Posts written by Historia

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    La Serpe e il Gatto


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    L'agitazione sul viso della consigliera di Oto si fece sempre più evidente con il proseguire della discussione. I toni si erano alzati, nonostante Harumi cercasse di mantenere il volume della voce sotto una certa soglia. Quando la donna alzò la mano verso di lei, la portatrice rimase impassibile. L'aveva già fatto in passato, quando la giovane era appena giunta nel Villaggio. Anche allora, Harumi non aveva battuto ciglio. Se da fuori si poteva avere una sensazione di déjà vu, dentro la ragazza non era più la stessa. Quella volta la sua stessa vita le era indifferente: vivere o morire, non c'era differenza. Era stata abituata al peggior disprezzo concepibile dagli uomini meschini, un male tanto banale quanto profondo. Ma da quando era stata portata via da quel posto era lentamente cambiata. Un angelo l'aveva salvata, mutandone il destino. O meglio, dandole una possibilità. L'aveva rimessa in piedi, insegnandole a camminare con le proprie gambe. Ma stava a lei scegliere la sua strada ora.

    La mano della Vipera del Suono non calò di nuovo sul suo viso, ma si limitò ad afferrare una delle tazze che la segretaria le porgeva. Tuttavia non la portò alla bocca, che continuava a proferire insulti sulla ragazza. A differenza della sua superiora, il volto della portatrice non tradiva nessuna emozione, ma il suo animo iniziò a macinare qualcosa, un sentimento freddo e dal sapore aspro. Tra un improperio e il successivo Harumi non aveva modo di replicare, né voleva in realtà farlo. Avrebbe lasciato che la foga di Hebiko si esaurisse, infrangendosi inefficace contro la sua corazza di indifferenza come aveva sempre fatto. Era il modo migliore per evitare problemi, in fin dei conti, ed aveva sempre funzionato fino a quel momento. Ma ogni persona, anche la più insensibile, raggiunge prima o poi un punto di rottura. Le cause, a ben vedere, giacevano a monte. Da un lato, nel suo stesso spirito. Da quando aveva accettato la sua parte più oscura, il muro che la separava dal mondo esterno e dagli altri era andato assottigliandosi sempre di più. Pareri, opinioni, parole e sguardi che prima non le facevano né caldo né freddo, che aveva imparato, o meglio era stata obbligata ad ignorare per poter sopravvivere, ora la colpivano con intensità sempre maggiore. Dall'altro lato non aveva considerato la furia della Vipera. Una rabbia cieca, più egoista che malvagia, simile ad un uroboro, il serpente che si nutre della sua stessa coda in un ciclo senza fine, una rabbia inesauribile e inarrestabile più simile ad una valanga che ad un'alluvione, in grado di aprire crepe nella più resistente delle corazze.

    Pensi di valere qualcosa per tutte quelle persone alla villa?? Mhmhmhm.
    Quello che c'è dentro di te vale qualcosa. Quel mostro è importante. Non tu.

    Il sorriso di circostanza della ragazza di incrinò. Hebiko era riuscita a combinare in un'unica frase due delle poche cose che davano veramente fastidio ad Harumi. Primo, che mettesse in dubbio l'affetto che gli abitanti di Villa Mikawa nutrivano nei suoi confronti. Per lei, erano una specie di famiglia. L'unica che avesse mai avuto. Come una vera famiglia, non li aveva scelti, ma si era ritrovata a convivere con loro dopo i fatti degli Inferi di Oto. E come in una vera famiglia, a volte c'erano liti, incomprensioni e antipatie. Ma per lei era il paradiso. Era tutto ciò che non aveva mai avuto nella sua infanzia, qualcosa che aveva solo potuto sognare. Ed ora la donna osava mettere in dubbio quel legame, costruito un passo alla volta, una parola balbettata dopo l'altra. Secondo, essere paragonata ad un'appendice del Nibi, poco più che una cat sitter che si limitava a portarlo in giro e che poteva essere sostituita da un giorno all'altro. Non era la prima ad affermarlo, ed ella stessa l'aveva creduto vero, per un certo periodo. Ma poi, aveva imparato a conoscere meglio Matatabi. Ripensandoci, già quando l'aveva incontrato la prima volta gli aveva fatto una promessa. Aveva accolto l'odio del Nekomata facendolo suo, donandogli in cambio l'unica cosa che aveva: un barlume di speranza. Con quelle parole, Hebiko mancava di rispetto non solo a lei, ma al Bakeneko stesso, definendolo un mostro. Ripensando al suo passato, alla ragazza venne da ridere, ma quello sul suo viso era un sorriso ghiacciato, che avrebbe in qualche modo turbato una persona meno presa dalla foga. Oni. Demone. Strega. E Mostro. Così era stata chiamata, nel suo villaggio, senza averne colpa alcuna. Curioso come il destino potesse giocare con le sorti degli esseri umani a volte.

    Non so chi dei due mi faccia più pena.

    E alla fine, la corazza di Harumi si ruppe. Più o meno nello stesso istante in cui la tazza che Hebiko le aveva strappato di mano si infranse contro la parete. I cocci schizzarono tutto intorno, sfiorando i capelli della ragazzina, che rimase immobile mentre la macchia sul muro si allungava fino al pavimento. La consiglierà continuò a parlare, inconsapevole del danno che aveva fatto. Il problema di quella barriera era che non serviva solamente ad evitare che brutte cose entrassero. Serviva soprattutto ad impedire che cose ancora più orribili uscissero.

    Vedo che ci conosce bene, signorina Hebiko.

    La donna si trovò di fronte al più radioso dei sorrisi che avesse visto da un sacco di tempo a questa parte. Probabilmente quasi non si accorse che la giovane aveva fatto un passo verso di lei, tanto era il senso di tranquillità che emanava.

    Harumi è una povera, piccola bambina impaurita. E il Nibi è un mostro orribile che li mangia i bambini smarriti come lei.

    Il tono serafico e l'espressione gioiosa erano in completo contrasto con le sue parole. Ormai era a poco più di un passo dalla consigliera, ma quella non avrebbe percepito il minimo intento minaccioso provenire da lei, tutt'altro. Anche quando Harumi assunse un'espressione dispiaciuta nel fissare la tazza che ancora reggeva in mano, l'avrebbe trovata leggera quanto il sospiro di un innamorato.

    Che peccato, avevo scelto un tè speciale dalla Foglia. Ero certa che ti sarebbe piaciuto. Ma se vuoi puoi avere il mio.

    E, senza nessun preavviso, versò il contenuto della sua tazza sulla testa della ragazza, facendolo colare lentamente. Il liquido era ormai freddo, ma l'eventuale brivido le sarebbe giunto una volta fissato lo sguardo sul volto della kunoichi. Le labbra pallide e gli occhi inespressivi le restituivano uno sguardo tanto gelido da abbassare la temperatura dell'intera stanza.

    Mi dica, signorina Hebiko, lo vuole sentire il rumore di una bomba che esplode?

    In un sussurro, il riferimento alle previsioni della Vipera sul futuro della giovane venne ribaltato. Entrando in quella stanza, in quel momento, Harumi era inciampata su una mina. Si era trovata nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Tuttavia, l'esplosione di Hebiko non era che una miccia in confronto a quella potenziale della portatrice. Spinte fino alla massa critica, le emozioni della giovane avevano innescato una reazione a catena inarrestabile dopo essere state innescate dalla rabbia immotivata della consigliera. Che ora si trovava a doverne gestire le conseguenze.

    Una stupida, eh? Un contenitore che non sa reggersi sulle sue gambe, dici? Uno strumento. Sola. Penosa. Cos'altro? Dimentico qualcosa?

    Le parole dardeggiarono verso Hebiko come lame di ghiaccio, mirando a piantarsi nel suo spirito. In confronto alla rabbia sanguigna del Serpente, quella del Gatto era una furia fredda. La jinchuuriki ospitava dentro di sé il demone Due Code, un agglomerato di puro odio. La sua oscurità filtrava ora dagli occhi della fanciulla, simili ad un pozzo senza fondo che rischiava di inghiottire la rossa alla minima distrazione. A parlare però non era il Nibi, no. Era Harumi, una Harumi sconosciuta a tutti, tenuta nascosta, repressa, fin dalla più giovane età. Dopo la prova al Palazzo del Kokage aveva abbracciato la parte di sé che aveva dimenticato, e quello era il risultato. La giovane arretrò senza togliere gli occhi da quelli della kunoichi.

    Sai, non ce l'ho con te, in realtà. Sei solo una poveretta che non sa niente. Una donna frustrata, insoddisfatta della propria vita, che per dimenticare i propri problemi se la prende con gli altri. Aiuta davvero sfogarsi con i più deboli, signorina Hebiko?

    Quello sul volto di Harumi assomigliava ad un sorriso, ma non si poteva definire tale. Quella lingua tagliente poi, sembrava non appartenerle. Eppure, era inequivocabilmente lei a parlare. Non Matanabi. Non la sua metà oscura. Solo e unicamente Harumi, una giovane finalmente completa, con i problemi che hanno tutti. La paura di non essere accettata, l'ansia di non sapere cosa fare delle propria vita. Una ragazza dotata di una naturale tenerezza, ma ora bilanciata da una fisiologica asprezza.

    Io lavoro da poco qui in Amministrazione, ma l'ho capito, sa? Hanno tutti paura di lei. Mi sono sempre domandata il perché. Ma ad essere sinceri lo sapevo, lo stavo solo negando inconsciamente. Il problema non sono loro. Il problema è lei. Il suo comportamento, il suo atteggiamento, il suo carattere... Per questo nessuno le dimostra una briciola di affetto, qui. Lei non lo vuole il loro affetto, mi sembra chiaro. Ma per lo stesso motivo, non si merita l'affetto di quelli a cui invece tiene.

    La ragazza alzò un sopracciglio, come se le fosse pervenuto un pensiero repentino in testa. Un pensiero divertente, a giudicare dalla piega delle sue labbra. Riprese a parlare, quale che fosse la reazione della sua interlocutrice. Una sequela di attacchi personali che mai si sarebbe sognata in passato anche solo di concepire, figurarsi esprimere a voce alta. Eppure, una parte di lei non le riteneva offese, ma fatti di verità. Era, anzi, un atto di pietà metterla di fronte ai suoi errori. Aiutarla a comprenderli, affinché li superasse. Al tempo stesso però era consapevole che il metodo, il tempo e il luogo erano sbagliati. Non l'avrebbe mai ascoltata, anche se messa davanti all'evidenza. Ma in fin dei conti, quello non era un problema suo.

    Ecco cosa mi stavo dimenticando! Una spia! E il mio adorato padrone, già...
    Invece il tuo, di padrone, qual'è?

    Le iridi indaco di Harumi si piantarono su quelle gialle della Vipera del Suono, magnetiche.

    Una persona che vive, come Febh Yakushi?
    Una persona che è morta, come Orochimaru?
    Un sentimento di distruzione, come l'inferiorità?
    Un'emozione vivificatrice, come l'amore?

    Rispondimi, Hebiko Dokujita!
    Dì la verità a te stessa!


  2. .

    The Island


    Post 12 ~ Cerca

    Shin rimase ad ascoltare impassibile la lunga tirata di Kensei. Le argomentazioni non erano di per sé sbagliate, ad esserlo erano le premesse. O meglio, non erano neppure queste da scartare per principio. Semplicemente, non erano condivisibili dal giovane. Quando alla fine il kiriano si allontanò, il Kinryu si rialzò a sua volta e chiuse il giubbotto sulla ferita che già si stava rimarginando. Avevo ragione, siamo simili. Un sussurro, che Kensei poteva udire come no. Prima che potesse voltarsi, in ogni caso, il ragazzo aggiunse. Per questo non potremo mai essere d'accordo. Lo spadaccino aveva cercato di convincerlo, spiegando come anche lui in passato avesse perso qualcosa di prezioso, conosciuto la sconfitta e sofferto. Ma quelle erano solo parole: di fronte a lui Shin aveva un uomo mosso da una determinazione tanto lucida quanto malsana, ammantato da un rancore tale da fare appassire ogni buon sentimento covato nel cuore degli uomini. Una persona che parlava del potere come di un animale da ammansire, ma che ne era stato completamente sottomesso, perdendo di vista la sua stessa umanità. Un ninja potente, senza dubbio più forte di lui. E quando si è forti, è facile parlare, ed ancora più facile imporre la propria verità come la verità, la propria giustizia come l'unica giustizia. Che si lasciasse consumare dall'odio, in nome del suo ideale. A Shin non importava, come a Kensei non importava nulla dei principi del foglioso. Entrambi avrebbero proseguito sulla propria strada, senza che uno riuscisse a convincere l'altro o il contrario.
    Le informazioni ricevute dalla Magnanimità diedero molto da pensare al giovane, che ringraziò con un cenno del capo per la cortesia dell'uomo dall'aria sognante. Nonostante appartenessero entrambi ad Hayate, non potevano essere più diversi. Il Kinryu iniziava a capire cosa intendesse in precedenza quando parlava della via scelta dalla setta: ognuno era libero di perseguire i propri scopi e la sua indole, a patto che fosse partecipe nel grande piano. Forse, stando con loro, poteva veramente ottenere una parte della loro conoscenza, sotto forma di potere.

    La Magnanimità, nonostante i modi affabili, non era clemente. Posto davanti ad una scelta, fu la volta di Kensei di mercanteggiare per la propria vita, o meglio per i propri ricordi. La proposta del kiriano lo lasciò sorpreso, ma al tempo stesso divertito. Scambiarli in cambio di equipaggiamento forgiato dal Fabbro Immortale. Un prezzo difficile da stabilire, per il suo silenzio. Un affare, forse, ma per chi? Il Coraggio dovette ritenerlo tale, perché alla fine accettò. Fu però Kato a quel punto a presentare rimostranze verso la libertà di movimento concessa allo shinobi della Nebbia. Shin sorrise, realizzando che l'indole dell'otese non era cambiata poi molto da quando l'aveva conosciuto. Già, in effetti sarebbe potuto diventare un ottimo socio per il Coraggio. L'atteggiamento era quello giusto. Il Kinryu tuttavia intervenne per porre fine alla questione, prima che la situazione degenerasse nuovamente. Ora dacci un taglio, compare. Un sigillo del silenzio sarebbe più che sufficiente, una soluzione indolore e temporanea, almeno finché non abbiamo risolto il problema dell'Arma. Non che sapesse usare quel fuuinjutsu, ma lo conosceva e forse uno degli Hayate sapeva tracciarlo. Probabilmente non il Coraggio a pensarci meglio. Considerando quanto successo in precedenza con Anzu, della cui sottrazione Kensei aveva taciuto, il giovane reputò di dovergli per lo meno quel favore. E poi, quel continuo battibeccare gli stava facendo venire il mal di testa. A me la proposta di Kensei Hito sta bene, a maggior ragione perché lo seguiremo anche noi. Spostò lo sguardo sull'amico e sullo spadaccino della Nebbia, prima di proseguire. Lo terremo d'occhio fino al compimento del patto. A proposito, visto che sono rimasto senza spada, per colpa di qualcuno, spero che avrò l'onore di brandire una delle leggendarie lame del Fabbro Immortale, come aveva suggerito. Avrebbe lasciato così intendere che fosse stato Kensei a obbligarlo a sbarazzarsi della propria katana kitsune, e allo stesso tempo che avesse riflettuto sulla sua offerta, ripensandoci. Ignorò tutto il discorso sul sangue, facendo conto che dal canto suo il kiriano non puntualizzasse sulla mancanza di Anzu. Un mesetto in sua compagnia sarà certo molto istruttivo, Coraggio. Anche se immagino non sarà una passeggiata di salute. Se per noi o per chi incrocerà il nostro cammino, sarà da vedere. Un essere umorale e amorale come quello che avevano di fronte era completamente imprevedibile. Ciò che avevano siglato era nient'altro che un patto col diavolo. Il peggio era che ne erano consapevoli, e lo avevano scelto comunque.
    In un modo o nell'altro, si erano lasciati alle spalle i due membri di Hayate, e dopo una perlustrazione aerea avevano più o meno presente la situazione. Come promesso dal foglioso, si sarebbero mossi insieme a Kensei per tenerlo d'occhio, ma prima che potessero prendere una decisione la terra sotto i loro piedi fu scossa per alcuni lunghi istanti. Cosa che nessuno dei suoi compagni avrebbe notato, visto che stavano entrambi più o meno comodi sulle loro evocazioni. Shin invece aveva preferito proseguire a piedi, seguendoli senza eccessivi problemi dal basso. Mmm... No bene. Credo che il tempo a nostra disposizione stia finendo. Quanti sigilli rimanevano da aprire, prima che l'arma fosse rivelata? La fretta dello Yotsuki era più che giustificabile. D'accordo, dirigiamoci verso il lago. Di sicuro vi si nasconde qualcosa. Neppure Kensei ebbe nulla da ridire, e si accodò al corvo dell'otese. Il Kinryu invece avrebbe chiuso la fila, saltando tra le rocce fino all'ingresso della grotta, e proseguendo al suo interno senza grosse difficoltà grazie al suo eccellente controllo del chakra. Anche l'oscurità non era un problema, ed i tre si addentrarono nelle profondità dell'isola [Abilità utilizzate] Chakra Adesivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore cammina con facilità sulle superfici verticali. (Mantenimento: ¼ Basso)
    [Da genin in su]

    Chakra Adesivo (Intermedio)
    Arte: L'utilizzatore cammina con facilità anche a testa in giù, in terreni scivolosi o sopra l'acqua.(Mantenimento: ¼ Basso)
    [Da chunin in su]

    Salto Repulsivo
    Arte: L'utilizzatore è in grado di aumentare (x1.5) l'altezza e lunghezza del proprio salto. (Consumo: ½ Basso extra)
    [Da genin in su]

    Movimento Repulsivo
    Arte: L'utilizzatore è in grado di aumentare il proprio movimento con 1 slot azione di 6 metri. (Consumo: ½ Basso extra)
    [Da chunin in su]

    Oltre ai miglioramenti al movimento ho velocità Viola+2, superiore a quella delle evocazioni che vanno a Blu+3, dovrebbe bastare per tenere il passo, ma mi rimetto al QM.

