Votes taken by -< Etsuko >-

  1. .

    Vecchie amicizie


    NUOVI PROBLEMI



    Se mi assumo la responsabilità di volare via di qui dici?
    Certo che me la assumo… anche perché non sorvoleremo Kiri ma ci allontaneremo da qui e credo che a Kensei questo faccia solo piacere.


    Risposi così alla domanda del colosso, il tono era pungente e provocatorio, quei due giocavano a farsi la guerra, punzecchiandosi come in una partita di Risiko tra strategie, spostamenti di carrarmati e il controllo della Kamchatka.

    Si, da poco ho accettato di ricoprire il ruolo che Kensei mi ha offerto. Dici che la cosa ti sorprende? In realtà ha sorpreso tanto anche me, visto le circostanze in cui io e il Mizukage ci siamo conosciuti. Tutto quello che mi dici non è nuovo per me, conosco i suoi modi e conosco te. E ad essere sincero le mie idee di voi cozzano prepotentemente nella mia testa, figuriamoci nella realtà.

    Sorrisi, scacciando subito dalla mente le due caricature dei kage che si picchiavano, prima che le mie abilità le trasformassero in costrutti, rivelando i miei pensieri. Il drago intanto si era alzato in volo e si allontanava da Kiri. Ora l’aria sfiorava il mio viso, accarezzandolo. Mentre l’abito cerimoniale svolazzava alle estremità.

    Dovresti conoscerlo…
    Dissi perentorio.
    Il tuo ruolo te lo impone Raizen, sei l’Hokage… questa figura grava di responsabilità più che di privilegi. Non ti puoi permettere di avere nemici incondizionatamente. Per lo meno quelli evitabili, dovresti evitarli.
    Sapevo quanto quello che gli chiedevo costasse al suo orgoglio ma non era quello il motivo per cui avevo deciso di accettare il mio attuale ruolo?
    Kensei non era famoso per i modi e il suo carattere era al limite dell’insopportabile, soprattutto con chi non gli stava a genio e Raizen ne era la conferma.,
    La realtà era che non sapevo come Kensei avesse potuto prendere la proposta di un incontro tra loro due, anzi il mio timore era proprio quello di sapere benissimo come l’avrebbe presa eppure il mio ruolo me lo imponeva.
    Anche per Kiri la guerra con konoha non poteva essere preventivabile, soprattutto con le minacce incombenti su più fronti. LA Bruma, Hayate, La Bilacia… erano solo alcuni dei probabili nemici di kiri e dell’accademia in generale. Solo in quell’istante però mi resi conto di non conoscere troppo bene Kensei e le sue posizioni diplomatiche. Come potevo rappresentare il pensiero di una nazione se non ne comprendevo le idee della mente?
    Attesi infine che l’hokage mi spiegasse la situazione Masamune…
    Hai ragione Raizen, avrei dovuto occuparmene, il problema è che il divorzio è coinciso con una fase della mia vita diciamo di perplessità. Ero vicino ad abbandonare tutto, a lasciarmi andare… così ho pensato che il mancato nesso, dipendesse da questa mia volontà. Mi sbagliavo.
    Non possiamo permetterci che la follia e la forza di Masamune possano essere controllate e il fatto che parte della sua anima o quel che sia, dimori sotto Oto, ad esser sincero mi crea maggiore apprensione.
    Alla richiesta di aiuto del kage con i draghi neri…
    Avrei sospirato, mi chiedi di tornare in missione con te? L’ultima volta non è andata poi così male… mi sfiorai l’occhio sinistro assicurandomi che fosse tutto a posto.
    Ahhhh Raizen… mi ricordavo fossi più perspicace. Mi addolora il fatto che pensi che possa crederti una minaccia, lo sai… mi fido di te…
    E non avrebbe aggiunto altro, lasciando all’interlocutore l’interpretazione del non detto.
    E poi… io amo volare.



  2. .

    Le Parole Del Tradimento


    Le voci del passato




    E ricevetti le risposte alle mie domande in quel tour tra ricordi sottratti e mezze verità, si perché di quello si parlava… si parlava di come Byakuei fosse riuscito nell’intento di manipolare tutti, rendere suoi schiavi personaggi illustri del passato di Kiri, coloro che in nome della tradizione o di altre nobili cause si erano palesati deboli ai suoi occhi.
    Lui il burattinaio, colui che tesseva le trame di un nuovo capitolo della storia del villaggio, riprendendo pagine già sfogliate e intrise del sangue delle più nobili casate della nebbia. Ma son già andato oltre…
    Si, eravamo fermi a dove, dopo i giochi fanciulleschi acquietai Kana, che presa fiducia mi avrebbe raccontato delle intenzioni del suo burattinaio. Sebbene senziente, i suoi ricordi erano falsati, almeno in alcune parti ed era palese l’intrusione del manipolatore nella sua testa, tanto che la stessa Kana me l’avrebbe confermato parlando della maschera delle antenate. Non era affatto sorprendente! Come potevano accettare le anime di cui quella maschera era intrisa, l’estremo oltraggio che l’infingardo osava opporre? Il controllo su Kana era il controllo sulle anime degli Akuma, di cui quella maschera era il contenitore. LA NONNA però, come l’aveva chiamata la bimba, non doveva desistere, non poteva… o era troppo forte il controllo della BESTIA?
    Ricevetti anche informazioni fuuinjutsu, il segno dell’acqua stagnante… trafugato al lucchetto e sfruttato dai tradizionalisti, ora però non era più in possesso e chissà che non fosse un’altra arma nelle mani di Byaku. Di certo, avrei indagato a riguardo, me ne sarei ricordato in futuro.
    La visita nella vecchia camera del nonno si rivelò inconcludente e suscitò ancora stupore negl’occhi della bimba che tardava ad accettare il trascorso tempo dalla sua ultima apparizione lì, come se cercasse l’Etsuko ancora ragazzo, quando il realtà del nonno non vi era che una marmorea lapide e una statua a sugellarne la dipartita nella lontana villa dei Naminaka.

    A cosa fa riferimento la profezia?

    Chiesi mentre ancora ci dirigevamo in soffitta… aveva parlato di una profezia e magari avrei potuto scoprire qualcosa di più sui motivi per cui erano lì e soprattutto sulle modalità con cui avrebbero potuto attuare il loro piano di vendetta.
    Una volta saliti nell’ultimo luogo in cui avremmo potuto trovare qualcosa di inerente e interessante, frugammo con la vista che ci contraddistingueva in ogni anfratto. Non fu troppo necessario farlo, perché come era successo tempo addietro, con la stessa modalità per le incisioni delle tombe, così un baluginio fluttuava tra vecchi documenti e nascoso vi erano le memorie del nonno.
    L’inciso superava di gran lunga l’attesa sul contenuto, quello era il documento ufficiale che svelava quello che era avvenuto tempo addietro. A partire dal tradimento dei Bisnonni per sposare la causa della nebbia di Sangue e il ritorno alle tradizioni… della morte di quelli e di come Byakuei si fosse fatto carico dei fanciulli, di sicuro a detta del suo omonimo, aveva visto in loro un grosso potenziale. Così gli aveva sfruttati per i suoi scopi sino a quando l’avevano sorpreso, scoprendo le reali intenzioni. Trasformare Kiri nella sua casa delle bambole, un villaggio di fantocci al suo servizio con lui a capo ricoprendo la veste ufficiale di Mizukage… per farlo avrebbe dovuto liberarsi di Terumi ma per quello poteva a quel punto contare su un folto gruppo di alleati… così Etsuko aveva provato a osteggiare il piano ma a quel punto il vaso di Pandora era stato scoperchiato e Byakuei si era rivelato più astuto di quanto si pensasse. Ne era uscito pulito accusando i suoi stessi seguaci e facendo ricadere le sue colpe su altri. Il resto era storia…
    O almeno lo era rimasta sino ad oggi, lì infatti la storia bussava prepotentemente al presente reclamando il suo posto.

    Assurdo… riuscì a sussurrare guardando le pagine di quella trascrizione… e pure Kana era basita, scossa ma non per le stesse ragioni per cui lo ero io scoprì ben presto. Le parole infatti che uscirono dalla sua bocca erano contradditorie e accusatorie nei confronti del fratello, come se quello che era scritto in quelle pagine non fosse mai esistito o come in realtà gli aspetti fondamentali della vicenda gli fossero stati negati.
    E lì che pensai a quello che mi aveva detto poc’anzi…
    La voce di Byaku nella mia testa…
    Sembra che la NONNA non lo sopporti.


