Posts written by -< Etsuko >-

  1. .

    Dalla Diplomazia, agli incidenti diplomatici è un soffio…


    Questioni urgenti






    lo specchio rifletteva la figura dell’Akuma, la nuova veste diplomatica commissionata da uno dei migliori artigiani di Kiri, gli calzava a pennello. Come se non fosse possibile, visto che più volte in quella giornata il sarto era dovuto recarsi alla dimora per accorciare, restringere… più per capriccio insomma più che una vera necessità. Dopotutto era la sua indole quella di apparire e visto che il suo ruolo ufficiale lo richiedeva, doveva esser fatto nel miglior modo possibile.
    L’immagine di Kiri richiedeva una ventata d’innovazione, l’ideologia di villaggio di pescivendoli doveva lasciar posto al più adatto aspetto di paese con mire espansionistiche, dopotutto era quella l’impronta che il Mizukage aveva deciso di dare. Come tale… ovviamente era circondato da “Nemici” e il ruolo del Kiriano era fare in modo che quelli restassero tali quantomeno, senza trasformarsi in assassini. Compito Arduo direte, di certo il carattere di Kensei non l’avrebbe in nessun modo aiutato. L’Akuma però, amava le sfide.

    Signorino…?

    La presenza del maggiordomo l’aveva interrotto.

    Signorino, è permesso?
    Vieni, vieni entra pure. Aveva detto senza distogliere lo sguardo dall’adorabile immagine riflessa.
    C’è un guardiano alla porta signorino… dice che qualcuno ha reclamato la vostra presenza alle mura, pare non sia solo ma che a fargli compagnia ci sia un grosso drago Bianco.

    A quelle parole gl’occhi del Kiriano brillarono e un leggero sorriso apparve sullo specchio a riflettere quello che avveniva sulle candide pelli di Etsuko.
    Non ha perso tempo…
    Sussurrò, appena udibile al maggiordomo. Lo conoscete? Di tutta risposta arrivò la domanda del vecchio.
    Certo che si Auron… lo conosco molto bene e lo conosci anche tu. Affermo raccogliendo l’attrezzatura senza cambiarsi e dirigendosi verso l’uscita.
    Che fate signorino, sfoggiate la veste delle grandi occasioni così in pubblico senza ragione? Sorrise ancora e questa volta in modo più vistoso.
    Conosci ragione migliore di sfoggiarla se non per incontrare l’Hokage, Auron?

    … Alle Mura…

    Quando varcai i cancelli di Kiri lo riconobbi subito, l’immensa stazza e la possenza dei suoi muscoli, non era cambiato affatto. Per un attimo rivivevo le sensazioni della prima volta e ricordai il legame affettivo mai sopito che ci legava.

    Vedo che non hai appagato la volontà di megalomania che ti contraddistingueva.

    Accennai un sorriso, a mostrare il piacere nel vederlo. Eppure la sua presenza lì, non era una grana facile da gestire. Se c’era una lista di persone invise a Kensei, di sicuro Raizen ambiva ai primi posti se non al primo.

    Mi piace… dissi, osservando il drago che aleggiava su di noi e gli rivolsi un leggero inchino con il capo, in segno dell’enorme rispetto che provavo per quelle creature.
    Che ci fai da queste parti? Non dirmi che hai saputo del mio nuovo ruolo e per fare un dispetto sia a me che a Kensei sei venuto a sondare le mie doti, non è vero?
    Accennai al mio ruolo diplomatico e a quanto la sua presenza dovesse far ricorre alle mie doti da mediatore tra le due massime autorità.
    Al colpo ricevuto sulla spalla, risposi con una occhiataccia vezzeggiativa. Hei… fai piano, non vedi che mi rovini l’abito?
    Ah però… quale posto migliore per venire a cena senza rischiare l’avvelenamento?
    A parte gli scherzi Raizen
    , mi feci serio… sai qual è la situazione e non credo che tu sia qui per una semplice visita di cortesia, per quanto questo possa farmi piacere.

    Ritenni che doveva avere qualche altro fine, dopotutto in quel tempo non aveva mai colto l’occasione per rincontrarmi, di certo non potevo immaginare che si trattasse di una coincidenza. Non accennai peraltro alla precedente visita che aveva dato il suo da fare a Kensei e di cui ero stato informato per vie traverse la presenza di Febh a Kiri.
    E ad esservi sincero, quando ci fu l’accenno a Masamune provai paradossalmente una sensazione di sollievo, era un po' che non avvertivo il drago nella mia testa e il contratto con i draghi neri sembrava come annullato. Stava succedendo sicuramente qualcosa di strano.

    Ebbene? Volevo proprio chiederti di quel pazzo… è un po di tempo che non riesco ad avvertirlo.
    Per ciò che riguarda la questione Kensei invece…
    So da fonti certe che i vostri rapporti non sono idilliaci, non mi biasimerai se ho mandato un messo ad avvertirlo del tuo arrivo, quindi ho bisogno di sapere da te quali sono i problemi e mi devi garantire che non vi prenderete a capelli come delle ragazzine in piena tempesta ormonale, costringendomi a separarvi. Se non è nelle tue intenzioni, ti prego in nome dell’amicizia che ci lega… utilizziamo questo magnifico drago per allontanarci e discutere indisturbati.


    Dovevo essere franco con lui, il legame era saldo e forte e non avrei mai mentito su quelli che erano i miei compito così come nel rispetto e lealtà che il mio kage aveva guadagnato.



  2. .

    La Nebbia e la Bruma


    Giornalismo d'inchiesta




    Eh no… quell’uomo non se la passava affatto bene. È proprio vero che il giornalismo d’inchiesta ti accorcia la vita. Beh, almeno se l’era goduta. Viaggi, incontri ufficiali con gente pericolosa con a garanzia il potere di una penna “si fa per dire” in grado però di spostare l’opinione pubblica a favore oppure contro.
    Persino Murbella Dosu, conosciuta come la SCARLATTA non poteva esimersi da tale incombenza e così ci aveva raccontato della sua visita ai Cremisi. Le cautele della frangia protettiva, l’occhio vigile dei sensitivi e la debolezza ossessiva mostrata per le sventure Kiriane all’epoca della dipartita dell’ottavo Mizukage, sino a descriverci le mire espansionistiche e l’attuale destino di “Tutrice” del CARDINALE.
    Ci aveva descritto il rito macabro, scarificale al dio abissale. Di certo non doveva essere piacevole trovarsi faccia a faccia con un Kraken a maggior ragione con l’elemento a sé più congeniale. Avevo immaginato un’ombra scura sotto la superficie dell’oceano, pronta a inghiottire persino navi se necessario.
    Itai aveva dovuto arrendersi al potere della flotta Cremisi, sarebbe stata quella la sorte in serbo per loro? Scacciai quei pensieri nefasti dalla mente concentrandomi sulla gamba del vecchio.
    Quell’aculeo doveva essere intriso di una qualche sostanza tossica che aveva condotto progressivamente al collasso uno a uno gl’organi dell’uomo. Quelli messi peggio erano i reni e la necessità di una dialisi era evidente. Dopotutto l’uomo era consapevole di quello che sarebbe a lui aspettato di li a poco e quella intervista appariva molto come l’ultimo lascito, le confessioni segrete di Turo Oneshi.

    Vuole aggiungere altro a questa intervista? Qualcosa di memorabile… qualcosa che non ha mai raccontato a nessuno?

    Ero sicuro avrebbe capito le mie intenzioni, l’offerta che gli facevo era la possibilità della rivalsa, la possibilità rara dell’uomo di agire senza preoccuparsi delle conseguenze, qualcosa che sicuramente non aveva prezzo…

    Sfiorai con le dita la foto che il vecchio ci mostrò… la donna, sicuramente era avvenente… ma non mi colpì particolarmente. Leggende narravano di una bellezza ammaliatrice ma forse ero deviato dalla mia propensione soggettiva al muscolo mascolino e ai tratti marcati che preferivo di gran lunga alle femminee forme.
    Avrei comunque impresso nella mente perfettamente i lineamenti della donna, sarebbe potuta tornarmi utile in futuro. Qualsiasi informazione che riguardasse i nostri nemici era una informazione indispensabile.
    Restammo ad ascoltare il vecchio per il tempo necessario, non aggiunsi altro, avevo detto tutto ciò che dovevo. Fummo bruscamente interrotti dal cadenzato suono delle sirene.
    Lanciai una occhiata d’approvazione a Hideo… il nostro piano aveva dato i suoi frutti. Come potevamo immaginare che avessero così terrore di un attacco da innescare una tale misura cautelativa?
    Ma poco importava… contava il risultato. Chissà se Kensei avrebbe approvato.

    Ha ragione, sarà il caso di congedarci il prima possibile, non vorremmo trovarci immischiati in guai seri… dopotutto siamo semplici narratori di store che tessono gli altri.

    … Una volta fuori dall’abitazione …

    Ascoltai le parole del Genin.

    Ci conviene muoverci se vogliamo recuperare Sekiro prima che lo facciano le guardie. Non sarà necessario nasconderci. Siamo già nascosti…

    Avrei sottolineato mentre le abilità del clan, operavano distorcendo la capacità dei nostri corpi di riflettere la luce… chiunque fosse stato nel raggio d’azione delle mia tecnica, non avrebbe visto nient’alto che il “nulla”…

    Dopotutto basta autoconvincersi di voler essere quello che vogliamo… e noi non vogliamo essere visti.
    Avrebbe detto basandosi su ciò che aveva imparato da Mugen, tempo addietro su una lezione sulle capacità degli Akuma.

    Cerchiamo solo di rimanere furtivi e di sbrigarci.

    Non fu tuttavia difficile trovare Sekiro, dopotutto avevo provveduto a tenerlo d’occhio per tutto il tempo. Così una volta raggiunto l’obbiettivo… non avremmo dovuto in teoria incontrare grosse criticità, dalla precedente perlustrazione con il Magan non erano emerse grandi doti nell’utilizzo del chakra da parte dei soldati del Lupo.

    Psss… psss…

    Avremmo attirato l’attenzione del giovane monco

    è il caso di allontanarci rapidamente di qui.

    Avrei affermato ritornando visibile alla sua mente. Forza tiriamoci fuori di qui, parleremo altrove…

    Con lo stesso espediente, controllando le mie creazioni demoniache, saremmo usciti dal villaggio per poi dirigerci da dove eravamo partiti. Se tutto fosse andato come previsto, ci saremmo confrontati su quelle che erano state le nostre scoperte in attesa del raduno con gli altri.
    Una volta giunti ci accorgemmo di essere i primi, un motivo in più per recuperare le energia e prendere consapevolezza di quello che c’avrebbe atteso.





