontando come Avidità. Se l'acido verde aveva cominciato a sciogliere e digerire il mondo interiore, minacciando persino i troni e loro confini, ecco che come colte da una scarica elettrica quelle mani si fermarono, contratte, con il verde che diventava grigio e tutto che si ristabiliva rapidamente...invano il Re cercò di ritrarsi: era stato catturato e non poteva sottrarsi a quel contatto almeno fino a quando non lo avesse voluto il Risorto. Le parole sono potenti nei confronti delle emozioni...non bastano forse poche sillabe a suscitare ira o placare gli inquieti? Esseri senza corpo non sono forse armati di pensieri e parole, e solo da essi possono essere realmente influenzati? La luce nera del Sole avvampò più forte mentre piume di cenere si depositavano sulle mani forzando l'apparizione del Re stesso nella sua interezza in quel mondo interiore. La nenia si interruppe: il Re doveva parlare, alla pari. Non verrò dimenticato. Sai chi sono, non posso permettermi di svanire nel nulla finchè non sarò soddisfatto. Ci dici diversi, ma siamo affini. La tua vendetta è avidità, ma la mia avidità non è vendetta. Tu brami qualcosa che ti dia soddisfazione. Io bramo TUTTO, specie ciò che mi è stato tolto. Mi porti una proposta...e se potrai darmi tutto allora io verrò con te!

    Il Re sollevò le braccia, quasi in segno di resa, ma non c'era sconfitta nè sottomissione nel suo sguardo vuoto. Non sarò una tua arma. Non sono uno Youkai che abita negli oggetti. Sono Ossa che dominano le Ossa. L'unico modo che ho per manifestarmi nel mondo fuori da queste grotta è nelle ossa di un morto, non in quelle che puoi emettere col chakra in quella tua patetica imitazione del mio potere. Ma Tu....tu sei Morto. Io lo percepisco, e dunque sarà nelle tue ossa che mi anniderò, e così ti chiamerò: Il Morto. Non ci fu un contratto o una frase nè un accordo. Non ci furono parole che siglarono qualcosa. Il concetto era più di una reciproca consapevolezza tra le due parti: ora che il nome del Re era noto al Kaguya, questi era in netto vantaggio, potendo ignorare gran parte dei poteri della creatura. Con la vittoria non più certa e una via di fuga assicurata, ovviamente avrebbe scelto la via più vantaggiosa. Il tradimento era contemplato, da parte di entrambi ed entrambi ne sarebbero stati coscienti, ma per il momento la situazione poteva andar bene.

    Il Re non avrebbe abitato nel mondo interiore nè comunicato con le voci. Non era una personalità, non era rancore incarnato ma Avidità. Era un concetto reso fisico, e la sua fisicità era comunque imprescindibile, non si sarebbe arrischiato a proiettarsi ancora davanti ai Troni dopo essere stato così facilmente sottomesso dalle ceneri. Non avrebbe vissuto nemmeno in un'arma, come voleva il Kaguya, ma si sarebbe rifugiato in un singolo osso del suo corpo: verosimilmente una delle vertebre cervicali o del torace, che avrebbe assunto un colore verde acido e malsano, con un vago fastidio costante da parte del suo portatore. Trasferì in esso le sue potenzialità e là sarebbe rimasto, in attesa, al servizio del Kaguya finchè gli avesse fatto comodo. Manipolare quell'osso con la sua tecnica speciale avrebbe avuto effetti ben diversi dal solito, oltre a poter contare sulla coscienza del Re e sulla sua pur deviata e corrotta conoscenza (per quanto sapesse ben poco del mondo, vista la lunga prigionìa).

    Mentre la sua essenza scivolava nel corpo del Risorto, il Re lasciò che il suo corpo principale perdesse forza, con le ossa che cedevano e le fiamme che finalmente lo lambirono, incarcerandolo in un incendio brutale. Il grido di frustrazione riempì l'aria, mentre invano si divincolava cercando di scacciare il fuoco. Perfetto, Yohei! Ora levati da là! Esultò il Sanga. Pochi secondi e dal cielo una luce abbagliante si schiantò a pochi passi dal Kaguya, più simile a una lancia scagliata da qualche divinità che a un semplice Raiton, riducendo il corpo ormai privo di essenza del Re divorato dal Tempo in minuscoli brandelli, oltre che togliendo la vista per qualche secondo ai presenti, senza contare lo spostamento d'aria brutale.

    LA VITTORIA INFINE!!! VITTORIA E FORZA! L'EMOZIONE! AH! LA SENTO! Il Sanga alzò entrambe le braccia al cielo in una manifestazione di gioia feroce. NON SONO VITTIMA DEL MIO CLAN! IO SUPERERO' QUEI LIMITI! IO, E SOLO IO! IO SENTIRO' SEMPRE. Mi servono solo nemici DEGNI! AHAHAHAHAHAHAHH!!! Rideva, rideva ancora...ed era mentre rideva che cadde privo di sensi, ancora estatico. Era esausto e ferito. Il pipistrello che lo serviva (che si era tenuto lontano durante le fasi più concitate della lotta) accorse immediatamente al suo fianco. Ha perso molto sanuge ed energie...puoi aiutarlo?

