Posts written by -< Etsuko >-

  1. .

    il lago degli imbattuti


    Tu Sei Vergogna



    Haji e Kokai sono stati generati molto, moltissimo tempo fa. Vergogna e Rimorso sono sentimenti potenti, comuni nella mente degli Akuma che si spegnevano, e ogni nuovo Haji o Kokai generato da un morente con quel sentimento andava presto a riunirsi con gli Haji e Kokai originari, che li avevano preceduti, in un unico Imbattuto. Spiegò. Non conta chi li ha generati, conta quello che sono, ma io in questo momento sono una schiava, non saprei affatto come contrastare il Rimorso o la Vergogna, che al momento sono macigni sul mio animo...quello dovrai farlo da solo.
    Quindi non conta chi li ha generati, in realtà ogni sentimento di vergogna o rimorso li alimenta ma allora come poterli contrastare e sconfiggere?
    La creatura alla villa non è umana. Il suo spirito e il suo corpo sono in terribile disaccordo, e Kokai lo ha dominato rapidamente...c'era tantissimo rimorso in lui e l'Imbattuto ne ha approfittato, altrimenti Mitsuhide Akechi non avrebbe avuto possibilità contro di lui, anche con il mio supporto. Io sono stata ridotta in schiavitù mesi fa, quasi per caso, mentre lui testava la sua spada: mi incontrò mentre cercava di tagliare i sogni di un suo avversario nel sonno. Il mondo del sogno traballava, il risveglio era imminente. Non posso portarti da lui o svelarti le sue difese, sarebbe un tradimento eccessivo. Ma posso dirti chi seguire: Memai. Una fanciulla del villaggio che agisce come sua servitrice. Non rimane nulla dell'umana, ora quel corpo è completamente dominato dall'Imbattuto Memai, la Vertigine, che ha addosso il gioiello cui è legato. Ti ricordo che rompere il gioiello è inutile, troverebbe presto una nuova ancora. Ma se riesci a seguire Memai, ti potrebbe portare dal Samurai.
    Così il sogno svanì assieme all’essere etereo che lo abitava. Quanto dolore quella donna possedeva in se, il senso di oppressione che viveva lo manifestava pienamente nell’espressività del volto e per un attimo provai pena. L’avrei liberata ma adesso avevo cose ben più imminenti a cui pensare. Mitsuhide Akechi era un avversario temibile, la sua spada avrebbe potuto contrastare qualsiasi mio Genjutsu… per questo motivo non aveva avuto alcuna difficoltà nel “DOMINARE” gli imbattuti. Forse però le abilità di Shin sarebbero potute risultare di grande aiuto ma anche in questo caso le priorità erano altre. Inoltre avevamo le informazioni necessarie per scovare il Samurai, bastava seguire Memai, adesso tutto stava nel scovarla, chissà se i miei amici di missione avevano raccolto informazioni a riguardo.

    … Nell’incubo…

    Mi bastò udire le parole scandite dal demone per finire lì dove ogni uomo evita di andare… li dove la notte prima del sonno si finisce per fare i conti con la propria coscienza, con le scelte sbagliate, le occasioni perse e con i propri demoni. Si tu sei vergogna, sei presente in tutti noi, ognuno di noi contribuisce a renderti reale, contribuisce a rafforzarti.
    “Di notte, quando sono a letto, nel buio della mia camera, sento due occhi che mi fissano, mi scrutano, mi interrogano, sono gli occhi della mia coscienza.”
    Così tornai a Kiri ai tempi di Senji, alle prigioni a quando l’avevo liberato ignorando le volontà del kage Kaguya, che fossero state quelle scelte a rendere possibile la fine che aveva fatto? Il dargli speranza, l’aveva forse deviato dal sentimento di rettitudine, l’averlo appoggiato l’aveva forse reso cieco ai doveri morali della lealtà? Era quello il tormento che stringeva lo stomaco, il pugno che ti mozza il fiato.
    Mi tornò in mente l’esplosione dell’amministrazione, i complotti con l’amministratore di un tempo, per la ricostruzione della nebbia, era quella la scelta giusta da fare o erano le visioni distorte di due giovani intraprendenti e impulsivi?
    Le lande di Genosha… il pentimento, il cilicio che mi ero imposto per assolvere i peccati, il non meritare la presenza di nessuno la certezza che la solitudine fosse per me l’unica scelta possibile. Avevo sofferto per essa? Non ne ero sicuro, qualcosa di certo appesantiva il mio animo ma Kiri per me poteva ancora essere definita casa? Al ritorno nulla era cambiato, avevo attorno a me volti famigliari ma conservavo ancora l’inquietudine e il senso di incompletezza che mi spingeva ad andare oltre.
    DISONORE, INQUIETUDINE, MALESSERE, VERGOGNA…
    Le parole si succedevano ripetitive e costanti nella testa, rimbombavano, riecheggiavano non permettendomi di pensare ad altro.
    Tornai da Kensei e l’ampolla del mio sangue che aveva conservato, la fiducia con riserva che mi era stata concessa “VERGOGNA”.
    Eppure sapevo, sapevo perfettamente quello che mi stava accadendo, ero esperto di illusioni, giocavo con le illusioni, ero io il manipolatore delle menti altrui. Allora perché non facevo nulla?
    Perché farlo Etsuko…? Non stai bene forse qui in compagnia degli errori del tuo passato a rivivere quelli avvenimenti che forse non avresti mai voluto che accadessero?
    La voce di Masamune ora si era ritagliato posto nella mia mente, l’Etsuko che tutti conosciamo è relegato all’angolino, seduto con le ginocchia avvolte tra le braccia e la testa chiusa a guscio. Prigioniero di se stesso, in una prigione dorata e ovattata che lasciava fuori nuovi e insopportabili stimoli, preferivo fare i conti con i demoni del passato per non incorrere in quelli presenti e futuri. Paradossalmente per me quello era un Sollievo.

    Lasciatemi… non ho voglia… non ho più voglia di lottare, ogni giorno la mia vita è una lotta, ogni giorno è un ripetersi incessante di soprusi, ingiustizie, ingratitudine, inettitudine… che senso ha? Risolvere un problema per essere schiacciato dai successivi 10… e 10… e 10 ancora all’infinito? Noi esseri umani non siamo destinati ad essere FELICI.
    Ma quella sensazione non durò troppo a lungo. Come una gettata d’acqua gelida, qualcosa contribuì a destarmi… riaprì gli occhi tornando alla realtà, poggiai la mano destra sul viso, conscio che qualcosa l’aveva sfiorato e me la ritrovai imbrattata.
    Ma questo è…
    Si lo era, era Sangue, non il mio e mi bastò alzare lo sguardo per capire le dinamiche di ciò che fosse accaduto. Ero stato DEBOLE, ero stato EGOISTA e qualcuno aveva lottato per me, qualcuno si era sacrificato per me.
    Kato… tu…? Perché…?
    Etsuko! Non potrò difenderti nuovamente! Combatti, DEVI sconfiggi quell'essere!
    Perché l’aveva fatto? Aveva preferito salvarmi subendo il colpo in pieno. Questo cambiava tutto, era colpa mia se quell’essere si era rigenerato così in fretta e si era potenziato, l’avevo reso più consapevole di quello che era, certo ma doveva essere consapevole di ciò che in realtà fosse la vergogna. Ero io l’unico che poteva sconfiggerlo sul piano che un imbattuto richiedeva per essere sconfitto. Avevo deciso di tenere i miei amici allo scuro di alcuni dettagli e ora ci trovavamo in quella situazione critica. Dovevo porvi rimedio.
    Rimasi affascinato dalla maestria con la quale i due combinavano i propri attacchi, di certo erano abituati a combattere insieme, i colpi si susseguivano con una sincronia che non andava per nulla a discapito di velocità e potenza e non riuscì a non rimanerne affascinato. Così se la successione di colpi fosse andata a buon segno avrei dato di certo il mio contributo e prima che Haji potesse toccar terra due stalagmiti appuntite della dimensione di 1,5 m di altezza sarebbero apparse sul pavimento pronte a infilzarlo, l’azione non sarebbe finita, con esse 4 catene illusorie avrebbero bloccato gli arti legandoli alla base dei costrutti di roccia.Slot Tecnica+ slot Azione
    Se tutto fosse andato come doveva andare o ad ogni modo avrebbe preso parola Etsuko.
    Tu sei vergogna Haji, credi di essere il tormento di ognuno, trai vigore e soddisfazione nel vedere soffrire la gente ma ciò che non sai è che tu sei un sentimento effimero… momentaneo… destinato ad essere superato… esattamente. Sei indispensabile in ognuno di noi, come il lupo nero per i bambini, la paura che ci impone la coscienza. La realtà è che Il valore di una persona dipende dal numero di cose delle quali si vergogna. Tu rendi le persone migliori, le metti a confronto con la propria coscienza e le rendi consapevoli delle importanza delle proprie decisioni.
    Tutti tra noi abbiamo fatto i conti con te… ma guardaci oggi? Quanto a lungo hai scalfito il nostro animo? Perché la realtà è che ti abbiamo superato, oggi siamo orgogliosi delle scelte che ci hanno resi quel che siamo diventati. Oggi Siamo ORGOGLIO… siamo FIEREZZA
    le parole di Etsuko sarebbero state accompagnate. Dalle facce di tutte le persone che conosceva che sarebbero apparse attorno a Haji per sussurrargli parole, prima di scomparire.

    C’era Etsuko senior, i suoi genitori, kato, shin, kensei, Raizen… tutti gli sguardi degli Akuma che ogni giorno lo osservavano dai dipinti della sua magione.
    Era un susseguirsi di sussuri…
    Tu mi hai reso libero. Tu mi hai fatto capire l’importanza di essere padre. Grazie a te ho capito quanto per me contasse il mio villaggio. Ora so, qual è il valore di una vita. Oggi sono orgoglioso di ciò che sono.
    E ancora avrebbe incalzato Etsuko.