    L'ospedale


    i segreti di Shimura



    Qualche giorno prima

    Che quella non fosse una giornata semplice per il dottor Shimura lo si era capito dalle prime ore dell’alba, il risveglio era stato brusco e la notte travagliata. Guardandosi allo specchio aveva notato profondi solchi disegnati dalle occhiaie e dalle ore mancanti di riposo. “tutto nella norma” direte, trattandosi di un rinomato medico e della possibilità di turni infiniti all’ospedale. MA non era quello a preoccupare il nostro uomo. Aveva saputo una settimana prima dell’arrivo del Khan e di là… via via c’era stata un progredire di sventure. Ultima ma non per importanza quella Donna… Quella Akiko… l’aveva conosciuta in ospedale, era spuntata dal nulla, anonima eppure conosciuta da tutti… l’aveva bloccato un giorno nella sala caffè e il colloquio non era stato cordiale come avrebbe potuto immaginare. Erano seguite le minacce che il dottore inizialmente non aveva preso con la dovuta considerazione ma il livello di priorità si sarebbe elevato a “ROSSO ACCESSO” già dal suo rientro a casa, quando aprendo l’uscio e attendendo l’usuale caldo e rinfrancante abbraccio dei suoi figli e il bacio appassionato della moglie, aveva ricevuto lo spettrale e gelido abbraccio del VUOTO… il nulla totale, solo un bigliettino sulla tavola che era rimasta imbandita.

    … che tenero il mio tesoro, lo sai che amo le sorprese… le rose stamattina e regali per i bimbi e poi la cena in programma per la sera… persino l’autista, adesso cosa dovremo ancora aspettarci? Sono curiosa di vedere dove ci farai condurre… in ogni caso, non vediamo l’ora di vederti!!!

    Terminava così il biglietto, ricco di aspettative almeno quanto si erano rivelate fondate le minacce della donna. Ora lui era vincolato, ricattato. Avevano la sua famiglia e lui avrebbe dato la vita per riaverla indietro, persino rischiare la sua e già pensava a come attuare l’ormai “suo” piano.

    …L’attimo fuggente…

    E ora la giornata proseguiva come peggio non poteva, la notizia della Gastroscopia poteva mettere in allarme le staff del Khan e far saltare a quel punto tutto il piano meticoloso del medico… la preparazione all’intervento, il sovradosaggio delle Benzodiazepine nel liquido anestetico avrebbe portato il sommo Khan ad addormentarsi e probabilmente al persistere di quello stato catatonico… dopotutto poteva succedere, visto il grosso buco oscuro delle relazioni che intercorrono nello stato anestetico con il sistema nervoso centrale e lo stato di totale incoscienza in cui si cade. In quel caso di incoscienza perenne…
    La colpa non sarebbe ricaduta su di lui… al massimo sull’anestesista e probabilmente ne sarebbe uscito pulito riabbracciando subito dopo la famiglia.
    Era a ciò che pensava inseguendo l’inserviente che aveva innescato il processo allarmistico nella sua testa. Preso com’era da quelle riflessioni l’avrebbe seguito pure in capo al mondo senza porsi domande, così in me che non si dica si sarebbe trovato incosciente disteso in uno sgabuzzino mentre Fudoh, prendeva le sue sembianze dirigendosi presso la stanza del Khan.
    Fu sufficiente la richiesta di Shumura affinchè le guardie lo lasciassero passare per accedere alla stanza del Khan. Una volta dentro l’avrebbero trovato alla scrivania della grande stanza per lui appositamente allestita. Gestiva da lì i suoi affari, che con tutta probabilità erano buona parte dell’intera nazione del lupo, con accanto i suoi consiglieri. Allo spalancarsi della porta, gli sguardi dei presenti si sarebbero rivolti tutti nella direzione del medico. E la voce del Khan avrebbe sovrastato il vociare degli altri presenti.

    Dottor Shimura non l’aspettavamo così presto, a cosa devo la sua visita?

    Nel giro di pochi secondi la stanza si sarebbe affollata della presenza dello staff del medico che messo in preallarme non si aspettava una visita così imminente. Ciò che fudoh non poteva immaginare era che in quella stanza c’era pure la donna che aveva innescato tutto il meccanismo in cui si trovava intrappolato Shimura e la sua innocente famiglia, Akiko infatti era parte dello staff e seguiva curiosa di quella inattesa visita… le vicende in corso.



  3. .

    Una Nera Follia


    Tra Rimpianti e Vendette…





    Le frattaglie, ricordo dell’essere che avevo combattuto si diffusero nella stanza subito dopo l’esplosione. Chiaro segno quello, che la strategia aveva dato i suoi frutti. Alcuni imbrattarono le mie vesti, sino a lambire le mie carni… ma per poco. Il contatto con il chakra infatti portò a evaporazione completa i resti.
    Chiaro segno di quanto il mostro ne fosse attratto era stata poco prima la sua reazione sconsiderata ai costrutti illusori, per mia fortuna.
    Lanciai una occhiata al campo di battaglia con il chiaro intento di trovarlo! Mi bastarono pochi secondi e lo vidi ai margini della caverna, quel corpicino esanime, svuotato della sua innocenza e privato di un fato che neppure aveva avuto il tempo di compiersi. Mi avvicinai… e ne osservai le esequie, prima di raccoglierlo e adagiarlo in un tessuto che copriva il giaciglio in cui l’avevo trovato.

    “Alla sua tomba come a tutte quelle su cui piansi, il mio dolore fu dedicato anche a quella parte di me stesso che vi era sepolta.”

    Recitai una piccola preghiera e lo adagia lì, in una piccola fossa che avevo creato, quel luogo sarebbe stato per lui riposo eterno.

    ...Il percorso di uscita dalla caverna non fu privo di tormenti e rimorsi per non esser riuscito ad arrivare in tempo per salvare quell’animo innocente. La mente si sarebbe spostata sullo spadaccino che non li aveva raggiuti a sostegno nella lotta, Eppure era chiara la sua sete di vendette che non gli mancava a differenza delle forze, infatti l’avrei trovato stremato all’ingresso della grotta. Sovrastato dalla fatica e bisognoso di una buona dose di riposo. Non l’avrei di certo lasciato lì.
    Fattomi carico del peso dell’uomo, mi sarei poi diretto al villaggio… entrandovi senza avere né timore, né considerazione degli sguardi degli abitanti. Di certo avevano assistito all’arrivo di Akuraguri, lo sgomento nei loro volti e gli interrogativi che celavano ne erano la tangibile prova. Mi sarei diretto alla nave che ci aveva accompagnati fin lì… richiesto al comandante un alloggio per il nuovo passeggero, portatolo in cabina, l’avrei privato delle armi e legato in modo che non potesse nuocere a nessuno, prima che a se stesso…

    Voglio un uomo di guardia davanti alla sua porta… di sicuro sarò di ritorno prima che abbia ripreso conoscenza.

    Dissi al comandante. Le mie conoscenze mediche mi lasciavano intuire che avrebbe avuto bisogno di una non breve convalescenza.

    Prepariamoci a salpare… il nostro lavoro qui è terminato!

    Sarei sceso dalla nave… avevo un altro corpo da recuperare… giaceva ferito su una spiaggia poco distante!

    … LA SPIAGGIA…

    Bastardi…

    L’avevano prelevato, era impossibile si fosse liberato da solo. Qualcuno aveva persino con abile maestria cancellato ogni sorta di traccia e probabilmente aveva già lasciato l’isola.
    La cosa che mi preoccupava adesso era la promessa che avevo fatto ad Hikito, le promesse si sa, vanno mantenute.
    Non avevo più nulla da cercare lì. Così poco dopo della mia presenza in quel luogo sarebbero rimaste solo le orme sbiadite sulla sabbia e una piccola imbarcazione affondata e posata sul fondale basso.

    … Alla Ricerca di Akuraguri …

    Di ritorno al villaggio avrei attivato l’innata abilità per intercettare il Genin. Era stato scortese da parte sua non attendermi fuori dalla grotta e alcune sue scelte avventate erano da ridiscutere. Dopotutto poteva essere scosso dall’accaduto e volevo semplicemente sincerarmi delle sue condizioni. L’avrei atteso fuori dalla casa nel quale si trovava, discuteva con un vecchio. Meglio non intromettermi in faccende di cui pareva avere il controllo.
    Se tutto fosse andato per il meglio, una volta uscito, avrei chiesto che fine avevano fatto i neonati, pur conoscendo perfettamente dove fossero, la mia domanda era mirata a sapere perché gli avesse consegnati proprio lì e non nelle mani delle forze deputate a difesa dell’isola, GLI AGENTI DI POLIZIA.

    … A BORDO…

    Una volta tornati a bordo avrei vigilato sulle condizioni di Hikito. Badate bene non era mio prigioniero ma volevo capire quali sarebbero state le sue intenzioni al risveglio.
    Così quando avrebbe riaperto gli occhi, io sarei stato lì accanto per spiegare.

    È fuggito… o meglio, qualcuno l’ha preso…

    Sarebbero state le prime parole che avrebbe udito dopo un po'. Speravo che gli fosse chiaro quanto mi dispiacesse e che ero pronto a rispettare la mia parola non appena vi si fosse ripresentata l’opportunità.

    So quello che ti avevo detto e so perfettamente quello che provi… che intenzioni hai adesso?

    Dissi, gettando uno sguardo ai suoi polsi legati, sicuro che ormai se ne fosse accorto anche lui.

    È solo precauzione, tranquillo! Ma capisci bene che una reazione sbagliata mi costringerebbe a portarti davanti alla giustizia di Kiri, dopotutto non vedo segni di graffi sul coprifronte…


  4. .

    Le parole del tradimento


    giochi infantili




    You can’t go back and change the beginning, but you can start where you are and change the ending.

    E quello sarebbe stato ciò che avrei fatto, era impensabile pochi giorni prima. Colui che avevo avanti, che avrei definito come il più ottuso degli uomini, mi dimostrava apertura mentale senza eguali. Quello che il suo predecessore, un kaguya dal cuore d’ossa aveva tolto, ora mi veniva restituito. Sia ben chiaro, quello che era stato il mio passato non era TOLLERATO MA COMPRESO e ciò mi bastava per affidare in quel momento il mio essere a Kiri.
    Il mio intento, la mia sete di potere, il mio obbiettivo restavano invariati e chissà dove mi avrebbero portato in futuro ma la scala di priorità stava mutando.
    Mi avrebbero soddisfatto le parole del Kage, non ci sarebbero stati gesti d’assenso che lasciassero trasparire la mia soddisfazione, da buon diplomatico avrei incassato il risultato, mantenendo un contegno congruo all’occasione.

    Come ho già detto… sono la mano di Kiri, se è la destra la mano designata, allora che destra sia…

    Avrei dedicato me stesso a protezione del villaggio e quella posizione mi permetteva di studiare più da vicino il Kage, comprenderne la forza e carpirne i segreti. Sarebbe stata fonte d’ispirazione e di accrescimento personale.

    Quado vorrà ricevermi Kensei sama, avrò modo di richiedere informazioni più dettagliate su compiti e doveri.

