Votes given by F e n i x

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    Ritorno al passato


    1° post




    Pensato
    Parlato



    Quanto tempo era passato? Ormai aveva perso il conto degli anni. Si era appena svegliata, appoggiata sul fianco di Daikami che dormiva assieme a lei, fedele amico e guardiano che non l'aveva mai abbandonata durante tutta la sua ricerca. Se non fosse stato per lui e per Tsume e Kiba l'Uchiha avrebbe probabilmente perso la ragione, come tristemente succedeva a molti portatori del suo sangue.

    Riaprì gli occhi lentamente, cercando di farli abituare alla luce del sole appena sorto. Quella ricerca priva di risultati l'aveva ormai sfinita, e sentiva di non aver quasi più le forze per continuare. Aveva abbandonato Konoha, Shin, suo padre, i suoi amici, i suoi colleghi ninja solo per uno scopo: ritrovare sua madre ed ottenere risposte. Purtroppo però nonostante avesse esplorato ormai tutto il mondo ninja conosciuto non aveva trovato una sola traccia di quella donna. Aveva abbandonato tutto solo per ottenere un enorme e deludente buco nell'acqua.

    Non credi sia il caso di fermarsi, adesso? fu il lupo a parlare quasi leggendole nella mente, mentre la fissava con gli occhi gialli, che risaltavano così bene in mezzo al suo manto scuro: Kairi era talmente presa dai suoi pensieri che nemmeno si era accorta che si fosse svegliato. Rimase lunghi istanti in silenzio prima di rispondergli, anche parlare le costava immensa fatica.
    Tornare, dove, al villaggio? Ho abbandonato tutto e tutti da anni, mi chiedo se ancora si ricordino di me non era sparita nel nulla, aveva chiesto a Raizen di potersi allontanare, di certo non voleva passare per nukenin, ma non era previsto rimanesse così a lungo assente. E l'idea di tornare a casa a mani vuote dopo tutti quegli anni le scocciava non poco.

    Sono sicuro non ti abbiano dimenticato. Alzati, forza, voglio sgranchirmi continuò, alzandosi di scatto e facendola cadere di schiena a terra. A nulla servì l'occhiataccia che la donna lancio all'evocazione, Daikami era totalmente immune ai suoi rimproveri,o più semplicemente, non poteva fregargliene di meno. Kairi sbuffò scocciata, rialzandosi e spolverando i vestiti. Sapeva che in quel modo il lupo cercava di darle la carica per non sprofondare in pensieri che non portavano a nulla se non autocommiserazione, ma esisteva modo e modo, diamine!
    L'alternativa è continuare a girare il mondo finché non sarai vecchia e senza scopo, fino a quando non ti accorgerai di avere sprecato interamente la tua vita in una ricerca vana. Devo ricordarti che hai anche smesso completamente di allenarti?
    Kairi gli lanciò un'ennesima occhiataccia stizzita: quella era una delle note più dolenti della situazione Per favore, puoi evitare di ricordarmelo ogni singolo giorno? Comincia a diventare davvero irritante rispose, scocciata. Sentiva quella nenia ormai da settimane
    Smetterò quando finalmente ammetterai che ho ragione. Quel tuo stupido orgoglio ti ha sempre e solo causato guai, ragazzina
    Il bue che da del cornuto all'asino... boffonchiò la donna, raccogliendo le sue cose. Daikami fece finta di non sentirla, mentre si allungava le zampe posteriori per stirarsi: appena alzatosi però, si girò verso un punto preciso del bosco in cui i due si erano accampati per la notte, orecchie dritte e muscoli pronti a reagire. L'Uchiha lo conosceva talmente bene da sapere perfettamente cosa stesse succedendo
    Quanti sono? sussurrò, affiancandosi al lupo e portando una mano sul fumogeno e l'altra sulla katana: non aveva voglia di combattere, ma era disposta a farlo se necessario.
    Solo una persona. E' un'odore che mi è familiare in qualche modo, anche se non riesco a ricordare dove l'ho già sentito. Stai comunque all'erta
    Familiare? Chi poteva esserci di familiare in quel posto sperduto ed abbandonato dagli dei? Si fidava del fiuto di Daikami, ma probabilmente anche il lupo cominciava ad essere stanco. Senza emettere un altro suono, i due rimasero in attesa di chiunque si stesse avvicinando, sperando solo che non si trattasse di qualcuno con intenzioni malevoli


  2. .
    Ciao Fenix, ciao Rex!

    CITAZIONE (Ade Geist @ 22/6/2023, 10:08) 
    Ciao Cara. : )
    Siamo sempre qui, specie su discord. Quando vuoi, fai un salto.

    Anche perché dobbiamo pensare al PG per tua figlia, no?

    Giusto! Fra qualche anno la inizio al gdr!

    Una di 'ste sere passo su Discord, ieri non sono proprio riuscita
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    Out of Hell?

    . 21 .

    Febh & Youkai, Dreamland
    Il giovane sotto l'effetto del Vuoto di Dolore, che gli impediva anche di essere cauto, andò a porre domande all'Oni del tutto incurante della propria incolumità, ma in quel momento il freddo calcolo dello Yakushi che tanto detestava dover ricorrere al suo cervello sapeva che la presenza di Youkai era necessaria in quell'equazione. Tu fraintendi. Molti lo fanno. Avrebbe detto osservando il ninja con occhi dallo sguardo glaciale e che tuttavia ardevano di cieca determinazione. Non esiste la cosa giusta. Esiste quello che io voglio ottenere. E basta. Sentenziò, proclamando la sua amoralità che era alla fin fine il suo puro egoismo. Ciò che voleva poteva includere cose buone o cattive, poteva avere delle condizioni o non averle...ma era il fine ultimo delle sue azioni quando lasciava spazio alla razionalità. Lasciarmi trascinare dalle emozioni non è qualcosa che rifiuto, ma anzi è esattamente ciò che mi porta a metterle da parte. Sono solo la miccia. Una volta che l'incendio è partito non c'è modo di fermarlo, finché non ottengo ciò che voglio. In questo momento, quello che voglio è l'unica cosa importante. In un certo senso in quel momento incarnava appieno la filosofia di Oto che propugnava anche nei suoi momenti più scanzonati.

    In ogni caso il loro bluff era stato scoperto e si ritrovarono sperduti in un mondo di specchi infranti che si affacciavano su altrettante menti sognanti. Ha infranto il mondo in cui eravamo in numerosi altri sogni. Sono tutti parte dello stesso sogno...come i Regni di cui mi accennavi. Anche la lucertola aveva le sue informazioni al riguardo. In ogni caso non avere timore. Se perderai il controllo vorrà dire che mi hai disobbedito. Quindi morirai. Disse in maniera tutt'altro che rassicurante, ma al contempo nemmeno minacciosa, nemmeno stesse semplicemente dicendo che la parete aveva una carta da parati gialla. E puoi divorare tutte le anime che vuoi per quanto mi riguarda, basta che ci porti fuori da qui intatti, senza perdere la testa.

    Il terrificante processo di corruzione dei sogni ebbe inizio, e tramite Youkai lui stesso percepiva quei mondi onirici virare verso l'incubo sotto l'influsso malevolo dell'anima del giovane ninja della Foglia e del suo potere del Vuoto, ma nonostante i loro sforzi riuscirono a coinvolgere e convincere solo una manciata di anime a svegliarsi dopo aver subito quel brusco trattamento, ma le energie che Youkai aveva sottratto loro erano troppo poche. Un tonico. Avrebbe detto, portandolo alla bocca della manifestazione congiunta di quei Rivestimenti, ma in modo che arrivasse solo al ragazzino. Stiamo sbagliando qualcosa...spiegami meglio cosa stai cercando di fare. Avrebbe detto, ascoltando la breve spiegazione mentre restava focalizzato sul mantenere il giovane ninja sul pezzo, senza che quelle catene oscure lo trascinassero oltre la sanità mentale, già labile. Nella peggiore delle ipotesi avrebbe potuto ricorrere alla Fine Inevitabile, ma non era quello il momento giusto.

    Influenzi il sogno. Lo rendi un incubo, applichi l'apatia del tuo potere al sogno ma non alla persona che sogna. Quale era la differenza? Come mai con la Strega le cose avevano funzionato? La risposta, a conti fatti, era evidente. Hai corrotto...tutti i sogni? Li hai resi tutti più cupi, avvicinati all'incubo, giusto? Chiese per conferma ma conosceva già la risposta e portò una mano al petto. Se li hai resi tutti degli incubi...allora erano tutti dei bei sogni, prima. E perché mai uno vorrebbe svegliarsi? Le anime nel Regno della Strega erano alla disperata ricerca di una via di fuga e hanno colto l'occasione che rappresentavi...queste non hanno motivo di farlo. Consapevoli o inconsapevoli, queste anime non sono prigioniere qui. Dobbiamo convincerle...o ingannarle. O entrambe. L'idea si stava formando, ma non sapeva se Youkai sarebbe stato all'altezza. Tu puoi parlare attraverso quella tecnica? Puoi influenzare il sogno, quindi puoi anche influenzare uno specifico elemento e parlare. Puoi far credere quelle anime che c'è un incubo che sta distruggendo il loro mondo? Puoi mostrare ciò che siamo qui fuori, far capire che è un sogno? E quando offrirai un contatto, chiedi loro energia, per riparare il loro sogno o per farli fuggire, non importa come farai. Ma ti serve quel chakra. E con quel chakra manderemo poi qualcosa che non si aspettano. Ma devi convincere tutti, o soccomberai.

    Aspettò che Youkai provasse, mentre meditava sulle parole di Ssalsaluga. Quelle erano anime. Erano ancora all'inferno. Noi siamo viventi. E concreti, è quello che tutti ci hanno detto fin dall'inizio. Abbiamo il nostro corpo e siamo più reali di ciò che abbiamo intorno. Queste anime non hanno più un corpo, ma col tuo potere puoi prendere e spostare il dolore liberamente. Puoi prendere il dolore fisico e somministrarglielo, come se avessero di nuovo un corpo. La sensazione sarà totalizzante, chissà da quanto tempo non hanno più la sensazione della fisicità ma solo il ricordo? L'impatto con la realtà sarà ciò che le smuoverà dal sogno. Una Realtà che il Sognatore, anche con la sua mente così potente, non può fornire, perché è solo una Mezza Persona e non ha più un corpo.

    Non appena Youkai fosse riuscito, lo Yakushi avrebbe provveduto a fornire il dolore necessario, un dolore atroce che superava anche quello di un infarto in corso. Senza nemmeno muoversi applicò la rotazione alle sue stesse unghie della mano, strappandole dall'alveo e senza preoccuparsi di rigenerare...lui sapeva sopportare il dolore, ma questo non significava che non lo provasse, e Youkai avrebbe fatto il resto.

    Non avevano molte altre opzioni: dovevano distruggere quel luogo.

    Hebiko e Raizen, Una Via d'Uscita
    Tian sembrò oltraggiato dal fatto che il suo "io futuro" non avesse usato quella tecnica, dato che la riteneva essenziale per umiliare i poveri fessi più deboli di lui. E forse questo era esattamente il motivo per cui il Generale Tian la aveva rimossa: non si abbassava a umiliare i deboli. In ogni caso il tempo era breve per entrambi, stante la situazione alla mano, ma qualche chiacchiera non avrebbe certo guastato. Ah, io ho diciannove anni! Cioè, avevamo diciannove anni quando mi ha lasciato qui. E poi sollevò la sua arma. Questa? Da quando mi ha creato, sono un suo clone, ricordi? Ma è una normale spada, è parte di me sostanzialmente: come le armi dei cloni non è reale, solo una brutta copia. Disse facendo spallucce. Non è un materiale che si possa replicare o studiare, ma se vuoi qualcosa che possa in qualche modo spedire all'inferno potresti usare del Ferro Lunare o dell'Argento Maledetto. Il primo non so se venga davvero dalla luna: lo si trovava in dei meteoriti ed era estremamente raro. Spiegò. Conduceva le energie dei Bushi in maniera aberrante ed era come se facesse uscire il chakra dalle ferite che infliggeva, e questo evaporava verso il cielo, divorato dagli spiriti, o così si diceva. L'Argento Maledetto invece era prodotto da alcune donne che si professavano seguaci di Indra, anche se lui non le considerava, secondo la leggenda lo estraevano direttamente dall'aldilà usando alcune informazioni che erano riuscite a ottenere da lui. Usavano degli spiedi fabbricati questo materiale, capaci di far avvizzire l'anima e vedere stralci dell'aldilà a chi veniva trafitto, però non lo ho mai visto in prima persona. Brevi flash di questi materiali passarono nella mente dell'Hokage, collegato al clone dalla sua tecnica. Non so se possano essercene ancora là fuori dopo tutto questo tempo, ma potresti avere fortuna.

    La domanda successiva, più complessa, lasciò interdetto il clone. In che senso? Non sai cosa sia la Catena del Drago? I draghi stessi dovrebbero sapere tutto al riguardo, no? Ancora perplesso, iniziò dall'informazione fondamentale. Se lo sapessi non diresti cose assurde come includere Tenchou e Amesoko nel contratto, la Catena del Drago serve proprio a evitarlo! Sbottò allargando le mani. Sarebbe un disastro altrimenti! Fece un profondo respiro. Ok, io non sono molto bravo a raccontare, ma posso andare per sommi capi. Ryujin un tempo era un drago molto, molto forte. Parliamo di preistoria, prima ancora che arrivasse il chakra, quando praticamente gli esseri umani vivevano nelle grotte o in capanne di fango. Divenne talmente potente che alla fine ascese, ottenendo poteri divini e diventando uno con il Chakra Naturale, l'energia che tiene unito il mondo e che ai miei tempi si chiamava Flusso del Drago. In questo suo nuovo ruolo l'energia divina si trasmise ai suoi familiari, donando loro maggiore forza e potenza...e quelli che beneficiarono di più della cosa furono i suoi fratelli Tenchou e Amesoko...il potenziamento ottenuto dalla loro parentela bastò a far assurgere anche loro a un ruolo divino, ma non può esistere un dio che non abbia uno scopo, e quindi a ognuno di loro venne assegnato un ruolo...non chiedermi da chi che non ne ho idea. Tenchou divenne il Drago dello Zenith, che dal cielo osserva e ricorda lo scorrere del tempo. Amesoko divenne il Drago del Nadir, che dall'oltretomba osserva e ricorda le anime che passano, e si assicura che non fluiscano in senso opposto. E fin qui tutto bene.

    Ma con questo sistema i tre fratelli vennero separati in maniera irrevocabile, ognuno nella sua sfera di influenza, quindi dopo essersi adattati al loro ruolo e aver trovato il loro equilibrio cercarono un modo per riavvicinarsi, dopotutto erano vissuti in armonia prima di diventare divinità. Tenchou poteva semplicemente discendere dal cielo, anche se con la sua stazza avrebbe causato qualche cataclisma, ma Amesoko era letteralmente bloccato in un mondo parallelo, quindi propose di lasciare volutamente aperta la porta dell'aldilà, con molta cautela, per far fluire parte delle sue energie nel mondo dei viventi, mentre Ryujin adattava il suo ambiente per contenere la divinità del fratello senza causare danni e Tenchou monitorava il tutto. Non si aspettavano che in quei tempi, un migliaio di anni fa...intendo per me...arrivassero gli uomini dalle stelle, portando il Chakra. Non quello naturale che solo pochi eletti riuscivano a usare dopo addestramenti rigorosi, ma uno molto più semplice da sfruttare, che presto si sarebbe diffuso...la storia di Kaguya Ootsutsuki, se avete presente. Fece un respiro profondo. Questo cambiò tutto. Il chakra naturale era alterato dall'influenza di Amesoko e non reagì adeguatamente all'arrivo di quelle nuove energie: il mondo stesso cominciò a mutare radicalmente, sovrapponendosi con l'aldilà e perdendo ogni parvenza di ordine. Vita e morte al contempo, con il chakra che esplodeva casualmente ovunque. In realtà nessuno ricorda cosa accadde tranne me, a cui lo ha raccontato Ryujin. I tre draghi erano divinità ma non le uniche divinità, essi hanno dei ruoli precisi ma non dominano tutto il creato...e il creato reagì. Usando la nuova energia che era giunta a suo vantaggio, ricacciò tutte le energie di Amesoko all'inferno e allentò le capacità di intervento di Tenchou, intessendo una rete che separava in maniera netta i tre Draghi e le loro aree di influenza: la Catena del Drago.

    Dato che era stato usato il chakra che scorreva nelle persone, le persone stesse divennero gli anelli della catena. Non tutti, ovviamente, ma una grossa quantità si...specie chi ha molto chakra o molto talento, o semplicemente secondo il destino. Io ad esempio sono un anello. Fu in quel momento, per limitare i tre draghi, che nacque il sistema dei Guardiani. Anelli della catena a cui i tre grandi draghi possono legarsi, al massimo uno per drago, da usare come agenti più incisivi nel mondo. Tutti e tre provarono a ribellarsi a quella sorta di museruola ma fallirono, ostacolati da entità che il mondo mise in campo appositamente per fermarli e credo che dopo tanti anni siano venuti ormai a farsene una ragione. Io ero il Guardiano dell'Equilibrio di Ryujin, Tenchou aveva il suo Guardiano dei Misteri e Amesoko il suo Guardiano dei Mutamenti. Per questo non possono esserci tutti e tre nello stesso contratto.
    Concluse, lasciando l'altro assimilasse l'interezza di quelle informazioni. Oh, quasi scordavo...io dovevo recuperare un uovo di drago per Ryujin. Nello scontro contro l'entità che si era opposta a lui, ai tempi della catena del drago, un uovo di quelli che aveva creato per generare i suoi draghi era stato erroneamente spedito qui, e questo comprometteva l'Equilibrio, quindi venni a riprenderlo. Avventura simpatica ma niente su cui soffermarsi troppo.

