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    Le Cronache



    Di Shin, il MangiaFuoco


    Le Cronache di Shin, il Mangiafuoco

    E di quella volta che, in una piazza di Ame



    Shin non immaginava di aver causato tanto interesse nella sua presenza in quel locale, ma sembrava che invece, un uomo con connessioni in Ame, che aveva condotto diversi incarichi per conto dell'Asso di Picche, fosse una presenza che necessitava una certa premura, una certo livello di osservazione. Così, dopo aver usufruito dei servizi rilassanti della struttura, egli, poggiato sul bancone del locale al primo piano, stava sorseggiando una bevanda, ignaro dell'attenzione che aveva scaturito.


    Nonostante ciò, anche se si fosse accorto di essere osservato, mai nella vita il giovane attore si sarebbe immaginato uno sviluppo della situazione tanto drastico. Davanti a lui, infatti, quasi come dal nulla, comparve una giovane fanciulla, dai lineamenti graziosi. Un lungo ed invitante vestito, le cui forme focalizzavano l'attenzione sul petto formoso della donna. Le sue spalle candide, lucenti sotto la luce del locale, e quella innocente faccia, tradita immediatamente dalle sue parole.


    Infatti la donna si rivelò essere Yuri, la proprietaria del locale, che con poche semplici parole, lo invitò a salire di un altro piano, andando ad esplorare quello che era il principlae intrattenimento della struttura. Il giovane non se lo fece ripetere due volte, ingoiando il cibo che gli era stato portato e seguendo la scia del profumo della donna, salendo le scale fino ad arrivare al piano successivo.


    Il suo cuore palpitava ad ogni passo, il sangue ribollendo nelle sue vene, quasi inseguendo la figura della donna dietro ogni angolo. Quando poi arrivò finalmente, era come se lei fosse sparita, nella stanza dove regnava quasi una nebbia di fumo e un mormorio di parole.

    Lì, davanti alle scale, si ergeva un lungo bancone, la stanza provvista di lettini con un profumo che subito attaccò le narici del giovane. Si trattava infatti di un misto di odori, proveniente da diverse sostanze ed aromi utilizzati nella stanza. Shin si avvicinò al bancone, non propriamente interessato all'utilizzo di stupefacenti, ma incuriosito dalla proposta di quella donna. Voleva trovarla e capire cosa lei intendesse.
  2. .


    Le Cronache



    Di Shin, il MangiaFuoco


    Le Cronache di Shin, il Mangiafuoco

    E di quella volta che, in un locale di Ame




    Shin, nonostante la sua giovane età suggerisse il contrario, aveva visitato diverse volte locali del genere, sia per lavoro che per piacere. Nonostante la sua esperienza fosse, dunque, vasta, egli non era mai stato ad un locale del genere. Aveva frequentato diverse instituzioni del genere anche ad Ame, ma gli era stato consigliato da diversi conoscenti dei Fiori di passare di lì. Grazie alle loro raccomandazioni, egli era riuscito ad entrare senza pagare un'ingente somma, ma dovendo comunque sborsare qualche danaro. Se ogni conoscente dei Fiori di Ame, infatti, fosse entrato senza pagare, molto probabilmente il locale sarebbe rimasto a corto di liquidi in un lampo.



    Trovandosi di fronte alla facciata, Shin ebbe un brivido di eccitazione, la fattura del locale trasparente anche solamente dall'elegante fronte del locale, che rimandava alla tradizione, dando a chi entrasse un senso di accoglienza e nostalgia. O almeno, così entro il giovane, forse qualche ricordo sommerso della sua veloce vita a Konoha affiorando sulla superficie. Egli, dunque, entrò, un lungo kimono blu il suo vestito, aperto in mezzo, mostrando il suo petto, la sua mano che usciva da quella apertura. Una cinta arancione completava il suo outfit, la prima volta che si era vestito in qualcosa di così elegante.



    L'eleganza della struttura continuava all'interno, con uno staff incredibilmente gentile, ed anche estremamente carino, il giovane cercando di osservare senza essere troppo ovvio. Egli iniziò ad esplorare quel piano, visitando le terme e rilassandosi. Shin, fin da quando aveva lasciato il padre, non aveva mai avuto un momento per fermarsi, rilassarsi. Questa era la prima volta che non aveva bisogno di controllare i suoi dintorni, la sua sicurezza affidata a qualcun altro. Dopo una mezz'ora, egli si recò alla sala massaggi ed in generale, visitò tutte le strutture e i servizi che gli venivano offerti.



    Un drink dopo l'altro, il giovane era diventato leggermente brillo, i suoi sguardi verso lo staff adesso non più nascosti, la sua risata contagiosa. A quel momento si recò al primo piano, cercando di trovare qualcosa da mangiare.
  3. .

    Gli abiti della Nebbia


    Facce conosciute


    Non era la prima volta che veniva convocato in amministrazione. Non la prima e, molto probabilmente, non l'ultima, il giovane pensò, quando il solito pezzo, nero pece, di cartone, si presentò alla sua porta, con un messaggio lapidario ma chiaro. Bisognava presentarsi, il mattino del seguente giorno, al piano più alto dell'Amministrazione, nell'ufficio del Mizukage. La lettera, se così si poteva chiamare, non rivelava chi altri fosse stato convocato, o il motivo di tale riunione, ma Akuraguri immaginava che, se fosse stato chiamato lui, molto probabilmente altri ninja avrebbero ricevuto la stessa comunicazione.