    Per quanto riguarda l'ipotetica di Kensei, non lo sto osservando nel dettaglio, ma è nel mio campo visivo. Per me è indifferente se esegue lo stesso la procedura, non credo di vederla nel dettaglio, ma sospetterà qualcosa. A lui la scelta.
    .
    Chakra: 80/80
    Vitalità: 16/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 650
    Resistenza: 600
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Fasce da Combattimento × 12
    • Coltelli da Lancio × 5 2
    • Rotolo da Richiamo × 2
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Tonico Coagulante Minore × 1
    • Accendino × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Maschera della Volpe × 1
    • Equip. debilitante [-2 Vel.] × 1

    Note
    ///
  3. .

    Ordinaria Amministrazione


    2

    Lo scontro, verbale e fisico, nell'ufficio dell'amministratore di Oto durò pochi battiti di ciglia. Harumi, bellamente ignorata da entrambi i contendenti, faticò a seguirne i movimenti, soprattutto quelli di Febh. Il jonin sembrava poter esercitare una notevole pressione sul corpo del lamentoso sottoposto senza neppure sfiorarlo, e la cosa impressionò al quanto la ragazza, che si ripromise di farsi insegnare il trucco, un giorno. Di certo non mentre i suoi occhi brillavano in modo tanto sinistro, pregustando probabilmente chi sa quali indicibili torture. Il pensiero spaventò più la kunoichi che lo shinobi a cui erano dirette le minacce: altre ristrutturazioni da aggiungere al bilancio in arrivo! Invece, contrariamente alle aspettative, i danni furono piuttosto contenuti, e neppure attribuibili all'operato del consigliere. Non direttamente, per lo meno. Il novello otese, in qualche modo, evitò di farsi ridurre ad un puzzle da Febh, trovando perfino il coraggio di contrattaccare. Harumi spalancò la bocca per lo stupore. Almeno il coraggio non gli manca... La sua tenue ammirazione scomparve tuttavia non appena il ninja, senza neppure aspettare di verificare se i suoi attacchi fossero andati a segno, si diede alla fuga. Ah ecco, volevo ben dire... Beh, in fin dei conti è comprensibile istinto di sopravvivenza. Ciò che veramente indispose la giovane, però, fu la via scelta per quella ritirata strategica. Invece di uscire dalla porta, passando accanto ad una per nulla minacciosa Harumi, quello decise di balzare dalla finestra. La quale, essendo autunno inoltrato, stava ben chiusa per risparmiare sul riscaldamento. A nulla valse il passo avanti della fanciulla, che alzò la mano verso di lui in un inascoltato appello. Ehi aspett... Troppo tardi. Sconsolata, abbandonò il braccio lungo il fianco. Ecco il motivo perché i conti, in quel posto non quadravano mai.

    Ormai la frittata era fatta, e la sua presenza rivelata. Non che prima fosse nascosta, ma fintanto che rimaneva immobile si confondeva abbastanza bene con il mobilio per la sua indole mansueta. Sospirando, anticipò qualsiasi azione del consigliere, che fosse lanciarsi all'inseguimento o tornare a bere il suo cocktail. Febh-sama. Il tono non prometteva niente di buono, soprattutto per un uomo abituato a venir rimproverato dalla sua ex-segretaria per ogni minimo pretesto. Harumi lo fissò attraverso le lenti mancanti degli occhiali abbastanza a lungo da far sudare freddo qualsiasi uomo, che avrebbe iniziato a farsi un esame di coscienza chiedendosi per cosa doveva scusarsi. Alla fine, allungò verso di lui il plico di fogli che reggeva in mano. Facciamo così, lei ora mi firma questi, che sono urgenti. La maggior parte erano pratiche scadute da tempo, dimenticate dall'amministratore in un cassetto tra le settimane ninjistiche, che la segretaria aveva dovuto supplicare affinché fossero prorogate. Poi andiamo ad occuparci di quel tizio. Tanto anche volendo non farà molta strada. Lo sguardo della segretaria non era né arrabbiato, né crudele. Anzi, il jonin non avrebbe scorto nessuna forte emozione su di lei, se non un vago fastidio ed un atteggiamento distaccato, professionale. Tirato fuori un piccolo tablet dalla sacca porta oggetti, iniziò a scorrere dei fogli identificativi. Come ha detto che si chiama? Che Febh collaborasse o meno, Harumi impiegò solo pochi secondi a trovarlo. Tasaki Moyo... Bene, c'è anche l'indirizzo. Se il superiore si fosse dimostrato sorpreso o interessato, la giovane avrebbe spiegato, alzando la tavoletta. Questa? Visto che dovevo ricontrollare gli schedari da zero, ho pensato fosse utile salvarli anche in formato elettronico tanto che c'ero. Ma non si preoccupi, la sera la lascio in ufficio sotto chiave insieme agli altri documenti. Lo anticipò, aspettandosi critiche sulla sicurezza delle informazioni riservate. Anche se, considerando chi aveva davanti e lo stato in cui versavano gli archivi del Suono, forse era una preoccupazione superflua. Gettando un occhio che effettivamente l'amministratore stesse firmando i documenti, la giovane alzò la cornetta dell'interfono sulla sua scrivania, facendosi mandare il responsabile della sicurezza ed un paio di impiegati. Sì sì, nell'ufficio di Febh. Come sarebbe a dire che hanno troppa paura per avvicinarsi? Mica li mangia! La ritrosia dei dipendenti fece alzare gli occhi al cielo alla giovane, che non aveva tutto il giorno da perdere con quella storia. Mentre quelli borbottavano scuse, accostò una mano al microfono sulla cornetta e si voltò verso il superiore. Vero che non li mangia, Febh-sama?

    I convocati avevano lo stesso pallore in viso dei condannati a morte. Se ne stavano sull'attenti in fila senza fiatare, al limitare del lato opposto della stanza. La jinchuuriki schioccò la lingua, scocciata, ma decise di farsi avanti lei per non aspettare ulteriormente che qualcuno prendesse la parola. Allora, se fosse arrivati prima sarebbe stato meglio, ma vorrei che mi trovaste quest'uomo se si trova ancora nel perimetro dell'amministrazione. Consiglierei di iniziare dal tetto e dal cortile, visto che se n'è uscito dalla finestra. Mostrò la foto segnaletica al ninja responsabile della guardia, e quello comunicò con i propri sottoposti alla radio descrivendolo e dando disposizioni in merito. Tu invece avvisa le mura, che non esca dal Villaggio. Digli di fermarlo senza ucciderlo, se gli è possibile. Per quanto corresse veloce, di certo non aveva ancora raggiunto i confini di Oto. E se ci avesse provato, avrebbe trovato una brutta sorpresa, magari nella persona dell'irreprensibile guardiano Kato Yotsuki. Anche il secondo interpellato scattò ad eseguire l'ordine. Rimaneva solo un impiegato. Harumi lo fissò con occhi seri per un po', fin quando questi non deglutì, visibilmente agitato. Chiama il falegname e fargli riparare quella finestra, che entra il freddo. La giovane indicò il buco alle sue spalle. La fattura mandala a questo indirizzo. Pagamento entro cinque giorni. Mostro all'uomo i recapiti di Tasaki. Se non paga, glieli scalo dallo stipendio, così impara ad andare in giro a fare la predica su come teniamo l'amministrazione per poi fare danni in giro. Forse in quel momento Febh avrebbe compreso che, sebbene ostentasse una fredda calma, la giovane se l'era presa per le critiche mosse dal chunin impertinente. In effetti, il sorriso con cui si rivolse all'amministratore sarebbe sembrato piuttosto inquietate, alla luce di quella considerazione. Bene, se ha finito di firmare possiamo andare a prenderlo.

  4. .

    I Segreti del Mikawa


    4

    Mentre annaspava nel sangue nel tentativo di non affogare, Harumi non poté fare a meno di chiedersi perché ogni qualvolta si recasse nelle fondamenta di Villa Mikawa qualcosa di malvagio cercasse di trascinarla nell'abisso, fosse un mare d'oscurità ribollente o il vermiglio fluido vitale. Sfortuna, o pessime scelte di vita. Eppure, ogni volta ci cascava di nuovo, senza mai imparare dai suoi errori. Una stupida, irrimediabile ottimista. In effetti, conosceva la ragione di tutto ciò. Era sempre la stessa, in fin dei conti. Il male era attratto da lei. Anzi, dal frammento di tenebra che lei custodiva, portandolo in grembo come un figlio. Alla fine, non era lei che volevano. Non era mai lei che cercavano. Per loro non era che un contenitore, un fattorino al massimo. Nessuno, quando la guardava con quegli occhi bramosi, vedeva lei, ma solo il demone al suo interno. Era come se lei non esistesse. Era sempre stato così, in fondo. Aveva vissuto come se fosse trasparente, fino al giorno in cui non era diventata la portatrice del due code. Solo da quel momento in poi l'avevano considerata, dandole un posto dove stare. Ma non per chi era, bensì per cosa era. Tali pensieri che aveva scacciato da lungo tempo riemergevano, man mano che la presa sanguigna su di lei si faceva più forte, lasciando emergere le sue paure più sepolte. E insieme, la sua rabbia repressa da una vita intera.

    Nekomata, Nekomata, ce l'hanno tutti con questo dannato Nekomata! Mai una volta che qualcuno voglia Harumi. Nekomata di qua, Nekomata di là! Nekomata Nekomata Nekomata... Volete il Nekomata? Ve lo dò io il Nekomata maledizione!

    Qualche minuto prima, la situazione era ancora tranquilla, anche se strana. Sotto qualsiasi punto di vista la si guardasse, quel rituale era tutto fuorché benevolo. Sacrilego era il primo termine che le veniva alla mente, ma anche maledetto si adattava molto bene. Forse per via di tutto quel sangue. O per la cantilena incomprensibile intonata dalla bambina in uno stato simile alla trance. Delle poche che riconosceva, una era Khorne, che aveva l'aria di essere un nome proprio. Di chi o cosa, solo i kami lo sapevano. Qualche divinità oscura, probabilmente, se era fortunata. Mancava solo che iniziasse a sentire misteriose presenze per completare il quadro.

    " mmm non c'è solo la carne questa volta..."

    Non mi piace questo posto.

    Non una, bensì due voci sconosciute giunsero alle sue orecchie. La prima, simile ad un sussurro nel vento, tanto flebile da farle credere di essersela immaginata. L'altra proveniente da un luogo lontano ed al contempo vicinissimo, quasi fosse dentro di lei. Un brivido freddo corse lungo la schiena della ragazza, spaventata da quelli che sembravano presenze spiritiche. Si guardò intorno senza scorgere nulla di anomalo rispetto a prima, se non la bambina sempre più persa nelle sue invocazioni oscure. Osservandola meglio, Harumi si accorse che le lacrime le scorrevano senza sosta lungo le guance piene. Sul suo volto un'espressione sofferente, che fece preoccupare la giovane, che si alzò, facendo un passo verso di lei.

    Ehi, Yachiru, tutto ben...

    TeSChi PEr ilTrONo di KHORNe, SangUE per iIL SalvatoRe! Che poSSa disSEtarsI DEL sacrifiCIO, che pOSsa il suo CONTenitorE troVare TreguA!

    La domanda fu interrotta dall'ultima invocazione della ragazzina, questa volta comprensibile alla kunoichi. Prima ancora che il suo cervello processasse le parole, tuttavia, con un clic soffocato dal fluido un meccanismo ai suoi piedi scattò e diversi spuntoni metallici le si impiantarono nel busto da ciascun lato. Solo il corpetto protettivo che portava sotto i vestiti impedì che la trappola la finisse sul posto [Danni]3 Leggere al Busto

    Corpetto in Cuoio [Protezione]
    Corpetto in cuoio indossabile che sopra i vestiti. Presenta una buona resistenza, offrendo all'utilizzatore una discreta protezione al busto.Tipo: Protezione - Supporto
    Dimensione: Mediogrande
    Quantità: 1
    (Potenza: 25 | Durezza: 3 | Crediti: 60)
    [Da genin in su]
    . Harumi sputò un fiotto di sangue, guardando incredula i pali acuminati che si stavano ritirando. L'ultima briciola di dubbio le fu tolta dal trasmutarsi sotto i suoi piedi del liquido in fanghiglia torbida, che iniziò ad attirarla verso il fondo con una forza irresistibile. L'istinto di sopravvivenza della ragazza, a lungo addormentato in un passato in cui aveva reputato la sua vita senza valore, era stato risvegliato da Eiatsu a forza di addestramenti severi e costanti. Mentre ancora la sua coscienza cercava di capacitarsi di cosa le stava accadendo il suo corpo rispose meccanicamente, cercando di sottrarsi dalla presa, ma inutilmente [Nota]La massima Forza che Harumi può raggiungere è BLU + 4 CAP +4 OVERCAP +3 CAP TS = 775
    775 < 850 quindi GG XD
    .

    Come si dice? La curiosità uccise il gatto, nya~?
    Simpatico, veramente simpatico. Se non fossi chiuso qua dentro rideresti poco...
    A proposito di questo, perché non l'hai avvertita, nya~?
    Tu che sei una parte di lei, ma trai la tua forza da me, dovresti saperlo...
    Ah già, lei non può sentirti, nyahaha.
    E DI CHI PENSI CHE SIA LA COLPA? Ha una personalità così contorta da soffocarmi ogni volta che cerco di riemergere, e per colpa di quel dannato sigillo messo giù in fretta e furia ci riesce pure! Riusciamo a parlarci solo se scende lei di sua spontanea volontà, o se qualche orrore le causa un trauma sufficiente da spedirla qua sotto...
    A proposito, non sembra che dovrai aspettare poi tanto, nya.

    Inconsapevole del dialogo che Matatabi e Harumi oscura stavano intrattenendo dentro di lei, la giovane si era ripresa dalla sorpresa iniziale e si stava spremendo le meningi per cavarsi d'impiccio. Al contempo però, non poteva che considerare tutto ciò come un enorme fraintendimento. Non poteva veramente credere che Yachiru, la dolce Yachiru, la stesse veramente usando come sacrificio. Di sicuro era stata traviata da qualcosa di malvagio. Oppure... Harumi rimase a bocca aperta. Di fronte a lei il fango cremisi si stava plasmando, fino ad assumere fattezze umane. Una figura di sangue, dall'aspetto di Diogene Mikawa. Possibile che fosse rimasto lì per tutto il tempo, fin dalla sua scomparsa?! Il chakra di cui l'intera cripta era immersa era chiaramente il suo, anche se mescolato a qualcos'altro. Come lo sapesse, visto che la kunoichi non possedeva doti da sensitivo, era un mistero, ma nella concitazione del momento non ci fece neppure caso. Non poteva sapere che la voce del Nibi, per lei muta, raggiungeva a tratti il suo inconscio. Così, insieme alla conoscenza, si fece largo la rabbia. Da principio sorda, indistinta, tanto che la ragazza la ritenne naturale per la situazione. Era stata ingannata, tradita da persone di cui si fidava. Ancora.