    Nel mentre, lasciato il clone a occuparsi di tenere d'occhio il Vendicatore sconfitto, l'attenzione di Raizen si sarebbe spostata, assieme a Hebiko, su Du Gu e sui suoi modi decisamente poco accomodanti, a dispetto dell'eleganza che pretendeva di dimostrare. Infatti il damerino sorrise all'ammonimento dell'Hokage, rivolgendosi a Hebiko. Vedi? E' così che si dovrebbe reagire agli insulti, con dignità e mezze parole...il momento in cui cedi alla volgarità o all'insulto non abbastanza dissimulato perdi anche ogni possibilità, ragazza. Sembrava che approvasse il tono con cui Raizen si era posto, arrivando a tappare la sua boccetta dopo la corrente d'aria che era stata evocata...dopotutto aveva già fatto la sua mossa, per quanto fosse perlopiù scherzosa. Presto capirai, una piacevole chiacchierata è quello che vorrei anche io. E ancora di più gradirei un piacevole silenzio per lavorare, ma non si può avere tutto. Concluse arricciando il naso, ma considerando quanto aveva raccontato, forse gli mancava scambiare qualche parola con qualcuno che non fosse uno scheletro in fiamme che reclamava vendetta anche contro la polvere che sporcava i mobili.

    Mia figlia è morta, ragazza. Duecento anni fa. E' condannata a morire ogni volta e poi rinascere. Non era la sua prima vita e non era la sua prima morte, ma era pur sempre mia figlia e ha recuperato i ricordi delle vite precedenti solo quando è diventata adulta, quindi io sono stato suo padre a tutti gli effetti. La sua anima non può restare all'inferno, ma al contempo non le è mai concesso di morire di vecchiaia o di vivere una vita normale...il karma negativo che ha accumulato nel passato la condannano. E io avvelenerò quel karma, a qualunque costo...la mia Yuria...aveva i miei occhi e il rosso fuoco dei capelli di sua madre, Ashina Uzumaki. Scosse il capo. Ma adesso una sua reincarnazione è viva e il karma pesa sicuramente ancora su di lei, e quanto è vero il cielo io la salverò. A qualunque costo. E quindi ci furono le proposte dell'Hokage e il nuovo tentativo di Hebiko di ripetere la sua offerta. Mi credete forse un incapace senza risorse? Simili sotterfugi fallirebbero, ho già tentato. La mia punizione è restare qui, non posso andarmene, se non un singolo giorno ogni anno. Prese dalla tasca una scatoletta, aprendola e sollevando un pizzico di tabacco da fiuto, che portò al naso. Usanze antiche dei paesi occidentali, che aveva visitato in gioventù. Un giorno a malapena sufficiente per procurarmi il materiale per il mio sostentamento e quello dei miei esperimenti, a parte qualche transazione con mercanti che è bene che non conosciate.

    Quanto al tuo veleno per la pazzia, la storia è interessante ma dovrai somministrarlo al corpo privo di senno, possibilmente tenendolo entro pochi chilometri da questa sua metà. Dovrai indebolirlo prima di avvelenarlo, e una volta annientata la pazzia resterà solo un guscio vuoto: se il suo Senno non sarà abbastanza vicino da rientrare nel corpo, quella creatura morirà. Ma non è il funzionamento dei miei veleni a essere fondamentale, quanto piuttosto la vostra capacità di pagarmi. Disse, mentre arrivavano le controfferte. Vi chiedo due contributi per far uscire due persone. Non sono mai stato una persona esosa, ho sempre dato il giusto prezzo alle cose. E un terzo contributo minore per un aiuto minore, a me pare equo. Sorrise. In ogni caso... la sua espressione si fece più seria. ...un veleno che avveleni il tempo è qualcosa di troppo vago, ci sono molteplici aspetti su cui agire, cosa ti serve di preciso? Ascoltò i dettagli sul ciclo, e finì per scuotere la testa. Una persona sotto un simile effetto è stata maledetta dal tempo stesso, e quale peggiore maledizione può applicare il tempo se non il destino? L'unico modo per salvare questa persona con un veleno sarebbe ottenere lo stesso veleno che cerco per mia figlia...e anche col vostro aiuto dubito lo completerò entro la durata della vostra vita. Se vuoi liberare quella persona dovrai trovare un metodo diverso, o contribuire enormemente alle mie ricerche, che tuttavia non necessariamente daranno frutto a breve. Il suo viso si era fatto ombroso e scostante, come se quella richiesta gli avesse ricordato il peso immane dell'impresa di cui si era fatto carico. Posso però fornire un veleno che rallenti questi salti temporali per un pò...magari estendendo la stabilità in maniera artificiale per sei mesi...ma non sarebbe utilizzabile più di una volta o il corpo finirebbe a brandelli. Se ti accontenti, possiamo avere un accordo. Ma voglio un pò di sangue e capelli della persona sottomessa alla maledizione. Evidentemente a fini di ricerca, quanto alle nozioni sull'antico popolo, in quel momento non gli erano necessarie: dopotutto quella gente era morta e poteva interrogarla quando voleva.

    La minaccia del vendicatore poi gettò dei lumi su quello che poteva essere il piano di Kaji, portando i due accademici a cambiare il loro atteggiamento. Hebiko prese la spada in mano, fissandola e parlandole come fosse una squilibrata, e ovviamente non ci fu alcuna risposta, mentre Raizen si rivolse al Vendicatore, da distanza di sicurezza. Stai a sei metri e non avrai problemi. Lo ammonì Du Gu mentre ponderava sulla situazione. Il Vendicatore aveva le orbite vuote, animate solo dalle fiamme, puntate contro l'Hokage a breve distanza, consapevole che cedendo all'ira aveva in qualche modo creato un problema ben maggiore di qualunque interferenza Raizen rappresentasse. Non accetterò mai la tua logica! Tu mi hai fatto un torto...posso accettare che tu volessi difendere la tua donna, ma io tutelo chi si doveva vendicare di lei. La Vendetta è Tutto! Ed è Eterna! L'unico modo per cancellare il nome sulla lista è che la Vendetta si compia, nel mondo dei vivi, o si reiteri in eterno nel mondo dei morti! Il suo tono di voce era diventato più acuto, gravato dallo stress della situazione e dall'odio...uno spettro perso nella sua ossessione. Cosa vuoi che sia la Lega per me? E' solo un mezzo per la Vendetta, posso gettarli via in qualunque momento! Che vengano contro di me...assaggeranno la mia falce! L'accordo della Lega è che se uno esce allora tutti escono, poi ognuno per sé!

    Posso lasciar andare la donna...ma una volta fuori io ti cercherò e ti troverò. Posso però concederti questo: voglio annientarti nel modo più diretto e trasparente possibile, dimostrare che tu sei un nome sulla lista e che i tuoi ideali non valgono nulla. Verrò a Konoha e non ucciderò altri, se non si opporranno a me. Avremo un duello. Un testimone a testa, niente interruzioni. Niente distruzione di ciò che ti è caro...solo te! E la tua morte sarà la mia delizia e la mia gioia! Lasciato il Vendicatore ai suoi sproloqui, con Tian che lo guardava a metà tra una risatina e un compatimento, pur consapevole che con il tempo quel nemico sarebbe tornato alla sua piena forza, e stavolta con un piano. Mi sa che non lo convincerai facilmente, ma almeno ha lasciato la ragazza. Bel bocconcino, per inciso, anche io avevo un debole per le rosse...avessi visto che forme aveva quella Mikumo Kushinada! Dicono avesse mille anni o poco meno, figurati, ma a quei tempi fioccavano tante leggende!

    Non ci furono opposizioni da parte di Du Gu nell'aspettare un pò. Hanno comunque chakra vivente, e a differenza di me o di altri non ci sono patti o punizioni a garantire la loro presenza, quindi nel tentativo di ripulire la zona le due divinità sbatteranno fuori anche loro, ne sono abbastanza certo. Poi verso Hebiko. Hai detto Mitsuki, prima? Quel piccolo rettile voleva un veleno che uccidesse o indebolisse selettivamente chi aveva le caratteristiche di Orochimaru...povero patetico scarto. Scosse il capo. Ovviamente non ha avuto niente da me, non possedeva nulla di valore, e se non ricordo male qualche tempo fa ha avuto udienza con il Vendicatore e col Rivoluzionario, ma quella giovane Mezza Persona lo ha cacciato in malo modo, dicendo che non aveva alcuna intenzione di danneggiare i viventi...evidentemente per il Vendicatore suonava una musica diversa. Poi indicò la Kusanagi. Comunque visto il modo in cui parlavi con la spada come una pazza hai finalmente intuito che c'è una presenza all'interno. Dubito ti abbia sentito, comunque...ma se ho capito bene cosa è successo, se avesse voluto pugnalarti alle spalle gli sarebbe bastato aiutare quel verme di Mitsuki, no? Invece ha fatto di tutto per aiutare te. Solo le persone dozzinali saltano rapidamente alle conclusioni, ricordalo.

    [...]

    Il cambio di ambiente e la comparsa dei due Demoni dello Yin e dello Yang furono totalizzanti, con Du Gu che dopo un breve inchino si sarebbe congedato, sparendo tra le nebbie di quel luogo. I due ninja, al cospetto delle entità che in quel momento incarnavano e dominavano anche il chakra che scorreva nei loro corpi, reagirono chi con timore reverenziale e chi con attento rispetto. Ricevettero il giudizio dei due esseri la loro pur strana forma di punizione, che poteva essere in realtà un premio, anche se non condivisibile...ma come mai la ritenevano qualcosa di negativo? Questo non venne chiesto.

    Raizen chiese di una creatura che non aveva alcun senso e che tuttavia esisteva. Reale e vivente pur non essendo niente. E la rovina che si era riverberata nei secoli fino a sua madre. La Bestia del Vuoto.

    La Bestia del Vuoto, una creatura che non esiste e tuttavia esiste. Ucciderla è impresa difficile, in quanto essa non esiste, quindi come può morire? Eppure vive.
    Noi conosciamo il metodo per uccidere una creatura che non esiste. Esso è: usare un'arma che non esiste.
    Un clan che abbraccia la morte in ogni modo brandisce armi che non esistono. Le spade del clan Enma sono pura fantasia, eppure tagliano. Esse sarebbero efficaci.
    Il Clan Enma risiede alla Zanna. Essi odiano l'Accademia, ma potrebbero essere convinti.
    Alternativa potrebbe essere cambiare l'intima natura della Bestia del Vuoto. Trovare un modo per donarle un nome e dunque una definizione.
    Ciò che è definito è anche attaccabile, sebbene potente diverrebbe vulnerabile. Indra conosceva il modo per donare un nome alle cose
    La Pergamena di Indra del Nomenclatore potrebbe essere ciò che cerchi, ma richiede esperienza nei Fuuinjutsu. Essa è nelle mani del patriarca della famiglia Akazora, nel Paese dell'Artiglio, fa parte della sua collezione privata.
    Ma serve un invito per accedere. E chi viene invitato da quella famiglia deve mettere in gioco la sua vita.
    Questa è la tua punizione. Questa è la tua punizione.



    Hebiko invece chiese qualcosa di più personale, anche se riguardava qualcosa che era stato appena scoperto.

    Ah, la vittima di un patto scellerato. Colei che ha accettato senza comprendere.
    Il frammento di Orochimaru che porti resterà qui, ricongiungendosi alla sua anima perduta. Ma il tuo corpo ancora e sempre soggiacerà al Trono Verde...e anche ai Desideri di Amesoko.
    Naga è un ribelle, un nemico degli Dei. Un nemico di Amesoko, che vuole annientare. Naga è legato a te più intimamente di qualunque amante o di qualunque familiare.
    Tu sei Naga. Naga sei tu.
    Un solo essere, diviso a metà, per esperimento. Un solo essere, diviso a metà, per cercare la perfezione.
    Tu sei lo Yin. Naga è lo Yang.
    Siete la stessa persona, separata in partenza. Ma ora siete entità diverse, ognuna completata dallo Yin o dallo Yang di qualcos'altro.
    Eppure restate la stessa persona. Se lui muore, tu muori. Se tu muori, lui muore.
    Tu ora sai di Naga. Naga non sa di te.
    Egli vive nel Paese del Cielo, dove ammassa il suo esercito. Un'armata con cui intende attaccare e sconfiggere Amesoko, fonte dei suoi dispiaceri.
    Sono frammenti del chakra dell'oltretomba che vennero usati per completare e stabilizzare Naga. Sono frammenti del chakra ultraterreno che vennero usati per completare e stabilizzare te.
    Rinunciando a ciò che siete, potreste tornare uno. Ma perdereste ciò che siete singolarmente.
    E il Trono Verde vi tiene in scacco. Se vi incontrerete, dovrete lottare, il vostro destino ve lo impone.
    E il Trono Verde vi spingerà sempre a incontrarvi. Solo uno di voi sopravviverà quando vi incontrerete.
    Ma alla morte di uno morirà anche l'altro. La volontà non conta, solo il Destino vi imporrà di agire.
    Questa è la tua punizione. Questa è la tua punizione.



    Entrambi avrebbero avuto il tempo di elaborare quanto era stato detto loro, senza ulteriori dettagli, senza ulteriori spiegazioni nemmeno se avessero implorato o minacciato, o chiesto spiegazioni in ogni modo possibile. Questa era la loro punizione.

    La Volpe dentro di te è giunta qui molto tempo fa, ha da tempo assorbito le energie di questo luogo. Essa può riunirsi a ciò che è all'esterno, se lo desidera.
    Qualcosa di lei comunque resterebbe qui, un legame. In questo momento, per nostra voce, ti è fatto divieto di sfruttarlo per tornare nell'aldilà prima del tempo.
    Ma sesarai temerario, potresti usarlo per incrementare le tue doti. Forse anche la Bestia del Vuoto accuserebbe l'influenza infernale, ma non basterebbe a sconfiggerla.
    A questo punto, se siete pronti, uscirete. La vostra presenza non è più tollerata.


    E nel dirlo sollevarono le mani, mentre tutto il chakra capitato in un modo o nell'altro all'inferno, incluso il loro, veniva usato per spalancare la porta oltre la quale un fascio di luce...di vera luce, li avrebbe avvolti con il suo tepore che era stato ormai quasi dimenticato. Nemmeno si sarebbero accorti di aver varcato la porta, ma sicuramente avrebbero respirato vera aria per la prima volta da chissà quanto tempo...
  4. .

    Scarafaggi


    XIV




    Hebiko avrebbe percepito un brivido lungo la schiena. Eppure le parole del drago erano state chiare: Naga doveva morire, non importava come o per mano di chi, prima di lei. Ed in cambio avrebbe avuto il suo pagamento anticipato, liberandosi da un fardello che si portava dietro dalla nascita. Non riusciva a vederci un lato negativo, per quanto si sforzasse. Febh stesso sembrava sufficientemente soddisfatto, al quale rispose annuendo. Sembra che abbiamo ricavato qualcosa di buono da questa avventura alla fine dei conti. Anche se resto del parere che dovresti educare meglio i tuoi shinobi. Borbottò verso Raizen, che al posto suo aveva avuto un patto pessimo, al quale aveva rinunciato. Commenti dubbiosi sul suo patto avrebbero trovato un'unica risposta: Le condizioni sono chiare! Non lo so perchè a me ha chiesto una cosa così semplice, magari tra rettili ci si intende. Avrebbe fatto saettare la sua lingua biforcuta un paio di volte, chiudendo l'argomento.


    Kaji aveva reso quasi tutto il gruppetto teso. Febh e Raizen erano i più testardi nei suoi confronti, per nulla disposti a contrattare alcunchè. Hebiko sembrava avesse un lato più soft, per quanto stesse cercando di non cedere. Non avrebbe risposto direttamente a Kaji, ma si sarebbe rivolta invece allo Yakushi, mostrando a lui la sua piccola debolezza. Non dovete riunirvi, ma non dovete per forza essere nemici. Se è almeno un po' come te, magari è davvero cambiato. Non dico che dovremmo fidarci apertamente, ma potremmo dargli una chance in un momento più tranquillo. Non che ne avrebbero avuto il tempo.


    La situazione degenerò in fretta. Raizen, stanco di non avere la situazione in mano, usò la gemma per un gesto disperato... ma alla Vipera non si fece sfuggire il suo piccolo tradimento, rimarcato da Kaji. Sapeva che aveva ragione. Sapeva come si era sentita quando lei stessa era stata tradita, e nonostante ora stesse usando la cosa come un'arma contro di lei, non poteva non dargli ragione. Non potè che chiudere gli occhi, impotente, preparandosi ad un presunto impatto per via della reazione di quell'instabile gemma.