    Sarebbe stato interessante anche rivedere qualche faccia, qualche ninja che non aveva incontrato da quando si erano addentrati nella bruma, la sua vita quotidiana consistente di allenamenti, visite ai suoi genitori e nient'altro. La sua vita mondana non esisteva, ed il suo tempo era speso raffinando le sue tecniche di spada, prendendosi cura del suo equipaggiamento ed ascoltando storie sul passato del clan da Haremashita. L'incontro con il Kage sarebbe capitato in un momento abbastanza propizio, dato che da un paio di giorni, un'idea aveva iniziato a frullare nella testa del giovane. Voleva diventare più forte, più veloce, imparare nuove tecniche. Chi altri dunque, se non il Mizukage, esperto della via della spada Kenkichi, per allenarlo? [Note]Magari buttiamo qui le basi di una giocata di allenamento, come si era detto, no?

    La mattina dopo arrivò abbastanza velocemente, con una fine nebbia che accoglieva i pochi kiriani svegli a quell'ora. Da quando si era trasferito nel quartiere del clan, Akuraguri dormiva pochissimo, avendo adottato l'abitudine di svegliarsi presto per potersi allenare, meditare, o prepararsi per la giornata. Così, dopo essersi vestito, egli si avviò per la strada, un lieve brezza mattutina accompagnando il suo passo. Al suo arrivo, quasi in ritardo come suo solito, trovò tutti i ninja che si aspettava di trovare.

    Akuraguri a rapporto.

    Erano tutti arrivati prima di lui, egli comprese velocemente, una sola sedia lasciata libera, che, dopo aver salutato i presenti, il giovane occupò di fretta, provando a non far perdere altro tempo. La prima a parlare, rispondendo alla domanda del Mizukage, fu Jukyu, che Akuraguri aveva già incontrato. La sua risposta gli piacque, la fedeltà al villaggio fondamentale. La ragazza gli era già simpatica ed la scoperta di questa sua natura fu una conferma di aver trovato un nuovo compagno, che avrebbe, insieme a loro, portato alto il nome di Kiri. Ora bisognava solo vedere cosa il Mizukage avesse in serbo per loro.


    La Sanguinaria
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    Legenda:
    Parlato/Pensato Akuraguri
    Parlato/Pensato Haremashita
    Parlato/Pensato Satsubatsu


  4. .

    La Nebbia e La Bruma


    Zaffiri


    Non sembrava che nessuno dei commensali fosse abbastanza interessante da poter attirare lo sguardo del Kenkichi, mentre invece, dal canto suo, Youshi era riuscito a trovare qualche importante informazione. Quando i due si avviarono verso la stanza, il chunin spiegò al giovane cosa avesse trovato e, in maniera indicativa, i due delinearono la loro strategia del giorno successivo.

    Sarebbero andati alla ricerca di Anumaru, tagliatore di zaffiri, famoso per il paese. Se il duo avesse deciso di fare la guardia durante la notte, Akuraguri avrebbe provato a prendere il primo turno, il suo cuore ancora inquieto. D'altronde, egli si trovava in territorio nemico, un errore, un momento di distrazione e sarebbero stati catturati, forse anche uccisi. La sua tensione era fin troppa per dormire e anche quando Youshi iniziò il suo turno, egli si addormentò abbracciando la sua fedele lama.

    Il giorno dopo, gli effetti di quella nottata insonne si facevano presenti sul ragazzo, occhi quasi chiusi, sbadiglio dopo sbadiglio, provando a non andare a sbattere contro qualcosa. Seguendo il ragazzo fuori dalla locanda, Akuraguri si stiracchiò al sole, continuando a sbadigliare, ma lentamente andando verso una stato che ricordasse quello di essere sveglio.

    Chiedendo in giro, i due trovarono la bancherella quasi immediatamente, dato che il nome di Anumaru era molto conosciuto. L'uomo sembrava essere messo peggio del genin, i suoi occhi scavati dalla stanchezza, ma il suo lavoro sembrava superbo. Il giovane non si era mai interessato alla gioielleria, ma adesso, guardando quei zaffiri, rimase quasi incantando, comprendendo come qualcuno ne potesse rimanere affascinato.

    Presentandosi con Youshi, Akuraguri lasciò il chunin parlare, voltandosi in modo tale da poter tener d'occhio la folla, in caso di problemi. Un'orecchio al discorso dei due, uno al vociare della gente, che magari si sarebbe lasciata scappare qualche informazione importante od interessante.



    La Sanguinaria
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    Parlato/Pensato Akuraguri
    Parlato/Pensato Haremashita
    Parlato/Pensato Satsubatsu


  5. .

    La Nebbia e la Bruma


    In territorio nemico


    La richiesta del ragazzo, partorita nei pochi secondi successivi alla domanda di Youshi, venne prontamente accettata da quest'ultimo, che si mise immediatamente all'opera, mostrando al ragazzo l'ingrediente principale ed invitandolo a seguire il procedimento, se ciò fosse di suo gradimento. Il giovane mosse la sedia sulla quale era seduto davanti a sè, mettendosi a cavalcioni ed osservando le mosse del suo compagno, senza disturbarlo in alcuna maniera, anzi, trattenendo il respiro durante i momenti che gli sembrarono più complicati. Durante le successive ore che servirono alla preparazione del prodotto finale, il ragazzo si mosse solamente una volta, per sedersi sul terreno ed iniziare a meditare, conversare, con Haremashita.

    Dopo aver preso le ampolle dalle mani del Tokugawa ed averlo ringraziato, il ragazzo si diresse sulla coperta della nave, osservando il liquido attraverso il vetro, attirato dal colore rossastro e dalle sfumature d'ambra. Dopo essersi perso per un attimo all'interno di quella combinazione di colori, il genin si avviò verso il gruppo che, dopo qualche parola scambiata si avviò verso il loro obiettivo. Il piano venne poi finalizzato ed Akuraguri ed il suo compagno per la missione, Youshi, si avviarono per la loro strada, salutando il resto del gruppo.