    Il Re dentro il Kaguya intanto, più simile a un sussurro che veniva dalla base del suo collo che a una voce interiore, disse semplicemente Portami fuori da qui, Morto. Aiutami a riavere ciò che è mio. Mostrami la tua Vendetta e io ti mostrerò cosa è più importante. Ma cosa avrebbe fatto ora il Risorto? Ucciso il Sanga? O lo avrebbe aiutato tornando di sopra alla cittadella abitata dai Pipistrelli? E come trasportarlo? C'era anche il discorso di Kensei e Yato là sopra...oltre al far rapporto dal padre di Kazuhiro.

    Kensei, Hohenheim e Yato
    Dimostrando capacità che non potevo immaginarmi il Maestro tese una mano contro il getto di gas dell'orrida apparizione che ci minacciava dal soffitto, scatenando una vera e propria tempesta di fulmini neri che la travolse, strappandole grida di dolore che continuarono a risuonarmi in testa per qualche minuto, talmente acuti che sarebbe impossibile per una gola umana riprodurli anche solo alla lontana. Severamente danneggiata da quell'attacco, Reika non prestò particolare attenzione alla miracolosa capacità difensiva di Hohenheim, che schivò un'esplosione quasi come se fosse attesa. MALEDETTI! MALEDETTI! CADRETE COME LE MOSCHE CHE SIETE! La voce del mostro si mescolava alle grida, uno dei vantaggi di avere più bocche, ma l'odio e l'ira erano quasi più opprimenti del suo dolore in quella caverna sotterranea, con il respiro che cominciava a farsi sempre più pesante...erano quelle esalazioni, era evidente!

    A nulla servirono i richiami del Maestro: la Hakushaku non poteva superare il jutsu di contenimento di Hohenheim, e lo stesso valeva per Kyofu. Sto cercando di giungere, Kensei Hito, ma la strada è bloccata! Lo ammonì la parte della baronessa che era presente. Ti chiedo perdono per la mia scarsa fiducia. Farò il possibile per redimermi. Ma intanto il nemico era sempre sul soffitto, e mentre mettevo in atto il mio stratagemma Hohenheim tornò a concentrarsi sullo scontro in atto dopo qualche secondo in cui sembrava come distratto. Con le sue arti sollevò dal terreno due grossi pipistrelli d'argilla, uno dei quali agì da mezzo di trasporto per il Maestro. Per un secondo pensai di salire sull'altro, ma a cosa potevo essere utile là in alto? Ero debole e fuori luogo ma almeno nel mio piccolo potevo pur fare qualcosa, anche se si trattava di un misero sassolino sul nostro piatto della bilancia. Attuai la mia strategia illusoria, ottenendo informazioni importanti e spingendo il nemico a scartare, abbassandone almeno in parte la difesa mentre il Maestro in volo lo caricava per cercare due attacchi con la sua strana spada gorgogliante di sangue e chakra...senza tuttavia causare grandi danni (avrebbe chiaramente percepito lo scarso impatto su quel corpo mostruoso, abbattendo giusto una manciata della miriade di pipistrelli che lo componevano) LURIDO TRADITORE! VERMI! SIETE SOLO SPAZZATURA! MORIRETE! VI SCHIACCHIERO'! VI DIVORERO'! Era come se a ogni contatto quell'essere perdesse sempre più la sua razionalità, come divorata da un'ira senza fine....che centrassero gli attacchi del Sensei? O era solo schiava di un incommensurabile orgoglio?

    In ogni caso Hohenheim si accodò all'attacco lasciando che uno dei pipistrelli appena creati esplodesse proprio a distanza ravvicinata dal nemico, coinvolgendola in uno spostamento d'aria che spense decine e decine di quelle voci che la componevano, in uno stridìo acuto e insopportabile, cui fece seguito una seconda esplosione più piccola, certo frutto delle minuscole bombe disperse nell'ambiente. Hohenheim sembrava tornato in sè e mi guardò con un sorriso nonostante l'orecchio mozzato. Mi sentii un verme...era solo colpa mia. Mia e della mia inutilità. Io...sono mortificato...sto...sto bene credo ma un pò...stordito... Troppo danneggiata per parlare in maniera coerente, Reika perse la sua forma compressa, diventando quindi, in un'ultimo tentativo di sopravvivenza, uno stormo furioso e feroce che si diffuse per tutta la sala...una nube nera di ali e denti che ci avrebbe avvolto tutti, visto lo spazio limitato, anche se questo la avrebbe certo esposta maggiormente ai fumi tossici che cominciavano a intontirmi...ma non abbastanza da realizzare la minaccia! NO! Mi spostai davanti al ninja di Suna, che pure non aveva certo bisogno del mio aiuto, cercando di sfruttare al massimo le mie capacità per innalzare una difesa che proteggesse entrambi e bloccasse lo stormo letale [Attacco]Lo stormo invade la stanza con velocità Viola+3 tacche. A contatto ha potenza 30 + Sanguinamento (DnT Grave), che infligge per ogni slot in cui si resta nello stormo
    Inoltre ogni tecnica o azione non offensiva causa AdO a chi si trova nello stormo
    .

