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    Stop right there!

    XV



    Il grido E' SpIderboy!! con tanto di enfasi sulla I sarebbe probabilmente arrivato in unisono da padre e figlio, lasciando quest'ultimo a borbottare mentre discuteva con l'autore dei dettagli. Approfittando del momento di solitudine, Hikaru andò ad offrire il suo supporto al figlio, che reagì al suo discorso con un pesante sospiro, seguito però da un mezzo sorriso consolatorio. Lo so... Dirlo ad alta voce lo aiutava a crederci di più. Dopotutto, la consapevolezza di essere parecchio indietro rispetto al giorno della sua scomparsa lo faceva sentire in difetto, non era semplice autoconvincersi che il sè del presente fosse abbastanza, se la se stessa passata era diverse spanne avanti a lui. Si osservò la felpa che indossava, compagna di molte avventure, sorridendo all'idea di organizzare qualcosa di quotidiano e innocuo con la madre. Heh, finchè non sistemo il mio corpo dovrò vestirmi come i miei fratelli. Per quanto fosse pieno il suo armadio a casa, era passato parecchio tempo, e ancora non sapeva quanta poca stoffa adorava avere addosso la sua controparte. Mi piacerebbe una bella pelliccia calda. Commentò, giocherellando in modo distratto con la manica di Hikaru, il suo subconscio sapeva quanto adorasse quel morbido tessuto.


    La sua sfuriata scosse gli animi in un momento già parecchio delicato di suo, dove nessuno di loro poteva permettersi il lusso di perdere altro tempo. Raizen fu il primo ad avvicinarsi per consolarlo in qualche modo, trovandolo con la testa affondata tra le ginocchia, e la sua voce ovattata che si sentiva a malapena. Lo soOo. Mugolò, in una sorta di cantilena, anche se non sembrava crederci realmente. Ma prima ero da solo. Ora invece ho ritrovato qualcuno che mi conosceva, ho percepito dei ricordi... Attaccarmi unicamente al nuovo me sarebbe come rinnegare di aver fatto parte di quella famiglia. Poteva non essere del tutto corretto come ragionamento, ma la sua era una forte convinzione difficile da smuovere. Non voleva farsi semplicemente adottare di nuovo, voleva tornare ad essere la figlia che avevano cercato con così tanto impegno. Dopotutto Raizen lo aveva trovato al suo nuovo punto zero, non aveva aspettative per il piccolo Youkai, lo aveva visto crescere e ne aveva testato i progressi. Ma per la sua famiglia? Da come ne parlavano la storia era ben diversa. Ed ora, accettare di essere sempre un nuovo sè era diventato incredibilmente difficile. Se non altro, forse gli restava Raizen ad essere fiero dei suoi progressi, fino a che non fosse arrivato in pari con le aspettative passate.

    Fu il padre (seppur in formato spada) a parlare per primo quando finalmente riuscì a sciogliere il sigillo, dando sfogo a quelle deboli memorie nascoste che occasionalmente su facevano strada nella sua mente. Youkai era chiaramente un po' rigido, anche se le sue parole gli resero gli occhi lucidi, facendogli sbattere le palpebre più volte per resistere al lasciarsi andare ad un pianto consolatorio. Annuì vistosamente. Non sono tornato solo per mettermi comodo in una famiglia così unita. Voglio essere all'altezza delle vostre aspettative. Sorrise, osservando i presenti con determinazione, non voleva di certo che la sua scenata raffreddasse gli animi da battaglia. Gonfiò il petto con trionfo, preparandosi mentalmente allo scontro. Andiamo a spaccare qualche culo. Era pur sempre figlioccio di Raizen.


    Riunitisi con l'Inuzuka e lo Hyuuga, si iniziò a parlare della strategia, preparandosi ad ogni evenienza. L'Hokage aveva già messo in allerta Sokken, che doveva assicurarsi di qualsiasi variazione nel loro chakra ad ogni momento, e l'Uzumaki avrebbe aggiunto un dettaglio all'Inuzuka: La tua muta di cani potrebbe farci comodo come supporto contro i suoi genjutsu. Saprebbero liberarci da essi? Tenerli lontani dallo scontro principale e averli pronti solamente per attacchi di supporto poteva evitare loro inutili sacrifici.

    L'esplosione della porta sancì l'inizio di quella difficile battaglia. L'enorme quantità di cloni nemici era irritante, ma Youkai mantenne la calma: sapeva che il loro Hokage era un esperto in quel settore, e dubitava che i nemici potessero essere troppo vicini al suo livello. Erano semplici distrazioni, nulla di cui una buona strategia non poteva liberarsi. Per di più, Sokken individuò immediatamente le copie fisiche, cosa che non avrebbe fatto altro che semplificare loro il lavoro. Ma il primo approccio di Raizen, con Youkai ora fuso nel suo corpo, fu quello di un patto. Nello spazio mentale dell'Hokage, il piccoletto sussultò, osservando l'uomo con aria tradita. Scendere a patti!? Hanno fatto i loro porci comodi fino ad ora, cosa pensi di ottenere da un accordo, se non una pugnalata alle spalle?? Ruggì, irritato come poche volte lo era stato in vita sua. Di sicuro, Raizen avrebbe fatto leva sulla possibilità che una setta oggettivamente potente come gli Hayate si fosse potuta occupare di un simile assassino... Cosa che portò il giocane Uzumaki a mordersi un labbro, frustrato. Tsk! Nel migliore dei casi, finirebbero per usarlo come esca contro di noi. Sembrava assurda come conclusione, dopotutto il patto sembrava solido a sufficienza, uno scambio più o meno equo, sempre che avessero modi efficaci per eliminare una simile minaccia. Eppure a Youkai non piaceva, aveva ascoltato Yamato, li aveva visti all'Abete: un patto con loro non poteva che portare guai.

    Se la Speranza non avesse accettato il patto, inevitabilmente il combattimento sarebbe iniziato. Il piano di Raizen ebbe inizio, staccandosi dal suo corpo e attivando così il sigillo che trasformò l'Hokage in Youkai. Non appena lo vide scattare, preparò subito la sua difesa. Troppo veloce- Sokken! Difesa!! [Stratega] L'amicizia con Murasaki era stata utile per dargli una conoscenza approssimativa degli Hyuga: sapeva che erano maestri del chakra, e contava sul suo supporto repentino per difendere tutti, ora che stavano ancora sulla soglia, in attesa di farsi avanti. Raizen era partito in anticipo, ma attirato dalla trasformazione data dal Fuinjutsu, fu rapido nell'usare una delle tre catene che già lo avvolgevano per prendere l'ora esile corpo del Jonin con un rapido movimento ad arco, anticipando le sue mosse e trascinandolo con poca grazia nuovamente nel gruppetto, in modo che fosse alle spalle dello Hyuuga. [Slot Azione 1] Non si era detto di non essere affrettati?!

    Fu proprio la cautela a rendere vita facile all'Akimichi, che con una rapidità estrema andò a creare una spaccatura nel terreno, che in un secondo si aprì sotto di loro, rivelando pericolosi spuntoni. Youkai diede sfogo a tutta la sua energia per far attaccare due delle sue catene già estratte alla parete della porta demolita in precedenza, con un grido che, nascondendo a fatica il dolore per lo sforzo, avrebbe ordinato a tutti: AGGRAPPATEVI!![Slot Difesa 1] Era lento, ma la gravità non era rapida quanto quel temibile attacco, e la cosa gli avrebbe forse dato quel secondo in più di cui aveva bisogno per proteggere tutti. Il finto Youkai era ancora avvolto dalla catena dalla precedente presa, venendo trattenuto sospeso insieme a lui. [Slot Azione 2] A quel punto avrebbero tutti avuto tempo, dopo un rapido appiglio, di sfruttare muri o un semplice salto per riposizionarsi. Con un cenno della mano, Youkai indicò a Sokken di posizionarsi dietro tutti loro: avendo una mina vagante come l'Hokage pronta all'attacco con tanto di demone, preferiva che il potenziale del clan dagli occhi bianchi fosse usato per difese d'emergenza, e che il jinchuriki avesse modo di sfogarsi senza ostacoli. Un secondo cenno della mano per ordinare a tutti di mantenere la loro posizione, più vicina possibile all'entrata (pur evitando la fossa da poco creatasi), lasciò libertà a Raizen per caricare la sua Bijudama. Ed un'ulteriore trappola sarebbe scattata.

    La stanza precipitò nel buio per molti di loro. Fortunatamente, fu proprio la carica di quella tecnica dell'Hokage a causarlo, quindi ebbe tutto il tempo necessario per prendere la mira, e lanciare comunque la temibile sfera demoniaca nella direzione prevista, senza che nessun altro gli fosse d'intralcio. Nuovi colpi però sarebbero stati rischiosi. L'Hokage cercò riparo sul tetto nonostante la sua Bijudama fosse ben lontana da poterlo colpire, ma ciò, rendendolo uno dei bersagli più lontani, gli permise di evitare il genjutsu, così come a Sokken e Youkai, liberi dalla loro influenza. [Nota] Nel vedere i loro occhi saettare in modo confuso, sarebbe stato semplice intuire che qualcosa non andava. Grazie alle conoscenze di Seira, sarebbe stato l'Hokage stesso ad avvertirli del trucco, con Youkai e probabilmente Sokken a confermare la teoria. Maledetta strega... Non importa quanti trucchetti userai, stai solo rallentando il tuo destino, ma non puoi sfuggirgli in eterno!! Youkai, restando appeso alla porta con la terza catena, piantò le altre due delle sue catene nel terreno ora apertosi, tirando con quanta forza aveva in corpo per cercare di chiudere la pericolosa fessura, cercando di liberare tutti da quella nuova trappola. [Slot azione 3 + Nota] Era il più debole lì in mezzo, ma non voleva essere da meno. Avrebbe dato il suo supporto in ogni modo possibile, e al momento giusto avrebbe dato il meglio di sè per creare a tutti la situazione più vantaggiosa possibile. Sokken, Tetsuba! Avete la strada libera. Tu, usa i tuoi cani per liberarci di quanti più cloni di Seira possibili. Si voltò poi verso lo Hyuuga. Tu invece, fai lo stesso ma con Mineru, ma resta vicino a noi quanto più possibile. Voglio trovare l'originale. Aveva parecchie domande per la donna, ed era certo che potesse essere un bersaglio più semplice da catturare rispetto alla Speranza, forse con una rapida interrogazione mentre tenevano gli altri impegnati nel combattimento potevano scoprire qualcosa, e magari coglierla alla sprovvista una volta liberati i genitori dalla loro copertura. Siamo tutti in disparte al sicuro, quindi sentitevi liberi di sfogare i vostri attacchi ad ampio raggio finchè potete. Facciamogli vedere che non si scherza con Konoha.

    42/60 di chakra
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    The better me

    XV



    Youkai teneva Yamato per la collottola, ascoltando la sua confessione forzata, anche se stava dando pochi indizi utili. Lo sguardo dell'Uzumaki si inasprì nel sentire per la seconda volta "Hayate" come risposta. Hayate, Hayate, sempre Hayate. Rimase calmo solo per qualche secondo, osservando il fastidioso ghigno di sfida sul volto del genin... Per poi colpirlo senza preavviso con un gancio sul naso, lasciandolo andare immediatamente dopo, con le mani tremanti per la rabbia ed il rimpianto di quell'azione impulsiva. Quello che è giusto!? Ma fammi il piacere... Si allontanò dal prigioniero di sua spontanea volontà, riuscendo a trattenersi a stento. Il padre rispose con qualche parola di supporto, con una frase costruita a pennello per star bene in una vignetta di Spiderboy. Iniziava a riconoscere come i messaggi sparsi in tutto il fumetto fossero a tutti gli effetti rivolti più a lui (o meglio, a Yuuki) che al resto del mondo, come la figura del padre lo avesse sempre guidato da lontano nonostante tutto. Si osservò la mano, ancora tremante, con le nocche appena macchiate di sangue. Inspirò duramente. Non avevano nemmeno ancora iniziato a risolvere il loro problema principale, e già si sentiva pesantemente in svantaggio, nonostante giocassero in casa.

    Mentre Raizen era distratto con Yato, i genitori ebbero modo di prendere Youkai da parte, per aiutarlo con i ricordi delle arti Uzumaki. Arrossì appena all'idea di essere più forte della madre, faticava ad immaginarcisi: non che conoscesse realmente le sue abilità, ma per quello che aveva avuto modo di vedere, sembrava talmente sicura di sè da apparire imbattibile. Sentire il chakra di Hikaru scorrere in lui gli diede una sensazione di conforto e calore, misto a nostalgia, probabilmente dei momenti in cui era stata addestrata in passato. Chiuse gli occhi, e mentre faceva respiri profondi facendo scorrere quel chakra, mise in atto le parole del padre, rivedendosi rinchiuso come un bozzolo al centro di un fuinjutsu, con i kanji che lo circondavano che ne descrivevano la personalità, anche se in tanti di loro c'era la definizione di come il mondo lo vedeva, più di come lui vedeva sè stesso. Solo uno di questi brillava particolarmente, quello che teneva posizionato a livello del cuore, e sentiva come la sua stessa essenza: "determinazione". A quel punto, fu semplice estrarre le catene a piacimento, facendole scorrere in forme più e meno intricate, capaci finalmente di avvolgersi dove volesse, anche se vibravano di chakra oscuro, tentennando nervose. Il commento di Hojo lo fece reagire come aveva fatto fino a quel momento: uno stretto e forzato sorriso, incerto su come rispondere, ma certo di averlo deluso. Non sapeva se biasimarlo o meno, dopotutto, fino a che non avesse recuperato ogni singola memoria di Yuuki, quella parte di sè era agli effetti morta, ed il padre aveva tutto il diritto di piangerla. Heh... Ci alleneremo di nuovo insieme, no? Si domandava se fosse realmente possibile recuperare tutte le sue memorie, e se a quel punto potesse davvero dire di essere "Yuuki", o se il misto di vecchi e nuovi ricordi avrebbero semplicemente dato una nuova forma a "Youkai". Dopotutto, se era possibile recuperare Yuuki, niente gli garantiva che Shennong sarebbe rimasto sopito chissà dove, tanto meno le altre vite passate. Era curioso, ma era anche cosciente del pericolo.

    Anche Raizen aveva qualcosa da dire sulle sue catene, dandogli una piccola speranza di poter interagire un minimo con le anime altrui. Gli occhi si illuminarono all'idea di quella potenzialità. Forse... Se potessi in qualche modo far sì che il mio chakra la raggiunga, potrei utilizzare ciò che mi ricordo per intrappolarla nel suo stesso corpo. Non so se riuscirò ad estrarla... Ma farò il possibile per tenerla ferma. Aveva un briciolo di speranza, dopotutto le anime erano un argomento in cui aveva il vanto di essere un esperto. E, se anche solo una delle catene la avesse catturata, c'erano altri due Uzumaki a supportarlo, e renderle impossibile una fuga. Dopotutto, ucciderla non era il loro obiettivo, sapevano che avrebbero fatto solo il suo gioco. E, spesso, la morte non è che una scappatoia per qualcosa di decisamente peggiore.

    I genitori avevano qualche dubbio sulla trasformazione, ma Raizen li rassicurò spiegando meglio il suo piano, e poi fu il turno del figlio: Usciremo tutti insieme non appena sarà davanti a noi. Ma nasconderle almeno parte di noi potrebbe prenderla più alla sprovvista. Sa benissimo che siamo diretti lì, ma ancora non sa chi e quanti siamo. Lo scoprirà quando sarà troppo tardi. Strinse i denti, le mani che fremevano dalla voglia di saltarle al collo. Prima della loro trasformazione, la madre gli concesse un raro caldo sorriso, che avrebbe dovuto scaldare il cuore di Youkai, ma gli provocò invece una tremenda, tremenda sensazione. Rimase ad osservarla, stringendole la manica per qualche secondo. Li aveva appena ritrovati. Non avrebbe permesso a nessuno di separarli di nuovo.

    Youkai poteva aiutare poco con le sue abilità per quanto riguardava qualsiasi perdita di sangue. Non guardare me. Io mi occupo di anime. Forse Yato sarebbe stato più utile, come medico, ma allo stesso tempo, nonostante fosse all'oscuro di Youkai, era meglio se un membro del Progetto Y in meno fosse stato a disposizione in quella stanza. Non era solo la Speranza che stavano combattendo, ma Seira stessa. Una Seira a cui importava molto poco di Konoha, e ancor meno di mandare all'aria il progetto di una vita pur di dare agli Hayate quello che volevano.