    Il Kenkichi ascoltò con attenzione il discorso del chunin, annuendo e seguendo i suoi ordini. Il coprifronte venne prontamente nascosto, insieme alla Satsubatsu, all'interno del suo vestito e dopo aver rassicurato Youshi, con un altro cenno, che avrebbe seguito i suoi ordini, il ragazzo si trasformò in una versione leggermente più giovane di se stesso, rendendo i tratti del suo volto più dolci ed amichevoli. L'arrivo alla cittadina fu abbastanza tranquillo e gli occhi del giovane poterono saettare in giro, apprendendo preziose informazioni.

    La cittadina sembrava abbastanza popolosa e sicuramente piena di vita, come testimoniavano i diversi passanti incontrati lungo la via. Un imponente cavaliere, completamente corazzato, attirò l'attenzione del ragazzo, che se lo vide passare accanto, sentendo un rivolo di sudore scendere al centro della sua schiena dalla paura di essere prontamente scoperto e catturato. Nonostante questi pensieri, i due arrivarono alla taverna senza problemi e, mentre Youshi stava tartassando il povero oste di domande, il ragazzo approfittò dell'occasione per poter lanciare qualche sguardo verso i commensali, magari riuscendo a comperende se ce ne fosse qualcuno più interessante o più interessato alla comparsa dei due mercanti.

    Avendo finito questa loro prima ricognizione, i due, dopo una notte passata a riposarsi e far la guardia, si sarebbero avviati verso il mercato, provando a trovare altre informazioni.

    La Sanguinaria
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    Legenda:
    Parlato/Pensato Akuraguri
    Parlato/Pensato Haremashita
    Parlato/Pensato Satsubatsu


  6. .

    La Nebbia e la Bruma


    Gli Inizi


    Quella giornata era iniziata male, anzi, malissimo, per Akuraguri. Aveva avuto degli strani incubi, spendendo tutta la notte a rigirarsi nel letto, sudando e bisbigliando parole incoerenti. Quel mattino aveva poi cercato conforto nella meditazione, raccontando ad Haremashita parti dei suoi sogni, senza però ricevere una risposta soddisfacente. La bambina infatti, quel giorno, aveva adottato la decisione di non parlare o comunque, di limitare le sue interazioni con il giovane genin. Il messaggio arrivò mentre lui stava concludendo i suoi allenamenti mattutini, abitudine che aveva preso da quando si era trasferito all'interno del quartiere riservato ai Kenkichi. Lesse in fretta la breve missiva, per poi riprendere i suoi esercizi.

    La grandezza della nave era impressionante, anche per un ragazzo come Akuraguri, che aveva passato la maggior parte della sua vita in mezzo al porto e a navigli di tutti i tipi. Nonostante ciò, la vista di quell'immenso veliero lo meravigliò a tal punto che per un momento si fermò, ad ammirare quell'opera di carpenteria. L'imbarco non sarebbe stato lento, dato che i ninja avrebbero, probabilmente, portato con sè solamente ciò che era di più strettamente necessario. Il ragazzo si avvicinò dunque all'imbarcazione, notando quasi immediatamente la figura di Youshi accanto a quella del Mizukage sul ponte della nave, evidentemente aspettando il resto della squadra.

    Gli altri ninja arrivarono, quasi senza fare impressione sul genin, che aveva uno sguardo cupo sul volto e la mente annebiata da altri pensieri. Solamente uno riuscì ad interrompere quello stato quasi catatonico: Akira Hozuki. Il ragazzo atterrò, letteralmente, sul ponte della nave, con una faccia strana, che faceva traspirare un certo stato d'animo inquieto. Akuraguri non aveva mai visto il jonin prima di allora, ma aveva sentito parlare di lui, bisbigli di corridoio, racconti e leggende che i ragazzi si scambiavano sugli eroi della Nebbia. Anche non avendolo mai visto da vicino, si poteva comprendere come quella non era solamente un'altra missione per lui, ma portava con sè un certo bagaglio, un peso non indifferente.

    Le spiegazioni furono dettagliate, date dal Kage sottocoperta, mentre i marinai si preparavano per salpare. Il genin avrebbe voluto essere con loro, respirare l'aria di mare e magari anche riscaldarsi i muscoli, che in quell'aria mattutina sembravano pezzi di ghiaccio. Le informazioni che il Mizukage stava riportando però, erano importanti, quindi egli decise di concentrarsi e pulirsi la mente per assimilare il discorso. Serie come al solito, le parole dell'uomo scivolarono una accanto all'altra, dipingendo una situazione che non era delle migliori, anzi. Se addirittura il precedente Mizukage era stato fatto prigionerio o comunque era stato battuto dagli abitanti della Bruma, come poteva il loro manipolo provare od anche solo sperare di vincere quella battaglia? Nonostante i dubbi però, il ragazzo sapeva che quel gruppo era formato dai ninja più forti della Nebbia, se non dell'intero continente, quindi se un'impresa del genere andava compiuta, era meglio compierla insieme a loro.

    Anche le presentazioni filarono in modo abbastanza liscio, eccezione fatta per l'Hozuki, al quale, evidentemente, l'idea di dividersi in squadre non andava giù in alcun modo. Il ragazzo infatti annunciò la sua dipartita e la sua intenzione di agire all'alba del secondo giorno, per poi agire come aveva preannunciato ed uscire dalla stanza. Il dolore nella sua voce era cristallino, così come lo era la sua rabbia, bollente, che faceva distogliere lo sguardo del genin. Chiusosi quel sipario, Akuraguri riuscì a presentarsi, con qualche veloce parola, come suggerito dal Mizukage.

    Sono Akuraguri Kenkichi, genin. Specializzato in combattimento ravvicinato.

    Si sedette nuovamente ed aspettò che la riunione si concludesse e fossero stati dati i primi ordini.

    La Sanguinaria
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    Legenda:
    Parlato/Pensato Akuraguri
    Parlato/Pensato Haremashita
    Parlato/Pensato Satsubatsu


  7. .
    Io ci sarei 👍
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    Le Cronache



    Di Shin, il MangiaFuoco


    Le Cronache di Kiyomi Saito e Shin

    E di quella volta che, nel bel mezzo del villaggio Tontatta




    Cari lettori, finalmente siamo arrivati al quinto passo della nostra avventura, ovvero il momento in cui l'eroe, o nel nostro caso, l'eroina, decide finalmente di lasciare il proprio monotono mondo alle spalle e di lanciarsi nell'inesplorato.