    Quale che fosse il motivo, Harumi non sarebbe rimasta immobile ad attendere la sua sorte. Quei tempi erano passati per sempre ormai. Portata una mano dietro la schiena, senza farsi vedere attivò una carta bomba, lasciandola cadere alle sue spalle dopo aver impostato il timer. Contò i secondi lentamente, per non sbagliare, eseguendo con il corretto tempismo tutte le azioni che aveva programmato. I capelli le si allungarono ad avvilupparle il corpo un istante prima della deflagrazione, e il suo pugno irrorato di chakra si abbatté sulla superficie semifluida di fronte a sé allo stesso momento [S.A. I e II, S.T. I]Cartabomba I [Bomba]
    La cartabomba è un piccolo foglio sul quale è inciso un fuuinjutsu: causa una potente esplosione di diametro pari a 1,5 metri quando attivata; entro un raggio di 3 metri causa danni dimezzati. L'attivazione è percepibile tramite udito, vista e tatto; è possibile scegliere il tempo dell'esplosione, da tre secondi fino a 30 ore.Tipo: Speciale - Ustione
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 30 | Durezza: 1 | Crediti: 45)
    [Da genin in su]

    Simulacro di Spine - Marin Jizou
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può rendere i propri capelli molto resistenti, trasformandoli in una difesa resistente ed efficace, in grado di proteggere e danneggiare l'avversario. I capelli avvolgeranno completamente l'utilizzatore e concederanno una protezione di potenza pari a 15. La coperta di capelli risulterà dannosa per qualsiasi attaccante, che subirà un danno di potenza 5 se toccata la coperta di spine a mani nude.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    Sottotipo: Supporto
    (Consumo: Medio)
    [Da studente in su]

    Tocco Distruttivo (Base)
    Arte: L'utilizzatore può danneggiare gli oggetti con gli attacchi corpo a corpo; la potenza del colpo non armato contro oggetti e armi è aumentata di 10 ogni consumo ½ Basso. Non aumenta la potenza contro avversari. (Consumo: ½ Basso a colpo ogni 10 di potenza
    [Consumo massimo: 2 Bassi])

    [Da genin in su]

    Potenza complessiva dell'attacco: 80
    (30 Cartabomba I + 10 Colpo Senz'arma +40 Chakra distruttivo [2 Bassi])
    Danno subito: 1 Leggera e 1/2 Diffusa

    Non so se alle tecniche derivate che richiedono Unità manipolate si applichino le stesse regole di rottura dei costrutti delle manipolazioni, ma ci provo per scena nel caso.
    . Una fontana di sangue eruttò tutto intorno al corpo della fanciulla, ricoprendola di vermiglio. Harumi digrignò i denti, non tanto per il dolore del contraccolpo, quanto per la furia che le stava facendo salire il sangue alla testa. Un sentimento solo in parte giustificabile dal dolore che aveva colpito il suo animo per quel tradimento inaspettato. La maggior parte era infatti un odio puro, a lungo coltivato, per la persona che si ergeva, ancora informe, nel lago di sangue.

    Fammi uscire!

    Harumi scorlò la testa, scacciando quella voce molesta dalla sua testa e cercando di mantenere il controllo delle sue azioni, ma non riusciva a spostare i suoi occhi iniettati di sangue dalla figura del kokage. Si sarebbe tagliata un braccio per poterlo prendere a pugni, o una coda.

    Se mi lasciasse prendere il controllo anche solo per un minuto lo schiaccerei, quel bastardo di un Mikawa!
    Il suo corpo non resisterebbe, nya, lo sai benissimo. Anche se magari non ti interessa. E poi, non ti ha già battuto una volta quando eri nel pieno delle tue forze, nya?
    GRRRR... L'ho solo sottovalutato e se ne è approfittato, ma non farò due volte lo stesso errore...
    Sì, certo... Guardala, sta lottando con tutte le sue forze per cavarsela senza di noi. Non è adorabile, nyahaha?
    Il coraggio non le manca, ma è inutile, non può farcela.
    Parli per esperienza personale, nya?

    Ho sempre saputo di poter contare su di te, mia piccola servetta: finalmente mi hai portato un sacrificio degno! Ora rivelati a me, NEKOMATA!

    La frase pronunciata dalla sagoma di sangue condensato zitti tutti, producendo una serie di reazioni disparate nei presenti. Yachiru scoppiò a piangere per la gioia, mescolato a senso di colpa. Harumi, strinse i pugni fino a far uscire alcune gocce di sangue dai palmi martoriati. Matatabi ruggì di rabbia. Harumi oscura, o il gatto come la chiamavano, iniziò a ridere a crepapelle.

    Tu... Non sei Diogene...

    Ormai ad un passo dall'essere capace di controllarsi, la kunoichi mormorò con disgusto quelle poche parole.

    Lui... Non chiamerebbe mai Yachiru... Servetta...

    Chi se ne frega di come chiama quella puttanella, fammi uscire!

    La giovane chiuse gli occhi, per zittire il grido di odio che le martellava in testa ormai chiaramente percepibile ed afferrò un kunai dalla sacca dietro la schiena, non ancora sommersa. Aveva bisogno di un'ultima prova, anche se per ottenerla avrebbe dovuto macchiarsi di un crimine orribile per lei, a cui una cosa sola importava nella vita. La sua famiglia. Scagliò con forza l'arma verso la bambina distratta dall'apparizione del suo patrigno, mirando al braccio. La lama le avrebbe appena sfiorato la pelle, causandole un danno superficiale. Ma con gli ultimi sprazzi di lucidità rimastegli, Harumi se ne sarebbe accertata: il vero Diogene l'avrebbe protetta, senza se e senza ma [S.A. III]Potenza 8, Forza Blu+3

    [Impasto] Basso +3 Forza

    Kunai [Distanza]
    Piccoli pugnali a lama quadrangolare, affilati sui due angoli stretti; alla fine dell'impugnatura (grande appena per una mano) si trova un buco, per permettere di utilizzarli con fili o in combinazione con altre armi. I kunai hanno gittata pari a 15 metri. Possono essere utilizzati anche come AdCC.Tipo: Da Lancio/Lama - Taglio/Perforazione
    Dimensione: Piccola
    Quantità: 8
    (Potenza: 8 | Durezza: 3 | Crediti: 10)
    [Da studente in su]
    .

    Perdonami, Yachiru...

    Ma perdonami cosa, quella mocciosa ti ha tradito! Come tutti gli altri! Quando lo capirai, maledetta ragazzina? A nessuno frega un cazzo di te! Fammi uscire!

    Certo che... Sei insistente...

    In quel momento, l'ondata mondante d'odio si ritrasse un istante per la sorpresa del Demone a Due Code. Allora alla fine era riuscito a farle arrivare la sua voce. Solo i kami sapeva quanti notti aveva urlato la sua rabbia e la sua disperazione ad un cielo nero muto ai suoi lamenti, dentro la prigione che gli uomini avevano eretto per lui. Una prigione di carne e sangue, con un anima a pezzi e nessuna speranza per il futuro. Eppure lei, a differenza sua, si era rialzata ed era andata avanti. Matatabi l'avrebbe aggiunta ai bersagli del suo odio, se non fosse stato che in quell'istante, prima di risalire, lei si era girata per tendergli la mano. Era stata la prima a non dimenticarlo, in quell'abisso buio. Gli aveva dato una scintilla di speranza. Eppure, una volta andatasene, la sua voce non l'aveva più raggiunta. Fino a quel momento almeno. Il momento di toccante riunione fu interrotto dalla voce di Harumi, ma con un tono che non le apparteneva.

    Nekomata, Nekomata, ce l'hanno tutti con questo dannato Nekomata! Mai una volta che qualcuno voglia Harumi. Nekomata di qua, Nekomata di là! Nekomata Nekomata Nekomata... Volete il Nekomata? Ve lo dò io il Nekomata maledizione!

    Tra i due litiganti, il terzo gode. Harumi sorrise, mostrando i canini affilati. Battè le palpebre, e nel farlo rivelò le iridi ferine gialle. Giunse le mani, componendo un unico sigillo [S.T. II] Tecnica della Trasformazione - Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra (1)
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. Le dimensioni possono essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto le proprie dimensioni reali. La trasformazione permette di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore, non è possibile ottenere una protezione fisica e non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi. È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ma entrambi dovranno pagare il costo di attivazione. Subire un danno pari o superiore a leggera causerà lo scioglimento della tecnica. Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso )
    [Da studente in su]
    . Il profilo della giovane, che fosse riuscita a liberarsi o meno dalla costrizione del sangue, fu avvolto dal fumo. Nel dipanarsi, il mostro di sangue avrebbe scorto un Nekomata in miniatura, ma grande comunque quasi il doppio di una persona normale, che ondeggiava le due code e ringhiava contro di lui, sopraffatto dall'odio. Per ciò che incarnava, il più grande dei nemici, Diogene Mikawa. Per il tradimento che le aveva inflitto. Per l'inganno di farsi passare per il capoclan. Ma altrettanto odio circolava nel corpo della ragazza rivolto verso il suo interno. Per la stupidità di Harumi, che si ostinava a credere in un futuro migliore. Per la furia cieca di Matatabi, che al contrario si era lasciato andare alla più cupa disperazione. Per l'arroganza del Gatto, che conosceva un solo modo per risolvere i problemi, l'inganno e la violenza. Lì sotto, nelle viscere di Villa Mikawa, dove lo sguardo dei kami non arrivava, nessuno era innocente. E nessuno si sarebbe salvato dal compiere il suo destino.


  5. .

    I Segreti del Mikawa


    3

    L'intuito della ragazza, osservatrice attenta, l'aveva spinta ad esaminare più attentamente la parete su cui si stagliava l'enorme arazzo, ma senza l'intervento di Yachiru non si sarebbe mai accorta dei piccoli fori nel muro. Quando la sua manina fece scattare il congegno, il supporto della tela si sollevò quel tanto che bastava per permetter loro di intrufolarsi dietro di esso. La genin arretrò un passo, sorpresa, ma le bastò uno sguardo sulla ragazzina dai capelli rosa per farsi di nuovo avanti, decisa. Aveva espresso a voce alta i suoi pensieri, e Yachiru l'aveva reputata degna della sua fiducia. Non l'avrebbe tradita.

    Fai strada, per favore.

    Che Villa Mikawa nascondesse al suo interno numerosi segreti, era dato per scontato da tutti. Ma che sotto l'edificio si dipanasse un tale dedalo di scale e corridoi probabilmente nessuno l'avrebbe pensato. La parte sommersa della struttura era pari se non superiore a quella emersa, nella migliore tradizione del Villaggio del Suono. Se non fosse stato per Yachiru, Harumi si sarebbe persa già alla prima deviazione. Ma anche se fosse giunta fino alle fondamenta, non avrebbe saputo dove dirigersi a quel punto. La piccola invece trotterellava sicura precedendola, fermandosi solo di tanto in tanto per disattivare trappole o aprire serrature celate. Semplici tocchi delle dita, ma troppo complicati per memorizzarli senza un lungo studio, che invece alla bambina venivano naturali. La kunoichi si chiese quante volte Yachiru fosse venuta laggiù in compagnia del Mikawa, e soprattutto quante volte vi si fosse rifugiata da quando lui se n'era andato.

    Potresti rallentare? I gradini sono scivolosi...

    La piccola saltellava verso il basso con l'agilità di una capretta, ma Harumi dovette attendere che i suoi occhi si adattassero alla penombra prima di poterla seguire con disinvoltura. Le pareti in nuda roccia trasudavano umidità, e la temperatura si faceva man mano più fredda. Un breve brivido sorpresa la ragazza quando ormai erano giunti in fondo. Guidata dalla luce oscillante retta da Yachiru, Harumi superò diverse stanza, molte delle quali identificate da targhe. Si soffermò giusto un istante davanti all'armeria, prima di allungare il passo per evitare di rimanere indietro. Polvere e ragnatele la facevano da padrona, lì sotto, e la ragazza non poté che domandarsi se Anteras conoscesse quel posto. Evidentemente no, altrimenti avrebbe provveduto a ripulire come si deve. Ne era invece al corrente Eiatsu, il suo tutore-custode, ma l'eliminatore si era sempre guardato bene da fargliene parola. Chi sa quante altre cose le aveva tenuto nascosto fino ad ora.

    Siamo arrivati, aspetta qui.

    Le parole della bambina interruppero il flusso dei suoi pensieri, ed Harumi ritornò a fare attenzione su ciò che la circondava, rimanendo in attesa mentre Yachiru illuminava la stanza. Prima ancora che la luce si diffondesse però, un odore dolciastro raggiunse le sue narici. La kunoichi ispirò un paio di volte per studiare l'aroma, aspirando l'aria per farla depositare sulla lingua. Dolce, con un retrogusto metallico. Quasi come... Le fiaccole andarono a rischiarare la sala, immersa letteralmente nel sangue. Uno sconfinato lago di sangue occupava l'intera cripta, estendendosi anche oltre la portata del suo sguardo, perdendosi nell'oscurità. La giovane era consapevole che, almeno razionalmente, sarebbe dovuta inorridire di fronte a quello spettacolo, o per lo meno essere nauseata dall'odore, una volta scoperta l'origine. Invece, le risultava quasi piacevole, come il profumo di un dolce appena sfornato. La bambina era di spalle, quindi non se ne sarebbe accorta, ma per un istante le iridi di Harumi virarono sul giallo e la fessura si fece allungata, come quella dei predatori. Fu un attimo, e la ragazza tenne sotto controllo quel rigurgito d'odio come si fa con un conato di vomito. Attraverso l'olfatto, il più atavico dei sensi, la sua parte più sommersa era riemersa, agevolata dalle pulsioni costanti del demone dentro di lei. Ma la giovane non era debole, ed era venuta a patti con la sua metà oscura ormai. Chiuse gli occhi e si calmò, accettando la reazione che il liquido vitale vermiglio risvegliava in lei. Quando li riaprì, la bambina si era già inoltrata nella pozza, china in preghiera.

    Preghiere, eh?

    Harumi avanzò a sua volta, avvicinandosi alla piccola, ma lasciando tra di loro un poco di spazio. La osservò per un paio di secondi, poi si inginocchiò a sua volta. La sensazione del fluido che sciabordava sulla sue cosce, come le onde sulla battigia, era gradevole, sebbene la ragazza non potesse fare a meno di chiedersi da dove venisse quel sangue. O meglio, da chi venisse. Tante altre domande le si affollavano in testa. Come potesse rimanere perennemente allo stato liquido, ad esempio, o a cosa servisse quel luogo. I Mikawa erano i padroni del sangue, la storia delle loro origini glielo aveva confermato. Evidentemente Yachiru lo considerava una specie di tempio. Il rapporto di Harumi con le divinità era... complicato. La sua vita era stata all'insegna delle difficoltà fin da quando era nata, nessun potere sovrannaturale aveva mai vegliato su di lei. O almeno questo era ciò che avrebbe risposto un paio d'anni fa, prima di essere liberata dal suo triste destino e di trovare una nuova casa ad Oto. Quando avevano affrontato l'oscurità, lì a Villa Mikawa, aveva potuto rivedere sua madre. Il modo in cui l'aveva protetta a costo della sua vita le aveva fatto capire una cosa. Che, in realtà, il suo spirito non aveva mai smesso di vegliare su di lei. Perciò, sebbene non avesse una fede salda, per lo meno aveva iniziato a credere in qualcosa. Ma non si sarebbe accontentata di fidarsi delle parole altrui, avrebbe scoperto con le sue forze la sua verità dietro la cortina tra i due mondi. Con questi pensieri, giunse le mani e abbassò il capo, fino a specchiarsi sulla superficie cremisi.

    Mamma, ti prego, mostrami la via...


  6. .

    Missione tra i ghiacci


    Post 7 ~ Nebbia

    Il capitano non aveva l'aspetto tipico del lupo di mare, quello che ci si poteva immaginare leggendo un libro ad esempio, bensì assomigliava di più ad un monaco errante. Ciò nonostante, sembrava avere il pieno controllo sulla sua nave, anche troppo ad essere sinceri. Inoltre, lui e il suo braccio destro, anche se probabilmente si trattava più di una guardia del corpo da come parlava, fecero riferimento a cose a loro ignote. Solo una cosa era chiara: il comandante dell'Era Glaciale era in combutta con i pirati. Piacere, Koma della Nebbia, io sono Shin del Miraggio. Prima che tu te lo chieda, no, non esiste un Villaggio chiamato così. Vista la situazione, lo shinobi non trovò di meglio che fare dell'ironia. Sarei proprio curioso di conoscere la signora di cui parli, spero che sia una persona più a modo di voialtri. E magari anche carina, visto che poteva sognare. Non gli era sfuggito il riferimento ai Pomi, ma avrebbe tenuto la curiosità a riguardo per un altro momento. I marinai, infatti, si facevano avanti con fare spavaldo, del tutto indifferenti al pericolo che stavano correndo. Fu Fudoh a notare che, in effetti, quegli uomini non parevano respirare, o per lo meno non c'era traccia di calore nel loro fiato. Questo, unito alla loro spregiudicatezza e alle parole del comandante, a cui era bastato sbattere il bastone per farli muovere, diede da pensare al chunin. Lavaggio del cervello? O forse... Un mormorio inudibile attraverso la maschera, ma ogni altra ipotesi era da sospendere senza ulteriori prove. Di una cosa era sicuro, si erano cacciati in un bel pasticcio.