    Kana in realtà quelle pagine dicono tutt’altro

    Cerci di controbattere ma fu tutto inutile la bimba viveva nelle sue convinzioni che probabilmente non erano neppure troppo sue e a nulla servirono i miei solleciti se non a infastidirla e a trarre conclusioni che in realtà non mi piacquero minimamente. Intraprendere una lotta con quell’essere, probabilmente non mi avrebbe lasciato scampo. Ma quali erano le ragioni per cui era lì… il ricordo del passato, la speranza di trovare una risposta che per tempo aveva attesa. L’amore fraterno che trasudava in quelle pagine non poteva essergli negato, Kana meritava di sapere… di sapere come Etsuko per anni non si era dato pace gettandosi nelle ricerche e di come in realtà il nemico era da sempre davanti ai suoi occhi, anzi, l’udiva nella sua testa.
    Fu in quel preciso istante che ricordai le parole di Mugen
    “ la peculiarità degli Akuma è scrivere l’illusione nella propria mente, convincendosi che sia reale… così riescono ad ingannare gl’altri… perché in primis ingannano loro stessi “
    Dopotutto forse la nostra arte avrebbe potuto imprimere quelle parole nella testa di Kana senza che qualcuno potesse privargliele…
    Avrei tentato… farla sprofondare dentro se stessa, lì dove nessun altro avrebbe potuto raggiungerla, dopotutto non avevo altre possibilità.



    Cosi come un incantatore lasciai scivolare le mani a indicare punti nella stanza e ad ogni punto indicato un riflettore si accendeva nel passato. Da subito sarebbe apparsa una lapide con una scritta Etsuko Akuma, con un me e Mugen di fronte alla lapide del nonno nella villa dei Naminaka, un ricordo che subito cancellai con un movimento della mano, spostandomi in un altro punto della stanza. Lì adesso c’era il vecchio Etsuko che in soffitta leggeva le sue volontà rivolgendosi a KANA…
    Come se fosse lì presente, gli avrebbe parlato.

    Sorellina… ti ho trovata finalmente…
    La voce rotta dall’emozione , avrebbe proseguito…
    Non lasciare che qualcuno imbrogli la regina degli inganni, in fondo tu lo sai come sono andate le cose!!!
    Ti ho cercato per lungo tempo, si da quando i Kiriani attaccarono il rifugio temetti che tu fossi lì… ma non ti trovai. Foste ingannati e traditi, fu Byakuei ad avvisare Terumi, accusando il suo stesso fratello. Il suo intento era controllarci tutti… proprio come adesso sta facendo con te.
    Fallo per la nostra famiglia… fallo per me, fallo per la NONNA…
    speravo in realtà in un intervento della maschera a contrastare il potere persuasivo di Byaku…
    La figura avrebbe tentato di accarezzare il volto della bimba… magari un contatto con il suo chakra avrebbe potuto interferire in qualche modo con il potere della maschera delle matriarche.

    Fino a che l’illusione svanì lasciandoli nuovamente soli in quella stanza, fu in quell’istante che udimmo lo svolazzare per casa di un essere che riconobbi subito come l’evocazione del Kage. Non potevo tuttavia abbassare la guardia. Cosa ne era stato del mio espediente? Avrebbe ottenuto il risultato sperato?



  3. .

    Le parole del tradimento


    giochi infantili




    You can’t go back and change the beginning, but you can start where you are and change the ending.

    E quello sarebbe stato ciò che avrei fatto, era impensabile pochi giorni prima. Colui che avevo avanti, che avrei definito come il più ottuso degli uomini, mi dimostrava apertura mentale senza eguali. Quello che il suo predecessore, un kaguya dal cuore d’ossa aveva tolto, ora mi veniva restituito. Sia ben chiaro, quello che era stato il mio passato non era TOLLERATO MA COMPRESO e ciò mi bastava per affidare in quel momento il mio essere a Kiri.
    Il mio intento, la mia sete di potere, il mio obbiettivo restavano invariati e chissà dove mi avrebbero portato in futuro ma la scala di priorità stava mutando.
    Mi avrebbero soddisfatto le parole del Kage, non ci sarebbero stati gesti d’assenso che lasciassero trasparire la mia soddisfazione, da buon diplomatico avrei incassato il risultato, mantenendo un contegno congruo all’occasione.

    Come ho già detto… sono la mano di Kiri, se è la destra la mano designata, allora che destra sia…

    Avrei dedicato me stesso a protezione del villaggio e quella posizione mi permetteva di studiare più da vicino il Kage, comprenderne la forza e carpirne i segreti. Sarebbe stata fonte d’ispirazione e di accrescimento personale.

    Quado vorrà ricevermi Kensei sama, avrò modo di richiedere informazioni più dettagliate su compiti e doveri.

    Detto ciò la discussione e l’evoluzione dei fatti accaduti lì era giunta a compimento, era l’ora di congedarsi. Non prima però che quello che mi sarei poi accorto essere il complementare, Youshi del clan Tokugawa desse il benestare per il ruolo appena accettato, senti anche pronunciare parole sul rito della nebbia di sangue… affascinante usanza che gli studenti di kiri dovevano superare per diventare Genin.
    No, youshi… non ho avuto il piacere…
    Sorrisi intendendo dove voleva portare l’argomentazione. Sicuramente avremo modo di discutere la situazione nelle giuste modalità e nei giusti tempi. Conclusi cosi la discussione con quello che avrei capito in seguito essere la persona con cui maggiormente mi sarei interfacciata a Kiri.
    Attesi così che nessun’altro fosse rimasto nella stanza, sarei uscito per ultimo.
    Voltandomi prima di chiudere la porta…

    Quasi dimenticavo Kensei… GRAZIE

    … e intanto nel quartiere Akuma …

    Kana si sarebbe placata alle mie parole, il tentativo di mediare, di guadagnare tempo aveva dato i suoi frutti… ma cera un MA… ENORME!
    La ragazzina sembrava spaesata, inconsapevole del tempo trascorso, sorpresa di non ritrovare i propri genitori, il fratello e persino il negozio di Caramelle che gli ricordava l’infanzia. Si aggrappava al ricordo di una vita trascorsa, ad affetti passati. Come biasimarla, era pur sempre una bambina? Una bambina in cerca di risposte su eventi che purtroppo non conoscevo e a quelle domande cosa avrei potuto rispondere?

    Purtroppo si KAna, Etsuko è morto… è trascorso… così come la vita che ricordi, non c’è più.

    Avrei atteso qualche secondo per dare il tempo alla ragazzina di metabolizzare.

    Non voglio mentirti Kana, persino tu sei un ricordo, una pedina su una scacchiera fuori posto Oggi, perché l’oggi che ricordi tu è diverso dal momento attuale. Persino Mei Terumi, per me è il ricordo di libri di storia, non potrei mai esprimere un parere personale su di lei, semplicemente perché non la conosco!

    Ma come una bambina avrebbe agito in modo imprevedibile, con azioni non dettate dalla ragione, dopotutto per lei era un gioco… si, per lei… per me tutto sarebbe diventato parecchio pericoloso.

    Ma sta fissa di giocare!!! Ha capito che non sono colui che ricorda?

    La palla che fino a quel momento aveva utilizzato come strumento ludico, si sarebbe trasformato in una forma di attacco, era chiaro ovviamente l’utilizzo della tecnica illusoria, propria del nostro clan. Ciò che mi sorprese fu l’utilizzo agile e la velocità con cui mi fu scagliata contro.
    Gli avrei dato quel che cercava. Sulla traiettoria del costrutto lanciato da Kana, sarebbe apparso un idrante e da esso un getto improvviso e costante di acqua che avrebbe completamente investito l’elemento fuoco di cui era composto l’essere. Se vero era che l’arte di cui ero portatore riproduceva la realtà convincendo chi la colpiva e assecondando le regole fisica del mondo stesso. Quell’attacco avrebbe perso vigore e consistenza, se ciò non fosse bastato, l’attacco si sarebbe infranto su una rete illusoria.
    Raccolta la palla dal pavimento, avrei rispedito al mittente quella avrebbe assunto le fattezze di un ghepardo, che in traiettoria variabile, simulando fluidi salti nel vuoto avrebbe tentato di raggiungere la bambina (unita 4 di creazione demoniaca)…
    L’azione si sarebbe ripetuta… Kana si stava divertendo a dirla tutta, probabilmente ciò gli ricordava i momenti trascorsi con suo fratello Etsuko.
    Il secondo attacco fu più sottile e tattico, così uno sciame di ape si riversò contro di me. Rapido rivestì il mio corpo di una tuta da apicoltore e munito di 2 affumicatori, avrei iniziato a riempire di fumo l’area circostante. Il fumo si sa, rende le api inoffensive… per lo mento tende a respingere impedendone l’aggressione. Così riuscì ad evitare persino questo attacco. Allo stesso modo avrei rispedito al mittente il giochino. Questa volta l’attacco sarebbe stato più infimo, apparentemente non sarebbe accaduto nulla alla vista. Ma nella realtà uno sciame di formiche dalla testa rossa si stavano avvicinando a Kana, per aggredirla dal basso. Come avrebbe reagito la ragazzina?

    … Alla fine dei Giochi …

    Chi sarebbe Byaku-niisan? A quel punto anche io avevo bisogno di risposte. E di quale profezia parli?
    Ero anche intenzionato a conoscere gli effetti della maschera della nonna e del segno dell’acqua stagnante, non avevo mai sentito parlare dell’uno e dell’altro, nonostante mi era parso di capire fossero oggetti o sigilli appartenuti alla famiglia. Che poteri conferivano e perché il nonno mi aveva tenuto allo scuro di tutta la faccenda?