    Il chunin non avrebbe fatto altro che seguire gli ordini di Raizen attraverso i cunicoli, sfruttando i suoi sensi ora più affinati grazie alle arti Uzumaki per scovare eventuali Fuinjutsu, e seguendo le strade dichiarate libere dai cloni. Attraversato il primo corridoio sicuro, l'Hokage chiese a Youkai e Fujiko di fare strada, in modo che i due potessero scovare eventuali sigilli più nascosti. Non appena si fosse imbattuto in uno di essi, Youkai lo avrebbe goffamente indicato, risultando forse ancor più innaturale nel corpo di Raizen, fermo in attesa sul dafarsi. Ed il dafarsi era disfare tale fuinjutsu. Ah... Non lo so fare ancora. Il Colosso sembrò sbiancare per un momento, vedendosi una certezza crollare, facendo sentire Youkai un inetto per l'ennesima volta in quella giornata. Aveva studiato a fondo quei libri, dopotutto gli erano tornati decisamente utili durante la missione ad Ame, ma si era concentrato di più sulla sezione "creativa", per copiare e crearne di nuovi, che sul distruggerne. Fece il muso, irritato. Sarebbe bastato l'ennesimo appunto su come Yuuki sapesse distruggerli con la grazia di una farfalla per farlo esplodere: CHIEDI A YUUKI DI DISTRUGGERLI ALLORA! Ruggì, ben più intimidatorio ora che aveva la voce ed il corpo di Raizen, facendo qualche passo indietro per allontanarsi dal gruppo nella direzione dichiarata sicura e facendo sbollire la rabbia.

    Si poggiò al muro con la fronte, rilasciando un pesante sospiro. mentre estraeva una catena per osservarla più da vicino, e la tristezza si faceva spazio tra la frustrazione. Sospirò, quello era un pessimo momento per sentirsi giù di corda. Forse Yato non ha tutti i torti nel credermi inutile... Rimuginava tra sè e sè, sforzandosi di ritrovare una concentrazione che era ora annebbiata solamente da cose che non sapeva fare, ma che la sua alter ego a quanto pare faceva anche ad occhi chiusi. Si fece tornare in mente alcune memorie che aveva visto in precedenza, dove si godeva il tempo passato con i genitori, ricordi più o meno sbiaditi, che mostravano una vita che a malapena ricordava, di cui sentiva comunque una forte nostalgia. Un ricordo in particolare, era una giovanissima Yuuki, a cui erano stati portati via i suoi biscotti preferiti, della pastafrolla a forma di stella ricoperta di zucchero a velo. Era stata Hikaru a negarglieli, dopotutto a breve era ora di cena, si sarebbe rovinata l'appetito. Ridacchiò della propria strategia, mentre si spostava nella stanza dove il padre era occupato con i suoi disegni, conscia che fosse il genitore più facile da corrompere, e gli faceva gli occhioni dolci. Hojo non poteva resistere a quel faccino. Il contenitore aveva un semplicissimo fuinjutsu, una bazzecola per un adulto, ma per una bambina come lei un lucchetto piuttosto arduo da superare. Forse per sfida, forse per resistere alla tentazione e non cedere ad essere il genitore che si fa controllare dai figli, Hojo le diede una sfida. Le insegnò come sbloccarli. Se voleva il delizioso tesoro all'interno di quel barattolo, doveva guadagnarselo. I ricordi erano incerti e vaghi, ma qualche informazione era lì presente. E la parte in cui otteneva il suo tanto agognato premio indicava che sapesse farli anche lui. Se aveva quel ricordo, ne aveva anche le abilità. Doveva solo unire quei pezzi con le nozioni dei libri.

    Il commento di Raizen sulle sue catene gli diede ulteriore speranza, anche se quella piccola luce era ovattata dalle incertezze. ...Mmmh. Ho imparato ad usarle cinque minuti fa, e la Speranza è un'esperta in questa roba. ...Certo, non sappiamo quanto di fretta fosse quando li ha fatti... Si sarebbe ri-avvicinato al fuinjutsu trovato, abbastanza intimorito dall'idea di attivarlo mentre tentava di fare esattamente l'opposto. Beh... Spero sia a bersaglio unico. Avrebbe estratto due catene, piantandole dove si trovava il sigillo, e facendo scorrere il suo chakra, che un pezzo alla volta avrebbe ricoperto il fuinjutsu. Il chakra si accese di energia, man mano che bruciava frammenti del sigillo sottostante, lasciando solamente una sbiadita macchia di una trappola non più attiva. Si voltò, con un goffo ed incerto sorrisetto stampato sul volto, forse nemmeno lui riusciva a credere di esserci appena riuscito. Stavolta però, non era un biscotto ciò a cui ambiva. [Rilascio]


    Avrebbero finalmente raggiunto l'entrata principale, preceduti da Tetsuba e Soken. Youkai fece un semplice accenno con la testa, restandosene muto per il momento. Entrambi sarebbero stati controllati mentalmente, non potevano permettersi di avere altri traditori tra le mani. Da lì a breve, ci fu un breve scambio tra Raizen e la Speranza, che commentò in modo chiaro dichiarando cosa voleva. A Youkai tremavano le mani, faticava a trattenersi. "Lasciarvi in pace"?? Questo sigillo è stato fatto per tenere lontano l'Assassino, non voi, vecchia idiota. Saranno anche spaventati da un veroimmortale... Non poteva non provocarli. ...ma voi non siete altro che zecche fastidiose. Sarà una passeggiata scortarvi personalmente in prigione. Ringhiava, furioso ed impaziente di averla faccia a faccia. Poco gli importava che avesse l'aspetto di Seira, dato che la Yamanaka gli aveva fatto lo stesso torto, ma nel passato. Non sarebbe accaduto una seconda volta.

    Youkai fece cenno a Raizen di aspettare, disegnandosi due sigilli sul petto, che avrebbe poi coperto naturalmente grazie agli abiti. [Sigilli] Fece un leggero con la testa non appena fu pronto. Il sigillo avrebbe sicuramente funzionato solamente finchè si trovava nel corpo di Raizen, ma tanto gli bastava per la sua strategia. Sarebbe arrivato il momento di tapparsi le orecchie, mentre il colpo di Raizen apriva loro la strada con un pesante boato.

    I vari shinobi partirono all'assalto, non avevano certo intenzione di lasciarsi scappare un simile vantaggio. Youkai invece, dovendo custodire quel corpo, rimase più indietro rispetto agli altri. Avrebbe fatto il suo ingresso per ultimo, restando di fronte alla porta, mostrandosi avvolto da tre catene che formavano come una gabbia sferica intorno al suo corpo. [Attivazione TS+Slot 1-2-3] Questo poteva dar subito l'idea che lui non fosse Raizen, viste le catene che lo avvolgevano, e gli Hayate sapevano di sicuro lui non fosse un Uzumaki... Ma allo stesso tempo, avrebbe fatto venir loro il dubbio, dopotutto si stava proteggendo, ed era stato l'ultimo ad entrare. Era stato così avventato da nascondersi mimetizzato in un diverso shinobi, sapendo che un piccolo taglietto avrebbe dato ad Hayate quello che volevano? Non fece altro che alimentare i loro dubbi. Meno sapevano su che bersaglio concentrarsi, meglio era per loro, che avrebbero sfruttato la situazione a loro vantaggio. E, grazie ai fuinjutsu, li aspettava una brutta sorpresa nel momento in cui avessero deciso di avventarsi proprio su di lui, e distruggere le catene per cercare di ottenere il suo prezioso sangue. [Riassunto sigilli]

    Chakra usato: 10,5
  3. .

    L'ora del the

    XI



    Youkai sorrise verso Yamato, sperando che finalmente potesse star sereno, ma le sue idee erano in forte contrasto con quelle di Hojo, che non si risparmiava parole (seppur tempestivamente bloccato da Hikaru, non era ancora il momento di far saper loro che qualsiasi parolaccia l'aveva probabilmente già sentita pronunciare dall'Hokage) sulla capoclan. Il giovane fece un cenno di assenso alla madre, per poi occuparsi di nuovo di Yamato, posandogli una mano sulla spalla. Voglio riunire tutti. Ma la capoclan è il motivo principale della mia scomparsa, e non sappiamo come possa reagire ad un mio ritorno improvviso, nè se in qualche modo già sapesse del mio ritorno e ha tenuto tutto nascosto. Al momento, potrebbe non essere una nostra alleata. Serviva però una nota positiva, che gli avrebbe dato dopo un ulteriore sorriso. So che possiamo fidarci di Raizen però.

    Hojo si lasciò andare alla sua confessione, sciogliendo il cuore di Youkai... almeno fino alla menzione dell'essere stata carina, che lo colse leggermente alla sprovvista, spingendolo a mantenere un sorriso tirato almeno fino a che il padre non stramazzò a terra, osservando alcuni dei servitori affrettarsi per farlo riprendere, voltandosi con aria incerta verso la madre: ...Non sono carino? Borbottò incerto. Fissava un punto vuoto della stanza mentre ascoltava le parole di Hikaru, incredulo dell'esser passato davanti la casa dei suoi genitori chissà quante centinaia di volte, senza nemmeno rendersene conto. Ridacchiò nervoso. Ormai non sapevo più a cosa credere. C'erano talmente poche notizie su chi fossi e sul clan, stavo iniziando a pensare di non avere nemmeno origini a Konoha. Aggrottò la fronte nell'udire i due nomi, presto rivelati come suoi fratelli. Natsu e Haru... Ripetè, come fosse un jutsu in grado di sbloccare la sua memoria. I nomi da soli non sembravano però sufficienti, anche se un brivido gli percorse la schiena pronunciando il nome di Haru. Sembrò sorpreso alla menzione del triplice omicidio, ma avrebbe sorriso appena. Ah. Speriamo stiano bene e tornino a casa tutti interi presto! Commentò, fiero che i suoi fratelli fossero fuori a cercare un pericoloso assassino che aveva già compiuto ben tre omicidi.

    Hojo, finalmente ripresosi, tornò attivo nel momento in cui dovevano tirare le somme di tutto quel mistero. La sua teoria aveva senso, dopotutto se solo una frase era stata in grado di risvegliare dei geni dormienti in Youkai, qualcosa che lo "marchiasse" come membro del Progetto Y diventava quasi una certezza. Beh, su questo non ci sono più dubbi allora. Almeno uno di loro, se non tutti, sanno bene chi sono. E non è improbabile che, dato che sono stato portato via già una volta, volessero tenermi distanti da voi per evitare ulteriori influenze. ...Ma perchè non mi hanno contattato e messo al corrente del Progetto Y non appena sono arrivato? Youkai portò una mano al mento, pensieroso. Come stavano continuando a commentare i genitori, parte di quella storia non aveva senso: includere l'Hokage, visto che si trattava della chiave per sciogliere il sigillo, era logico solo se si pensava che chiunque fosse volesse o liberare gli Uzumaki, ma Hojo ne sarebbe stato a conoscenza, oppure attirare l'assassino, ma mettere a rischio tutti gli Uzumaki e potenzialmente tutta Konoha andava contro i principi stessi della Radice.

    Suo padre lo avvertì che erano indubbiamente coinvolti gli Hayate, e non scagnozzi qualsiasi ma uno dei tre Saggi, dato che poteva percepire una lacrima. Questo Sendo che aveva nominato era diventato immediatamente un sospettato, notizia alla quale la madre reagì con un pericoloso scintillìo negli occhi. Youkai si morse un labbro, mentre un preoccupato Yamato protestava. Non possiamo rischiare di lasciare anche un solo Hayate a piede libero. Dopotutto, chiunque fosse, ha cercato di incastrarmi, potevo finire male per colpa sua. Ma non temere, metteremo in chiaro che vogliamo solo che risponda ad alcune domande, e di non mentire. A bassa voce, avrebbe aggiunto: Terrò il mio Vuoto pronto se dovesse servire. Starà bene, Hayate o meno. Ma dobbiamo sapere la verità. Si sarebbe poi voltato verso Hikaru, facendo un leggero cenno con la testa. Voleva che fosse meno aggressiva nella sua interrogazione, ma non le avrebbe impedito di usare la sua corona per assicurarsi della verità. Se non avesse avuto niente da nascondere, non avrebbe avuto nulla da temere, e come membro del Clan proibito, non aveva motivo di tener nulla nascosto a lei o a Hojo, a meno di essere realmente uno degli Hayate. Avrebbero scoperto in fretta se fosse stato lui a dare la soffiata o meno, sarebbe bastata quella come domanda.

    Youkai aggrottò appena la fronte, di certo ammirava la loro dedizione nel voler ritrovare la figlia perduta, ma addirittura unirsi ad Hayate iniziava a sorpassare una linea di cui non sapeva se essere fiero. Reagì con espressione decisamente sorpresa, che mutò rapidamente in un breve pianto commosso quando Hojo confessò che fu proprio Spiderboy e di conseguenza il legame con la figlia a salvarlo da quella tentazione. Si sarebbe lasciato andare ad un breve abbraccio, affondandogli la faccia al petto. S-Spiderboy sarà sempre più forte di Hayate! Sono fiero di averti come padre! Confessò, tirando su col naso, probabilmente entrambi avrebbero avuto bisogno di qualche minuto per riprendersi. L'argomento si fece ancora più serio: la reliquia apparteneva a Shennong stesso, o in qualche modo era stata creata da un suo frammento. Youkai era turbato. Non sapeva come un oggetto simile potesse reagire con... Shennong stesso. Di certo non aveva intenzione di farsi influenzare da quel potere, anche se ancora voleva recuperare quelle memorie, nonostante sembrasse che Sanako le custodisse sotto sua esplicita volontà. Di certo ammirava la dedizione del padre di arrivare a sacrificare un pezzo di sè pur di avere la speranza di ritrovarla, ma non potè che sentirsi colpevole, sia come figlia scomparsa, che come Shennong. Mi... dispiace. Commentò, con un filo di voce. Non era il momento di far saper loro tutta la verità, c'erano problemi ben più urgenti. Mi farò perdonare in qualche modo, lo prometto. Ma al momento, mi rincuora sapere che abbiamo qualcosa che potrebbe persino intaccare la Rinascita delle Lacrime. Se Shennong ha sconfitto Amesoko, sicuramente le sue reliquie possono annullare o distruggere le Lacrime. Fissò il padre, con evidente preoccupazione. E questo mette anche te in pericolo. Hayate vorrà impossessarsi o distruggere simili reliquie. Non esporti troppo, per favore. A quel punto, si sarebbe fatto un'ulteriore domanda: era forse lui stesso in grado di distruggere le Lacrime? Rievocare quel potere richiedeva un potenziale sacrificio non da poco, ma avrebbe potuto limitarlo o raggirarlo pur di sconfiggere gli Hayate, una volta che se li fosse trovati davanti? Sarebbe stato pronto a rispondere a quella domanda, se avesse avuto la perfetta occasione per sfruttarla? Se riuscissi a riprendermi il mio potere di controllare la mia anima, forse potrei fare qualcosa di più.

    Le carezze della madre lo fecero arrossire appena, agendo in modo polarmente opposto alle sue catene, donandogli una pace che solo il Vuoto gli aveva saputo dare fino ad ora. La sua influenza però non era intensa a sufficienza da non farlo sussultare quando sentì che la colpa del loro sterminio era dei Kaguya, uno dei quali ammirava come libero mercenario. Chissà se Feng stesso era stato complice di quel genocidio. Fissava un punto imprecisato del pavimento con gli occhi sgranati, non reagendo nemmeno alla notizia su Hayate, ritardandola invece di parecchi secondi, momento in cui lo stress aggiunto lo fece sobbalzare con un gridolino incredulo. Tuo fratello minore!? Respirava rapidamente, si aspettava di sentire che fosse parte del clan della madre, ma non immaginava che il loro legame fosse tanto stretto. E' mio ZIO?? Hayate?? Quell'Hayate?? Lo sguardo era vuoto e schizzato, mentre nella sua mente ronzavano i pensieri di una simile implicazione. Poteva ancora pensare di affrontare un membro del clan, ma suo zio? Aveva sempre detto a sè stesso che la famiglia veniva prima di ogni cosa, prima con Raizen che considerava quasi un padre adottivo, o più adatto un fratello maggiore, da meno di un'ora aveva ritrovato la sua vera famiglia e riscoperto il loro travolgente affetto... e con Hayate, come si sarebbe dovuto comportare? ...Mi serve un momento. Balbettò, incredulo di come la sua vita si fosse ribaltata per due volte nella stessa ora. Su una cosa era certo: non doveva per forza approvare le azioni di un suo parente, e di certo quel legame non si estendeva alle centinaia di membri della sua Setta. Almeno quello era chiaro. Di certo non sapeva rispondersi su come avrebbe reagito se si fossero mai incontrati. E mostrò un certo stupore nel sapere che non si era affatto ribellato alla decisione della sorella di non seguirlo. Si morse un labbro, visibilmente teso. Tutto qui? Forse almeno per la famiglia mantiene un lato più tenero... Io o i miei fratelli lo abbiamo mai incontrato? Hikaru poteva avere informazioni sensibili su una delle persone più misteriose del continente, grazie al loro legame di sangue, anche se per quel che ne sapeva Youkai, poteva essere sparito e aver creato la sua setta all'oscuro di tutti, senza dare accenni della sua follia ad alcun membro della famiglia. Hikaru ebbe la buona idea di distrarlo aggiungendo qualche notizia sui suoi fratelli, unita ad un buffetto familiare che lo fece reagire con una breve risatina, borbottando con la mente ancora un po' annebbiata: Mi piacciono le catene del Clan... Mi piacerebbe vedere Natsu in azione.