    Forse...se ha abbastanza istinto di sopravvivenza... Composi anche una manciata di sigilli, gli stessi della tecnica illusoria di poco prima. L'effetto congiunto fu una selva di rami intricati che emerse dal mio corpo in una sorta di bozzolo semisferico per bloccare l'attacco...e alcuni rami che cambiavano aspetto come se dal legno fiorissero delle cartabombe accese, con effetto sonoro [Difesa e Tecnica]9 Unità - Potenza 30
    Più Percezione Falsata
    . Avrebbe funzionato, pur prosciugando gran parte delle mie energie...ma la Nobile ancora comprendeva che le esplosioni erano pericolose per lei, e non era abbastanza sveglia per capire che erano illusorie. Le cartabombe sul soffitto, Maestro...non ci si avvicinerà! Potevo aver aiutato Hohenheim ma non Kensei...e lo stormo restava ovunque nella stanza, disperato e alle strette. Sarebbe bastato un ultimo piccolo attacco per abbatterlo definitivamente, ma io non ero in grado di portarlo.

    La Hakushaku, unico pipistrello nostro alleato in quella cacofonia, si era riavvicinato a Kensei, se questi fosse sopravvissuto all'assalto. Reika è sconfitta e fuori di sè. E questa stanza è completamente isolata...anche se solo una frazione di me è qui permettimi di aiutarti ad abbatterla definitivamente, non posso attaccarla in maniera diretta, ma nulla mi vieta di supportarti, specie dopo che lei ha colpito per prima. Imbraccia la mia forza, Kensei Hito, e abbattila! Usa la mia forza come un tempo la usò Kenkichi! Sfruttando il chakra il piccolo pipistrello emise un getto di ultrasuoni del tutto simile a quello usato dal primo megachirottero incontrato nella grotta: una vibrazione talmente intensa e devastante da distorcere l'aria fino a diventare visibile, con il Kiriano come unico bersaglio ravvicinato! Tuttavia al contatto non ci sarebbero stati danni o distruzione, ma piuttosto un'armonica distribuzione sul braccio dell'uomo, fino alla sua spada...e per una strana congiunzione di eventi anche a tutte le sue parti meccaniche. Forse Kenkichi Mikawa combinava la sua arte della spada con i suoni di Akayoru, ma Kensei Hito non si limitava a impugnare la sua arma: ERA un'arma. [Tecnica]Yoru no Uta: Kezuru - Canto della Notte: Affilatura
    Posizioni Magiche Caricamento (4)
    L'utilizzatore emette un getto di ultrasuoni lineari con cui potenzia un Equipaggiamento alleato entro 6 metri, a patto che non vi siano ostacoli tra i due. L'Equipaggiamento vibra intensamente, ottenendo un aumento di Potenza di 30. Ogni contatto dell'arma contro un bersaglio genera un botto sonoro semisferico con raggio 3 metri e Potenza 10, che ignora le Protezioni. Ogni botto riduce di 10 la Potenza caricata sull'arma. E' possibile scaricare tutta la potenza in un solo attacco. Il jutsu dura due round, o fino ad annullamento. della potenza accumulata.
    Tipo: Ninjutsu - Potenziamento
    [Da Chunin in su]

    Variante Kensei La potenza è diffusa a tutto il corpo, la potenza caricata su spada e corpo è 60, ma ogni 10 di Potenza scaricata causano una ferita MezzaLeggera diffusa al Kiriano.


    Era la sua occasione...non poteva fallire.
  14. .
    Bestie Ferite

    Ryuu era riuscito a evitare con relativa facilità gli attacchi del suo nemico, ma era solo e in svantaggio numerico, completamente vittima del potente genjutsu che aveva raggelato l'area e non ne era nemmeno consapevole. Non potevo assistere alla scena, ovviamente, ed essendo sopravento nemmeno i leopardi potevano avere idea di cosa si stesse consumando. La natura di Jinchuuriki di Ryuu mi rimase quindi oscura, in quell'occasione, ma certo Chishi Senkoku la avrebbe avuta impressa negli occhi dorati come se marchiata a fuoco.