    Kana… cos’è il segno dell’acqua stagnante? Perché hai dovuto fartene tu carico e la maschera della nonna? In quanto al nonno, non ho mai ricevuto notizie sulla questione, ricordo da piccolo una volta in soffitta…
    Rimasi in silenzio mentre venivo inondato da Flashback… uno scatolone di vecchie foto, cimeli di famiglia, il nonno che restava ore ed ore a pulire la soffitta. Forse avrei potuto trovare qualcosa per dissipare qualche dubbio? Non ne ero certo ma che alternative avevo? Mentire non mi avrebbe portato da nessuna parte.

    Seguimi… dissi alla ragazzina, andiamo nell’unico posto dove potremmo trovare risposte… tu però dovrai darle a me nel frattempo.
    Avrei varcato le soglie di casa Akuma, cercando la presenza di Auron il maggiordomo, sperando non gli fosse accaduto nulla. Avrei poi preso le scale, recandomi al secondo piano…

    Ecco… questa è la camera del nonno ma credo che tu questo già lo sappia… magari potremmo trovare delle risposte qui. Prossima tappa sarà la soffitta.

    Forse facevo male a fidarmi di quella che in passato era stato un membro della famiglia, adesso non sapevo cosa fosse o che intenti avesse. Per il momento sarei stato al gioco.





    Edited by -< Etsuko >- - 29/4/2021, 15:31
  4. .

    LE PAROLE DEL TRADIMENTO


    I SEGRETI DELLA PROZIA




    Lasciai che il mio chakra operasse sulla cute dell’otese, avrei stimolato la rigenerazione cellulare per creare uno strato nuovo di epidermide che avrebbe ricoperto quello danneggiato dal sigillo impresso dalla vecchia Unagiri. Non avrebbe richiesto troppo tempo quell’operazione e l’avrei portata a compimento nel mentre il Kage pronunciava parole di elogio nei miei confronti.
    Era una tecnica in cui mi ero specializzato, utile persino sui cadaveri. S’intende quelli in cui la vita aveva da poco lasciato il posto alla morte, lasciando un semplice guscio vuoto, di cui il sottoscritto avrebbe potuto fare molteplici usi. Volevo specializzarmi nella MORTE, comprenderne ogni processo, svelare l’ignoto. Volevo che la Signora, così la chiamavo io, non avesse con me più segreti. Chissà un giorno forse avrei potuto rendere quel processo reversibile o perlomeno mi avrebbe condotto ad un passo dall’immortalità. Ma questa è un’altra storia…

    Non appena non fosse rimasta traccia del sigillo, mi sarei spostato, dando finalmente l’attenzione che meritavano le parole del primo cittadino di Kiri. Avevo ancora dei dubbi, sebbene nel suo modo d’agire vi avevo scorto finalmente una coerenza che inizialmente non gli avevo riconosciuto. Forse e dico forse, bisognava semplicemente conoscerlo per, non dico apprezzarlo ma quantomeno comprenderlo.
    Poi perché quella proposta?

    “gli amici tienili stretti ma i nemici ancor di più”

    L’osservai per capire cosa stesse tramando se la sua era una proposta sincera o se ancora mi stesse mettendo alla prova. Tuttavia valutai quella del ruolo di Torturatore e sebbene fossi lusingato che Kensei mi considerasse un sadico sociopatico, caratterizzazione che ci vedevo bene nel ruolo. Ritenni di non essere all’altezza dell’incarico, non avevo gli strumenti giusti e probabilmente non ero interessato ad averli. Ma se quello era il ruolo che Kensei aveva scelto per me, non vi avrei rinunciato.

    Mi lusingate Kensei Sama… vi ringrazio per le parole di stima e son felice che abbiate ritrovato in me un valido alleato nella difesa di Kiri.
    Riguardo la proposta, mi preparai… vede non credo di avere la predisposizione ideale nel torturare la gente. Non fraintendetemi, ci tenni subito a precisare. Quando la situazione lo richiede, lo faccio. Ma trovarmi quotidianamente in questa situazione… non dimenticate che in passato ero un medico… sottolineai la professione che avevo deciso di abbandonare e che evidentemente cozzava eticamente con il ruolo che mi veniva proposto.
    Ma se è li che mi credete più utile, aggiunsi, vorrà dire che mi adeguerò nel farlo.
    Dopotutto non era falsa la mia volontà di essere utile a Kiri era anche quello il motivo del mio ritorno.

    Ero sicuro che Kensei avrebbe fatto la scelta migliore se riteneva di fare una scelta e non avrei aggiunto altro perché non era mia pretesa avanzare richieste. Ritenevo che i ruoli, qualunque essi fossero andavano guadagnati e non richiesti. Questo dalle mie parole sull’accettare qualsiasi ruolo, il kage, avrebbe potuto comprenderle.

    … SULLA VIA DI CASA …

    Il passo lento solcava la polverosa via di Kiri che dall’amministrazione attraversando ina buona parte del villaggio, portava al quartiere del clan, ove era ubicata casa Akuma. La serata era piacevole, l’umidità così consueta a Kiri era scesa con il calar del sole e iniziavano a sentirsi nelle viuzze esterne al limite delle campagne, il tipico canto dei grilli. La temperatura era calata vistosamente al tramonto, avvisaglia della sopraggiunta primavera. Pensavo ancora a quello appena successo. Avevo scoperto tante cose in quella giornata. L’esistenza d’Hayate… o meglio, quanto il gruppo che si definiva criminale, fosse così radicato nella normale vita accademica.
    Ma ad una cosa pensavo principalmente:
    quale potesse essere la motivazione che spingeva un ninja accademico a sposare la causa degli Hayate? Cosa aveva spinto Kensei a cercarlo e adesso a ricercarlo ancora una volta?
    Visto le evidenze venute fuori nel confronto appena avvenuto, Che Hayate fosse in grado di promettere qualcosa, beh era fuori discussione. Ma Cosa?
    Chiunque conosceva quel nome e le cose di cui fosse capace. Poi, di quanto il mito si confondesse con la realtà, questo era tutto da verificare. In certe spiegazioni Kensei era stato lacunoso e Kato invece provocatorio. Che ognuno avesse ragione a proprio modo?
    Gl’interrogativi erano molteplici e la perplessità che mi provocavano era del tutto insufficiente a prepararmi a ciò che di lì a poco avrei visto.
    Sull’uscio di casa Akuma vi era una piccola anima innocente, una bimba. Giocava quella con annoiata accuratezza, rimbalzando una pallina per terra con fare lento. Il volto coperto da una maschera raffigurante una volpe e di tutto vestita come una Miko. Chissà per quale strana ragione quella presenza mi inquietava. Tanto quanto il fatto che la porta di casa era stata aperta e lasciare un ospite al di fuori insorvegliata, sempre che lei fosse un ospite, non era da Auron. Dov’era finito il maggiordomo di casa?
    E chi era quella bambina?
    Etsuko-nii-san! Fratellone! Sei tornato finalmente! disse… era chiaro, qualcosa non andava. non poteva essere di certo un caso. Avrei potuto pensare ad un errore se solo non mi avesse chiamato per nome utilizzando quel tono tanto vezzeggiativo che solo i bimbi sapevano utilizzare senza sfociare nel ridicolo.
    Ti stai sbagliando bambina… sussurrai mantenendo una espressione facciale il più rilassata possibile e mantenendo un tono di voce accondiscendente. Tutto ciò mentre attivandol’innata abilità e le doti da sensitivo, analizzavo la situazione.
    Ecco… doveva esserci qualcosa di strano…
    Sussurrai mentre analizzavo la strana impronta di chakra ma la cosa che mi lasciava perplesso era l’energia vitale che quella creatura, si, così doveva essere definita, emanava. Non sembrava l’aura di una persona viva ma di certo non si poteva definirla morta. Che fosse una strana forma di evocazione? Tuttavia questo aspetto sarebbe bastato a mantenere il più alto livello di allerta.
    Finalmente hai tagliato quei baffetti, erano ridicoli! Sono Kana, ti ricordi di me?
    Sfiorai il viso con la mancina, quasi a ricercare i baffi di cui parlava che sicuro, non avevo mai avuto. In realtà pensavo…
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     KANA… l’avevo già sentito… ma dove?
    Non ci volle tanto a focalizzare l’immagine di quel nome nell’albero genealogico del salone di casa Akuma. Non era facile ricordare tutti i nomi, l’arbusto era ricco di ramificazioni ma soprattutto di rami tranciati, potati dal credo ninja.
    una volta suo padre gli aveva parlato di lei, della zia persa e ad un tratto si era dipinto sul suo viso un alone di tristezza o rimpianto, all’epoca non capì di cosa si trattasse… oggi forse avrei potuto scalfire la protezione della reticenza umana al mostrarsi fragile.

    No Kana… temo di doverti dare un dispiacere… attesi che la bimba assimilasse quelle parole dandomi l’attenzione che meritavo.
    L’Etsuko di cui parli… purtroppo ci ha lasciati tanto tempo fa. Sottolineai il purtroppo con l’amarezza che davvero il ricordo, accompagnava. E se ti sta ingannando la somiglianza… vedi, è il rapporto di parentela che t’inganna… io sono Etsuko, Nipote.