    La città all'orizzonte non prometteva nulla di buono, ma prima di concentrarsi su di essa, Hebiko si prese il tempo per assicurarsi che i due presenti stessero bene. Poi Febh, dopo essersi assicurata che fosse l'originale, volle sfogarsi sull'Hokage. Li avrebbe lasciati litigare, pazientando. Anche la serpe aveva qualcosa da ridire. Sto bene. Almeno credo. Fece un sospiro profondo. Non le piaceva quello che stava per fare. Sapeva che lo avrebbe agitato, ma non poteva trattenersi. Perchè quel tradimento? Lo fissò seria, sforzandosi di non far trapelare particolari emozioni. Non voleva accusarlo, ma non poteva scusare un gesto simile. Sì, sì, va bene, siamo ninja, non abbiamo regole e i nostri nemici non sono degni del nostro onore. Quello che vuoi. Ma non sappiamo se lui è davvero un nostro nemico. Era molto probabile che uno tra Febh o Raizen avrebbe provato a stuzzicarla sull'essersi lasciata andare troppo (dopotutto non era da lei dare un'occasione simile ad uno sconosciuto). Per gli dei!! Aveva un accordo con tua madre!! E mi sembra di capire che siamo arrivati alla conclusione che Amesoko non sembri poi tanto onesto nemmeno lui!! Non sto dicendo che mi fido di lui, o che sono pronta a girargli la schiena, ancora penso che potrebbe pugnalarci alle spalle quando meno ce lo aspettiamo!! Solo... Non lo so. Fece un sospiro, cercando di scacciare la nebbia dai suoi pensieri. E' stata per tutti un'avventura pesante. E non è ancora finita. Continuo a pensare che il tuo folle gesto sia stato irresponsabile... Ma avevi buone intenzioni. Non ti colpevolizzerò per questo. Solo stai attento. Quantomeno per il tuo shinobi, la sua sicurezza è una tua responsabilità. Era un modo carino per dirgli "potrai anche aver scelto di essere suo padre, ma io non gli farò da madre". Gli avrebbe preso una guancia con la mano, dandogli un piccolo bacio sulle labbra, fissandolo con un sorrisetto stanco. La priorità ora è uscire da qui, del resto possiamo occuparcene dopo.


    Raggiungere la città fu... strano. Muoversi con l'intenzione di raggiungerla sembrava permettere al gruppo di fare lunghi scatti verso di essa. Non era chiaro se bastasse la loro volontà nel volerla raggiungere, o se gran parte del merito fosse dell'invito del samurai. La Vipera non sapeva cosa aspettarsi, se non che quel regno fosse una dimostrazione di potere e controllo ben più grande di quella dimostrata da Orochimaru, una dimostrazione di qualcuno che aveva accettato quel posto come il suo unico Regno. Avvicinandosi, aveva iniziato a pensare che non sarebbe stata dissimile da Oto, ma gli odori erano più pungenti e la violenza ancor più insopportabile. Hebiko quasi non aveva battuto ciglio quando un cadavere le era esploso in faccia, ed ora il suo volto già aveva assunto un colorito verdastro, mentre gli occhi saettavano alla ricerca del luogo giusto dove scaricare quella sensazione opprimente.

    Eppure, così come c'erano quasi letteralmente dei cadaveri viventi in ogni angolo della strada, a volte appesi quasi fossero ornamenti della città, c'erano anche persone normali. Domandarsi cosa ci fosse di diverso tra loro e i mutilati tutt'intorno non era una sua priorità: uno sprazzo di normalità era più che necessario dopo la loro avventura. C'era persino un bambino, che incrociò lo sguardo col gruppo, salutandoli allegro. Fu proprio lui a far raggiungere il limite ad Hebiko quando, seguendolo distrattamente con lo sguardo sperando di aver trovato un anima innocente con cui dimenticare ciò che li circondava, vide il suo incontro con suo zio. Gonfiando le guance, avrebbe iniziato a correre in un angolo della strada, cercando la zona un po' più scura e nascosta per rilasciare tutto ciò che aveva accumulato. Il resto del gruppo sarebbe stato solamente in grado di vedere dei piccolissimi serpenti fuggire in ogni direzione. Sarebbe ritornata indietro, visibilmente stanca e arresa. Basta, voglio tornare a casa! Lacrime di coccodrillo, mentre finalmente il padrone di quel luogo si fece vivo. Naturalmente apparendo all'improvviso alle loro spalle.

    Il gridolino di Hebiko accompagnò lo sussulto dello Yakushi. E, fiero della sua casa, iniziò a spiegare loro come funzionassero le cose nel regno della Vendetta. Io spero invece che l'anima di quel bambino trovi presto una nuova strada. Restarsene a consumarsi in un luogo simile non è salutare. Disse, colei che per gelosia avrebbe probabilmente raso al suolo una città, e le generazioni future. Ma nessuno aveva le prove per dimostrarlo. Ma probabilmente, per quelle giovani anime non c'era speranza. Non era dato loro sapere se le anime, una volta tornate nel ciclo, fossero completamente ripristinate, o se una piccola parte delle vite precedenti restasse in loro, seppur non abbastanza per definire loro stessi, ma sufficiente a creare una nuova persona.

    Sarebbero infine arrivati ad un gigantesco obelisco, la lista di persone di cui lui e i suoi accolti volevano vendicarsi. Naturalmente tutto il gruppetto avrebbe voluto curiosare la lista. La rossa li lasciò conversare distratta, guardando distrattamente i nomi della lista e, per quanto nel mondo reale sarebbe stato impossibile arrivarci, grazie alle strambe regole infernali, avrebbe potuto leggere facilmente anche i primi nomi della lista. Avrebbe solo avuto il tempo di stupirsi appena per Diogene, pronta a commentare, quando il suo nome apparve non troppo lontano, facendola sbiancare. IO?? Gridò, all'unisono con Raizen. M-Ma che diamine significa!? Io non ho nemici, al massimo ho antipatie!! L'ansia crescente la mise in allerta. Delle figure erano apparse attorno a loro, e il Vendicatore aveva citato i piani di Kaji. Il volto della Vipera era nero per la rabbia. Dovrai presto aggiungere un nome alla tua stupida lista. Osò ringhiare al Dio della Vendetta. Delle figure circondarono lei e lo Yakushi. Ma era pronta. Già ricoperta di scaglie, si sarebbe messa in posa per incassare l'attacco nemico, preparandogli una brutta sorpresa... Solo che fu l'altro a darle una pessima sorpresa.


    Le figure nascoste non arrivarono nemmeno a toccarla, che lei e lo Yakushi, con un battito di ciglia, si ritrovarono in un'area completamente diversa, ma ancora vicino alla città, viste le grida. L'irritazione crescente della donna non prometteva nulla di nuovo per il malcapitato che aveva osato catturarli. I serpenti anticipavano l'arrivo di chi sembrava ovvio... solo per poi capovolgere le carte in tavola all'ultimo momento. Febh era piuttosto confuso, ed Hebiko quasi quanto lui. Tu?? Ma lui non è nessuno, era uno scarto di laboratorio che avevo trovato in uno dei luoghi abbandonati ad Oto, Matsuda mi sembra. Chiaramente per lei, per quanto fosse stata una battaglia allo stremo ai tempi, non aveva avuto poi così tanta influenza da ricordarlo come un evento importante. Noi non vogliamo che Raizen muoia! Borbottò, concentrata più su Febh che sul suo vecchio nemico, dovendogli ricordare che la resistenza dell'Hokage era un vanto, non un punto negativo.

    Vendicarti?? Ma se sei stato tu a fare tutto, se non mi avessi attaccata ti avrei lasciato in pace! Forse era vero, forse no, soprattutto considerando che la sua missione era di liberarsi dei frammenti di Orochimaru rimasti, quello che ricordava lei era di essere stata provocata. Il Vendicatore dovrebbe fare un po' più di selezione, non ci si può vendicare dei problemi autoinflitti. Avrebbe ringhiato, stavolta degnando il fratello deceduto di attenzioni.

    Febh era stato bloccato da qualcosa, non era chiaro, ma sembrava debilitato e leggermente infastidito. E adesso cosa c'è?! Stava per perdere del tutto la pazienza, non ne poteva più di quel luogo maledetto. Mitsuki avrebbe estratto una spada che la rossa avrebbe immediatamente riconosciuto, facendo roteare gli occhi al cielo. Ci tenevi così tanto a morire una seconda volta, hm? Ti accontento. Febh, spicciati a liberarti. Altrimenti dirò a tutti che sei stato sconfitto da una forza invisibile e sono stata costretta a salvarti. Soprattutto a Raizen. Alzando la testa, anche lei avrebbe estratto la sua spada, ma la sua era l'originale. Migliore. Un po' come lei. Ugh. Perchè doveva essere una spada e non una doppialama. Non era nemmeno in grado di crearsi armi comode. Si lamentava, tenendo goffamente in mano lo spadone. Avrebbe attaccato per prima, impaziente di terminare quella battaglia il prima possibile. Non aveva tempo da perdere con un simile insetto.

    Dopo una leggera rincorsa avrebbe improvvisamente abbassato l'intero busto, cercando con un colpo ad arco di sviscerare l'avversario: un colpo pericoloso, ma un po' banale, facilmente evitabile grazie alla loro peculiare abilità. [SAI+TB] Ma nascondeva un trabocchetto, ovvero il modo in cui impugnava la spada: era infatti il polso ad essersi arrotolato sull'elsa, mentre la mano, libera, unendosi all'altra componeva i sigilli per attivare una potente scarica elettrica sul terreno. [TA]

    Non gli avrebbe dato tregua. Trasmessa la scossa, che lo avesse o meno ferito, avrebbe impugnato in maniera più classica la spada, cercando un rapido fendente verticale che mirasse al centro del bacino, sperando di sfruttare un eventuale schivata dell'avversario che, per quanto flessibile, sarebbe stato in difficoltà nel muovere quel punto del corpo in un momento simile. [SAII]

    Non appena il colpo avesse oltrepassato il corpo avversario, allungandosi avrebbe cercato una presa alla più vicina estremità avversaria, preferendo un braccio o il collo, ma aiutandosi con l'altra mano ben salda sull'elsa, ebbe cura di incastrare la spada lungo di esso in modo che il dorso fosse a contatto con la sua pelle e il filo premesse su quella avversaria. Essendo insensibile alle prese, decise di sfruttare la sensibilità al taglio ed alla pressione della presa stessa, che stringeva spada e collo con l'intenzione di tagliarlo in due grazie alla pressione: non gli avrebbe permesso di liberarsi senza procurarsi una ferita. [SAIII+IV mantenimento]Forza Blu+4, Pot 15 (Corpo del Serpente)

    Chakra: 48,5/60
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 575
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: fendente
    2: affondo
    3: presa
    4: mantenimento
    Slot Tecnica
    1: TS
    2: Folgorazione
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Tirapugni con Lama × 1
    • Respiratore × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bomba Sonora × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Bolas × 1
    • Coltelli da Lancio × 5
    • Tatuaggio da Richiamo × 1
    • Kaiken × 1
    • Fumogeno × 1
    • Cartabomba II Distruttiva × 1
    • Veleno Stordente Inferiore x3 × 1
    • Iaito × 1
    • Sigillo Maledetto della Luna × 1

    Note
    Slot extra Agilità non utilizzato
    Ts turno 1
  5. .

    " Io ssssono sempre stato nella mia teca! Ssspiavo solo il Kokage e gli esperimenti al PC ma sssembra fuori uso ora... "

    Kui non sembrava essere molto utile in quella situazione, la neo acclamata Erede doveva vedersela da sola questa volta! I primi tentativi vani non sembrarono destare più di tanto l'animo della kunoichi eppure quello che le si stava prospettando era un classico scenario da film, dove un qualche male silente avrebbe potuto coglierla da un momento all'altro. Certo, Raizen era in zona, prima o poi l'avrebbe tirata fuori di lì; ma avrebbe fatto in tempo? E se fosse finito anche lui nei guai? Non che fosse così semplice tenere a bada l'Hokage, vi voleva qualcosa di davvero terribile per metterlo in difficoltà, al più una di quelle cose mistiche tipiche dei jinkurichi e dei Codati...ecco.

    Pensare di arrestare tutto manomettendo i cavi di alimentazione del dispositivo elettronico sembrava un'ottima idea ed infatti le scariche elettriche intaccarono pesantemente l'intera infrastruttura informatica, mandando fuori uso anche i pochi sensori ancora funzionanti nel laboratorio e i dischi di storage contenenti i dati sugli esperimenti. In quel momento anni di lavoro erano appena andati in fumo, distruggendo gran parte del lavoro segreto e più macabro della storia recente del Suono. Se di questo la ragazza ne aveva percezione o interesse in quel momento era difficile dirlo, il dato di fatto era che mandare a puttane l'impianto non avrebbe fatto sollevare per magia l'imponente porta metallica che la intrappolava!

    Realizzare questa crudele realtà avrebbe scaturito la più spontanea e naturale delle reazioni umane: paura. Non c'era nulla che potesse fare, non aveva le conoscenze per capire costava per accadere, non aveva la forza per liberarsi, non aveva negli alleati un concreto supporto. E man mano che il tempo passava più quel timore si tramutava in terrore, fino a sfociare nel panico alle prime avvisaglie dei terribili effetti del veleno che stava inevitabilmente inalando...Vedere la pelle raggrinzire, i muscoli afflosciarsi e il sistema nervoso inabile di muovere le parti in necrosi era forse la conclusione più ingiusta e inaspettata per la vincitrice dello scontro tra le Serpi.

    Forse, per la prima volta, doveva gestire una situazione completamente fuori dal suo controllo, senza scappatoie, senza spiragli appositamente piazzati per farle trovare una via di fuga.

    " Mi disssspiace Hebiko! Non so nemmeno come sssparire e chiamare aiuto...pare che moriremo qui. Sasasasa saasasasa chissà perchè, l'ho sssempre sospettato! "

    Anche il manto cangiante del serpente iniziava a colorarsi di macchie nere e, viste le dimensioni ridotte, per lui la fine sembrava ancor più vicina di quella della sua padroncina. Forse si era lanciata in qualcosa di più grande di lei, in un passato oscuro che non aveva ancora il diritto di conoscere...eppure ci era andata così vicina, aveva vinto la sua battaglia col destino ed ora era davvero questo ciò che l'accolto fato aveva in serbo per lei?!

    In poco tempo Hebiko si sarebbe ritrovata inerme, ospite indesiderato di un corpo che non rispondeva più ai suoi comandi. Il tempo per lei sarebbe diventato lunghissimo in quegli istanti di rassegnazione e l'illusione non più efficace di agire su una mente tanto sconvolta si sarebbe infranta facendo spazio al volto di Raizen, alla sua voce rincuorante, al colore di un suo abbraccio...gli ultimi pensieri prima che l'oscurità prendesse il sopravvento.

    :::

    Quando Raizen riaprì gli occhi non avrebbe saputo dire quanto tempo fosse passato...Il suo corpo era in perfette condizioni ma qualcosa di nuovo stava accadendo nella cella che aveva difronte. Il suo alter ego era a terra, apparentemente privo di sensi, e su di lui vi era l'esile figura di un ragazzo, intento in azioni che aveva tutta l'aria di un check up medico.

    " Non agitarti, Montagna, non gli faccio nulla. "

    Capire da dove fosse spuntato non era un gran mistero: all'interno della grotta si era aperta una porta di accesso ad un cunicolo sotterraneo, uno dei tanti di cui Oto era pervasa. Sull'identità del ninja, il foglioso non avrebbe avuto le idee chiare anche se questi avesse mantenuto l'aspetto di un tempo; sicuramente aveva sentito parlare di Fyodor dalla sua dolce metà o da qualche rapporto accademico ma quella era la prima volta che i due si vedevano di persona.

    " E' svenuto ma la sua mente è calma, dorme profondamente. Ah, le cartabombe sono false, puoi entrare tranquillamente se vuoi..."



    Ecco svelato l'arcano di quella "non cella", cui l'uomo artificiale era stato costretto da anni di prigionia in realtà autoindotta. A terra, a portata della sua mano destra, il Kage avrebbe visto una scritta, incisa con l'unghia, che aveva la sua calligrafia:

    GRAZIE

    Il messaggio del clone per il suo originale che, risparmiandogli la vita e concedendo quello switch momentaneo di corpi, aveva fatto conoscere il significato del termine "pace" ad una mente mai domita.

    " Dimmi, hai deciso di ficcanasare nei segreti di Oto tutto da solo o qualcuno ti ha accompagnato in questa gita fuoriporta? Siamo lontani dai confini del Fuoco, Hokage..."

    In quel momento, qualora il Jinkurichi si fosse ricordato di Hebiko o avesse anche solo fatto capire all'otese della presenza di altri ninja nella struttura, la reazione di entrambi sarebbe stata la medesima: si sarebbero fiondati al piano di sopra senza perdere tempo in inutili chiacchiere.
    Sarebbe bastato un calcio ben assestato della Montagna per abbattere la porta che stava impedendo alla Serpe di Oto di sfuggire dal suo triste destino.

    " CAZZO! L'aria è piena del veleno dei Nidaime! "

    Si sarebbe gettato sul corpo della kunoichi mentre avrebbe lasciato al Kage l'onere di disperdere la sostanza nociva. Hebiko respirava ancora ma le sue condizioni erano critiche: l'intero corpo era in necrosi avanzata e l'alterazione cellulare aveva iniziato ad attaccare anche la testa e quindi il cervello...Il medico non perse tempo, estrasse un rotolo di richiamo da quale evocò una serie di siringhe; prese quella con scritto H2S e senza fronzoli la sparò per intero nel collo della ragazza, in corrispondenza della vena principale. Attese di vedere se la sostanza entrasse in circolo e, dopo qualche secondo di tensione, compose i sigilli della nota tecnica curativa, dicendo:

    " Non possiamo fare molto di più. Il corpo è andato, dobbiamo solo stabilizzarla per permettere il trasporto in una capsula di mantenimento...l'ospedale è troppo lontano, possiamo usare una di quelle a Villa Mikawa. Una manciata di secondi in più e sarebbe stato troppo tardi! L'antidoto dovrebbe salvaguardare il cervello...Si, si salverà e per una figlia della Progenie cambiare involucro è l'abc. "

    Fyodor era più empatico di Eiatsu ma il suo senso pratico e distaccamento nel parlare di morte, mutilazioni e quant'altro era parimenti sviluppato. Tutto sommatto buone notizie; certo i due avrebbero dovuto dare delle spiegazioni a Diogene sulla loro presenza in quel laboratorio semi-abbandonato e la distruzione dei file in esso contenuto non era cosa da poco. Apparte sorbirsi le ramanzine di quel caprone, però, i due si portavano a casa grandi conquiste e scoperte: Hebiko era uscita viva dal suo incontro col destino [ottiene la formula del veleno e antidoto H2S, l'evocazione Kui e la tecnica personale Erede della Progenie] e Raizen tornava a Konoha con un nuovo amico con cui aveva molto da condividere [ottiene gregario d'elite "Cavia 11-A C1 V4"].