    Dunque, come riuscì la povera Aika a convincere la diva Kiyomi ad aiutarla in quella pericolosa situazione? La promessa di una particolare gemma aveva fatto il trucco, attirando l'attenzione dell'eccentrica kunoichi. Nello spiegare la missione, la giovane donna utilizzò queste parole:

    Signorina Kiyomi, purtroppo il nostro villaggio non ha niente da offrire all'Accademia, quindi non ci è stato possibile contattarla ed organizzare una missione attraverso i normali canali.

    E si fermò un attimo a riprendere il fiato, avendo parlato senza fermarsi:

    Inoltre storie della bellezza della sua voce e della sua bravura nel cantare hanno raggiunto anche me e diciamo che quell'insieme di competenze potrebbero risultare utili in questa particolare situazione. Capirà meglio quando arriveremo lì.

    Concluse la donna, aspettando una risposta dalla Saito. Risposta che, pur in maniera fredda, arrivò forte e chiara, illuminando la faccia di Aika con un sorriso di gioia e riconoscenza:

    Grazie, grazie mille. Le saremo per sempre grati. Ci incontreremo davanti alle mura di Konoha domattina allora.

    La mattina dopo, mentre il povero Shin stava tossendo i suoi polmoni fuori dalla sua cassa toracica, a causa della notte e del giorno passati sotto la pioggia, il nostro gruppo finalmente si formò. Il Mangiafuoco venne presentato a Kiyomi e l’intera compagnia venne introdotta al loro nuovo mezzo di transporto.

    Un povero ronzino, che sembrava essere più morto che vivo, le costole sporgenti, ansimante, stava lì fermo, attaccato ad un vecchio carro, aspettando di partire. Nonostante le richieste, Kiyomi non si sarebbe mai accomodata su di un mezzo di transporto così spartano e dunque la piccola carovana partì, con Kiyomi sola nella sua carrozza e il resto del gruppo nel carro.

    Il viaggio fu veloce e senza incidenti, durando poche ore. Data la disposizione del gruppo non fu possibile per i propri componenti conoscersi a fondo, ma avrebbero avuto molto tempo a loro disposizione durante quell'avventura. Dunque, dopo essersi addentrati all'interno di una foresta, finalmente la piccola carovana arrivò alla sua destinazione.



    Davanti a loro si ergeva una palizzata di legno, rovinata e distrutta in vari punti, oramai troppo debole per poter proteggere i suoi abitanti. All'interno si sviluppava un semplice villaggio, la cui unica abitazione degna di nota era posta al di sopra di una piccola collina, raggiungibile con un sistema di scale. Aika giudò i suoi ospiti direttamente verso quella casa, salendo le scale con agilità.

    Arrivati davanti alla porta ed entrati all'interno, un odore acre di legna bruciata invase e punse le narici dei ragazzi, mentre una voce tossiva e racchiava:

    Chi va là?

    Un vecchio raggrinzito apparì da una porta della mal illuminata abitazione e squadrando i nuovi arrivati. Quando i suoi occhi si posarono su di Aika ed Aiko, si illuminarono di gioia e si riempirono di lacrime:

    Aika! Figlia mia! Aiko! Nipotina mia! Da quanto tempo!

    E si lanciò su di loro, come un uccello rapace sulla sua preda. Gli abbracci furono infiniti, così come le lacrime del vecchio Doppo, che tirando su col naso si era presentato anche agli altri. Se avessero voluto chiedere informazioni, il capovilaggio avrebbe iniziato a narrare l'intera storia del piccolo paese, senza dare informazioni di particolare aiuto.

    Tutto ciò che quell'uomo sapeva sul cimelio era la posizione della montagna, a nord delle poche case. Il villaggio era a loro completa disposizione e molto probabilmente sarebbe stato saggio visitare altri abitanti, che magari sapevano qualcosa di più sulle sfide che gli aspettavano. Inoltre, forse qualche domanda più particolare avrebbe scucito qualche dettaglio dal cervello annebbiato di Doppo.

    Da capospedizione, stava a Kiyomi decidere il da farsi.


  9. .


    Le Cronache



    Di Shin, il MangiaFuoco


    Le Cronache di Kuso e Shin

    E di quella volta che, in un trip pesante




    Cari lettori, non so che dirvi. Nonostante i miei anni di esperienza da scrittore, questo personaggio non riesco proprio a classificarlo. Ma nonostante ciò, uno scrittore deve riportare una storia proprio come è successa, senza alterarla in sostanza.

    Dunque, dove eravamo arrivati? Ah, il nostro Kuso stava giust'appunto apprestandosi a rimuovere il suo carinissimo perizoma, su ordine del rinominato Gigino. Nel frattempo l'Innominabile era stato liberato. Per Innominabile si intende, sfortunatamente per me scrittore e per voi lettori, l'unica parte del ninja che era precedentemente coperta dal perizoma.

    Questo mostro, liberatosi da quella sorprendentemente resistente gabbia, aveva colpito una signora, sbarrando il passo a Shin, che trattenne un conato di vomito. Le urla della signora stavano riempiendo l'aria, dato che dopo essersi accorta del contatto, aveva fatto risalire lo sguardo fino a comprendere cosa fosse che la stava toccando. La mostrosua bestia venne riarrotolata dal Chitai con estrema maestria, suggerendo una notevole esperienza nel maneggiarlo.