    Il giovane intuì subito l'origine del soprannome dello spadaccino. La visibilità intorno a loro si fece progressivamente peggiore mentre la nebbia si addensava, facendo aderire il vestiti alla pelle. Shin represse un brivido di freddo mentre udiva passi provenienti dal muro bianco avvicinarsi da ogni direzione. Acuendo i sensi, si preparò a riceverli [Abilità]Con questo dovrei pareggiare la furtività dei pirati, sempre tenendo presente il Velo di Nebbia.. Bene bene bene, venite pure. E quelli non si fecero attendere. Due lame comparvero all'unisono, una dritta per dritta e l'altra più insidiosa, ad altezza coscia. Nulla comunque che Shin non potesse gestire con l'esperienza. Con il parabraccio sinistro deviò verso l'esterno l'affondo, mandandolo a vuoto [Slot Difesa I][Parata] Riflessi Viola+3
    [Impasto] 1/2 Basso +2 Riflessi
    . Nello stesso modo con la punta della katana impugnata nella destra spinse verso il basso il pugnale, che avrebbe finito per puntare inefficace al pavimento [Slot Difesa II][Parata] Riflessi Viola+3
    [Impasto] 1/2 Basso +2 Riflessi
    . Un affondo al torace superò la sua guardia, ma la sua corsa si interruppe contro il corpetto, producendo un danno piuttosto tenue. [Danno]Lieve al Busto. Illeso, ma indispettito, il Kinryu intravide un'ombra nella nebbia ed alzò la spada per difendersi dal suo possibile attacco, ma la minaccia giunse invece da un diverso lato. Anzi, da due contemporaneamente per essere precisi. Solo una giornata prima, quelle lame sarebbero state piuttosto pericolose, ma il ragazzo non si era fatto ridurre ad un colabrodo per nulla dal jonin otese squilibrato. Rilasciando insieme chakra adesivo e repulsivo, nonostante il ritardo nella reazione, riuscì nell'ordine a rallentare, smussare e deviare la traiettoria degli attacchi. Entrambi colpirono il corpetto, quello diretto al collo all'altezza delle scapole e quello verso la coscia al fianco soprastante [Slot Difesa III e IV][Parata] Resistenza Viola, Protezione 35

    [Slot Azione I] [Difensivo]
    [Parata] Resistenza Viola, Protezione 35

    Giubbotto Rinforzato [Protezione]
    Indossabili sopra i vestiti, questi giubbotti smanicati imbottiti dall'estetica diversa per ogni Villaggio Ninja. Garantiscono una buona protezione del busto e presentano diverse tasche.Tipo: Protezione - Supporto
    Dimensione: Mediogrande
    Quantità: 1
    (Potenza: 35 | Durezza: 3 | Crediti: 90)
    [Da chunin in su]

    Controllo del Chakra Stabile
    Arte: L'utilizzatore può trasmettere il Chakra Repulsivo Esteso contro un attacco fisico che sta per incassare, riducendone la Forza e la Velocità di 1 tacca. Non cumulabile.(Consumo: ½ Basso per difesa)
    [Da genin in su]

    Controllo del Chakra Corazzato
    Arte: L'utilizzatore può rivestirsi di Chakra Repulsivo per convertire un danno Tagliente o Perforante in un danno Contundente. Può ridurre di una categoria, una volta per difesa, il Sanguinamento causato da capacità avversarie con un consumo aggiuntivo Basso (da Grave a Medio) o 1/2 Basso (Da Medio a Lieve o da Lieve a nullo).(Consumo: ½ Basso per difesa)
    [Da genin in su]

    Controllo del Chakra Deviante
    Arte: L'utilizzatore trasmette il Chakra Adesivo e Repulsivo contro un attacco fisico in avvicinamento, spingendolo lateralmente con forza pari alla Resistenza dell'Utilizzatore. Può spostare fino a 50 centimetri il bersaglio dell'attacco nemico, dove possibile. Questa abilità non concede di evitare completamente un attacco. Essendo una difesa, non può Subire e Menare su quell'attacco.(Consumo: ½ Basso per difesa)
    [Da chunin in su]
    . Probabilmente non gli avrebbero lasciato neppure il livido. Non così bene gli sarebbe andata con l'inatteso blocco di ghiaccio che, arrivando da un angolo cieco nel bel mezzo della mischia, si sarebbe schiantato contro la cassa toracica del ninja mozzandogli il respiro [Danni]4 Leggere al Busto. Ghiaccio, eh? Scommetto che è colpa del capitano... Visto cosa poteva fare il fratello, era il sospettato numero uno. Ma prima che potesse anche solo pensare di occuparsene, uno dei pirati che l'avevano circondato tentò per l'ennesima volta di trafiggerlo. Ora mi avete stufato. Il Kinryu portò la spada oltre l'orecchio sinistro, caricando il colpo. L'affondo del lupo di mare centrò il bersaglio, senza però riuscire ad oltrepassarne la difesa. Allo stesso tempo, il chunin rilasciò il fendente discendente, che mirava a tagliare la testa del malcapitato da lato a lato all'altezza dell'orecchio [Slot Difesa V e Attacco III][Subisci e Mena]
    [Slot Azione II] [Difensivo] [Parata] Resistenza Viola, Protezione 35
    [Impasto] 1/2 Basso +2 Resistenza

    [Attacco in Mischia] Forza Nera, Velocità Viola+2, Potenza 40, DnT Medio (Sanguinamento)
    [Impasto] Mediobasso +4 Forza
    [Spirito Selvaggio] DnT Medio (Sanguinamento)
    . Che fossero sotto l'effetto di qualche droga o genjutsu, dei manichini, dei cadaveri ambulanti o dei costrutti di ghiaccio, o semplicemente degli invasati troppo convinti dei propri mezzi, la decapitazione funzionava sempre. Con questa convinzione si guardò intorno, considerando il numero dei nemici. Lo shinobi se la stava cavando senza troppi problemi, anche se l'incalzare degli assalti non gli lasciava praticamente tempo per contrattaccare come avrebbe voluto. La sua specialità erano i taijutsu, ma aveva due o tre assi nella manica per quelle occasioni. Vediamo di fare un po' di piazza pulita. Raccolse il proprio chakra e quello della maschera, rilasciandolo con fare aggressivo tutto intorno a lui per diversi metri. Che i nemici fossero quattro, cinque o sei, sarebbero tutti stati coinvolti in qualche misura [Slot Tecnica I, II, III]Corrente dei Mille Falchi - Chidori Nagashi
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore è in grado di fa fuoriuscire da tutto il suo corpo una scarica elettrica. La potenza è pari a 30 e coprirà tutti coloro entro 3 metri dall'utilizzatore; può causare una Semiparalisi per 2 round a due arti.Tipo: Ninjutsu - Raiton
    Sottotipo: Emissione
    (Consumo: Alto)
    [Da chunin in su]

    Presenza di Spirito
    Villaggio: Konoha
    Posizioni Magiche: Nessuna (4)
    La maschera può circondare l'utilizzatore di un'aura di fuoco per poi emettere un'esplosione di fuoco entro 6 metri dall'utilizzatore. La potenza dell'emissione è pari a 20. Spirito Selvaggio può attivarsi senza la volontà dell'utilizzatore, attingendo comunque dalla sua riserva di chakra; l'attivazione spontanea dipende dalla volontà della maschera, che tende a difendere l'utilizzatore. Può essere utilizzata spendendo slot tecnica anziché slot tecnica avanzato. Tipo: Ninjutsu - Katon
    Sottotipo:
    (Consumo: Medio)
    [Da genin in su]

    Manipolazione della Forma
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può aumentare (x1.5) le dimensioni della prossima ninjutsu o genjutsu eseguita, oppure può aumentare (x1.5) la gittata oppure può aumentare (x1.5) il raggio d'effetto. L'utilizzatore può cambiare le dimensioni con modifiche eque, ad esempio diminuendo la lunghezza a favore di una maggiore larghezza. Le modifiche non dovranno essere sleali o antisportive.Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso )
    [Da chunin in su]

    Impronta di Chakra Elettricità [2]
    Talento: L'utilizzatore ottiene l'impronta Elettricità. È possibile avere massimo 3 impronte di Chakra. L'impronta aumenta di +10 la potenza delle tecniche avanzate di tipo Raiton, il potenziamento è doppio se fronteggiate Doton. Non è possibile sfruttare le altre abilità "Talento" in combinazione.[Da chunin in su]

    Azione Rapida [1]
    Abile: L'utilizzatore può annullare l'attivazione di un AdO avversario una volta a round; l'utilizzo dell'abilità deve essere specificato prima dell'attivazione dell'AdO. [Da genin in su]

    L'area di effetto di Corrente dei Millefalchi diventa 4,5 metri con Potenza 40 e Semiparalisi, Presenza di Spirito diventa 9 metri con Potenza 20, entrambe con Velocità Viola. Combinate dovrebbero liberare dalla nebbia la zona più vicina all'utilizzatore. Ho pagato due volte il consumo per Manipolazione della Forma per usarla su entrambi i ninjutsu come Manipolazione della Natura, se non funzionasse così consideralo applicato solo a Corrente dei Millefalchi.
    . A quel punto il Kinryu si sarebbe guardato intorno, sperando in un indebolimento del manto nebbioso cercando il capitano con lo sguardo e allo stesso tempo controllando i suoi alleati [Nota]. Ehi Fudoh, tutto bene? Ti serve una mano?

    Chakra: 57,5/80
    Vitalità: 10,75/18
    En. Vitale: 25,25/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 650
    Resistenza: 600
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: Parata Deviazione
    2: Parata Deviazione
    3: Parata Subita
    Slot Azione
    1: Difesa Parata Subita
    2: Difesa S&M
    3: Fendente S&M
    Slot Tecnica
    1: Corrente Mille Falchi
    2: Presenza di Spirito
    2: Manip. della Forma
    Equipaggiamento
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Fasce da Combattimento × 12
    • Coltelli da Lancio × 5
    • Rotolo da Richiamo × 2
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Tonico Coagulante Minore × 1
    • Accendino × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Maschera della Volpe × 1

    Note
    Kunai di Febh con 2 Cartebomba I ciascuno rimasti: 2

  7. .

    I Segreti del Mikawa


    2

    L'assenza del Kage del Suono era stata tenuta nascosta all'esterno, ma la verità era che nessuno aveva idea di dove si trovasse in quel momento l'uomo più forte del Villaggio. In qualche modo se la stavano cavando, ma secondo i più critici l'amministrazione attuale, acefala, non faceva che starsene rintanata sulla difensiva a leccarsi le ferite e a progettare una vendetta che non aveva la forza di attuare. In molti nei corridoio del palazzo mormoravano che se il Colosso fosse stato presente avrebbe già mosso guerra a Kumo, riportando Oto alle antiche glorie. Parlavano senza alcuna cognizione di causa, solo perché potevano farlo, ignoranti degli sforzi profusi da tutti per rimettere la macchina bellica del Suono in condizioni tali da poter affrontare lo scontro con una speranza di vittoria. Nessuno, nei piani alti, dubitava che il conflitto fosse dietro l'angolo. E, al suo ritorno a casa, il Mikawa avrebbe trovato tutte le pedine pronte sulla scacchiera.

    E' sempre stato così, si sentiva debole nel chiedere una mano. Ma dopo quello che è accaduto alla Rosa d'Acciaio ne avrebbe avuto bisogno eccome.

    Harumi piegò appena la testa di lato. Non sapeva a cosa la ragazzina si riferisse di preciso. Ondeggiando piano i piedi, Yachiru continuò senza alzare lo sguardo.

    Il clan di Gene non ha origini nel Suono; suo nonno, mi sembra, creò una colonia del clan del Sangue ad Oto. Questa che vedi è la guerra che diede inizio ai Mikawa e a tutte le altre varianti che i ninja hanno saputo creare con il sangue; prima erano tutti un'unico popolo, tra i più importanti della Rosa d'Acciaio. Mi sono fatta spiegare tutto questo da Ukitake, dice di averlo letto in un libro, come suo solito hihi.

    La kunoichi annuì, spostando di nuovo lo sguardo sull'arazzo. Aveva sentito anche lei quel racconto dal professore della Villa. Ukitake nelle sue lezioni divagava spesso, iniziando a parlare di storia antica, asserendo con faccia seria che comprendere il passato era l'unico modo per capire il presente. Ciò valeva tanto per le nazioni, quanto per gli individui.

    Non so se ricordi quando il Flagello attaccò Oto; Gene doveva essere di guardia al Gate ma in realtà si trovava allettato. La sua malattia iniziò quando tornò da quella terra maledetta dove non si è mai capito cosa gli abbiano fatto; rimase a letto settimane e quando provammo a svegliarlo da quel suo sonno fu il putiferio. Se quella volta non ci fossero stati Febh e Shinken a proteggerci adesso il villaggio non esisterebbe più...era come impossessato. Qualcosa controllava il suo corpo e la sua mente al punto da non riconoscere più amici e nemici! VEDEVA SOLO SANGUE!

    Harumi, vedendo la bambina così scossa, mosse istintivamente una mano verso di lei, fermandosi però prima di toccarla. Incerta, aprì e chiuse le dita un paio di volte mentre cercava le parole giuste. All'epoca dell'attacco lei non si trovava ancora ad Oto, bensì nel villaggio dove era cresciuta, conducendo una vita miserabile. Incapace di trovarle, rimase i silenzio, ma superò il suo tentennamento e prese ad accarezzare la schiena minuta scossa dai singhiozzi. Coraggiosamente, Yachiru si ripulì gli occhi e proseguì.

    Ad ogni modo, dopo quella crisi ci mise del tempo a riprendersi ma tornò attivo nella vita del villaggio. Anche l'Hokage venne a trovarlo. Fece qualche missione con gli accademici, che sai bene non vede di buon occhio, e sembrava che il peggio fosse ormai alle spalle; insomma il solito Mikawa. Poi sparì nuovamente e questa volta senza davvero dire nulla. Nei giorni precedenti avevo notato che passava più tempo del solito da solo, qui in quest'ala del palazzo ma era già capitato in passato, ad esempio per prepararsi mentalmente ad una missione complicata. L'ho rivisto insieme a te e tutti gli altri a quella "riunione" di un anno fa, mentre ci salvava tutti da quel folle piano di Febh. Si è preso il titolo, vi ha dato il potere dei Sigilli e poi se n'è andato via ancora una volta, senza nemmeno salutare o spiegare il perché delle sue azioni.

    Yachiru tremava, difficile dire se di tristezza o di rabbia, mentre parlava. Harumi, senza smettere di consolarla, ascoltava attenta. Lei aveva conosciuto Diogene solo dopo quella lunga malattia, di cui si faceva rare volte cenno nella Villa come se fosse appena uscito dalla convalescenza. Nello stesso periodo c'erano stati i fatti della prigione, la sua trasformazione in jinchuuriki, l'attacco della Nuvola a cui aveva assistito proprio al sicuro nella magione dove era stata accolta. Era stato il capoclan ad adottarla, in un certo senso, per poter tenere sotto controllo il Due Code, ma non le aveva mai fatto nessuna pressione in merito, delegando di fatto la sua protezione ed educazione ad Eiatsu, mentre lui se ne stava sempre lontano per qualche missione nota a lui soltanto. Fino al giorno in cui le aveva affidato uno dei sigilli maledetti, era stato eletto kage ed era scomparso, di nuovo. Solo che questa volta nessuno sapeva quando sarebbe tornato. O se sarebbe tornato. Al solo pensiero Harumi fremette, ma non di spavento. Quella era rabbia, probabilmente.

    IO LO SO PERCHE' FA COSI'! Pensa di essere un pericolo per il villaggio, ecco perché non vuole starci vicino! Ancora si sente addosso la colpa per non aver salvato Deveraux, di aver permesso a quelli del Fulmine di seminare il panico...Si sente debole e lui odia i deboli...quindi si sta odiando, capisci?

    La giovane strinse a sé Yachiru, ma non vista chiuse la mano libera a pugno con tanta forza da piantarsi le unghie nella pelle. Sentiva l'irrefrenabile desiderio di picchiare il Mikawa con violenza. L'uomo si stava odiando, a credere alle parole della piccola, per qualcosa di cui non aveva colpa, per qualcosa che esisteva solo nella sua testa. Non era però questo il vero problema. Che si detestasse pure, che portasse il cilicio e facesse ammenda dei suoi peccati. Ma non avrebbe dovuto mettere in difficoltà il Villaggio con quei vaneggiamenti. No, non era neppure quello il punto. Ciò che veramente faceva arrabbiare Harumi era che Diogene coinvolgesse Yachiru, lei e tutte le altre persone che facevano affidamento su di lui nei suoi egoismi, scegliendo anche per loro. Facendole soffrire così, senza una spiegazione, una scusa, una parola.

    Che fosse chiuso nel suo mondo l'avevo capito, ma non credevo che fosse una tale testa dura.

    La giovane dopo un respiro profondo si era calmata, trovando le parole migliori da rivolgere alla bambina, la quale non aveva colpe, anzi era la vittima dei patemi d'animo del suo sanguinoso patrigno.

    Se lui ha paura di essere un pericolo per il Villaggio, cosa dovrei dire io, che ho letteralmente un demone al mio interno?