    Venne preso leggermente alla sprovvista dall'abbraccio della madre, ma quel caloroso gesto, unito a quella pelliccia dall'odore familiare, gli dava un senso di sicurezza e protezione ben radicato nel suo subconscio. Nonostante le tremende notizie di cui stava venendo a conoscenza, non poteva che affondare il suo viso in quell'abbraccio, stringendo la madre a sè percependo una profonda pace. La catena che andò a sfiorargli la guancia gli causò un brivido più grave del dovuto, facendogli scuotere la testa emettendo un lamento di dissenso, nascondendo ancor di più il volto nella pelliccia. Non gli serviva ricordare che la madre che gli stava dando quel sollievo morale era la stessa che lo aveva freddamente torturato senza un briciolo di pietà. Ascoltò la cronaca di quel tremendo periodo della sua vita, ricordando solo frammenti confusi sui quali non voleva concentrarsi, impressionato dal coraggio e perseveranza mostrate da Haru... e visto il trauma, iniziava anche a capire perchè quel nome gli mettesse i brividi nonostante tutto. Forse in futuro sarebbe stato tentato dall'esplorare ulteriormente quelle memorie perdute (forse spinto da Raizen stesso, dato che potevano esserci preziose informazioni o addestramenti ora perduti nel subconscio), ma al momento voleva concentrarsi sulla sua vera famiglia. Spero di incontrarlo presto. E che non resti deluso dal... diverso me.

    Presto arrivò il momento di partire. Vedere Yamato così carico lo fece sorridere, ma non nascose uno sguardo tremendamente preoccupato. D'accordo, ma fai attenzione. Ho avuto modo di vedere le potenzialità di alcuni degli Hayate all'Abete, oltre alla Speranza stessa. Fa in modo che non approfittino delle tue debolezze. Lo mise in allerta, ma ogni aiuto poteva far comodo. Lui stesso era un genin ai tempi, e seppur avere l'aiuto di Xu Shu fu un'occasione decisamente fortuita, aveva avuto modo di fare la sua parte.


    Il sollievo di Youkai nel rivedere sia Raizen che Hitomi venne momentaneamente spento dal suo freddo ordine. Con un leggero sussulto, avrebbe stretto le labbra, affrettandosi ad ubbidire a quel comando, dopotutto l'Hokage aveva ancora una certa influenza su di lui avendo conosciuto la sua famiglia da così poco. Si affrettò però nel spiegargli come fossero tutti alleati, ben più stretti di quel che credeva. Temeva uno scontro vista l'ostilità con cui Hojo si stava avvicinando a Raizen, forse per tutti gli anni che come padre gli aveva rubato, ma fu piacevolmente sorpreso e sollevato nel vedere la sua reazione, che causò una scioccata sorpresa nel resto dei presenti. E'... Particolarmente affettuoso nei miei confronti e ciò che mi riguarda. Spiegò, con un sorriso un po' tirato. Si fece aggiornare sulle condizioni di Hitomi, spiegandole a sua volta e in poche frasi che di fatto non spiegavano un bel niente cosa fosse successo dopo l'arrivo di Hojo.

    L'Hokage decise che la cosa migliore per tutti era di prendere un momento di respiro, rilassarsi e schiarire le idee. Chiese a Youkai delle sue condizioni, cosa che lo portò a guardarsi le fasciature ai polsi. Mh-mh. E' stata... intensa. Ma considerando cosa ci ho guadagnato, ne è valsa la pena. Sorrise appena, facendo scivolare lo sguardo verso i suoi genitori. Lo sai, ho anche due fratelli! E due zii! Oh... Commentò con orgoglio, anche se dopo qualche secondo si spense, mostrandosi più turbato, e facendogli cenno di avvicinarsi al suo viso, per potergli sussurrare all'orecchio: Non concentriamoci troppo sulla cosa per ora, ma uno degli zii è il... signor Hayate. Gonfiò goffamente le guance, tamburellando le mani sulle gambe, non avendo trovato un modo migliore per aggiornarlo su una simile notizia. Forse sotto sotto voleva ulteriori opinioni su come comportarsi a riguardo. Non sarebbe intervenuto granchè ad interrompere l'Hokage, se non quando entrò la reliquia in argomento, dettaglio su cui doveva metter bocca. La reliquia apparteneva a Shennong, un antico shinobi che aveva sconfitto Amesoko parecchio tempo fa. Non sappiamo molto di più, se non che le reliquie reagiscono alla presenza delle Lacrime. Aveva raccontato a Raizen delle sue visioni all'Inferno, dopotutto l'Hokage stesso aveva in parte subito quello stesso potere. Gli sarebbe bastato fare due più due per collegare le cose, ma doveva mettere in chiaro che non era il momento di rivelare certe informazioni. E a questo punto non è impensabile credere che le Lacrime a loro volta possano reagire a queste relique, anche se non ne abbiamo la certezza.

    In breve, Youkai avrebbe usato le informazioni di Hikaru per usare per la prima volta la sua identità fittizia, riapparendo come dal nulla davanti agli occhi di Yato. Si sarebbe fatto distrarre da uno specchio, controllando la sua nuova identità, non dissimile da quella che aveva ad Ame in una delle loro precedenti missioni. Aaaw- ora dovrò abituarmi anche a questo? Borbottò, forse poco prima di essere insultato da Yato (se non direttamente assalito, come presenza sconosciuta apparsa dal nulla al pari di un fantasma). Avrebbe alzato le mani, con un sorriso incerto. Youkai! Sono Youkai! Questa è la mia apparenza sotto Concordato. Tutte parole di cui il Senju non poteva essere a conoscenza, cosa che lo avrebbe portato a fare un pesante sospiro. Okai, da dove iniziare... Sono informazioni riservate, quindi concentrati sulla missione e vedi di non farti sfuggire niente con nessuno. Il Concordato è un potente fuinjutsu fatto per proteggere e nascondere tutti gli Uzumaki qui a Konoha, altrimenti un assassino impossibile da sconfiggere potrebbe arrivare e sterminarci tutti. Spiegò con semplicità, iniziando ad aggiungere informazioni senza che Yato potesse chiedere delucidazioni. Abbiamo scoperto che ci sono degli Hayate infiltrati e sospettiamo che vogliano rompere questo sigillo, tenuto in piedi da Shika, il precedente Hokage. Oh, e la Radice è ancora attiva, e temiamo che uno degli Hayate sia infiltrato proprio ai piani alti, e stia controllando gli eventi. Le informazioni divennero presto più personali, e forse più assurde, com'era solito capitare a Youkai. Ho trovato la mia famiglia, e hanno confermato che ero femmina alla nascita. In passato mi sono scontrata come Yuuki contro questo assassino, e pare che mi abbia ucciso, ma non abbastanza, e gli Ormoni che aveva usato su di me sono diventati permanenti mantenendo così la mia forma maschile. Per fortuna non è una cosa urgente da dover risolvere, ma grazie a questo abbiamo scoperto che facevo parte di un certo Progetto Y, e che i membri della Radice, e quindi forse pure uno degli Hayate, abbiano ora alcuni codici che possono risvegliare dei comandi subconsci in me. Gonfiò le guance, tamburellando un piede leggermente nervoso. Forse aveva detto troppo, forse troppo poco, ma riteneva Yato un suo fedele compagno di team, se non forse un po' brutale nei modi. Quindi, uhm... Se dovessi in qualche modo sembrarti ostile nei tuoi confronti o quelli di un alleato, hai il permesso di immobilizzarmi. Borbottò, dopotutto la madre gli aveva messo in chiaro che erano riusciti persino a farla andare contro il suo stesso fratello, il suo preferito da come lo raccontavano, la prudenza non era mai troppa. Certo, in queste condizioni non faresti che combattere contro nemici invisibili... Si strofinò la nuca, evidentemente a disagio, mordendosi un labbro mentre aspettava eventuali domande di Yato. Ma dopo di esse, con una certa fretta, avrebbe indicato il tavolo vuoto alle loro spalle. Okai, so um, se non ti dispiace. Torno un attimo da loro. Ti ri-aggiorno poi. Tu... aspetta un attimo qui. E, come aveva anticipato, sarebbe scomparso ai suoi occhi, tornando sotto Concordato.

    Era tornato al momento giusto per sentire Raizen che chiedeva l'aiuto della madre, e per sentire delle accuse su Hojo che non condivideva. Mi avevano spedito chissà dove solo perchè mio padre le pestava troppo i piedi! Lamentò Youkai. Pur comprendendo le responsabilità di un leader, c'erano semplicemente azioni che andavano oltre, e non sarebbe stato semplice convincere il diretto interessato che tutto il dolore ed il trauma causato ad un'intera famiglia fosse necessario per un bene superiore. Avrebbero potuto dare una nuova occasione a degli orfani che avrebbero sicuramente apprezzato una nuova famiglia, invece di separarci senza motivo. Avevo solo sette anni! Commentò, frustrato dal fatto che Raizen si fosse sentito in dovere di correggere un parere proprio su una capoclan dalla dubbia morale che lo colpiva personalmente. E non bastasse, per colpa del loro stupido progetto, per quel che ne sappiamo i capi della Radice, se non la capoclan stessa, possono controllarmi come un burattino! E se possono loro, può sicuramente l'Hayate infiltrato! Con una singola frase sono riusciti a far sparire anni di allenamenti in cui usavo la mia anima, ed ora invece ho le catene del clan! Potrebbe bastargli uno schiocco di dita per rendermi un vostro avversario. Aveva gesticolato animatamente durante tutta la discussione, prima di stringere i pugni sui fianchi, sforzandosi di calmarsi. Non tutti sono degni di essere Capoclan. Specialmente se fanno parte del gruppo della Radice, che hanno riformato alle tue spalle. Voleva ricordargli come entrambe fossero vittime.

    La discussione non sarebbe andata avanti ancora a lungo. I servitori della loro famiglia stavano già spargendo la voce sul ritorno di Yuuki, mettendo in guardia gli Uzumaki di possibili Hayate infiltrati, e non appena la riunione si fosse conclusa, si sarebbero affrettati nel contattare e portare da loro sia i genitori che il cugino di Yamato, preparandosi alla forse breve interrogazione che dovevano subire, con uno Youkai leggermente agitato dalla cosa. Yato era di vedetta, anche se fuori dal Concordato poteva fare ben poco, e Raizen sembrava incerto se includerlo o meno. Non mise bocca al momento, ma lo avrebbe certamente fatto se la situazione avesse richiesto un ulteriore alleato, sperando che ne avessero avuto il tempo.
  4. .

    Il grande Ritorno

    IV



    Youkai gonfiò il petto, riempito da complimenti inaspettati che non pensava di ricevere. Kairi non conosceva la reale situazione dove il piccolo Uzumaki creava più caos che aiuto, usando stickers per creare codici unicamente comprensibili a lui, ritardando consegne, e riuscendo a restare a galla solo grazie ad Hitomi, che continuava ad occuparsi di tutto alle sue spalle. In un certo senso ultimamente le cose erano andate meglio, ma solo perchè Raizen aveva in qualche modo compreso alcuni dei codici di Youkai. C'era da sperare che non cambiassero nel tempo con l'evolversi delle sue abilità artistiche.

    Con un buon pasto caldo davanti potevano entrambi rilassarsi, iniziando a parlare del più e del meno. Alla menzione del Senju sorrise: Oh, ci frequentiamo spesso! E' un po' freddo e distante come al suo solito, ma sai com'è fatto. Sta diventando parecchio forte! Commentò, orgoglioso, quasi fosse merito suo. Naturalmente Yato avrebbe avuto ben altro da dire in risposta, ma il giovane foglioso aveva un suo punto di vista che era certo fosse quello giusto. Su Shin non aveva molto da dire. Non lo vedo dalla missione all'Abete. Non ci siamo mai frequentati molto... Mi sembra di aver sentito Raizen lamentarsene qualche volta. Riflettè, pensieroso, dopotutto la maschera a lui assegnata era tornata al suo posto. Forse non era la cosa migliore da dire a una possibile sua amica, appena tornata dal villaggio, Portò immediatamente le mani avanti, borbottando con agitazione: M-Ma sono sicuro non sia niente!! Raizen mi sgrida quasi tutti i giorni! Sono certo che stia bene. Di certo era vivo, o ne avrebbe avuto notizia, e non era nemmeno al corrente di alcun tipo di tradimento (per quel poco che si concentrava nel leggere i vari documenti e notizie).

    Youkai riprese a mangiare mentre fu il turno di Kairi di dire la sua... quasi soffocandosi quando l'altra gli rivelò la verità su sua madre. UGH- Braccio destr- Preso da pesanti colpi di tosse per uno spaghetto andato di traverso, non appena si riprese avrebbe tirato su la testa con espressione a dir poco sconvolta, che nonostante tutto sforzava un sorriso poco convinto. Aaaah... Questo è... Um... Portò le mani alle guance, con i gomiti sul tavolo, sforzandosi ulteriormente di tenere un sorriso,, ma gli occhi e le sopracciglia mostravano con chiarezza la sua preoccupazione a riguardo. La famiglia è importante! Ma-Magari non andare più a cercarla da sola però, hm? Shiro aveva lasciato una pessima cicatrice su tutta Konoha, e di conseguenza era quasi sollevato nel sapere che non aveva avuto modo di rintracciare nessuno di loro. Se non altro avevao comunque ottenuto diverse informazioni. Heh, tornerai a casa con un bel po' di cose da raccontare! Probabilmente dovrai restare in Amministrazione un bel po' per fare un rapporto completo, ma mi assicurerò che tu abbia tutti gli stuzzichini possibili per farti sentire ben accolta. Sorrise solare, almeno in quello era bravo.

    Gli studentelli erano fin troppo timidi per farsi avanti, ma non avevano mollato i due per un secondo. I borbottii più assurdi si levavano da quel tavolo, tra un improbabile amore tra i due, al domandarsi se quello degli Uchiha di abbandonare il villaggio fosse un vizio o un rituale, ad uno di loro che pensava di avere qualche chance di chiedere un appuntamento proprio a Kairi, nonostante la sostanziale differenza d'età, e altre chiacchiere da teenager scostanti tra loro.


    Osservò la gioia crescere in Kairi man mano che si avvicinavano al villaggio, parlandole delle novità che lei notava, dato che lui era fin troppo abituato per ricordare cosa fosse effettivamente nuovo. L'Amministrazione, per esempio, sarebbe stata un discreto shock (si spera in positivo) per l'Uchiha. Ah, già! Dopo alcuni, um, problemini, si è deciso di ricostruire tutto da zero. Sono stati molto veloci c'è da dire. Raizen pensava che una grossa piazza accogliente fosse più in tema con un edificio come quello dell'Amministrazione. Anche se il monumento ai caduti rende tutto molto malinconico. Al centro della piazza, il simbolo di Konoha stessa, un gigantesco albero bitorzoluto, e davanti ad esso un monumento ai caduti in onore del villaggio.

    C'era molta naturalezza nelle movenze di Youkai una volta all'interno dell'edificio, era chiaro che era lì dentro da abbastanza tempo da considerarlo quasi come casa sua (senza troppo quasi, dato che l'appartamento di Raizen era lì, e lui ci viveva insieme). Sembrava conoscere tutti i dipendenti per nome, nonostante non tutti lo vedessero come una figura positiva, per tanti era la mascotte dell'Amministrazione, e la maggior parte di loro apprezzava l'aria di positività che portava, soprattutto durante giornate troppo stressanti di lavoro. Non sembravano prenderlo troppo seriamente, c'era da dire.