    CITAZIONE
    OT/ FInisce qui la BOTOLA! Ci abbiamo messo secoli ma per Hebiko mi sembra un grande passo avanti mentre per Raizen si aprono sicuramente nuove prospettive di gioco!
    Ah, chiaramente tutto il materiale proposto è modificabile e da far approvare, qualora siete interessati ad aggiungerlo in scheda. /OT
  6. .

    I Primi passi infuocati


    Essere uno Hyuga - Post secondo



    Nonostante il caos causato dalla ragazza riesco a notare il passo leggero della ragazzina. Occhi azzurri, capelli neri. Il gioiello che porta la identifica sicuramente come appartenente ad una famiglia benestante. Il passo calmo e tranquillo trasuda una certa... nobiltà. Potrebbe essere una mia parigrado, o quasi. Si identifica come appartenente al clan Uchiha ed effettua un inchino perfetto.
    Uchiha.
    Anche se hanno origini nobili, dopotutto sono il terzo grande clan della foglia dopo noi Hyuga e i Senju, è strano per me vedere un Uchiha così educata. Mi sono sempre stati descritti come dei buzzurri, dediti ad attività come la polizia cittadina, sicuramente utile e fondamentale ma così venale e adatta al popolino che... basta.

    Certi pensieri sono al di sotto di una mente eccelsa come la mia. Devo imparare a dare il giusto valore alle persone, in base ai loro meriti personali. Una cosa che i miei occhi mi aiuteranno a fare.

    Kyojuro si identificò, rendendo nota la sua identità. Certo, io già conoscevo quello shinobi. Non di persona o perché avesse una grande fama ma in quanto addetto alla mia valutazione avevo fatto svolgere delle ricerche sul suo conto.

    Dovendo vivere come un membro del popolino è giusto e corretto che sia uno di loro a giudicarmi. Dovevo confermare anche a Kyojuro la mia naturale superiorità.

    Lo ascolto mentre ci esterna il fatto della sua ignoranza in merito al luogo che dovremo raggiungere. Questo non va bene Kyojuro. Come potrei rispettarti se evidenzi così la tua ignoranza? Non posso credere che tu non ti sia potuto informare adeguatamente rispetto alla prova che devi farci svolgere. E poi... un "semplice genin"? No, ragazzo mio. Non va bene. Non puoi buttarti giù in questo modo.

    Prima di tutto.. da ora siete una squadra! farete parte del team tredici. spero ne sarete felici.

    Arahaki mette nuovamente in mostra le sue grazie, ovvero i propri muscoli e non perde occasione per guardare storto il sottoscritto.

    Va che scricciolina... Non fatemi incazzare comunque, perché a voi un cazzotto dritto sul mento posso darvelo. E lasciarvi stesi sotto un albero a predere il sole per il resto della giornata.

    Ah certo. Avevo sentito parlare di questo fenomeno. Avviene spesso in natura quando un animale si sente minacciato. Gonfia il petto, mostra la propria possanza per cercare di intimidire i predatori e spingerli a non lottare. Ma certo. Essendo del popolino Arahaki è certamente più simile ad un animale che ad un essere umano di sublime nobiltà quale il sottoscritto. Devo cercare di trovare un modo di comunicare il fatto che io non sia una minaccia per lei, ma senza darle segni di timore. Oppure potrebbe pensare che io sia una preda di qualche tipo.

    Abbasso il cappuccio, sciolgo i capelli e la guardo dritto negli occhi, sorridendo. Sono calmo, i lineamenti rilassati.

    La tua possanza fisica è impressionante, Arahaki-san.

    La osservo, mostrando interesse per le sue forme e, se si fosse messa nuovamente in posa, avrei applaudito.

    Sono certo che sarai un valido membro del team tredici.

    Iniziamo il nostro viaggio, guidati da Kyojiro. Mi avvicino a lui, portandomi al suo fianco ma restando mezzo passo indietro.

    Chiedo perdono Kyojuro-dono... ma questo team tredici sarà guidato da voi? Saremo sotto la sua tutela anche dopo questa "prova" oppure in seguito noi tre dovremo percorrere la nostra strada da soli?

    Nel secondo caso avrei cercato di rassicurarlo. Kyojiro-dono, vi percepisco crucciato. Per quale motivo vi definite un "semplice" genin? Comprendo che sia solo un primo passo ma se siete stato scelgo come nostra guida sono certo che avete avuto modo di dimostrare i vostri meriti. Dovete avere più fiducia in voi stesso. Come pensate di poter guidare un gruppo di shinobi, per quanto in erba, se non credete nelle vostre capacità?

    Nel primo caso, invece, non ci sarebbe stato bisogno di parlare. Una volta divenuto genin non ci avrei messo molto a soppiantarlo come guida del team. Si intuiva che gli mancava la sicurezza e l'audacia per il comando. Qualità che io possiedo in abbondanza.

    In entrambi i casi, dopo la sua risposta mi sarei ritirato in silenzio, riflettendo sulla materia più importante. La catena di comando.

    Dunque il più alto in grado, in senso gerarchico, è sicuramente Kyojuro. E non siamo più ai tempi di nonno Hizashi: il sesso di un ninja non è più una discriminante nella valutazione dei meriti e della gerarchia.
    In senso di nobiltà di sangue sono sicuramente il più elevato in grado: l'Uchiha viene superata di ben due scalini dal sottoscritto. Come stabilito dai resoconti del Settimo Hokage, del quale sono parente, il Byakugan è una delle più antiche linee di sangue degli shinobi. Noi Hyuga discendiamo direttamente dalla principessa lunare. Un passato oscuro, certo, ma non per questo meno nobile. Il che rende gli Hyuga il secondo più antico clan del continente, a pari merito con quei barbari dei Kaguya di Kiri.
    Più antichi di noi vi sono solo gli Otsutsuki. Tuttavia, essendo noi Hyuga nobili non solo di sangue ma anche di indole e di storia, siamo chiaramente superiori ai Kiriani.
    In seconda importanza vengono i Senju. Fondatori del villaggio della foglia e ai quali appartengono ben tre hokage. Sicuramente sono loro il clan più importante nella storia del nostro villaggio.
    Ed infine... gli Uchiha. Un clan di traditori bastardi che solo negli ultimi anni si sono riscattati. Per nobiltà di sangue sono pari ai Senju, ma la loro importanza è sicuramente inferiore.
    E dopo questo breve ripasso è evidente, che in senso di nobiltà di sangue io sono superiore a chiunque di questo gruppetto.

    Passiamo ai meriti per anzianità. Sicuramente sono più anziano dell'Uchiha. E anche in questo la supero. Valutiamo quindi l'energumena. Arahaki. Culturista di professione. Buffo. Da come si è presentata tutto avrei detto tranne che fosse un'intellettuale o un'appassionata di cultura. Chissà se anche lei condivide la mia passione per la genealogia. Mhh... sicuramente è maggiorenne, quindi potrebbe avere più o meno la mia età. Stabiliamo, per assurdo, che lei mi superi in questa classifica. Come sempre mi è stato raccomandato da mia madre, che i kami la abbiano in gloria, è scortesia sia chiedere l'età di una signora che stabilire che essa sia più anziana. Ergo devo comportarmi come se fosse più giovane, per assecondare questa sua vezzosità femminea che sicuramente alberga nel suo cuore (pur nascosto sotto quintali di muscoli). Il che mi rende il più anziano e, di diritto, il più autorevole.

    Terzo, ma non per importanza, i meriti personali acquisiti. Questo valore devo considerarlo assolutamente ignoto, in quanto non conosco sufficientemente i miei compagni di gruppo. Presumibilmente è Kyojiro colui con il maggior numero di credenziali e meriti ma dovremo vedere come si svilupperà questa prova. O esame che dir si voglia.

    Una cosa è sicura, per un motivo o per l'altro sono io il leader di questo team. Che grande responsabilità. Devo accogliere questo fardello con orgoglio e dimostrare alle ragazze che sono degno di tale ruolo. Devo dimostrarglielo sul campo, così anche Arahaki dal ragionamento animalesco accetterà il mio dominio naturale. Sono meno preoccupato di Miyori, il suo temperamento e la sua giovane età mi fanno ben sperare che non vorrà mettere in discussione la mia supremazia.
    Non voglio essere costretto a dimostrare con la forza il mio dominio, la riterrei una sconfitta. Vorrebbe dire che non sono riuscito a trasmettere la mia superiorità.

    Il mio flusso di pensieri sarebbe stato interrotto da Kyojiro (o da Miyori, nel caso avesse voluto parlare con il sottoscritto durante il viaggio).

    Ditemi quindi.. perchè volete diventare shinobi? cosa vi ha spinto ad iscrivervi all'accademia? non è un lavoro per tutti.. ed è anche molto pericoloso.

    Un interessante quesito. Divenire ninja è un mio dovere o un mio volere?

    Mentre rifletto su quell'interrogativo filosofico è Arahaki, dall'alto della sua semplicità animale, a dare la sua risposta:

    Un foruncoletto alto più o meno la metà di questa signora dai muscoli così perfetti mi ha sfidato. Mi ha detto che non sarei mai diventata capace. Ed io mi son detta "Ah sì, non ti spacco di legnate se no ti blocco la crescita e pure le sinapsi, quindi mò ti faccio vedere io, cretino." E mi sono iscritta. E poi, beh, per ottenere visibilità~

    Una risposta istintiva e, in quanto tale, sincera. Perlomeno all'apparenza. Interessante l'ultima parola della ragazza. Visibilità. In effetti, per chi nasce nel fango della mediocrità può essere difficile ergersi al di sopra della massa. Harahaki vuole distinguersi. Emergere. Divenire visibile. Non che ne abbia bisogno, in senso puramente letterale.

    Quindi, Arahaki-san, hai deciso di intraprendere un percorso di elevazione personale in quanto qualcuno ha osato definirti indegna della cosa.

    Avrei annuito, mostrando approvazione.

    Ammirevole.

    Avrei sbuffato.

    Il sottoscritto, dal canto suo, è stato obbligato a percorrere questo sentiero. Il mio venerabile nonno ha stabilito che io divenga uno shinobi.

    Non è necessario che loro siano messi a conoscenza del peso della mia condizione e dei miei problemi personali. Sarebbe ingiusto nei loro confronti caricarli dei miei fardelli.

    Tuttavia, riflettendo sulle vostre parole devo ammettere che, in effetti, forse io voglio divenire un ninja. E' giusto, ed opportuno, che io dimostri sul campo il mio valore.

    Forse è proprio questo che intendeva nonno Hizashi quando desiderava che io divenissi "parte del popolino". Devo conoscere anch'io, come Arahaki, la necessità di emergere. Di divenire visibili. Il desiderio di sollevarsi dalla massa del volgo e della fanghiglia umana per i propri meriti personali, in quanto non si ha nessuna altra possibilità di essere migliori.

    Nonno Hizashi vuole che io emerga in ogni aspetto della vita. La mia nobiltà di nascita deve essere rappresentata anche dalla mia vita. Dai miei valori. Dalla mia forza. Forse è questo che è necessario per poter sbloccare il Byakugan. Per essere degno del mio nome e della mia eredità. Per essere uno Hyuga.

    Dopo l'intervento di Miyori Uchiha avremmo continuato la nostra strada nel bosco di Konoha.




    Ci sarebbe voluta qualche ora, durante la quale avrei mantenuto un nobile riserbo, per raggiungere il luogo indicato. Almeno apparentemente.

    Kyojiro avrebbe guardato la cartina, evidentemente spaesato. Si dev'essere perso.
    La mia impressione viene confermata da Kyojiro. Dovremmo essere nel luogo indicato, ma non ne è sicuro. Un'altra evidenza della sua scarsa attitudine al comando.

    Una luce bianca entra nei limiti del mio campo visivo, sopra un albero alla mia destra. Si sposta rapida, di ramo in ramo. Inusuale. Una lucciola? No, troppo luminosa. E, poi, non è stagione. La luce si ferma sui rami sopra Kyojiro. Riesco a vederla. E' una piccola... creatura. Braccia e gambe. Sono orecchie quelle, o corna?

    Benvenuti! - kia! Io sono iro. - kia!



    Iro si posa sulla testa di Arahaki.

    MA CHE STRACAZZO SEI?!

    L'urlo della mia compagna di gruppo squarcia la quiete della foresta. Non posso certo approvare un simile comportamento. Avrei dovuto dimostrarle come ci si comporta a modo. Forse, con il mio esempio, avrei potuto portarla ad un livello accettabile di civilizzazione.

    Si agita, e si scuote, dando un pessimo spettacolo e ridicolizzando il nome del team tredici.

    Iro-Kia mi sto Iro-ncazzando ma di brutto eh. Ti sfondo la foresta a pugni.

    Pessimo gioco di parole. Iro sarebbe tornato sull'albero, evitando con rara maestria la furia di Arahaki. Scende sulla testa di Miyori e, solo al termine, sulla mia. Decido di accogliere lo spiritello secondo le leggi dell'educazione e della cordialità.

    Buongiorno Iro. Io sono Kenji.

    Iro si alza, sicuramente impressionato positivamente dall'incontro ravvicinato con la chioma lavata e lisciata di fresco al profumo di lavanda.

    Non lo so Kyojuro.. secondo te possono farcela? -kia!

    Kyojiro replica, stabilendo il nostro valore sulla base dell'appartenenza al villaggio della foglia. Posso concordare. Per quanto il vero valore di un individuo si basi sul suo lignaggio devo ammettere che anche i fattori culturali dell'ambiente possono influenzare positivamente un individuo.

    Sarei curioso di vedere come un'indole selvaggia come quella di Arahaki sarebbe stata domata dalla calma dei deserti sunesi o come il comportamento calmo e posato di Miyori sarebbe stato influenzato dalle nefande influenze del villaggio del suono.

    Sogni e fantasie che mi lascio alle spalle.

    Lo spiritello non è d'accordo con il nostro mentore, ritenendo il cuore la misura fondamentale del valore di una persona. Mhh. Si, anche il suo punto di vista è condivisibile sotto certi aspetti.

    Personalmente ritengo che giudicare una persona su uno solo dei suoi aspetti od elementi sia sintomo di un atteggiamento miope.

    La creatura sparisce, per poi tornare subito dopo con una foglia concava. Contiene uno strano liquido. La creatura la offre a Kyojiro. Giusto, deve aver riconosciuto in lui il nostro leader. Per adesso.

    Bevetelo solo se siete sicuri di voler intraprendere questa strada - kia! non si potrà tornare indietro - kia!

    Kyojiro beve dalla foglia e sparisce, come nebbia.

    Sgrano gli occhi, stupito dalla cosa, ma mi ricompongo. Ha detto di aver capito di che si tratta. Ma non sembrava impaurito dalla cosa. Più... sorpreso.

    Che cuore, che bere, ma che vuoi dare a questo branco di ragazzini, del veleno? Stupido essere, come se adesso per diventare Ninja devi spararti chissà che viaggi mentali. Me l'hanno raccontato e l'ho visto, bisogna passare un esame, non seguire uno spirito che parla, canticchia e sembra uscito dai sogni di uno sotto effetto di morfina. Porca di quella putt-... MA DOV'E' ANDATO L'ALTRO MATTO?

    Sorrido. Rilassati, Arahaki-san. Agitarsi non ci porterà più vicini alla soluzione.

    Credo si tratti di una prima prova. Una prova... di coraggio? Non è un caso che la creatura voglia saggiare la forza del nostro cuore?

    Sentite, cosi. Non so perché, ma questo Genin s'è trincato questa roba. Non so da quando i Ninja si prendono liquidi senza senso col rischio di morire. Mò questo idiota è sparito e se lo rivogliono poi magari pensano che l'abbiamo ammazzato. Questa mi sembra la più grande cazzata che in questo mondo possa esser mai processata da una mente umana... Ma dobbiamo seriamente seguire uno che pare uscito l'altroieri dall'Accademia? Questo quà o ci fa ammazzare o stamattina s'è svegliato sotto effetto di chissà che Tonici andati a male, visto che m'ha pure fatto arrivare la lettera di Goshido Okudo o come cavolo si chiamava quel tipo.

    Seppur a modo suo, e con i suoi tempi, Arahaki è giunta alla mia stessa conclusione. Kyojiro è inadatto al comando. Sicuramente sa qualcosa che noi non sappiamo, è inconcepibile che Konoha abbia deciso di lasciare tutta questa situazione al caso.

    Seppur con le nostre diversità Arahaki-san devo ammettere che condivido certe tue posizioni e...

