Il mondo della rotazione aveva ben pochi segreti per l’amministratore di Oto, ancora meno ne aveva quando la sua mente era concentrata su un unico obiettivo con la sola volontà di distruggerlo, ma forse l’Oni peccava di troppa ambizione dinnanzi alla marea di sangue che aveva attorno deducendone che la gigantesca palla di chakra al suo interno si accresceva a causa della rotazione, tuttavia la rotazione era un mero sintomo di ciò che accadeva realmente: una semplice concentrazione di massa e chakra contro al quale i due non poterono opporsi.
Per quanto i due fossero immersi in quel liquido il controllo sullo stesso gli risultò essere infinitesimale, complice la piccola quantità di sangue usata da Diogene per opporsi a quel flusso gargantuesco.
La barriera non potè che capitolare sotto al terribile attacco, cosa che non colse comunque impreparati i due shinobi pronti anche ad un eventuale fallimento, il tentativo di presa sulla catena dello Yakushi fallì a causa delle proprietà della stessa, ma la sfera generata da Diogene non fece altrettanto, riuscendo ad inglobare la jinchuriki prima che l’aracnide metallico potesse raggiungerla[la catena ha uno SA di vantaggio, ma diciamo che Gene è velocissimo], per quanto sovradimensionato il corpo del mostruoso Diogene non era sufficientemente grande per non venir aggirato dai tentacoli, sfruttando l’attenzione che questo pose verso uno di loro, anziché verso il nucleo in quel momento visibile come connessione dei sei arti ed ignorando tutti gli altri.
Lo scontro per qualche secondo ebbe uno stallo con la catena che sfruttando il desiderio di battaglia del duo allungava i giusti arti avviluppandosi attorno alla sfera di sangue come una matassa, mentre si tirava dietro il prezioso nucleo alla ricerca di uno spiraglio in quella difesa, lasciando che Diogene tenesse ben salde le maglie che aveva intrappolato nella sua morsa d’acciaio: per qualche ragione i due Jonin avevano infatti impacchettato il suo regalo, per poi dedicarsi ad una cascata di attacchi fisici.
Per quanto la catena avesse infatti un intelligenza che poteva permettergli di superare un simile ostacolo, sul momento, non aveva capacità d’attacco paragonabili a quando era un colosso di sangue, aveva infatti sacrificato la potenza disciogliendosi, ma si avviluppò comunque attorno alla sfera del Colosso a pochissima distanza dal suo obiettivo, creando in pochi istanti un gomitolo di catene dentro al quale non sarebbe stato semplice individuare e colpire direttamente il lucchetto, dopotutto l’essere era consapevole dei suoi punti deboli e continuava a spostare il nucleo sotto alla maglia di catene, rendendolo introvabile alla ricerca di un cieco che tentava di individuarlo a tentoni.
Fu dopo poco[non specifichi bene il momento, ma dici che Eiatsu cerca di salvarla, quindi sciogli la sfera suppongo], nella cascata di attacchi, mentre Diogene cercava di sciogliere una matassa di catene all’interno di una matassa ancor più grande che la rendeva difficile da individuare che la sfera perse di consistenza, era forse nei piani del duo trarre in salvo la kunoichi, ma di fatto la esposero definitivamente al contatto con le pericolose maglie che portarono a termine il loro lavoro.
Se il Colosso avesse cambiato idea, ritrovando un barlume di lucidità durante la furia ed avesse evitato di rilasciare la sfera di sangue le maglie più interne del gomitolo si sarebbero contratte [SD e SA1][S&M sul Pugno di Febh che elimina una delle “zampe” attacco doppio 60x2] spappolando la sfera di sangue e raggiungendo infine Kamine, nonostante la corrosione in atto da parte del Mikawa.
Dopo il contatto le catene parvero perdere vita, qualsiasi cosa le possedesse fino a quel momento le abbandonò, facendole afflosciare e trasformandole lentamente in contenitori fatti di sigilli e poi in macchie di inchiostro che tanto somigliava a del sangue rappreso.
La loro Jinchuriki era lì, illesa all’apparenza, ma l’ombra di Kumo era stretta attorno al suo ventre, la stessa stretta dell’uomo in grado di dar vita ad un demone di sangue attraverso l’inesplorata arte degli Uzumaki.
Della lotta, alla fiera Oto, non restavano che macerie e il vanto di aver trasformato una totale catastrofe in un danno limitato, una sbavatura su una nuova pagina di storia dei reietti dell’accademia.

[... Altrove...]

Vi siete... ritirati?
Senza niente in mano?

Di chiunque fosse quella voce maschile era evidente che agli astanti desse una distinta scossa ai muscoli della schiena, nessuno di loro fiatava, tranne D il diretto interessato, e a quanto pareva l'unico in grado di reggere quella pressione, forse grazie al suo carattere.

Aye.
Non c'era assolutamente bisogno di spendere le nostre vittime, avevamo informazioni imprecise e per quanto il nostro quartetto sia wonderfull non avevamo i numeri per una guerra in territorio nemico.
Ma credo sappiano cosa siamo in grado di fare attualmente.

Non un urlo, non un grido, non un singolo verso, quello che si avvertiva nell'aria era un fuoco che non bruciava la pelle ma accendeva nell'anima una paura primordiale che avrebbe sbiancato i capelli a chiunque.

La vostra missione contemplava il fallimento o la ritirata?

Il tonon era tranquillo, controllato, ma era il leggero borbottio che preannunciava l'eruzione.

Ci sarebbe un Ma.
Potrebbe non essere sufficiente ma abbiamo messo uno dei sigilli di C addosso ad una little bich, ora è la nostra jinchuriki, è solo una questione di tempo

I guanti indossati dalla Leggenda vivente scricchiolarono tendendosi sotto la sua stretta.

Il Mio tempo è prezioso.

Negli occhi di D si dipinse il terrore più totale, mentre il terrore più cieco gli stringeva la gola, imprigionando un grido che avrebbe scosso chiunque, perse il fiato, ma non per sempre, non quella volta.