    Detto ciò la discussione e l’evoluzione dei fatti accaduti lì era giunta a compimento, era l’ora di congedarsi. Non prima però che quello che mi sarei poi accorto essere il complementare, Youshi del clan Tokugawa desse il benestare per il ruolo appena accettato, senti anche pronunciare parole sul rito della nebbia di sangue… affascinante usanza che gli studenti di kiri dovevano superare per diventare Genin.
    No, youshi… non ho avuto il piacere…
    Sorrisi intendendo dove voleva portare l’argomentazione. Sicuramente avremo modo di discutere la situazione nelle giuste modalità e nei giusti tempi. Conclusi cosi la discussione con quello che avrei capito in seguito essere la persona con cui maggiormente mi sarei interfacciata a Kiri.
    Attesi così che nessun’altro fosse rimasto nella stanza, sarei uscito per ultimo.
    Voltandomi prima di chiudere la porta…

    Quasi dimenticavo Kensei… GRAZIE

    … e intanto nel quartiere Akuma …

    Kana si sarebbe placata alle mie parole, il tentativo di mediare, di guadagnare tempo aveva dato i suoi frutti… ma cera un MA… ENORME!
    La ragazzina sembrava spaesata, inconsapevole del tempo trascorso, sorpresa di non ritrovare i propri genitori, il fratello e persino il negozio di Caramelle che gli ricordava l’infanzia. Si aggrappava al ricordo di una vita trascorsa, ad affetti passati. Come biasimarla, era pur sempre una bambina? Una bambina in cerca di risposte su eventi che purtroppo non conoscevo e a quelle domande cosa avrei potuto rispondere?

    Purtroppo si KAna, Etsuko è morto… è trascorso… così come la vita che ricordi, non c’è più.

    Avrei atteso qualche secondo per dare il tempo alla ragazzina di metabolizzare.

    Non voglio mentirti Kana, persino tu sei un ricordo, una pedina su una scacchiera fuori posto Oggi, perché l’oggi che ricordi tu è diverso dal momento attuale. Persino Mei Terumi, per me è il ricordo di libri di storia, non potrei mai esprimere un parere personale su di lei, semplicemente perché non la conosco!

    Ma come una bambina avrebbe agito in modo imprevedibile, con azioni non dettate dalla ragione, dopotutto per lei era un gioco… si, per lei… per me tutto sarebbe diventato parecchio pericoloso.

    Ma sta fissa di giocare!!! Ha capito che non sono colui che ricorda?

    La palla che fino a quel momento aveva utilizzato come strumento ludico, si sarebbe trasformato in una forma di attacco, era chiaro ovviamente l’utilizzo della tecnica illusoria, propria del nostro clan. Ciò che mi sorprese fu l’utilizzo agile e la velocità con cui mi fu scagliata contro.
    Gli avrei dato quel che cercava. Sulla traiettoria del costrutto lanciato da Kana, sarebbe apparso un idrante e da esso un getto improvviso e costante di acqua che avrebbe completamente investito l’elemento fuoco di cui era composto l’essere. Se vero era che l’arte di cui ero portatore riproduceva la realtà convincendo chi la colpiva e assecondando le regole fisica del mondo stesso. Quell’attacco avrebbe perso vigore e consistenza, se ciò non fosse bastato, l’attacco si sarebbe infranto su una rete illusoria.
    Raccolta la palla dal pavimento, avrei rispedito al mittente quella avrebbe assunto le fattezze di un ghepardo, che in traiettoria variabile, simulando fluidi salti nel vuoto avrebbe tentato di raggiungere la bambina (unita 4 di creazione demoniaca)…
    L’azione si sarebbe ripetuta… Kana si stava divertendo a dirla tutta, probabilmente ciò gli ricordava i momenti trascorsi con suo fratello Etsuko.
    Il secondo attacco fu più sottile e tattico, così uno sciame di ape si riversò contro di me. Rapido rivestì il mio corpo di una tuta da apicoltore e munito di 2 affumicatori, avrei iniziato a riempire di fumo l’area circostante. Il fumo si sa, rende le api inoffensive… per lo mento tende a respingere impedendone l’aggressione. Così riuscì ad evitare persino questo attacco. Allo stesso modo avrei rispedito al mittente il giochino. Questa volta l’attacco sarebbe stato più infimo, apparentemente non sarebbe accaduto nulla alla vista. Ma nella realtà uno sciame di formiche dalla testa rossa si stavano avvicinando a Kana, per aggredirla dal basso. Come avrebbe reagito la ragazzina?

    … Alla fine dei Giochi …

    Chi sarebbe Byaku-niisan? A quel punto anche io avevo bisogno di risposte. E di quale profezia parli?
    Ero anche intenzionato a conoscere gli effetti della maschera della nonna e del segno dell’acqua stagnante, non avevo mai sentito parlare dell’uno e dell’altro, nonostante mi era parso di capire fossero oggetti o sigilli appartenuti alla famiglia. Che poteri conferivano e perché il nonno mi aveva tenuto allo scuro di tutta la faccenda?

    Kana… cos’è il segno dell’acqua stagnante? Perché hai dovuto fartene tu carico e la maschera della nonna? In quanto al nonno, non ho mai ricevuto notizie sulla questione, ricordo da piccolo una volta in soffitta…
    Rimasi in silenzio mentre venivo inondato da Flashback… uno scatolone di vecchie foto, cimeli di famiglia, il nonno che restava ore ed ore a pulire la soffitta. Forse avrei potuto trovare qualcosa per dissipare qualche dubbio? Non ne ero certo ma che alternative avevo? Mentire non mi avrebbe portato da nessuna parte.

    Seguimi… dissi alla ragazzina, andiamo nell’unico posto dove potremmo trovare risposte… tu però dovrai darle a me nel frattempo.
    Avrei varcato le soglie di casa Akuma, cercando la presenza di Auron il maggiordomo, sperando non gli fosse accaduto nulla. Avrei poi preso le scale, recandomi al secondo piano…

    Ecco… questa è la camera del nonno ma credo che tu questo già lo sappia… magari potremmo trovare delle risposte qui. Prossima tappa sarà la soffitta.

    Forse facevo male a fidarmi di quella che in passato era stato un membro della famiglia, adesso non sapevo cosa fosse o che intenti avesse. Per il momento sarei stato al gioco.





    Edited by -< Etsuko >- - 29/4/2021, 15:31
  5. .

    LA NEBBIA E LA BRUMA


    Giornalismo d'inchiesta





    Interessanti questi libri, sorrisi mostrando i manuali sul continente. Cioè almeno lo sono per noi umili studiosi. Stiamo cercando di intervistare visitatori o viaggiatori di quanti più paesi possibili, può indicarci qualcuno che abbia viaggiato nei paesi del Miele e della Bruma? Ci piacerebbe raccogliere testimonianze effettive, trascrivere racconti tramite gl'occhi di chi li ha vissuti.
    Umili studiosi a chi?

    Compresi Hideo nel tentativo di rafforzare la nostra copertura, molto spesso però il modo migliore per passare inosservati è essere se stessi. L’artefatto balza subito agl’occhi e indispone le persone, l’umile impiegato della biblioteca pareva completamente disinteressato a noi, intesi come individui. Preso com’era dai suoi libri, in viaggio sempre tra parole, inchiostro e immaginazione. In un mondo tutto suo… quasi irreale!
    La ringrazio per la sua disponibilità.
    Risposi facendo cenno al compagno di uscire e allontanarci dall’edificio per seguire le indicazioni che ci erano state fornite.

    …UNA VOLTA FUORI…

    Mmm un po' troppo impulsivo Sekiro, bisogna tenerlo sotto controllo. Dov’è finito?
    Attivai l’innata abilità per individuarlo, non fu complicato e capì che non si trovava nei guai intento a raccogliere informazioni. Non avremmo avuto problemi a raggiungerlo né l’indirizzo che stavamo cercando era troppo distante da lì.
    Hideo… rilassati, sembri troppo teso.
    Dissi al ragazzo che pareva l’esatta antitesi del collega Genin. Riflessivo e ponderato lui, impulsivo e strafottente l’altro. Chissà cosa aveva in serbo il destino per le nuove leve della nebbia.
    Il tragittò non fu lungo e la camminata piacevole, la giornata permetteva e il sole colorava e scaldava il volto così senza neppure accorgercene lasciata la piazza di lato, fummo a destinazione. Dovrebbe essere qui… un colpo di nocca sull’uscio e avremmo atteso che ci fosse consentito l’accesso.
    A colui che ci avrebbe accolto avrei sfoggiato un largo sorriso:
    Lei dovrebbe essere Turo Oneshi il giornalista di cui ci hanno tanto parlato, possiamo farle qualche domanda?
    Se ci fosse stato acconsentito ad entrare ci saremmo accomodati, con fare curioso avrei vistosamente cercato con lo sguardo nella casa dell’uomo, come si fa in un mausoleo. Ci hanno detto che lei è stato un grande viaggiatore signore. Posso chiederle di raccontarci qualcosa sui suoi viaggi? Lo faccio perché stiamo scrivendo delle cronache sui più grandi viaggiatori del continente. Vede, feci cenno al mio compagno, noi siamo alle prime armi e vorremmo ripercorrere le orme dei viaggi più epici e perché no… anche dei più pericolosi.
    Avremmo ascoltato qualcosa che molto probabilmente non era di alcuna utilità per noi ma era un modo come un altro per guadagnare la fiducia dell’uomo. Le domande dell’altro giunsero al momento giusto, assecondai tutto ciò che veniva detto dal giovane per poi aggiungere.
    Ehhh… come sono utopistici i giovani di oggi… non hanno fatto ancora i conti con la realtà, lasciamoli sognare.
    Dovevo creare empatia con l’uomo e le parole di Hideo mi avevano fornito l’occasione giusta. Così l’uomo forse si sarebbe lasciato un po' andare.
    Mentre ascoltavo i racconti dell’uomo la mia vista con molta più discrezione ora viaggiava per la stanza in cerca di qualsiasi cosa utilie. Articoli di giornale, oggetti… e perché no, anche persone, non sapevamo cosa aspettarci. Senza dimenticare ovviamente l’altro Genin, la mia vista avrebbe tenuto d’occhio anche lui se ancora a portata di tiro.