    Tu...affrontarmi da solo? E con quale... Ma poi quel chakra esplosivo che spazzò via la razionalità del giovane, ormai non più esca o stratega, ma pura potenza. Più bestia della creatura feroce che aveva davanti. Non capisco... Probabilmente non aveva mai visto nè sentito parlare dei Demoni, o comunque non si era mai trovato davanti a uno di essi, affrontandone la furia e la forza smisurata. Con uno scatto Ryuu ignorò la bestia che lo aveva aggredito poco prima e gli stava accanto, lanciandosi a tutta forza verso il Mutaforma, con velocità che lui poteva solo a stento raggiungere!

    Che creatura sei? Ruggì mentre quel pirmo pugno colpiva il suo muso, anche se non in pieno per un abbozzodi schivata, riuscendo però a trarre un verso di dolore alla Mutazione e lasciarlo per qualche istante più esposto all'attacco successivo! Dovette sicuramente ricorrere a una grande quantità di energia per scartare lateralmente ed evitare lo spiedo che stava per piantarglisi nella coscia, solo per ritrovarsi con un'arma analoga conficcata nella spalla sinistra dopo un vano tentativo di deviare il colpo. RRRAUGH! Troppo preso dallo scontro a breve distanza, non ebbe nemmeno il tempo di sfruttare i felini che aveva soggiogato: doveva contrastare da solo il suo nemico, e da troppo tempo non combatteva più in prima persona!

    Il calcio volante ancor più rapido raggiunse il collo di Chishi Senkoku costringendo il suo corpo massiccio a inginocchiarsi, nonostante Ryuu fosse decisamente minuto al suo confronto...e quell'istante di incertezza segnò la sua fine, perchè l'estrazione dell'arma, nella quale Ryuu aveva deliberatamente scelto di ignorare ogni suo limite a costo di danneggiare le sue braccia, portò il Mutaforma a contemplare un lampo d'acciaio che si muoveva fin troppo veloce per le sue limitate forze: non si era aspettato uno scontro diretto nè un nemico che potesse sviluppare capacità fisiche fino a quel livello! Cercò di ripararsi con gli artigli ricoperti di ghiaccio ma fu troppo lento. Di appena una frazione di secondo...ma troppo lento.

    La testa cadde al suolo alcuni metri più in là...e in quel preciso istante i tre leopardi intorno caddero al suolo privi di sensi, ora che il loro marionettista era caduto. Il cacciatore aveva perso contro la sua bestia.

    Noi arrivammo parecchi minuti più tardi: i due leopardi assieme a noi non avevano più sentito alcuna influenza mentale, nemmeno un vago fastidio, e la cosa era sospetta. Inoltre nè Ryuu nè il nemico si erano avvicinati alla trappola che avevamo preparato. Questo non va bene... mormorai, ma Kuchihige-san era della stessa idea. Dopo un poco propose che almeno io andassi in avanscoperta, con l'ordine di ritirarmi al primo problema. Il mio scopo è proteggere il cacciatore, non andare a esplorare... protestai debolmente, ma non c'era verso di convincere il vecchio a cambiare idea. Quando arrivai dove avevamo lasciato il kiriano vidi che tutto si era concluso per il meglio...e provai una punta di invidia: come aveva fatto a sconfiggere quell'essere completamente da solo, quando anche Kuchihige-san lo riteneva un pericolo significativo? Ah...lo hai battuto. Mi sforzai di mostrarmi sollevato, anche se avrei voluto digrignare i denti. Congratulazioni! Manderò un segnale per far riavvicinare gli altri.

    Il vecchio sembrò estremamente sollevato nel vedere il corpo abbattuto, tornato a essere quadrupede, tanto che si chiuse in preghiera per qualche secondo. Finalmente questa piaga è stata debellata, e anche la mia promessa mantenuta. Guardò verso il Kiriano. Ryucchi, vorrei portare la pelle di questa creatura a colei che domina l'Altobranco. Ovviamente il tuo nome sarà ricordato come colui che ha cacciato e abbattuto la Mutazione. I due leopardi si avvicinarono al giovane Mizukiyo, esibendosi in un profondo inchino prima di avvicinarsi e strusciare la loro testa sulle sue gambe, come fosse un membro della famiglia, quasi ronfando. Quei tre poveri animali controllati da Chishi Senkoku si riprenderanno, ma avranno bisogno di tempo...ci vorrà qualche ora per trasportare tutti e distruggere il campo di questi bracconieri...Yatocchi, dai una mano! Sbuffai. Io non sono un tuttofare...sono solo una guardia del corpo...