    Tutte le notti faccio i conti con te Haji… e per tua sfortuna so benissimo come sconfiggerti. La SPERANZA, la FIDUCIA che ricerco nel domani… la forza delle persone che mi stanno intorno, sono la mia fonte di potere, non la tua. Puoi ingannarci per un attimo ma non puoi ingannare te stesso. Adesso è l’ora di lasciare spazio al nuovo giorno e lasciare al passato i tormenti della notte… torna da dove sei arrivato noi ti ringraziamo per ciò che sei.




  2. .

    TRADITO


    Interpost



    Un bagliore investì la stanza accecando i presenti, ero intento ancora ad ascoltare le parole del Genin e quando averti la presenza dietro di me fu ormai troppo tardi per opporre un qualsiasi tipo di resistenza.
    Youshi… il solito vecchio Youshi…
    Il chunin della nebbia non aveva mai nascosto di simpatizzare con le bizzarre idee del kage. in realtà a volte persino io le avevo assecondate, non però fino a quel punto. La sua era pura adulazione per la figura di Kensei, l’adulazione opprimeva una qualsiasi forma di elaborazione concettuale ma fino a quel punto?
    Al punto da puntare l’arma alla gola di un compagno? Un compagno che in più di una occasione gli aveva coperto le spalle? Un compaesano? Era questo il modo che intendevano di essere i MIGLIORI… e poi, migliori in cosa?
    Quel sangue non basta per le tue dimissioni, Etsuko-chan
    Coraggio allora, cosa aspetti… sussurrai aprendo le mani in segno di resa. Cosa aspetti a prendere quello di cui hai bisogno?. Youshi non aveva espressività sul volto, il mio non lasciava trasparire alcun segno di timore, la lotta era tra titani.
    Quando hai avuto l'onore di poter diventare la Mano Destra del Mizukage, Etsuko, avresti dovuto capire che l'unico modo per uscirne non era da vivo. Con le tue parole, con il tuo diniego, stai sputando in faccia a tutti i ninja del villaggio qui riuniti
    Hai un po' le idee confuse mio caro Youshi, tant’è che confondi il DISACCORDO con il TRADIMENTO… stai forse insegnando ai Kiriani il modo per non essere pensanti? Ti stai ponendo forse al pari di Byakuei, stai cercando di riprodurre un villaggio di fantocci al servizio di un solo uomo? Un uomo è libero indipendentemente dal ruolo di interpretare e esprimere la propria opinione. Il dissenso è una forma costruttiva di confronto. Costruttiva nel mio modo di vedere le cose… nel tuo?
    La domanda retorica riecheggiò nella stanza amministrativa, chissà cosa avrebbero pensato i presenti della reazione della mano sinistra del Kage. avrebbero dovuto aver paura del proprio leader o rispetto?
    Pensi che il kage abbia bisogno del tuo aiuto per reclamare il mio sangue? Pensi che non conoscesse i miei punti di vista quando mi ha scelto? Pensi che avere due punti di vista obbiettivamente antitetici come mano DESTRA e mano SINISTRA, sia stata una mera coincidenza? Suvvia Youshi… se lo credi davvero, allora sei tu che offendi Kensei.
    Una nuvola di fumo improvvisamente sarebbe apparsa attorno alla seggiola, lasciando al posto di Etsuko un fantoccio solo lontanamente somigliante al kiriano… il riferimento alla tecnica della sostituzione era chiaro, chiunque conosceva quella tecnica base, la forma di difesa assoluta. La realtà però con Etsuko… non era mai quel che sembrava. Un simulacro era quello che stazionava sulla sedia a rivestire il kiriano mentre un altro identico all’Etsuko originale sarebbe apparso alle spalle di Youshi e brandendo un Kunai avrebbe tentato di minacciarlo puntandolo a pochi centimetri dalla nuca azione se l’operazione fosse riuscita…
    Mettendoti in imbarazzo di fronte ai migliori genin di Kiri
    Quello che ci mette in imbarazzo sei tu Youshi… adesso abbassa quell’arma e torna al tuo posto, mi conosci e sai che non scherzo affatto, conosci anche le mie competenze mediche, non sfidare la sorte.



  3. .

    Dimissioni


    e cos'altro ancora?



    Bleaaa… che nauseabondi…

    Ma facevo davvero parte di quel villaggio? Erano questi i momenti in cui mi pentivo delle scelte di una vita… tutti quei sacrifici, le difficoltà di scelte folli e restringenti. Avevo abbandonato la possibilità di guadagnare potere in passato per vie traverse a quella della rettitudine, avevo scelto di non svendere la mia fedeltà per un bene superiore, di villaggio. Persino ultimamente avevo deciso di ricoprire una carica, che doveva essere “Diplomatica” per migliorare le possibilità della Nebbia e dei suoi abitanti. Per cosa?
    Per cosa avevo fatto tutto questo?
    Cosa sarebbe stato di me se avessi deciso di seguire le orme del Mikawa alla fossa dei Sennin o la volontà di Hayate… forse sarei ad Ame, forse avrei avuto potere al pari delle Virtù, di certo non sarei stato qui ad ascoltare le elucubrazioni di un Kage, che prometteva potere, che prometteva la pace ma a quale costo? Dare le colpe alla inefficienza dell’asse accademico era per Kensei, semplicemente un pretesto. Si, non attendeva altro che dimostrare quanto quello fosse inconsistente e nell’ultimo periodo di occasioni ne aveva avute. Ma cosa faceva invece lui per dimostrarne il contrario? Aveva mai chiesto aiuto agli alleati? Cosa aveva fatto quando Etsuko aveva tentato di ricucire i rapporti con Raizen? E soprattutto cos’ero io…?
    A che serviva la diplomazia se la strada era già spianata ai propri piani?
    Mi aveva utilizzato come palliativo? Conosceva i miei rapporti con Raizen e sapeva che il kage della foglia si fidava di me, sapeva che avevo rapporti in tutti i villaggi e forse aveva sfruttato le mie capacità semplicemente per guadagnare tempo… per ovviare a spiacevoli inconvenienti con alleati troppo pressanti, quando l’alleanza per Kiri, già non esisteva più. Che motivo avevo io di essere? Di essere lì…
    Fudoh, mi aveva anticipato. Quel pensiero era oligarchico e come ogni forma di oligarchia, molto pericoloso… concentrare il potere nelle mani di pochi, significava distruggere il concetto stesso di democrazia. L’aggiunta di un pezzo di semitismo era aberrante. Chiunque dei presenti bramava al potere, chiunque voleva il bene di Kiri, chiunque sarebbe morto per la giusta causa. Quella però per me non era una giusta causa… la divergenza di vedute con Kensei era oceanica e non avrei mai potuto rappresentare un simile pensiero.

    Fudoh è stato sin troppo diplomatico…

    Avrei affermato prendendo la parola.

    Permettetemi di affermare che tutto ciò che sento è ridicolo… essere richiamato qui, senza alcun preavviso, essere messo a conoscenza di questa linea amministrativa così, come se fosse una comunicazione di servizio, buttando all’aria mesi di lavoro è aberrante. Non metterò in dubbio le scelte del Mizukage… è lui la guida politica del paese. Lanciai uno sguardo a Kensei. Ma non chiedetemi di condividerle, perché non le condivido.
    Rinnovo la mia fedeltà a Kiri… e seguirò i fondamenti della nebbia mi costassero essi la mia stessa vita, perché è questo il credo di un ninja.

    Mi morsi il pollice eseguendo il rituale che ci veniva richiesto, una goccia del mio sangue cadde sul pavimento attivandolo. Apparve un piccolo altare davanti a me… non ci prestai troppa attenzione dopotutto, dopo le parole che avevo appena pronunciato mi aspettavo che quel dono mi fosse ritirato.
    Con il mio sangue mi privo anche della possibilità di ricoprire la carica che mi era stata assegnata, la ritengo a questo punto inutile e incongruente. In realtà mi sentivo completamente preso in giro e non volevo che quella farsa continuasse neppure per un momento ancora.



  4. .

    Villa Mikawa


    i segreti del tempo



    Ero incredulo, se solo pensavo a come tutto fosse cominciato se solo pensavo al motivo per cui ero lì, non potevo crederci. Fino a qualche ora prima, quando sui celi di Oto, avevo visto aleggiare l’evocazione del kage decidendo di seguirla per poi trovarmi nella villa di un altro Kage, una villa che avevamo rinvenuta disabitata. Una prigione spazio temporale in realtà. Dalla quale forse non potevamo più uscire… si forse, perché non ci avevamo provato.
    Un gruppetto variegato il nostro, di ninja di alto livello alle prese con un rompicapo che mai, avrei supposto, nessuno fino ad oggi aveva provato a destreggiarsi, tra jutsu temporali, sigilli e oggetti arcaici. Avevamo provato con l’intelletto, mandando messaggi agli ospiti nell’altro tempo. Avevamo provato con l’incoscienza, spedendo Hebiko, adesso provavamo con la scienza. L’espediente messo su dal ragazzino di Suna era un prodotto di alta ingegneria ottenuto con oggetti rudimentali. Sfruttava la forza del chakra di Kensei, per contenere le oscillazioni energetiche e le marionette fungevano da messa a terra. E non ci crederete mai ma stava funzionando, potevo osservare palesemente il ridursi costante della carica del frammento, dal quale il sigillo traeva potere… ero lì intento a supervisionare il tutto, quando l’imprevedibile successe… un’onda d’energia anomala, forse un sistema di protezione del frammento stesso o forse un intervento esterno, mandò in cortocircuito i sistemi… e non solo.
    Ahhh….
    Il dolore pervase le iridi costringendomi ad abbassare lo sguardo, un fascio luminoso che mi avrebbe accecato lasciandomi per un tratto privo della mia speciale vista. Non mi ci volle troppo a capire che in quelle condizioni non avrei potuto utilizzare per un po' le mie speciali abilità.