    L’OSPEDALE


    Sorrisi finti, sorrisi Forzati




    Come sempre accade, dopo il pomposo benvenuto e la dimostrazione d’eccellenza sanitaria ed organizzativa. Quello che era sembrata la hall di un Hotel di lusso nel giro di pochi minuti si sarebbe trasformato nel caotico andirivieni dei più comuni ospedali del mondo. Un mix multiculturale e una alcova di malati dalle più svariate patologie. All’accettazione si affaccendavano inservienti infastiditi dalla mole di lavora e infermiere amorevoli che svolgevano il loro compito con vocazione più che per lavoro. Fu tra bambini disperati e piangenti, mamme in dolce attesa, pustole dal brutto aspetto e purulente e qualche altro migliaio di agenti patogeni che Fudoh avrebbe raccolto le sue informazioni. In quel frangente sarebbe stato anche lui avvicinato da una donna, sulla cinquantina, dallo sguardo interessato e dal tono meccanico.
    Nome, prego… avrebbe raccolto le generalità del ninja.
    Cos’ha? Avrebbe detto senza riserbo alcuno e davanti a una decina di altre persone che curiose avrebbero girato lo sguardo in quella direzione.
    Ok… deve aspettare. Avrebbe concluso sena neppure ascoltare probabilmente la risposta del ninja, per poi ripetere la procedura con tutte le altre persone lì attorno.
    Ci vediamo domani Asako… un ragazzo con il sorriso sulle labbra avrebbe salutato l’infermiera all’accettazione che arrossendo avrebbe ricambiato il saluto.
    Già vai via? Avrebbe detto lei… Turno di notte, sono anche in ritardo. E un occhiolino, segno di una probabile intesa. E via dalla porta e giù per le scale.
    Del giovane Fudoh avrebbe preso le sembianze e quando la ragazza, pochi minuti dopo, lo vide rientrare tornò ad arrossire.
    Cos’hai dimenticato?
    Mi sono dimenticato di segnare le analisi extra richieste dal dottor Shimura per il nobile Khan!Vuole che gli facciamo una gastroscopia!
    Certo… certo, vai pure. Avrebbe aperto la porta elettronica evitando al ragazzo persino di cercare il badge per l’accesso.
    Fudoh entrando avrebbe udito grazie alle sue percezioni la domanda successiva della collega, rivolta alla ragazza alla reception.
    <b>Gastroscopia? Ma che c’entra la gastroscopia con l’intervento di chirurgia estetica al naso?
    Chiamala fortuna, di solito aiuta gli audaci ma sei dentro. Non hai difficoltà a cercare lo stanzino accanto allo spogliatoio del personale dove la lavanderia lasciava le divise in deposito. Ne a travestirti secondo i piani. Tornando nei sarebbe stato semplice individuare l’ala riservata al Khan, la stanza è sorvegliata da due guardie armate e l’accesso è consentito solo allo staff del dottor Shimura. Avresti notato l’ispezione all’ingresso e la cartellina in mano alle guardie con la lista dei nominativi a cui era concesso l’accesso.
    In fondo al corridoio, nella sala relax, un gruppetto di medici discuteva allegramente degli eventi accaduti nella giornata. Passandogli da vicino avresti carpito alcune informazioni.
    Su dai dottor Shimura, potrai mettere anche questa in curriculum, dovrai operare il Khan in persona. Avrebbe detto uno sorridendo. Si sempre che possa aggiungerlo una volta terminato l’intervento… beh dovrebbe andare tutto bene, altrimenti non avrai altri CV da compilare.
    Smettetela su ragazzi…
    Avrebbe ribattuto infastidito l’uomo che doveva essere il dottor Shimura. Aveva i lineamenti tesi e sorseggiava una tazza di caffè. Suvvia come sei permaloso in questi giorni…
    Ma semplicemente non mi va di parlare di questa faccenda.
    Una donna sarebbe passata accanto al gruppetto di medici, salutando il dottore.
    Dottor Shimura…
    Sarebbe sobbalzato impercettibilmente il dottore, udendo la voce provenire alle spalle. Farfugliando qualche parola incomprensibile… ah siete voi Akiko. E avrebbe sorriso forzatamente.
    In questa situazione Fudoh avrebbe potuto muoversi. Cosa avrebbe fatto l’esperto ninja di Kiri?




  6. .

    CONTRATTACCO AL RE ROSSO


    INFILTRATI?




    Sorreggevo ancora Tasaki, reduce dalla trasformazione a prigioniero ed ero pronto ad attuare il piano. Avrebbe funzionato la più comune tattica d’infiltrazione? Mah… non ci avrei giurato. E avrei vinto! Perché al primo imprevisto fummo bloccati all’accesso.
    Su dai… scopri le carte… cosa stai tramando?
    Osservai il più misterioso dei tre a guardia dell’accesso!
    Ti ho visto sai, l’hai osservato… non dirmi che puoi guardare oltre le mie illusioni? No, non può essere, sei dubbioso, perché devi esserlo in questa situazione! Lui potrebbe essere il prigioniero che ha causato quell’enorme voragine nel tuo territorio… devi essere preoccupato, mi sembra ovvio. Ma dai… non vedi che siamo tuoi alleati? Lasciaci passare.
    Tutto ciò mentre il mio sguardo si posava progressivamente sui tre per studiarne reazioni e pronto ad agire all’occorrenza.
    Sì, potete andare. Lo tortureremo e scopriremo cosa avrà da dire. Ma solo uno di voi entrerà con il prigioniero e lo scorterà personalmente fino alla Torre di Guardia... Cercate ancora, altre persone come... lui.
    Sissignore … scandì la risposta abbandonando la presa al prigioniero e gravando totalmente sul sostegno di Kensei. Scostandomi indietro raggiunsi l’altra parte del gruppetto che come me era stata vietata la partecipazione al party esclusivo. Ora Kensei sarebbe stato l’unico a varcare la soglia, poteva però contare sul supporto di Tasaki, quanto quel ninja impulsivo si sarebbe rivelato utile, l’avremmo scoperto a breve.
    Con il duo si sarebbe mosso il più caruccio dei tre, decisamente quello che più rientrava nei mie canoni e quasi mi dispiaceva che potesse fare i conti con il kage, come avrebbe ridotto quello splendido visino? Ma non era il momento per quei pensieri, la mia preoccupazione si sarebbe spostata sui due rimasti. Osservavo con attenzione quello che stava succedendo nel corridoio, aveva poco tempo anzi, pochi metri a disposizione prima che la mia illusione si sciogliesse sull’otese. Finchè il trio non si bloccò, stava accadendo qualcosa e di certo non vi era più tempo di esitare. Dovevamo agire e anche alla svelta.
    Signore permettetemi, non è tutto…
    Intervenni prima di ritirarci, mentre le mie illusioni operavano a distorcere la realtà. Così costrutti illusori in tutto simili alle guardie che celavano Fudoh e Youshi avrebbero preso il posto di quelli al cospetto dei guardiani. Era palese la mia intenzione ma per preparare i miei alleati a ciò che sarebbe accaduto di lì a poco una frase sarebbe apparsa alle spalle di uno dei costrutti visibile ai reali ninja.
    “ Operazione compromessa… Preparatevi ad usare le maniere forti!!! “
    Il ninja che abbiamo catturato conservava questo…
    Avrei allungato il braccio con un biglietto, una lettera per l’esattezza. Attendevo che il ragazzo mi facesse un cenno per consegnargliela. Se il ninja avesse acconsentito, mi sarei portato a pochi passi da lui per cedere la missiva o con ogni alternativa l’avrei ceduta comunque in ogni modalità me l’avesse chiesto.
    Aprendo la missiva avrebbe potuto leggere:

    LUCERTOLE, ESPLOSIONI E LAME SAETTANTI… solo l’inizio…



    Chissà se quelle parole le avrebbe mai potute leggere, perché celata alla vista dalla missiva una bomba abbagliante sarebbe caduta al suolo deflagrando. Era contenuta nella mia mano e nel momento stesso che il ninja avesse afferrato il foglio, nascosta dall’illusione sarebbe scivolata. Ma non era l’unica sorpresa che avevo in serbo per loro… il foglio stesso era un costrutto illusorio e con esso portava con se“ un bel dono”
    Nel momento stesso i cui la bomba sarebbe entrata in azione 3 costrutti dalle piccole dimensioni sarebbero apparsi davanti agl’occhi degli alleati fungendo da schermatura. Ora però sarebbe stato il momento d’agire.
    Non attendendo ulteriormente, estratto prontamente un kunai dalla cintola, abbassando il baricentro avrei, sfruttando le conoscenze mediche, provato a lacerare i muscoli della coscia del mio avversario, per impedirne i movimeni con un fendente a 180°. Successivamente con balzi rapidi all’indietro avrei recuperato metri, circa una quindicina per evitare corpo a corpo inconcludenti, lasciando l’iniziativa a chi più capace di me in quelle tecniche.


  7. .

    IL LAGO DEGLI IMBATTUTI


    FARFALLE







    Quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla.

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    nella mia testa un film…
    mentre osservavo la bellezza di quelle farfalle, cioè vi rendete conto? Immaginate la scena. Un prato, uno sciame di farfalle svolazzanti, sinuose nei movimenti che volteggiano leggere, su onde d’aria andanti, non è uno spettacolo?
    Adesso immaginate cosa succederebbe se quelle stesse assumessero colori sgargianti, non quello sgargiante di cui la natura è capace. Come plancton nel fenomeno di luminescenza al chiaro di luna dell’oceano o come l’effetto allucinogeno di una qualche sostanza più o meno legale. Non so valutate voi quale metafora vi si addica maggiormente ma ciò che conta è il risultato. Il risultato in quel momento era un WOW!!!

    Peccato che Shin non potesse ammirare quello che ammiravo io eppure avrei cercato di descriverlo ma le parole non rendevano la meraviglia che i miei occhi, i miei sensi tutti, gustavano. Quelle farfalle inoltre avevano una sorta di effetto sugli abitanti del villaggio. Che alimentassero una sorta di Genjutsu del quale avevamo forse capito fossero schiavi? Eppure Kato aveva provato con risoluta ostinazione a dissolvere una qualsiasi tipo di arte illusoria che li dominasse, senza trarre soddisfacente risultato. Forse e dico forse… perché era praticamente impossibile eliminarne il tramite? Che fossero quelle a impedire lo scioglimento dell’arte illusoria?
    Ma come se non bastasse, inconsapevoli di essere divenuti sarcofagi viventi dell’ultimo anelito di vitalità che con gelosia spasmodica dovevano custodire per definirsi ancora VIVI, gli abitanti del villaggio si affaccendavano. Tutte queste cose avrei riferito al mio compagno al termine della perlustrazione.
    2 ore in cui egli rimase, bisogna dargli atto, a proteggermi, sempre che di protezione avrei avuto bisogno.
    Possibile che la forma di chakra di cui è impregnata la tua spada non possa in qualche modo esserci utile? Dovresti dirmi qualcosa sulle peculiarità della tua arma, magari potrebbe aiutarci a comprendere qualcosa sulle farfalle e su come esse operano.
    Avrei riferito inoltre i movimenti dei lepidotteri, dove fossero presenti e dove no, escludendo il lago, ancora per il momento. Rimaneva un altro luogo in cui quelli parevano stranamente essere assenti. La cosa ad essere sinceri ci avrebbe destato non poco sospetto. Così non avendo alternativa, seppur provato dall’utilizzo prolungato delle mie abilità, ci saremmo recati al luogo designato.
    Non sembrerebbero esserci minacce…
    Esclamai non rilevando alcuna forma vitale all’interno del complesso di edifici, collegati da un corridoio. Osservai una farfalla farsi strada in una delle finestrelle che dava sulla strada, che ci stesse indicando la via? Avrei fatto un giro di perlustrazione attorno all’edificio, constatando la solidità della porta, solida, quasi sprangata.
    Hai idee? Chiesi al mio compagno una volta ricongiuntami a quello. La cosa strana è che l’aspetto di questi esseri appare diverso solo abbinando la mia abilità oculare alla mia percezione di chakra, l’una o l’altra distinte non riescono a caratterizzare in modo definito le farfalle… avrei guadagnato tempo per comprendere cosa mi stava sfuggendo ragionando ad alta voce.
    Avrei anche allungato la mano, porgendo il dito per capire come le farfalle interagissero con il mio corpo e il mio chakra, poi mi venne un’idea.
    Shin… sfodera la spada.
    A quel punto credo che a lui fossero chiare le mie intenzioni.
    Lasciamo che il chakra della tua spada interagisca con le farfalle. Avrei afferrato una di quelle che poco prima avevo permesso di avvicinarsi per sperimentare gli effetti sul mio corpo. Se ci fossi riuscito, bloccate delicatamente le ali, impedendone la via di fuga, l’avrei poggiata sulla lama dello spadaccino. Sperando di poterne comprendere l’effetto.
    Dopo quell’esperimento non ci sarebbe rimasta alternativa, se non cimentarci nell’ingresso allo stabile.
    Diciamo che potremmo entrare da quella finestrella, direi che è il caso che inizi a dare il tuo contributo alla missione, non ti pare?
    Avrei sottolineato sarcastico, il ruolo secondario che sino a quel momento aveva avuto nella perlustrazione. In caso d’imprevisti sei tu quello più adatto a fronteggiare un nemico allo scoperto. Non preoccuparti! Avrei detto, rispondendo forse ai pensieri nascosti del ragazzo. Ti farò da supporto… non è nel mio stile abbandonare gli alleati in caso di bisogno.
    Avrei tranquillizzato qualora ve ne fosse stato bisogno il ragazzo. A quel punto salvo inconvenienti, saremmo entrati nello stabile per comprendere la causa di quello strano fenomeno. Ciò che sarebbe seguito ve lo racconterà Shin nella sua versione della storia, in quella che è il suo personalissimo punto di vista.