    Con la bocca aperta e lo sguardo sorpreso, Shin rimase lì, rivalutando i principi ed i valori con i quali aveva vissuto la sua vita fino a quel momento, mentre Gigino, anche se sorpreso da quella inaspettata comparsa, infilò la punta della gigantesca siringa direttamente nel deretano di Kuso. Dopo essersi assicurato di avere la siringa fermamente all'interno della cavità anale, il ragazzo spinse la strana sostanza<!-- -->StoCazzius Concentrata [Droga]
    Questo tonico quando assimilato provoca nell'utilizzatore diversi tipi di allucinazioni: visive, uditive, tattili. Dopo due ore una massiva dose di endorfina colpirà il cervello mandando l'utilizzatore in Paralisi per un periodo imprecisato di ore. Dose Massima: 2 al giorno.Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: A Motore | Durezza: Tanta | Crediti: Troppi)
    [Dal culo in su]
    all'interno del ninja.

    Kuso per un momento sentì il liquido inserirsi all'interno del deretano e poi non sentì niente. Un lampo gli si palesò davanti agli occhi e quando essi si abituarono alla nuova luminosità, il mondo era cambiato. Le persone non erano più persone, ma avevano cambiato il loro aspetto, diventando delle talpe.

    Nel frattempo, l'Innominabile era diventato un martello, pronto a colpire con forza le talpe ed ad accumulare punti su punti. Infatti in cima alla vista del Cremisi erano comparsi una serie di zeri e un contatore che partito da 10:00, stava lentamente scendendo. Ad ogni talpa erano stati assegnati dei punti, come il ninja poteva osservare dai numeri che erano comparsi sulle loro teste. La maggior parte aveva +10, alcuni +30. La scritta che spuntava di più però era quella che era comparsa sulla testa di quello che era una volta Shin ed adesso era una talpa: "Jackpot!".

    Come si sarebbe comportato Kuso davanti ad una situazione tanto strana? Lo sapremo solo la prossima volta, cari lettori.
    SPOILER (click to view)
    Benvenuto alla partita di Whack a Mole più improvvisata della Legend!
    L'obiettivo è raggiungere più punti possibili. Ogni volta che Kuso colpisce qualcuno, un po' di endorfine entreranno nel suo corpo, facendolo sentire molto bene.

    Naturalmente, l'ammontare che egli ottiene da ogni persona cambia: +10 dai clienti, +20 dagli inservienti e +50 dagli attori. La relazione tra quanto Kuso si sentirà bene a colpo e i punteggi è proporzionale, dunque più è alto il punteggio di una persona colpita, più Kuso si sentirà bene. Il Jakcpot, assegnato a Shin, darà un boost del 100% alle capacità sensiorali di Kuso che sentirà prima l'effetto di tutti i punti accumulati fino a quel momento e poi potrà continuare ad accumulare punti fino allo scadere del tempo, "sentendo" ogni colpo con un aumento del 100%.

    Punti Kuso: 0;
    Tempo disponibile: 10:00;

    Durante questo "gioco" Kuso avrà la stessa energia di Shin, quindi Gialla, per essere fair. Buon Divertimento







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    La Rinascita


    Casa Dolce Casa



    Le risposte che si aspettava non arrivarono. O forse le risposte che ebbe erano proprio quelle che cercava. Sarebbe stato lui a dover cercare le radici della sua appartenenza al Clan e quella ricerca forse avrebbe preso giorni, mesi ed anni, ma egli ce l'avrebbe fatta. Si fece quella promessa, giurando di renderla vera.

    Poi venne il momento dello scontro. Nonostante il ragazzo avesse schivato tutti gli attacchi della copia, il Mizukage lo rimproverò per non aver utilizzato la spada, dato che parare con essa avrebbe permesso al ragazzo di non lasciare che il nemico riprendesse la propria guardia prima dell'attacco. Non ci fu però l'occasione per il genin di provare questa teoria, dato che dopo la sua serie di attacchi, la copia si sfaldò nel nulla, pur non essendo stata colpita direttamente da alcuno dei colpi.

    Questo era infatti il divario di forza tra il giovane ed il proprio Kage. Una copia dell'ultimo era abbastanza per tenere a bada il ragazzo che, pur non essendo andato all in, comunque ci era andato vicino. Il Mizukage si sarebbe comunque congratulato con Akuraguri, avendo confermato il suo legame con la sua spada. Poi se ne sarebbe andato, di fretta, ricordando al giovane di riposare e prepararsi. Egli prese il consiglio alla lettera, preparando tutto l'armamentario necessario alla prossima missione, ma quando arrivò il momento di dormire, non ci riuscì.

    Dopo qualche minuto passato immobile sul letto, egli si alzò e prese Satsubatsu in mano, stendendosi nuovamente sul letto. Si concentrò ed in un attimo fu lì, dove quella strana avventura era iniziata. O meglio, la sensazione era la stessa, ma il posto dove egli aprì i suoi occhi non era più quello. Era invece un immenso campo di grano, che si estendeva senza fine. A qualche metro da lui si ergeva una piccolissima casa, dalla quale spuntò la faccia di Harmashita, con un sorriso:

    Ciao! Ho fatto qualche rimodellamento, ti piace ?

    E dopo un cenno assertivo da parte del ragazzo, i due entrarono in casa, dove trascorsero delle ore a parlare. Quando fu il momento, Akuraguri salutò la ragazza, si alzò, prese il suo equipaggiamento e si avviò, pronto per la missione.

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    Grazie ancora per la splendida giocata, ci vediamo/sentiamo presto, on and off gdr!


  11. .

    Rinascita


    殺伐



    La pressione che Akuraguri stava riusciendo ad esercitare, attacco dopo attacco, diede finalmente i suoi frutti. Inoltre, il suo precedente Genjustu stava ancora influenzando la visione del suo avversario, che, in un un ultima disperata difesa, riuscì a parare il primo colpo, esibendo dei riflessi strabilianti. Nonostante ciò la dea della fortuna non rimase con lui a lungo ed il kiriano riuscì dapprima a assestare il secondo colpo ed in rapida successione, il terzo ed il quarto.