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    Ero poggiato sulle ginocchia, ancora intento a dare sollievo ai miei occhi, sentivo il peso del fallimento nell’aria, avvertivo l’animo teso del marionettista che ora parlava con la ragazza, unica superstite di quel tempo e abitante della villa… perché era lì? Cioè, perché unica e sola… ?
    Seguì il colloquio con il marionettista il suo tono non era accondiscendente e per un attimo provai pena per lei… dopotutto cercava di aiutare. Si perché era quello che tentava di fare, lei stessa aveva subito l’effetto del genjutsu che l’aveva tenuta reclusa nella bettola appena fuori villa Mikawa. Il fatto che fosse ricettacolo di un demone, che fosse una forza portante di Oto, poteva avere valenza in tutto ciò?
    All’esortazione dei miei colleghi di ricercare una qualche forma di sigillo, risposi laconico con il gesto della mano a indicare il viso… cosa non gli era chiaro della mia attuale situazione?
    Son alle prese con problemi ben più seri attualmente e non ho più uso delle mie abilità oculari… a dirla tutta non so se le arti mediche possano essere in questo primo approccio, di qualche aiuto.
    Fu in quel clima di sconforto che mi richiusi in me stesso cercando di metabolizzare quanto accaduto. Cosa ci stava sfuggendo, ogni tentativo ci portava in un vicolo cieco… prima i messaggi con il passato, il foglietto che il marionettista aveva ricevuto, si era rivelato un buco nell’acqua. Ricercato infatti il tomo che gli antenati “se così potevamo definirli” ci avevano indicato era apparso mancante delle pagine interessate… qualcuno ci aveva preceduto…
    QUALCUNO CI AVEVA PRECEDUTO… PRECEDUTO…
    Sembrava una perenne corsa contro il tempo… pensa Etsuko, forza pensa…. Ma pensare a cosa? A come poter uscire da quel loop temporale? Ci eravamo concentrati già sul dispositivo ed eravamo riusciti a metterci in contatto con l’altro tempo… ma con che risultati? Il meccanismo era instabile e non riuscivamo a controllarlo tanto da instaurare un collegamento ottimale e persistente a uno scambio di informazioni.
    Ma se… ma certo…
    Una lampadina si accese nella mia testa… ma se avevamo semplicemente sbagliato approccio? Se avevamo cercato informazioni nel tempo sbagliato? Le risposte forse erano già lì a portata di mano, solo nel momento sbagliato… forse la villa avrebbe potuto aiutarci e non gli abitanti del passato. Dopotutto era palese che qualcuno ci aveva preceduto MA noi avevamo imparato a spostare il tempo. Avremmo forse potuto anticipare chi ci aveva anticipato? Una visione fantascientifica forse, ma l’unica che mi veniva in mente.
    Avrei atteso che Harumi concludesse le sue analisi e ancor prima che finisse.
    E se avessimo sbagliato tutto?
    Cioè, fino ad ora abbiamo tentato di sciogliere il fuuinjutsu quando in realtà avremmo potuto utilizzarlo per ricevere risposte? Cioè pensateci bene… siamo finiti in una bolla temporale, cioè presumibilmente siamo nel futuro o comunque in un tempo parallelo… ma come ogni tempo che si rispetti avrà anche un Inizio… e se semplicemente cercassimo di riavvolgere gli eventi sino a quando tutto ha avuto inizio per capire cosa è accaduto? Abbiamo indizi, un libro… che forse ora non possiamo leggere… ma nel tempo giusto… Si. Abbiamo delle orme che non sappiamo dove finiscano e di chi siano… ma se riuscissimo a risalire a chi quelle orme le ha lasciate guardandole con i nostri occhi? Cioè… i vostri…
    Avrei detto, forse era una sciocchezza ma cosa ci restava se non tentare?
    Shinsui… riusciresti a modulare il sigillo per ritornare indietro nel tempo? Ci siamo focalizzati al qui per ora… Kensei… potresti farti trovare vicino all’arazzo, lì dove finivano le orme, per comprenderne l’origine. Harumi ho bisogno della tua compagnia, riusciresti ad accompagnarmi in biblioteca? Magari riusciamo a scoprire qualcosa di più sul tomo da consultare o del perché è mancante.
    Sperando che i miei compagni avrebbero seguito la mia proposta mi sarei rimesso in piedi e con l’aiuto di Harumi ci saremmo spostati ognuno nella propria posizione in diversi punti della villa.
    Avrei inoltre attivato le doti da sensitivo… non avevo abbandonato l’idea che la presenza della ragazza non fosse casuale e avrei studiato il suo chakra, cercando analogie con il meccanismo e le iterazioni presenti nella villa, in quel tempo… ma non potevo destare alcun sospetto. Le stesse doti mi sarebbero tornate utili una volta che il marionettista avrebbe tentato di riavvolgere gli eventi. Solo allora avremmo potuto capire se il mio piano avrebbe funzionato e con chi avremmo dovuto vedercela. Quella situazione paradossale iniziava a stancarmi, l’idea d’impotenza non mi apparteneva e se ci fosse il Mikawa dietro tutto quello? Non mi avrebbe sorpreso la cosa, un tipo imprevedibile come lui, poteva tutto.
    Harumi… dimmi dettagliatamente cosa vedi, se vedi qualcosa. Intanto i miei sensi osservavano quello che gli occhi non potevano scorgere. Cosa avrebbero scoperto? Avrebbero avuto modo di sfuggire alla stretta soffocante del nemico?





  5. .

    Chi è chi?


    l'origine di un imbattuto



    Devo esser sincero, non è che l’idea di una interrogazione da parte del Kage mi stuzzicasse più di tanto, fare entrare qualcuno nella mia testa non sarebbe stato piacevole E se avesse scoperto la stanza dei segreti più reconditi? Quelli che seppellivo sotto il tappeto della coscienza avvolti in una coltre di vergogna? No, non l’avrebbe fatto… non ero così debole, neppure al cospetto di Raizen. avrei potuto se solo l’avessi voluto, buttarlo fuori come un ospite indesiderato…
    Così quando iniziò con le domande, si materializzò quello che doveva essere il mondo interiore. Non avevo mai visto una tecnica simile e a dirla tutta non sapevo quanto quella, unita alle abilità di una Akuma, potesse essere potenziale. Così i ricordi scorrevano, come la pellicola di un Film… i primi approcci a Masamune, le sue apparizioni in sogno e il suo diventare sempre più minaccioso e aggressivo… ma mentre eravamo assorti ad analizzare quella pellicola, affinchè nulla ci sfuggisse, ci stava sfuggendo il dettaglio più importante. Quelle piccole, impercettibili interferenze, quasi un difetto tecnico del riavvolgimento del nastro, una discrepanza in pixel sull’immagine dei ricordi.
    Poi successe… successe l’inevitabile. Forse non era stato Raizen troppo prudente, forse nessuno avrebbe potuto prevederlo Ma successe. Successe che le tenebre si fecero strada tra i ricordi, mentre le frasi cupe e minacciose del Grande drago del sud facevano da contorno all’acclimatarsi dell’oscurità tra l’eterea sensazione di cui in un primo tempo avevano goduto i due interlocutori. Poi l’epifania, tra nubi scure sventrate da saette e fulmini, apparve… apparve così come io lo ricordavo, quella prima volta nel tempio del Sud, maestoso e possente seppur folle nella sua cosciente follia. Adesso invece qualcosa era cambiato, era semplice avvertirlo. Se prima il legame tra i due era una intesa di collaborazione, uno scambio di forze, un complementare… ora il bilancio era ad Etsuko completamente sfavorevole, il drago nero sfruttava quel contratto a sua discrezione per trarne giovamento, per trarne forza.
    Senti improvvisamente una forza sbalzarmi indietro, mentre completamente in trance assistevo all’avvicinarsi del drago. Involontariamente pensai agli eventi del faro meridionale e le peripezie con il colosso. Ma non ebbi tempo di soffermarmi troppo. Di sicuro il Kage della foglia, sapeva ben più di quello che mi aveva riferito, pareva per nulla a disagio in quella situazione e la sua sicurezza nelle azioni appena intraprese ne erano la controprova. Non doveva essere la prima volta per lui.
    Gli lancia una occhiata dubbiosa e in quel momento avrei voluto essere il l’inquisitore dei ricordi del colosso, avrei forse ottenuto le informazioni necessarie per fronteggiare quella situazione.
    … Raizen, che succede…?
    E quello che successe poco dopo non aveva bisogno di spiegazioni.
    In qualche modo Masamune aveva attinto alle fonti di chakra dell’Hokage, instaurando con lui un legame, un legame che gli permetteva pur di sfruttare altre sue abilità. Il pareggio dell’evocazione della sua antitesi fu lapalissiano. Il drago scomparve a fronte del volere del padrone del Sud.
    Ma non è tutto… mettetevi comodi…
    Pensavate che Etsuko questa volta fosse esente da danni fisici? Sarebbe stato strano dopo l’ultima volta che i tre si erano ritrovati assieme a distanza ravvicinata. Ricorderete di certo che in quella situazione il kiriano aveva sacrificato un occhio… si, avete capito bene. UN OCCHIO… sapete quanto questo possa valere per un Akuma vero? Beh… per fortuna poi Raizen si era fatto perdonare, altrimenti sarebbe diventato ispirazione per un qualche colmo. Del tipo: sapete qual è il colmo per un Akuma? Regalare un occhio al drago ed essere Orbo. Vabbè ma stiamo divagando.
    Dicevo, fu nel pieno di questa serie di eventi che provai nuovamente un dolore indicibile agl’occhi, portai d’istinto le mani a proteggerle e li ritrovai coperte di sangue, le lacrime sgorgavano copiose e senza volerlo avevo attivato le mie abilità… così quello che poco prima era nella mia testa, ora era tangibile, concreto e ancor più minaccioso. Non poteva essere altrimenti, le parole di Shinjutsu… gli Akuma in situazioni limite possono dar vita ai loro demoni interiori, creando quelli che si definiscono IMBATTUTI… e quello che adesso aveva preso vita davanti a loro era proprio quello.
    Era possibile? Unii tutti i tasselli del puzzle, possibile che Masamune avesse previsto tutto ciò? Previsto che Raizen avesse utilizzato quella tecnica su di me, sfruttare il suo chakra per potenziarsi e le mie abilità per concretizzarsi…? Si… il come avesse fatto lo avremmo discusso in altri momenti.
    Fu quando si rivolse a me che per la prima volta gli parlai…
    Non ho timore del giudizio, Folle… tutti dovremo essere giudicati, tu per primo…
    Se credi che le minacce mi spaventino, ti bagli! Ma ho motivo e interesse nella tua proposta… ricerchi gl’imbattuti per quale ragione?
    Ricordavo ancora gl’avvenimenti del lago e i problemi che quelli avevano creato. Che Masamune o chi per lui cercasse di controllarli? Ma a che scopo?
    perché un Imbattuto cercherebbe altri imbattuti?
    Perché è questo che sei… non è vero forse?
    Eccolo Raizen… ti presento Masamune il Fasullo… la brutta copia di quello che crede di essere, si ciba del tuo chakra e dell’energia vitale per alimentarsi… un parassita che insulta l’onore e la casata di tutti i draghi… dal faro orientale all’occidentale… dal nord al sud. Un’insulto… sei quello che Sei…