    Harumi sorrise, cercando con quella battuta di strappare una smorfia divertita alla cupa Yachiru. Aveva imparato ormai da tempo a convivere con Matanabi, ed anzi non l'aveva mai odiato fin da principio. Lo accettava, come accettava quella parte di sé più oscura che il Nibi aveva fatto emergere dall'oblio in cui l'aveva relegata. Tuttavia non aveva solo compassione da offrire alla piccola, che nonostante l'età non era stupida e sapeva benissimo che non era colpa sua se Diogene si era allontanato da loro.

    Vedi, Yachiru, a volte le persone si convincono delle cose sbagliate da sole e non c'è verso che si smuovano da quelle idee.... A meno che qualcuno non gli sbatta in faccia l'evidenza.

    O le colpisca così forte fino a farle rinsavire. Solo che per infilare un poco di sale in zucca al Colosso, prima bisognava trovarlo. La mente della portatrice iniziò a rimuginare, tant'è che probabilmente ad un certo punto Yachiru avrebbe alzato gli occhi su di lei per controllare che andasse tutto bene. L'avrebbe vista osservare meditabonda l'arazzo.

    La Rosa d'Acciaio... Sembra che ogni volta che qualcosa lo impensierisce si rifugi in quel luogo...

    Il posto dove tutto era iniziato, che lo aveva segnato profondamente nello spirito e nel corpo, mutandolo più radicalmente di quanto fosse disposto ad ammettere.

    Sai, credo che abbiamo sbagliato a lasciarlo per conto suo. Per noi, lui è il più forte, il capo, il condottiero. Eravamo convinti che sapesse quello che faceva, che tutto avesse uno scopo, che obbedisse ad un suo qualche disegno più grande che non potevamo comprendere, sempre. E così, l'abbiamo lasciato solo. Con tutto il peso della responsabilità sulle spalle. Ai nostri occhi appare come un dio, ma è anche lui una persona normale, con le sue insicurezze e le sue paure. Le tue parole me l'hanno finalmente fatto capire, ti ringrazio, Yachiru. Si vede proprio che lo conosci bene!

    La ragazza avrebbe spettinato i capelli rosa della bambina, per poi alzarsi ed avvicinarsi alla parete damascata. Le sembrava che il panno oscillasse leggermente, sospinto da un refolo d'aria, ma forse era solo una sua impressione.

    Oto ha bisogno del suo kage...

    Mentre allungava una mano verso il tessuto dando le spalle alla piccola, scosse la testa, correggendosi subito.

    No... Noi abbiamo bisogno di Diogene.

    In cuor suo, Harumi aveva già preso una decisione. Nessuno si sarebbe accorto della sua assenza, al di fuori della Villa. Magari giusto la Vipera del Suono, ma solo per l'aumentare delle scartoffie sopra la sua scrivania. In fin dei conti era considerata dai ninja del Villaggio alla stregua di una simpatica mascotte, non gli serviva veramente. Invece, lontano, c'era qualcuno che aveva bisogno del loro aiuto. Aveva bisogno di essere salvato, da se stesso e dai propri demoni. Un uomo, chiamato Diogene Mikawa.


  8. .

    The Island


    Post 11 ~ Il Segreto dell'Isola

    Kensei Hito, la Mano Sinistra di Kiri, l'Inquisitore. Così per lo meno si presentò lo shibobi contro cui avevano combattuto, e avevano perso, anche se gran parte del merito andava ad Hayate. Ora che lo osservava più da vicino, e soprattutto con maggiore calma e lucidità, parte del suo corpo appariva innaturale. Protesi metalliche, apparentemente. Alla citazione del Flagello, mosse appena la testa. Era un nukenin celebre, che i più conoscevano almeno di nome: le sue imprese parlavano per lui. Il Kinryu lasciò che fosse Kato a rispondere dei motivi che li avevano indotti ad attaccare preventivamente il Coraggio, replicando invece dalla domanda successiva. Questo posto pullula letteralmente di ninja dell'Accademia. Hayate ha informato tutti i Villaggi, ad eccezione di Kiri, dell'isola e dell'Arma ivi custodita, offrendo di collaborare per eliminarla. Come saprai, è già successo in passato... Il ragazzo fece una pausa, sorridendo amaramente. Era consapevole già quando si era imbarcato con il resto degli shinobi che era Hayate a tirare le fila di quanto stava accadendo. Tutti loro avevano accettato di essere loro pedine, solo perché l'occasione lo richiedeva. Di certo non si aspettava, quella mattina, di donare il suo stesso cuore alla loro causa. L'Accademia voleva verificare se fosse vero, se Kiri aveva taciuto tanto l'accordo con la Zanna quanto la presenza dell'Arma. E purtroppo è così. Leale collaborazione tra i Villaggi, questo prevedeva l'organismo sovranazionale che prendeva il nome di Accademia. Una mera utopia, a conti fatti. Sbarcati, ci siamo divisi in gruppi per esplorare il territorio, ma abbiamo perso i contatti. Io mi sono diretto nella cittadina prossima al porto, dove ho incontrato Jins Kaguya, il Lupo d'Oro, se devo credere alle sue parole. L'Inquisitore sembrava fare del dubbio un suo metro di giudizio, e Shin inconsciamente se ne appropriò. Ho offerto collaborazione, informandoli della presenza di Hayate, ma non ha creduto alle mie parole, le stesse che sto riferendo a te, preferendo attaccarmi a vista. In effetti, sembra che sia un vizio comune su quest'isola. Mi chiedo se non derivi dal fatto che non si può morire... Preso da quel pensiero, si distrasse un secondo, prima di ricominciare. Comunque, in quel momento non lo sapevo e ho preferito ritirarmi, visto che con lui non si poteva parlare. Una sua evocazione mi ha ferito, in modo mortale, ma sono ancora qui per raccontarlo, ed allora ho capito il che il potere dell'isola era autentico... Potere che anche in quel momento stava agendo, curando le ferite sul corpo del giovane. Ed eccoci qui. Come ha detto l'otese, abbiamo preferito prima attaccare, e poi fare le domande. Ma ci è capitato un avversario decisamente fuori scala. Una breve risatina amara, poi uno sguardo serio dritto negli occhi di Kensei. Tu dici che non fai ciò che è giusto, ma ciò che va fatto... In questo siamo uguali. Non è per evitare un po' di dolore che mi sono arreso, non ho consegnato il mio cuore per codardia. Serviva un pegno, per ottenere ciò di cui avevo bisogno. Attese che il kiriano recepisse il concetto. Inutile, è inutile spergiurare fedeltà sotto tortura. Vano, è completamente vano morire per difendere l'onore. L'unico vero modo di proteggere ciò a cui tieni è ottenere il potere. Questo vale tanto per le persone care quanto per il proprio Villaggio. Da morto, non li puoi proteggere. Da debole, non li puoi salvare. Ma se sopravvivi, puoi diventare più forte. Se ti pieghi, puoi ottenere più potere. A quel punto, avrebbe fissato la spada, ancora sotto la sua mano, stringendone la lama fino a far colare il sangue mentre parlava. Ma il potere non deve mai essere fine a se stesso. Altrimenti, sì, è meglio la morte. Ci sono cose che non si possono sacrificare per il potere. Il mio cuore? Che se lo tenga! Ma non consegnerò mai qualcosa di caro che devo proteggere... Altrimenti nulla avrebbe senso, il potere stesso sarebbe vuoto di significato! Se a quel punto Kensei Hito non l'avesse fermato, permettendogli di tenere con sé Anzu, l'avrebbe congedata, come proposto dallo shinobi. Almeno sarebbe stata al sicuro, e si sarebbero potuti rivedere, se fosse arrivato alla fine di quel giorno maledetto. In ogni caso, si sarebbe infine rialzato. Ti ringrazio, Kensei Hito. Spero che tu abbia capito le mie ragioni ora. Avrebbe ascoltato ciò che aveva da dire, senza mutare però d'opinione. Alla fine, dopo l'invettiva lanciata contro lo Yotsuki, Shin avrebbe però soggiunto. Il sogno dell'Accademia... Non è sbagliato. Pace e prosperità, attraverso la collaborazione... Non è ciò che ogni cultura anela, fin dall'alba dei tempi? Però, di questo si tratta, di un sogno. Le sue fondamenta sono deboli. Il problema è sempre lo stesso: le manca il potere per imporre il suo ideale sul Continente. Ma parlarne ora non ha senso: guardaci, stiamo cercando di affrontare un'Arma di Iwa, e invece di lavorare insieme ci ostacoliamo a vicenda. Zanna, Kiri, Hayate e Accademia, anche quando abbiamo un interesse in comune, ci lasciamo accecare ognuno dai propri egoismi. Detto ciò, si sedette, cercando finalmente di riposare un poco [Nota]Status Rottura, Scoordinato e Indebolito recuperati. Recupero l'80% della riserva massima di Vitalità, Energia Vitale e Chakra..

    Alla fine, come promesso, il Coraggio tornò. Non era però solo, ad accompagnarlo un uomo dall'aria seria, tutto il contario del moccioso pazzoide. Immortalità perfetta, questo era lo scopo di Hayate. Non era un segreto, ma sentirlo annunciare così, metteva per qualche strano motivo i brividi. Che fossero di eccitazione o di terrore, non era dato sapere. Ribadì la loro alleanza con l'Accademia, e il fine che li aveva portati sull'isola. Ma soprattutto, rivelò loro il meccanismo di attivazione dell'Arma. Finalmente, avevano le informazioni che mancavano, con tanto di mappa dettagliata dell'isola. La ringrazio, Magnanimità. I nomi degli alti ranghi di Hayate erano davvero particolari. Che l'Arma vada distrutta, siamo tutti d'accordo, credo. Gettò un fugace sguardo su Kensei. Quanto al come, vedo che siete già attrezzati. O siamo, devo ancora entrare nell'ottica che adesso siamo tutti Hayate. Una battuta che richiamava l'ostinatezza con cui Hana, a Città di Pietra, andava fiera del loro nome. L'unica cosa che rimaneva da fare era rompere quei fantomatici sigilli, e soprattutto trovare la testa. I Guerrieri del Vuoto... Penso sia la prima volta che li sento nominare. Potrebbe dirci di più? In ogni caso, rimaneva da scegliere il da farsi. Ora che sapevano delle rovine e della loro collocazione, la soluzione migliore era recarsi alla più vicina tra loro, e il Kinryu condivise quell'idea ad alta voce. Immagino che voi abbiate già un'idea della situazione, come intendete agire, se mi è permesso l'ardire? E soprattutto, una volta trovata la testa, come possiamo contattarvi, se ci separiamo? A prescindere dalle loro risposte, dipendeva però tutto da Kensei, dalle informazioni che avrebbe scelto di rivelare circa la ricognizione della sua evocazione e soprattutto dalla sua risposta alla Magnanimità. Che il kiriano non fosse loro amico, questo l'aveva chiarito lui stesso. Anzi, quasi gli riusciva difficile credere che con il suo atteggiamento integralista concepisse il valore dell'amicizia, se non il suo proprio significato. Ma che fosse anche un loro nemico, questo stava a lui deciderlo.

    Chakra: 80/80
    Vitalità: 16/18
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 650
    Resistenza: 600
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Fasce da Combattimento × 12
    • Coltelli da Lancio × 5 2
    • Rotolo da Richiamo × 2
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Tonico Coagulante Minore × 1
    • Accendino × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Maschera della Volpe × 1
    • Equip. debilitante [-2 Vel.] × 1

    Note

    Anzu
    Energia Blu: Vitalità 9 Leggere | Riserva 12/12 Bassi | Unità 6
    Statistiche: Forza -4; Velocità +2; Resistenza + 2
  9. .

    I Segreti del Mikawa


    1

    Quali che fossero i tormenti degli uomini, il mondo andava avanti lo stesso. Le stagioni passavano, alternandosi secondo ritmi ancestrali. L'inverno aveva ceduto il passo alla primavera, e la vita era sorta germogliata nuovamente dalla terra scura. La primavera si era tramutata in estate, con il frinire delle cicale ad accompagnare l'ondeggiare delle spighe mature. L'estate era sfumata nell'autunno, indistinto come le sue nebbie sorte che ricoprivano risaie e corsi d'acqua. Ed infine, l'autunno aveva nuovamente lasciato corso all'inverno, giunto prepotente insieme ai freddi venti del nord. Un anno era passato da quando Diogene Mikawa era stato nominato Kokage. Il pianeta intero aveva fatto un giro su se stesso da quando il Colosso del Suono se n'era andato, il giorno stesso della sua elezione. Eppure, qualcuno era rimasto immobile ad attendere il suo ritorno, sperando con ogni alba e ad ogni tramonto di vedere la sua sagoma imponente affacciarsi all'orizzonte, lungo il viale che conduce a Villa Mikawa.

    La vita continuava tranquilla in quel di Oto, giusto un filo più incasinata per alcuni dei suoi abitanti. Mancando il capoclan, era Eiatsu a farne le veci, distribuendo incarichi straordinari per il bene della Villa, anche se questo accadeva sempre più di rado. Per la maggior parte, ognuno attendeva ai propri compiti secondo un meccanismo ormai ben rodato. Harumi invece si divideva tra il suo nuovo lavoro da segretaria, dove cercava di sopperire con l'entusiasmo e con il duro lavoro all'inesperienza, e la custodia della spada di Diogene sulle rovine di quello che fu il Palazzo del Kokage, un tempo appartenuto al mitico fondatore del Suono, Orochimaru, e di recente distrutto dall'altrettanto straordinario, anche se per ragioni diverse, consigliere Febh Yakushi. Come un monito, o una promessa, Mumei svettava imperterrita dove il Mikawa l'aveva piantata prima di scomparire, e non passava giorno senza che la jinchuuriki vi si recasse a verificare che la sorveglianza da lei preposta non battesse la fiacca facesse il suo lavoro. Di tanto in tanto, ripuliva con cura la katana dalla lama frastagliata. Un gesto simile ad una preghiera, per un felice ritorno a casa del suo proprietario.

    Nel bene e nel male, i giorni passavano sempre uguali. O almeno, così pensava la ragazza. Aveva appena consegnato l'elegante tazza vittoriana vuota ad Anteras, apparso silenzioso come suo solito al suo fianco, ringraziandolo con un sorriso, e si era alzata quando Harumi abbassò lo sguardo. Davanti a lei che la fissava stava Yachiru. Di nuovo, la kunoichi sorrise, ma questa volta con un'inafferrabile mestizia. La piccola era stata la persona a soffrire più di tutti la scomparsa di Diogene, che per lei era una sorta di figura paterna. Harumi immaginava di poter capire i suoi sentimenti. Anche lei era stata abbandonata, da una madre morta per darla alla luce e da un padre che non aveva mai conosciuto. Era cresciuta isolandosi dagli altri, convinta che la vita non le avrebbe riservato null'altro che sofferenza. E poi, senza merito alcuno se non l'essere viva, aveva infine trovato il suo posto, lì a Villa Mikawa. Con una tenerezza spontanea, allungò la mano per accarezzare il capo della bambina.

    Vieni con me, voglio farti vedere una cosa.

    Sorpresa, rimase immobile, con le dita che sfioravano appena i morbidi capelli rosa. Yachiru si era rinchiusa in se stessa, parlando sempre meno anche con lei e Matsumoto, che giorno dopo giorno non riusciva più a nascondere la propria preoccupazione per la piccola. Harumi non sapeva che cosa fosse cambiato, ma in cuor suo era felice di sentire di nuovo la sua voce.

    Certo, andiamo pure.

    Avrebbe fatto tardi in ufficio, probabilmente, ma non le interessava. Tanto era abituata alle sfuriate della consigliera che assisteva, Hebiko, famosa per il pessimo carattere ben oltre i confini del Villaggio.

    Harumi porse la mano a Yachiru, che la strinse tenuemente. Il suo passo però era deciso, e la condusse fino all'ala occidentale dell'enorme Villa. Raramente la ragazza, che ormai soggiornava lì da molto tempo, vi si era recata, visto che per la maggior parte si trattava di stanze chiuse. Interi corridoi poi erano perennemente immersi nel buio, e neppure Eiatsu, che senza dubbio conosceva molti dei segreti della casa, aveva mai saziato la sua curiosità in merito, limitandosi ad osservarla con i suoi occhi freddi. Eppure, la bambina dai capelli rosa procedé senza timore o dubbio alcuno, fermandosi infine davanti ad una parete adornata da un'elaborata tappezzeria.

    Harumi rimase in silenzio, osservando con ammirazione l'arazzo. Finemente decorato, i colori avevano sofferto del passare del tempo, perdendo la loro originale vivacità. Ciò nonostante rimaneva un'opera sublime, tale da suscitare ammirazione nella giovane, mista però ad una sottile angoscia. I fili intrecciati a distanza di anni trasmettevano ancora la volontà del suo artefice di testimoniare una guerra perduta tra le pagine della storia, violenta e terribile.

    Lo vedo...manca anche a te. Per questo credo di potermi fidare.
    Cosa sai tu di Aloysius? Sai perchè è sempre lontano da casa?