    …PROSEGUE…

    ENJOY!!!


  8. .

    LE PAROLE DEL TRADIMENTO


    I SEGRETI DELLA PROZIA




    Lasciai che il mio chakra operasse sulla cute dell’otese, avrei stimolato la rigenerazione cellulare per creare uno strato nuovo di epidermide che avrebbe ricoperto quello danneggiato dal sigillo impresso dalla vecchia Unagiri. Non avrebbe richiesto troppo tempo quell’operazione e l’avrei portata a compimento nel mentre il Kage pronunciava parole di elogio nei miei confronti.
    Era una tecnica in cui mi ero specializzato, utile persino sui cadaveri. S’intende quelli in cui la vita aveva da poco lasciato il posto alla morte, lasciando un semplice guscio vuoto, di cui il sottoscritto avrebbe potuto fare molteplici usi. Volevo specializzarmi nella MORTE, comprenderne ogni processo, svelare l’ignoto. Volevo che la Signora, così la chiamavo io, non avesse con me più segreti. Chissà un giorno forse avrei potuto rendere quel processo reversibile o perlomeno mi avrebbe condotto ad un passo dall’immortalità. Ma questa è un’altra storia…

    Non appena non fosse rimasta traccia del sigillo, mi sarei spostato, dando finalmente l’attenzione che meritavano le parole del primo cittadino di Kiri. Avevo ancora dei dubbi, sebbene nel suo modo d’agire vi avevo scorto finalmente una coerenza che inizialmente non gli avevo riconosciuto. Forse e dico forse, bisognava semplicemente conoscerlo per, non dico apprezzarlo ma quantomeno comprenderlo.
    Poi perché quella proposta?

    “gli amici tienili stretti ma i nemici ancor di più”

    L’osservai per capire cosa stesse tramando se la sua era una proposta sincera o se ancora mi stesse mettendo alla prova. Tuttavia valutai quella del ruolo di Torturatore e sebbene fossi lusingato che Kensei mi considerasse un sadico sociopatico, caratterizzazione che ci vedevo bene nel ruolo. Ritenni di non essere all’altezza dell’incarico, non avevo gli strumenti giusti e probabilmente non ero interessato ad averli. Ma se quello era il ruolo che Kensei aveva scelto per me, non vi avrei rinunciato.

    Mi lusingate Kensei Sama… vi ringrazio per le parole di stima e son felice che abbiate ritrovato in me un valido alleato nella difesa di Kiri.
    Riguardo la proposta, mi preparai… vede non credo di avere la predisposizione ideale nel torturare la gente. Non fraintendetemi, ci tenni subito a precisare. Quando la situazione lo richiede, lo faccio. Ma trovarmi quotidianamente in questa situazione… non dimenticate che in passato ero un medico… sottolineai la professione che avevo deciso di abbandonare e che evidentemente cozzava eticamente con il ruolo che mi veniva proposto.
    Ma se è li che mi credete più utile, aggiunsi, vorrà dire che mi adeguerò nel farlo.
    Dopotutto non era falsa la mia volontà di essere utile a Kiri era anche quello il motivo del mio ritorno.

    Ero sicuro che Kensei avrebbe fatto la scelta migliore se riteneva di fare una scelta e non avrei aggiunto altro perché non era mia pretesa avanzare richieste. Ritenevo che i ruoli, qualunque essi fossero andavano guadagnati e non richiesti. Questo dalle mie parole sull’accettare qualsiasi ruolo, il kage, avrebbe potuto comprenderle.

    … SULLA VIA DI CASA …

    Il passo lento solcava la polverosa via di Kiri che dall’amministrazione attraversando ina buona parte del villaggio, portava al quartiere del clan, ove era ubicata casa Akuma. La serata era piacevole, l’umidità così consueta a Kiri era scesa con il calar del sole e iniziavano a sentirsi nelle viuzze esterne al limite delle campagne, il tipico canto dei grilli. La temperatura era calata vistosamente al tramonto, avvisaglia della sopraggiunta primavera. Pensavo ancora a quello appena successo. Avevo scoperto tante cose in quella giornata. L’esistenza d’Hayate… o meglio, quanto il gruppo che si definiva criminale, fosse così radicato nella normale vita accademica.
    Ma ad una cosa pensavo principalmente:
    quale potesse essere la motivazione che spingeva un ninja accademico a sposare la causa degli Hayate? Cosa aveva spinto Kensei a cercarlo e adesso a ricercarlo ancora una volta?
    Visto le evidenze venute fuori nel confronto appena avvenuto, Che Hayate fosse in grado di promettere qualcosa, beh era fuori discussione. Ma Cosa?
    Chiunque conosceva quel nome e le cose di cui fosse capace. Poi, di quanto il mito si confondesse con la realtà, questo era tutto da verificare. In certe spiegazioni Kensei era stato lacunoso e Kato invece provocatorio. Che ognuno avesse ragione a proprio modo?
    Gl’interrogativi erano molteplici e la perplessità che mi provocavano era del tutto insufficiente a prepararmi a ciò che di lì a poco avrei visto.
    Sull’uscio di casa Akuma vi era una piccola anima innocente, una bimba. Giocava quella con annoiata accuratezza, rimbalzando una pallina per terra con fare lento. Il volto coperto da una maschera raffigurante una volpe e di tutto vestita come una Miko. Chissà per quale strana ragione quella presenza mi inquietava. Tanto quanto il fatto che la porta di casa era stata aperta e lasciare un ospite al di fuori insorvegliata, sempre che lei fosse un ospite, non era da Auron. Dov’era finito il maggiordomo di casa?
    E chi era quella bambina?
    Etsuko-nii-san! Fratellone! Sei tornato finalmente! disse… era chiaro, qualcosa non andava. non poteva essere di certo un caso. Avrei potuto pensare ad un errore se solo non mi avesse chiamato per nome utilizzando quel tono tanto vezzeggiativo che solo i bimbi sapevano utilizzare senza sfociare nel ridicolo.
    Ti stai sbagliando bambina… sussurrai mantenendo una espressione facciale il più rilassata possibile e mantenendo un tono di voce accondiscendente. Tutto ciò mentre attivandol’innata abilità e le doti da sensitivo, analizzavo la situazione.
    Ecco… doveva esserci qualcosa di strano…
    Sussurrai mentre analizzavo la strana impronta di chakra ma la cosa che mi lasciava perplesso era l’energia vitale che quella creatura, si, così doveva essere definita, emanava. Non sembrava l’aura di una persona viva ma di certo non si poteva definirla morta. Che fosse una strana forma di evocazione? Tuttavia questo aspetto sarebbe bastato a mantenere il più alto livello di allerta.
    Finalmente hai tagliato quei baffetti, erano ridicoli! Sono Kana, ti ricordi di me?
    Sfiorai il viso con la mancina, quasi a ricercare i baffi di cui parlava che sicuro, non avevo mai avuto. In realtà pensavo…
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     KANA… l’avevo già sentito… ma dove?
    Non ci volle tanto a focalizzare l’immagine di quel nome nell’albero genealogico del salone di casa Akuma. Non era facile ricordare tutti i nomi, l’arbusto era ricco di ramificazioni ma soprattutto di rami tranciati, potati dal credo ninja.
    una volta suo padre gli aveva parlato di lei, della zia persa e ad un tratto si era dipinto sul suo viso un alone di tristezza o rimpianto, all’epoca non capì di cosa si trattasse… oggi forse avrei potuto scalfire la protezione della reticenza umana al mostrarsi fragile.

    No Kana… temo di doverti dare un dispiacere… attesi che la bimba assimilasse quelle parole dandomi l’attenzione che meritavo.
    L’Etsuko di cui parli… purtroppo ci ha lasciati tanto tempo fa. Sottolineai il purtroppo con l’amarezza che davvero il ricordo, accompagnava. E se ti sta ingannando la somiglianza… vedi, è il rapporto di parentela che t’inganna… io sono Etsuko, Nipote.

    I segnali che quella bimba emanava erano preoccupanti, tanto quanto la riserva di chakra se quella fosse stata un nemico, di sicuro avrebbe potuto mettermi in estrema difficoltà. Così decisi di affrontare la situazione con franchezza. Anche perché, volevo capire DOVE, dove quella situazione paradossale ci avrebbe condotto…
    Ma...ma...allora è vero che non mi vuoi più bene...che mi hai gettata via? Ma io...io volevo solo aiutarti. Ho fatto tutto per aiutarti! Anche mettere la maschera della nonnina. Anche prendere il Segno.
    La reazione non fu quella lucida che mi sarei aspettato, evidentemente l’essere manteneva persino l’intelletto da bambina. In quali circostanze era morta e perché manteneva il volto coperto da quella maschera? Soprattutto era davvero lei? E se così fosse come poteva spiegarsi il perché la potessi vedere e parlarci.
    Mi dispiace Kana, io non posso sapere di cosa parli ma forse possiamo esserci utili a vicende… io son qui, son qui ad ascoltarti, ad ascoltare quello che fu. Vorrei sapere se per te va bene. MA soprattutto potrei raccontarti ciò che da lì in poi è stato… non sei curiosa, Vogliamo fare questo gioco?
    Il percorso intrapreso era irto e pieno di ostacoli chissà dove ci avrebbe condotto.