    E con ciò avevo anche risposto alla domanda le Kage.
    Rivelare l’intima natura… Verità… era quello che faceva per controllare gl’imbattuti, metterli a di fronte alla realtà.
    Fu in quel momento, che irrorai nuovamente gl’occhi del sangue Akuma che fiero sgorgava nelle mie vene e un altro costrutto, questa volta reclamato e autorizzato, sarebbe apparso sul campo. Il fiero e folle Masamune… quello che Etsuko ricordava, il giudice imparziale che per un momento di lucidità aveva dimostrato di essere in tempi lontani…
    Osservò quello che stava attorno a loro…
    Etsuko Kun… che succede? Chi è quest’impostore? Osservò Raizen ma le parole non erano riferite di certo al kage della foglia. Sto parlando con te… e questa volta le due figure, a tratti palesemente identiche, come di fronte ad uno specchio, si osservavano. Chi era chi? O chi era cosa?



  6. .

    Convocazione


    i figli di Kiri



    Il vapore acqueo saliva dalla superficie piatta della jacuzzi, sul terrazzo della tenuta Akuma che affacciava sul golfo di Kiri, la vista nelle giornate soleggiate era spettacolare, ora la figura che riposava, godendosi il torpore dell’acqua, pregustava un tramonto di quelli che solo il villaggio della nebbia poteva offrire. Il sole iniziava a scendere sulle nuvole frastagliate all’orizzonte, colorandole prima di un rosso intenso, per poi sfumare su un pannello cromatico che dal violaceo andava al rosa tenue per poi sparire all’orizzonte e lasciare spazio alle tenebre.
    E proprio l’ascesa delle tenebre avrebbe portato un repentino cambio d’umore dell’uomo, tant’è che l’acqua che sino a poco prima gli aveva dato sollievo, ora bruciava le carni e gl’occhi pulsavano in modo petulante, rimbombando, quasi volessero uscire dalle orbite, un dolore atroce che l’uomo avvertiva tutto, in ogni singolo nervo fino a giungere nella sua testa. Che fosse reale oppure no, non importava, ciò che importava era che fosse tremendamente doloroso e mentalmente debilitante.
    Così cominciò ad agitarsi, increspando la superficie dell’acqua che sino a poco prima era placida. Tutto durò una manciata di secondi, lunghi come secoli per il kiriano, come se fosse assorto in un’altra dimesione, una dimensione che troppo spesso nell’ultimo periodo l’aveva inghiottito. Tutto era cominciato alle mura con l’arrivo del kage della foglia… era stata in quell’occasione che il diavolo nero Masamune aveva fatto la sua comparsa, facendo breccia nelle abilità del kiriano e attingendo al suo potere e da quel momento era come se un pezzo di lui fosse ancora nella sua testa e ogni tanto riaffiorava come un brutto ricordo, difficile, anzi impossibile da cancellare.
    Si toccò le iridi, premendo in cerca di sollievo… poi si lasciò scivolare immergendosi nell’acqua, alla ricerca di silenzio, alla ricerca di pace… cercando di essere lui, in quel momento a scegliere la dimensione in cui essere… come se potesse farlo. Come se potesse sfuggire ai problemi, ai guai che sempre troppo veloci lo rincorrevano e per la prima volta in vita sua, desiderò di non essere SOLO. Desiderò una spalla sulla quale appoggiarsi, delle braccia che potessero sorreggerlo quando non riusciva a farlo da se, desiderò semplicemente qualcuno che potesse osservarlo… oltre i suoi occhi… e CAPIRLO.

    EDIFICIO AMMINISTRATIVO

    Camminava lungo i corridoi amministrativi, all’ingresso aveva salutato i funzionari con un cenno del capo e un cordiale sorriso, per poi iniziare a salire, là dove il Mizukage l’aveva convocato. Non erano chiari i motivi del perché fosse lì, ma presto avrebbe dissipato ogni dubbio. Era a pochi metri dalla stanza sita all’ultimo piano dell’edificio amministrativo, il sole delle finestre illuminava a tratti il pavimento ed Etsuko l’osservava ancora perso nei suoi pensieri. Sul suo viso ancora i segni di una notte insonne, un piccolo accenno di occhiaie, mascherato con abilità dalle creme che usava per mantenere il suo aspetto sempre fresco e giovanile a contornare un viso dai lineamenti stupefacenti. Era bello e sapeva di esserlo e con orgoglio mostrava la sua bellezza.
    La giacca dalle decorazioni quasi regali, esaltava le spalle e cingeva il busto snello, lo jabot in stile neoclassico legato al collo, cadeva sulla chiusura della giacca con al petto e addome ornamenti militari, l’orecchino sul lato sinistro disegnava l’orecchio, donandoli una linearità a punta, quasi elfica e un ciondolo, un cimelio di famigli, cadeva pendente. Fù cosi che si presento agl’occhi dei presenti, varcando la soglia.



    Fu investito dalla luce proveniente dall’esterno, l’ampia vetrata era un faro su Kiri, nonché punto d’osservazione altamente strategico. Lo stile dell’arredo era pesante, classico, quasi legato al medioevo occidentale. D’altra parte rispecchiava esattamente quello che presentava agl’occhi del popoli Kensei, che ora sedeva sul suo scranno, dietro ad una scrivania ampia in legno di mogano, che faceva da padrona in quello studio.
    Non erano soli, le presenze della mano nera di Kiri, Youshi e della kunoichi Jukyu che scoprì in seguito essere la legittima figlia del nono, ne erano la prova così come le restanti quattro sedie vacanti.
    Quando tutti furono presenti, ascoltò con attenzione le parole del Kage. Parole di encomio per le azioni perpetuate negl’ultimi periodi. Il Kiriano però non avvertiva di aver fatto nulla di encomiabile e diverso dal solito in quel lasso di tempo. Ma non intervenne per capire dove Kensei volesse arrivare. Lo conosceva e non era solito lasciarsi andare a complimenti e riconoscimenti se non per ottenere qualcosa in cambio. ed ora era lì nell’attesa di capire…
    Cosa voleva in cambio il Kage? E cosa era disposto a dare ai suoi figli?

    Etsuko Akuma, come richiesto son qui al servizio.



  7. .

    La compagnia dell’Anello


    Reunion






    Fu abbastanza semplice sfuggire al controllo dei soldati del villaggio, le loro scarse abilità nell’utilizzo del chakra li rendevano tremendamente Deboli. Forse era anche questo motivo per cui erano stati relegati a “sopravvivere” nel gioco di spartizione dei poteri, senza ricevere un posto a sedere al tavolo dei grandi. Cielo, miele e Bruma… presto il lupo sarebbe stato destinato a sparire dalle carte del continente ninja inglobato da qualche altra grande potenza.
    Se poi a tutto ciò si aggiungeva la corruzione a cui il vecchio malato aveva fatto riferimento, beh la fine era inevitabile. Forse avrei dovuto fare presa sulla forza per estorcere qualche informazione in più all’infermo.
    Fu mentre il giovane Genin esternava le scoperte fatte dal nostro gruppo che mi accorsi di quanto fossero poco consistenti. Era anche vero che l’embargo aveva di molto affievolito il vento d’informazioni che proveniva dal mare, relegando a quel luogo, semplici sentito dire e illazioni, che si sa, hanno corrispondenza di veridicità pari al valore monetario dei soldi del Monopoli.
    Si erano da poco riuniti al resto del gruppo, mancava solo il primario di Kiri, un tipo strano che chissà dove era andato a finire. Ne aveva sentito parlare, si erano confrontati poco i due. Ma le sue abilità erano famose e riconosciute alla nebbia, era un elemento strategicamente importante per loro, sarebbe stato opportuno rintracciarlo il prima possibile. Così il kage doveva esser stato del suo stesso avviso e aveva pensato di mandare una sua evocazione in cerca.
    Hideo era alle prese con un tentativo goffo di descrizione di Murbella , quando la formosa donna, cosi come il ragazzo la ricordava, gli avrebbe poggiato una mano sulla spalla e in modo suadente avrebbe fatto la sua presentazione agli astanti. Un leggero inchino al kage, una rotazione completa sull’asse del corpo, come se fosse ad una sfilata per poi ritornare lì dove aveva fatto la sua apparizione per scomparire nuovamente alle spalle del ragazzo.
    Fu a quel punto che prese la parola Etsuko…
    Che fino a quel momento era rimasto in silenzio a sentire le storie di tutti e ad osservare la donna che dovevano portarsi dietro sino alla Bruma. Il loro lasciapassare aveva detto Kensei. Ma si sa… le donne a bordo di una nave, significavano sventura e quella missione già cominciava con lo sfavore dei pronostici, non aveva bisogno di sfidare ulteriormente il fato.
    Pare che la bruma abbia approfittato dello scontro tra il nono e i cremisi. Doveva essere in ritirata, quando è stato intercettato dai comandanti inviati dalla scarlatta, il Vermiglio, il Corallo ed il Rubino.
    Si dice che il nono e chi fosse con lui sia stato catturato.