    La voce minuta della bambina la fece riprendere dalla trance in cui era caduta. Distogliendo lo sguardo dalla tela dopo un ultimo lunghissimo secondo, Harumi si abbassò, in modo da poter parlare con Yachiru alla stessa altezza.

    Hai ragione, mi manca... Però ogni volta che succede qualcosa, mi accorgo che di lui, in realtà, non so niente.

    Il suo passato, i suoi sogni, i suoi ideali, ciò che gli piaceva e ciò che lo faceva arrabbiare. Diogene parlava pochissimo di sé e si confidava ancora meno. Quel poco che la jinchuuriki aveva imparato, l'aveva imparato standogli vicino ed osservandolo con ammirazione, o magari desiderio. Di essere accettata, di poter rimanere al suo fianco forse. Non se l'era mai chiesto.

    Però, se qualcosa ho capito, è che non fa mai nulla senza una buona ragione. Sono sicuro che anche questa volta se ne sia andato perché non poteva farne a meno...

    Parole per consolare la piccola Yachiru, o forse se stessa. Una sola cosa era certa: a tutti loro mancava Diogenes Aloysius Mikawa.

  10. .

    La Serpe e il Gatto


    1

    Il risveglio mattutino a Villa Mikawa ultimamente era ancora più rilassante del solito. Con l'assenza del capoclan, i ritmi si erano allentati, sebbene la disciplina della maggior parte dei sottoposti del neo kage rimanesse impeccabile. Loro stessi faticavano a credere che Diogene fosse riuscito finalmente a raggiungere quella posizione che bramava da ormai diverso tempo. Subito dopo, però, era scomparso, partito per chi sa dove a chiudere i conti con il passato.

    Harumi nella Villa era l'ultima arrivata, ma aveva imparato a farsi valere ed era ben voluta da tutti i suoi compagni. Matsumoto, con il suo fare materno, la trattava come una sorellina di cui prendersi cura. Viceversa Yakhiru, quando non era attaccata al Garth, la tampinava affinché giocassero insieme. Finnian passava le pause pranzo a vantarsi del suo giardino, erudendo la kunoichi sui segreti delle piante, mentre Anteras in silenzio le allungava una porzione più larga di torta a fine pasto. La sua routine era segnata dalle lezioni mattutine con Ukitake, nell'ampia biblioteca della casa. Adorava quella stanza, perennemente immersa nella penombra e silenziosa, fresca d'estate e tiepida d'inverno, e vi si rifugiava spesso anche solo per sonnecchiarvi dentro. Ma ancora di più aveva iniziato ad amare i libri in essa contenuti e le preziose conoscenze che ne traeva, guidata dal professore. Nel pomeriggio era invece Soifon ad addestrarla nelle arti furtive proprie delle kunoichi, alternandosi a volte con il vecchio Fang, che a tempo perso cerca di perfezionarla nelle arti marziali. Solo Fyodor si teneva a distanza, quelle rare volte che riemergeva dal pozzo che aveva eletto a sua dimora, salvo poi soffermarsi a fissarla con i suoi occhi inquietanti senza pronunciare una parola. Era un uomo strano, ma non era cattivo, non con lei almeno. Quando avevano affrontato l'abisso si era preoccupato per la sua incolumità, e da allora aveva l'impressione che vegliasse in segreto su di lei, quasi temesse che le forze oscure tornassero a reclamarla. Ma il vero custode della ragazza era Eiatsu, divenuto per lei una figura a metà strada tra il tutore e il padrino. In qualche modo che nessuno riusciva a spiegarsi, Harumi era riuscita a far breccia nel cuore freddo dell'eliminatore, famoso per avere un rapporto migliore con i morti piuttosto che con i vivi. Non che elargisse chi sa quali sorrisi o manifestazioni d'affetto, ma il semplice fatto che badasse a lei era, a detta degli abitanti della Villa, stupefacente.

    Sotto ogni punto di vista, la sua era una vita da privilegiata. Dopo l'infanzia tragica, abbandonata e odiata da tutti, aveva finalmente trovato un posto da chiamare casa, circondata dall'affetto di persone che si prendevano cura di lei. Era stata fortunata, non poteva negarlo. Ed ora, dopo essere passata dal rango di mascotte a quello di apprendista, aveva ottenuto senza meritarselo il rispettabile ruolo di assistente di uno dei consiglieri del Villaggio, con il titolo di segretaria. La nomina era giunta come un fulmine a ciel sereno al termine della movimentata riunione che aveva decretato la fine di un'era e l'inizio del dominio Mikawa sul Suono. Eiatsu a sua volta andava ad affiancare l'altro consigliere, divenendo di fatto il braccio destro di Febh Yakushi. C'era di certo lo zampino del nuovo kokage in tutto ciò. Elementi fidati in posti chiave dell'amministrazione, ma lontano dai riflettori. Non tutti infatti avevano visto di buon occhio quella decisioni, e nonostante l'indiscusso potere di cui godesse Diogene, in molti celavano a stento il malcontento per la sua elezione. A dire la verità, anzi, qualcuno non si curava neppure di nascondere la propria contrarietà. Ed il suo ufficio era adiacente a quello della giovane kunoichi.
    In amministrazione ultimamente avevano tutti l'aria depressa, e quella mattina in particolare. Harumi aveva sviluppato, durante la sua infelice adolescenza, la capacità di fiutare il pericolo, e una campanellino d'allarme suonava ininterrottamente nella sua testa da quando aveva varcato le doppie porte a vetri della hall. L'addetto alla reception era cambiato di nuovo. Di solito duravano almeno una settimana, invece il precedente si era licenziato dopo soli due giorni. Salendo le scale, da una porta socchiusa, sentì provenire il pianto sommesso di una impiegata, consolata da una collega. Capì solo le parole strega e domanda di prepensionamento prima di proseguire oltre. Ogni tanto le attraversava la mente il sospetto che qualcosa non funzionasse esattamente come doveva nel rapporto tra dirigenti e dipendenti, ma ogni volta che provava a domandare come andasse quest'ultimi rispondevano benissimo con sguardi terrorizzati e tagliavano la corda, ricordandosi impegni improvvisi dall'altra parte dell'edificio. Raggiunta la sua stanza, si lasciò andare un attimo allo sconforto. La pila di carte da controllare, contro cui aveva combattuto la sera prima fino ad annientarla, era di nuovo al suo posto più agguerrita che mai. Ne sfogliò giusto un paio, rendendosi conto che erano stati appoggiati sul tavolo in ordine completamente casuale, man mano che le richieste si accumulavano dai vari uffici. Nessuno sembrava volersi prendere la responsabilità finale di approvare chissà che, quasi temessero di essere appesi alle pareti esterne legati come salami in caso di errore. La ragazza si sedette, si arrotolò le maniche e batte con moderata forza i palmi della mani sulla guance per darsi la carica. Con perizia, iniziò a dividere i documenti per provenienza, scremando quelli urgenti da quelli che potevano rimanere a marcire chiusi in un cassetto.

    Decise di fare una pausa quando si rese conto di aver adagiato una petizione per rendere obbligatorie le minigonne come divisa delle kunoichi sulla pila dei documenti importanti. Dopo aver strappato in foglio in tanti pezzettini e gettato nella carta, non sapendo che gli addetti alle pulizie poi versavano tutto nell'indifferenziata per risparmiare tempo, si massaggiò gli occhi. Un buon tè caldo l'avrebbe rimessa in sesto. Si era ritagliata nella stanza un angolo relax, con una poltroncina, un piccolo tavolo e un comodino coperto da un'impeccabile centrino bianco. Vi stavano in bella vista un bollitore e una scatola di tisane assortite, un regalo da Hotarubi al ritorno da una missione di spionaggio nelle terre del sud. Mentre l'acqua andava in temperatura estrasse dal cassetto una tazza, ma dopo un istante di esitazione si chinò a prenderne una seconda. Probabilmente anche lei è stanca, sono sicura che le va di bere qualcosa di caldo. Passò in rassegna i gusti esotici, scegliendo per sé un aromatico Desert Herb di Suna e per la collega un ardente Leaves Fire di Konoha. Con un sorriso sulle labbra e una tazza per mano, bussò alla porta della Vipera del Suono. Signorina Hebiko, è permesso?
    La reazione non fu esattamente come se l'era aspettata la segretaria. Impotente, la osservò saltare in piedi ed esplodere. A volte capitava semplicemente di trovarsi nel luogo sbagliato nel momento sbagliato. Aprì e chiuse la bocca due o tre volte, senza trovare modo di rispondere a quelle che sembravano domande, ma in realtà erano affermazioni. Di fronte al pugno inaspettato sobbalzò davanti al pugno, versando un po' di tè sul pavimento. Rimasta la sola a fronteggiarla, Hebiko se la prese infine con lei. ...di solito ci pensa Bard a cucinare... Avere finalmente un tetto sopra la testa e un piatto caldo in tavola era piacevole, non poteva negarlo. ...beh pedine sacrificabili mi sembra un po' eccessivo... A bassa voce, cercava di arginare la furia della Consigliera, ma ormai era un fiume in piena. Quando iniziò a offendere, oltre a lei che era abituata, anche i suoi compagni, la sua maschera di comprensione iniziò a incrinarsi. Signorina Hebiko, penso che stia un poco esagerando. Seguì con lo sguardo l'andirivieni della Vipera, sempre più su di giri. Che cosa mai poteva saperne lei del passato del Mikawa, dei suoi sforzi o dei suoi meriti, era un mistero per la ragazza, che nel frattempo faceva gesti per nulla equivoci in mezzo alla stanza. Signorina Hebiko... Le chiedo cortesemente di ritirare quello che ha detto sul nostro kokage. Il tono di voce di Harumi era artificiosamente compassato. Sapeva che alla kunoichi non andava a genio Diogene, ma le sue offese rasentavano l'insubordinazione. Anzi, a conti fatti minacciando di morte il capovillaggio, era ad un passo dal tradimento che attribuiva al Mikawa. Sono certa che il kokage sia impegnato in qualche importante questione per il bene di Oto. Difese il capoclan con convinzione, credendo in ciò che diceva. Era consapevole di essere una pedina, forse anche sacrificabile, ma allo stesso tempo gli aveva dato un posto dove stare, un posto da chiamare casa. Se il prezzo era la sua fedeltà, l'avrebbe pagato con gioia. Di sicuro non pensa davvero quello che ha detto, perciò ora respiri profondamente e si sieda, vedrà che si calmerà... Guardi, le ho anche portato una nuova qualità di tè da provare... Il modo migliore per fare arrabbiare qualcuno era, da che mondo e mondo, chiedergli di calmarsi, ma questo Harumi non l'aveva ancora imparato, purtroppo. Nel frattempo le tisane fumanti iniziavano a raffreddarsi.

  11. .

    The Island


    Post 10 ~ Cuore vuoto

    Osservato da fuori, lo scambio di battute che seguì quello di colpi fu quasi più surreale del già pazzesco precedente. Tradimenti, offerte, richieste e accuse incrociate tra shinobi dei più diversi orientamenti, mossi dalle più diverse motivazioni. Odio, violenza, amore, ma tutte perdevano di significato di fronte all'unica cosa che realmente importasse: il potere. L'espressione sul volto di Hayate mutò alla menzione della pergamena di Indra, e per un secondo il Kinryu si illuse di averlo convinto. Poi venne quello. Il più osceno e raccapricciante spettacolo a cui avesse assistito, una risata malsana, eterna, che filtrava dentro di loro come un veleno, corrodendone lo spirito. Il giovane arretrò, fin quando le gambe inferme non gli cedettero e si ritrovò seduto a terra, il braccio sinistro a penzoloni e gli occhi fissi sul ragazzino, fortunatamente celati sotto la maschera, altrimenti avrebbe visto il lampo di terrore in essi. La sua neonata fiamma di pazzia fu estinta dal più massiccio incendio di follia che la mente umana potesse concepire, e perfino oltre. Al termine di quella risata insana calò un silenzio benedetto per alcuni istanti, e Shin si rese conto di essere ancora vivo. Cosa era stato? Quanto era passato? Probabilmente se fosse durato solo un poco più a lungo avrebbe finito per smarrire se stesso in quella completa mancanza di ragione, completamente fredda e logica, ma di una logica che non è di questo mondo.

    Il moccioso spiegò le sue condizioni, da prima quasi ragionevoli, fino ad arrivare a quelle più folli, com'era lecito aspettarsi da un personaggio tanto amorale e fuori di senno come si era dimostrato fino a quel momento. Due le richieste che Hayate fece ai ninja: il proprio cuore e le proprie armi. Sotto la maschera, il Kinryu serrò la mascella. Cedere il proprio cuore era il punto critico: non si poteva più tornare indietro dopo. L'idea di separarsi da Anzu, poi, era perfino peggio. Il rapporto che lo legava alla kitsune era quanto di più profondo avesse. Tuttavia, aveva ancora un asso nella manica da giocare. I due non sapevano che la sua spada, in realtà, era una volpe. Avrebbe potuto rievocarla appena si fossero distratti, o semplicemente ordinargli di congedarsi, sottraendola così alle grinfie del kiriano. La scelta era presa. Il Coraggio aveva ragione, non si poteva ricevere il potere semplicemente chiedendolo: bisognava allungare la mano ed afferrarlo con tutta la propria volontà. Appoggiata la lama al suolo di fianco a lui, con la sola mano libera aprì il corpetto, mostrando il petto. Vuoi il mio cuore? Puoi averlo, tanto è vuoto. Avrebbe finto di cedere anche la spada, ma avrebbe per lo meno protestato un minimo per non insospettirlo. Anche consegnare le mie armi non è un problema, per quanto sarai d'accordo con me che dare via la mia spada dopo averti chiesto di insegnarmi a brandirla sia per lo meno stupido... In ogni caso non avrebbe insistito, per non mettere a rischio Anzu. Poteva consegnare il suo cuore, ma lei no. L'avrebbe riottenuta in ogni caso, ad ogni costo.

    Il sangue macchiò l'erba, con un sommesso grido di dolore. Il ragazzo, che già era seduto, sarebbe collassato da lì a poco se Hayate non fosse intervenuto, sostituendo all'organo mancante un meccanismo metallico. La sensazione era orribile, ma dopo pochi minuti si sarebbe abituato, per merito delle sovrannaturali capacità dell'isola. Il patto era concluso, anche se lo shinobi ricevette una parziale delusione. Forse non potrò imparare la Spada Eterna, ma se standoti vicino ne carpirò anche solo una parte dei suoi segreti ne sarà valsa la pena. Alla fine, il Kinryu aveva scelto la via della spada, con il peggiore maestro pensabile. Ed infatti, il Coraggio non aveva ancora finito di prenderlo in giro. Lui sapeva che la sua katana, in realtà, era una creatura evocata, e lo tormentò stringendo il suo cuore mentre glielo diceva. Lo shinobi si torse dal dolore, portando la mano al buco che aveva nel petto, ma si trattenne dal gridare nuovamente. Dentro di sé però lo maledisse. Sarebbe diventato più forte grazie ai suoi insegnamenti, fino al punto di superarlo. A quel punto, gliela avrebbe fatta pagare. A lui, e a tutti coloro che lo avevano reputato debole. Con quella promessa nel cuore, che non aveva più, si rialzò lentamente mentre già quello si allontanava. Solo una cosa, Hayate, voglio mettere in chiaro. Non mi sono arreso per avere salva la vita, ma perché voglio ottenere il tuo stesso potere. Dunque farai bene a mantenere la tua promessa. Parole coraggiose per chi non ha più un cuore nel petto. Parole di chi non ha più niente da perdere.