    Ma a nulla serviva protestare...quella faccenda era finita. Dovevamo solo raccogliere le spoglie e andare a casa.
  15. .
    Problemi d'Intesa
    Kenjutsu 8


    Feng Gu
    Premuroso! Commentò seccamente il Sanga, non senza trascurare una punta di sarcasmo. Che mamma chioccia premurosa, Yohei, sono commosso...come se non fosse ovvio che la tua pantomima mira a qualcosa. Nessuno è così generoso con la Zanna, o in generale, e non credo alla storiella del mettere radici e tirar su famiglia con quella mocciosa. Acre nel tono, lo shinobi continuò. Ma sono una voce fuori dal coro...in qualche modo hai dalla tua lo Yonga, lo Shoga e persino Jaime Shura, candidato per il seggio della Seconda Zanna. Hai reso grandi servizi alla Zanna, ma non per questo hai la mia fiducia. Concluse, pur non rifutando l'aiuto in quella faccenda.

    Quando poi si parlò delle eventuali contromisure verso il Re, il Sanga rimase in silenzio perqualche istante, come sorpreso dalle sue affermazioni. Ho combattuto dei Kaguya, ma la gioia di ucciderne uno...di spezzarne le ossa e la vita dopo uno scontro finale, sfruttando ogni risorsa disponibile... Aveva un'aria quasi rapita ...no, quella mi è stata negata. Io non ho mai ucciso un Kaguya, lo riconosco. E farei di tutto per avere ancora quell'opportunità. Poi ancora sul mercenario. Senza rancore, Yohei, non ho nulla contro il tuo clan in quanto tale...è più una faccenda personale. Una vecchia storia, diciamo. A giudicare dall'assenza di reazioni non sapeva granchè dei Tamasizu o della storia del clan delle Ossa, la faccenda era per lui molto più delimitata.

    Ascoltò poi con interesse le strategie del Risorto, assorto, quasi le stesse applicando mentalmente...anche se non necessariamente allo scontro che li aspettava nel futuro più prossimo. Sentimenti negativi dici? A quella menzione sbuffò. Farneticazioni dei nobili, e controsensi. Questi RE sono il prodotto di jutsu e ricerche eretiche, e quindi sono materiali e tangibili. Non è pensabile dare forma fisica a un'emozione o un concetto...non dovresti credere a tutto quel che ti dicono. Quei mostri sono solo molto resistenti e capaci di rigenerare...forse realmente immortali, ma nulla di metafisico. Nulla di più. C'era una sottile venatura nel suo tono, quasi stesse cercando di convincere sè stesso, più che il Kaguya.

    Stavano ancora parlando quando ecco che la Sagoma si avvicinò al limitare dell'area illuminata, ancora semi-immersa nelle tenebre che ne dissimulavano l'aspetto, a circa dieci metri da Feng Gu. Senza grande preavviso dalla sua massiccia figura sorse, più o meno all'altezza del petto, un gigantesco drago d'ossa che dopo un'iniziale ascesa si sarebbe poi abbattuto in picchiata sull'area illuminata cercando di ridurre a brandelli entrambi gli shinobi, spargendo poi brandelli d'ossa ovunque [Tecnica 1]Soffio del Drago d'Ossa - Honeryuudan no Jutsu
    Villaggio: Mostri Ombra
    Posizioni Magiche: Caricamento (6)
    L'utilizzatore può evocare dal suo corpo un dragone composto d'ossa, lungo 26 metri e con raggio di 9 metri; può percorrere 45 metri prima di svanire. La potenza del drago è pari a 80. Il costrutto si può muovere liberamente, ma con manovre piuttosto ampie. La velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: Alto)

    Azione Rapida
    Chakra Eretico +30 Potenza
    Statistiche: Concentrazione Nera +6 tacche
    !

    Comunque andasse un sussurro avvolse l'area poco dopo lo schianto, tanto intenso da essere quasi assordante, come l'urlo di qualcuno oltre una spessa parete che riverberava in tutto l'ambiente. CORPI! CORPI PER LA MIA ASCESA! CORPI PER LA MIA VENDETTA! Il suono non veniva necessariamente dal Re, ma era stato lui a parlare, oltre ogni ragionevole dubbio. Il Sanga si era salvato scomponendosi in quattro grossi pipistrelli, per poi riunirsi una mezza dozzina di metri più addietro, ben oltre le ossa frantumate che dopo l'impatto erano sparse qua e là. In qualche modo i sigilli che mantenevano la luce erano rimasti intatti. Non abbassare la guardia, Yohei. Quelle ossa può muoverle ancora! Tsubasa intanto si era salvato spiccando il volo con largo anticipo e ora con un botto di onde sonore spazzò via gran parte dei frammenti d'osso, così da ridurre le risorse disponibili per il Re.