    Cos avrebbe concluso il suo intervento il kiriano, attendendo così che il kage facesse le sue considerazione e si passasse finalmente a procedere in modo concreto, lì non avrebbero potuto cavare più nulla, dovevano passare oltre.





    Fudoh…


    Alias Dottor Shimura





    Akiko sospettosa guardava il medico porgere quelle domande in modo alquanto goffo, cos’era quello, un ripensamento al piano attuato? Se così fosse avrebbe provveduto a far ritrovare per posta qualche pezzetto della sua dolce famigliuola a ricordargli che gli accordi si mantengono.
    Il Khan, andava eliminato… era rimasto uno dei pochi generali influenti al potere a non essere sotto il controllo monetario della Bruma, del cielo e del miele… il baluardo dell’incorruttibilità allo stato. Un personaggio scomodo che spingeva per l’intervento militare e la reazione all’embargo imposto che contribuiva a indebolire il paese ogni giorno di più.
    Solo pochi giorni prima aveva consegnato ai suoi uomini una lista di funzionari governativi da tenere in stretta sorveglianza. Tutti personaggi sotto l’egida del nemico che spingevano ad una politica moderata e attendista… in pratica al subire.
    Il Khan sospettava di una rete di corruzione e era all’opera per sventarla, ecco perché andava eliminato.
    Alle domande del medico il generale sorrise…

    Quali livelli di stress pensa che possa avere un generale che decide delle sorti del suo paese? Un paese piegato dall’intervento di chi avete nominato. Volete un mio parere sulla Bruma?
    Feccia… semplice Feccia.
    La scarlatta pensa di avere in pugno la situazione mondiale, si disinteressa dei popoli che non si piegano al suo volere, calpesta diritti umani… e si approfitta di ogni situazione, come una sanguisuga.
    Come per gli eventi in mare di qualche tempo fa… dice di avere in pugno i ninja del continente per estendere il suo controllo anche in quella direzione. A quel punto saremmo schiacciati tra i due fuochi e costretti a spegnerci come nazione autonoma.
    Detto questo… credo che comprenda quali possono essere i miei livelli di stress, dottor Shimura.


    Disse il generale infervorato dall’argomento e al sol pensiero di avere d’innanzi a sé quella donna spietata.
    Fu a questo punto della storia che intervenne la donna, avvicinandosi al medico e tirando impercettibilmente il camice del sanitario, in segno di monito…
    Dottor, Shimura, vorrei discutere con lei alcuni particolari dell’intervento…
    Di sicuro agl’occhi dello staff la cosa sarebbe parsa strana, un membro che interveniva a domande aperte del responsabile con il Khan… ma Shimura l’aveva spinta ad esporsi in quel modo… quello domande avrebbero potuto insospettire il generale e tutto il suo staff e mandare all’aria il piano.
    Direi che dovremmo rivedere alcune cose, non crede…?
    Avrebbe utilizzato un tono cordiale ma autoritario, per ricordare al medico di averlo in pugno… aveva la sua famiglia e avrebbe fatto bene a non dimenticarselo se voleva vederla ancora intera.


  8. .

    Le Parole del Tradimento


    TRADITORI E TRADITI



    Piacere mio, tu devi essere Byaku… devo riconoscertelo… eh si.
    Esclamai ammettendo i propri meriti al nuovo giunto
    Hai una teatralità da fare invidia alle migliori produzioni sceniche dei nostri giorni.
    Quello a cui avevo assistito poco fa doveva senza dubbio essere stata la ribellione della prozia, al controllo mentale del suo aguzzino. Di certo la maschera delle matriarche che ancora vibrava d’ira sul volto della giovane, aveva contribuito a farla sfuggire per un attimo a quel giogo fanatico. Ma ora, purtroppo, la marionetta era tornata a recitare il suo copione, sebbene la presenza del burattinaio che ne tendeva i fili era divenuta più oppressiva ed evidente.
    Sorrisi…
    E perché mai… non essere ridicolo! Esclamai accentuando pur io le mie doti recitative e volteggiando la mano nell’aria, improvvisando un inchino in segno di riverenza, mi scostai dal tragitto della giovane.
    Non ho alcun motivo di entrare in dispute che non mi competono…
    Chissà se il Kiriano fosse realmente disinteressato o fosse quella una semplice ammissione di inferiorità rispetto all’inaspettato nemico. Non aveva alcuna informazione su di lui, solo poche righe del diario del nonno. Sarebbero bastate quelle a metterlo in condizioni di rischiare la sua vita? Era davvero così legato alla sua casata da volerne vendicare il disonore subito?
    Non siamo ridicoli suvvià… immagino già quello che vi aspettate dal diplomatico di Kiri. L’eroe che si immola per il bene della patria, attaccato alle sue origini e pronto a morire per esse… ahhh quante sciocchezze!
    Ma le cose nella realtà vanno in modo diverso e sicuramene Etsuko avrebbe provato ad ottenere il massimo da quella situazione di certo però non svendendo la sua vita… quale risultato avrebbe portato a casa assecondando le aspettative del lettore? Nessuna, ma torniamo a noi.
    Avevamo lasciato Etsuko pronto a cedere il passo alla sua zia defunta, controllata da un folle probabile usurpatore capace di trasformare tutti gli abitanti di Kiri, compreso il presente in marionette al suo servizio.
    Così quando ella contrasse il primo muscolo pronta a procedere…
    Solo una domanda…
    Esclamai mantenendo il capo chino ma lo sguardo attento su Kana.
    Come mai hai deciso di venire a farmi visita? Cosa cercavi qui che pare tu abbia trovato?
    La trama di quel copione aveva improvvisamente subito un ribaltone. Chissà se il regista avesse preventivato imprevisti, chissà se avesse intenzione di lasciare trace del suo piano, come le molliche di Pollicino nel bosco. Di certo io sarei stato pronto a seguirle pur di rintracciare la strega “antagonista della favola”.
    Un’altra cosa…
    Ribadì quasi insolente. Quella maschera non mi sembra troppo felice di rimanere su quel volto… ti creerà solo problemi. Mi offro di liberarti di un problema. Potresti lasciarmela, dopotutto ne sono l’erede diretto.
    Le antenate smetterebbero di contrastare il tuo giogo su Kana, dopotutto non vuoi manichini accondiscendenti al tuo servizio.
    E poi… avresti la mia riconoscenza! Dammi pure l’opportunità di decidere da quale parte stare…

    Davvero! L’aveva detto sul serio?
    Ah… che sciocco Etsuko, come avrebbe potuto essere così ingenuo da credere di ricevere qualcosa, semplicemente chiedendola? E poi cos’era quella? Una offerta di collaborazione, simpatia, empatia?
    Non avrebbe aggiunto altro… lasciando che quella compisse le volontà del burattinaio.

    … intanto All’esterno di Casa Akuma …

    Nell’istante in cui Etsuko aveva provato a spillare qualche informazione utile al suo interlocutore con domande che definirei “Persuasive”. Un costrutto illusorio con le sue sembianze sarebbe apparso appena fuori casa Akuma, lì dove le percezioni dl kiriano avevano avvertito la presenza dell’evocazione del KAge.
    Avrebbe mantenuto un filo diretto con il suo creatore aggiornando la baronessa di ciò che stava accadendo in casa.
    Venendo a conoscenza della volontà di del decimo di radunarsi a raccolta e così avrebbe fatto una volta rimasto solo, sciogliendo il costrutto e recandosi verso il centro cittadino. Quello che vedeva però non era rassicurante, una enorme sfera sovrastava il cielo di Kiri. Minacciosa e pericolosa. Possibile che un unico uomo potesse scatenare tale furia?



  9. .

    Gli eventi della Villa c


    POST VI



    L’ispezione dei luoghi ora privi dell’effetto del Genjutsu non portarono nulla di ulteriormente rilevante se non, il retrogusto di immenso potere che derivava dalla manipolazione di quei fiori. Non era di certo potuto sfuggire al kiriano la mescolanza genetica rara di più di una Kekkei Genkai che elevava l’interesse accademico nei confronti dell’asso dei fiori.
    “interessante…”
    Avrebbe pensato il kiriano, mentre un impercettibile sorriso si sarebbe disegnato sul suo volto.
    Le cose non erano andate meglio al ragazzo di Suna e Kensei che immersi nella ricerca di una “mappa” tra l’infinità dei libri di villa Mikawa, avevano finito per gettarsi su poltrone in preda a una flebile forma di sconforto prima e tentativo di rielaborazione, poi. Fu proprio da questo tentativo che sarebbe nata l’idea di Shunsui…

    … A RACCOLTA …

    All’esortazione del ragazzo mi avvicinai, ascoltando per filo e per segno il suo piano. La macchinosità intellettiva dl giovane si riversava puntigliosamente nel progetto che ora esponeva. Le abilità in suo possesso erano molteplici e le capacità di usarle, strabilianti. Inondato da tutte quelle informazioni non potei che confermare la volontà del Sunese pronto a dare tutto il mio supporto. Benchè molto limitato.

    Se ci sono altri modi in cui poter essere d’aiuto… fammi pure sapere.