    I segnali che quella bimba emanava erano preoccupanti, tanto quanto la riserva di chakra se quella fosse stata un nemico, di sicuro avrebbe potuto mettermi in estrema difficoltà. Così decisi di affrontare la situazione con franchezza. Anche perché, volevo capire DOVE, dove quella situazione paradossale ci avrebbe condotto…
    Ma...ma...allora è vero che non mi vuoi più bene...che mi hai gettata via? Ma io...io volevo solo aiutarti. Ho fatto tutto per aiutarti! Anche mettere la maschera della nonnina. Anche prendere il Segno.
    La reazione non fu quella lucida che mi sarei aspettato, evidentemente l’essere manteneva persino l’intelletto da bambina. In quali circostanze era morta e perché manteneva il volto coperto da quella maschera? Soprattutto era davvero lei? E se così fosse come poteva spiegarsi il perché la potessi vedere e parlarci.
    Mi dispiace Kana, io non posso sapere di cosa parli ma forse possiamo esserci utili a vicende… io son qui, son qui ad ascoltarti, ad ascoltare quello che fu. Vorrei sapere se per te va bene. MA soprattutto potrei raccontarti ciò che da lì in poi è stato… non sei curiosa, Vogliamo fare questo gioco?
    Il percorso intrapreso era irto e pieno di ostacoli chissà dove ci avrebbe condotto.






    Edited by -< Etsuko >- - 10/4/2021, 00:04
  5. .

    DIGNITA'


    PIEGARSI AL SUO VOLERE



    Riuscì con una mossa astuta ad evitare tutti i nostri attacchi ma per quanto sarebbe riuscito ad andare avanti in quella situazione?
    La deflagrazione fu sentita, roboante, tremarono le pareti e una nuvola intensa di fumo si confuse con la nebbia rendendo ancor più difficile la visuale se ciò fosse possibile.
    Non passò troppo tempo, avvertivo avvicinarsi solenne e maestosa la figura del Kage, Kensei sopraggiunse quasi sfondando la porta della sala e alla richiesta che non ammetteva dinieghi, risposi sciogliendo la tecnica del velo. E immediatamente la situazione fu chiara a tutti.
    Avevo preventivamente attivato un costrutto per comunicare con il nuovo arrivato mettendolo al corrente di quale, tra le copie presenti, fosse l'originale, in modo tale da non perdersi in convenevoli.
    Così seguì l'attacco, cruento e duro e per un attimo credetti fatale... di certo l'impasse era superata. Sangue caldo grondava dalla fronte lacerata del ninja di Oto, che ora piegato, stazionava ai piedi dell'imponente figura. Gracile manteneva un flebile sussulto di dignità.
    Comunicai al kage, l'evolversi della situazione sino a quel momento di come Kato aveva deciso di gestire la situazione, delle parole dette, senza escluderne nessuna. Etsuko era improvvisamente apparso al fianco dei due per integrare la narrazione. Era un costrutto, il vero me sarebbe apparso qualche secondo più tardi dal nascondiglio nel quale sino a quel momento si era fermato per riferire personalmente di alcuni dubbi che l'otese in me aveva instillato.

    Ha riferito anche di un suo coinvolgimento diretto nella questione Hayate, Mizukage sama. Così giusto per avvertirla che chiede di collaborare a chi semina menzogne denigratorie sul suo conto.
    Perchè di menzogne si tratta...
    la mia era sicuramente una domanda retorica ma era necessario avvertire il ninja preventivamente, anche se ero sicuro, non ve ne fosse bisogno. Kensei dava l'impressione di sapere fin troppo bene quello che stava facendo.


  6. .

    LA NEBBIA E LA BRUMA


    IL PIANO



    FUDOH



    sebbene quello in cui si trovava l'attuale primario di Kiri, non fosse che un piccolo centro mercantile, si sarebbe sorpreso nel vedere la grande struttura d'avanguardia medica di cui era dotato. Il Centro Midori, in effetti era uno dei fiori all'occhiello del paese del Lupo, rinomato sia per grandezza che per efficienza e tecnologia.
    Insomma per Fudoh, doveva sembrare quello che per Pinocchio era il paese dei balocchi alla sua prima visita. Chissà che l'epilogo della storia, fosse lo stesso in serbo per il ninja della nebbia.
    Proprio mentre il primario, aveva imboccato il viale che conduceva all'ingresso principale, non avrebbe potuto non notare, lo spalancarsi delle porte scorrevoli e la fila di camici bianchi, rapidi che correvano sino a schierarsi in una perfetta formazione da cerimonia. Non so, se Fudoh per un momento si fosse illuso che quel genere d'accoglienza fosse riservato a lui, ma di certo, di lì a poco non avrebbe potuto ignorare il clamore delle trombe che accompagnavano l'arrivo del convoglio che qualche centinaio di metri più indietro, aveva varcato i cancelli della struttura e si apprestava ad arrivare all'accoglienza, a pochi passi dove si trovava addesso il ninja.
    Ciò che ne conseguì fu la discesa da cavallo di soldati in armatura di ordinanza, schierati a formare un corridoio umano tra la carrozza, pomposa si ma al contempo maestosa e intimidatoria, raffigurante l'emblema del Lupo. lo stesso che si poteva scorgere nel pieno petto dell'armatura che indossava colui che sembrava essere il motivo di tanta dedizione, il nobile Khotun Khan.
    Se il primario di Kiri avesse posto qualche domanda, non avrebbe avuto difficoltà nel reperire informazioni di ogni sorta.
    Khotun Khan uno dei generali supremi dell'esercito del lupo, paese militarizzato in contrasto diretto con il paese del Miele... strani erano anche i rapporti con la Bruma ed il cielo, con il quale il Miele aveva stretto accordi commerciali e forse anche di altra natura. Voci dicevano che in un imminente passato, Khotun Khan fosse stato uno dei più grandi fautori del fallimento diplomatico di avance di consoli del cielo e della Bruma, per riallacciare i rapporti con il vicino paese del Miele.
    Il generale si trovava lì, per un intervento di routine e per questo si era affidato ad uno dei migliori chirurghi del paese, tale Jin Shimura.
    Quale occasione migliore per Fudoh per attingere a informazioni preziose per il gruppo della nebbia?






    Etsuko

    le perplessità di Youshi erano fondate, la possibilità che la Bruma avesse usato Itai per estrarne la forza portante erano più che probabili. La cosa che però più mi sorprese fu l'atteggiamento malinconico del membro della mano nera, che conservasse un attaccamento particolare all'ex mizukage era innegabile, come aveva potuto sopportare i tentennamenti di Kensei in tutto questo tempo?
    Al pari contrapposto era invece l'interesse di Fudoh, che d'Itai, paradossalmente non aveva mai neppur sentito nominare.

    Buon riposo Youshi e buon riposo anche a te, Fudoh.



    decisi di non discutere ulteriormente i piani di Kensei e sebbene lui insistesse sul “cercare una visione d'insieme” io quella visione io proprio non riuscivo a scorgerla. Di una cosa era franco, del fatto che avesse accettato la mia proposta di spostarci a coppie. Così facendo, sarebbe stata più semplice la gestione d'infiltrazione, spostamento e organizzazione.

    Ma apprezzo la tua idea di viaggiare almeno in coppie. Per questo, Akuraguri, tu andrai con Youshi. Hideo, Sekiro ed Etsuko sarete insieme. Ed a questo proposito, l'idea della biblioteca è ottima. Vagliate tutti i percorsi possibili. Io agirò da solo.

    mmmm... ma non aveva appena detto il contrario? Vabbè pazienza.

    Sospirai ormai abituato agli atteggiamenti contraddittori del kage.

    Nel Paese Del Lupo

    fu così che dopo il confortevole viaggio in business class, con Baronessa Airlines che ci ritrovammo nel pressi di un centro abitato nel paese del lupo. Addentrandoci ovviamente dopo aver eliminato ogni traccia della nostra appartenenza al villaggio di provenienza. Notammo con estrema facilità le diversità culturali e cerimoniali del luogo. L'abbigliamento di coloro che sembravano essere guardie, era ben diverso dai tradizionali abiti ninja a cui eravamo abituati. Si avvicinavano piuttosto alla cultura “samurai” con spade e armature. Doveva trattarsi comunque di un paese militarizzato.
    A tal proposito, trovai ancor più sconveniente andare oltre la nostra semplice missione di raccolta d'informazioni. Dopotutto non conoscevamo le forze in campo.
    Mi dimostrai accondiscendente alla proposta dei ragazzi di optare per la biblioteca e non mi opposi alla scelta della locanda per riposare. Così mentre Hideo provvedeva ad accomodarci alla locanda, con lo sguardo seguivo l'azzardo di Sekiro, assicurandomi che le sue azioni non lo mettessero nei casino. Cosa che di certo non sarebbe risultata gradita a Kensei.
    La notte doveva essere trascorsa tranquilla e il trio raggiunse così la biblioteca, ivi entrai seguito da Hideo, Sekiro tendenzialmente meno inclini ai luoghi di cultura si mantenne all'esterno.

    Ci servono occhi vigili... non sappiamo come gli abitanti del posto prendano la presenza di stranieri impiccioni, è sempre meglio mantenere alta la guardia.