    Ancora una volta quel sussurro. MIEI! MIE PEDINE, NON OSATE RIBELLARVI! DEVO AVERVI, DEVO RESTARE. NON POSSO ESSERE DIMENTICATO! E mentre parlava le schegge ossee germogliarono, quasi fossero piante, fino a generare veri e propri rami irti di costole affilate che insidiarono i ninja in un brutale tentativo di cattura [Tecnica 2, Azione 1]Fruste del Drago d'Osso- : Honeryuuben
    <sommario>Villaggio: Mostri Ombra
    Posizioni Magiche: Caricamento (3)
    L'utilizzatore può creare fino a 4 fruste d'acqua a partire da ossa nell'ambiente. Le fruste possono raggiungere i 21 metri. Muovere le fruste con traiettoria simile richiede slot azione; attaccare con più fruste è considerabile "azione doppia". Potranno muoversi esclusivamente con traiettoria lineare e ogni cambiamento necessiterà di un nuovo slot azione. Ogni frusta avrà potenza pari a 40; hanno Velocità pari alla Concentrazione dell'utilizzatore, incrementata di 2 tacche. Ogni frusta può rimanere attiva per massimo 2 round.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: Mediobasso ogni frusta)

    Chakra Eretico +5 per frusta
    Ossa Affilate Causa Sanguinamento (DnT Medio)
    Statistiche: Concentrazione Nera +8 tacche per il primo attacco. potenza 45 per frusta + DnT Medio (Sanguinamento)
    ! Il Sanga usò i Veli Kuei, parte del suo abbigliamento e fondamentali nelle tecniche di clan, per spezzare le due fruste che lo attaccarono, mentre il Risorto venne bersagliato da un primo attacco doppio che voleva catturargli il braccio sinistro e la gamba destra. Andasse come andasse il movimento successivo sarebbe stato un guizzo della frusta che aveva mirato (e forse preso) il braccio che provò a spiccare la testa del suo bersaglio [Azione 2]Statistiche: Concentrazione Nera +8, Potenza 40

    Comunque andasse il Re avrebbe poi scagliato la gigantesca ascia contro il Risorto nell'intento di spaccargli il torso con la sua stazza e la violenza del colpo [Azione 3]Statistiche: Forza Nera +4 tacche, Velocità Nera +6 tacche, Potenza 55, ascia grande 4 Unità, per poi sollevarsi come dotata di vita propria per cercare un nuovo colpo qualora non lo avesse ucciso, vibrando un fendente a mezz'aria che voleva falciare le gambe [Azione 4]Statistiche: Forza Nera +4 tacche, Velocità Nera +6 tacche, Potenza 55, ascia grande 4 Unità. Yohei! Sembra che tu gli piaccia! AHAHAHAHA! Il Sanga era divertito, apparentemente di ottimo umore, prima di trovarsi a deviare a la medesima ascia con i suoi Veli, seppur con difficoltà. Tks! Impegnati di più, Re! Non sei ancora al SUO livello!

    Infine il massiccio Re entrò nel campo luminoso. Giusto un piede sinistro scheletrico e parte del torso, con la colonna sulla cima del teschio a malapena visibile in quella penombra. Il suo sussurro assordante era ancora nell'aria, come un'eco distante che si faceva sempre più flebile. Allora, Yohei? ATTACCHIAMO NOI! AVANTI! Come da strategia concordata, stava a Yohei aprire le danze.

    Kensei, Hohenheim e Yato
    Mi ero pentito immediatamente della reazione avuta alle parole di Hohenheim, anche se per certi versi era stato liberatorio esprimere ad alta voce il mio dissenso. Entrambi i ninja, forti di esperienze ben maggiori della mia, anche se opposte quanto a conclusioni, ebbero qualcosa da dirmi. Quando il Maestro mi disse di non lasciar andare l'odio e di coltivarlo, alimentarlo, per un breve istante ebbi quasi un'epifania: era forse quella la strada per il potere? Era qualcosa che poteva rendermi più forte? Che poteva farmi portare a termine la Missione? Un lampo di entusiasmo che però durò poco, presto schiacciato dalla freddezza: come potevo completare la Missione senza il raziocinio? Ho già provato la via dell'ira e dell'odio, e mi ha solo affondato nell'autocommiserazione, nella frustrazione e nello sconforto, Maestro. Risposi, torvo in viso...è pur vero che avevo provato quella strada quando ero molto giovane, senza grandi risultati...possibile che avessi solo sbagliato il modo di brandirlo? Hohenheim tese una mano, offrendo il suo aiuto e la sua disponibilità. Era buono, sapeva essere accogliente e confortevole. Ma se non ero certo che l'odio fosse utile, sapevo per certo che non avrei mai completato la Missione abbandonandomi al benessere e alla comprensione degli altri: il mio era il ruolo di un terrorista e di un nemico. Io dovevo essere da solo. Grazie. Gli dissi. Mi scuso per il mio comportamento, ho parlato male el Kage solo perchè abbiamo avuto dei trascorsi tesi, e questa grotta mi ha messo sotto pressione. Sono ancora immaturo. Poi verso Kensei. Sono debole e ignorante...tuttavia...rifletterò sulle tue parole. La ringrazio E aggiunsi dopo. Su quelle di entrambi. Ma era evidente che fosse stato il Kiriano a colpirmi maggiormente.