    Edited by -< Etsuko >- - 10/4/2021, 00:04
  9. .

    UNA NERA FOLLIA


    L’insidia celata nell’ombra




    La scena consumatasi nel buio antro al centro di quell’isola non la definirei per i deboli di stomaco. se da una parte, il duo accademico era riuscito nell’intento di dimezzare l’offensiva avversaria, cancellando definitivamente uno degli antagonisti. L’uomo giaceva infatti al suolo in una pozza di sangue, che prosperoso sgorgava dalla cute lacerata . Dall’altra avevano subito una grave perdita e a uno dei neonati, offerto come agnello sacrificale, era spettata la medesima sorte.
    Odore di morte misto a disperazione… eppure quello al quale assistevano non era il peggio che si potevano aspettare, l’appena citato infatti, sarebbe sopraggiunto subito dopo.
    FANATISMO… o chiamatelo follia, l’uomo che della setta era l’esponente di spicco, cavatosi gli occhi, aveva avviato il macabro rituale. L’evocazione che ne era derivata, avrebbe squarciato in due il corpo dell’evocatore, nascendo da esso. Come placenta ne aveva dato i natali e la creatura che ora gli si palesava aveva raggelato il clima già non troppo mite della caverna.
    La sua natura ultraterrena e la provenienza d’infernale menzione Dantesca, non era l’unica caratteristica a incutere terrore. La Voce, gutturale e spettrale tagliava l’aria, stridendo sin nei timpani come vetri infranti.
    Le azioni che ne derivarono son già state citate dall’autore, l’essere aveva un unico obbiettivo, I NEONATI… il recuperarli era propedeutico alla MORTE del duo Kiriano. Ne i due fattori potevano escludersi l’un l’altro, erano complementari piuttosto. Quale uomo dotato di animo avrebbe potuto abbandonare così palesemente quelle creature al loro destino?
    Di sicuro NON i due ragazzi che ora avrebbero lottato per portare a favore personale il futuro disegnato infausto.
    Il come? Ve lo descriverò io nelle prossime righe.

    ETSUKO
    Vidi, seppur avrei voluto non vedere… I Piranha di Akuraguri, accanirsi senza rimorsi sul corpicino esanime. Pensai, come iene nella savana, loro erano gli spazzini delle acque. Che esseri infimi, mi avevano sempre fatto paura. Non tanto nell’aspetto. Ma nell’idea che celati nella protezione delle acque, potessero essere portatori di morte.
    Le acque… elemento che amavo, da sempre metafora di rinascita, di vita. Sapeva anche riservare sorprese… i miei pensieri prolissi, come sempre non avevano tempo di soffermarsi su quella situazione.
    Il rituale era terminato e l’offensiva aveva avuto inizio, vidi il mio compagno di missione adoperarsi per non restarne vittima, poverino, non sarebbe stato semplice per lui… aveva già subito dei danni ma non avrei potuto aiutarlo. Era un elemento valido, lo aveva dimostrato in più di una occasione se la sarebbe cavata.

    “La prova non ci mostra mai il volto che ci aspettavamo.”

    Mi venne subito in mente questa frase… ma la scacciai immediatamente, dovevo fidarmi di lui a tal punto che la mia strategia, prevedeva di affidargli la vita dei neonati.
    Evitai la prima offensiva con un rapido spostamento laterale cimentandomi in una schivata, dopotutto quello era un attacco senza troppe pretese visto la velocità con il quale era sferrato. Lo stesso fece la mia creazione demoniaca che aveva un vantaggio in parametri ancor più accentuato.
    Dovetti impegnarmi maggiormente per evitare l’offensiva successiva, in tutto e per tutto simile alla prima ma lanciata ad una velocità sensibilmente più elevata. Dovetti impastare una quantità di chakra, per velocizzare il mio spostamento difensivo spiccando un SALTO in avanti andando a ricongiungermi con il costrutto che con ulteriore spostamento ora si era portato a protezione di Akuraguri lì dove poco prima aveva depositato i neonati.
    Fu in quel frangente che adoperai la mia strategia, mentre il mostro si preparava ad allungare gli arti che come serpenti al suolo avrebbero presto raggiunto il luogo in cui eravamo.
    Coperti da me e il mio costrutto raccolsi i neonati dal suolo, passandoli rapidamente nella mani di Akuraguri… ma ciò che agl’occhi di chi fosse presente nella caverna sarebbe apparso era diverso:
    2 costrutti copie identiche dei neonati, in braccio al finto Etsuko, io cercai di afferrarne uno per farlo sfuggire alla presa del mostro… il realtà la mia azione ne celava un’altra. Estratta la Cartabomba, l'attivavo, depositandola sul costrutto, assorbita in tutto e per tutto dall’illusione. Così mentre l’Etsuko che reggeva i neonati, si sarebbe voltato in direzione del mostro restando sorpreso nel ritrovarsi le braccia ai suoi piedi, non avrebbe potuto evitare il sequestro delle creature.
    Sottratte al custode, come avrebbe immaginato che ciò che tanto bramava erano in realtà la trappola dell’illusionista? Per render più credibile la scena… il finto Etsuko, si sarebbe lanciato all’inseguimento degl’arti che tuttavia ben più rapidi tornavano in direzione dell’evocatore, conducendo alla famelica bocca i corpicini degl’infanti.
    Il vero Etsuko sarebbe rimasto fermo a celare il balzo indietro del compagno di missione, badando bene a celare il contenuto tra le sue braccia.
    Se tutto fosse andato come preventivato, l’esplosione sarebbe avvenuta poco dopo… non prima però che i corpicini sarebbero stati inghiottiti da quell’essere o per lo meno fossero vicino ad esso.



    Se invece le cose fossero andate diversamente dal previsto. Etsuko avrebbe indietreggiato rimanendo sulla difensiva assieme al suo costrutto. Pronto a imbastire una nuova strategia.
    DOVRAI PRIMA PASSARE SUI NOSTRI CADAVERI...



  10. .

    Albatros Cinereo


    OSTRUZIONISMO FASTIDIOSO



    Fu così che non passò molto da quando intrusi saliron sulla nave minacciando la vita del costruttor di lame e ingabbiati i tre, di cui uno aveva dato appellativo di fiere selvatiche. Fu a quel punto che come animali, spinti dalla brama di prevalere, di sopravvivere forse, fecero appello a tutte le risorse che avevano in corpo. Chi meglio, padroneggiando con dote innata forse o capace nel controllar l’interiore animo, parlo del monco. chi propensione all’irruenza e competizione, notai li sguardi che probabilmente attingevano a sentimenti trascorsi ma non ancor sopiti. Tra i due però non vi fu differenza di risultato. Se è vero però che non è importante la destinazione quanto il viaggio, il futuro avrebbe insegnato a quei ragazzi quanto importante nel controllo del chakra, fosse il controllo di SE STESSI.
    Così quando tutti, compreso Youshi di cui Etsuko non aveva benchè minimo esitato, date le capacità eccelse di guerriero mezz’orbo. Furono sulla trave che sovrastava il ponte della nave, l’Akuma intervenne:

    bene ragazzi, era indispensabili essere uniti…
    non ho piacere nel dirlo, ma il nemico in questione non è un nemico qualunque…

    accennai a Youshi, sicuro che avrebbe notato il bagliore carminio dei mie occhi e consapevole del fatto che fosse a conoscenza delle mie abilità oculari. Riuscivo infatti a identificare 4 energie vitali nella stiva, oltre l’insulsa presenza dell’ostaggio. Le impronta di chakra erano variegate e la quantità in possesso non era da sottovalutare…

    ragazzi io e Youshi ci occuperemo dei due più alti, a voi spetterà il compito di prendere gli altri 2, decidete voi come dividerveli ma sarà importante non esitare… tutto chiaro?

    Ero conscio che i 3 non sapevano a cosa mi riferissi, dopotutto molto probabilmente a livello percettivo non riuscivano a individuare alcun pericolo evidente. Ma dovevano fidarsi se volevano sopravvivere.
    Così chi prima chi dopo spiccarono un salto verso l’’ingresso che dava sottocoperta, quando tutti furono lì, feci un cenno a Youshi e ricevuto il consenso. Spalancai la porta.
    La stanza era ampia, anticamera alle scale che portavano negli alloggi. Dopo esser entrati, la porta che ci precedeva con l’ingresso sulle scale si chiuse sbattendo e rimbombando con un tonfo. Fu la sorpresa che lasciò probabilmente il tempo necessario al nemico celato nell’ombra a pochi metri da noi sulla nostra destra, di sferrare il suo attacco. Vomitò letteralmente dalle fauci, spalancate in maniera mostruosa, delle lame di chakra, nere anch’esse come la pece. Di lunghezza variabile che come tanti vermicelli ci piombarono addosso. D’istinto mi riparai portando avanti le mani a protezione del viso. Ma diverse di quelle lame si adagiarono su tutto il corpo e con il passare dei secondi, cominciarono a indurirsi e come catene bloccare le giunture, vincolando gravemente la motricità.
    Sorrise il nemico che avrebbe goduto nel vederci vincolati e bloccati e avrebbe sussurrato con voce tono sibilino.



    Ssssssarà un piacere, lasciarvi ASsssissstere alla decapitazione del vosssstro Osssstaggio… i miei amici SSSSi Sssstanno già divertendo. perirà colpito dalla lama me egli Sssssstessssso ha forgiato…
    Sssssssahahahahsssss sssssshahahahahsssss


    E sarebbe corso in direzione della porta chiudendosela alle spalle.

    Ora mi sono davvero stancato…

    L’ostruzionismo dei nemici cominciava a diventare irritante, così lasciai che il chakra, irrorasse completamente il mio corpo, vibrarono le lame che come giunti di metallo si erano fissati agli arti dell’Akuma, vibrarono sollecitate dal chakra oscuro del Kiriano. Finchè stretti i pugni e rilasciata indietro la testa, non cedettero alla pressione dell’energia che fuoriusciva dal corpo del chunin… saltarono uno ad uno, cadendo sul pavimento e tintinnando come fossero realmente oggetti di metallo.
    Non è più il momento di giocare. Aggiunsi imperterrito, è ora di fargliela pagare. Avete capito vero che il principio appena utilizzato è lo stesso del controllo del chakra precedente? Prima era concentrato nei piedi, adesso il controllo è sul corpo… non posso star qui con voi a perdere tempo ne pretendo che vi liberiate d’un botto come ho appena fatto io… inizialmente concentratevi su ogni singolo listello. Ma non attenderò troppo… altrimenti vi ruberò tutto il divertimento…
    Dissi riferendomi al nemico.
    Youshi… sbrigati e vieni a darmi una mano…
    Corsi verso la porta dalla quale era passato poco prima il nemico, pronto e consapevole d’impegnarmi per dar battaglia.