    Lo scontro era dunque giunto alla sua conclusione. L'aria è diversa quando uno scontro finisce, liberandosi della tensione e della brama di sangue, lasciando spazio ad un vuoto. Ogni spadaccino, ogni combattente vive per quel momento, nel quale comprende di aver vinto, ma che annuncia il suo scendere di un gradino di più all'interno di quel ciclo. Allenarsi, combattere, vincere, perdere e di nuovo, ancora ed ancora, finchè la morte viene a liberarlo da quel ciclo. Almeno, questo era quello che Akuraguri cercava quando combatteva. Quella sensazione di essere stato ad un passo dalla morte e di esserne uscito vincitore, quella sensazione di essere più forte del proprio avversario.

    Così, mentre il corpo dell'Oni stava venendo divorato dal sangue, rivelando la sua natura non umana, quasi sospettata dal giovane, Akuraguri stava lì in piedi, assaporando quel momento. La lama scomparve dalle sue mani, materializzandosi nella sua forma umana davanti a lui, congratulandosi con lui e dandogli un prezioso consiglio, prima di spingerlo.

    Sorpreso dalla mossa, egli non offrì resistenza, cadendo di schiena. Nell'attimo prima di fare contatto con il pavimento però, il suo corpo venne assorbito da esso ed il kiriano si ritrovò in un buio mare, incapace di respirare e di rimuovere l'enorme pressione che gli stava per spaccare le ossa. A poco servirono i tentativi di liberarsi del ragazzo che dopo un attimo si ritrovò nella realtà.

    Quando riaprì gli occhi, davanti a lui tutto come l'aveva lasciato, fatta eccezione per i fiotti di sangue che lentamente si stavano trasferendo, usando il suo corpo come ponte, dal terreno al Pozzo di Lazzaro. Non fece neanche in tempo a rallegrarsi delle parole del suo Kage che Akuraguri sentì il suo cuore stringersi, quasi spezzarsi, incapace di rimanere fermo davanti a quel vuoto che stava provando.

    In quel momento le sue ferite iniziarono a sanguinare coposiamente, più di quanto normalmente avrebbero. L'ultimo passo del rituale era dunque andare a comporre la propria spada, utilizzando il ferro del proprio sangue. Il giovane fece un passo indietro, sentendo le gambe cedergli, ma venne sorretto da uno dei presenti. La sciamana lo giudò, con le sue parole, le sue urla ed Akuraguri si alzò e con la mano sinistra davanti a lui, tuonò

    Vieni a me Haremashita, verso una nuova vita! Da questo momento in poi il tuo nome sarà 殺伐, Satsubatsu, l'Assetata di Sangue, la Crudele. Come il tuo nome suggerisce, sarai selvaggia ed indomabile. Vieni a me!

    E prese la spada, custodia di legno e tutto, andandola a porre alla sua sinsitra. Le sue ferite sparirono e si sentì quasi rinato, con una nuova forza che gli scorreva nel sangue. Si avviò verso l'uscita, seguendo il Mizukage. Ere l'inizio di una nuova vita, con un nuovo nome, con una nuova forza. Akuraguri Kenkichi era nato.





  12. .

    Inizi


    Panico



    Il discorso del Kage si fece più serio, con le parole che pesarono sulle spalle di Akuraguri. Aveva già compreso come il suo essere avventato e arrogante avrebbe potuto portare a conseguenze disastrose e forse mortali per i suoi compagni, ma era sempre stato conscio e convinto di avere delle buone capacità. Il sapere di non essere stato allenato o testato nella maniera in cui il Mizukage aveva richiesto lo mandò in crisi. Aveva davvero passato le prove? Era davvero degno di partecipare a quella missione ? Ne aveva le capacità? Lo stomaco? La forza mentale?

    Il castello di carte costruito così abilmente all'interno della sua mente venne fatto crollare in meno di un attimo, da una manciata di parole. Aveva già compreso di non essere più forte di altri, ma la poca forza che pensava di avere, stava venendo distrutta. Questi dubbi iniziarono a vagare, numerosi e pesanti, all'interno della mente di Akuraguri, che ogni secondo che passava, cadeva sempre di più in una spirale di pensieri sulla propria forza ed utilità. Così, non si accorse dell'uscita di Sanjuro, come non sentì la spiegazione del Kage su quella figura.

    Si svegliò da quello stato solamente nel bel mezzo della spiegazione del piano, alla pronuncia del suo nome. Dopo aver ascoltato attentamente ad entrambi i piani ed essersi ritrovato senza domande, Akuraguri stava aspettando un momento per togliere il disturbo ed andare a dormire. Voleva scacciare quei pensieri dalla sua mente, prima di partire per la missione. Tutto ciò non fu possibile, dato che il Kage chiese al genin di fermarsi davanti alla porta dello studio, nel corridoio.

    Una volta fuori dalla stanza, Akuraguri venne assalito di nuovo dai dubbi, corroborati dall'essere stato richiesto proprio dal Kage. Cosa voleva da lui? Voleva testarlo nuovamente ? Voleva capire se egli fosse abbastanza forte? Non aveva ancora compiuto niente. Era un nessuno. Chi aveva pensato di essere? Quale forza aveva pensato di avere? Un neonato era più forte di lui, una formica. La testa gli faceva male, le mani gli tremavano, il sudore correva sulla sua pelle. Panico.

  13. .

    Punti in Comune


    Il Grande Spettacolo



    La carovana aveva girato per un bel po' di tempo all'interno del Paese della pioggia, quel pezzo di terra dominato da droghe, morte, sangue e distruzione. Non si erano mai esibiti all'interno di Ame propria, non avendo mai ricevuto il permesso dai capi della città. Ma, grazie alle recenti e fruttuose conoscenze che Shin aveva fatto negli ultimi tempi, alla compagnia venne data la possibilità di esibirsi in quel covo di malviventi. Non che il mangiafuoco non lo fosse. Non che la sua compagnia intera fosse pura e senza macchia.