    Mi avvicino alla foglia. E' mio dovere di comandante sul campo di andare a riprendere Kyojiro per le orecchie, dovunque Iro lo abbia cacciato. Ma prima che io possa prendere il mio diritto Arahaki trangugia il liquido. Che sia stato troppo riflessivo?

    Sparisce anche lei. Sospiro. Se anche prima avessi avuto una scelta, adesso non l'avevo più. Mi avvicino alla foglia e la prendo in mano. Se anche avessi potuto lasciare Kyojiro sparito, dopotutto era un mio superiore, anche se comunque sarei contravvenuto al mio dovere di ninja di Konoha... non posso lasciare Arahaki. Lei è un membro del mio team. E' una mia sottoposta. E' mia responsabilità assicurarmi che torni a casa, sana e salva.

    Soppeso la foglia, guardo Miyori, e le sorrido. Sono curioso di sapere che sapore ha. Se non volessi unirti a noi nel regno dell'incertezza, ti capiremo.

    Sollevo lo sguardo verso la foresta. Se non dovessi tornare ti pregherei di portare un messaggio alla mia famiglia. Di loro... che mi dispiace di non essere stato degno.

    Sollevo la foglia e bevo il liquido. Rido. Ahahahah, sa di...

    Mi sciolgo, come neve al sole, lasciando sola la piccola Miyori. Solo in quel momento mi rendo conto che ho lasciato da sola una ragazza in mezzo alla foresta. Un imperdonabile infrazione al galateo.

  7. .

    I Primi Passi Infuocati


    Weirdest Creature Ever. No, not Arahaki.



    Quali incredibili creature che si disperdono nel tempo di uno sputo. Arahaki retrocede di una manciata di centimetri, un pugnetto, quando si rende conto che ha finito momentaneamente il proprio sfogo. Il suo naso ancora sbuffa copiosamente, la vena sul collo s'è estesa al punto da scivolare all'interno della felpa. Il bicipite gonfio come un pallone abbraccia piano piano quel tessuto rischiando anche di scucirlo parzialmente. La calma incomincia a fluire delicatamente, anche se la risata scacciata dal Genin le fa spuntare di nuovo quella brutale vena lungo quasi l'intero colpo. Inutile a dirlo che si senta presa in giro, glielo si legge in faccia ed in quegli occhi blu elettrico che ora si vanno a serrare contro le labbrette di quel giovane non troppo più basso di lei, ma senza ombra di dubbio muscolarmente piccoletto. Il naso continua a sbuffare ormai più con rabbia che per placarla, specialmente dopo averle pioppato quella risata addosso. Ogni volta che un delicato sbuffo di vento fa scivolare una ciocca bianca di fronte a quel nasaccio rovinato da probabilmente un paio di fratture, questo torna magicamente in posizione. Digrigna i denti quando si chiede chi è, venendo parzialmente frainteso

    La Kami del Culturismo, veh.



    Sparato dritto nei denti chi è. Glielo dice indicando nervosamente il proprio braccio destro ancor ben flesso e piegato, con il gonfiore ormai visibile ad occhio nudo. Non tanto le striature delle vene, ma almeno il fatto che quello è tutto muscolo sì. Caccia fuori un'altra posa da bodybuilding portando la mano destra praticamente fin alla fronte, piegandosi parzialmente in avanti e mostrando il bicipite, oltre ad una costruzione a posteriori in grado di render la sua schiena decisamente ampia. Mooolto ampia.
    Intanto alle spalle del colosso e del poveretto dovrebbero cominciare ad affacciarsi altri due avventori. E, va detto, sono uno più minuto e piccolino dell'altro. Non se ne accorge nemmeno, troppo occupata a ricevere per la prima volta nella sua vita delle scuse da qualcuno più importante di lei. E' riuscita a pestare i piedi ad un Genin in due secondi che l'ha visto ed a trattare per concedergli il perdono. E' fin troppo magnanima, anche quando ha evidenti e demenziali sprazi di superiorità come in quel caso. Alza il mento, fiera di se stessa, travolta da un orgoglio strano tutto suo al punto da lasciar scivolare il foglio o tra le dita del Genin o addirittura in terra, sentendosi riempita finalmente di una sensazione tutta nuova. La sensazione di aver ragione. Andrebbe persino a battersi lo stesso pugno destro strausato contro il pettorale opposto, in un bel BOOM da cassettone che viene schiantato per terra. E' fiera. Troppo.

    H-Hah! Ti perdono, ma solo perché stavolta ti ho preso in simpatia! La prossima volta ti toccherà assaggiare un bel cazzottone, Kyojuro.



    E gli sorride anche!
    Intanto son finalmente diventati visibili e considerabili anche gli altri due. Un ragazzino vestito in modo fin troppo sfarzoso per i suoi gusti lapidario come una vera e propria tomba in grado di muoversi ed una nanerottola. Piccola, piccoletta, minuta, graziosa e bassa.

    Che?



    Altri due? Loro due? Compagni? La cosa incomincia a girare nel modo ancor più strano, dovendosi ritrovare a far squadra con della gente che non ha mai visto e che, soprattutto, una le arriva alla coscia o poco più. Coglie al volo il dettaglio degli occhi bianchi e, per una che viene da una zona dove i Clan non risiedono se non qualche raro elemento, vedere uno Hyuga è un po' una novità. Si presentano entrambe, quindi ora rimane soltanto lei da farsi riconoscere. Giustamente SOLO per nome. Alzerebbe ambo le braccia, tenendo le mani aperte e portandole poi a formare una sorta di cuscino dietro la propria nuca, chiudendole in una sorta di mazza. Fletterebbe braccia ed addome, gonfiandosi effettivamente al di sotto di quella tuta che sembra sempre di più sul punto di finire nel dimenticatoio con tanto di condoglianze.


    HAHA! ARRHGH! - Versi assolutamente umani per pompar ancora di più i muscoli. - Ara-Ara~ - Ma basta con 'sto tono! - Arahaki Ishii, culturista di professione!~ AAH!



    Altro urlo assolutamente umano, chiudendo la posa e tornando a sciogliere le braccia, flettendo un paio di volte i pettorali tanto per farsi due risate. Li guarda un po' torvo, a dire il vero, ignorando assolutamente il fatto che vengano da due Clan assolutamente rinomati come Hyuga e Uchiha. La si potrebbe assolutamente considerare la popolana ignorante del gruppo. La Gaijin, prendendola per vie traverse.

    Va che scricciolina... Non fatemi incazzare comunque, perché a voi un cazzotto dritto sul mento posso darvelo. E lasciarvi stesi sotto un albero a predere il sole per il resto della giornata.



    Ci tiene a metter bene in chiaro il tutto. Incomincerebbe dunque il viaggio, con Kyojuro aprifila e lei a far la parte di quella che può benissimo fare ombra ai due nobiletti da quattro soldi - per lei - per quanto è grossa ed alta. Fischietta lei, guardandosi attorno e calpestando ciò che la circonda lasciando eleganti orme di una scarpa utile giusto giusto a regger il suo peso senza esplodere in mille pezzi. Alla fine la tuta ha retto, almeno per ora, ma è comunque lì lì sul punto d'abbandonare la sua missione. Prima di partire però viene informata dal Genin che, a quanto pare, ora forma una squadra con quei due, tale team tredici, e che devono recarsi in un luogo a nord, una foresta, per delle indagini. Non che ci sia molto da obiettare. Ma parliamo di Arahaki. Colei che comunque ci ha messo qualcosa come una decina di minuti di pensieri mal assortiti prima di richiamare l'attenzione di Kyojuro con un colpo di tosse a viaggio già iniziato.

    Me li aspettavo, come dire... Più adulti?



    Giusto perché lei è assolutamente rimasta indietro con gli studi.

    Hanno la struttura ossea di qualcuno che se viene colpito da un albero ci resta secco. Ma... Braaahn, finché non mi fan girare le ovaie, posso pure farmi andare nobilino e nobilina a genio e non lanciarli dalla Montagna dei Kage.



    Per poi ritrovarsi due clan addosso. Lo farebbe? Ovvio, è matta, pazza, fulminata, sclerata, drogata molto probabilmente, strafatta di chissà quali medicine non proprio legali per gonfiarsi i muscoli. Ma al momento risulta STRANAMENTE troppo calma. E' quasi sicuramente in attesa del primo passo falso di qualcuno per dargli un destro e scagliarlo verso il cielo, ritenendo entrambe così minuti e piccoli da finire verso la stratosfera con un solo colpo ben assestato. In ogni caso, visto che niente e nessuno sembra aver intrallazzi problematici fino al raggiungimento del posto assegnato per l'esplorazione, l'oretta o chissà quel che è passa tutto sommato senza incrociare difficoltà. O, purtroppo, qualcuno a cui dare tre o quattro pugni per sfogo.
    Almeno durante il viaggio due parole si scambiano. Giusto due, quelle relative al perché diventare Ninja. Nulla di meglio che espletare la meravigliosa idea che ha portato l'ammasso di muscoli a diventare Kunoichi. Triste. Idea.

    Un foruncoletto alto più o meno la metà di questa signora dai muscoli così perfetti mi ha sfidato. Mi ha detto che non sarei mai diventata capace. Ed io mi son detta "Ah sì, non ti spacco di legnate se no ti blocco la crescita e pure le sinapsi, quindi mò ti faccio vedere io, cretino." E mi sono iscritta. E poi, beh, per ottenere visibilità~



    Genio.

    Hours Later - Inside the Woods



    Raggiungono finalmente un punto nel chissà dove chissà quando dei possedimenti della Nazione del Fuoco, con Kyojuro che, beh, s'è perso. Almeno per lei. Si gratta i capelli con la manona sinistra, particolarmente contrariata da quel che ha appena sentito. Manco fa in tempo, comunque, a dare fiato inutilmente alla sua sciocca bocca che qualcosa le salta in mezzo ai capelli e s'arruffa là dentro.

    MA CHE STRACAZZO SEI?!



    Un vero e proprio tuono che distrugge la calma piatta che s'era formata fino a pochi secondi prima. Ruggisce, cercando di scacciare quell'essere dal proprio capo che, però, si dimostra una sorta di vero e proprio missile sfuggente, saltando su un albero, poi di quà e di là. Nell'inseguirlo, la ragazzona proverebbe persino ad appendersi al ramo dove si piroetta quel qualsiasi cosa sia. Fallendo, ovviamente, con quell'esserino che le salta tra i capelli e soprattutto i neuroni.

    Se ti prendo ti strafulmino... SCENDI DALLA MIA TESTA! TOH, POSATI QUA'.



    Offrendogli piuttosto per psicopatia generica a scelta una spalla o le bocce. Tanto mezze misure lei non ce le ha, o due deltoidi che sembrano usciti dalle antine di un armadio o un petto dove, semplicemente, la gente ci muore soffocata. Ma i nervi li ha letteralmente a fior di pelle, non si strappa i capelli perché ci tiene troppo, ma mena un paio di volte pugni a vanvera nell'aere nel vago tentativo di centrare un esserino talmente sfuggente da apparire, semplicemente, irreale.

    Iro-Kia mi sto Iro-ncazzando ma di brutto eh. Ti sfondo la foresta a pugni.



    Sbraita ancora, scalciando e sbuffando contro il terreno ed il primo ceppo d'albero a disposizione con il desiderio piuttosto cagnesco di prenderlo ed abbatterlo. Non che vi riesca, o meglio non è detto, anche perché i colpi sarebbero menati più a vanvera e sotto l'effetto di una rabbia quasi incontrollabile più che altro.

    Che cuore, che bere, ma che vuoi dare a questo branco di ragazzini, del veleno? Stupido essere, come se adesso per diventare Ninja devi spararti chissà che viaggi mentali. Me l'hanno raccontato e l'ho visto, bisogna passare un esame, non seguire uno spirito che parla, canticchia e sembra uscito dai sogni di uno sotto effetto di morfina. Porca di quella putt-... MA DOV'E' ANDATO L'ALTRO MATTO?



    Non lo piglia. Ed il Ninja del quartetto sparisce anche! E comunque dove vede il cuore lo sa solo quel coso. Là è tutto un muscolo e neuroni spenti. Le verrebbe servita una foglia con un liquido decisamente stramboide sopra. Parrebbe latte? Neanche sa identificarlo. Al novanta percento però ipotizza si tratti di qualcosa che il fisico potrebbe respingere. E se il corpo non lo vuole, chi è lei per non accontentarlo? Una sciocca. Specialmente dopo che il Genin, alla bevuta, letteralmente scompare dalla vista di chiunque. Sbuffa. Le pupille blu cercano quel ragazzetto. Volatilizzato. Oh sì che si sta incavolando. E parecchio. Per quanto ora si ritenga la persona che debba mantenere la calma là in mezzo. Anche perché forse gli altri due son più tranquilli di lei.

    Sentite, cosi. Non so perché, ma questo Genin s'è trincato questa roba. Non so da quando i Ninja si prendono liquidi senza senso col rischio di morire. Mò questo idiota è sparito e se lo rivogliono poi magari pensano che l'abbiamo ammazzato. Questa mi sembra la più grande cazzata che in questo mondo possa esser mai processata da una mente umana... Ma dobbiamo seriamente seguire uno che pare uscito l'altroieri dall'Accademia? Questo quà o ci fa ammazzare o stamattina s'è svegliato sotto effetto di chissà che Tonici andati a male, visto che m'ha pure fatto arrivare la lettera di Goshido Okudo o come cavolo si chiamava quel tipo.



    E' un raro barlume di speranza? Un ragionamento QUASI sensato?

    Non mi fido. Per niente proprio. Ma qualcuno dovrà pur andare a riprendere quel... Coso incommentabile. Mi toccherà bere questa brodaglia, guarda se questo Genin deve rovinarmi pure la vita...



    E via. Giù tutto d'un sorso.

    Per tutti i Kami ora se ti piglio Kyocoso ti ammazzo pure i bisnon-



    AAAAAAAND SHE'S GONE! Sparita! In un lampo l'unica fonte di problemi del team tredici è bella che andata!
    Chakra: 10/10
    Vitalità: 8/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico Potenziante Minimo × 4
    • Tonico Coagulante Minimo × 2
    • Tonico di Ripristino Minimo × 2
    • Fasce da Combattimento × 2

    Note
    ///
  8. .
    Nome PG: Arahaki Ishii
    Villaggio / Organizzazione Konoha
    Link Scheda: OHNO


    So che qualcuno si sta già occupando di me, lo faccio solo per formalità!
  9. .

    Dimissioni


    e cos'altro ancora?



    Bleaaa… che nauseabondi…

    Ma facevo davvero parte di quel villaggio? Erano questi i momenti in cui mi pentivo delle scelte di una vita… tutti quei sacrifici, le difficoltà di scelte folli e restringenti. Avevo abbandonato la possibilità di guadagnare potere in passato per vie traverse a quella della rettitudine, avevo scelto di non svendere la mia fedeltà per un bene superiore, di villaggio. Persino ultimamente avevo deciso di ricoprire una carica, che doveva essere “Diplomatica” per migliorare le possibilità della Nebbia e dei suoi abitanti. Per cosa?
    Per cosa avevo fatto tutto questo?
    Cosa sarebbe stato di me se avessi deciso di seguire le orme del Mikawa alla fossa dei Sennin o la volontà di Hayate… forse sarei ad Ame, forse avrei avuto potere al pari delle Virtù, di certo non sarei stato qui ad ascoltare le elucubrazioni di un Kage, che prometteva potere, che prometteva la pace ma a quale costo? Dare le colpe alla inefficienza dell’asse accademico era per Kensei, semplicemente un pretesto. Si, non attendeva altro che dimostrare quanto quello fosse inconsistente e nell’ultimo periodo di occasioni ne aveva avute. Ma cosa faceva invece lui per dimostrarne il contrario? Aveva mai chiesto aiuto agli alleati? Cosa aveva fatto quando Etsuko aveva tentato di ricucire i rapporti con Raizen? E soprattutto cos’ero io…?
    A che serviva la diplomazia se la strada era già spianata ai propri piani?
    Mi aveva utilizzato come palliativo? Conosceva i miei rapporti con Raizen e sapeva che il kage della foglia si fidava di me, sapeva che avevo rapporti in tutti i villaggi e forse aveva sfruttato le mie capacità semplicemente per guadagnare tempo… per ovviare a spiacevoli inconvenienti con alleati troppo pressanti, quando l’alleanza per Kiri, già non esisteva più. Che motivo avevo io di essere? Di essere lì…
    Fudoh, mi aveva anticipato. Quel pensiero era oligarchico e come ogni forma di oligarchia, molto pericoloso… concentrare il potere nelle mani di pochi, significava distruggere il concetto stesso di democrazia. L’aggiunta di un pezzo di semitismo era aberrante. Chiunque dei presenti bramava al potere, chiunque voleva il bene di Kiri, chiunque sarebbe morto per la giusta causa. Quella però per me non era una giusta causa… la divergenza di vedute con Kensei era oceanica e non avrei mai potuto rappresentare un simile pensiero.

    Fudoh è stato sin troppo diplomatico…

    Avrei affermato prendendo la parola.

    Permettetemi di affermare che tutto ciò che sento è ridicolo… essere richiamato qui, senza alcun preavviso, essere messo a conoscenza di questa linea amministrativa così, come se fosse una comunicazione di servizio, buttando all’aria mesi di lavoro è aberrante. Non metterò in dubbio le scelte del Mizukage… è lui la guida politica del paese. Lanciai uno sguardo a Kensei. Ma non chiedetemi di condividerle, perché non le condivido.
    Rinnovo la mia fedeltà a Kiri… e seguirò i fondamenti della nebbia mi costassero essi la mia stessa vita, perché è questo il credo di un ninja.