    CITAZIONE
    NOTE
    beh ragazzi, impegnatevi in questo post così concludiamo l'apprendimento del chakra Repulsivo e possiamo andare avanti. Youshi per esigenze narrative sarebbe meglio se mi raggiungessi per primo.

  11. .

    L’Assassinio del Rampollo


    Le battute Finali





    L’atmosfera nella sala grande era irreale, di sicuro gli accademici si erano fatti idee diversificate sui commensali. La situazione risultava più intricata del previsto. Il rampollo inizialmente crudo e cinico aveva infine mostrato il suo lato UMANO, commuovendosi parlando del fratello perso.
    Masu, l’irremovibile e rispettoso comandante della magione, alla fine non si era rilevato tanto autoritario, essendo alcuni dettagli, sfuggiti alla sua autorità. O almeno così sembrava.
    Infine Eraya, che dei tre si era mostrata la più coerente. Da subito imperterrita pronta a dare qualsiasi cosa per proteggere la sua famiglia. Fiera della posizione guadagnata e destinata a restarci a lungo, vista anche la sua condizione interessante.
    Avevano scelte importanti da fare gli accademici e pochissimo tempo ormai per risolvere la spinosa questione.
    Fu quando si allontanarono dalla sala grande che decisero di mettere in pratica la loro strategia. Era un azzardo di sicuro ma in quella situazione non gli restava che azzardare. Dopotutto avevano raccolto informazioni e indizi molto frammentari e proprio mentre direzionavano i sospetti verso qualcuno, accadeva qualcosa che li spingeva a ricredersi e a cambiare il bersaglio dei loro sospetti.


    L’urlo di Kyuke, attirò l’attenzione delle guardie che sorprese dalla presenza della ragazza corsero a richiamare Masu.
    Pochi minuti dopo sarebbe arrivato il capitano delle che sollevato si sarebbe portato al cospetto della trasandata ragazza, inginocchiandosi.

    Irune… tutto bene? Eravamo tutti così in pensiero… cos’è accaduto e dov’è l’altra ragazza?

    Le parole di Masu, sembrano amorevoli e sincere. Per un tratto il suo sguardo coglie il ciondolo che penzola suo collo della giovane e la sua espressione si fa interrogativa. Si alza lentamente e ordina ad una guardia di di richiamare l’attenzione dei proprietari di casa.

    Chiamatemi il signorino e sua moglie, vorrei che si accertassero delle condizioni di Irune.

    Poi se mi è consentito, porterei la ragazza in infermeria per curarla e lasciarla riposare. Prima però devo accertarmi che tutto sia in ordine. Con permesso, torno subito.


    Si sarebbe così congedato con eleganza ai presenti uscendo dalla stanza e in tutta fratta attraversando la rampa di scale. Se qualcuno avesse deciso di seguirlo spontaneamente avrebbe finto di tornare nella sala grande per poi tronare rapidamente nella stanza. Se invece nessuno l’avesse seguito… almeno palesemente. Avrebbe intrapreso la rampa di scale in salita. Entrando di corsa e guardingo nella stanza da letto dei signori di casa.

    ERAYA
    Una guardia sarebbe accorsa nella sala grande, avvicinandosi con discrezione alla signora e sussurrandole qualcosa all’orecchio, proprio mentre rispondeva alle domande del biondo…

    Perdonatemi Yukine, pare che ci siano importanti novità sulle ragazze che insinuavate essere scomparse.

    Si congeda con garbo, senza attendere consensi , seguita dalla scorta di ancelle al suo servizio e da due guardie probabilmente, la sua protezione personale per dirigersi direttamente alla stanza degli ospiti.

    AKASHI
    Il signorino sarebbe apparso sulla soglia della stanza pochi istanti dopo l’arrivo della signora, in compagnia di MASU (Ipotesi 2) altrimenti MASU, sarebbe stato presente già all’arrivo della signora.
    La prima a parlare fu proprio la padrona di casa, anche essa avrebbe mostrato interesse per la fanciulla. Forse di circostanza, visto i vezzeggiativi che le rivolgeva.

    Piccolina come ti senti? Avrai avuto una bruttissima esperienza… stai tranquilla troveremo il colpevole e capiremo il motivo di tanto accanimento nei vostri confronti.

    Lo sguardo non aveva potuto non scorgere il ciondolo appeso al collo ma la signora non aveva mostrato interesse. Anzi aveva mostrato maggiore premura nei confronti della giovane.

    Oddio… ma chi è la bestia che ha potuto farti questo.

    Avrebbe detto portando ma mano destra a sfiorare i lividi del collo… fino dietro alla nuca spostandosi davanti alla ragazza per vedere i lividi e graffi che aveva subito. Coprendo al contempo la visuale, avrebbe accarezzato il collo di Irune.
    La ragazza avrebbe nel frangente avvertito un pizzico istantaneo forse il contatto gelido delle mani della padrona di casa?

    Ti lascio riposare Irune, vedrai che dimenticherai quelle che ti è accaduto.

    Dette queste parole si sarebbe avvicinata a suo marito e al capitano delle guardie.

    Tutto è bene quel che finisce bene…
    Non è vero?


    Lo sguardo severo di Masu avrebbe seguito la donna sin fuori alla porta, scortata da suo marito che pareva completamente disinteressato alla fanciulla.
    Una volta che i coniugi avessero lasciato la stanza per dirigersi alla loro, Masu avrebbe accostato Kyuke e il probabilmente sopraggiunto Yukine, sempre che quest’ultimo non fosse intento a investigare in altri luoghi, sfruttando la distrazione tirata in ballo dai suoi colleghi.

    Direi che è meglio per Irune fare un salto in Infermeria e poi riposare lì, non preoccupatevi farò in modo che venga sorvegliata a vista. Non permetterò a nessuno di avvicinarsi senza il mio consenso e con nessuno intendo nessuno.
    Intanto Noroi avrebbe avvertito i primi sintomi di spossatezza, probabilmente inconsapevole di ciò che gli stava accadendo. Ma avrebbe avuto ancora le forze per esprimere eventuale opposizione alla richiesta di Masu. Ad ogni modo il comandante non si sarebbe opposto alla eventualità di lasciar riposare la fanciulla in quella stanza, posizionando una guardia appena dietro la porta ad impedire l’ingresso di chiunque non fosse autorizzato. E con chiunque… si intendeva i 3 ragazzi ospiti e Masu.

    A proposito… avrebbe detto il comandante, dov’è Noroi? Era passata ormai quasi un’ora dall’ultima vola in cui l’aveva visto…
    Se la risposta degli accademici l’avesse convinto, si sarebbe fermato al cospetto della guardia per dare informazioni dettagliate e lasciatala fuori dalla porta si sarebbe spostato altrove per le sue faccende.
    Intanto la finta Irune sarebbe piombata poco dopo in un sonno profondo.



    CITAZIONE
    NOTE QM:Noroi se giustifichi in modo consono il fatto che Eraya non riesca a toccarti evitando la somministrazione del sonnifero… puoi evitare l’effetto dello stesso. Altrimenti rimarrai addormentato e di conseguenza si scioglierà la tecnica della trasformazione. Addormentarsi di darà la possibilità di partecipare al prossimo giro di post arrivando a poco dopo l’uscita di scena di masu dalla stanza.
    L’altra possibilità è che il medico del gruppo…non riesca a invertire l’effetto del sonnifero… come? È lui il medico…
    In ogni caso questo è il penultimo giro di post… cercate di provarle tutte… perché dopo trarremo le conclusioni."

  12. .

    Contrattacco al Re Rosso


    APRITE abbiamo un prigioniero





    “L'occhio vede solo ciò che la mente è preparata a comprendere.”

    la mia doveva essere ben allenata, perchè la situazione fu ben presto chiara.
    Attorno era multitudine, gente intenta a vivere, inconscia di quello che realmente stava accadendo ma soprattutto di ciò che a breve si sarebbe scatenato. Noi no invece, come un branco di leoni adagiati tra l'erba della savana, attendavamo semplicemente di puntare la gazzella più debole, l'avremmo sbranata... crudele forse ma la natura sa esserlo, così come gli uomini. Parte quelli stessa della natura ma così arroganti da credersi capaci di controllarla.

    Nessun pezzo grosso nei dintorni, nessun apparente pericolo...

    avrei sussurrato a Kensei nelle sue false vesti, vedendolo affiancarsi con il suo chiaro intento. Mentre scrutavo i soldati di Kaido per memorizzarne tratti e particolari convenni che non avremmo avuto tempo sufficiente per pensare oltre.
    L'attacco dei GIGANTI era cominciato, saette nel cielo e cacofonica la voce negli altoparlanti.
    Rintanarsi nelle proprie abitazioni. Che paradosso, non dovevamo essere noi i topolini impauriti?
    Il richiamo del leader catturò la mia attenzione e in disparte come suggerito dal sottoscritto fu chiaro a tutti che l'unico modo per continuare a spostarsi, sarebbe stato quello di diventare noi stessi “il Nemico”, mischiarci tra le loro fila.
    Non tutti No, non vi era tempo di rimediare a quel neo nel gruppo. Si sa però, Nella vita nulla avviene né come si teme né come si spera. E Tasaki, in quella situazione era L'imprevisto...
    il primo a stringersi attorno a lui fu Kensei, l'afferrò come se fosse un prigioniero e un sorriso scappò sul mio volto.

    Ecco il nostro lasciapassare.

    Gli occhi, per un attimo si tinsero di cremisi e la realtà si svincolò dalle sue regole e ciò che non era, FU. E il cane fu al guinzaglio, delle catene cinsero strette i polsi del ninja di Oto e il viso fu sfigurato da un solco sulla guancia sinistra, la gamba destra portava i segni di un vistoso trauma e il ragazzo zoppicava, DOVEVA zoppicare... questo poteva essere pretesto per far passare oltre, più di una guardia a scorta dell'invasore. Io afferrai l'otese sul fianco destro fungendo da sostegno, in tal modo avrei potuto mantenere costante la comunicazione con il Kage.
    Servì farlo, sopratutto quando fummo nei pressi del passaggio, 3 tizi ora sbarravano la strada...

    Kensei... i due ninja son di livello ben più alto di chiunque abbiamo incontrato si qui. Sento inoltre nel loro chakra, caratteristiche Doton e Raiton... ma chi mi preoccupa più di tutti... è lui.

    Avrei indicato il ragazzo centrale scortato dai 2 a sbarrare la strada.

    Fu mentre Kensei portava avanti la nostra strategia che avrei deciso di “Approfondire” laddove non arrivavano le mie abilità da sensitivo forse sarebbe arrivato il Magan...

    dai su... vediamo cosa nascondi.

    Avrei sondato la sua energia vitale... cercando di saperne di più anche su chi fosse presente nei dintorni.


  13. .