    Youkai aprì la grossa porta in legno che li introdusse finalmente di fronte all'Hokage, invitandola ad avvicinarvisi. L'ambiente dava un'aria di solennità che solo una figura ai livelli del Kage poteva dare... Eppure Youkai si comportava come fosse nel salotto di casa, ad indicare nuovamente quanto fosse abituato a quell'ambiente, e non solo, ma anche alla presenza dell'Ikigami stesso. Sembrava però molto nervoso quando Raizen chiese di essere aggiornato sulla sua assenza, soprattutto dopo la news che aveva sentito da Kairi stessa, tappandosi la bocca con le mani per evitare di parlare al posto suo. In breve, avrebbe deciso che allontanarsi di poco per non rovinarle il momento sarebbe stata l'opzione migliore. Vado a prendere degli snack!! Zompettò, allontanandosi fuori per sparire qualche minuto, dando all'Uchiha il tempo di aggiornarlo prima di poterla interrompere, e tornando con patatine, qualche bibita rigorosamente senza zucchero, e più "sane" barrette proteiche. Si sarebbe accomodato sulla poltrona senza troppi complimenti, dopo aver abbandonato gli snack direttamente sulla scrivania, tenendo per sè solamente un pacchetto di patatine. Un servizio degno del segretario personale del Kage.
  5. .

    Ghost!

    VII



    Youkai era ancora intento ad analizzare a fondo le varie portate (come caldamente consigliatogli da Raizen, e bel allenato da ogni tipo di piatto o snack che Hebiko di tanto in tanto regalava loro), quando sentì per un momento la voce di Raizen che lo intimava ad usare la sua miglior tecnica di distrazione: fingersi morto. Era già pronto alla sua perfetta recita, quando però lo Yakushi fermò l'Hokage stesso, congelando sul posto anche il giovane konohaniano, incerto sul dafarsi. Ne seguì una discussione, che alle sue orecchie suonava come un brusio, concentrato nuovamente sulle sue pietanze, fidandosi a sufficienza dall'addentare almeno un paio di noodles, positivamente sorpreso dal gusto delicato e piacevole.

    Spostava lo sguardo qua e là, tra i vari Jonin, cercando solo ora di ascoltare, a ormai fine discorso, sperando di raccogliere quel poco di informazioni che gli potevano servire per non sembrare stupido se interpellato. E tra un boccone e l'altro, proprio quando lo sguardo scivolò nuovamente sul colosso otese, che notò un bagliore biancastro alle sue spalle. Aspirando uno degli spaghetti, si sporse di lato, sforzando quanto più poteva sia il collo che la schiena, per raggirare dalla sua posizione l'enorme stazza del Mikawa. Mmmm-mhh?? Mugolò, a bocca piena, difficile dirsi se fosse sorpreso o se stesse cercando di attirare l'attenzione di qualcuno si quella figura eterea. L'unica cosa che Ryuugi avrebbe potuto notare era vederlo fissare imbambolato un punto imprecisato alle spalle del Kokage. Ma, così com'era apparso, il misterioso bambino scomparve nel nulla. Inghiottì il suo boccone, voltandosi rapido in cerca di qualcun altro che se ne fosse accorto. I Jonin erano ancora impegnati tra loro, Raizen e Febh in procinto di andarsene, cosa che lo spinse ad alzarsi in piedi anche lui, terribilmente distratto da quell'evento e dal non capire cosa stesse succedendo tra i due kage. Incrociò finalmente lo sguardo con Ryuugi, che a sua volta sembrava cercare conferma di qualcosa. Youkai sussultò. Lo hai visto anche tu!?

    Non ci pensò due volte. Prese il polso della ragazzina, una presa delicata ma decisa, che l'avrebbe costretta a seguirlo per evitare di piantare la faccia per terra per lo strattone improvviso. Vado un attimo a vedere una cosa! Commentò di corsa, con la sunese alle spalle. Qualsiasi tono incuriosito o confuso nei suoi confronti lo avrebbe portato a giustificarsi in modo molto semplice: Pensavo Febh scherzasse quando parlava di fantasmi! Ah- Signor Kokage, con permesso... Con un discreto timore, si sarebbe prima assicurato che il suo sospetto fosse fondato: avrebbe controllato alle spalle della sedia del Kokage, e una lunga occhiata sotto al tavolo, ma niente. Era realmente sparito nel nulla.

    Sarebbe arrivato il momento di spiegare tutto anche alla ragazzina, lasciando finalmente la presa e spiegando in qualche modo la sua reazione. Avevi una faccia, pensavo avessi visto anche tu il fantasma! La situazione gli sarebbe probabilmente stata spiegata in breve, portandolo a corrugare la fronte. Youkai aggrottò la fronte, cercando di annusare l'aria a sua volta, senza però sentire niente di ciò che gli fu descritto. Huh. Raize- L'Hokage si sarebbe accorto subito se ci fosse stato qualche odore strano. Ha il naso di un segugio! ...Magari sei una medium, ma che percepisce solo gli odori? Si mostrò pensieroso, riflettendo poi su ciò che aveva visto lui stesso, ed eventualmente rispondendo a possibili dubbi della ragazzina (vista la sua balbuzie, avrebbe ben volentieri anticipato le sue domande). Oh, non sono un medium. Non penso almeno. Fin'ora gli unici fantasmi che ho visto erano nell'aldilà. E là ti aspetti che tutti siano così, e poi sono più anime, non fantasmi. ...In realtà i fantasmi dovrebbero essere proprio anime, non credi? Chissà se posso manipolare un fantasma... Sarebbe tornato in sè da lì a poco, rilasciando quello che sembrava un fuoco fatuo dal suo petto. [Tecniche] Fammi controllare in giro. E se senti di nuovo l'odore, dimm- Si bloccò, stringendo le labbra per qualche secondo mentre pensava ad una migliore alternativa. -tirami la manica due volte. Le consigliò, annuendo con decisione. Le sarebbe rimasto però vicino, dopotutto il suo frammento era libero di andare dove preferiva, anche se il raggio era limitato, aveva una discreta area esplorabile a disposizione. Si sarebbe mosso un oggetto dopo l'altro, alla ricerca di quella figura misteriosa. Non aveva mai avuto un simile incontro, potendo manipolare la sua stessa anima ed essendo non solo passato dall'inferno, ma anche uscito vivo, credeva di averle ormai viste tutte. Inoltre, se quella fosse stata realmente un'anima dispersa incapace di raggiungere il proprio regno, era suo compito aiutarla per intraprendere il processo di reincarnazione. E magari lasciare un messaggio alla Santa, mentre passava.
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    The Sacred Timeline


    VII



    Il grido della ragazzetta prometteva bene, ma allo stesso tempo il Joker non aveva perso tempo con il contrattacco: fortunatamente la reazione tempestiva dei gregari appena liberati sembrava averli fermati, almeno per il momento.

    Arrivò ansimante alla biblioteca, riprendendo fiato ma ancora in allerta, non avrebbe sottovalutato individui con in mano il potere di manipolare il tempo stesso. Dopo una rapida conta dei gregari presenti ed essersi assicurata che Aoda aveva ormai intrapreso la sua strada per andare a prendere Diogene, non dovevano fare altro che fargli perdere tempo. Etsuko e Kensei erano presenti, insieme a quello che solo dal tono di voce avrebbe riconosciuto come Eiatsu. Woah, a te non è andata bene. Diogene... Non è ancora qui. Mormorò l'ultima parte sottovoce, irrequieta, non aveva intenzione di farsi sentire dalla persona sbagliata. Ma dal gesto calmo e di pazienza delle mani si capiva che aveva un asso nella manica, solo non avrebbe avuto il tempo di rivelare loro di Aoda. Dopotutto delle macerie non avrebbero fermato i mostri che li avevano appena raggiunti.

    Ebbe un sussulto tale da bloccarle il fiato quando si ritrovò nuovamente davanti gli stessi individui, la ragazzina dall'aria particolarmente furiosa. Comprensibile, dopotutto aveva appena ucciso il suo-

    TU!?!

    Le ansie e preoccupazioni erano mutate rapidamente in nera rabbia alla vista del tizio col cappello. Era ancora ferito, ma non sembrava aver subito poi tanti danni dalla sua bomba. Eppure era certa fosse andato a segno!! Trovarselo ancora tra i piedi le aveva dato nuova energia, tutto per via del suo orgoglio spezzato. Non poteva accettare di vederlo ancora in piedi, sia per il bene del suo Ego, sia perchè Amari aveva un compito troppo importante, ben più del Joker e la sua sottoposta.

    Etsuko le aveva fatto una chiara richiesta, alla quale avrebbe annuito con decisione. Farò ben più di questo. Non avrebbe solamente temporeggiato. Avrebbe fatto sì che nessuno di loro fosse più in grado di manipolare il tempo. Il suo sguardo si spostò prima sulla ragazzina, in alto a loro, e poi sul Joker. Sembrava non aver attenzioni per nessun altro.


    Se pensi di poterti mettere contro questa famiglia ti sbagli di grosso. Conosco bene i Mikawa. Potresti anche essere un dio sceso in terra, mostrar loro che non hanno speranze... Non spezzerai la loro volontà. Saranno sempre pronti ad affrontarti, uno dopo l'altro, FACCIA A FACCIA! MIKAWA! MOSTRATEGLI CHI SIETE VERAMENTE!!



    Dopo aver dato per bene la carica al gruppo, e aver attirato a pieno l'attenzione del Joker, si sarebbero mossi: ad un cenno deciso della mano della donna, il gruppo si spostò in sua direzione coeso, con la Vipera che con impressionante agilità si sarebbe mossa tra di loro, flessibile ed impossibile da vedere in modo chiaro mimetizzata tra i vari gregari. Avrebbe fatto un rapido cenno ai suoi compagni nel momento prima di scattare: qualsiasi distrazione le avrebbe fatto comodo. Non poteva abbassare la guardia contro uno come lui. [Movimento gratuito+ Nota]

    La prima cosa fu lanciare una bomba sonora in alto, il più vicino possibile alla ragazzina: importava poco che la bomba riuscisse ad assordarla, o che avesse perso tempo ad intercettarla, avrebbe fatto il suo dovere in ogni caso: tenerla occupata. [Azione I] Lanciando la bomba più in alto della giovane, l'avrebbe quantomeno costretta ad osservare in alto, a subirne gli effetti se distrutta, e cosa più importante far sì che distogliesse lo sguardo dal gruppo per quel poco che bastava.

    A quel punto, la donna si trovava di fronte al Joker e precedette il suo gruppo, ancora in corsa. Lo sguardo era deciso e puntato verso quella che sembrava la sua vittima, decisa in tutto e per tutto ad attaccarlo faccia a faccia, come aveva appena dichiarato: ma lui era il Joker, poteva davvero temere l'assalto di una chunin tanto minuta? Hebiko era certa di no, eppure dalla sua espressione sembrava aver preso la sua decisione. Il suo tentativo sarebbe stato unicamente un suicidio agli occhi di tutti, soprattutto all'ego del potente padrone di Ame. Ma lei lì lo voleva. Tronfio, sicuro di sè, altezzoso di fronte a quella che per lui non era che un temporaneo fastidio. I gregari la superarono, coprendola del tutto e andando di massa addosso al Joker, attaccandolo praticamente a distanza zero con tutto quello che potevano. Alla Vipera bastava quella temporanea cecità sulla sua figura, anche fosse durata solo mezzo secondo. [Finta + Azione Gregari II]. La sua vera intenzione sarebbe stata chiara solo a breve, dopo che i due jonin di Ame vennero entrambi distratti a modo: la Vipera era sgusciata raggirando il Joker di lato, sfruttando un'agile coda da serpe e fiondandosi come una freccia verso il suo vero obiettivo: Amari. Sarebbe schizzata alla massima velocità verso l'uomo ancora ferito, curvando con incredibile agilità per non farselo scappare in alcun modo. Fu proprio sfruttando quella velocità e quel prezioso momento creato ad hoc che avrebbe aperto la bocca, aggrappandosi coi denti al collo della sua vittima, in una feroce e furiosa presa; non bastasse, dalla bocca avrebbe fatto uscire la Kusanagi, trapassandogli il collo da parte a parte. [Azione III+IV + TA e TB] [Kusanagi]


    Se fosse riuscita nel suo intento, la spada sarebbe tornata nel suo corpo con un rapido scatto, mentre con un sospiro allentava la tensione accumulata, pur restando in allerta. Io, d'altro canto, non faccio parte dei Mikawa... Combattere un onesto uno contro uno non era nel suo stile, nè tantomeno combattere per l'orgoglio di un tiranno. Ingannare e raggirare, tutto per avere anche solo un minimo vantaggio.

    Uccidere Amari significava avergli dato tutto il tempo che volevano. Per quello che ne sapeva, era lui il principale artigiano in grado di controllare un meccanismo tanto complesso. Forse nè il Joker nè Tensai erano completamente all'oscuro del suo funzionamento, ma eliminare l'esperto nel settore avrebbe sicuramente dato loro sufficiente tempo per far sì che Diogene potesse entrare in scena in tempo. Avevano terminato le timeline: ora quella era la realtà di tutti. Dovevano solo sperare fosse quella in loro favore.
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    CITAZIONE (Kairi Uchiha @ 21/6/2023, 11:47) 
    PS: intanto ho editato l'immagine con una che ho chiesto a Waket tempo fa, per fare capire che ancora vi ho in mente tanto :P

    hehe best commission
  8. .
    Presente ✨

    Ricordati che un paio di post a settimana come media è alta, in caso ti venisse il dubbio di voler provare almeno una free di riassunto degli eventi recenti! E sì, un giro su Discord è più che necessario 😤
  9. .

    Jolly


    VI

    Sistemati gli ultimi dettagli, era tempo di iniziare il teatrino nel resto della Villa. Non poteva restare nascosta tutto il tempo, ora che aveva letteralmente l'aspetto di Diogene. Non che per il Colosso fosse una novità sparire senza alcuna notizia, ma vista la situazione delicata e l'essere osservati continuamente da una minaccia sconosciuta non permetteva una tale libertà. Salvare Diogene!! Da degli svitati che controllano il tempo stesso! Gli farò pagare il suo debito per il resto dell'eternità! Pensava, nervosa, venendo distratta da un'attacco improvviso che parò portando un braccio a bloccarlo per un pelo. [Difesa] Trattenne il fiato per qualche secondo, incredula del venire attaccata in quel corpo, e dentro la sua stessa villa, ma si rese presto conto che non era chi temeva fosse. Solamente una delle tante persone che vivevano in quella reggia. Un pesante sospiro avrebbe allentato la tensione, mentre il suo sguardo truce si spostava verso la donna. Ti si sente da tre isolati. Commentò, dandole presto le spalle per sfogare il dolore percepito in una smorfia... che ovviamente Ukitake non tardò a notare. Con una certa invadenza, a parere di Hebiko. Rispose con un grugnito, cercando di distrarsi prendendo in mano i vari fogli, controllandoli con una certa curiosità: dopotutto era la prima volta che poteva metter naso nella Villa e negli affari del Mikawa senza alcuna conseguenza. Il solito. Dovrei riposare di più. Poteva essere un'ottima scusa per essere lasciata in pace se ne avesse avuto bisogno. Sussultò internamente nel sentire la pacca sulla spalla: detestava contatto fisico gratuito, e ancora di meno proveniente da sconosciuti, sconosciuti che veneravano il Mikawa non di meno. Sarebbero stati giorni lunghissimi.

    Sbiancò nel vedere il numero di persone presenti. C'era sempre così tanta gente nella sua vita di tutti i giorni!? Come faceva ad avere anche solo un momento di privacy!? Avrebbe osservato i dintorni con evidente disagio, affondando di tanto in tanto la faccia nei documenti, quantomeno per far credere che quello fosse il motivo. Avrebbe ascoltato avidamente i vari discorsi fatti nella stanza, aspettandosi di ottenere chissà che preziose informazioni... Solo per origliare assurdi gossip che la portarono ad arrossire. nascondendo la faccia con una mano mentre si massaggiava la fronte con due dita, quasi incredula della situazione in cui si trovava. Per gli dei... No, no! Non mi importa quanto giochino ad essere la famiglia felice, non mi toglieranno l'idea che tu sia un bastardo manipolatore disposto a tutto. Rapidamente, e con la collaborazione di tutti, non solo era stata allestita la tavola, ma dalla cucina erano usciti una quantità di piatti sufficienti a sfamare un'esercito. Una voce l'avrebbe riportata all'attenzione, mentre il silenzio era calato nella sala, aspettando che il Boss prendesse posto, tutti pazientando religiosamente. Mh. Annuì una singola volta, accomodandosi a capotavola. Aveva i fogli posati al fianco dei suo piatto, distraendosi con i documenti e mangiando solamente quello di cui aveva bisogno. Come posso avere ancora fame, quanto diavolo è grosso il suo stomaco!? La differenza dalla piccola e sottile viperella con il corpo alto e massiccio del Mikawa si faceva sentire. In quei giorni avrebbe probabilmente sbattuto la testa più volte di quante ne voleva ammettere. Conosceva così poco della vita di Diogene che potevano beccarla da un momento all'altro. E, imparando pian piano a conoscere le sue abitudini, si rendeva conto che c'era un lato più placido di quello che vedeva come un mostro. Forse, capendo meglio le varie relazioni, avrebbe potuto usare quelle informazioni a suo favore per il futuro. Dopotutto, se c'era una singola cosa che poteva fermare un conquistatore pazzo, era proprio la sua famiglia. C'era da vedere se sarebbe stato lui a fermarsi per salvaguardare loro, o se loro alla fine gli si sarebbero rivoltati contro vedendolo come il manipolatore che credeva Hebiko.