    Il Coraggio se ne era andato, portando i loro cuori con sé. Ora che erano rimasti solo loro tre avrebbero dovuto infine interagire, in qualche modo. Kensei aveva promesso di picchiare Kato, e non sarebbe certo stato lui ad impedirglielo. Semplicemente, non ne era in grado, non in quelle condizioni. Sollevò il braccio rotto, che ricadde in una posa innaturale. Forse il potere miracoloso dell'isola lo avrebbe rimesso in sesto se avesse atteso abbastanza. La ferita alla gola ormai non si vedeva neppure più. I suoi pensieri vertevano su ben altro in quel momento. Attese che il kiriano facesse i propri comodi con l'amico prima di parlare. Kensei Hito, tu probabilmente ci reputi dei codardi, e dal tuo punto di vista magari hai anche ragione. No, non ce l'aveva, in fin dei conti aveva scelto di stare al gioco di Hayate senza tentare di opporsi. Era solo un gradino sopra l'aperto tradimento, ma non lo disse. Ora parlerò solo per me. Lanciò uno sguardo allo Yotsuki, o a ciò che ne rimaneva. Ho un obiettivo da raggiungere, e non lascerò che qualcosa di tanto inutile come l'orgoglio mi impedisca di raggiungerlo. Aveva, senza saperlo, toccato un tasto dolente per lo shinobi della Nebbia, ma non importava. Avrebbe proseguito, cercando di non lasciarsi sopraffare dall'impeto. L'unico motivo per cui non getto la mia vita è perché, da morto, non potrei portare avanti il mio scopo, non perché temo la morte, o il dolore. Perciò, non supplicherò mai per essa. Avrebbe spostato lo sguardo sulla spada di fianco ai suoi piedi, dove era rimasta da prima. Però, quando si tratta di ciò a cui tengo è diverso. Con estrema naturalezza, si sarebbe seduto suo talloni, stringendo i denti per le ossa rotte. In quanto spadaccino, conoscerai il valore che una spada ha per chi la brandisce. Anzu non è solo una semplice lama per me, è sempre stata con me, da prima che ne fossi consapevole. Perciò non ti lascerò averla. Posò le dita sul piatto della katana. Piuttosto di cederla l'avrebbe rispedita al santuario, affrontandone le conseguenze. A sorpresa, il Kinryu si prostrò in direzione di Kensei, senza spostare la mano dalla kitsune, appoggiando la fronte a terra. Ti prego di non rivendicare la tua spoglia di guerra, se hai ancora bisogno di sfogarti puoi prendertela con me. Il giovane aveva l'aria di non passarsela per niente bene, probabilmente sarebbe bastato un colpo ben assestato per farlo svenire, ma la determinazione nella sua voce era indubitabile. A volte ci vuole più coraggio a piegarsi che a ergersi dritto e impassibile.



    Chakra: 38/80
    Vitalità: 2/18
    En. Vitale: 13,75/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 650
    Resistenza: 600
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Fasce da Combattimento × 12
    • Coltelli da Lancio × 5 1
    • Rotolo da Richiamo × 2
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Tonico Coagulante Minore × 1
    • Accendino × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Maschera della Volpe × 1
    • Equip. debilitante [-2 Vel.] × 1

    Note
    Status
    Rottura Braccio Sx

    Anzu
    Energia Blu: Vitalità 9 Leggere | Riserva 12/12 Bassi | Unità 6
    Statistiche: Forza -4; Velocità +2; Resistenza + 2
  12. .

    Ordinaria Amministrazione


    1

    Più sfogliava le carte e più l'umore della kunoichi peggiorava. Fuori il sole splendeva, il cielo era terso e gli uccellini cantavano; insomma, una bellissima giornata dal punto di vista meteorologico. Un po' meno sul piano umano, con suoni di colluttazioni e ammazzamenti assortiti che le tenevano compagnia fin da quando aveva messo piede in ufficio. A farla disperare però erano i rendiconti finanziari degli anni precedenti che aveva sul tavolo, uno più disastroso dell'altro. E ci credo che siamo perennemente in rosso, in questo dannato Villaggio non ce n'è uno che paghi le tasse spontaneamente! Ricontrollò la tabella dei contribuenti che si dichiaravano nullatenenti, trovando il numero decisamente irrealistico. A mala pena le pagano gli shinobi perché sono dipendenti pubblici e glieli tratteniamo direttamente dallo stipendio, visto che le ricompense passano da noi, ma chi sa quanti lavoretti in nero fanno mettendosi direttamente d'accordo con i clienti. Prese un altro faldone, preoccupantemente sottile, e iniziò a scorrerlo. Perfino i nostri fornitori non ci fanno la fattura! Si fermò sulla pagina dell'impresa edile convenzionata. Guarda questi! Li chiamiamo per rifare le pareti che Febh distrugge almeno una volta al mese, e a dicembre dell'anno scorso erano solo alla fattura numero cinque! Cinque! Vorrei vedere come fanno a tenere aperti, con così poco lavoro! La ragazza scosse la testa, sconsolata. Qui dobbiamo rivedere tutte le nostre convenzioni, se iniziamo ad evadere anche noi è finita. Vediamo, partiamo da... Ovviamente non c'era un elenco ordinato, e i pochi documenti fiscali presenti erano stati gettati alla rinfusa, mescolando ordini e fatture e confondendo anche gli anni. Dei contratti, poi, neppure l'ombra. Indispettita, finì per prenderne uno a caso, che assomigliava più ad una carta da formaggio che a un documento ufficiale. Allora, vediamo... Questi sono segnati a penna come pompe funebri. Non c'è manco il nome, solo il numero di telefono. Si può sapere intanto perché l'amministrazione ha un accordo con delle pompe funebri? Sollevò la cornetta, digitando le cifre. Al secondo squillo rispose una voce mascolina, dall'aria sbrigativa. Buongiorno, qui Carni Eccellenti da Sasaki, come posso esserle utile? Harumi sbatte la palpebre un paio di volte sorpresa. Ah no mi scusi, devo aver sbagliato numero. Riappese la chiamata. Eppure, le sembrava di aver fatto il numero giusto. Beh capita, riproviamo. Premetti i tasti uno ad uno, prestando la massima attenzione, e rimase in attesa. Salve, qua è la macelleria Sasaki, chi parla? Il tono dell'uomo era sempre cordiale, ma più sbrigativo. Si sentivano diversi rumori di sottofondo, clienti che urlavano ordinazioni e mannaie che battevano sul tavolo per lo più. Ehm, qui è l'amministrazione di Oto, chiamavo per... Non le lasciò neppure finire la frase, interrompendola con fare gioioso. Mi dispiace, non avevo riconosciuto la voce! Le faccio portare il solito? La giovane chiuse gli occhi, preparandosi psicologicamente. Il solito, cioè... Sì, gli arrosticini di lucertola marinati per quel mattacchione del vostro amministratore! O forse volete che le mandi qualcuno per disporre di un corpo? Appena i miei ragazzi finiscono di pulire i polli sono da voi. Lo sguardo della kunoichi iniziò a spaziare sul cielo azzurro, fuori dalla finestra, fin quando dall'altra parte della linea iniziarono a preoccuparsi. Pronto? Pronto, mi sente? Era quasi ora di pranzo, ora che ci pensava. A quanto li fa quegli arrosticini?

    Successivamente, la maccelleria Sasaki e svariati altri esercizi commerciali del paese sarebbero stati colpiti da un'ondata di ingiunzioni di pagamento per mancato versamento dei tributi erariali, ma questa è un'altra storia. Dopo pranzo Harumi si accasciò sulla scrivania, in preda allo sconforto. Più scavava e più magagne venivano fuori, malamente nascosti dietro comunicati ufficiali dai toni tranquillizzanti. Era un miracolo che fossero ancora in piedi, altro che sogni di conquista come paventava il nuovo kage! La fa facile lui... Boffonchiò tra sé e sé mentre faceva rotolare una matita sul tavolo. Il modo migliore per sistemare sto posto sarebbe raderlo al suolo e ricostruirlo da zero. Ah no, ci hanno già provato quelli di Kumo e ora è pure peggio di prima. La kunoichi chiuse gli occhi e spremette le meningi nella speranza di avere una rivelazione, ma niente. Beh intanto mandiamo avanti l'ordinaria amministrazione, vediamo di farci mettere un paio di firme qua sopra... Raccolse una cartellina bella linda e ordinata contenente il risultato dei sui sforzi da una settimana a quella parte e lasciò l'ufficio, diretta verso lo studio di Febh Yakushi. Tecnicamente, Harumi era la segretaria dell'altra consigliera di Oto, Hebiko Dokujita, e avrebbe dovuto rivolgersi a lei per quella formalità. La Vipera del Suono tuttavia non si trovava al momento nella sua stanza, adiacente a quella della giovane, che comunque sentiva la necessità di fare due passi per sgranchirsi le gambe. Prima ancora di raggiungere il jonin, alle orecchie della kunoichi arrivò la voce di un uomo, che non riconobbe, intento a criticare l'operato di qualcuno. Solo quando fu più vicina capì che lo sconosciuto ce l'aveva con niente meno che Febh stesso. La conversazione degenerò rapidamente, prima con la replica piccata dello Yakushi con tanto di minaccia finale, o meglio promessa considerando chi la proferiva, poi con la surreale sfida dello shinobi. La genin non voleva né origliare né farsi i fatti altrui, ma la porta era spalancata e i due discutevano ormai animatamente, con un tono di voce tutt'altro che sommesso. Forse inizio a capire a cosa servisse una convenzione con le pompe funebri. A quanto pareva il Villaggio del Suono ospitava persone di ogni genere, sadici e masochisti compresi. Restava però da decidere se intromettersi o aspettare che la situazione si calmasse. Ovvero, secondo un protocollo molto antico e mai aggiornato che aveva scovato nel manuale del perfetto impiegato amministrativo, constatare la presenza di sopravvissuti, chiamare una ditta di pulizie addetta alle scene del crimine e un imbianchino. Col senno di poi, forse quel protocollo aveva una ragione di esistere. Harumi strinse la cartellina al petto, ferma di fronte alla soglia, trattenendo il respiro. Probabilmente se fosse rimasta completamente immobile nessuno si sarebbe accorto della sua presenza, specie in un momento tanto concitato.
  13. .

    The Island


    Post 9 ~ Tradimenti

    La follia poteva essere un dono. Uomini migliori di lui sarebbero già stati spezzati dalla sequenza di eventi verificatesi fino a quel momento, ma anche i più saldi si sarebbero lasciati andare alla disperazione dopo la manifestazione di potenza del Coraggio. Invece, mentre osservava da terra la conversazione tra lui e lo Yotsuki, l'unico commento che sarebbe uscito dalla bocca del ragazzo sarebbe stato di disappunto. Ehi ehi ehi, abbiamo già finito?

    Il violentissimo fendente scagliato tra capo e collo al ninja di Kiri sarebbe risultato in poco più di una carezza, con solo parziale disappunto, che vedeva nel moccioso il suo avversario predestinato. Non prendertela con me, è stato lui a venirmi addosso! Io l'ho solo rispedito al mittente! Alla sua minaccia, o concessione, di darci dentro, il Kinryu sorrise, invitandolo a farsi sotto. Una scelta completamente suicida, ma il buon senso l'aveva ormai abbandonato da quando aveva stabilmente posato i piedi all'ombra della pazzia. Ahah, seriamente? La risatina nervosa tradiva che il suo subconscio non era ancora completamente andato e percepiva la minaccia, messo però a tacere da un Shin completamente fuori personaggio. L'aura di chakra caratteristica del Loto avvolse Hayate, ma furono le sue parole a fugare ogni dubbio. Che stesse bluffando o meno sul numero di porte, poco cambiava. Al momento il foglioso poteva aprirne al massimo tre, ed faticava già a tenergli dietro. Scappare? E perché dovrei? Di certo non per salvarsi la vita, visto che sull'isola non si poteva morire, e comunque dubitava che un mostro del genere l'avrebbe veramente lasciato andare. E poi, per andare dove? Cosa c'era ad aspettarlo, una volta abbandonata l'isola?

    Il ragazzino era potente, ma non certo originale. Il suo schema d'attacco era sempre lo stesso, poco più di una carica frontale ed una mazzata in testa. Il problema era la velocità con la quale eseguiva il colpo. Il Kinryu decise di provare ad intercettare l'assalto con la spada, perciò portò la lama dietro la testa caricando un fendente discendente, ma la rapidità di Hayate era semplicemente su un altro mondo. Non è che lo shinobi avesse sbagliato il timing della deviazione, semplicemente i suoi muscoli non avevano risposto in tempo. Lo schianto della mazza si abbatte sull'avambraccio sinistro mentre si spostava davanti al volto, con la katana completamente in ritardo. La prima a reagire fu lo spirito contenuto nella maschera, che rilasciò un'aura infuocata nel tentativo di proteggere l'utilizzatore. L 'unica cosa che il giovane poté fare fu richiamare quanto più chakra possibile per attutire l'impatto, ma anche questo fu inutile [Slot Difesa I][Slot Tecnica I e II]Parabraccia in Cuoio [Protezione]
    Parabraccia forniti in coppia, garantiscono una discreta protezione agli avambracci.Tipo: Protezione - Supporto
    Dimensione: Mediopiccola
    Quantità: 1
    (Potenza: 25 | Durezza: 3 | Crediti: 40)
    [Da genin in su]

    Presenza di Spirito
    Villaggio: Konoha
    Posizioni Magiche: Nessuna (4)
    La maschera può circondare l'utilizzatore di un'aura di fuoco per poi emettere un'esplosione di fuoco entro 6 metri dall'utilizzatore. La potenza dell'emissione è pari a 20. Spirito Selvaggio può attivarsi senza la volontà dell'utilizzatore, attingendo comunque dalla sua riserva di chakra; l'attivazione spontanea dipende dalla volontà della maschera, che tende a difendere l'utilizzatore. Può essere utilizzata spendendo slot tecnica anziché slot tecnica avanzato. Tipo: Ninjutsu - Katon
    Sottotipo:
    (Consumo: Medio)
    [Da genin in su]

    Manipolazione della Natura
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore può incrementare l'efficacia delle proprie armi, protezioni o colpi senz'arma. Può scegliere 1 potenziamento tra i seguenti.
    - Potenza +20
    - Potenza +10, potenza contro armi e oggetti x2
    - Potenza contro armi e oggetti x3
    Non cambia la potenza delle armi per il calcolo dei danni alle persone.
    Tipo: Ninjutsu - Katon/Raiton/Suiton/Fuuton/Doton
    (Consumo: Basso ogni colpo )
    [Richiede Impronta di Chakra]
    [Da chunin in su]

    Impronta di Chakra Elettricità [2]
    Talento: L'utilizzatore ottiene l'impronta Elettricità. È possibile avere massimo 3 impronte di Chakra. L'impronta aumenta di +10 la potenza delle tecniche avanzate di tipo Raiton, il potenziamento è doppio se fronteggiate Doton. Non è possibile sfruttare le altre abilità "Talento" in combinazione.[Da chunin in su]

    [Parata] Riflessi Viola+1, Resistenza Nera+2, Protezione 95

    [Impasto] Mediobasso +4 Resistenza
    [Loto della Foglia] 1/2 Basso +3 Resistenza
    [Backfire Loto Posteriore] -1 Riflessi, -1 Resistenza
    [Taijutsu Difensive] +20 Protezione
    [Manipolazione della Natura] +20 Protezione +10 [Impronta]
    [Presenza di Spirito] 20 Protezione
    [Parabraccia] 25 Protezione
    . Il suono sordo di cuoio infranto fu superato da quello di ossa che si spezzano, e il ragazzo fu scagliato all'indietro dalla potenza residua [Danni]6 Leggere al Braccio Sx
    [Status] Rottura
    . Per i primi istanti il dolore fu coperto dall'adrenalina, e in qualche modo il Kinryu riuscì a non perdere i sensi. Nel cadere a terra vide il moccioso alzare nuovamente la sua arma sopra la testa, con un ghigno soddisfatto. Col cavolo. Il giovane eseguì una torsione del busto, scaricando il calcio sinistro su lato della mazza con tutto ciò che gli era rimasto, riuscendo a deviare la traiettoria quel tanto che bastava da frantumare il terreno a pochi centimetri da lui [Slot Difesa II][Parata] Riflessi Nera+5

    [Impasto] Mediobasso +4 Riflessi
    [Loto della Foglia] 1/2 Basso +3 Riflessi
    [Backfire Loto Posteriore] -1 Riflessi
    [Piano B] +2 Riflessi
    [OverCAP] +4 CAP Riflessi [Semiparalisi Gamba Sx 0/2]
    . Nel gran polverone che si alzò, Shin atterrò con un tonfo al suolo, aspettandosi il colpo di grazia, ma invece quello si allontanò, forse convinto di essere andato a segno o forse volendo veramente rispettare la parola data. Non che facesse molta differenza, il fisico del ragazzo ormai era al limite e già rialzarsi sarebbe stata un'impresa.

    Invece, seppure a fatica, Shin si rialzò. Cavoli, fa un male cane. Ad ogni minima oscillazione il braccio sinistro lo torturava come se fosse attaccato alla corrente, ma anche il resto del corpo non stava meglio. L'altro braccio e la gamba, spinti oltre il limite, tremavano leggermente, e la fronte sotto la maschera era madida di sudore. Con il fiato corto, avrebbe alzato la voce per farsi sentire non appena vide Kato gettare la spugna. Ehi ehi ehi, abbiamo già finito? In uno dei romanzi che leggeva la sera prima di dormire, quello sarebbe stato il momento perfetto per un improvviso potenziamento, per scoprire un nuovo potere o superare i propri limiti, giusto in tempo per sconfiggere il cattivo con un colpo di scena. Peccato che quella non fosse un racconto, ma la vita vera. E nessuno sapeva giocare scherzi crudeli come lei. Osservare l'amico tradire il proprio villaggio non fece al ragazzo né caldo né freddo. Kato parlava poco di sé, ma qualche volta aveva lasciato trapelare la sua insoddisfazione personale quando si trovavano soli. Che fosse naturalmente incline alla violenza, poi, non era mai stato un mistero, l'aveva messo in chiaro fin dal loro primo incontro.