    La mattina, sarebbe trascorsa tra un manuale e l'altro, reperendo tutte le informazioni, alcune già note, sulla Bruma. Almeno quelle che narravano gli annali. Un mix tra miti e leggende, tra personaggi storici la cui fama puzzava di stereotipo. Di certo non potevano affidarsi esclusivamente a quelle informazioni.

    Trovato altro Hideo?

    Chiesi al ragazzo... mentre cercavo il bibliotecario per porli altre domande. Quando gli fui davanti.

    Interessanti questi libri, sorrisi mostrando i manuali sul continente. Cioè almeno lo sono per noi umili studiosi. Stiamo cercando di intervistare visitatori o viaggiatori di quanti più paesi possibili, può indicarci qualcuno che abbia viaggiato nei paesi del Miele e della Bruma? Ci piacerebbe raccogliere testimonianze effettive, trascrivere racconti tramite gl'occhi di chi li ha vissuti.

    Se il bibliotecario ci avesse dato qualche nome, l'avrei comunicato ai miei compagni di viaggio per raggiungerlo e cercare di ottenere quante più informazioni possibili. Altrimenti saremmo tornati verso la locanda in attesa di altre direttive.
    Fu proprio in quel tragitto e osservando una delle ronde di quelle guardie armate che mi venne un'idea!

    Hideo coraggio, prendi carta e penna... se il ragazzo avesse assecondato le mie volontà avrei dettato.

    Notizie allarmanti giungono dal mare,
    i bastardi del lupo sembra abbiano assoldato un ninja dai capelli color del cielo per un attacco alle nostre terre.
    Mantenete alto lo stato d'allerta e preparatevi a una dura ritorsione. Non sospettano di voi, ne di un attacco dall'interno del loro comando.
    Quelli hanno sottovalutato il potere della Bruma e la pagheranno cara.


    Avrei riletto la missiva, arrotolata e richiusa l'avrei posta nella mia mano destra a braccio teso, d'improvviso un losco figuro dal volto bendato e dal cappuccio alzato l'avrebbe afferrata. Il costrutto illusorio era appositamente apparso qualche metro indietro, nascosto agl'occhi indiscreti della gente e avrebbe preso normalmente a camminare a passo svelto. Sarebbe spuntato parecchi metri più avanti, tagliando per un catone, oltre le case sparse del villaggio, appositamente d'innanzi alla ronda. Sorprendendosi sorpreso, avrebbe fatto un balzo all'indietro e fermatosi pochi secondi ad osservare i cavalieri. Si sarebbe messo a correre in direzione opposta alla loro. Quell'atteggiamento avrebbe di certo insospettito i soldati.
    Il costrutto si sarebbe diretto ai margini della foresta poco distanti e una volta nella vegetazione, si sarebbe dissolto, lasciando dietro di se, incagliato in un cespuglio, la missiva che ad una attenta analisi dei luoghi non sarebbe stato difficile trovare.
    Noi in tutto ciò avremmo assistito alla scena da lontano così come decine di altre persone.
    Chissà se era questa l'idea del Kage. A quel punto avremmo visto cosa sarebbe accaduto.


  7. .

    INSULSE PAROLE


    L'IMPORTANZA DELL'ONORE




    detesto le parole vuote, buttate al vento, alle quali preferisco i silenzi, che sono molto più potenti e hanno tanto più da dire… quella che andava in scena era la pantomima dell’inutilità. Tanto per Youshi e me, quanto per Kato.
    Non credevo nel tentativo di trovare un senso nelle azioni del kage. sul perché un prigioniero di Kiri fosse potuto giungere fin lì armato per affrontare un interrogatorio. Per quanto un imbarazzo di ninja inferiori, almeno sulla carta, alle abilità del lì presente, potesse soddisfare in una sorta di perverso gioco, le attitudini masochiste del capo della nebbia. Ne potevo capire il bislacco tentativo dell’Otese, il gioco del rinnegare sempre e comunque dove l’avrebbe portato? Avrebbe potuto funzionare con noi forse, ma non significava semplicemente prolungarsi l’agonia? O un tenue quanto inutile tentativo del pesce rosso nella pozzanghera per strada nella canicola del clima d’agosto, di annaspare cercando di reperire ossigeno?
    Sebbene le successive azioni del chunin della mano nera, vertessero verso una richiesta di aiuto, quanto mancanza di fiducia del sottoscritto. Risultavano diametralmente contrapposte alle mie intenzioni e prevalentemente discordanti dal mio unico credo.

    MAI MOSTRARE DEBOLEZZA… MORIRE CON ONORE PIUTTOSTO.

    TangibleWarpedFlycatcher-size_restricted

    Non sarei di certo corso a richieder protezione attaccato alla sottana del kage ne dei suoi “BRAVI” sottoposti. Ma avrei dato modo al mio compagno di guadagnare il tempo necessario, non facendo vivere a Kato l’esperienza visiva sensoriale che si sarebbe aspettato. non solo d’illusioni era fatto il mio mondo ma di dolorose realtà. Me l’aveva insegnato Mugen alla villa… d’altra parte il potere degli Akuma poteva essere sconfinato, come sconfinato doveva essere il mio orgoglio per gettarmi in quell’impresa, orfano dell’unica assicurazione possibile di successo, il mio compaesano.
    Ma non importava e non importerà di certo a voi, quanto invece di maggiore interesse potrebbero risultare le azioni che si susseguirono da qui andando avanti.
    Non sarebbe di certo sfuggita la posizione delle mani del ME, presente sul campo di battaglia. Quella sarebbe risultata all’otese la risposta a tutte le sue domande. Voleva scontrarsi con la mano nera, ma avrebbe dovuto incontrare la mia di mano, ben più umile, priva di titolo ma una mano pronta a dar battaglia.
    Una fitta nebbiafitta nebbia si sarebbe diffusa nell’ampio salone, la stessa che avrebbe coperto la ritirata dell’altro chunin. una tecnica che non avrebbe avuto bisogno di spiegazioni, la più distintiva dei ninja della nebbia. La sua fama avrebbe abbattuto persino i cuori più temerari ma avrebbe potuto scalfire quello di chi il cuor suo non ha? L’avrebbe scoperto subito Etsuko. Che avrebbe continuato a parlare attraverso le labbra di Youshi.

    Non ti scomodare a sciogliere i tuoi cloni, sappiamo perfettamente dove ti trovi.

    Non era un Bluff, le mie Abilità erano ora in grado di percepire la sua impronta vitale e dunque la sua precisa posizione. Non mi sarei dunque curato delle copie.
    I miei costrutti, quanto mai reali nella mente di Kato, avrebbero di poco modificato la loro posizione spostandosi il costrutto Etsuko in un movimento a sinistra, colui che invece possedeva l’abilità di spostarsi tra le ombre, abilità di cui sicuramente era a conoscenza Kato, si sarebbe portato all’attacco. Come un assassino, avrebbe agito coperto dalla nebbia, rapido, il costrutto sarebbe riapparso a 3 metri dall’otese, sul suo lato sinistro, pronto con le sue lame a squarciare l’angelico volto sulla guancia sinistra. Contemporaneamente un Kunai e uno spiedo, il primo sul lato destro, il secondo nella parte posteriore, apparsi a 3 metri avrebbero mirato al busto e alla gamba sinistra. L’attacco celava insidie nascoste, l’inganno nell’inganno... Kato avrebbe assaggiato l’infingarda percezione del mondo degli Akuma.
    Avrebbe concluso così la serie di attacchi Etsuko, conscio che presto come uno Tsunami, sarebbe sopraggiunta l’offensiva nemica.



    Chakra: 64,25/75
    Vitalità: 15.5/15.5
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 475
    Velocità:  500
    Resistenza: 475
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 550
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: 2 bassi(18m nebbia)
    2:  2 bassi potenziamento
    Equipaggiamento
    • Contenitore di Elemento × 14
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante B1 (5 dosi) × 1
    • Spiedi Potenziati × 13
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Bomba Abbagliante × 1
    • Kunai × 3
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Spiedi × 2
    • Cartabomba II × 1

    Note

  8. .

    CONTRATTACCO AL RE ROSSO


    E questo sarebbe un team d’infiltrazione?




    Mamma mia quante chiacchiere… non se ne poteva più di sentirli blaterare. Per fortuna avremmo di li a poco dato il via alla missione e per quel che li riguardava, avrebbero dato sfogo a ogni forma di repressa mania a suon di BUM, BAM, BADABAM… si dice che il menar le mani e non solo, in quel caso sia in qualche modo terapeutico. Chissà forse sarebbero tornati più “Normali” alla fine di quella missione. Me lo auguravo vivamente.
    Adesso che io fossi finito dal bagno termale in una solta di talk show o peggio ancora una sorta di scherzi a parti, ero seriamente tentato di ammetterlo. Ma mi trattenni ancora per qualche tempo, prima di dovermi decidere a reclamare lo stop delle riprese, di far venir fuori le telecamere e farmi firmare una liberatoria sull’utilizzo della mia immagine se mai avessero voluto mandare in onda quel teatrino.
    Ma veniamo alle cose serie… gli uccellacci dell’otese Tasaki, avevano dato informazioni importanti prima di essere cancellati dai celi di Kaido, con estrema facilità. Farci spiegare il perché di quella voragine proprio al centro della città, sarebbe stata una delle cose da fare, non appena aver messo piede sulla terraferma. E se è vero che il trambusto generato da quella situazione avesse movimentato parte o la maggior parte dell’esercito, rendendo difficile ogni movimento. Era anche vero che probabilmente l’attenzione era focalizzata da qualche altra parte… ovvero sui responsabili di quel caos. E ritenni che, seguendo l’onda giusta, avremmo addirittura potuto trarne vantaggio.