    Sperava di poter avere un momento di respiro finita la cena, ma non riuscì a chiudersi la porta alle spalle che il belloccio dai capelli bianchi fece capolino portando del vino. Portò gli occhi al cielo, emettendo un profondo sospiro. Si lasciò andare ad un'espressione compiaciuta nel sentire il profumo del vino, grugnendo al commento di Ukitake. Cosa vuoi sentirti dire. Che ho dato una speronata così forte che ora non sono più in grado di fermare il cavallo. Commentò, un'esempio che poteva andar bene con la sua preparazione a quella guerra che la Vipera riteneva un suicidio, e un simpatico parallelo alla sua stessa situazione. Si era ormai accomodata alla scrivania mentre l'altro continuava a parlare, spargendo i vari documenti di fronte a lei e lasciando occhiate alla mappa. Sembravano preparati, non poteva dire il contrario. Ma, al solito, c'erano sempre delle piccole cose da sistemare. E spesso erano proprio le piccole cose che creavano un effetto a catena inarrestabile. Ne era la prova vivente. Forse avrebbe potuto sfruttare quel parallelo per spiegare al Mikawa perchè la sua fosse una pessima idea. Soldi, soldi, soldi. Non aveva idea di chi fosse Nakane, e non sapeva come chiedere maggiori informazioni senza insospettirlo. Avrebbe abbandonato la schiena alla poltrona, osservando il soffitto, pensierosa. Ukitake era pronto a fare un passo indietro, forse innervosito dal suo silenzio, ma il suo vocione si sarebbe fatto sentire. Siediti. Non era un consiglio. Non lo guardava, ancora concentrata sul soffitto, a guardare chissà cosa. Stiamo facendo il possibile da anni per questa guerra. Per rendere impossibile una sconfitta. Commentò, ormai consapevole della situazione. Solo un'idiota non lo avrebbe capito. Chissà se il famoso racconto di Raizen era collegato a quella storia. E mi sento spesso tremare le mani come se ormai avessi la vittoria in pugno. Poteva osare così tanto? Sentiva il bisogno di dire la sua a riguardo. E se mi sbagliassi? Si lasciò andare ad un profondo sospiro. Da lì non si tornava indietro. Ci stiamo muovendo ad una velocità inarrestabile verso un muro, tutto perchè siamo convinti di poterlo sfondare. Se ci riusciamo, sarà una vittoria che verrà scritta nei libri di storia. Abbassò la testa, facendo roteare il bicchiere di vino nella sua mano. Se non ci riusciamo... Ci schianteremo. Perderei tutto. Perderemmo tutti. Ovviamente non si trattava di una perdita relativa unicamente alla Villa. Tutta Oto avrebbe subito pesanti conseguenze, se ancora si fosse chiamata Oto. Non poteva nemmeno dire di volersi tirare indietro però. Non era decisamente da Diogene. Non in quel momento, almeno. Sarebbe stato un problema dell'Hebiko futura provare a farlo ragionare su quella guerra. A volte temo che la fretta possa sopraffarmi. Ho bisogno di qualcuno che tenga a freno le mie redini fino a che tutto non sarà perfettamente pianificato. Sarebbe sicuramente bastato a prendere un po' di tempo, dopotutto non era completamente illogico non voler agire impulsivamente e cercare di prevedere ogni possibile scenario. A quel punto, nessuno sarà più in grado di fermarci. Hebiko lo ammise quasi a se stessa. Non voleva quella guerra, ma perchè era certa che avrebbe provocato solamente perdite. Ma se tutto fosse stato pianificato alla perfezione, se avessero avuto un piano di riserva, una scialuppa in cui mantenersi per salvaguardare Oto? Beh... Anche lei aveva qualcosa da ridire alla gente di Kumo.


    L'altra Hebiko aveva il suo compito a sua volta. Il vero e proprio Jolly: restare nei pressi della Villa e prepararsi al peggio, che sarebbe presto arrivato. Non aveva bisogno di vedere decine di futuri per sapere cosa sarebbe accaduto: ognuno degli abitanti avrebbe difeso a spada tratta il proprio boss, senza se e senza ma. E, mentre gli invasori erano distratti nel contrastarli, una più silenziosa e cauta serpentella poteva fare il suo per avvertire chi di dovere di chi fossero i loro avversari. L'HebikoMikawa, sotto accordo, aveva già fatto parte del suo lavoro: dentro l'orologio la quale era sparita, che nel presente avrebbero sicuramente controllato di tanto in tanto, o fatto ulteriori esperimenti a riguardo, aveva inciso bello visibile un serpente, avvolto ad un libro. Sarebbe bastato quello perchè il loro piano potesse aver inizio.

    Gli invasori arrivarono prima del previsto, ma non abbastanza per impedire lo svolgimento del loro piano. L'Hebiko di quel tempo, assicurandosi di restare sempre nascosta, spesso usando la trasformazione mutando in un più piccolo serpente, in modo da poter strisciare da una stanza all'altra indisturbata, approfittando della confusione dei vari combattimenti. Sarebbe sempre sparita nella zona in cui poteva essere più indisturbata, usando ogni volta una delle innumerevoli librerie che il Mikawa usava (sicuramente solo) come decorazione. Marchiato un lato della libreria con lo stesso simbolo del serpente, avrebbe poi marchiato alcuni dei libri con un simbolo del serpente. Ognuna delle librerie marchiate, una volta sistemati i libri in ordine cronologico di stampa, leggendone i primi kanji avrebbero potuto leggerne diverse frasi:

    CITAZIONE
    Giovane capelli verdi, poteri ghiaccio. Pericolo.
    Non possono uccidere gente nella Villa. Il tempo ne risentirebbe.
    Uomo alto smilzo possiede un frammento di specchio. Impediteglielo.
    Prevedono il futuro. Non prevedono il mio. Seguire le istruzioni.
    Non attaccare direttamente. Il Colosso è la loro sconfitta.

    Quel che avrebbero trovato successivamente, erano altre frasi con piccoli suggerimenti su come approcciare il nemico: la descrizione di un paio di trappole, alcune delle armi d'assalto extra che erano state nascoste all'esterno, e soprattutto la descrizione di un paio di strategie diverse, principalmente quella di attaccarli alle spalle, e soprattutto che il loro obiettivo era il Mikawa, e di usarlo come distrazione. La sua teoria era semplice: loro potevano forse vedere il loro futuro... ma non potevano vedere quello di Hebiko. Forse sarebbero stati così accecati dalla sicurezza dell'aver previsto ogni possibilità, che una nuova strategia, per quanto semplice, gli avrebbe messo i bastoni tra le ruote a sufficienza da dar loro un vantaggio. [Nota]


    Sarebbero riusciti a catturare anche lei eventualmente. Catturando una persona dopo l'altra, era inevitabile che nonostante le sue precauzioni qualcuno avrebbe trovato anche lei, e il "Mikawa" stavolta non sarebbe riuscito a dare manforte come avrebbe dovuto. Ma dopotutto il piano era quello.

    Nonostante fosse bloccata nel ghiaccio, poteva sentire e vedere alla perfezione ciò che accadeva nella stanza di fianco. Empatizzava con il finto Diogene, non potendo nemmeno immaginare cosa doveva sopportare mentre la ragazzina cercava memorie inesistenti. Sembrava che non potesse però fare altro, dovendo sperare che i suoi messaggi sarebbero stati ritrovati... Ma qualche altro imprevisto avrebbe interrotto i due, dandole una possibilità. Da come si comportava con i due, non solo scoprì che si trattava di due membri dei Cuori, ma che la persona che ora li aveva messi all'angolo come due gattini impauriti doveva essere un pezzo grosso, forse il pezzo grosso. Alla sua apparizione, potè sentire come il ghiaccio si stesse man mano sciogliendo, iniziando a liberarla. Grazie alla sua elasticità, le sarebbe bastato molto meno degli altri per riuscire a liberarsi del tutto, scivolando via dalla sua trappola, sfruttando il chakra adesivo per arrampicarsi sul muro sfruttando il punto cieco rispetto la prospettiva degli intrusi, spostandosi fino al soffitto per sbirciare da sopra la porta. [Azione Gratuita] Il respiro era perlopiù controllato ma leggermente affannoso. Cosa poteva fare?? In quella situazione niente, probabilmente. Avrebbe riconosciuto immediatamente l'obitorio di Oto, e sapeva bene del passaggio diretto con la Villa (non per niente si era assicurata di farsi dare ogni possibile scorciatoia e passaggio segreto di Villa Mikawa: poco importava che non volessero condividere simili informazioni, era una questione fin troppo importante). Di certo sgattaiolare via sperando di non essere vista non era un'opzione. Ma forse, con un po' di caos, poteva anche fare qualcosa.

    Il ghiaccio sarebbe stato troppo duro da sciogliere per lei... Se solo la donna non avesse disattivato la sua tecnica. Il blocco era già più fragile di ciò che doveva essere, gli altri abitanti della villa si sarebbero liberati da un momento all'altro. Doveva solo dargli una mano. E magari liberarsi di uno dei problemi. Assottigliò lo sguardo, puntandolo verso il già ferito Hatsu. I tre inconsapevoli della sua presenza. Poteva essere anche uno degli uomini più forti di Ame, ma come Febh le aveva insegnato, non c'è Jonin che sia pronto a reagire ad una situazione di completa sorpresa. Per quanto potesse essere forte rispetto alla serpentella, restava un umano. E gli umani erano fragili, se impreparati. Avrebbe quindi legato rapidamente una cartabomba ad uno spiedo, e con precisione avrebbe cercato di lanciarlo alla base del collo di Hatsu, adattando le tempistiche in modo che la bomba esplodesse al contatto. [Slot Azione I] Non dovresti lasciare un lavoro a metà! Avrebbe commentato sprezzante al Joker, pochi istanti dopo aver scagliato una selva di spiedi verso i blocchi di ghiaccio sottostanti, velocizzando la liberazione dei sottoposti di Diogene. [TA] Subito dopo, avrebbe fatto cadere un fumogeno, coprendo così la liberazione degli otesi, e contemporaneamente la sua fuga, scendendo dal soffitto per mimetizzarsi, ed andando immediatamente ad infilarsi nel passaggio segreto che portava direttamente alla Villa. [Slot Azione II] A quel punto, avrebbe iniziato a correre, con tutto il fiato che aveva in corpo. [Slot azione 3?] Il suo Asso nella manica sarebbe stato Aoda, evocato di corsa, il quale sarebbe stato aggiornato di tutti gli avvenimenti a cui aveva assistito. Se dovessero inseguirmi farò il possibile per fargli perdere tempo: tu vai alla Villa. Avverti gli altri di tutto. Se invece fossero riusciti ad arrivare alla villa insieme, prima di attirare tutti avrebbe ordinato ad Aoda di andare a prendere la loro arma segreta: il Mikawa stesso. Digli che c'è un pezzo grosso di Ame, e di non montarsi la testa. Abbiamo una sola possibilità: che la usi bene! A lei sarebbe invece spettato avvisare tutti di ciò che aveva scoperto: dei Cuori, del Joker, quello che aveva potuto capire sul cosa cercassero e sullo Specchio. Il Jolly aveva fatto il possibile: ora stava a loro.


    Edited by Waket - 6/6/2023, 19:46
  10. .

    Scarafaggi


    XIV




    Hebiko avrebbe percepito un brivido lungo la schiena. Eppure le parole del drago erano state chiare: Naga doveva morire, non importava come o per mano di chi, prima di lei. Ed in cambio avrebbe avuto il suo pagamento anticipato, liberandosi da un fardello che si portava dietro dalla nascita. Non riusciva a vederci un lato negativo, per quanto si sforzasse. Febh stesso sembrava sufficientemente soddisfatto, al quale rispose annuendo. Sembra che abbiamo ricavato qualcosa di buono da questa avventura alla fine dei conti. Anche se resto del parere che dovresti educare meglio i tuoi shinobi. Borbottò verso Raizen, che al posto suo aveva avuto un patto pessimo, al quale aveva rinunciato. Commenti dubbiosi sul suo patto avrebbero trovato un'unica risposta: Le condizioni sono chiare! Non lo so perchè a me ha chiesto una cosa così semplice, magari tra rettili ci si intende. Avrebbe fatto saettare la sua lingua biforcuta un paio di volte, chiudendo l'argomento.


    Kaji aveva reso quasi tutto il gruppetto teso. Febh e Raizen erano i più testardi nei suoi confronti, per nulla disposti a contrattare alcunchè. Hebiko sembrava avesse un lato più soft, per quanto stesse cercando di non cedere. Non avrebbe risposto direttamente a Kaji, ma si sarebbe rivolta invece allo Yakushi, mostrando a lui la sua piccola debolezza. Non dovete riunirvi, ma non dovete per forza essere nemici. Se è almeno un po' come te, magari è davvero cambiato. Non dico che dovremmo fidarci apertamente, ma potremmo dargli una chance in un momento più tranquillo. Non che ne avrebbero avuto il tempo.


    La situazione degenerò in fretta. Raizen, stanco di non avere la situazione in mano, usò la gemma per un gesto disperato... ma alla Vipera non si fece sfuggire il suo piccolo tradimento, rimarcato da Kaji. Sapeva che aveva ragione. Sapeva come si era sentita quando lei stessa era stata tradita, e nonostante ora stesse usando la cosa come un'arma contro di lei, non poteva non dargli ragione. Non potè che chiudere gli occhi, impotente, preparandosi ad un presunto impatto per via della reazione di quell'instabile gemma.

    La città all'orizzonte non prometteva nulla di buono, ma prima di concentrarsi su di essa, Hebiko si prese il tempo per assicurarsi che i due presenti stessero bene. Poi Febh, dopo essersi assicurata che fosse l'originale, volle sfogarsi sull'Hokage. Li avrebbe lasciati litigare, pazientando. Anche la serpe aveva qualcosa da ridire. Sto bene. Almeno credo. Fece un sospiro profondo. Non le piaceva quello che stava per fare. Sapeva che lo avrebbe agitato, ma non poteva trattenersi. Perchè quel tradimento? Lo fissò seria, sforzandosi di non far trapelare particolari emozioni. Non voleva accusarlo, ma non poteva scusare un gesto simile. Sì, sì, va bene, siamo ninja, non abbiamo regole e i nostri nemici non sono degni del nostro onore. Quello che vuoi. Ma non sappiamo se lui è davvero un nostro nemico. Era molto probabile che uno tra Febh o Raizen avrebbe provato a stuzzicarla sull'essersi lasciata andare troppo (dopotutto non era da lei dare un'occasione simile ad uno sconosciuto). Per gli dei!! Aveva un accordo con tua madre!! E mi sembra di capire che siamo arrivati alla conclusione che Amesoko non sembri poi tanto onesto nemmeno lui!! Non sto dicendo che mi fido di lui, o che sono pronta a girargli la schiena, ancora penso che potrebbe pugnalarci alle spalle quando meno ce lo aspettiamo!! Solo... Non lo so. Fece un sospiro, cercando di scacciare la nebbia dai suoi pensieri. E' stata per tutti un'avventura pesante. E non è ancora finita. Continuo a pensare che il tuo folle gesto sia stato irresponsabile... Ma avevi buone intenzioni. Non ti colpevolizzerò per questo. Solo stai attento. Quantomeno per il tuo shinobi, la sua sicurezza è una tua responsabilità. Era un modo carino per dirgli "potrai anche aver scelto di essere suo padre, ma io non gli farò da madre". Gli avrebbe preso una guancia con la mano, dandogli un piccolo bacio sulle labbra, fissandolo con un sorrisetto stanco. La priorità ora è uscire da qui, del resto possiamo occuparcene dopo.