    [...]

    Reika sembrava a suo a gio, e per quanto d'aspetto certamente provocante era tutt'altro che seducente...solo un pervertito o qualcuno con parecchio alcool in corpo. Era strana, disturbante nel suo scimmiottare l'aspetto umano, tanto che mi trovai a non volerla fissare troppo a lungo, e per fortuna non ero tenuto a farlo. Rimasi in disparte, come Hohenheim, e fortunatamente la donna non ci considerò più di qualche secondo: aveva occhi solo per Kensei. Mio caro Kensei Hito! Che bello vederti qui e che bello vedere un inchino galanete...ma preferirei di gran lunga se ti togliessi quella brutta maschera, così da poter incollare gli occhi sulle mie forme...amo essere guardata. Allora, la toglieresti, per me? Non avevo idea del perchè il Maestro indossasse quel catafalco, anche se dal modo in cui camminava sospettavo che una, o forse entrambe le gambe avessero subito qualche intervento, forse anche protesico, ma per qualche motivo ero assolutamente certo che non si sarebbe mai levato l'elmo per una semplice richiesta.

    Se non altro Reika non diede troppo peso alla cosa, e quale che fosse la risposta di Kensei non avrebbe fatto una piega, facendo però per avvicinarsi al suo interlocutore. Incedendo nella sua direzione, aveva quasi un'espressione famelica, come se volesse mangiarlo con gusto. Hohenheim aspettava proprio come me, a breve distanza, e mi trovai a ripensare allo scambio di poco prima. E se ne avesse parlato all'Hokage? Non che Raizen non sapesse della mia antipatia nei suoi confronti, ma dovevo imparare a tenere a freno la lingua. Esaudire ogni mio desiderio, Tesorino? Una donna potrebbe perdere la testa per una proposta del genere, sai? Lei portò un dito sulle labbra carnose, massaggiandole appena, sensuale, mentre faceva scorrere lentamente lo sguardo su tutti noi con i suoi profondi occhi neri. E se avesse chiesto di mangiarmi come già aveva fatto Amano? Non potevo certo permettermi di rischiare la vita per una sciocchezza simile...il Maestro lo avrebbe prevenuto sicuramente...e se proprio qualcuno doveva essere mangiato speravo che prendesse Hohenheim, piuttosto. Così avrei anche evitato di preoccuparmi di chiacchierate inopportune con l'Hokage.

    Vediamo, vediamo...non mi dispiacerebbe essere tua amica, tanto per cominciare, anche per un lungo periodo. Hai un'amante, Kensei Hito? Non disdegnerei darti le mie attenzione per qualche tempo... Fissò me. Proprio me. Voleva attaccarmi? Avrei fatto in tempo a spingere Hohenheim sulla traiettoria per salvarmi? Sentivo il sudore freddo sul collo e le palpitazioni...puro terrore! Da quando aevo così poco controllo delle mie emozioni? Eppure pensavo di stare migliorando come shinobi, di aver ottenuto esperienza e pelo sullo stomaco...perchè tanta tensione? Lei mi fissava, ne ero certo anche se non la guardavo di rimando...ne ero certo. Con quegli occhi attraenti e quel seno così prosperoso. ...per esempio per i prossimi trent'anni.

    LEI SAPEVA! In qualche modo aveva saputo degli eventi al Trono Oscuro. Aveva spie? O magari qualcuno le aveva spifferato tutto. Ecco perchè guardava ME, l'idea dei trent'anni era mia! Ma chi...possibile che fosse stato Hohenheim? Mi guardavo intorno, sudando freddo, agitato. Ci poteva stare...le sue parole sull'Hokage...forse era un suo amico? Un amico del Kage...tutto tornava! Era una sua trappola! Una trappola dell'odiato Raizen, di quella Bestia! Serrai i denti, scoccando una lunga occhiata accusatoria al sunese...non potevo abbassare la guardia. Non ora. Reika intanto, raggiante nella posizione di superiorità che le conferiva la sua bellezza, continuò a parlare a Kensei, ormai a meno di un metro da lui. Cosa ne pensi, Kensei Hito? Inoltre...oh, so di essere avida...ma se proprio non mi vuoi come amante, o vuoi farmi un primo regalo in quanto tale...io vorrei il comando degli Shin'ya Komori. E la morte di Amano. Oggi stesso. E nel dirlo avrebbe fatto per carezzare la guancia metallica del Maestro. Perchè solo a lui? E magari restare soli, io, te e i tuoi veri amici.