    [… DOPO I PREPARATIVI…]
    Con il team MAusu…

    Ascoltai le parole di Kensei, osservando la mappa.
    Non credo sia una buona idea quella di sembrare pescatori, per lo meno… non nel tragitto che ci separa dall’ingresso della barriera.
    Osservavo la mappa e mi accinsi a spiegare ai miei compagni le mie perplessità.
    Ecco vedete. Si, pescatori al porto cittadino, non avremo problemi nel passare inosservati. Ma un gruppo di pescatori che si sposta in direzione dell’accesso della barriera, potrebbe destare sospetti. La zona civile pare trovarsi per la maggior parte al di fuori della barriera, all’interno non ci sono navi da pesca, solo navi da guerra. La fantomatica flotta di Kaido e la stessa flotta che noi siamo chiamati a distruggere.
    Mi presi una piccola pausa…
    Chi invece in questo momento non desterebbe sospetto perché la città ne è praticamente colma?
    Lasciai che i miei compagni, riflettessero sulla mia domanda retorica.
    È ovvio… i militari di Kaido. Così facendo potremmo spostarci indisturbati, raccogliere informazioni sulle cause di quella esplosione e persino provare a trovare il lascia passare per la barriera. In ogni caso questo espediente ci permetterebbe di avvicinarci a tal punto da studiarne la funzionalità.
    E poi… come da tuo piano Mizukage sama, riuscire a bloccare un ninja per raccolta d’informazioni, ci permetterebbe di utilizzare anche i suoi indumenti per il travestimento di Tasaki, che non conosce la tecnica della trasformazione.

    Sperando che le mie osservazioni fossero risultate utili ai miei compagni, lasciai al termine della pianificazione il gruppo variegato di ninja per prepararmi io stesso ad affrontare la missione.
    PREPARATIVI

    [… il porto di Kaido…]

    Seguendo le indicazioni del capitano, lasciammo la nave utilizzando la botola indicata, e trovandoci trasformati in anonimi pescatori, su una delle banchine del molo. L’odore di pesce e l’usuale operosità di un porto importante come era quello in cui ci trovavamo. Era amplificata dallo stato di subbuglio in cui versava la città. Gli autoparlanti a ripetizione inviavano il cacofonico messaggio. Alla ricerca dei responsabili del disastro. Così come le immagini dei ricercati. Mi avvicinai ad una bacheca non perdendo di vista i miei compagni e mi impossessai delle immagini di cui era tappezzata… chissà, magari mi sarebbero state utili.
    Attivai così le mie abilità da sensitivo, per sondare il terreno circostante. Ciò mi avrebbe permesso di individuare eventuali pericoli.
    I topi erano all’opera… e quanto è vero che si intrufolano da per tutto… noi saremmo riusciti ad entrare nel porto militare di KAido. Questa era una minaccia.



  9. .

    Chiunque Tu Sia a Me non Interessa


    Tu sei Hayate?




    Portammo avanti quelli che erano i piani. Youshi mimava gesti, atteggiamenti e scriveva quello che avrei dovuto far dire al mio costrutto e lui, il falso prescelto della mano di Kiri eseguiva alla lettera. Parlavano d’incontri passati di cose che non conoscevo, degli eventi dell’Abete e di incontri alle mura di Oto. Mentre tutto ciò aveva luogo il vero me utilizzava le abilitàVISTA VITALE ATTIVATA derivanti dall’innata capacità per tenere sott’occhio le azioni di Kato. Era un ninja da non sottovalutare e il minimo errore avrebbe comportato grosse difficolta seppur in un combattimento 2 vs 1.
    Aveva giocato la sua carta Kato, istigando nei presenti l’ingannevole seme del dubbio. Quanto ingannevole fosse quel seme? Gli eventi sconosciuti del passato di Kensei avrebbero potuto insegnarcelo, ma aimè, come appena detto parliamo di fatti oscuri, insiti nell’oscura natura del Kage e a noi ancora ignoti. Le risposte di Youshi invece, erano le risposte di chi provava incondizionata fiducia nel suo più alto in grado, quello che io in totale sincerità non provavo io, non ancora per lo meno.
    Le parole pronunciate prima di lasciare la stanza ne erano la controprova:

    Akuma, stupiscimi. Ne va della tua rilevanza all'interno del Villaggio

    Eccolo, di nuovo, di nuovo a dimostrare il suo valore, ancora una volta un banco di prova per la sua amata Kiri, per coloro che aveva curato, accudito e studiato quando era primario dell’ospedale. per coloro che aveva difeso, per coloro per cui sarebbe morto e che ancora, oggi, lo giudicavano “inadeguato”.
    Cosa aveva di differente dal ninja che dovevano interrogare? in cosa o chi credeva Kato e perché il Mizukage era tanto interessato a capirlo?

    Questi miei pensieri erano dissociati da ciò che stava avvenendo nella sala interrogatori del palazzo amministrativo. L’Otese infatti iniziava a muovere le sue pedine nella scacchiera di quello che lui infidamente definiva “Allenamento”.
    Ciò che seguì fu frutto della sua interpretazione dello scontro, dai cloni generati, dall’esplosione di uno di loro in una nuvola di fumo e dalla strategia nell’ allontanarsi per rendersi estraneo ad attacchi massivi e ravvicinati. Poi la tecnica, quel suono stridulo e fastidioso che avrebbe colpito il costrutto. Quello avrebbe subito il colpo, resistendo e il suo clone invece sarebbe esploso in una nube di fumo…
    Il falso Youshi avrebbe inclinato leggermente il capo nell’evidente sensazione di fastidio provocata dal suono stridulo…
    Un battito di mani repentino e perentorio avrebbe sancito la fine dell’iniziativa offensiva del ninja di Oto, era un plauso, un plauso che Etsuko, sotto forma di costrutto illusorio volgeva al suo sfidante.

    Impressionante Kato… sono davvero impressionato… hai riconosciuto il mio clone o il tuo era solo un tentativo?

    Il costrutto sarebbe apparso da dietro una delle tende vicino al clone del ninja, quello che simmetricamente si era spostato alla sinistra di dove si trovavano inizialmente.
    Il colore degl’occhi dell’akuma, di un carminio acceso, palesavano l’attivazione della sua innata abilità.

    Paradossale non credi?
    Avrebbe sottolineato Etsuko che finalmente poteva parlare a suo nome…
    Paradossale quanto tu possa farci credere d’intendere di essere qui per un allenamento, TU guardiano di Oto, prelevato di forza dal Mizukage, condotto qui da noi per essere interrogato, reputi che questo attacco non possa essere definito come un attacco all’AUTORITA’ di Kiri?
    Sottolineò queste ultime parole…
    Forse hai ragione, Kensei, ci sta mettendo alla prova… probabilmente faremo la figura degli stolti…
    PROBABILMENTE…
    Ma bada… noi definiamo questo atteggiamento come una non intenzionalità nel collaborare…
    Sai cosa significa questo vero? Te lo spiego…
    Se quello che dici non è vero… tutto ciò che hai detto sui giochetti che è solito fare il kage e se invece il motivo per cui sei qui è quello che ci hanno ordinato.
    Beh questo atteggiamento per te significa una cosa sola… questo atteggiamento per te è UNA CONDANNA A MORTE



    Avrebbe incrociato le braccia Etsuko sperando in cuor suo che Kato, fosse pronto a collaborare deponendo le armi. D’altra parte cosa poteva dirci che già il kage non sapeva? Era stato perentorio nell’affermare che fosse un Hayate. Non avrebbe fatto un gesto così avventato che potesse ledere la stabilità dei rapporti con i villaggi se non ne avesse comprovate evidenze.

    Non essere stolto Kato, cosa potresti mai dirci che già non sappiamo? È solo un’ammissione di colpa la tua, una presa di coscienza… i veri ninja sanno di certo quando è il momento di farla finita.

    Avrebbe provato a incontrare lo sguardo del guardiano di OTo, sperando di poterlo fare rinsavire, quella che aveva intrapreso non era la via giusta per venirne fuori e su quella via non avrebbe trovato scampo.

    Conosci le abilità degli Akuma vero? Si, le conosci, ne sono certo… sai dunque che ti sarà inutile creare copie, prima o poi ti scoverei, lo sai meglio di me. O vuoi eliminarci prima?
    In tal caso dovremmo considerare di fare sul serio… venderemo cara la pelle Kato.


    Avrebbe assunto una posizione di attesa, pronto a contrastare l’eventuale contrattacco nemico.