    Avrei detto a Shunsui, disposto a fare tutto pur di velocizzare le operazioni di attuazioni del marchingegno elettromagnetico. Si perché il sistema di fili di chakra e messa a terra, con l’utilizzo della marionetta corazzata, non era altro che un tentativo di disattivare l’autogenerazione innescata dal cristallo che ci faceva ripiombare nella distorsione temporale nella quale versava la villa.
    La cosa che non capivo però era il perché l’estremo tentativo di rimandare l’otese nel pendolo si era concluso con un nulla di fatto. Per lo meno, lei era sparita, questo era certo, si avvertiva nell’aria… cioè, volevo dire era palese la sua assenza in quella linea temporale. Perché però non ci aveva mandato nessun segnale dal tempo nella quale era finita? Che gli fosse accaduto qualcosa…
    Ad onor del vero… io gli avrei concesso ancora un po' di tempo. Se tale si poteva definire. Non la conoscevo ma mi era parsa da subito una donna temeraria. E qualcosa mi diceva che presto ci avrebbe rimandato indietro un segnale.
    Come poteva Etsuko immaginare che in realtà la serpe di Oto era arrivata Cadavere lì dove il colosso stazionava inconsapevole della loro linea temporale?

    Amici…
    Intervenni prima di avviare quella pratica macchinosa.
    Non credete che dovremmo concedere ancora un po di tempo ad Hebiko… insomma cosa credete le sia successo?
    Suvvia ragazza… se ci sei ancora è questo il momento in cui battere un colpo… così come nelle classiche sedute spiritiche. La serpe si prestava bene a interpretare il ruolo del fantasma ossessionante.



  10. .

    IL CASO KIRIANO


    L'EMPATIA DEI DRAGHI



    Lasciarmi pensare…
    Come se non lo avessi fatto milioni di volte e ancora e ancora e ancora.
    Pensava di conoscermi Raizen ma mi conosceva un decimo di quel che credeva in realtà.
    Sapevo tutto infondo, sapevo che il Mizukage non aveva alcun interesse nel perdonarlo, sapevo che era un “uomo” se cosi si potesse definire, freddo, anzi GELIDO, al limite dell’inumano.
    Ma cosa mi immischiavo a fare in queste faccende?
    Dell’Hokage invece veniva fuori sul dorso del drago dell’aria, tutta l’umanità di cui fosse capace. Libero di esprimersi esponeva quelle che erano le sue perplessità e parlava a me, da amico. Questo non poteva che farmi enorme piacere, seppure i tempi della missione dei draghi del sud fossero ormai lontani, non si era invece affievolito il rapporto speciale che ci aveva unito.
    Ascoltai poi la sua proposta…

    Raizen…
    In questo momento a Kiri le persone di cui mi fido potrei contarle su un quinto delle dita di una mia mano e di certo non le esporrei a Kensei al vaglio di una proposta democratica così avversa al kage in persona. Preferisco a questo punto assumermi personalmente le responsabilità, dopotutto è il mio ruolo che me lo impone…
    Tirai giù quel boccone amaro.
    Quanto alla proposta dei testimoni credo sia una buona idea per garantire l’esistenza del formale evento senza rischi di manomissioni di ogni sorta.

    MASAMUNE

    Riusciva a scorgere ancora vividi gli occhi del drago, la voce profonda che chiamava il suo nome, ogni notte per 1000 notti almeno.
    Aveva tentato di zittirlo più volte.
    Ho lasciato la via del Chakra. Gli aveva detto…
    Non si spezza così il legame con i draghi del Sud… il tuo è un vincolo di sangue. Sai che significa?
    Cosa vuoi? Cosa cerchi? Lasciami in pace…
    Aveva sussurrato, ritrovandosi nelle lande desolate di Genosha.
    Il sague chiama SANGUE Etsuko, devi rispondere alla chiamata del nostro patto.
    Gli occhi si erano via via avvicinati, così come la fauci spaventose dell’immenso drago per chiudersi spezzando il busto del kiriano a metà con schizzi di sangue che sgorgavano dal corpo mozzato.
    Poi ogni notte, come tutte le notti, il risveglio.

    Avrei raccontato il sogno che avevo vissuto per lungo tempo, a Raizen e a Ou, aspettando il loro parere sull’interpretazione di quello che forse sogno, forse connessione mentale.

    Ma cosa mai… può significare?



  11. .

    L’imbattuto


    All’interno di un incubo



    Mi sono aggrappato ad una speranza e l'ho trasformata in un sogno.

    Avete presente quando vivete in un sogno? La sensazione di etereo, di indefinito? Eccola, la stavo provando proprio in quel momento. Pochi istanti prima accarezzavo il lepidottero e ora ero lì. In quella sorta di dimensione a metà tra l’intangibile e il terreno. Lì dove lei, anzi lui… beh insomma quella entità, riusciva a comunicare.
    L’ascoltavo prima, perché solo dopo imparai a vederla e a sentirla… ma no, non nel senso di avvertire quello che mi diceva. Era decisamente un rapporto più intimo il nostro, quasi proibito. Riuscivo a rivivere la sofferenza, la costrizione a cui era destinata. L’inequivocabile voglia di ribellione alle catene del “DEVI FARE”.

    Choyume…

    Sussurrai.
    Quello che mi riferì completò il quadro, riunendo i pezzi del puzzle, che mancavano.

    Si… so cosa sia un imbattuto, risposi.
    Eppure sono ancora tanti i dubbi nella mia testa.
    Ho bisogno di individuare la statua di uno degli imbattuti di cui parli, quello che un tempo li controllava prima di subire il giogo di Mitsuhide Akechi, potresti aiutarmi in questo?


    Ascoltai quello che era l’intento del samurai, il sacrilego piano, nel profanare le tombe dei miei avi, per ottenere il potere necessario a reclamare vendetta. Ma a quale prezzo?

    Tu dunque sei prigioniera. la sete di vendetta di quell’uomo gli permette di calpestare esseri come voi, come gli abitanti di questo villaggio e il nome di una casata intera?

    M’infervorai nel pronunciare quelle parole.

    Quindi mi pare di capire che gli abitanti sono il sostentamento di tale rituale, tu li controlli, lasciandoli in una specie di catalessi e veicolando l’energia necessaria ad alimentare i burattini al servizio degli imbattuti?

    Avrei atteso di capire se le mie deduzioni fossero esatte.

    Choyume, per poterti aiutare devo trovare il modo di capire chi sono Kokai e Haji, o meglio capire chi del clan Akuma li ha generati. come quell’essere alla villa sia potuto diventare vittima del portatore. E devi trovare un modo di guidarmi fino a te… so che forse ti chiedo di rischiare ma quali altre alternative avresti e quante noi probabilità di trovarlo? È gia sfuggito alle mie abilità oculari e di percezione del chakra.

    Tante erano le domande che avevo e se realmente il samurai era in grado di controllare le illusioni, quante possibilità avevo contro di lui al momento attuale?
    POCHISSIME, risposi a me stesso alla retorica domanda, con quella risposta altrettanto retorica.

    IL RISVEGLIO

    Quando rinvenni, Shin era di fronte a me, anche lui provato, ma di quella che forse in futuro avrei scoperto essere un’altra e completamente diversa, esperienza di contatto. Quella con il demone contenuto nella sua lama.
    Come vi dicevo, in futuro avrei capito quelli che erano i piani del ninja della foglia o meglio il sacrificio che gli era stato richiesto. Ci separammo per perlustrare il perimetro di quel magazzino e così ebbi il tempo di rielaborare le informazioni in mio possesso. Avevo omesso alcune informazioni ai miei alleati ma facendolo quante speranze di successo restavano a quella missione? Gli scenari che si prospettavano nella mia mente erano via via, sempre più apocalittici. Così decisi che avrei condiviso le ultime informazioni con loro.
    Rapido mi sarei diretto nel punto in cui avevo lasciato il mio alleato, conscio di ritrovarlo lì… ma non lo trovai solo e non come mi sarei aspettato. Con lui infatti, sanguinante e visibilmente provato c’era l’altro ninja di Oto, kato. Con una vistosa ferita all’addome… la lama di shin era imbrattata del suo sangue e il ninja sembrava nuovamente in uno stato catatonico.

    Ma che cazzo succede qui…?

    Non mi preoccupai troppo, vedendo l’otese relativamente tranquillo.
    Così decisi di condividere le informazioni che avevo poco prima ottenuto con i miei alleati.
    Tutto per filo e per segno, omettendo cosa fossero in realtà gli imbattuti… ma chiamandoli per la prima volta con il nome che avevano… anche il legame con le statue trafugate alla villa, ma non facendo menzione alcuna del clan AKUMA.

    È tutto chiaro ora?

    IL PIANO

    Da quando era entrato non era trascorso troppo tempo, la regina delle farfalle mi aveva messo in guardia su quanto quel posto, fosse di interesse logistico per il nemico e dunque avevamo fondati presentimenti che fosse ben sorvegliato. Eppure la curiosità di capire cosa ci fosse era tanta.
    Shin non dava ancora alcun segno di via libera, io e Kato avevamo deciso di restare in attesa all’esterno pronti a intervenire in caso di pericolo. Io più defilato, sarei intervenuto in supporto, dato anche il grosso quantitativo di chakra utilizzato nella perlustrazione e le mie capacità di combattente di medio-lunga distanza.

    D’improvviso le pareti dell’abitazione vibrarono e un tonfo pesante proveniente dall’interno ci avvertiva che qualcosa era andato storto.

    In guardia Kato, come va la ferita?

    Dovevamo essere al meglio delle nostre condizioni per affrontare la minaccia che si presentava. Sarebbe potuto apparire il samurai oltre quel muro e dalle informazioni che avevo, poco avrei potuto fare con i miei Genjutsu. Spadaccino e esperto di taijutsi mi sarebbero potuti tornare tremendamente utili dovevo prendermene cura per, di conseguenza, preservare integro anche me stesso.
    Quando la potenza del ninja della foglia rase al suolo parte delle mura del magazzino quello che ne scaturì oltre allo spadaccino era chiaramente quello che gli Akuma definivano il proprio demone interiore.
    L’aspetto, il cuore trafitto dal stiletti e l’occhio sinistro rigato da lacrime di sangue ne tradivano la natura, tra i nomi sui quali si erano confrontati e le indagini fino a quel momento condotte, non vi erano dubbi su chi fosse il costrutto che ora avevano davanti. Mentre gl’alleati imbastivano strategicamente a suon di jutsu e colpi fisici, la lotta. Io cercavo di ripercorrere il discorso fatto con Shinjutsu

    Non posso dirti come si può fare a sconfiggere il proprio Imbattuto perchè la prova, batterlo dopo un'esperienza di quasi-morte, verrebbe a mancare. Se non lo si sconfigge non si può recidere il legame che il Demone ha con chi lo ha generato. Ma posso dirti che comprendere la sua natura e il suo nome è fondamentale. Anzi...è l'UNICO modo, per questo li si chiama Imbattuti.