    Sentivo il respiro di Hohenheim accanto a me. O era una risata soffocata? Si, era sicuramente una risata! Rideva di me, della mia debolezza, dell'umiliazione che mi aveva scaricato addosso! La sua trappola perfetta, da braccio destro dell'Hokage era stata tesa e si sentiva il vincitore, pensando che non avessi nemmeno una mossa a disposizione, nemmeno una possibilità! Ah, ma non sarei precipitato così facilmente, anche se il sangue mi pulsava in testa con una rapidità incredibile e quasi mi impediva di vedere. NO! Sbottai. NON LO PERMETTERO'! La mia arma venne sguainata con una velocità che mai avevo posseduto...che fosse l'influenza di Reika, del mio desiderio di restarle vicino unito al volermi proteggere? NON MI TAGLIERAI FUORI! Dovevo attaccare per primo o sarebbe stato lui ad attaccare me, era semplice sopravvivenza!

    Un colpo netto, in piena estrazione e che certamente non si aspettava...sapevo che con quel colpo avrei cavato sangue, non poteva essere altrimenti [Tecnica 1]Statistiche: Velocità Nera +4 tacche, Potenza 25, Furtività 3

    Base +1 Vel
    Feromoni di Reika Per un'azione a Round, agisce come se di due energie superiori
    ! Avevo mirato alla testa, alla chiara ricerca, se non di una decapitazione (la wakizashi probabilmente non era abbastanza forte per un colpo netto), almeno per sgozzarlo...certo se fosse riuscito a schivare o avesse provato a parare magari gli avrei portato via un orecchio o un dito...nella migliore delle ipotesi gli potevo cavare un occhio, ma sinceramente speravo che morisse, che non si mettesse più sul mio cammino con le sue trappole seducenti e con l'intento di portare via Reika! Sapendo di dover insistere proseguii la mia offensiva con un tentativo di affondo per spaccargli in due il cuore [Azione 1]Statistiche: Velocità Blu +4 tacche, Forza Blu+1 tacca, Potenza 25

    Impasto Mediobasso +3 Vel, +1 For
    subito seguito, vista la corta distanza, dalla rapida crescita di due spuntoni lignei dalle mie tibie, che estendendosi in avanti avrebbero cercato di fracassare le ginocchia del sunese! [Azione 2 e 3]Statistiche: Velocità Blu+1 tacca, Potenza 20 per spuntone PER REIKA!

    E nel dirlo, qualcosa dentro di me reagì bruscamente. Reika? Una donna, per quanto bellissima, che importanza poteva mai avere per la Missione? Quell'unica certezza, quella colonna d'acciaio scolpita da anni di indottrinamento e addestramento in fondo al mio animo, alla mia mente e al mio cuore, non poteva certo lasciare spazio a una donna. La Missione era l'unica gioia della mia esistenza...quindi cosa stavo facendo? Tentennai, senza portare ulteriori attacchi. La...Reika...no...la Missione è...tutto! Stringevo i denti: non ero in grado di controllare me stesso e tremavo nel disperato tentativo di trattenermi. I feromoni? Ma quando ne ero caduto preda? Quando avevo perso il controllo? Come avevo potuto permettere a una stupida donna di distogliermi dalla Missione? NIENTE poteva essere superiore alla Missione! UUUAAAAHHH!! Non potevo controllarmi appieno, ma ero un Senju...ero il Seme. Ero l'Albero. Ero Vita. E la vita nacque dal mio corpo come legno, con rami resistenti che avvolsero le spalle e le braccia, limitando i miei movimenti. Forse non ero libero di agire, ma avrei fatto tutto il possibile!

    E gli altri? Erano stati sottoposti anche loro a quell'attacco così infido e dal lento sviluppo? Avrebbero capito che non riuscivo a controllarmi? Che non ero padrone di me? E loro erano padroni di sè stessi? Reika intanto sorrideva soddisfatta, arretrando fino a circa sei metri, assolutamente deliziata dalla scena, che si stava godendo appieno. La Hakushaku si sarebbe mostrata preoccupata e avrebbe cercato di aiutare solo il Maestro con consigli o parole, se non fosse stato in sè, ma non le interessava granchè di me e Hohenheim...

    Rischiavamo di essere distrutti senza aver fatto assolutamente niente...

    Come spero si possa intuire, Yato cade lentamente nella trappola dei feromoni. La tecnica di Reika causa una crescente simpatia per lei, e di contro alimenta paure e paranoie verso gli altri, accentuando difetti caratteriali e irritabilità, accompagnati da tachicardia e sudorazioni. Siete entrambi vittima degli effetti..Kensei un pò meno perchè ha meno pelle esposta (quasi niente in realtà) ma questo potere è pericolosamente efficace nell'accentuare il suo Odio, quindi vediamo come ve la giocate, e come pensate di resistere, se potete, e di reagire.
    Hohe, Yato ti attacca di sorpresa e con parecchie tacche...a buon intenditor...


    Edited by Yato Senju - 13/11/2019, 23:37
103 replies since 27/8/2015
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