    Mi morsi il pollice eseguendo il rituale che ci veniva richiesto, una goccia del mio sangue cadde sul pavimento attivandolo. Apparve un piccolo altare davanti a me… non ci prestai troppa attenzione dopotutto, dopo le parole che avevo appena pronunciato mi aspettavo che quel dono mi fosse ritirato.
    Con il mio sangue mi privo anche della possibilità di ricoprire la carica che mi era stata assegnata, la ritengo a questo punto inutile e incongruente. In realtà mi sentivo completamente preso in giro e non volevo che quella farsa continuasse neppure per un momento ancora.



  10. .
    Narrato
    Parlato Asami
    Pensato Asami
    Parlato altri


    Il colloquio con l'Hokage era finito da un pezzo e poco dopo i tre Shinobi della foglia si appestarono a raggiungere l'indirizzo fornitogli da lui stesso. Era una missione di indagine. Il venir scoperti dava come risultato il fallimento della missione. La raccolta di più informazioni possibili era l'unico obbiettivo dei tre genin. Per fortuna il rotolo, già da quella notte, era stato già esaminato da due esperti, completandolo dalle varie parti mancanti. Oltre al ripristino del rotolo, si stavano occupando anche dello studio ed l'eliminazione del sigillo che avrebbe permesso l'infiltrazione del nemico, permettendogli così il furto del rotolo. Una vera fortuna la presenza di shinobi con tali conoscenze. Come anche la possibilità di ripristinarlo e riavere nuovamente i segreti tra le mura di Konoha. Arrivati, uno dei due era già all'opera con il rotolo davanti a se mentre l'altro, presentandosi con il nome di Masato, illustrò ai giovani il punto della situazione. A quanto pare il sigillo studiato non era altro che un sigillo. Ovviamente nessuno in quella stanza poteva sapere la vera destinazione ma già che erano riusciti a trovare un collegamento era un ottimo risultato. L'altro ninja invece si stava occupando del ripristino del rotolo e solo dopo che Masato rispose alla domanda di Youkai, lo osservò con occhio diverso. Infatti aveva numerose cicatrici sul volto abbastanza, anzi forse un po' troppo evidenti. Molto probabilmente tutto il corpo ne era pieno. Anche lui a quanto pare era un conoscitore dell'arte della Rinascita ma Asami arrivò a questa conclusione solo una volta che si apprestò a lasciare la stanza e rivolgere un ultimo sguardo su di loro.

    [...]

    Nessuno dei due sembrava allenato. Soprattutto il ragazzo. Troppo magro, molto probabilmente anche più di Asami ma sembrava un tipo sveglio. Sicuramente aveva aveva qualche asso nella manica adatta a quella missione. Osservava i due mentre riguardava da ultime cose che aveva nel suo marsupio. Essendo un aspirante medico, non aveva portato con se oggetti particolari. L'unica cosa che riteneva utile, oltre ai vari tonici che portava sempre con se, era il respiratore. Ebbe una strana sensazione quando lo vide. Non l'aveva mai usato prima di quel momento.

    Quando ritornarono all'interno della stanza, Asami vide un cambiamento radicale. Erano stati effettuati tutti i preparativi necessari per il teletrasporto. I numerosi sigilli erano stati posti fino a formare un cerchio. Era un po' timorosa nell'oltrepassarli e porsi al centro di essi. Ma questa missione non era per conto di qualcun altro. La missione riguardava Konoha, i segreti che erano stati sottratti ingiustamente e la sicurezza dell'intero villaggio e dei suoi abitanti. Lei lo aveva consultato solamente per apprendere la tecnica della Rinascita. Le note e nozioni incise dal Quinto Hokage erano non solo un bene prezioso ma anche una miniera d'oro per qualsiasi ninja medico. Infondo Tsunade era stata la più gande ninja medico di tutti i tempi.

    Ma che diritto aveva Asami nel leggere quel rotolo? Nessun diritto ma la sua curiosità nel leggere alcune delle nozioni mediche, scritte dal quinto Hokage in persona, era stata più forte del senso di responsabilità che avrebbe dovuto avere quel giorno nei riguardi del villaggio della foglia e dei suoi segreti.

    Se ne era pentita? No e in quell'occasione le informazioni che aveva a disposizione, almeno per quanto riguarda l'Arte della Rinascita, potevano risultare più utili del necessario. Gli altri due compagni di squadra, da quello che aveva capito, facevano parte entrambi di un clan riconosciuto dal mondo ninja e, anche in quel caso, le loro conoscenze e i segreti sui loro i rispettivi clan, potevano risultare vitali. Sempre se ne erano a conoscenza.

    La Hoshiyama entrò per ultima all'interno del cerchio guardandosi intorno. Si era già teletrasportata in un'altra occasione, precisamente durante l'attacco di Cantha. L'altra volta non aveva accusato nessun malessere, come invece aveva anticipato Masato.

    Improvvisamente tutto intorno a lei iniziò a distorcersi, come se fosse stata risucchiata in un luogo extradimensionale. Lanciò uno sguardo su Murasaki e Youkai ma, inspiegabilmente erano spariti dalla sua vista. Tutto intorno a se diventava sempre più astratto mentre un urlo attirò la sua attenzione.

    §Murasaki!? Youkai!?§

    Quella voce non apparteneva a nessuno dei due. Dal tono sembrava quella di Masato. Ma cosa stava succedendo? Gli altri due compagni di squadra dov'erano andati?

    Domande che la giovane aspirante medico si pose mentre, attorno lei, numerose immagini veniva proiettate senza nessun senso logico. Alcune erano ben visibili ma cambiavano improvvisamente ad altre invece più enigmatiche o semplicemente prive di significato. Il tutto dava quasi una visione quasi epilettica. Anche il suo aspetto, a volte, si distorceva mantenendosi comunque elastica. Fino a quando divenne tutto buio. Le stesse gambe della kunoichi, prima sospese nell'aria, stavano in quel momento toccando qualcosa di solido. Ma ciò che in quella dimensione vide, la disorientarono troppo fino a fargli perdere l'equilibrio, cadendo rovinosamente a terra. Non era stata proprio una bella esperienza, rispetto alla prima volta che aveva aveva utilizzato quel “mezzo di trasporto”, e guardandosi in giro cercava di capire dove il suo corpo fosse stato teletrasportato.



    Chakra: 40/40
    Vitalità: 14/14
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 400
    Velocità:  400
    Resistenza: 400
    Riflessi: 400
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 475
    Agilità: 400
    Intuito: 400
    Precisione: 400
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Respiratore × 1
    • Tonico Coagulante Minore × 1
    • Kunai × 9
    • Specchietto in Metallo × 1
    • Corpetto in Cuoio × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Guanti Rinforzati × 1
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Spiedi × 9
    • Kit di Primo Soccorso × 1

    Note
    ///




    :ph34r:
    Dopo un lungo periodo di assenza sono tornata. Ho fatto un recap dei post precedenti prima di descrivere l'arrivo, giusto per riprendere un pò la mano
  11. .

    Lost


    IX




    Youkai tendeva a non pensare alle conseguenze. Aveva sempre un unico obiettivo: salvare tutti. Ed ora doveva farlo di nuovo. Salvare tutti. Ma da sè stesso.

    Il vento della tempesta infuriava, fischiando con aggressività e coprendo i rumori di una cruda battaglia. La Volpe aveva scatenato tutta la sua potenza, cercando di scoprire il punto debole della Strega e dare tempo allo spettro di approfittarne e sconfiggerla. La sua idea poteva essere folle, ma sembrava l'unica strada possibile: se quella creatura si nutriva di anime e le sfruttava per amplificare i suoi poteri, la loro unica salvezza era quella di toglierle quel potere, assorbendo via le anime dal suo stesso corpo. Farlo però comportava dei rischi che Youkai non calcolò con il dovuto rispetto.

    Il primo fu quello di assorbire il chakra della Volpe. Non aveva alternative, dopotutto. Ma pescare da una simile fonte aveva delle conseguenze. Raizen era ormai talmente affine al demone da potergli resistere senza difficoltà. Il chunin però non avevà alcun tipo di affinità con essa. E quel chakra non faceva che amplificare l'odio nella mente del ragazzino. Ma non c'erano problemi. Dopotutto Youkai non odiava. Per il momento.

    Il piano sembrò funzionare, riaccendendo la speranza nel giovane. Le anime avrebbero ricaricato il suo corpo di nuova energia, rinvigorendolo e spingendolo a duplicare le sue mani spettrali, in un effetto a catena disastroso. Sta funzionando. Sta funzionando! Sorrise, eccitato. Più le anime lo ricaricavano di energie, più sentiva il bisogno di spenderle. Ma il potere che entrava era molto, molto di più di quello che ne usciva. E ben presto avrebbe faticato a mantenerne il controllo. Il potere era così tanto che le mani spettrali non riuscivano a contenerlo del tutto, ribollendo di potere. L'oscuro materiale spettrale che le componeva si gonfiò, facendo apparire numerose venature rossastre, resistendo qualche secondo e poi, una alla volta, sembrarono letteralmente scoppiare, rilasciando una piccola ondata di potere. Una alla volta, ognuna di esse sarebbe mutata in una catena, nera come la pece. Lo spirito stesso di Youkai sembrava ribollire di un potere che a stento era in grado di contenere. Ancora ospite nella mente di Raizen, l'Hokage lo avrebbe visto rantolare, mentre sulla schiena un'energia nera iniziava a ribollire. L'energia scoppiettava, facendo fuoriuscire delle scure catene, che, come serpi affamate, ondeggiavano andando ad attaccarsi all'enorme fonte di chakra che era il demone. Le anime non sembravano più essere in grado di entrare nel suo spirito, spingendo a fatica nel tentativo di farsi assorbire, circondando il giovane in una sorta di tornado.

    Nemmeno nella sua testa se la stava passando bene. Ogni anima che entrava era una tacca d'odio e rancore che saliva. Solamente un paio di loro sarebbero state sufficienti per demolire lo stato d'animo di Youkai, tempo addietro ne era bastata una per shoccarlo. Ma ora erano centinaia. Grida che si sovrapponevano l'una all'altra, ognuna lamentando il torto subito, ognuna con un unico obiettivo in mente: la Strega. La fonte di tutti i loro problemi. La fonte di tutti i suoi problemi. Come aveva osato, tenerlo in trappola per tutti quei secoli. Hng! Zitti! No, non doveva perdere il controllo. Quelli non erano i suoi pensieri, non era il suo tempo sprecato... Lo era? Concentrarsi era quasi impossibile, era nel mezzo di un'oceano in tempesta, e con fatica cercava di opporsi a quella corrente, cercando di restare a galla. Le anime avevano accumulato così tanto rancore da spezzare il più resistente degli animi, ed il chakra della Volpe non aveva fatto altro che amplificarlo, creando onde sempre più alte, sempre più devastanti, che con violenza cercavano di spingerlo in profondità. Ogni onda che lo colpiva erano dozzine di sentimenti negativi che annebbiavano la sua ragione, provocandogli un dolore emotivo così forte che era certo di poterlo percepire fisicamente.

    Annaspava, cercava di resistere, ma ogni onda lo spediva sempre più in basso. Gridò più forte che poteva, in un disperato tentativo di coprire quel caos. Era tutto inutile. L'odio ed il rancore erano così forti che gli laceravano l'animo, ogni spiritello che lo colpiva in quello tsunami frammentava parti del suo spirito. Persino le lacrime gli davano una sensazione pungente e di bruciore, e non sembrava in grado di fermarle. Ma, nell'oscurità, apparve una piccola luce. L'intenso desiderio di voler far finire tutto quel dolore fece apparire il simbolo del vuoto sulla sua fronte. E una morbida energia lo avvolse, proteggendolo. Le voci delle anime erano mutate in un sussurro, che lo accarezzava come vento, freddo, ma piacevole. Non stava ascoltando più problemi altrui, combattendo con le emozioni, ma meditando con sè stesso. Inspirò profondamente. Le lacrime smisero di scendere, il tempo sembrava esseri fermato. Per qualche istante. Perse la concentrazione nel momento in cui si rese conto di aver attivato il Vuoto. Spegnendolo, quell'angolo buio che credeva sicuro si stava nuovamente trasformando in una tempesta urlante, disturbandolo.

    Basta...


    Era stanco. Tutto quell'odio e quel dolore lo stavano dilaniando. A malapena aveva la forza di parlare.

    Basta...


    Borbottò nuovamente, mentre le anime sembrava volessero strapparlo in due, tirandolo per cercare di raggiungere quella lucente e calda fonte che brillava nel suo petto.

    Basta.



    L'espressione del giovane mutò, divenendo scura. Non aveva più pazienza. Non sopportava più tutto quel'odio, tutto quel dolore. Non poteva sopportarne altro. Una strana luce brillò nei suoi occhi.
    Ed un grido.

    BASTA!


    Un'esplosione d'energia oscura avrebbe allontanato tutte le anime in un lampo, come dissolvendole. Youkai chiuse gli occhi, rilasciando più energia che poteva. Il contatto con la Volpe si era spezzato.


    Quando riaprì gli occhi, il paesaggio era completamente diverso. Attorno a lui un pacifico paesaggio notturno. Ai suoi piedi, candide nuvole nelle quali era in grado di camminare. Il cielo stellato sopra di lui splendeva come non mai prima d'ora. Non sentiva più nessuna voce fastidiosa, nessun sentimento d'odio.
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    Youkai si guardò attorno. Era confuso, ma si sentiva bene. Dalle nuvole iniziarono a sbucare ciuffi d'erba fresca, che mutarono in vegetazione, creando alberi, cespugli, fiori... ma vivi. Più del solito. Le foglie ed i petali erano piegati in modo buffo, quasi a formare degli occhi ed una bocca. Il paesaggio mutava ad ogni passo del ragazzetto, diventando per lui sempre più accogliente. Un vento leggero gli scuoteva la rossa chioma, e fece scuotere anche i fori accanto a lui, che iniziarono ad emettere un'allegra melodia. Inspirò profondamente, godendosi quella pace. Si erano moltiplicati così tanto che si trovava ora in mezzo ad un enorme prato fiorito, e le voci, che somigliavano vagamente a quelle delle anime assorbite, erano più dolci ed invitanti, e lo spronavano a cantare con loro, a seguirne la melodia. C'era anche Raizen, la volpe, Kirie, e persino la Strega, o almeno una sua versione caricaturiale, molto meno minacciosa e più allegra. Un grosso sorriso apparve sul suo volto. Si sentiva incredibilmente energico, al punto che stare fermo gli dava quasi fastidio. Iniziò a correre in quel prato infinito, ridendo a gran voce. Lo stress, l'odio, l'oscurità, tutto svanito. Niente poteva farlo soffrire in quel mondo, niente poteva disturbarlo. Sentiva di appartenere a quel mondo. Era a casa.

    Forse aveva parlato troppo presto. Una grossa torre si fece spazio sbucando dal prato e facendo strillare alcuni dei fiori. La torre però non sembrava malvagia. Quel mondo era perfetto, dopotutto. Sembrava un nido composto da decine di uova coloratissime. Le uova vibravano, sembrava che qualcosa stesse cercando di uscire da lì. Il rosso sorrise, sprizzando energia. Non aveva idea di come fosse finito lì, nè di cosa fosse quel posto. Sapeva solo che era il suo posto. Ed era arrivato il momento di scaricare tutte le energie che gli dava. Ci penso io! Estasiato, allungò le sue braccia spirituali verso la torre, prendendone i lati e tirando con più forza possibile. Un grosso crack tuonò in quel mondo magico, e le uova sulla cima si aprirono, rilasciando uno sciame di coloratissime farfalle nel cielo. I fiori e la vegetazione sembravano intonare melodie in suo nome, incitandolo e donandogli sempre più energia. Si sentiva così incredibilmente carico, e tutta quell'energia gli donava una gioia che non pensava di aver mai provato prima. Creò decine di altre mani spirituali, che si mossero cercando di catturare le farfalle che volavano via, che venivano assorbite non appena le mani le sfioravano, emettendo una flebile risatina. Tutto intorno a lui lo applaudiva, gioiva ad ogni sua mossa, lo incitava. Gridò di gioia, rilasciando un'onda che scosse la vegetazione come una leggera brezza, facendo danzare i fiori a ritmo. Quella era la sua bolla. Il suo mondo perfetto, dove l'odio e la cattiveria non esistevano. I fiori cantavano le sue gesta, le creature di quel mondo lo invitavano a seguirle, portandolo sempre più all'interno di quella foresta. Fino a perdervisi all'interno. Tutto era buono, tutto era perfetto. Tutti erano in pericolo. E non ne aveva la minima idea.


    Nessuno avrebbe potuto immaginare che cosa potesse esserci nella testa di quel mostro. Diventato ormai un ammasso di catene a malapena riconoscibile, emetteva grida disumane, facendo schioccare le sue catene. Decine di esse vibrarono come code di serpenti a sonagli, mentre altre si schiantavano con violenza disumana sulla torre, crepandola in più punti. Le anime che uscivano da esse venivano prontamente catturate da altre catene. Youkai non era abituato a possedere quell'energia. Più anime assorbiva, più il suo corpo ribolliva di potere, a malapena in grado di contenerlo. Trattenere tutto quel potere gli faceva male. L'unica soluzione era scaricarlo, tutto attorno a sè. Non c'erano amici, non c'erano nemici. Solo bersagli. E, per la fortuna dei presenti, il bersaglio più grosso era proprio la torre.