    Raggiungere la città fu... strano. Muoversi con l'intenzione di raggiungerla sembrava permettere al gruppo di fare lunghi scatti verso di essa. Non era chiaro se bastasse la loro volontà nel volerla raggiungere, o se gran parte del merito fosse dell'invito del samurai. La Vipera non sapeva cosa aspettarsi, se non che quel regno fosse una dimostrazione di potere e controllo ben più grande di quella dimostrata da Orochimaru, una dimostrazione di qualcuno che aveva accettato quel posto come il suo unico Regno. Avvicinandosi, aveva iniziato a pensare che non sarebbe stata dissimile da Oto, ma gli odori erano più pungenti e la violenza ancor più insopportabile. Hebiko quasi non aveva battuto ciglio quando un cadavere le era esploso in faccia, ed ora il suo volto già aveva assunto un colorito verdastro, mentre gli occhi saettavano alla ricerca del luogo giusto dove scaricare quella sensazione opprimente.

    Eppure, così come c'erano quasi letteralmente dei cadaveri viventi in ogni angolo della strada, a volte appesi quasi fossero ornamenti della città, c'erano anche persone normali. Domandarsi cosa ci fosse di diverso tra loro e i mutilati tutt'intorno non era una sua priorità: uno sprazzo di normalità era più che necessario dopo la loro avventura. C'era persino un bambino, che incrociò lo sguardo col gruppo, salutandoli allegro. Fu proprio lui a far raggiungere il limite ad Hebiko quando, seguendolo distrattamente con lo sguardo sperando di aver trovato un anima innocente con cui dimenticare ciò che li circondava, vide il suo incontro con suo zio. Gonfiando le guance, avrebbe iniziato a correre in un angolo della strada, cercando la zona un po' più scura e nascosta per rilasciare tutto ciò che aveva accumulato. Il resto del gruppo sarebbe stato solamente in grado di vedere dei piccolissimi serpenti fuggire in ogni direzione. Sarebbe ritornata indietro, visibilmente stanca e arresa. Basta, voglio tornare a casa! Lacrime di coccodrillo, mentre finalmente il padrone di quel luogo si fece vivo. Naturalmente apparendo all'improvviso alle loro spalle.

    Il gridolino di Hebiko accompagnò lo sussulto dello Yakushi. E, fiero della sua casa, iniziò a spiegare loro come funzionassero le cose nel regno della Vendetta. Io spero invece che l'anima di quel bambino trovi presto una nuova strada. Restarsene a consumarsi in un luogo simile non è salutare. Disse, colei che per gelosia avrebbe probabilmente raso al suolo una città, e le generazioni future. Ma nessuno aveva le prove per dimostrarlo. Ma probabilmente, per quelle giovani anime non c'era speranza. Non era dato loro sapere se le anime, una volta tornate nel ciclo, fossero completamente ripristinate, o se una piccola parte delle vite precedenti restasse in loro, seppur non abbastanza per definire loro stessi, ma sufficiente a creare una nuova persona.

    Sarebbero infine arrivati ad un gigantesco obelisco, la lista di persone di cui lui e i suoi accolti volevano vendicarsi. Naturalmente tutto il gruppetto avrebbe voluto curiosare la lista. La rossa li lasciò conversare distratta, guardando distrattamente i nomi della lista e, per quanto nel mondo reale sarebbe stato impossibile arrivarci, grazie alle strambe regole infernali, avrebbe potuto leggere facilmente anche i primi nomi della lista. Avrebbe solo avuto il tempo di stupirsi appena per Diogene, pronta a commentare, quando il suo nome apparve non troppo lontano, facendola sbiancare. IO?? Gridò, all'unisono con Raizen. M-Ma che diamine significa!? Io non ho nemici, al massimo ho antipatie!! L'ansia crescente la mise in allerta. Delle figure erano apparse attorno a loro, e il Vendicatore aveva citato i piani di Kaji. Il volto della Vipera era nero per la rabbia. Dovrai presto aggiungere un nome alla tua stupida lista. Osò ringhiare al Dio della Vendetta. Delle figure circondarono lei e lo Yakushi. Ma era pronta. Già ricoperta di scaglie, si sarebbe messa in posa per incassare l'attacco nemico, preparandogli una brutta sorpresa... Solo che fu l'altro a darle una pessima sorpresa.


    Le figure nascoste non arrivarono nemmeno a toccarla, che lei e lo Yakushi, con un battito di ciglia, si ritrovarono in un'area completamente diversa, ma ancora vicino alla città, viste le grida. L'irritazione crescente della donna non prometteva nulla di nuovo per il malcapitato che aveva osato catturarli. I serpenti anticipavano l'arrivo di chi sembrava ovvio... solo per poi capovolgere le carte in tavola all'ultimo momento. Febh era piuttosto confuso, ed Hebiko quasi quanto lui. Tu?? Ma lui non è nessuno, era uno scarto di laboratorio che avevo trovato in uno dei luoghi abbandonati ad Oto, Matsuda mi sembra. Chiaramente per lei, per quanto fosse stata una battaglia allo stremo ai tempi, non aveva avuto poi così tanta influenza da ricordarlo come un evento importante. Noi non vogliamo che Raizen muoia! Borbottò, concentrata più su Febh che sul suo vecchio nemico, dovendogli ricordare che la resistenza dell'Hokage era un vanto, non un punto negativo.

    Vendicarti?? Ma se sei stato tu a fare tutto, se non mi avessi attaccata ti avrei lasciato in pace! Forse era vero, forse no, soprattutto considerando che la sua missione era di liberarsi dei frammenti di Orochimaru rimasti, quello che ricordava lei era di essere stata provocata. Il Vendicatore dovrebbe fare un po' più di selezione, non ci si può vendicare dei problemi autoinflitti. Avrebbe ringhiato, stavolta degnando il fratello deceduto di attenzioni.

    Febh era stato bloccato da qualcosa, non era chiaro, ma sembrava debilitato e leggermente infastidito. E adesso cosa c'è?! Stava per perdere del tutto la pazienza, non ne poteva più di quel luogo maledetto. Mitsuki avrebbe estratto una spada che la rossa avrebbe immediatamente riconosciuto, facendo roteare gli occhi al cielo. Ci tenevi così tanto a morire una seconda volta, hm? Ti accontento. Febh, spicciati a liberarti. Altrimenti dirò a tutti che sei stato sconfitto da una forza invisibile e sono stata costretta a salvarti. Soprattutto a Raizen. Alzando la testa, anche lei avrebbe estratto la sua spada, ma la sua era l'originale. Migliore. Un po' come lei. Ugh. Perchè doveva essere una spada e non una doppialama. Non era nemmeno in grado di crearsi armi comode. Si lamentava, tenendo goffamente in mano lo spadone. Avrebbe attaccato per prima, impaziente di terminare quella battaglia il prima possibile. Non aveva tempo da perdere con un simile insetto.

    Dopo una leggera rincorsa avrebbe improvvisamente abbassato l'intero busto, cercando con un colpo ad arco di sviscerare l'avversario: un colpo pericoloso, ma un po' banale, facilmente evitabile grazie alla loro peculiare abilità. [SAI+TB] Ma nascondeva un trabocchetto, ovvero il modo in cui impugnava la spada: era infatti il polso ad essersi arrotolato sull'elsa, mentre la mano, libera, unendosi all'altra componeva i sigilli per attivare una potente scarica elettrica sul terreno. [TA]

    Non gli avrebbe dato tregua. Trasmessa la scossa, che lo avesse o meno ferito, avrebbe impugnato in maniera più classica la spada, cercando un rapido fendente verticale che mirasse al centro del bacino, sperando di sfruttare un eventuale schivata dell'avversario che, per quanto flessibile, sarebbe stato in difficoltà nel muovere quel punto del corpo in un momento simile. [SAII]

    Non appena il colpo avesse oltrepassato il corpo avversario, allungandosi avrebbe cercato una presa alla più vicina estremità avversaria, preferendo un braccio o il collo, ma aiutandosi con l'altra mano ben salda sull'elsa, ebbe cura di incastrare la spada lungo di esso in modo che il dorso fosse a contatto con la sua pelle e il filo premesse su quella avversaria. Essendo insensibile alle prese, decise di sfruttare la sensibilità al taglio ed alla pressione della presa stessa, che stringeva spada e collo con l'intenzione di tagliarlo in due grazie alla pressione: non gli avrebbe permesso di liberarsi senza procurarsi una ferita. [SAIII+IV mantenimento]Forza Blu+4, Pot 15 (Corpo del Serpente)

    Chakra: 48,5/60
    Vitalità: 16/16
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 500
    Velocità:  500
    Resistenza: 500
    Riflessi: 500
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 500
    Agilità: 575
    Intuito: 500
    Precisione: 500
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    4: ///
    Slot Azione
    1: fendente
    2: affondo
    3: presa
    4: mantenimento
    Slot Tecnica
    1: TS
    2: Folgorazione
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Tirapugni con Lama × 1
    • Respiratore × 1
    • Antidoto Base × 1
    • Veleno Debilitante C1 (5 dosi) × 1
    • Bomba Sonora × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Bolas × 1
    • Coltelli da Lancio × 5
    • Tatuaggio da Richiamo × 1
    • Kaiken × 1
    • Fumogeno × 1
    • Cartabomba II Distruttiva × 1
    • Veleno Stordente Inferiore x3 × 1
    • Iaito × 1
    • Sigillo Maledetto della Luna × 1

    Note
    Slot extra Agilità non utilizzato
    Ts turno 1
  11. .

    Delusioni


    IV




    Durante il viaggio, il giovane kage espresse interesse nelle abilità dell'Uzumaki. Esitò per qualche istante, cecando di valutare al meglio la sua risposta. Uhm, non posso entrare nei dettagli, non è saggio per uno shinobi scoprire tutte le sue carte. Sembrava una frase recitata da un copione, che fosse qualcosa inculcatogli dall'Hokage o il risultato di una delle sue pessime avventure, solo l'ascoltatore poteva deciderlo. Di certo sembrava tenesse ad alcuni dei suoi segreti. Però posso dirle che posso entrare in contatto con le anime altrui, estrarne frammenti, o anche tutta l'anima se consenzienti. Immagino che chiunque intrappolato per troppo tempo con un demone accetterà volentieri l'aiuto di qualcuno in grado di tirarlo fuori da quella situazione. In caso contrario... Farò del mio meglio per non causargli danni permanenti. Al Kazekage teoricamente importava solo di riavere il suo demone, ed in un certo senso gli stava promettendo che lo avrebbe riavuto senza il suo attuale ospite. Ma poteva leggere un sottotesto di incertezza per il destino dell'anima intrappolata con lui. Guardando il visino innocente di Youkai sarebbe stato difficile leggervi della malizia, nessuno avrebbe mai immaginato che sarebbe arrivato a misure estreme. Probabilmente nemmeno Youkai stesso.


    L'arrivo fu tranquillo, e non appena iniziarono a scaricare le merci, il grosso cancello vene aperto di fronte a loro, permettendogli di far cadere lo sguardo su quella città tanto misteriosa per lui. Dall'espressione del suo viso non sembrava poi così entusiasta, mentre scrutava quello che si vedeva della città dall'esterno, cauto ma visibilmente curioso. Huh. Mi aspettavo... qualcos'altro. Dopotutto Oto, specialmente a Konoha, era la città degli orrori, da cui arrivavano le peggiori leggende, per quanto il fondatore fosse Kohaniano di origini (curiosamente, lo aveva imparato ascoltando i discorsi tra Hebiko e Raizen, sembrava che i due bisticciassero spesso su quell'argomento).

    Anche Febh era presente a dargli il benvenuto, in un modo tutto suo naturalmente. Youkai si strinse alla manica dell'Hokage, parzialmente nascosto dietro di lui, lanciandogli una sonora pernacchia ed uno sguardo contrariato, sicuro che il Colosso lo avrebbe difeso. Più o meno. Rimandati un bel niente! Come minimo vorrà farmi vedere tutti i suoi finti episodi di SpOdErBoY. Borottò, pronunciando l'ultima parola facendo capire quale dei due fosse superiore. IO sono qui per una missione importantissima. Annuì fiero, seppur quel poco di dignità che poteva aver acquisito facendosi grosso, era persa vedendo la sua minuscola figura nascosta ora quasi completamente dietro al suo Kage.

    E, come la minuscola figura che era, non avrebbe avuto problemi a sgattaiolare nella "stanzetta" dedicata solo ai due kage, scoprendo con una certa delusione che i bicchieri ed i posti presenti sul tavolo erano solo quattro. Oh, ma certo. Non ero invitato. Borbottò con gli occhi a mezz'asta. Sarebbe comunque rimasto lì, incerto se tornarsene indietro o restare ad ascoltare gli adulti. A qualsiasi protesta avrebbe risposto tenendo il muso in alto, con una certa fierezza: Sono l'assistente dell'Hokage e mi è stato ordinato di restare al suo fianco. Era chiaro a chi lo aveva visto fino a quel momento che non sembrava il solito Youkai, aveva una sfacciataggine che fino a poco prima sembrava completamente nascosta da un pupazzetto tremolante. Sembrò divenire più chiaro il motivo di quell'atteggiamento quando Diogene concluse il suo discorso. Distratto a far roteare il bicchiere di Raizen nell'osservare come la luce rifletteva in modo diverso sul tavolo, avrebbe borbottato, apparentemente per nulla spaventato dall'idea che gli altri potessero sentirlo.Che noia. Raizen ha sempre detto che Oto e il suo Kage erano crudeli e terrificanti, invece a me sembra solo un paese normale dove mandare a vivere gli anziani. Avrebbe annusato il contenuto del bicchiere, visibilmente incuriosito dal provarlo ma conscio del divieto impostogli. Tutta l'energia che aveva accumulato prima e durante il viaggio, la paura del luogo e del suo padrone, era tutto svanito per dimostrare che la realtà era ben diversa. Forse in un altro momento avrebbe trovato la cosa più che ottima, dopotutto se un paese definito terribile era in realtà una piccola oasi in campagna, non c'era nulla di male. Ma per le aspettative che si era fatto, il tutto sembrava un po' deludente. Guarda lì, invece dei campi di addestramento come li abbiamo a Konoha, qui fuori ci sono solo campi di riso! Per ora non mi sembra nemmeno un villaggio di ninja. Avrebbe fatto un'altra pernacchia, stavolta per dimostrare la sua delusione. Perlomeno sapeva di dover avere un po' paura di Febh, anche se ormai lo considerava solo come un amico un po' troppo stravagante.
  12. .
    CITAZIONE (Niaval @ 6/10/2021, 18:16) 
    Allora, sììììì, ho già delle belle idee sul mio PG donnicciola (???????), sto giusto cercando dove si trovano i Taijutsu che fanno più male. O le cose di fuoco. O entrambe.

    BEH a Konoha naturalmente, se vuoi fuoco e taijutsu è il posto migliore
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    Uno Scambio Equo


    V




    Le due litiganti, richiamate dal Mikawa, arrossirono all'unisono per la vergogna, puntellandosi il dito addosso in contemporanea, borbottando a bassa voce:

    Questa è tutta colpa tua.
    Questa è tutta colpa tua.

    La reazione speculare le fece arrossire ancora di più, ed entrambe sbuffarono, incrociando le braccia. Avere un proprio "clone" con solo qualche mese di differenza di fronte avrebbe scatenato molte reazioni simili.

    Eiatsu stava cercando di ragionare sui dettagli che aveva ottenuto. L'Hebiko del passato, coinvolta dal mangiacadaveri, lo osservò con aria confusa, indicando poi l'altra se stessa. VOI mi avete portata qui! Siete venuti a prendermi a casa!! Chiedi a lei se vuoi sapere qualcosa su chi ha creato questo casino. L'altra sbuffò, cercando di ripensare agli eventi. Non lo so, tecnicamente ci sono arrivata per caso. Erano di nuovo mesi che il Kokage era assente, ed ero stufa di starmene con le mani in mano. Ma quando sono arrivata la Villa era in pessime condizioni, ed erano già presenti altre persone confuse quanto me. C'era il Mizukage, un kiriano, Shunsui, un sunese un po' creepy con gli occhiali, e... beh, degli intrusi che non ho avuto modo di vedere in tempo, perchè mi trovavo già nell'orologio quando sono arrivati. Sembrò illuminarsi ripensando al sunese. Ah! Shunsui aveva trovato un libro con una pagina strappata. Parlava del fatto che al Nidaime piaceva parlare al contrario o qualcosa di simile... Forse quella pagina contiene qualcosa che interessa a chi ha creato tutto questo casino. Ricordava quale fosse il numero della pagina e la copertina del libro, stava a loro ritrovarlo nelle loro immense librerie.