    Chakra: 68,75/75
    Vitalità: 15.5/15.5
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 475
    Velocità:  500
    Resistenza: 475
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 550
    Agilità: 500
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Contenitore di Elemento × 14
    • Lancia Spiedi × 1
    • Veleno Debilitante B1 (5 dosi) × 1
    • Spiedi Potenziati × 13
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Bomba Abbagliante × 1
    • Kunai × 3
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Spiedi × 2
    • Cartabomba II × 1

    Note
    ///
  10. .

    La Forza Del Chakra


    L'IMPORTANZA DI...



    mmm… quindi non mi sbagliavo!
    Avrei volto il mio sguardo in direzione di Youshi a confermare quelle che erano le mie impressioni iniziali, sorprendendomi tuttavia che pure lui fosse ancora nel folto gruppo di ragazzi impegnati con l’intralcio provocato dalla melma.
    Con una contrazione del core e facendo leva sul bacino mi rimisi in posizione eretta sull’albero maestro.
    In missione bisogna scorgere la forza dentro di se e raggiungere il giusto equilibrio in ogni situazione, non lasciandosi travolgere dalle emozioni.
    No… no vi prego, non fatemi del male…
    Le urla perentorie arrivavano dalla cabine, dove Sumiatsu era in evidente difficoltà.
    Coraggio accademici, non potete abbandonare la missione ancor prima di cominciare.
    Dovete concentrarvi sul controllo del chakra (チャクラコントロール , chakura kontorōru). Ricordate i fondamenti dell’utilizzo del chakra. Un ninja dotato di ottimo controllo del chakra impasta solo la quantità minima necessaria ad eseguire una tecnica. Se viene usato più chakra del necessario, la quantità superflua viene dispersa, con conseguenze negative per la resistenza dell'utilizzatore, che si stancherà più in fretta.
    Così come in questo caso… alcuni di voi stanno concentrando giustamente quantità più o meno giuste, più o meno variabile sulla pianta del piede probabilmente consci di saper utilizzare quello che conoscete come chakra adesivo, che vi permette di camminare su superfici verticali o in situazioni in cui la gravità non permetterebbe di farlo. Ma quello che io ho utilizzato in questo caso è il chakra che viene definito repulsivo.


    Avrebbe osservato uno ad uno i ragazzi presenti davanti ai suoi occhi.

    Avrete mai visto una molla… si esatto una molla…



    il concetto è il medesimo. La legge di Hooke, che regola il principio d’elasticità della molla afferma che l'allungamento di un corpo elastico è direttamente proporzionale alla forza di trazione applicata, nel nostro caso il giusto quantitativo di chakra. Allo stesso modo, la contrazione è proporzionale alla forza di compressione. Impastando e trattenendo il giusto quantitativo di chakra nei nostri piedi, esercitiamo una forza ponendola in trazione.
    Quanto sopra vale entro il limite di deformazione elastica, definito come il limite di forza massima applicata, entro il quale il corpo elastico, rilasciato, ritorna alle sue dimensioni precedenti all'applicazione della forza; oltre questo limite, i legami atomici si rompono e si riconfigurano diversamente: la molla perciò rimane deformata
    Rilasciando giusto quantitativo, nel giusto momento di massima trazione, il nostro chakra repulsivo eserciterà il medesimo concetto di liberazione della forza accumulata, trasformandola in repulsione del nostro corpo. Andare oltre i limiti di chakra accumulato significherà spezzare l’equilibrio annullando il principio di repulsione, il caso in cui la molla si deforma senza allungarsi più.
    Adesso…
    Quantità, momento e spreco sono altamente soggettivi, ciò che oggettivamente utile è il concetto che vi ho espresso.
    Dunque sbrigatevi perché non c’è tempo da perdere… oppure volete giustificare voi a Kensei sama il motivo del rapimento di Sumiatsu?

    avrebbe lasciato il tempo ai ninja di assimilare le nozioni, si erano tante e sarebbero potute risultare complicate, in realtà bastava ragionarci un pò.



  11. .

    L'Interrogatorio


    NINJA TRADITORI?



    I passi rapidi scorrevano sul pavimento amministrativo, qualcosa di urgente aveva richiesto la presenza dei chunin in quel settore che mai aveva visitato del palazzo di Kiri. L’evocazione era stata alquanto approssimativa nel convocarlo e nello spiegare eventuali motivazioni. Sapeva che non sarebbe stato solo e ben presto le informazioni divennero concrete. Era lì, ad attenderlo, un membro della mano di Kiri, le squadre speciali erano implicate in quella faccenda. Perché io? Perché richiedere la mia presenza? Ero il reietto del villaggio della Nebbia, dal mio ritorno ero sempre stato visto con sospetto dalla nuova Elitè di Kiri.

    Buongiorno Youshi, allora mi vuoi spiegare?

    Era scontato che lui avesse più informazioni in merito anche perché potevo scorgere l’evocazione di Kensei che gli roteava attorno. Proseguimmo insieme nell’ultima parte di tragitto prima di entrare nella ampissima stanza a piano terra.

    Bene, capisco perfettamente… si tratta di ninja traditori? Chiesi, dopo che l’altro chunin gli ebbe spiegato che dovevano cavare più informazioni possibili dall’ospite che ben presto sarebbe arrivato.
    Dalle informazioni scambiate in quel frangente il ninja in questione apparteneva al villaggio del suono, era un ninja potente e non sapendo quanto fosse disposto a “collaborare” era imprudente accoglierlo così allo scoperto. Era pure vero che si trovavano nel fulcro di Kiri ma si sa… le precauzioni non sono mai troppe.

    Youshi… ho una idea… avrebbe spiegato cosi i suoi piani e ricevuto il consenso di di Youshi si sarebbe adoperato per metterli in pratica.
    La stanza come già spiegato era ampia, vi erano tavoli in acciaio e strumenti chirurgici, un sistema di tende da ospedale separava una zona operatoria dall’altra. qualche postazione era aperta, altre invece in cui le tende tirate nascondevano alla vista la maggior parte del contenuto. Una grande gabbia al centro della stanza, completava l’arredo. Quel luogo era a metà tra un laboratorio segreto e una sala di tortura. Luogo sconosciuto ai più, dove la legge poteva facilmente essere violata a discapito della conoscenza.
    Fu nel giro di ispezione dei luoghi che i due chunin entrarono in uno delle postazioni di attrezzistica chiuse alla vista per valutarne il contenuto.



    Qui è perfetto! Ribadì Etsuko valutando lo spazio di 3mq nel quale si trovavano. La distanza che li separava dal centro della stanza era di una ventina di metri e da essa così come dal resto dell’ambiente circostante erano completamente occultati grazie all’ausilio del tendaggio.
    Lo Youshi e l’Etsuko che ne uscirono poco dopo erano in tutto e per tutto Youshi e Etsuko, il primo però era un costrutto illusorio frutto dell’abilità innata dell’Akuma… l’altro una semplice copia della Bushin.
    Il costrutto illusorio Youshi, avrebbe atteso gli ospiti composto vicino alla gabbia, la copia dell’Akuma, in disparte, poggiava ad un tavolo d’acciaio con attrezzature chirurgiche a portata di mano.
    Così quando Kensei sarebbe giunto con il suo ospite, Etsuko, “quello vero” ebbe un sussulto, mentre il suo costrutto e la sua copia sarebbero rimasti impassibili.
    Ma quello, quello è Kato…
    Avrebbe udito le parole d’avvertimento di Kensei… riusciva a rendersi antipatico nei momenti in cui era sul punto di risultare simpatico. Doveva essere una qualche forma di abilità ninja.
    Lo Youshi avrebbe preso in consegna il prigioniero, indicando la sedia al centro della gabbia…
    Io e il mio amico Etsuko, avremmo piacere a scambiare qualche chiacchiera con lei… se non ha nulla in contrario.
    Il tono era calmo e cortese ma vi era un non so che di tremendamente inquietante, come una vipera appostata, pronta a scattare e a mordere in caso di necessità.
    Ora sì, l’interrogatorio doveva avere inizio. Poteri forti erano in campo, due villaggi a confronto. Cosa aveva quell’uomo di tanto importante da confessare? Perché Kensei bramava informazioni da lui? Presto avrebbero potuto scoprire qualcosa.



  12. .

    IL TALENTO DEL CALABRONE


    POST I



    L’animaletto volteggiò per un po' attorno alla figura del Kiriano. Osservava il cielo Etsuko, le nuvole viaggiavano rapide come i suoi pensieri, brandivano il terrestre per poi disperdersi all’orizzonte come non fossero mai esistite. Lì, dove si trovava, il cielo era limpido, non pioggia, non nebbia ne ricordi e rimpianti, solo un azzurro intenso, qualche sparuto uccello ed il vento. Come amava il vento, la sensazione che gli regalava sulla pelle, quella carezza che non aveva mai avuto il coraggio di chiedere e che lui in modo incondizionato gli regalava. quella sensazione ad occhi chiusi di una presenza rassicurante ed eterea.
    Il ronzio si fece più insistente e per un momento lo costrinse ad aprire gli occhi, si adagiò sul braccio sinistro posto sul petto e lo vide, quello strano animaletto. Spavaldo lo fissava. Sorrise Etsuko e lo riconobbe, era un Calabrone e così ricordò quello che in giorni lontani gli avevano detto. Detto in momenti in cui aveva avuto voglia di mollare, quando aveva creduto che fosse impossibile…

    “le cose si imparano a forza di errori” gli avevano detto… "nulla è impossibile"
    "La conosci la storia del CALABRONE? qualcuno pensò per il calabrone che data la forma piccolissima delle sue ali fosse impossibile volare, tutti si domandarono come fosse possibile il contrario… fino a che qualcuno disse, il calabrone vola perché non sa di non poter volare"

    Questo che significa? Gli aveva risposto il Kiriano… "Tu devi essere il Calabrone, lascia credere agl’altri di non essere in grado di spiccare il volo, finchè alzeranno gli occhi al cielo e ti vedranno volare, con le tue piccole ali…"
    Sorrise ricordando e alzò gli occhi al cielo, immaginandosi lassù… fu allora che lo vide.