    Arrivati in quel villaggio, se villaggio si poteva chiamare, gli strilloni della compagnia iniziarono a girare per le strade, annunciando come quello fosse l'ultimo spettacolo della compagnia in quel di Ame e come fosse il più grande, strabiliante e interessante che avessero mai visto.

    Kuso si trovava ad Ame senza nessun tipo di ragione apparente. Chi poteva, infatti, comprendere cosa passasse per la testa del mascherato ? Fatto sta che trovandosi in quel villaggio, avrebbe sentito dell'esibizione e di come promettesse di portare gioia e stupore nei cuori dei criminali di Ame. Non ci sarebbe stato molto altro da fare quella serata, dato che parte delle attività notturne erano state chiuse dai propetari per andare a vedere lo spettacolo. Cosa avrebbe fatto il cremisi, solo lui lo sapeva, o forse neanche lui.

    Arrivata la sera, con il capannone che si iniziava a riempire, Shin ed Hanzo sarebbero stati davanti ad esso, raccogliendo i biglietti già venduti, vendendo biglietti e facendo in modo che nessuno con brutte intenzioni entrasse. Poi, se niente fosse accaduto, sarebbero entrati all'interno, per prepararsi allo spettacolo. All'interno del capannone, ogni posto sarebbe stato occupato da gente, con un sorriso strano ed inusuale per la gente del posto.

    Qualche minuto dopo il rientro di Shin e Hanzo, le luci sarebbero state spente e lo spettacolo avrebbe avuto inizio.


  14. .

    La Vecchiaia


    Arrivo sull'isola



    Alla fine, al molo 11, dopo un'ora attesa ad aspettare, non tutti e quattro i ninja che dovevano presenziare alla missione si presentarono. Akuraguri si presentò brevemente agli altri, poco prima di salire insieme al gruppo sulla barca delle due gemelle, che sembravano intenzionate a darsi da fare ai remi. Akuraguri immediatamente prese Hana, la sollevò, la spostò e la riappoggiò in mezzo alla barca, sedendosi lui al posto di rematore, senza dire niente. Si voltò verso Kyuke, l'unico altro ragazzo presente sulla barca e, richiamata la sua attenzione con un veloce gesto, gli indico Kohana, invitandolo a seguire il suo esempio.

    Durante la mezz'ora di viaggio, le due ragazze iniziarono a spiegare nel dettaglio quale fosse la missione del gruppo ed inoltre, come fossero loro coinvolte nella faccenda. Ascoltata la spiegazione, Akuraguri mantenne il silenzio, lasciando maturare le informazioni all'interno del suo cervello. Non che ci fossero tante informazioni, ma tant'è.

    Arrivati all'isola, il kiriano si stupì della limpidezza dell'acqua, chiaro simbolo della purità e pulizia di quest'ultima. Intuizione supportata anche dalla presenza di una moltetudine di pesci, contenti di vivere in quelle pure acque. Approdati sulla riva, i ragazzi si fecero strada sulla sabbia ed in mezzo alla foresta circostante, fino ad arrivare al fatidico villaggio di Rojin. Fu lì che incontrarono Mifune, un anziano signore, bardato di tutto punto di un'antica armatura da samurai, che molto probabilmente serviva da guardia del villaggio.

    Il villaggio stesso sembrava fosse stato generato dall'isola, tanto era in armonia con quel luogo. Nessun tipo di tecnologia contaminava la sua bellezza naturale che veniva esaltata con cura e con grazia da ogni casa di legno, ogni albero in fiore ed ogni decorazione. Dopo aver attraversato una particolare piazza, il gruppo arrivò, finalmente, davanti alla casa delle due gemelle e vennero invitati dentro dalla padrona di casa, nonna delle due ragazze.

    Dopo aver fatto i dovuti complimenti sull'abitazione e sull'ospitalità, Akuraguri avrebbe accettato l'invito della donna di gustare con lei ed il marito del the, bevanda gradita dal kiriano. Si sarebbe dunque seduto, in attesa. Una volta che il the fosse stato portato e servito a tutti, egli avrebbe preso la parole e avrebbe chiesto, con cortesia:

    Se non le dispiace, signora Kimiko, sarebbe così gentile da spiegarci completamente la situazione, con qualsiasi dettaglio, anche quelli meno importanti? Abbiamo più o meno tutti una comprensione base di ciò che sta accadendo, ma vorrei e, credo, vorremmo tutti delle informazioni più dettagliate.

    Così si rimise al suo posto, avendo sporto il suo corpo in avanti per quella sua lunga domanda. Magari avrebbe avuto tempo di pescare qualche pesce o anche di ascoltare il rumore che il mare faceva infrangendosi contro quella splendida isola, una volta la missione fosse stata portata a termine.

  15. .

    Combattimento con Yukine


    Sul filo del rasoio



    Il ragazzo era bravo, anche forte. Non aveva problemi nello schivare o bloccare i colpi di Akuraguri o almeno, se stava avendo problemi non li stava dando a vedere. Ed il kiriano stava inziando a rispettarlo, a rispettare quel piccolo otese che si stava battendo in maniera così valorosa. Ma più lo rispettava, più voleva batterlo e più voleva batterlo, più quel sorriso che egli aveva ormai impresso sulla sua faccia, diventava un ghigno abominevole. I primi due attachi non andarono a buon fine, schivati e parati rispettivamente, ma il terzo attacco colpì il petto di Yukine ed un fiotto di sangue sgorgò dalla sua ferita.

    Akuraguri sentì che la lama aveva tagliato profondamente la carne ed anche il corpetto di protezione che l'altro genin aveva saggiamente indossato non riuscì a proteggerlo completamente. Proprio come gli squali quando sentono l'odore del sangue, anche il kiriano aveva percepito di aver danneggiato l'avversario e quindi stava per buttarsi su di lui, ma Yukine riuscì ad allontanarsi dal pericolo, mettendo un po' di distanza fra i due.