    Eiatsu insisteva sulla precisione, cosa che anche la Vipera solitamente amava, ma in quel momento sembrava quasi superficiale. Oh per gli dei, sarò precisa!! Dovette rifletterci un attimo, ma sarebbe riuscita a dare la data ed un orario approssimativoEvito di scriverla per non fare casini con la timeline, così nel prossimo post decidi tu una data adatta, ma considera come se Hebiko l'avesse detta. Non so tutto!! La villa era invecchiata! Sembrava fosse stata abbandonata da decenni almeno! E non aveva senso, naturalmente, ma non sembrava frutto di un genjutsu. E' stata attaccata solo poco prima che il viaggio temporale iniziasse. E per i limiti, beh... Chiaramente era quell'aggeggio a controllare tutto, quindi non penso che possano controllare il tempo senza. Dopotutto siamo riusciti a controllare il tempo noi stessi, per cui non dev'essere un'abilità unica di qualche loro shinobi, ma è quell'oggetto che permette a chi sa usarlo di controllarlo. L'unica cosa differente da un normale orologio a pendolo era un frammento di specchio al suo interno. Hm... Forse il fatto che fosse un frammento lo rendeva persino meno potente di quanto potesse essere davvero. Venne invece spiazzata dal discorso di Eiatsu, riflettendo a riguardo con aria incerta. Fu l'altra Hebiko a contrastare i suoi ragionamenti. Non ha senso. Lei non ha mai vissuto questa esperienza, altrimenti non sarebbe stata sorpresa nel vedermi. Qualsiasi cosa abbiano fatto al tempo, non è stata lineare. L'Hebiko futura annuì con decisione, confermando la cosa. E' vero, dovrei ricordare di essere stata al tuo posto... Ma non è mai successo. Quindi... E' come se tu non fossi realmente me, e viceversa. ...Un'altra dimensione? Entrambe sembravano piuttosto scosse dall'idea, quella del futuro ancora di più. Qualsiasi cosa stesse succedendo, sentivano che era molto più grande di loro. Confermò le successive teorie, parlando del libro. Ah... Sì, Shunsui lo ha trovato... Erano i kanji di "teatro". Quindi è possibile lasciare messaggi nel passato?? Iniziava ad essere sempre più confusa.

    La successiva domanda di Eiatsu le avrebbe fatto tornare la rabbia, ma con essa la concentrazione. Magari siete scarsi! Cosa vuoi che ne sappia, io ti posso dire in che condizioni erano la villa! Saranno riusciti ad ipnotizzarvi tutti, o avranno sfruttato qualche altro giochetto temporale, ma non c'erano segni di battaglia. Il cervellone fece un esperimento che però sembrò fallire. L'Hebiko del futuro aumentò leggermente il ritmo del respiro. Non le era piaciuto quel fallimento. Non... Non lo so. Qualcuno stava arrivando, quindi è possibile... Non sapeva cos'era successo e nemmeno chi li aveva attaccati. Potevano realmente essere stati i loro nemici, ed aver avuto la meglio sul gruppetto. Sarebbe stato Diogene a prendere in mano la situazione da quel punto. Distruggendo l'unico punto di contatto che avevano col futuro. Entrambe le Hebiko si lasciarono sfuggire un gridolino, e quella del futuro osservò con shock l'unica possibilità di ritornare al suo tempo che aveva, in pezzi. L'Hebiko del passato sembrava volesse dire qualcosa, ma si paralizzò vedendo lo sguardo arreso dell'altra sè stessa, decidendo che fosse meglio restare in silenzio.

    Hebiko osservò il colosso con sguardo arreso. Nonostante l'odio provato, non sembrava ce ne fossero tracce nel suo volto. C'era solo paura ed incertezza. Ed il terrore di essersi sacrificata per nulla. Ma Diogene sembrava d'accordo col suo piano. Non fu in grado di risvegliare alcuna scintilla nel suo sguardo, ma entrambe lo avrebbero seguito, esitando, consapevoli che non ci fosse alternativa. Ormai erano immersi in quella situazione, e dovevano uscirne.

    La camminata nel lungo corridoio fu accompagnata da un inquietante silenzio. Solo i loro passi rimbombavano, ascoltando bene si sarebbe potuto persino sentire il respiro dei presenti. Aveva ancora speranze di ritornare a casa? Certo, quella era sempre Oto, ma non era la sua Oto. Non era la sua vita. Per quanto le differenze fossero minime, era un'intrusa in quel luogo. E tutto perchè stava cercando di salvare la persona che forse odiava di più in assoluto. Un sacrificio così grande, per qualcuno che forse non se lo meritava. E ora non poteva che proseguire per quella strada.

    Quando arrivarono all'obitorio, scoprendo quale fosse la sua idea. Che poi era il piano di Hebiko, solo aveva preso una piega inaspettata. L'Hebiko del passato osservò inorridita la scena. No, non dirai sul serio. L'altra, infastidita, si fece avanti, ormai arresa. Non c'era molta scelta, dopotutto. Che sia una cosa veloce. E indolore. O ti spezzo le ossa. Sibilò verso Eiatsu, con rabbia. Poi verso Diogene. Ti ringrazio per avermi riportata in vita. Ma, con questo giochetto, riconsiderati alla pari. Sto ripagando il mio debito. Non si sarebbe certo lanciata in un simile esperimento gratuitamente, dopotutto. Aveva un grosso debito alle spalle, ma quel sacrificio era altrettanto grande da poterlo ripagare. Ora, prima di iniziare, mettiamo in chiaro un paio di cose. Si rivolse ad entrambi, anche se più ad Eiatsu, essendo il cervello dell'operazione. Non modificherai il mio corpo chirurgicamente. E' fuori discussione. C scambieremo le anime. Altrimenti... Beh, in qualche modo dovremmo poterci scambiare i corpi. Dopotutto io sono composta da serpenti, e tu da sangue. Ci sarà il modo di ridare ad entrambi un diverso corpo in cui possiamo adattarci, senza modificarci pesantemente, in modo da poter usare le nostre abiità comodamente. E dico "ci", perchè tu sei incluso. Non avrebbe accettato un no come risposta. Chiaramente io non facevo parte dei piani, per cui tu nel mio corpo sarai al sicuro. La me del passato proseguirà il suo lavoro come di norma, e quando sarà a casa, sarà il tuo momento di uscire e controllare la villa da lontano. Ti farò recapitare un corvo ogni giorno per aggiornarti della situazione e qualsiasi cosa sospetta. Rimuginava ta se e se, incerta su alcuni dettagli. Vorrei poter mettere almeno Yachiru al sicuro, ma la sua assenza potrebbe destare sospetti... L'altra mia idea era quella di uno scambio a tre. Io entrerò nel tuo corpo, tu in quello di Yachiru, e Yachiru nel mio. Ed in quel caso, la me passata dovrebbe solo occuparsi di tenerla a casa mia al sicuro. Qualsiasi zona segreta della villa era fuori discussione. Erano spariti tutti. Non c'è luogo segreto sicuro, per quello che ne sappiamo lo conoscono anche loro. Il problema più grande è che nel secondo caso saresti comunque vittima dell'attacco alla Villa. E potrebbe essere un problema. Sarei più tranquilla se tu fossi esterno, a casa mia... Ma in quel caso Yachiru dovrebbe restare qui. Posso provare a proteggerla, ma non posso garantire niente. Non so contro chi stiamo andando. Vorrei solo evitare che ci finisca in mezzo qualcuno di così innocente. Osservò Diogene, tesa. Quindi, Kokage? Cosa ritiene sia più saggio, essere comunque un membro della Villa e partecipare attivamente ma rischiare la cattura, o restare all'esterno anche se quello potrebbe dire intervenire tardi? Qualsiasi fosse stata la scelta, c'era sempre un fattore esterno che li avrebbe aiutati. La me del passato è comunque il nostro jolly. In un modo o nell'altro, abbiamo un esterno in grado di fare qualcosa. Non nego che vorrei che anche tu fossi esterno. Sento che avremo più possibilità di successo in quel modo.


    Qualsiasi fosse stata la scelta finale, ad Hebiko sarebbe indubbiamente toccato il corpo di Diogene. Descriverne il disagio che provava era inutile, era ben visibile sul suo volto. E probabilmente avrebbero dovuto lavorarci su un paio di giorni, mentre veniva istruita sulla sua routine ed i comportamenti abituali, per non destare sospetti. Avrebbe tenuto le interazioni al minimo, e si sarebbe allenata in segreto ad usare le proprie abilità in quel corpo. Sarebbe stato utile? Non appena avesse usato qualcosa di diverso dal sangue, i loro rapitori si sarebbero accorti dell'inganno. Ma in quel momento sarebbe già stato tardi per qualsiasi cosa.

    Le giornate sarebbero passate più difficilmente del previsto. Persino guardarsi allo specchio era difficile ed estraniante, ne aveva già distrutti un paio, ed Eiatsu era stato costretto a nascondere tutto. Essendo l'unico a conoscere quel segreto, sarebbe stato anche l'unico a poter ascoltare le sue lamentele. E le avrebbe ascoltate. Oh, se le avrebbe ascoltate.

    Avrebbe mantenuto il minimo dei rapporti possibili con gli abitanti della villa. Non sembrava poi così difficile, Diogene non era poi quel padrone di casa estroverso che appariva ovunque. Però sarebbe stato più freddo del solito. Spesso ai saluti rispondeva con un misero grugnito, avendo dimenticato il nome di chi aveva davanti. Ironicamente, non vedeva l'ora che arrivassero gli invasori, si sarebbe sentita meno tesa. E, come da accordi, avrebbe inviato un corvo ogni giorno, aggiornando il Mikawa, nascosto a casa sua, nel suo corpo. E vedi di trattarlo bene, o quando sarà tutto finito mi vendicherò.

    Grazie ad Eiatsu ed alle altre due Hebiko, avrebbe potuto preparare delle trappole, o quantomeno dei modi per anticipare il loro arrivo. Avrebbe ordinato ai suoi gregariAllora, qui potrebbe essere una cosa valida o meno. Dato che sta impersonando Gene, la considero in grado di usale le competenze gregario di Diogne, essendo competenze legate alla persona e non al suo chakra/corpo. Se non è possibile, semplicemente skippa questa parte, o considera come se fosse Eiatsu ad usare questo "potere" di fare dei turni di controllo in tutta l'area della villa, interna ed esterna. La scusa sarebbe stata molto semplice: Non troppo tempo fa Jeral è riuscito ad entrare al vilaggio indisturbato. Non voglio che la cosa si ripeta. Non in casa mia. Sperava che chi dovesse attaccarli si sarebbe lasciato dietro almeno qualche indizio, in modo da anticiparne il reale arrivo. Avrebbe inoltre fatto mimetizzare tutte le armi d'assedio disponibili, usando la stessa scusa, posizionandone la metà ai perimetri della zona, e l'altra metà in prossimità della Villa stessa. [Competenze usate] E, da lì in poi, non restava che aspettare.

    Non riusciva a credere fin dove stava arrivando pur di salvare il Kokage. Che disprezzava, come persona e come leader. Eppure eccola lì. Morta una volta, ed inconsapevolmente pronta a morire di nuovo, in un piano incredibilmente intricato che la vedeva come esca. Dopotutto non lo rispettava, ma nemmeno voleva la sua morte. Credeva solo che come leader non fosse abbastanza. Troppo megalomane, troppo avaro. Troppo poco cauto. Ma era uno shinobi di tutto rispetto, che avrebbe fatto qualsiasi cosa per il proprio paese. Rinchiusa in casa sua per giorni, avrebbe avuto modo di conoscerlo meglio, tramite i suoi libri, la sua storia, la gente che viveva intorno a lui. Avrebbe sicuramente potuto vedere il Colosso da una diversa prospettiva. Il tutto mentre attendeva che il Caos arrivasse.
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    Quando il gatto non c'è...


    XV




    Hebiko dedicò solamente una lunga occhiata a Diogene, sentendo il suo ordine. Sembrava che sostenesse facilmente quello sguardo, ma non appena si voltò, chiudendo la porta alle spalle, la sua maschera seria sembrò come dissolversi, lasciando spazio a ciò che provava realmente.

    Il dialogo con Raizen non sembrava calmarla. Lo vedeva distratto, come se non gli importasse nulla. Puoi almeno guardarmi in faccia!? Le raccontò in maniera molto rapida e vaga della minaccia di ostaggio, cosa che le fece sgranare gli occhi, evidentemente confusa. Ostaggio!? Ma gli pare il momento per certi giochetti- Fu costretta a bloccare la frase trovandosi le labbra di Raizen sulle sue, avvampando immediatamente. Con la faccia completamente rossa, si mosse appena all'indietro, cercando invana di riprendere il controllo della situazione, trovandosi però la Volpe che non faceva che avanzare, continuando a scambiare piccoli baci a stampo. Rai- Un mome- Non è il- Sme-!! Venne raccolta come fosse una piuma e lanciata in aria, momento nel quale si irrigidì completamente, con la faccia rossa e gli occhi completamente sgranati, impotente nelle mani del suo fidanzato.

    Aveva ancora il respiro rapido per l'ansia, ma più ascoltava le parole di Raizen, più sembrava sciogliersi, perlomeno rallentandolo. Non sono sicura che Diogene possa considerarsi realmente un alleato... Mugolò, ancora tremendamente imbarazzata. Se ormai si era abituata a continue dimostrazioni di affetto, non si sentiva comunque a suo agio ad averne una in un momento simile. Ma che volesse ammetterlo o no, la cosa la stava aiutando a calmarsi. Sembrò sciogliersi ulteriormente quando l'altro si mostrò così orgoglioso della loro relazione da non volerla nascondere, nemmeno ad un potenziale nemico. Hebiko chiuse gli occhi, godendosi quella delicata carezza, posandogli la testa sul petto. Ascoltava il suo lento respiro, cercando di sentirne il ritmo lei stessa, fino a raggiungere la calma. Le piaceva l'idea di avere qualcuno che teneva alla sua protezione. Sapeva che anche Febh probabilmente avrebbe ribaltato la città se le fosse accaduto qualcosa, e sapeva bene che non glielo avrebbe mai detto apertamente, negandolo persino quando colto sul fatto. Ma sentirlo dire faceva un diverso effetto. Le piaceva quella leggera pressione di un abbraccio, il calore dato da quel semplice gesto. Le piaceva anche perchè si trattava di Raizen. Non dava quella confidenza a molti, e lui era il primo, se non l'unico, che poteva vantare di averla mai sentita così rilassata in una simile stretta.

    Fece un lungo sospiro, rialzandosi solo quando l'Hokage accennò al proporle di allontanarsi, pur sconsigliandolo. No, no. Non posso di certo scappare via. Forse il Colosso aveva realmente imparato a conoscerla nei minimi dettagli, poichè ogni parola sembrava colpire ogni sua paura, rimpicciolendo il problema o aiutandola con delle scappatoie. Ho un ruolo da rispettare, e non saranno le mie paure ad impedirmi di portarlo avanti. Devo solo proseguire con cautela. Si fece pensierosa nei riguardi di Diogene. Beh... Naturalmente qualche scontento c'è, le persone che lavorano con me in ufficio, sentendo solo la mia campana, stanno iniziando a darmi ragione, e la sua assenza non ha fatto di certo bene, considerando che doveva essere un vero Kage questa volta... Nessun Kage poteva vantare del privilegio di non avere scontenti, nemmeno il più minuzioso. E, considerando come il Mikawa aveva comandato fino a quel momento, era probabile che lo scontento fosse decisamente maggiore di quanto Hebiko stessa credesse. Avrebbe dovuto indagare il prima possibile.