    […] POCO DISTANTE […]


    L’avevo seguito sin lì, mantenendomi a debita distanza, prendendo tutte le precauzioni per non essere individuato. Lo vidi atterrare, dissipando la sua nuvola di animaletti notturni, proprio davanti all’abitazioni in evidente stato di abbandono sebbene mantenesse, nonostante tutto, un certo lustro. Iniziava a chiedersi cosa ci facesse lì, che lo stesse cercando? No, doveva essere una semplice coincidenza. Ma colto da curiosità e colpito dall’inesorabile ruota delle coincidenze, decise che sarebbe stato saggio approfondire. Dopotutto era un CALABRONE.
    Avrebbe lasciato che il kage entrasse nella residenza, avrebbe atteso qualche minuto, il tempo necessario per non incontrarlo sull’uscio e poi avrebbe seguito le sue orme, sino a quella che sembrava essere una biblioteca. Aveva avvertito la presenza di qualcun altro oltre alla più alta carica di Kiri e si sarebbe fermato, celato agl’occhi in una delle stanze adiacenti di quella enorme abitazione. Chi doveva incontrare? E in quali guai si stava cacciando?




  13. .
    mi piacerebbe partecipare
    Scheda
  14. .

    i misteri del Bagan


    la lettera di Avgan



    Villaggio Di Soyo, Paese dell’erba
    Luogo: Tempio Buddista di Bagan



    Ore 10 del mattino, il sole splende nel cielo i suoi raggi illuminano una distesa erbacea pianeggiante di una cinquantina di metri. oltre, una coltivazione maestosa di ciliegi che aveva reso celebre il tempio buddista a a cui appartenevano quelle proprietà. In particolare I monaci erano maestri nella produzione di una delle più buone marmellate del continente e di un peculiare distillato prodotto dai noccioli delle ciliegie stesse.
    Disteso a godersi il caldo sole quasi estivo, vi era un ninja di kiri.
    Etsuko era solo, ma pareva attendere l’arrivo di qualcuno, qualcuno che l’avrebbe aiutato in quella che sarebbe dovuta essere una missione non ufficiale.
    Pochi giorni prima aveva contattato funzionari accademici per indire quello che pareva a tutti gli effetti essere un corso per il controllo del chakra, quello che in realtà l’accademia in primis ma anche coloro che erano stati designati a quel corso non sapevano, era che si trattava di un pretesto per risolvere invece il vero problema legato a quel luogo.

    Qualche settimana prima infatti un corvo aveva raggiunto il ninja della nebbia, trasportava una missiva, l’effige sul sigillo di cera era inconfondibile.


    arrivava dal suo amico Avgan, vicario del tempio di Bagan.

    “ Caro Etsuko,
    spero tu stia bene,
    ma non son qui per convenevoli inutili, purtroppo notizie nefaste devo inviarti ,
    gran parte dei monaci del tempio son stati colpiti da un morbo sconosciuto,
    un morbo che colpisce la pelle, nere come la pece e flatulente le pustole, impediscono persino i movimenti più semplici.
    Proviamo unguenti di erbe e prodotti medicinali di ogni tipo ma i risultati sono scarsi e l’epidemia pare espandersi a nuovi protetti.
    Abbiamo bisogno di aiuto, quanto prima, è periodo di raccolta delle ciliegie, lasciarle marcire sugli alberi metterà a rischio la produzione di marmellata a cherry, unica nostra fonte di sostentamento come ben sai…
    Ti aspetto al tempio per parlarti di particolari che non è conveniente scrivere in epistole.

    Con affetto
    Avgan”





    Giaceva disteso su un telo bianco il kiriano con la camicia sbottonata e l’equipaggiamento posato ai suoi piedi… si godeva quella giornata. Non appena i due sarebbero arrivati si sarebbe messo in piedi e avrebbe lanciato loro una copia della lettere che gli era giunta per poi esordire.

    Bene colleghi…
    Siete qui non come pensavate per partecipare ad un corso del controllo del chakra… o meglio, faremo anche quello se ci sarà occasione. Ma la lettere che avete appena letto richiede intervento immediato… sono ancora all’oscuro del perché Avgan non abbia voluto parlarmi chiaramente dei particolari a cui fa riferimento…
    Ma se siete d’accordo ad accettare questo chiamiamolo “impegno” potremo dissipare i nostri dubbi tra pochissimo.


    Aveva dato appuntamento a poco dopo il raduno Etsuko, il vicario si sarebbe fatto trovare poco oltre il ponte tibetano, unico accesso pratico al sentiero che dalla radura nella quale si trovavano, portava al monte sul quale era collocato il tempio…
    Avrebbe atteso il consenso dei due per poter iniziare l’avventura.

  15. .

    Leggero


    non è mai come sembra



    terminai quel discorso recitato tutto d'un fiato, le parole fluivano da sole come un fiume in piena, erano anni che aspettavano di uscire. per troppo tempo avevo posto una diga su quei segreti caricandomi di un peso sovrumano che aveva finito per schiacciare la mia anima e per cosa?
    Senji era morto e mi erano oscure pure la cause, Godsan era sparito con Shiltar, persino Itai vagava in un confine strettissimo tra la vita e la morte a giudicare le parole contrastanti di Senjuro e del Mizukage. la situazione più paradossale era la mia presenza lì, baluardo inossidabile di un fragilissimo passato. La domanda adesso era:
    sarei sopravvissuto a quest'altra imminente e pericolosissima onda d'urto?
    lui era lì, con quella presenza ingombrante, mi ero fatto tante idee su di lui, seppur su quell'uomo non sapessi nulla. la mente si sa, vive di preconcetti sensoriali. l'aspetto, il rapporto, persino le sensazioni e quelle che avvertivo adesso non erano buone. eppure ero lì, umile, al banco della giustizia e in appello a richiedere un verdetto. cercavo essenzialmente quello, qualunque esso fosse stato.
    chiunque probabilmente avrebbe giudicato spregiudicato o addirittura folle la mia indifesa ostentazione di colpevolezza. lui avrebbe potuto leggere nella mia esposizione sicurezza e probabilmente alcun pentimento. se solo mi conoscesse... avrebbe capito quanto si sbagliava, come si era sbagliato Shiltar. Non andavo fiero di nessuna di quelle azioni, eppure la vita a volte le scelte le impone, mandando a puttane l'idea di un utopico libero arbitrio e tu sei solo costretto a subirle.
    Ma quella volta sarebbe stato diverso, perchè?
    che Sho avesse ragione?
    avevo provato ad essere diverso da quello che ero sempre stato, avevo provato a credere in Kiri e a chi adesso la rappresentava e il karma, mi offriva un'altra e unica opportunità.
    il Mizukage parlò
    avrei voluto piangere e non so perchè ma mi sentivo leggero, avrei voluto certo ma non lo feci, avrei mantenuto con orgoglio l'umile contegno. pronunciai poche semplici parole.
    non vi deluderò
    non mi opposi neppure alle sue richieste, così estratto uno spiedo rinforzato, lacerai leggermente la pigmentazione lipidica della falange del mio dito indice e lo inclinai sulla piccola ampolla a lasciar cadere una piccola quantità di sangue. mi sarei in futuro riproposto d'indagare sulle capacità del Kage e sul perchè mi avesse fatto quella strana richiesta.
    mi alzai dalla sedia, non gli avrei fatto perdere altro tempo, non amavo discutere con chi non mostrava voglia di parlare con me. non potevo dargli torto d'altra parte. mi avviai così verso l'uscio. ma mi voltai prima di uscire.
    Mizukage sama, una sola richiesta...
    feci una pausa, come se fossi in condizione di avanzare richieste.
    ci terrei che i miei concittadini, non vengano mai a conoscenza della conversazione avvenuta in questa stanza.
    ancora una piccola pausa e poi avrei concluso.
    non per vergogna o mancanza di trasparenza ma vorrei che mi giudicassero per quello che SONO e non per quello che SONO STATO
    avrei inclinato il capo in forma di rispetto, mantendo comunque sempre lo sguardo sulla sua figura e se non avesse aggiunto altro mi sarei girato e sarei uscito da quella stanza.
    avrei accennato poi un saluto al ragazzo che attendeva furoi per poi lasciare gli uffici amministrativi.



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