    La natura del suo nome… scandì nella mia mente le parole, cercando di intuirne il senso nascosto e analizzai la situazione..

    Non li si può sconfiggere senza capirne l'intima natura. Per questo io sono colui che li deve controllare...io sono Shinjitsu, un Imbattuto che incarna la Verità.

    L’intima natura… quello davanti a noi non può che essere Haji “Vergogna”…
    Ma cosa dovrebbe dirmi questo? Come questa informazione potrebbe tornarmi utile?

    Gli interrogatori erano tanti e il tempo per avere risposte molto limitato, dovevo di certo almeno inizialmente andare a tentativi e di certo avrei dovuto almeno provare a destabilizzare le forze in gioco per dare respiro ai miei compagni di missione.
    Mentre ancora Kato portava al sua offensiva…



    sarebbe così apparso accanto alla figura dell’Otese. Alzando il tono di voce e portando avanti la mano sinistra in senso di comando, ora puntava il dito verso quella creatura.

    Io sono Shinjutsu, Verità… non osare a muoverti ancora Haji, vedo che non hai modificato il tuo modo di agire e il tuo soccombere al portatore non può che accentuare la tua vera natura… sei il disonore della tua stirpe, mai nome più consono a rappresentare quello che sei, VERGOGNA.

    Il tono era canzonatorio, a sottolineare maggiormente l’orgoglio che la figura stessa emanava a differenza dell’altro. Come avrebbe reagito l’imbattuto a tale provocazione?
    Come avrebbe detto Cesare:
    “il dado è tratto”
    Ora spettava ai giocatori in gioco, fare la propria mossa.



  12. .

    l'apertura delle contrattazioni


    LA PACE TRA KAGE



    Lasciai che il Kage facesse ironia su quello che poteva essere il mio ruolo decisionale…
    Avrei voluto vedere lui nella situazione in cui mi trovavo. Consigliere di un Kage non so quanto propenso ad accettare consigli ed amico di un altro che richiedeva consigli alla ricerca di una pace, che francamente non sapevo quanto fosse desiderata. L’idea che il pretesto famigliare, fosse stato per Kensei un buon motivo per rompere i rapporti con la foglia, mi ronzava da tempo in testa. Dopotutto nessuno è esente da errori di valutazione, certo in una situazione di rilievo, il pentito avrebbe di sicuro pagare un prezzo più salto. Ma per quanto la vedevo io… tutto doveva avere il giusto prezzo.

    Inizierei con delle scuse ufficiali Raizen…

    La consapevolezza di aver compiuto un errore e il saperne rimediare, non è un segno di debolezza, al contrario… metteresti Kensei in una situazione scomoda. L’incapacità di accettarle, sarebbe invisa sicuramente a buona parte della popolazione che vede lui con occhio indagatore. Non ti nascondo che non ho ancora del tutto messo a fuoco l’uomo… e ad esser completamente franco… feci una breve pausa. Con te posso esserlo, credo che il mio ruolo qui, sia più motivo per lui di controllo su di me.



    Alzai gli occhi al cielo in segno di riflessione per poi spostare il mio sguardo sul viso del drago, rimanendone incantato.
    Ti starai chiedendo perché ho accettato? Beh per lo stesso motivo per cui credo lui mi abbia offerto l’incarico. Siamo insomma come una coppia di fidanzatini in fase di corteggiamento.
    Che dici formiamo una bella coppia?

    Sorrisi forzatamente.
    Dov’è finito il figlio di Kensei?
    Intervenni con una domanda secca…
    Giungere con lui qui, ti avrebbe facilitato senza ombra di dubbio la mediazione!
    Non dubitare… ti aiuterò! Ma non so cosa tu possa offrire a Kiri… di certo Kensei, brama potere e concedergliene, probabilmente di renderebbe più digestibile.


    Ma sebbene quello fosse giù un punto difficile del discorso che i due stavano intrattenendo, quello che sarebbe seguito era una vera pugnalata al cuore di Etsuko. L’argomento Draghi Neri.

    Ad essere onesto Raizen… il mio legame con i draghi neri, si è decisamente indebolito, anzi… credo proprio spezzato. È un pezzo che non riesco ad evocarne uno. Inizialmente per scelta, tanto che Masamune più volte mi è apparso in sogno lamentandosi di non rispettare il patto di sangue con i draghi del Sud… via via, anche lui ha smesso di farsi sentire e credo che il motivo della rottura del legame sia proprio questo. A meno che… non ci sia dietro Qualcuno, visto i risvolti della vicenda che mi hai appena raccontato.



  13. .

    Vecchie amicizie


    NUOVI PROBLEMI



    Se mi assumo la responsabilità di volare via di qui dici?
    Certo che me la assumo… anche perché non sorvoleremo Kiri ma ci allontaneremo da qui e credo che a Kensei questo faccia solo piacere.


    Risposi così alla domanda del colosso, il tono era pungente e provocatorio, quei due giocavano a farsi la guerra, punzecchiandosi come in una partita di Risiko tra strategie, spostamenti di carrarmati e il controllo della Kamchatka.

    Si, da poco ho accettato di ricoprire il ruolo che Kensei mi ha offerto. Dici che la cosa ti sorprende? In realtà ha sorpreso tanto anche me, visto le circostanze in cui io e il Mizukage ci siamo conosciuti. Tutto quello che mi dici non è nuovo per me, conosco i suoi modi e conosco te. E ad essere sincero le mie idee di voi cozzano prepotentemente nella mia testa, figuriamoci nella realtà.

    Sorrisi, scacciando subito dalla mente le due caricature dei kage che si picchiavano, prima che le mie abilità le trasformassero in costrutti, rivelando i miei pensieri. Il drago intanto si era alzato in volo e si allontanava da Kiri. Ora l’aria sfiorava il mio viso, accarezzandolo. Mentre l’abito cerimoniale svolazzava alle estremità.

    Dovresti conoscerlo…
    Dissi perentorio.
    Il tuo ruolo te lo impone Raizen, sei l’Hokage… questa figura grava di responsabilità più che di privilegi. Non ti puoi permettere di avere nemici incondizionatamente. Per lo meno quelli evitabili, dovresti evitarli.
    Sapevo quanto quello che gli chiedevo costasse al suo orgoglio ma non era quello il motivo per cui avevo deciso di accettare il mio attuale ruolo?
    Kensei non era famoso per i modi e il suo carattere era al limite dell’insopportabile, soprattutto con chi non gli stava a genio e Raizen ne era la conferma.,
    La realtà era che non sapevo come Kensei avesse potuto prendere la proposta di un incontro tra loro due, anzi il mio timore era proprio quello di sapere benissimo come l’avrebbe presa eppure il mio ruolo me lo imponeva.
    Anche per Kiri la guerra con konoha non poteva essere preventivabile, soprattutto con le minacce incombenti su più fronti. LA Bruma, Hayate, La Bilacia… erano solo alcuni dei probabili nemici di kiri e dell’accademia in generale. Solo in quell’istante però mi resi conto di non conoscere troppo bene Kensei e le sue posizioni diplomatiche. Come potevo rappresentare il pensiero di una nazione se non ne comprendevo le idee della mente?
    Attesi infine che l’hokage mi spiegasse la situazione Masamune…
    Hai ragione Raizen, avrei dovuto occuparmene, il problema è che il divorzio è coinciso con una fase della mia vita diciamo di perplessità. Ero vicino ad abbandonare tutto, a lasciarmi andare… così ho pensato che il mancato nesso, dipendesse da questa mia volontà. Mi sbagliavo.
    Non possiamo permetterci che la follia e la forza di Masamune possano essere controllate e il fatto che parte della sua anima o quel che sia, dimori sotto Oto, ad esser sincero mi crea maggiore apprensione.
    Alla richiesta di aiuto del kage con i draghi neri…
    Avrei sospirato, mi chiedi di tornare in missione con te? L’ultima volta non è andata poi così male… mi sfiorai l’occhio sinistro assicurandomi che fosse tutto a posto.
    Ahhhh Raizen… mi ricordavo fossi più perspicace. Mi addolora il fatto che pensi che possa crederti una minaccia, lo sai… mi fido di te…
    E non avrebbe aggiunto altro, lasciando all’interlocutore l’interpretazione del non detto.
    E poi… io amo volare.



  14. .