    Raizen si distaccò, controllando se si fosse calmata. La giovane alzò lo sguardo per osservarlo, accennando un sorriso. Annuì appena, allungando una mano sul suo viso, le guance di lei ancora arrossate. Grazie, Raizen. Avrebbe voluto scambiare un dolce bacio con il Colosso, ma il frastuono di legno rotto e delle grida la mandò in allarme, facendola sobbalzare. Non posso crederci... Borbottò a denti stretti, dirigendosi con una certa fretta verso la porta. L'avrebbe spalancata, facendo appositamente rumore per farsi notare, ed osservando i presenti con rabbia. Sembrava difficile crederci, ma in quel momento non sembrava avesse paura di nulla. E, per quanto Raizen l'avesse aiutata, quella furia era data da altro. Vi lascio da soli. Per CINQUE minuti. Lo sguardo cadeva perlopiù su Febh e su Diogene, ma avrebbe voluto dare le colpe anche ad Ogen per non essere riuscita a controllarli. Due Jonin di fronte alla capoclan forse più importante di questo villaggio. E non appena mi allontano ve ne approfittate per vandalizzare la sua casa e gridare come marmocchi!? Fissava con disprezzo il Kokage, senza nasconderne la delusione. Mi aspetto di meglio da shinobi del vostro calibro e dal vostro ruolo. Si sarebbe spostata dalla porta per permettere a Raizen di entrare, lasciandogli la precedenza. Chiedo scusa per l'accoglienza movimentata. Tornò al suo posto, sedendosi con eleganza, e calando nuovamente lo sguardo sui due jonin. Voglio sperare che abbiate risolto i vostri problemi e siate pronti a comportarvi di nuovo come persone civili.

    Hebiko era ancora una genin. Aveva avuto più di un successo in missione, così come più di un fallimento. Era stata capace di imprese che erano rimaste nascoste ai più, ma ancora non erano bastate per salire di grado. Ma non sarebbe stata una targhetta lucente a decidere chi era, e quando poteva esercitare controllo su altri. Così come lei dava professionalità al villaggio, pretendeva la stessa cosa dai loro abitanti, per non parlare del loro Kage. Per quanto si fosse abituata ai metodi di fare di Febh, ancora sapeva metterlo in riga se esagerava. E non si sarebbe tirata indietro nello strigliare persino il suo stesso Kage, se lo vedeva perdersi in simili scenate. Lo avrebbe costretto a rispettare il ruolo di cui si era incoronato, o lo avrebbe fatto cadere dal trono, un passo alla volta.
  15. .

    Doppelgänger


    IV



    Il piano sembrava aver senso. Quell'orologio sembrava il meccanismo che permetteva alla villa di restarsene ancora collegata al passato. Il perchè non era chiaro, ma non sembravano aver tempo di valutare per bene se si trattasse di una trappola o di un marchingegno necessario a continuare il loro piano. Chiunque avesse deciso di attaccare la villa poteva essere lì proprio per proteggere quel gingillo. E la decisione venne presa. Un lampo di luce per l'attivazione dell'orologio, e tutto si fece buio.


    Non le era chiaro dove si trovasse. Percepiva un flusso. Ma era tutto buio per poter vedere. Sentiva che, quel flusso simile ad acqua densa, la trascinava con sè, per portarla chissà dove. E si sentiva calma, incredibilmente calma. Se anche avesse voluto provare a dire qualcosa, non sarebbe uscito nulla dalla sua bocca. Sentiva inoltre uno strano senso di familiarità, e con essa inquietudine. Come se fosse già stata in quel posto. Come se vi fosse già fuggita.

    Non avrebbe saputo dire quanto tempo era passato. Non sembrava poi molto, ma chi poteva dirlo. la quiete eterna di quel posto venne scossa da un sussulto, che agitò il flusso, fino a bloccarlo. Non sapeva dove si trovava, ma sentiva che ciò che stava accadendo era profondamente innaturale. Nel flusso, ora agitatosi come un mare in tempesta, delle venature rossastre si diramavano in tutte le direzioni. Iniziò ad agitarsi, senza però aver la forza di muoversi. Non appena una di queste venature arrivò a toccarla, tutte le altre si riversarono a velocità incredibile al di sotto di lei, creando un cerchio luminoso in quel luogo oscuro. Si sentiva ansiosa a sufficienza da voler ansimare, ma non ne era in grado. Non si sentiva soffocare, ma le mancava il respiro. La luce attirò una presenza terrificante, anticipata da gigantesche corna rosso sangue che sbucarono da quelle onde, con due minacciosi occhi luminosi puntati su di lei. Si agitò ulteriormente, trovando la volontà di muoversi, ma era troppo tardi. Una mano gigantesca la avvolse, chiudendosi a pugno su di lei.


    Hebiko inarcò la schiena ed inspirò avidamente, riempiendo i polmoni d'aria, tossendo con violenza nel secondo successivo. I polmoni si stavano riabituando a respirare. Ansimava a ritmo irregolare, ed ebbe solamente un paio di secondi per realizzare cosa stesse succedendo, sentendo prima la voce e vedendo poi il brutto muso del Mikawa, che le gridava contro chiedendole chissà quali spiegazioni. La Vipera, sostenendosi con le mani, osservava con orrore e confusione la scena intorno a lei, cercando di ricapitolare cosa fosse successo e perchè si trovasse lì. Lì dove, poi?

    Fortunatamente Eiatsu gli impedì di proseguire. La rossa ebbe il tempo di prendere per bene respiro, sentire il sangue che tornava in circolo a piena potenza (anche grazie al cuore che, per lo spavento, batteva all'impazzata), e potersi mettere seduta, con un pesante cerchio alla testa. Dove... Dove sono? Chiese, mentre lentamente anche i ricordi riprendevano a scorrere nella sua mente. La spiegazione di Eiatsu la fece raggelare. Mo-MORTA?! Mi state prendendo in giro?? Aspetta... Si guardò attorno, cercando di riconoscere la stanza. Siamo nella sua Villa, vero? Non sembra distrutta... Ragionava con calma, forse creando ulteriore confusione anche nei due residenti. Si sentiva ancora un po' debole, ma portò le mani avanti, scuotendo la testa con evidente fastidio, alla proposta dell'esperto di cadaveri. Non pensarci nemmeno, non entrerai nella mia testa. Al nominare i fantasmi sgranò gli occhi, ricollegando i giusti ricordi. Fantasmi? Forse il vecchio ha solo un po' di demen- aH!! Fantasmi tip immagini?? Li abbiamo visti anche noi! "Noi", disse, come fosse ovvio. Roteò appena gli occhi, dovendo confermare la sua identità. Hebiko Dokujita, Consigliera di Oto, chi altri dovrei essere... Forse il suo caratterino li avrebbe aiutati a riconoscerla più facilmente. Dopo avergli detto la data, scoprendo quindi che la sua era nel futuro, agitò nuovamente le mani, sembrava essere tornata del tutto in forze. Ma che cosa l'ultima settimana! Oggi! Cioè... Per me era oggi, per voi nel futuro! Sono andata alla Villa perchè volevo lamentarmi di TE, naturalmente- Gli puntò un dito sul petto, voleva mettere in chiaro che la sua non era stata una visita di cortesia, per quanto fosse superfluo in quel momento. -ed ho trovato la villa in rovina! E non solo! Raccontò quindi filo e per segno gli ospiti incontrati e le loro disavventure, fino al momento in cui era entrata nel pendolo. Eiatsu le avrebbe presto confermato che si trovava a tutti gli effetti nel passato. Deve aver funzionato! Avete trovato il mio kaiken? Ah- ...In che SENSO mi avete trovata MORTA?? E come era stata resuscitata, soprattutto.

    Per tutta la durata di quella spiegazione, una figura in penombra li osservava, ad occhi sgranati. Qualsiasi cosa avesse visto, doveva essere scioccante. Fu solo quando il trio finì di parlare che fece qualche incerto passo verso la luce... causando la stessa reazione sorpresa in Hebiko. L'altra Hebiko.


    unknown
    ...
    ...

    Sbatterono entrambe gli occhi, incredule, ed incerte. Poi, all'unisono, trovarono il coraggio di parlare, voltandosi entrambe verso il Mikawa.

    Mi hai CLONATA??
    Mi hai CLONATA??



    L'Hebiko nascosta dietro le tende portava una coda alta, ed era vestita con i classici abiti da battaglia che indossava nelle situazioni più disparate. Sembrava non riconoscere il vestito che indossava l'Hebiko del futuro, e tantomeno la pettinatura. E l'hai pure imbellettata?? Cosa pensavi di farci, esattamente!? La Vipera più "anziana", rimettendo insieme i puntini, capì invece quale fosse la situazione. Oh-Oh no. Non credo che vedere la me del passato sia una buona idea! Io non mi sono vista nel mio di passato! Naturalmente l'altra Hebiko aveva sentito tutta la discussione, filo e per segno, ma aveva comunque creato un diverso scenario nella sua testa, dato dalla diffidenza per il Mikawa. Risparmiati queste cazzate. Che razza di storia poi, i viaggi nel tempo?? Hebiko sibilò, innervosita da sè stessa. Oh ti prego, non abbiamo tempo per questo. Il Mikawa sarà anche uno stronzo, ma non è stupido. Purtroppo. L'altra alzò un sopracciglio, lasciandola proseguire. Credi davvero che se avesse creato un nostro clone sarebbe venuto a dircelo? Senza considerare che siamo una creazione di Orochimaru, il migliore nel crearci. E nemmeno lui è riuscito a non renderci ribelli. Figurati se ci riesce... lui. Lo indicò con entrambe le braccia, senza nemmeno cercare di mascherare la mancanza di rispetto che aveva nei suoi confronti. L'altra sbuffò, in chiaro segno di sconfitta, ma senza volerlo ammettere (non poteva certo nascondere a sè stessa i suoi gesti più comuni). Mi sembra tutto troppo assurdo.

    Entrambe restarono a guardarsi per qualche secondo, l'una giudicando la presunta futura sè, l'altra iniziando a detestare il proprio carattere. Ascolta... Lo so che siamo molto diffidenti. Ma non sono... morta, solo per arrivare qui ed avere me stessa a rovinarmi i piani. Non so quanto tempo abbiamo, ma presto le cose potrebbero mettersi male qui dentro. Ripetè velocemente la situazione nel futuro, rivelando dove fossero stati nascosti i loro messaggi, così che Diogene potesse rispondere. L'altra Hebiko rimase momentaneamente in disparte, vagamente sconvolta dall'idea che quella fosse la se stessa del futuro. Dobbiamo mandare un messaggio agli altri. Devono capire che ce l'ho fatta. Ma potrebbero essere arrivati i tuoi nemici alla Villa, quindi cerchiamo di non essere espliciti. ...Hm. Le cadde l'occhio prima sul pendolo, e poi sul suo kaiken, posato sul tavolo di fianco. Senza spiegazioni, avrebbe inciso un serpente sulla parte di legno frontale. Beh. Se non sono stupidi dovrebbero quantomeno farsi venire il dubbio. Sperando che stiano bene.

    Si voltò quindi verso i due abitanti della Villa, ragionando sulla situazione. D'accordo, qualcuno in grado di controllare il tempo almeno entro certi limiti. Si parla solo di una manciata di mesi, quindi potremmo avere pochi giorni a disposizione. Pensa, Diogene. Sai di avere dei nemici con poteri simili? Anche se li conosci per muovere il tempo solo per qualche secondo. Ci serve una traccia. Avrebbe anche descritto l'ingranaggio del pendolo nei minimi dettagli, sperando che lo avrebbe aiutato a riconoscere qualcuno come il suo creatore. Non sappiamo esattamente cosa vogliono, ma dalle condizioni della Villa chiaramente non era una semplice presa di potere, l'avrebbero tenuta per loro, o demolita del tutto. L'altra Hebiko prese parola, sussultando. Crediamo che il loro obbiettivo possano essere le persone della Villa? La Vipera del futuro annuì, non avendo altre spiegazioni per le condizioni di quel luogo. E credo sia inutile ricordare che le persone più a rischio siate tu e la portatrice del demone. La rossa era sparita prima di poter incontrare Akira ed Harumi. C'era da sperare che gli altri decidessero di inviarle un messaggio per informarla dei nuovi arrivati, ed escludere un possibile obiettivo.

    Chiunque abbia organizzato un attacco decidendo di utilizzare i viaggi nel tempo deve aver pensato tutto alla perfezione. Certo, da qui si parla di teorie, persino il mio arrivare qui è stato un esperimento. E... Iniziato un po' male, devo dire. Non aveva ancora ringraziato Diogene per la sua rinascita. Gli concesse solamente uno sguardo teso, schiarendosi poi la voce per continuare. Quindi cambiare troppe cose potrebbe forse metterli in difficoltà... Ma potrebbe anche cambiare la nostra linea temporale. E io potrei non essere più in grado di tornare nel mio futuro. Ancora peggio, potrebbero sfruttare lo stesso viaggio nel tempo per cambiare alcuni dettagli e risistemare ciò che è andato storto, rendendo inutile il mio ritorno al passato. Diede uno sguardo a sè stessa, che la osservava terribilmente concentrata. Ah! Suggerisci di creare... Un finto Diogene?? Hebiko annuì. Non posso sapere quanto controllo loro abbiano sul tempo, e cosa possano controllare. Potrebbero starci osservando in questo preciso momento. Ma se non è così, sostituire i potenziali bersagli potrebbe darci un enorme vantaggio. Ma, perchè il piano abbia successo... Fece un sospiro nervoso. Lei, se le fosse stata chiesta la stessa cosa, difficilmente avrebbe accettato. Solamente i presenti in questa stanza dovranno sapere che Diogene è un falso. Nessun altro. Sono certa che i tuoi uomini siano ben addestrati, ma qui parliamo di gente in grado di viaggiare nel tempo. La minima variabile potrebbe renderli sospetti e rovinare tutto. Il tuo sostituto dev'essere impeccabile. E nessun altro deve comportarsi in modo diverso dal solito. Il motivo per cui potesse rifiutare quel piano era ovvio: nessuno sapeva dove fossero finiti tutti gli altri abitanti. Accettare non avrebbe fatto altro che lasciare che i piani per loro andassero come previsto. Non abbiamo trovato corpi alla Villa, nè frammenti di essi. E tanto meno segni di battaglia, era come abbandonata. Potrebbero stare tutti bene. Ma la decisione spetta a te. L'altra Hebiko non sembrava condividere del tutto l'idea, ma iniziava a capire quale fosse il motivo dietro quela scelta. Perchè creare un clone di ogni abitante potrebbe richiedere troppo tempo, ed i nostri nemici arriverebbero prima di poter essere pronti.

    Il piano sembrava chiaro. Ora spettava a Diogene decidere. Ma L'Hebiko passata aveva dei dubbi che la futura, grazie alla sua esperienza, non si era posta. ...E noi come facciamo a sapere che proprio tu non sei un mio clone creato proprio da loro? Magari il tuo piano serve solamente a separare il Mikawa proprio per rapirlo, ed il sostituto impedirebbe a tutti di poter reagire in tempo, dando tempo ai nemici di farsi i loro comodi con calma. Hebiko sgranò gli occhi, quasi offesa. Huh!? Ma che vai farneticando, ci sono MORTA per arrivare fino a qui, ricordi!? Forse.Rispose l'altra, freddamente. Ma magari era parte del loro piano. Ed è sicuramente molto più facile creare un clone e dargli finti ricordi ed idee piuttosto di spostarsi nel tempo. Che poi... Perchè il viaggio temporale? Quel dispositivo sembra favorire solamente i buoni... A che serve a loro che tu possa raggiungere il passato? Rovinerebbe solamente i loro piani... O li farebbe andare come loro hanno deciso. Riconosceva quello sguardo. Era lo sguardo di quando puntava una preda pericolosa. Di quelle che devi eliminare prima che diventino troppo pericolose. M-Ma che vai dicendo!? O-Okai, non lo so perchè c'era ancora quel coso lì!! Forse gli... serve e basta!! Iniziò ad agitarsi, furiosa dal fatto che proprio sè stessa diffidava di quanto avesse raccontato. Cos'è, devo dirti qualcosa che sappiamo solo noi!? Sei sicura di volermi far dire certe cose di fronte al MIKAWA!? ...Ed Eiatsu. Il MIkawa era una presenza così importante per lei, che il maniaco dei cadaveri passava più che in secondo piano. L'Hebiko appena più giovane sibilò, per nulla convinta della cosa. Se mi hanno clonata, hanno clonato anche i miei ricordi. Per forza sai tutto. Ma che- UGH! DOVEVI PROPRIO ANDARMI A CHIAMARE?? Sfuriò contro il colosso, prima di tornare a concentrarsi su se stessa, infastidita. Almeno dammi una mano! Di tutte le persone a cui avrebbe voluto chiedere aiuto, mai avrebbe voluto che una di queste fosse il Mikawa. Ma dover affrontare sè stessa sembrava troppo anche per lei. Possiamo scambiare messaggi con quelli nel futuro! Vi basterà come prova? Scrivi quello che ti pare, nascondilo dove vuoi, e poi incideremo nell'orologio dove si trova e di inviarci una risposta. Entrambe osservarono Diogene, una con sguardo ansioso, l'altra con aria minacciosa. Spettava a lui scegliere da che parte schierarsi.


    Edited by Waket - 23/8/2021, 22:48
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