    Ognuna delle catene vibrò di potere, schiantandosi sul primo bersaglio disponibile. Quell'ammasso oscuro che doveva essere Youkai gridava di dolore, rilasciando ondate di potere ad intervalli irregolari, cercando di liberarsi da quell'energia. Eppure non riusciva a smettere di assorbire ogni fonte che percepiva intorno a sè. La torre era un buono sfogo, ma si stava sbriciolando ed esaurendo ad una velocità allarmante. La sua testa roteò con uno schiocco, puntando il suo sguardo vuoto verso Raizen. Le catene vibrarono, puntando il colosso ormai contrassegnato come preda. Qualche secondo, e al grido della creatura schizzarono verso di lui, inesorabili. Una stretta al collo lo fece stridere con un verso più simile a delle unghie sulla lavagna che a qualcosa di umano, bloccando le catene prima che potessero raggiungere l'Hokage. Kirie aveva fatto la sua mossa.


    Nella sua bolla, era pronto a seguire le creature in quella fitta ed invitante foresta, seguendone la musica, quando una liana gli avvolse il collo, bloccandolo sul posto e impaurendolo. L'intero mondo sfarfallò per un istante, non sufficientemente a lungo per mostrargli la realtà. Alle sue spalle, la fonte di quella liana era un grosso fiore dai petali rosso fuoco, che lo osservava con sguardo triste. La voce stranamente familiare. Youkai iniziò ad innervosirsi, non solo per quella liana che sembrava bloccargli il respiro, ma per quel fastidioso sentimento negativo che percepiva dentro di sè, e vedeva in quel fiore, che emetteva una melodia stonata, non in sincrono con tutto il resto. He-Hey! Lasciami andare! Alcune delle sue braccia spettrali si mossero verso quell'erbaccia, pronte a sradicarla. Ma si fermarono a pochi centimetri, nuovamente distratto da quella voce familiare, che ora riconobbe chiamarlo per nome. Ki...Kirie...? La osservò confuso. Kirie era dalla parte opposta, che rideva e cantava. Quella non era Kirie. Era un'erbaccia. Era stonata. Non apparteneva a quel mondo. Non portava sentimenti positivi come tutto il resto.

    Non avrebbe avuto tempo di ragionare sulla cosa, un'altra pianta, ancora più aggressiva e oscura, sradicatasi dalle sue radici, arrancava ruggendo verso il ragazzino. Youkai iniziò ad agitarsi, cercando di spezzare la liana che gli avvolgeva il collo. Tutte le creature di quel mondo lo invitavano nel punto più interno della foresta. Poteva nascondersi, poteva restare al sicuro. Ma la pianta prese forme sempre più umane, iniziando a somigliare ad una visione distorta dell'Hokage. E lo chiamava. Sussultò, mentre in lontananza poteva vedere lo tsunami di anime, che cercava di avvicinarsi sempre più. Non voleva quel dolore. Non di nuovo. S-Stai lontano!! Un'aura di energia esplose intorno a lui, mentre la melodia dei fiori riprendeva i suoi toni allegri, incitandolo che quella fosse la cosa giusta. Ma Raizen non si fermò. Una delle liane di quella pianta si conficcò nel cuore di Youkai, trafiggendolo. Non percepì dolore, non ancora. Poi arrivarono i ricordi. Un flusso violento di ricordi non suoi, emozioni che non gli appartenevano, nuovamente rabbia e frustrazione. Digrignò i denti, nervoso. Basta, basta!! Perchè mi fai questo?! Il mondo sembrò sfarfallare di nuovo, parte delle sue candide braccia spettrali mutò in nere catene, preparandosi a strappare in due quell'erbaccia che tanto lo disturbava. Le immagini di quei ricordi ronzavano intorno a lui, rovinando quel mondo perfetto, infettandolo, innervosendolo... ma più la storia proseguiva, più quell'odio diventava calmo. Parte di un complesso meccanismo di emozioni, più o meno equilibrate tra loro. Il respiro si fece meno affannoso, mentre cercava una risposta che non vedeva, e che la voce di Raizen gli diede. ...M-Ma fa male... Continuava a resistergli, più debolmente. L'aura successiva lo avvolse con un calore intenso, mentre la stretta di entrambe quelle erbacce si faceva più leggera, fino a sparire. Il dolore faceva parte della vita. Per quanto si impegnasse, non lo avrebbe mai eliminato del tutto. Le persone sarebbero morte di vecchiaia, prima o poi. I fallimenti erano un modo per crescere, inevitabili. Volersi migliorar richiedeva l'accettare di avere dei difetti. Ci sarebbero sempre state persone di cui non poteva fidarsi, non importa quanto si sforzasse per migliorarle. Poteva non farsi corrompere, ma non poteva eliminare del tutto quei sentimenti. Non poteva vivere in una bolla. Per quanto la realtà lo spaventasse, avrebbe dovuto fare i conti con essa prima o poi. Volevo solo smettere di soffrire... Osservò nuovamente quel mondo non più perfetto, corroso qua e là da svariate imperfezioni. Inspirò profondamente, rilasciando l'energia fornitagli da Raizen, che spazzò via il suo mondo di fantasia, rivelando la marcia realtà sottostante. Un grigio deserto di ossa ed anime in pena, prosciugate dalla loro energia. Youkai era visibilmente scosso, ma era nuovamente sè stesso.


    L'ammasso di catene si ribellò con violenza alle prime strette di catene altrui, stridendo infastidito. Ma quelle erano solo pulci che avrebbe potuto abbattere facilmente. Le catene vibrarono, prendendo la mira su Kirie, ma l'intervento di Raizen lo bloccò nuovamente. Un profondo ruggito avrebbe scosso quel mondo, le catene batterono con violenza sul ghiaccio, scaricando ulteriore energia. Il ghiaccio colpito si sarebbe annerito, sbucando con violenza dal terreno creando grosse spine accuminate. I violenti colpi però divennero sempre più deboli, spegnendosi lentamente, ed una alla volta le anime assorbite scivolarono via dal suo corpo. Le catene stesse gli scivolarono di dosso, rivelando Youkai al suo interno e svanendo al contatto col terreno. Era di nuovo sè stesso. Singhiozzava come un bambino. Aveva il volto coperto dalle sue mani, vergognandosi di mostrare la sua faccia ai presenti. Forse aveva il terrore di vedere i risultati delle sue azioni. Il suo tempo come Incarnazione era stato breve, la "creatura" non aveva avuto il tempo di prendere completamente il sopravvento della sua coscienza, perdendo così la capacità di parola. Era riuscito a non perdersi. Ma l'esperienza lo aveva segnato profondamente.

    Il sussurro di Kirie lo fece sussultare. Le sue parole raggelare. No! Singhiozzò disperato, togliendosi le mani dal volto e cercandola, la disperazione nel suo sguardo. N-No, per favore... "Non farmi questo", avrebbe voluto borbottare. Ma come poteva. Era colpa sua. Non poteva sputare così sul suo sacrificio. Posò una mano sulla guancia, come a voler custodire quel soffice bacio. Cercò di resistere per svariati secondi, prima di cedere e crollare in un pianto fragoroso. Non avrebbe cercato l'affetto di Raizen, sentiva di non meritarlo. Ma lo desiderava. Aveva bisogno di un appoggio, seppur si rendesse conto di quanto egoistico fosse quel desiderio. Aveva toccato il punto più basso della sua vita. E si era sentito bene nel farlo.

    Una donna alta e vestita di scuro si avvicinò a loro. Youkai si era calmato a sufficienza da poter asciugare le lacrime ed osservare i nuovi ospiti. Riconobbe immediatamente la shinigami. Signora Morte! Esclamò con tono sollevato, facendo un piccolo inchino in sua direzione. In una diversa occasione avrebbe probabilmente cercato un fallimentare e goffo abbraccio. Il suo rimprovero fu una pugnalata al cuore, che non lo fece ricominciare a piangere per un soffio. Io non... So cosa mi è preso... Mormorò. Non si stava giustificando, sapeva di essere colpevole.

    Raizen aveva i suoi demoni da combattere. Youkai sgranò li occhi alla sua rivelazione. La shinigami era sua madre?? Spalancò la bocca sorpreso. Si mostrò invece più confuso verso la diffidenza che il Colosso mostrava nella donna. Amesoko è al Tempio dei Sussurri. C'è il mio clan lì. Posò una mano sul braccio di Raizen, in un vago tentativo di supporto. Deve aver sentito la conversazione tra me e Kirie, ed ora vuole accompagnarci lei stessa. Il rosso non vedeva cattiveria in lei. Voleva trasmettere la stessa sensazione ad un figlio dubbioso.

    Da lì a breve, anche il sarcofago avrebbe attirato la sua attenzione. Lasciando che madre e figlio potessero parlare tra loro, gli si sarebbe avvicinato con cautela, intimorito ma attratto. Inclinò la testa, cercando di capire se fosse vivo o meno. Qualcosa al suo interno doveva esserlo, per come traballava. ...Sei forse in castigo? Domandò con innocenza, a quello che poteva essere solamente un ammasso di energia, o una gabbia vuota per quanto ne sapesse. Fu proprio quello il motivo che lo spinse a non toccarlo, volendo evitare di finirne trascinato all'interno. Non che quella cautela gli avesse impedito di avvicinarvisi pericolosamente da solo.


    Edited by Waket - 28/4/2021, 22:57
  12. .

    Fazioni


    VIII




    "Oh cavolo è vero!?" Ruggì la Vipera, furiosa. Non esattamente come avrebbe sperato Orochimaru, non li avrebbe divisi. Ma non si sarebbe certo trattenuta dal dirgliene quattro. Non hai pensato di Consigliarti con me, signor Consigliere, prima di dargli un simile potere!? Hai idea di cosa possa fare quello schizzato con una roba simile!? E stai certo che non sarà mai onesto quanto tu lo sei stato con lui! Se avesse cercato di giustificare l'onestà di aver fatto quel gesto davanti a lei, lo avrebbe interrotto agitando le mani. No! No! Lo so che non mi nascondi niente! Ma so anche che a volte sei irresponsabile! Poteva quantomeno restare sotto custodia Yakushi, e Diogene l'avrebbe potuta utilizzare solo in nostra presenza! Non si fa un regalo simile a qualcuno che hai reso Kage solo perchè non c'era di meglio a disposizione! Tecnicamente in parte era colpa sua. Non era arrivata sufficientemente in alto per poter prendere il trono. E forse era un bene, perchè avrebbe probabilmente fatto il passo più lungo della gamba. Per quanto necessario, aveva bisogno di un minimo di esperienza come consigliera. Ma aver visto Oto nuovamente privata di un capo l'aveva fatta infuriare.

    HAI FATTO CHE COSA!? Uno strillo acuto, da far fischiare le orecchie. Febh elencava i cloni di Hebiko come fossero bambole di una qualche collezione. "USCITI MALE"?! Come può uscirti male una cosa del genere!? Non ti esce una sirena o una farfalla a caso! Ora spiegami PERCHé volevi farti un esercito personale di miei cloni, brutto pervertito!! Ormai in piedi, avrebbe preso la sua sedia con entrambe le mani, portandola alle sue spalle. Cosa pensavi di farci!? MH!? Hebiko era rossa non solo di rabbia, ma anche di imbarazzo. Conosceva bene Febh, e sapeva bene che in teoria era l'ultima delle persone che avrebbe potuto avere una qualche perversione. Era anche vero che era pur sempre un uomo, e i più tranquilli sull'argomento solitamente hanno le perversioni peggiori. Un solo accenno di esitazione, e la sedia sarebbe precipitata con violenza disumana sulla sua testa, probabilmente frantumandosi (o svanendo in bollicine, chi sapeva le regole di quel mondo). Sarebbe bastato quel terribile colpo (poco più che un soffio per Febh) ed un sospiro profondo per calmarla... non fosse stato per il suo commento sulla tinta. La sua bocca si sarebbe sbalancata in modo disumano, andando a mordere la parte superiore della testa dello Yakushi, lasciandoli libero dal naso in giù. Agitò la testa come una bestia inferocita, quasi volesse staccargli la testa dal collo a strattoni. Si sarebbe staccata dopo qualche secondo, ringhiando come un animale. Qualsiasi commento da parte di chiunque l'avrebbe forzata a strillare in sua difesa. SILENZIO! Questo posto mi innervosisce! E lo fate anche voi! HMPH! Uomini!!

    La Serpe sembrava sapere di molte sue avventure. In particolare citò il clone incontrato da Raizen, attirando su di sè uno sguardo confuso. Io so... So già di essere un esperimento. Borbottò, concentrata. Stava scavando nella sua memoria, cercando di ricordare cos'altro potesse accomunarli oltre ad essere sfortunatamente finiti tra le sue grinfie. Stavolta sarebbe toccato a lei raccontare a Febh di quell'avventura. Ma niente, ero andata ad esplorare uno dei suoi luridi laboratori abbandonati. Volevo trovare qualche informazione per imparare al meglio le mie abilità, e invece ci ho trovato un fratello uscito male e un clone di Raizen più giovane. Avrebbe spiegato distrattamente, ragionando su cosa avessero in comune. Perchè proprio quel clone? Era certa di avere più cose in comune con Mitsuki che con lui. Parlare con Febh l'avrebbe aiutata a mettere in ordine i propri pensieri. E-Era... Una specie di versione migliore di Raizen? Commentò incerta. Non so come, ma diceva di essere una specie di jinchuriki senza demone. Raizen le aveva raccontato tutto a riguardo. Il senso dell'esperimento doveva essere quello di avere la potenza di un jinchuriki senza i problemi creati da un demone... Cercò di ragionare su quelle parole. Poteva forse essere una versione migliorata di Orochimaru? Non era da escludere che potesse volere un corpo ancor più abile del suo, ma il cambio di colore non aveva senso, tantomeno la sua personalità. Condivideva con lui la passione per la ricerca e un'incredibile curiosità, ma il suo particolare colorito e il suo carattere incredibilmente aggressivo contrastavano pesantemente con Orochi- UN MOMENTO. Sgranò gli occhi, terrorizzata dall'idea. Per creare quel clone non avevi solo i geni di Raizen. Avevi anche materiale del suo demone! Dubitava che i jinchuriki possedessero un dna mutato. Per quanto vicini potessero convivere, erano pur sempre due entità separate. ...Mi hai creato con parti della Volpe!? Strillò, scioccata. No, doveva aver esagerato. Non poteva essere vero. Possibile che fosse ancora più mostro di quanto non credesse di essere?

    Ma il suo nervosismo al limite del comico si sarebbe presto trasformato in uno sguardo di terrore. La mano di Febh aveva appena iniziato a crepitare di fulmini neri, avvicinandosi in maniera minacciosa ad Orochimaru. Così come fece in precedenza, agì d'istinto, a mente vuota. Prese il polso del giovane, con abbastanza forza per indicargli di fermarsi. Stavolta però l'espressione sul suo volto era di orrore, e sembrava implorare pietà. Incrociando lo sguardo con lo Yakushi ebbe un sussulto. Lo lasciò immediatamente andare, facendo qualche passetto indietro confusa. E la sua mente si riempì di un garbuglio di pensieri confusi e ansiosi. Avrebbe balbettato qualche suono, incapace di comporre una parola sensata, rifiutandosi di guardare uno dei due negli occhi. Incapace di spiegarsi del perchè avesse provato a fermarlo. O meglio, incapace di accettarlo. Se fino a poco prima sembrava ansiosa ma determinata, ora appariva solamente come un mucchietto d'insicurezza e confusione. Voleva solamente andare a nascondersi da qualche parte, chiudere gli occhi e fingere che non fosse mai successo, convincendosi che se lei avesse dimenticato tutto, anche gli altri lo avrebbero fatto. Ma, che fossero stati reali o no, sentiva i loro sguardi pesarle addosso.

    Ma Febh non si sarebbe di certo fermato per così poco all'idea di distruggerlo in maniera definitiva. Eppure, Orochimaru era estremamente tranquillo. Forse quel potere non aveva effetto in quel mondo. Oppure ho già pensato ad una simile evenienza. Con un sussurro, una nuvola di fumo sarebbe apparsa tutt'attorno ad Hebiko, allungandosi e mutando in un bianco serpente, che con eleganze le si poggiò sulle spalle. Ti piacerebbe vedere come? Quel frammento era parte di lei, i pensieri di lei erano anche i suoi. Sapeva già qual'era la risposta. La curiosità l'aveva ereditata dal padre, dopotutto. Febh avrebbe visto uno dei cloni di Kato dissolversi, ma Hebiko, grazie al frammento, avrebbe visto un serpente al suo interno. E, spostando lo sguardo verso Orochimaru stesso, avrebbe sussultato. Quello che a prima vista sembrava essere un enorme serpente bianco, era in realtà ricoperto, o forse composto, da centinaia se non migliaia di altri serpenti, di altre anime. Anime il cui unico scopo era venir sacrificate in cambio della sua salvezza. Non piacerebbe anche a te? Una rete di sicurezza, se il peggio dovesse accadere? Hebiko sibilò, infastidita. Ma interessata. Non avrebbe mai voluto diventare un simile mostro. Ma al contempo, una simile ancora si salvezza le faceva gola. Dopotutto uccidere era il suo lavoro. Era davvero così immorale sfruttare le sue vittorie per proteggersi da una possibile sconfitta? Sarebbe riuscita a trovare il modo di replicare quella tecnica? Dopotutto, gliene sarebbero bastate solo un paio. Forse una decina. Il mestiere del ninja era pericoloso. Ma poi basta. Un'innocua assicurazione sulla vita. Non sarebbe certamente diventata un simile mostro. Lei era diversa. Non era come lui. Non lo sarebbe di certo diventata.