    Le Parole Del Tradimento


    Le voci del passato




    E ricevetti le risposte alle mie domande in quel tour tra ricordi sottratti e mezze verità, si perché di quello si parlava… si parlava di come Byakuei fosse riuscito nell’intento di manipolare tutti, rendere suoi schiavi personaggi illustri del passato di Kiri, coloro che in nome della tradizione o di altre nobili cause si erano palesati deboli ai suoi occhi.
    Lui il burattinaio, colui che tesseva le trame di un nuovo capitolo della storia del villaggio, riprendendo pagine già sfogliate e intrise del sangue delle più nobili casate della nebbia. Ma son già andato oltre…
    Si, eravamo fermi a dove, dopo i giochi fanciulleschi acquietai Kana, che presa fiducia mi avrebbe raccontato delle intenzioni del suo burattinaio. Sebbene senziente, i suoi ricordi erano falsati, almeno in alcune parti ed era palese l’intrusione del manipolatore nella sua testa, tanto che la stessa Kana me l’avrebbe confermato parlando della maschera delle antenate. Non era affatto sorprendente! Come potevano accettare le anime di cui quella maschera era intrisa, l’estremo oltraggio che l’infingardo osava opporre? Il controllo su Kana era il controllo sulle anime degli Akuma, di cui quella maschera era il contenitore. LA NONNA però, come l’aveva chiamata la bimba, non doveva desistere, non poteva… o era troppo forte il controllo della BESTIA?
    Ricevetti anche informazioni fuuinjutsu, il segno dell’acqua stagnante… trafugato al lucchetto e sfruttato dai tradizionalisti, ora però non era più in possesso e chissà che non fosse un’altra arma nelle mani di Byaku. Di certo, avrei indagato a riguardo, me ne sarei ricordato in futuro.
    La visita nella vecchia camera del nonno si rivelò inconcludente e suscitò ancora stupore negl’occhi della bimba che tardava ad accettare il trascorso tempo dalla sua ultima apparizione lì, come se cercasse l’Etsuko ancora ragazzo, quando il realtà del nonno non vi era che una marmorea lapide e una statua a sugellarne la dipartita nella lontana villa dei Naminaka.

    A cosa fa riferimento la profezia?

    Chiesi mentre ancora ci dirigevamo in soffitta… aveva parlato di una profezia e magari avrei potuto scoprire qualcosa di più sui motivi per cui erano lì e soprattutto sulle modalità con cui avrebbero potuto attuare il loro piano di vendetta.
    Una volta saliti nell’ultimo luogo in cui avremmo potuto trovare qualcosa di inerente e interessante, frugammo con la vista che ci contraddistingueva in ogni anfratto. Non fu troppo necessario farlo, perché come era successo tempo addietro, con la stessa modalità per le incisioni delle tombe, così un baluginio fluttuava tra vecchi documenti e nascoso vi erano le memorie del nonno.
    L’inciso superava di gran lunga l’attesa sul contenuto, quello era il documento ufficiale che svelava quello che era avvenuto tempo addietro. A partire dal tradimento dei Bisnonni per sposare la causa della nebbia di Sangue e il ritorno alle tradizioni… della morte di quelli e di come Byakuei si fosse fatto carico dei fanciulli, di sicuro a detta del suo omonimo, aveva visto in loro un grosso potenziale. Così gli aveva sfruttati per i suoi scopi sino a quando l’avevano sorpreso, scoprendo le reali intenzioni. Trasformare Kiri nella sua casa delle bambole, un villaggio di fantocci al suo servizio con lui a capo ricoprendo la veste ufficiale di Mizukage… per farlo avrebbe dovuto liberarsi di Terumi ma per quello poteva a quel punto contare su un folto gruppo di alleati… così Etsuko aveva provato a osteggiare il piano ma a quel punto il vaso di Pandora era stato scoperchiato e Byakuei si era rivelato più astuto di quanto si pensasse. Ne era uscito pulito accusando i suoi stessi seguaci e facendo ricadere le sue colpe su altri. Il resto era storia…
    O almeno lo era rimasta sino ad oggi, lì infatti la storia bussava prepotentemente al presente reclamando il suo posto.

    Assurdo… riuscì a sussurrare guardando le pagine di quella trascrizione… e pure Kana era basita, scossa ma non per le stesse ragioni per cui lo ero io scoprì ben presto. Le parole infatti che uscirono dalla sua bocca erano contradditorie e accusatorie nei confronti del fratello, come se quello che era scritto in quelle pagine non fosse mai esistito o come in realtà gli aspetti fondamentali della vicenda gli fossero stati negati.
    E lì che pensai a quello che mi aveva detto poc’anzi…
    La voce di Byaku nella mia testa…
    Sembra che la NONNA non lo sopporti.


    Kana in realtà quelle pagine dicono tutt’altro

    Cerci di controbattere ma fu tutto inutile la bimba viveva nelle sue convinzioni che probabilmente non erano neppure troppo sue e a nulla servirono i miei solleciti se non a infastidirla e a trarre conclusioni che in realtà non mi piacquero minimamente. Intraprendere una lotta con quell’essere, probabilmente non mi avrebbe lasciato scampo. Ma quali erano le ragioni per cui era lì… il ricordo del passato, la speranza di trovare una risposta che per tempo aveva attesa. L’amore fraterno che trasudava in quelle pagine non poteva essergli negato, Kana meritava di sapere… di sapere come Etsuko per anni non si era dato pace gettandosi nelle ricerche e di come in realtà il nemico era da sempre davanti ai suoi occhi, anzi, l’udiva nella sua testa.
    Fu in quel preciso istante che ricordai le parole di Mugen
    “ la peculiarità degli Akuma è scrivere l’illusione nella propria mente, convincendosi che sia reale… così riescono ad ingannare gl’altri… perché in primis ingannano loro stessi “
    Dopotutto forse la nostra arte avrebbe potuto imprimere quelle parole nella testa di Kana senza che qualcuno potesse privargliele…
    Avrei tentato… farla sprofondare dentro se stessa, lì dove nessun altro avrebbe potuto raggiungerla, dopotutto non avevo altre possibilità.



    Cosi come un incantatore lasciai scivolare le mani a indicare punti nella stanza e ad ogni punto indicato un riflettore si accendeva nel passato. Da subito sarebbe apparsa una lapide con una scritta Etsuko Akuma, con un me e Mugen di fronte alla lapide del nonno nella villa dei Naminaka, un ricordo che subito cancellai con un movimento della mano, spostandomi in un altro punto della stanza. Lì adesso c’era il vecchio Etsuko che in soffitta leggeva le sue volontà rivolgendosi a KANA…
    Come se fosse lì presente, gli avrebbe parlato.

    Sorellina… ti ho trovata finalmente…
    La voce rotta dall’emozione , avrebbe proseguito…
    Non lasciare che qualcuno imbrogli la regina degli inganni, in fondo tu lo sai come sono andate le cose!!!
    Ti ho cercato per lungo tempo, si da quando i Kiriani attaccarono il rifugio temetti che tu fossi lì… ma non ti trovai. Foste ingannati e traditi, fu Byakuei ad avvisare Terumi, accusando il suo stesso fratello. Il suo intento era controllarci tutti… proprio come adesso sta facendo con te.
    Fallo per la nostra famiglia… fallo per me, fallo per la NONNA…
    speravo in realtà in un intervento della maschera a contrastare il potere persuasivo di Byaku…
    La figura avrebbe tentato di accarezzare il volto della bimba… magari un contatto con il suo chakra avrebbe potuto interferire in qualche modo con il potere della maschera delle matriarche.

    Fino a che l’illusione svanì lasciandoli nuovamente soli in quella stanza, fu in quell’istante che udimmo lo svolazzare per casa di un essere che riconobbi subito come l’evocazione del Kage. Non potevo tuttavia abbassare la guardia. Cosa ne era stato del mio espediente? Avrebbe ottenuto il risultato sperato?



  15. .

    UNA NERA FOLLIA


    ultime scelte





    ci volle un po' prima che l’uomo riprendesse conoscenza, periodo nel quale fui combattuto nel prendere una decisione sul suo destino. Hikito si era fidato, mantenendo di fatto la parola e se quello che aveva detto corrispondeva al vero, doveva essere innocente. Kiri significava un processo e quasi probabilmente la morte. Poi c’era quello a cui avevano assistito, cosa vi era dietro, chi era l’organizzazione della bilancia nera?
    Così quando aprì gli occhi la mia mente era assalita da quesiti e ben capì l’espressione di delusione e rammarico che si disegnò sul volto del ninja.
    Capisco bene la tua delusione Hikito…
    Dissi mentre lui ribadiva che la scelta sarebbe stata solo mia. Aveva ragione persino la mia vista e le mie capacità non avevano trovato alcuna prova sulla spiaggia, doveva essere opera di qualcuno davvero abile. Così quando mi propose il patto, ritenendolo un congruo scambio, risposi.
    No, non mi pare equo…
    E lascia la stanza.
    Qualche ora dopo, un gruppetto di uomini avrebbe prelevato dal giaciglio Hikito, portandolo al mio cospetto sul ponte della nave.

    Eccoci alla resa dei conti Hikito… tu ti sei fidato di me ed io ti ho dato la mia parola, ti avevo detto che ti avrei aiutato e per me la parola è sacra e quindi ti aiuterò.
    Dissi indicando la scialuppa che navigava al lato della nave sulla quale si trovavano.
    Questa sarà la tua via di fuga… ma il nostro non è un addio… voglio essere informato di ogni tuo progresso, il mio supporto e aiuto sarà valido finche non riusciremo a scovare e distruggere questa organizzazione. La morte a cui abbiamo assistito nella caverna non sarà vana.
    Questo è uno scambio alla pari, lo ritieni fattibile?


    Proposi senza una reale possibilità di controbattere…

    Hikito… conosco il tuo chakra e la tua energia vita… non mi sarà difficile rintracciarti e tu conosci me… sai dove trovarmi… basterà un corvo per informarmi dei tuoi progressi e quando tu chiamerai… io ci sarò!

    Se il ninja avesse accettato l’offerta, l’avrei visto scendere sulla scialuppa allontanandosi progressivamente all’orizzonte. Quella organizzazione aveva dimostrato di avere accesso ad un’ arte oscura, dal potere sconosciuto… dovevo conoscere quel potere… chissà, forse mi sarebbe potuto tornare utile.
    Poi mi sarei rincontrato con Akuraguri per stilare il rapporto ufficiale, avremmo tralasciato qualche punto, facendo particolare attenzione sulle parti in cui in genin aveva interagito in autonomia… probabilmente ci era sfuggito qualcosa o qualcuno, ogni dettaglio sarebbe potuto diventare importante.

    La via di casa era intrapresa e lì avremmo goduto del meritato riposo, quanto sarebbe durato e quanto oltre sarebbe riuscito ad arrivare Hikito? Solo il tempo avrebbe dato le sue risposte a noi non restava che attendere.



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