    Ascoltandolo, mentre il dolore aumentava e la fatica iniziava a prendere il sopravvento, il giovane non poté che dargli ragione. Hayate era su tutto un altro livello. La loro era vera Forza. Quella che aveva sempre ricercato, dibattendosi da solo nel fango, abbandonato a se stesso. Aveva dato il cento, centodieci per cento, e non era bastato. I suoi avversari erano sempre un passo davanti a lui. E lo sarebbero sempre stati di questo passo. Anche ammesso riuscissero a sopravvivere, o meglio ad uscire interi da quella situazione, Kato aveva ragione. Cosa li attendeva, se non ulteriore frustrazione, impotenza, disprezzo? Loro non contavano niente, non avevano la forza per contare qualcosa. Non aveva la forza per proteggere nessuno. Una tempesta stava arrivando, e sarebbe stato di nuovo in balia delle onde, senza il potere di opporsi. E il giovane era stanco di vedere i suoi sforzi infrangersi contro scogli che non poteva superare. Era stanco di vivere nel terrore che gli fossero strappati dalle mani i suoi affetti perché era stato troppo debole.

    Shin rimase in silenzio fin quando lo Yotsuki non ebbe finito. L'aura di chakra intorno a lui si consumò, crepitò per un istante ed infine si spense come una candela. Dannazione, ecco cosa succede a lasciarti parlare. La follia che brillava nei suoi occhi si era parimenti acquietata, senza però abbandonarlo. Quella pausa nel combattimento, ammesso e non concesso che il Coraggio la permettesse, aveva calmato i suoi bollenti ardori. Anzi, quasi tremava per la fatica e per il freddo, mentre il sudore gli si asciugava facendo aderire la pelle ai vestiti. Abbassò per un secondo lo sguardo, disgustato da se stesso. Per Hayate non valevo neanche come riscaldamento. Se avesse fatto sul serio, non sarebbero stati lì a discutere in quel momento. Erano ancora in grado di parlare solo perché lo voleva. Forse lo trovava divertente. Io non ho niente contro il mio Villaggio... Anche se ormai quasi nulla lo legava ad esso. E non credo che gli ideali dell'Accademia siano sbagliati... Anche se al suo interno era corrotta e divisa. Tuttavia... Lo sguardo dello shinobi si posò sulla mazza dorata impugnata dal ragazzo e strinse la katana nella sua mano.Se Hayate può renderci più forti, beh, perché no? La frase era a metà strada tra la risposta a Kato e la domanda al Coraggio. Una parte della sua coscienza si chiese cosa stava facendo. Tradiva Konoha con tanta leggerezza? In realtà no, non del tutto almeno. Ciò che stava chiedendo era solamente la possibilità di poter realizzare il proprio desiderio. E per farlo, non gli importava di quale inferno avrebbe dovuto attraversare.

    Tu sei forte, il più forte con il quale abbia mai incrociato la mia spada fino ad ora. E quasi tutti quelli contro cui aveva combattuto erano superiori a lui, perciò si trattava di un'affermazione pesante. Insegnami il segreto della tua forza. Insegnami quella tecnica. Insegnami il tuo modo di brandirla. Avrebbe indicato con la punta tremolante della spada la sua mazza [Nota per Febh]Off-GdR: Come Cube, chiedo che il Coraggio insegni a Shin la Spada Eterna come seconda TS, ammesso che sia possibile trattandosi di una TS da PNG, anche bilanciandola se serve.. Prendici sotto la tua ala, ed Hayate avrà degli amici su cui contare. E tu avrai altri due idioti a farti compagnia, e da pestare quando ti gira. Inoltre... Guardò brevemente Kato, increspando le labbra. La pergamena di Indra di cui parlava... Non è andata distrutta. Aveva infine confessato il suo peccato. Sul momento, l'aveva nascosto ai suoi compagni per proteggerli, o per lo meno così aveva detto a se stesso per avere la coscienza a posto. Eppure, anche dopo, aveva sempre omesso di raccontar loro com'era in realtà. Nessuno sapeva che il rotolo era nelle sue mani, al sicuro, custodito nelle profondità del monte Yume. È in mio possesso, al sicuro. Penso che sarebbe un dono ben accetto da Hayate. Accettaci come tuoi allievi, e sarà tua. Ora toccava al Coraggio a parlare, a meno che Kensei non si fosse intromesso. La sua presenza era di certo un ostacolo per le loro negoziazioni, ma tutto rimaneva nelle mani di Hayate, che con un sorriso sulle labbra poteva cancellarli per sempre dall'esistenza.



    Chakra: 38/80
    Vitalità: 2/18
    En. Vitale: 13,75/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 700
    Velocità: 650
    Resistenza: 600
    Riflessi: 650
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: Parata [Incasso]
    2: Parata [Devio]
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: Manipolazione della Natura
    2: Presenza di Spirito
    3: ///
    Equipaggiamento
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Fasce da Combattimento × 12
    • Coltelli da Lancio × 5 1
    • Rotolo da Richiamo × 2
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Tonico Coagulante Minore × 1
    • Accendino × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Maschera della Volpe × 1
    • Equip. debilitante [-2 Vel.] × 1

    Note
    Status
    Semiparalisi Braccio Dx turno 1/2
    Semiparalisi Gamba Sx turno 0/2
    Rottura Braccio Sx

    Anzu
    Energia Blu: Vitalità 9 Leggere | Riserva 12/12 Bassi | Unità 6
    Statistiche: Forza -4; Velocità +2; Resistenza + 2
  14. .

    Il re in rosso


    Post 1 ~ Si va alla guerra

    Terminati i suoi incarichi Shin aveva scelto di fermarsi a prendere qualcosa di pronto per cena in negozio e mentre controllava le offerte si era fatta sera. Le luci dei lampioni si accesero dopo aver sfarfallato per alcuni istanti mentre il sole terminava il suo corso oltre l'orizzonte. Con una mano occupata a sorreggere la borsa della spesa e l'altra a cercare le chiavi, il giovane salì le scale che lo conducevano al suo alloggio. Il piccolo appartamento preso nel dormitorio gli costava poco o nulla di affitto visto il suo ruolo, ma era comunque una spesa che avrebbe potuto evitare visto che la sua famiglia possedeva una casa nel quartiere dei mercanti. Se aveva scelto di rinunciarvi, era perché quell'abitazione era troppo grande per lui solo. Dopo che i suoi genitori e sua sorella si erano trasferiti fuori dal Villaggio, aveva accarezzato a lungo quell'idea, ma solamente dopo il rientro dal Paese delle Valli si era finalmente deciso. Quell'esperienza aveva inferto l'ennesima cicatrice al suo animo, e per quella ferita non poteva più contare neppure sul balsamo che era il rapporto con Kairi, scomparsa senza lasciare traccia mentre era in missione. Così si era ritirato, richiudendosi metaforicamente in se stesso in quel piccolo bilocale, a leccarsi le ferite da solo. Ma il mondo va avanti anche senza di te, come si usa dire, e la convocazione infilata sotto la porta era lì a ricordarglielo. Il ragazzo lesse le poche linee e poi controllò il contenuto della borsa della spesa, sospirando. Temo che il latte andrà a male...

    Sebbene cercasse di suonare come distaccata, la missiva tradiva una sensazione di urgenza che lo shinobi aveva percepito rare volte nelle comunicazioni accademiche. Forse un tempo si sarebbe impensierito, ma dopo quello che aveva visto e che aveva fatto, ormai problemi così incerti e remoti lo lasciavano indifferente. Certo, che non ci fosse da scherzare gli era ben chiaro in testa, e non avrebbe preso la missione con leggerezza, ma si sarebbe preoccupato solamente quando sarebbe stato il momento. Una squadra d'assalto eh? Era passato del tempo dall'ultima volta, e non era stata quella che si definisce una passeggiata. Il giovane srotolò una mappa piuttosto dettagliata sul tavolo, cercandovi Tojo. Mmm, nel Paese delle Sorgenti Termali. Ma perché proprio lì, cosa c'è vicino? Escluse che si trattasse del Paese del Vortice, poco più a sud, in relazioni amichevoli con la Foglia. Forse un giro largo per entrare nel Paese del Fulmine? Il pensiero non lo allettava particolarmente. Gettarsi nelle fauci di Kumo era tutto fuorché una buona idea, visto che avrebbero combattuto con il vantaggio del terreno. Shin riavvolse la carta, riponendola nel cassetto. L'unico modo per saperne di più era recarsi sul posto. Non che avesse alternative, visto che la chiamata alle armi vincolante per tutti i destinatari.

    Il Paese delle Sorgenti Termali era formalmente un territorio neutrale, sebbene sotto la benevola egida dell'Accademia. Le frontiere non erano sottoposte ad una stretta sorveglianza, per lo meno provenendo da sud, ed erano anzi attraversate quotidianamente da una quantità di commercianti e viaggiatori. I traffici arrivavano fino a Tojo, una piccola città rivierasca come tante. La salsedine trasportata dal vento marino aveva sbiadito i colori degli edifici intorno ai moli, scrostandone le coperture, e sembrava essersi portata via anche la voglia di vivere dei suoi abitanti, costretti per vivere ad affrontare il mare o a trasportare pesanti casse dalla mattina alla sera. L'unica traccia di felicità in quel popolo di manovali si trovava concentrata nelle taverne, dove l'alcol, il fumo e le donne facevano dimenticare agli uomini la loro cattiva sorte. E proprio in una di queste l'Accademia aveva stabilito il punto di ritrovo. La figura incappucciata, coperta da un mantello leggermente troppo corto, non avrebbe probabilmente attirato nessuna attenzione da parte degli avventori, intenti in ben più interessanti impegni. Se avessero saputo che sotto la cappa nascondeva una katana, e che entrambe in realtà erano kitsune tramutate dalle loro arti arcane, probabilmente le reazioni sarebbero state differenti [Nota]Shin al fianco porta Anzu in forma di spada. Il mantello è Harumi che usa Kami degli Oggetti. La maschera di Konoha è infilata sotto il corpetto. Il resto dell'equipaggiamento è come da scheda..

    Varcata la soglia si sarebbe diretto verso il bancone con disinvoltura, nonostante fosse la prima volta che mettesse piede lì dentro, approfittandone per lanciare sguardi attenti da sotto il cappuccio. C'erano diversi personaggi nella locanda, ma per la maggior parte sembravano avventori comuni. Alcuni sembravano più sull'attenti di altri, guardandosi intorno circospetti, ma non era veramente strano in un posto del genere. Certo, sapendo della missione era lecito aspettarsi ci fossero degli shinobi nei paraggi. Il Kinryu non ci mise molto a trovare il primo, in effetti, sebbene fosse difficile come sparare sulla croce rossa. Voce alta e coprifronte ben in vista, a differenza sua che l'aveva occultato, una sua non così vecchia conoscenza stava facendo da faro per le cattive intenzioni di qualunque malintenzionato nei paraggi. O da esca, a volerla vedere positivamente. Shin appoggiò una mano sulla spalla del kiriano, avvicinandosi all'orecchio per farsi sentire nonostante il baccano senza dover urlare. Dovresti rivedere un po' il tuo concetto di discrezione, Fudoh con l'H. Da quella distanza l'uomo sarebbe riuscito a riconoscere il volto del foglioso sebbene in ombra, e vi avrebbe trovato impresso un sorriso nonostante il tono da rimprovero. E' un piacere rivederti, anche se le circostanze sono quelle che sono. Che dici, ci facciamo un bicchiere mentre aspettiamo gli altri?
  15. .

    Missione tra i ghiacci


    Post 6 ~ Arrembaggio

    Alla fine un arrembaggio ci sarebbe stato, ma non nel senso che si sarebbe potuto aspettare. Tornando indietro di alcuni minuti infatti la scena era ben diversa. Gli accademici non avevano avuto nessuna difficoltà a respingere gli iceberg, schierati com'erano su ciascun lato della nave. Nonostante il fallimento dell'attacco a sorpresa, che doveva lasciare l'Era Glaciale impossibilitata a muoversi, all'orizzonte sul mare gelato fece la sua comparsa un'imbarcazione poco più piccola, che si dirigeva verso di loro a tutta velocità. Quando fu abbastanza vicina gli shinobi poterono osservare il ponte, gremitante di gente dall'aria poco raccomandabile, su cui spiccavano due figure in particolare. Il Kinryu non ebbe però tempo di studiarle con calma, perché la sua attenzione fu spostata a forza sulla balena di ghiaccio che, emersa dall'acqua, si stava per schiantare sulle loro teste. E come poteva essere altrimenti, vista la dimensione grottesca della creatura, al cui confronto gli iceberg erano cubetti di ghiaccio in un cocktail? Shin deglutì, rimanendo immobile per un secondo mentre il cetaceo oscurava il sole sopra di loro. La prospettiva di finire schiacciati sotto tonnellate di ghiaccio tuttavia lo fece riavere e si mise in posizione di guardia, divaricando i piedi e portando la mano sul fianco, all'elsa della spada. Forse poteva cercare di tagliarne una porzione prima che arrivasse a contatto, sebbene con chi sa quali danni sulla nave che dovevano proteggere. Prima che si decidesse a muoversi, un terribile spostamento d'aria carico di elettricità lo travolse, spingendolo contro la balaustra e facendolo cadere in ginocchio. Quando rialzò lo sguardo il cielo sopra le loro teste era di nuovo sgombro, mentre una sottilissima neve scendeva tutt'intorno. L'origine della tecnica era facile da intuire, ma il foglioso non poté che spostare lo sguardo su di lui, attonito. Che razza di mostro... Febh Yakushi non avrebbe udito il sussurro tra l'ammirato e lo stupefatto. Che fosse uno dei ninja più forti del Continente già lo sapeva, ma quello superava le sue aspettative. E la cosa peggiore era che non sembrava neppure star facendo sul serio. Spaventoso, non c'erano altri modi per definirlo. Al suo confronto lui era patetico. Tutti i suoi discorsi sul diventare più forti sembravano una barzelletta. Come si poteva anche solo pensare di eguagliare shinobi tanto portentosi?

    A riscuoterlo dal suo abbattimento fu proprio l'amministratore di Oto, chiedendo cosa intendessero fare ora. Tecnicamente la missione era da considerarsi conclusa, visto che gli assalitori di fronte a quella dimostrazione di potenza avevano, saggiamente, deciso di desistere e si stavano allontanando. Tuttavia si sarebbe trattato solo di rimandare il problema, al prossimo giro si sarebbero ripresentati puntuali come le tasse. Inoltre, lo shinobi di Konoha covava un profonda insoddisfazione, resa ancora più acuta dal talento senza pari del superiore. A prendere per primo la parola fu ancora Kato, che con toni da leader dettò la linea. D'accordo, arrivo. Laconico, il Kinryu decise di unirsi all'abbordaggio al contrario. Munisai, rimani qui a fare la guardia, che qualcuno non approfitti della nostra assenza per salire a bordo. Qualcuno con evidenti istinti suicidi avrebbe voluto specificare, ma si trattenne. Indossò invece la maschera che teneva nella tasca interna del giubbotto e balzò oltre il parapetto, sfruttando i blocchi di ghiaccio che ancora galleggiavano come punto d'appoggio, e se necessario correndo spedito sulla superficie dell'acqua [Abilità] Chakra Adesivo (Intermedio)
    Arte: L'utilizzatore cammina con facilità anche a testa in giù, in terreni scivolosi o sopra l'acqua.(Mantenimento: ¼ Basso)
    [Da chunin in su]

    Salto Repulsivo
    Arte: L'utilizzatore è in grado di aumentare (x1.5) l'altezza e lunghezza del proprio salto. (Consumo: ½ Basso extra)
    [Da genin in su]
    . Atterrò sulla fiancata mentre lo Yotsuki arringava la marmaglia a non più di una decina di metri da lui, con la spada sguainata e uno sguardo fortunatamente non visibile dai malcapitati. Ve lo chiedo per proforma, volete arrendervi? Fece un passo in avanti, minaccioso. Sappiate che personalmente preferisco che decidiate di resistere. Ho avuto delle giornate stressanti e avrei bisogno di rilassarmi un poco. Sulla loro pelle, sottinteso. Forse la frequentazione del jonin di Oto aveva giovato alla sua tecnica, ma non altrettanto si poteva dire dei suoi passatempi.

    Chakra: 73,5/80
    Vitalità: 15/18
    En. Vitale: 29,5/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 600
    Velocità: 650
    Resistenza: 600
    Riflessi: 625
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 600
    Agilità: 600
    Intuito: 600
    Precisione: 600
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Cartabomba II × 1
    • Tonico di Recupero Medio × 1
    • Fasce da Combattimento × 12
    • Coltelli da Lancio × 5
    • Rotolo da Richiamo × 2
    • Giubbotto Rinforzato × 1
    • Tonico Coagulante Minore × 1
    • Accendino × 1
    • Parabraccia in Cuoio × 1
    • Maschera della Volpe × 1

    Note
    Kunai di Febh con 2 Cartebomba I ciascuno rimasti: 2

676 replies since 28/4/2015
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