    Sussultò quando la lancia apparve, ringhiando verso la figura che apparve poco dopo. Era alle spalle di Febh, e probabilmente fino a quel momento aveva inviato messaggi contrastanti, ma di fronte a qualsiasi minaccia era pronta a combattere al suo fianco. Tch! Sei persino riuscito a portarti dietro una guardia del corpo. Squadrò in malo modo la nuova figura, mostrandosi immediatamente ostile. Poteva sembrare ipocrita visto come lei sembrava stesse utilizzando Febh in quel contesto. Hebiko non aveva dettagli sufficienti per comprendere le provocazioni di Orochimaru verso lo Yakushi, ma avrebbe comunque mostrato il suo appoggio verso il suo partner. Era il minimo che gli doveva, dopo i segnali confusi inviati poco prima. Il nostro villaggio non è la tua Oto. Non più. Non voleva sentirsi responsabile di qualcosa successo sotto al suo comando. E allo stesso tempo voleva convincere Febh della stessa cosa. Pregava solo che gli Yakushi non fossero parte del problema.

    La comparsa di un secondo Orochimaru la mise in allerta, facendole assottigliare le pupille. Sembrò calmarsi, sibilando diffidente e interessata a quello che in breve si rivelò un ricordo. Osservava con interesse l'indigeno simile alla guardia appena apparsa, quasi fosse certa di poterne intuire le debolezze nascoste da qualche parte. Percepire il vago senso di timore da quel ricordo non prometteva nulla di buono. Dal poco che sapeva sulla zanna e gli Hakai, qualche accenno tra i giornali e le confessioni di Febh, riuscì ad intuire che quella profezia parlasse della nascita del peculiare clan responsabile della parte più temibile dello Yakushi. Da tutto quel ricordo, avrebbe tratto una singola conclusione che voleva condividere con gli altri. Insomma, sei sempre tu la causa dei peggio mali di questo mondo. Qualsiasi accenno sulla profezia l'avrebbe fatta reagire con freddezza, dopotutto non credeva nelle religioni, e per lei le profezie erano solamente storie che se unite al giusto dettaglio sarebbero apparse come reali, quando la realtà era solo un mucchio di coincidenze casuali o forzate dalla convinzione che storie simili fossero vere. Tch! Ho smesso di credere nelle favole da quando ho imparato a camminare da sola. Dovete dare solamente la colpa a voi stessi se credete che la vostra stupida profezia si sia "realizzata". Non avrebbe aggiunto altro, bastava lo sguardo per percepire la parola "stupidi".

    A metà di quel ricordo, Hebiko provò uno strano fastidio. Non era sufficiente per farle distogliere l'attenzione, ma premeva abbastanza per metterla in allerta. Non era il frammento, seppur le desse la stessa sensazione. Era diffidente, ma pronta ad ascoltare. Nella sua mente degli sbuffi di fumo iniziarono a creare quella che sembrava casa sua, ma ben più grande e decorata. Un salotto perlopiù in legno, con un paio di eleganti divani posati su un morbido tappeto. Sembravano esserci più angoli di quanti una normale stanza potesse averne, ed in ognuno vi erano diversi quadri e decorazioni, più o meno astratti. Uno era dedicato a Raizen, tappezzato di sue foto che, a guardarle bene, si muovevano appena, alcune ricoperte da uno strato nero, che non permetteva ad eventuali ospiti di vederle. Non aveva certo intenzione di mostrare a tutti le sue fantasie. Un angolo aveva un imponente quadro del Mikawa, ricoperto di scarabocchi e armi di vario tipo conficcate in esso. Gli aveva quasi fatto un favore disegnandogli le sopracciglia. Altre foto più piccole, persone che considerava suoi nemici o semplicemente fastidiosi, erano appesi tutto attorno. Gran parte della famiglia MIkawa era presente, anche se sembrava che la bimbetta dalla chioma rosa fosse stata tagliata via da quelle foto. Un angolo era per Febh, seppur mostrava solamente i ricordi minori che aveva di lui, uno per Darwin, un angolo tutto dedicato alle decine di abiti e foto di Ssalar, ed uno in particolare avrebbe potuto attirare l'attenzione dei più curiosi. Un angolo polveroso, con foto quasi sbiadite. L'unica figura ben riconoscibile tra tutte era una giovane Hebiko, con i capelli raccolti in una treccia. Una sfilza di trofei e buste colme di denaro simboleggiavano la sua "carriera" di campionessa nell'Arena. Un'adolescenza da vincente, che le rese tutte le successive sconfitte più pesanti da sopportare.

    Le decorazioni però non raccontavano tutta la sua storia. Sulle pareti si trovavano diverse porte, ognuna di esse massiccia e sigillata da uno o più lucchetti, di varia dimensione. Custodiva lì le informazioni più riservate, che si trattasse di segreti puramente personali, che non voleva condividere con nessuno, o di informazioni potenzialmente pericolose nelle mani sbagliate. Hebiko non avrebbe dato tempo alla Serpe di concentrarvisi. Seduta sul divanetto, lo osservò prendere uno dei numerosi dolcetti sparsi su quel tavolo. In quello spazio mentale era difficile notare subito le stranezze, solamente concentrandovisi si sarebbe potuto notare come in realtà il tavolo sembrasse lungo almeno una dozzina di metri, ricoperto di dolci, biscotti, svariati tipi di the e tisane e qualche rivista di gossip, contenenti però tutti i suoi pensieri e critiche sullo sfortunato di turno. Febh aveva una rivista tutta per sè. Oh certo, fai come se fossi a casa tua. Tanto è per questo che mi hai costruita. Commentò, stizzita, posata a gambe incrociate sul divano opposto a quello di Orochimaru, con un Darwin appisolato al suo fianco che appariva incredibilmente più bello e molto diverso da ciò che chi aveva avuto la sfortuna di vederlo avrebbe potuto ricordare. Annusò la tisana che teneva tra le mani, usandola come fosse una pozione che l'avrebbe aiutata a mantenere la calma. So bene quanto Febh possa essere fastidioso quando ci si mette. Ma quando lo è con gli altri mi fa capire che vale la pena sopportarlo così com'è. Sogghignò, felice di sapere che era in grado di mettere in difficoltà persino lui.

    Era pronta ad ascoltare, ma c'era comunque un'aura di ostilità attorno a lei. Hmph! Sono certa che ci sono un sacco di modi per non far capire a Febh le mie reali intenzioni. Sorseggiò con calma la sua tisana, prima di proseguire. Ma non voglio farlo. Nonostante non fosse d'accordo con buona parte del suo discorso, sentì il peso delle sue parole, al punto che per un istante apparvero delle catene che sembravano bloccarla al terreno, per poi dissolversi un istante dopo. Quello è diverso. Ruggì a denti stretti. Una piccola crepa apparve sulla tazza che teneva in mano. Odio doverlo dire. Immagino che tenerti nascosto qualcosa qui dentro sia inutle. Perciò sì, lo ammetto. Ho paura. E ancora non mi sento affatto una sua pari, se non per questioni minori. Bravo te. Applaudì un paio di volte, sarcastica, riprendendo in mano la sua tazza. Quello che non sembri essere in grado di capire è che nonostante tutto gli porto rispetto. Non è di certo lui ad incatenarmi. Sono io ad impormi certi limiti. Ci sto lavorando. Rispose, con una scrollata di spalle. Se pensi che possa mai far qualcosa alle sue spalle per danneggiarlo in qualsiasi modo, ti sbagli di grosso. Non sono come te. Sibilò, aggressiva.

    Il discorso sulle sue paure la colpì in malo modo, purtroppo consapevole dei suoi difetti. Oh, stai cercando di fare il padre adesso? Che dolcino. Sei solo venticinque anni in ritardo. Utilizzava il sarcasmo come scudo, una cosa quasi palpabile in quel mondo. Punzecchiarla sulla quantità di dolci le avrebbe fatto perdere la compostezza per un momento, facendo sì che la teiera posata sul tavolo ribollisse, fischiando. NON SEI QUI PER GIUDICARE I MIEI MECCANISMI DIFENSIVI! Ruggì con voce acuta. Orochimaru si comportava come una serpe tentatrice. Hebiko non aveva di certo intenzione di comportarsi da finta tonta. Certo che voglio qualcosa di più. Non mi sono infilata in quello schifoso laboratorio perchè mi annoiavo, e non ho cercato di assorbire il tuo frammento solamente per liberarmene. Voglio sbloccare tutte le potenzialità di questi poteri. E non sono così stupida da non sapere che tu hai tutte le risposte. Il problema è uno solo. Si chinò in avanti, gli occhi puntati su di lui. Poteva leggerle in faccia il desiderio di potere. La voglia di imparare, di migliorarsi, di diventare finalmente una replica perfetta, se non migliore, di Orochimaru stesso. Ma dietro a quel desiderio c'era come un muro apparentemente invalicabile. Non mi hai mai dato modo di fidarmi di te. Pronunciò ogni parola con decisione. La sua non era una provocazione, non stava cercando di mostrarsi superiore o sarcastica. Quella era una frase incisa nella sua mente da tempo. Un ostacolo che non sarebbe riuscito ad oltrepassare con semplici promesse di potere, con un piccolo sotterfugio. Prima ancora del non voler tradire Febh, c'era un muro che gli avrebbe impedito di ottenere la fiducia di Hebiko a meno di prove concrete. Ed era il non voler perdere sè stessa. Sarebbe stata pronta a rinunciare a tutti i suoi poteri, se questo significava liberarsi della possibilità che Orochimaru prendesse il suo corpo. E la Serpe glielo avrebbe potuto leggere in faccia. Io voglio di più. Voglio migliorarmi. Voglio far sì che i miei alleati si inchinino in mia presenza, e che i miei avversari tremino al mio pensiero. Voglio scoprire tutti i segreti che hai tenuto nascosto a me e ad Oto. Ma niente di tutto questo vale il rischio di un tuo tradimento. Se pensi che un semplice "fidati di me" possa bastare... quella è la porta. Goditi la tua eternità all'inferno. Un fascio di luce, ed una porta si sarebbe aperta verso l'esterno. Orochimaru non avrebbe percepito pressioni per andarsene. Ma poteva quasi vedere la fortezza che circondava la Vipera, la determinazione con la quale teneva insieme i suoi ideali. Poteva essere fisicamente debole, ma nella sua mente era tutto diverso.

    Le sorprese non erano ancora finite. Fu un sollievo sapere che la lucertola era dalla loro parte, ma la situazione era ancora troppo tesa per festeggiare. Il suo attacco andò a vuoto, portando la Serpe al fianco di Hebiko. La giovane genin osservò la situazione con ansia crescente, irrigidendosi quando sentì il commento di Orochimaru. Il suo potenziale la terrorizzava. La guardia la terrorizzava. Come vivente, in quel mondo aveva tutto da perdere. Aveva lo sguardo fisso su Febh, come un predatore concentrato sulla preda. Lui è MIO. E nel dirlo, le mani si infilarono nelle tasche nascoste delle sue vesti, alla ricerca di un'arma. Ma non sarebbero stati in grado di vedere cosa avesse in mano, poichè la sinistra avrebbe fatto cadere un fumogeno, annebbiando la vista di tutti i presenti. Un istante prima dell'impatto, sfruttando la posizione di spalle dell'indigeno, avrebbe lanciato le bolasDato che non è specificato niente e che in precedenza c'era un po' di distanza tra loro, imposto la distanza di almeno tre metri ad altezza delle ginocchia, cercando di anticipare il suo spostamento verso Febh. [SAI] Contava sull'effetto a sorpresa e sulla successiva cecità generale per bloccarlo anche solo per un istante. Febh avrebbe saputo cosa fare. Lo Yakushi avrebbe presto sentito la donna toccargli il fianco [SAII], e, fumogeno permettendo, avrebbe visto l'orrore nel suo sguardo, che implorava aiuto. Era sicuramente determinata a combattere al suo fianco, ma sarebbe stato stupido credere che avesse qualche speranza di fronte a quel tipo di avversari.
  13. .

    Die Already!


    XII




    Il suo attacco non era riuscito bene come pensava. Il genjutsu doveva essere stato riattivato da qualcosa, eppure era certa di averlo eliminato. Ma dal risultato ottenuto, era chiaro che il suo colpo fosse fin troppo più debole del previsto. Un ringhio uscì dalla sua bocca. Se non altro, uno dei due era finalmente sconfitto, esploso in una nube di serpi. Le restava solo l'altro.

    Il suo avversario però non sembrava pronto ad arrendersi. Voleva sfruttare il suo errore, facendone però uno a sua volta, per colpa della foga: iniziò ad arrotolarsi, cercando di impigliare il braccio della Vipera attorno a sè, per poi serrarlo sotto l'ascella. Fortunatamente per la rossa, mentre l'altro roteava ebbe il tempo per mollare semplicemente la presa, prima allargandolo lontano da lui e poi ritirandolo alla sua lunghezza normale, evitando così di finire incastrata sotto al suo braccio. [SDI] Hmph! Se vuoi fare una cosa simile, devi prima tenermi ferma. Pensavi ti avrei lasciato far-IIK! Non aveva tempo di perdersi in chiacchiere. Se era vero che il primo tentativo era fallito, il secondo era ben più brutale. Ma stavolta lei aveva il vantaggio numerico. Con Mitsuki concentrato unicamente sulla rossa, Kui, trovandosi in mezzo ai due, ebbe modo di lanciarsi al di sopra delle mani allungate dal nemico, facendo peso con il suo grosso corpo [SDII] e deviando così l'attacco, permettendo ad Hebiko una schivata più facile, allontanandosi con un rapido scatto, facilitata sia dalla deviazione che da quei metri che li separavanoNon mi ricordo più quanti, sono onesta LoL però mi ricordo che il Mistuki sopravvissuto era dietro al clone appena morto, e considerando che Hebiko l'ha raggiunto col braccio, massimo due, forse tre metri se vuoi esser generoso. [SDIII]

    Mitsuki continuava ad essere arrogante, ma i serpenti addosso a lui erano ormai finiti. Hebiko aveva notato come questi sembrassero cadere esanime quando l'altro componeva delle tecniche, forse li usava persino per rafforzarsi. Ma adesso era rimasto senza cartucce, e la Vipera doveva approfittarne subito. Per prima cosa, fece scivolare una mano in tasca, facendo cadere un fumogeno. [SAI] La stanza si sarebbe oscurata più di quanto non fosse, limitando la visibilità di entrambi... Più o meno. Kui, infatti, trovandosi più vicino al ragazzo, avrebbe approfittato di quella distrazione per avvolgersi a tutta la lunghezza delle sue gambe, stritolandole. [SAII] A quella distanza, la serpe sarebbe stata l'unica cosa visibile dal ragazzo, e ne approfittò per renderla una trappola, attivando la sua temibile illusioneManto Cangiante
    Villaggio: Oto (Personale)
    Posizioni Magiche: Nessuna
    L'utilizzatore può irrorare la sua pelle di chakra per generare un effetto psicotico. Entro 18 metri di distanza, previo contatto visivo con la vittima, ne diminuisce di 6 la percezione e di 3 tacche i riflessi. L'efficacia è pari 50.
    Tipo: Genjutsu - Kanchi
    Sottotipo: Dispercettivo
    (Consumo: QuasiAlto, Mantenimento: MedioBasso)
    [Da chunin in su]
    , seguita da un temibile sibilo. Il suo compito era solamente quello di impedirgli i movimenti, distrarlo il più possibile e rivelare ad Hebiko la loro posizione. Dopo essersi riavvicinata al fratello, mantenendo circa due metri di distanza, dalla nube uscì una selva di squamePot 30 Blu che mirava alla parte superiore del corpo, soprattutto al volto. Spostandosi poi verso destra rispetto alla direzione da cui aveva attivato la tecnica, armandosi di tirapugni, avrebbe tentato un assalto al collo, un colpo orizzontale che puntava a tagliarlo di netto. [SAIII] MUORI!

    Hebiko sembrava aver perso la sua risata isterica, ma la furia di quel combattimento le aveva provocato un'incredibile sete di sangue, alimentata dall'odio. Non voleva altro che vedere quello che si nominava Erede con così tanto orgoglio a terra, tagliato a pezzi e abbandonato in quella discarica. La sua mente non aveva spazio che per quel singolo obiettivo. Ne sarebbe uscita vincitrice, e non avrebbe mostrato un briciolo di pietà verso quello che sperava di definirsi suo fratello.

    Chakra: 33/60
    Vitalità: 10/16
    En. Vitale: 24/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 575
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: schivata
    2: deviazione Kui
    3: schivata

    Slot Azione
    1: fumogeno
    2: stritol. Kui
    3: taglio

    Slot Tecnica
    1: Manto Cang.
    2: Puntaspilli

    Equipaggiamento
    • Kaiken × 1
    • Bomba Sonora × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Tonico Coagulante Minore × 1
    • Respiratore × 1
    • Tirapugni con Lama × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Amplificatore Suoni × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Bolas × 1
    • Tonico di Recupero Minore × 1
    • Coltelli da Lancio × 5
    • Frusta × 1
    • Tatuaggio da Richiamo × 1
    • Fumogeno × 1
    • Sigillo Maledetto della Luna × 1

    Note
    Squame turno II - Agilità in cooldown
  14. .

    tenor



    Edited by F e n i x - 7/10/2020, 01:00
  15. .
    BUUURLA
317 replies since 22/2/2007
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