    Nell'allontanarsi, l'otese avrebbe composto delle posizioni magiche con le dita. Al vedere ciò i sensi di Akuraguri si sarebbero acuiti, pronto a schivare la tecnica che gli stava venendo contro. Yukine dunque urlò e nell'urlare rilasciò un cono di energia che viaggiò verso il genin. Egli, non sicuro di cosa fosse quella cosa e di cosa potesse fare, decise di scansarla e così, con un balzo laterale la evitò [Slot Difesa 1]. D'altronde non era così veloce da essere minimamente difficile da schivare.

    Distratto da ciò però Akuraguri perse di vista Yukine per un attimo, disattenzione che forse sarebbe stata fatale per il ninja. Ciò non successe, infatti l'otese riapparve dopo quasi un istante davanti all'avversario e gli lanciò contro un chakram, ovvero un cerchio affilato che avrebbe probabilmente tagliato molto in profondità le carni del genin. Egli però, non voleva che la distanza fra di loro aumentasse, sentendo dentro di se di poter vincere quel duello se avesse tenuto stretto contatto con l'avversario, quindi decise di precipitarsi in avanti per impedire che il nemico prendesse ancora di più il volo. Per fare ciò ed impedire allo stesso tempo di essere colpito dal quel pericoloso oggetto, egli si scagliò in avanti come una freccia, aumentando il chakra sulle sue gambe per aumentare la sua velocità. Scattato in avanti, sentì la presenza del chakram alle sue spalle e poi un botto spaventoso ed una sensazione di calore gli pervase la schiena andando a bruciare i suoi vestiti e la sua pelle [Slot Difesa 2].

    Akuraguri non si arrese. La carne bruciata gli faceva venire voglia di urlare, la stanchezza gli faceva tremare le gambe ma la voglia di vincere quello scontro aveva raggiunto l'apice. Così, contiunando a mantenere quel sorriso che ormai si era mescolato ad una smorfia di dolore, il ragazzo si lanciò verso Yukine, con le braccia aperte come a volerlo invitare a colpirlo [Slot Movimento Gratuito]. Continuò la sua corsa per essere a distanza d'attacco del genin e si avventò su di lui, urlando come un indemoniato [Slot Azione 1]. Alzò la sua spada con entrambe le mani e lasciate perdere tutte le finte cercò di scagliare un fendente verticale mirato alla testa dell'otese che andasse dall'alto verso il basso. Non avrebbe incanalato chakra e non avrebbe attivato tecniche, con un piano in mente [Slot Azione 2].

    Appena Yukine avesse parato, evitato o subito il colpo, la trappola di Akuraguri sarebbe scattata. Egli voleva infatti che Yukine pensasse di aver fatto incazzare il kiriano a tal punto da fargli lasciare tutta la tecnica e l'arguzia. Ma non era questo il caso infatti facendo ben attenzione che il suo avversario lo stesse guardando, egli concentrò il suo chakra e composta la posizione della Tigre fece apparire dietro di lui una luce che avrebbe, probabilmente, accecato l'otese [Slot Tecnica 1]. Egli dunque avrebbe usato quel secondo datogli dalla tecnica per sferrare un attacco devastante al suo avversario. Conscio del fatto che anche se fosse stato accecato, Yukine avrebbe comunque avuto la possibilità di vedere l'attacco e di schivarlo egli decise di fintare un primo colpo diretto alla faccia del suo avversario, un affondo pericoloso fosse andato a segno. Il suo vero obiettivo era però il ventre dell'otese, scoperto dal corpetto di cui prima aveva visto l'estensione [Slot Gratuito Istantaneo]. Così avrebbe effettuato la finta e ritirata la lama avrebbe provato a compiere un fendente orizzontale, da sinistra verso destra, all'altezza del ventre dell'avversario. Avrebbe dunque incanalato una quantità di chakra immane all'interno del suo braccio mancino, sentendo come la presenza di quell'energia lo stesse danneggiando più di quanto avesse fatto il suo avversario durante tutto il combattimento ed inoltre come la sua forza e la sua velocità fossero aumentate esponenzialmente. Con un urlo di dolore e di rabbia egli avrebbe dunque fatto rotare la sua spada mirando al ventre di Yukine e sperando di colpire [Slot Azione 3].

    Non ci sarebbe stato molto da fare se quest'ultimo colpo non avesse trovato il suo bersaglio, ma non c'era questo nella mente di Akuraguri. C'era solo che si stava divertendo tantissimo. E così, si mise in posizione di difesa, impugnando la sua spada con la mano destra, dato che la sinistra era inutillizzabile e a penzoloni accanto al suo corpo.


    Chakra: 2,5/20
    Vitalità: 2/10
    En. Vitale: 22,5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 200
    Velocità:  200
    Resistenza: 200
    Riflessi: 200
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 200
    Agilità: 200
    Intuito: 200
    Precisione: 200
    Slot Difesa
    1: Schivata
    2: Schivata
    3: ///
    Slot Azione
    1: Movimento
    2: Fendente
    3: Fendente
    Slot Tecnica
    1: Gensou - Illusione Accecante
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Spiedi × 5
    • Guanto in Cuoio × 1
    • Kaiken × 1
    • Spiedi Potenziati × 2
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Kakute × 1
    • Wakizashi × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Kunai × 4
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Filo di Nylon Rinforzato [10m] × 1
    • Kit di Meccanismi per Trappole × 1
    • Veleno Debilitante C2 (5 dosi) × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1

    Note
    ///


    SPOILER (click to view)
    Avevo dimenticato di togliere le leggere dall'Energia Vitale, quindi ho modificato XD




    Edited by Pyotr - 4/2/2020, 09:23 AM
22 replies since 14/12/2019
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