    IL LAGO DEGLI IMBATTUTI


    IMBATTERSI in un Samurai






    “La facoltà d'illuderci che la realtà d'oggi sia la sola vera, se da un canto ci sostiene, dall'altro ci precipita in un vuoto senza fine, perché la realtà d'oggi é destinata a scoprire l'illusione domani. E la vita non conclude. Non può concludere. Se domani conclude, è finita.”

    Non riuscì evidentemente a dissimulare il sollievo per l’uscita di scena di Zoruto, quello shinobi spocchioso e i suoi modi di fare grezzi mi davano tendenzialmente sui nervi, il mio atteggiarmi più interessato al respiro? Convenni che se avesse smesso lui di respirare, sarebbe bastato a sprecar meno ossigeno, più utile persino alla fotosintesi che a sostentare l’inutile membro di Oto.
    Convenni con l’idea di Shin, seppure pareva essere un tentativo neanche troppo poco ostentato, di liberarsi pure lui del ragazzetto che si strascinava alle calcagna. Zoruto era un tipo sospetto e in quella situazione era bene non perderlo di vista. D’altro canto erano rivelatasi essere troppe le varianti in gioco. Nel gioco del Poker, scendere così “impreparati” al tempio del lago, l’avrei considerato un Bluff. Andare alla villa invece, sarebbe stato sfidare un poker d’assi, con una doppia coppia… in definitiva un suicidio.
    Avevo visto di cosa era capace quell’essere, qualcosa che avrei definito inumano e sebbene la superiorità numerica, essa non sarebbe bastata a darci anche una minima possibilità.
    Risposi in senso affermativo alla domanda di Shin, su quello che in futuro, forse, avrei scoperto essere il CORAGGIO.


    Lo definirei un essere dalle fattezze inumane, un gigante nella sua forma bestiale, incapace di interloquire in forma senziente o siml senziente, affetto da un disturbo multiplo di personalità. Celata in esso una coscienza o forse qualcosa che gli assomigli, sommersa e controllata probabilmente. Un cane aggressivo al guinzaglio lasciato alla fame per giorni e pronto a essere liberato…

    Ascoltai le successive parole di Shin. E Annuì.


    Un lupo sguaiato ma con la forza di un branco… non ritengo opportuno per il momento recarci alla villa. Mugen sa il fatto suo e confido che renderà la villa, la gabbia adatta a contenere la belva.

    E allora cosa restava fare? Se escludevamo la villa per le su citate motivazioni e il Lago per mancanza obbiettiva d’informazioni che permettessero di affrontare l’orda di coloro che i miei amici di missione, ignoravano essere imbattuti.

    mmm…

    avrei riflettuto ancora alla successiva domanda del ninja della foglia sulla possibilità di fermare gli esseri, distruggendo le statue.


    Ad essere sinceri… le statue dovrebbero essere il tramite, l’unico strumento che vincola quella sorta di illusioni. Distruggere le statue, più che distruggere i demoni, distruggerebbe il legame che li vincola a questo luogo. Rotto il vincolo, presumo che sarebbero liberi di vagare indisturbati per tutto il continente ninja. non una scelta saggia dunque.

    Ma cosa ancora mi sfuggiva? Perché avevo quella sensazione? Una sorta di campanello d’allarme.


    Shin… tu che sembri conoscere meglio il pagliaccio della corte di Kusa, per caso mi sai dire se abbia una sorta di abilità nella manipolazione dell’argilla?

    Avrei atteso la risposta del ninja, spiegando la motivazione del mio quesito con la presenza d’argilla con la quale erano state sigillate le porte della villa, un tempo quartier generale del clan Akuma. Motivo per il quale ritenevo che la persona collegata al mostro, fosse in qualche modo collegata a quella forma di manipolazione.
    Fu quando il gruppo convenne nel ragionamento di dover raccogliere ulteriori indizi, prima di procedere nella dantesca discesa agl’inferi, metafora azzeccata dell’immersione nelle acque profonde del lago. Che misi a disposizione le mie competenze da sensitivo prima e la mia capacità di percepire le energie vitali poi. Avremmo potuto perlustrare a tappeto l’intero villaggio cercando di ottenere più informazioni possibili.


    Perfetto…
    fu il mio unico commento. Seppur affidarmi alla protezione di Shin non mi facesse impazzire, come anche svelare le mie capacità così facilmente. Quella situazione di certo richiedeva uno strappo alla regola.
    Così feci, non appena decidemmo di mettere in pratica il nostro piano secondo i criteri precedentemente concordati. Fu così che una volta giunti nel fulcro del villaggio, sede del misfatto, raccolsi tutta la concentrazione necessaria per attivare la vista vitale e le mie abilità da sensitivo, dovetti attendere per estendere la mia vista, di volta in volta sempre più lontano. Prima 300… poi 600, 900… fino ad arrivare a decuplicare le mie possibilità visive, raggiungendo il limite massimo a me consentito. Lo stesso feci per le abilità da sensitivo. Avevo accolto l’idea di Shin di studiare la sua spada… non che avessi bisogno del suo consenso, studiavo amici e nemici e immagazzinavo informazioni a prescindere.
    Avrei così cercato tra le forme di vita presenti nell’area, qualcosa che si avvicinasse al colore preso come riferimento. Come un cane da tartufo sondavo l’aria alla ricerca di qualunque indizio. Il Samurai, la statua di Shinjutsu anche su di lui avevo diverse informazioni, i corvi di Kato, fino a sondare le profondità del lago, persino di Zoruto e Yato avrei cercato traccia.
    Avremmo così percorso lentamente il tragitto che dal centro del villaggio, portava alle sponde del lago incriminato. Chissà se quella caccia si sarebbe rilevata in qualche modo fruttuosa.
    Fu mentre perlustravo l’aria che capì finalmente a cosa il mio subconscio faceva riferimento, il recondito campanello d’allarme, il tintinnio fastidioso che avvertivo all’orecchio, sin dentro al cervello. Quella sensazione, la fiducia assoluta, la VERITA’, riposta incondizionata in quello che era il Paradosso degli Akuma… generato dal più debole degli Akuma eppure il più forte degli IMBATTUTTI. Shinjutsu, era riuscito ad andare oltre il limite imposto dal suo tramite, era venuto a cercarmi a Kiri, nonostante fosse stato chiaro su quanto l’imbattuto sia vincolato. E se avesse esso stesso rimosso la sua statua, entrandone in possesso? E se non avesse mai smesso la sua funzione di controllo sugli Imbattuti e questi continuassero a rispondere al suo volere? E se fosse esso stesso il portatore? La Verità che domina sul Coraggio…
    Una parola scandita sarebbe uscita dalla bocca di Etsuko, mentre terminava la sua funzione di radar della zona, come da un incubo in apnea, sarebbe ripiombato alla realtà, sulle sponde di quel lago, con i raggi del sole che ormai perpendicolari flettevano sulle acque. Era mezzoggiorno.
    La parola appena pronunciata ad alta voce era un nome…

    SHINJUTSU, per gli amici VERITA’.



  14. .

    DIGNITA'


    PIEGARSI AL SUO VOLERE



    Riuscì con una mossa astuta ad evitare tutti i nostri attacchi ma per quanto sarebbe riuscito ad andare avanti in quella situazione?
    La deflagrazione fu sentita, roboante, tremarono le pareti e una nuvola intensa di fumo si confuse con la nebbia rendendo ancor più difficile la visuale se ciò fosse possibile.
    Non passò troppo tempo, avvertivo avvicinarsi solenne e maestosa la figura del Kage, Kensei sopraggiunse quasi sfondando la porta della sala e alla richiesta che non ammetteva dinieghi, risposi sciogliendo la tecnica del velo. E immediatamente la situazione fu chiara a tutti.
    Avevo preventivamente attivato un costrutto per comunicare con il nuovo arrivato mettendolo al corrente di quale, tra le copie presenti, fosse l'originale, in modo tale da non perdersi in convenevoli.
    Così seguì l'attacco, cruento e duro e per un attimo credetti fatale... di certo l'impasse era superata. Sangue caldo grondava dalla fronte lacerata del ninja di Oto, che ora piegato, stazionava ai piedi dell'imponente figura. Gracile manteneva un flebile sussulto di dignità.
    Comunicai al kage, l'evolversi della situazione sino a quel momento di come Kato aveva deciso di gestire la situazione, delle parole dette, senza escluderne nessuna. Etsuko era improvvisamente apparso al fianco dei due per integrare la narrazione. Era un costrutto, il vero me sarebbe apparso qualche secondo più tardi dal nascondiglio nel quale sino a quel momento si era fermato per riferire personalmente di alcuni dubbi che l'otese in me aveva instillato.

    Ha riferito anche di un suo coinvolgimento diretto nella questione Hayate, Mizukage sama. Così giusto per avvertirla che chiede di collaborare a chi semina menzogne denigratorie sul suo conto.
    Perchè di menzogne si tratta...
    la mia era sicuramente una domanda retorica ma era necessario avvertire il ninja preventivamente, anche se ero sicuro, non ve ne fosse bisogno. Kensei dava l'impressione di sapere fin troppo bene quello che stava facendo.


  15. .

    I Trucchi Dell'Illusionista


    FACCIAMOLA FINITA





    Non Avevo Dubbi

    sorrisi a vedere con quanta semplicità il mio avversario evitava il susseguirsi d'attacchi, sebbene in una situazione ambientale svantaggiosa, sapevo bene quanto abile fosse Kato nel corpo a corpo. E a dirla tutta la cosa iniziava a stimolarmi e a spaventarmi neanche un po'.
    È a questo punto del racconto che vi narrerò di quanto sarebbe stata messa a dura prova la resilienza dell'otese, quanto è vero che l'antitesi per antonomasia del Taijatsu fosse il Genjutsu, sebbene la disparità di forze evidente. La cosa nfastidiva non poco il Kiriano che odiava considerarsi debole. Era vero pure che non è per niente facile scovare l'artefice dell'illusione stessa, cosa che adava a favore dei ninja di casa.
    L'akuma si sa inganna la propria mente, per ingannare le menti altrui, convince se stesso, prima di convincere gl'altri. La sopraffine arte dell'alterazione del proprio mondo e l'imposizione forzata sul mondo reale, artificiandolo.
    Così quando il chunin sarebbe passato all'offensiva, con la sua azione perlustrativa volta a scovare i ninja nemici. Avrebbe percepito, quello che l'Akuma avrebbe voluto che lui percepisse. Avendo Etsuko, preventivamente e tempestivamente grazie alle sue abilità oculari, avvertito le intenzioni di Kato. per quanto esse fossero rapide erano pur sempre ostacolate dall'intralcio visivo della nebbia fitta del velo. Aveva così celato la sua figura, schiacciata contro la parete, da un costrutto illusorio. Le copie in perlustrazione nulla avrebbero scovato che lasciasse percepire la presenza di chiunque nei luoghi in cui erano andati a cercare e dunque a nulla sarebbe valsa l'ipotetica offensiva.
    Intanto io che potevo godere della percezione vivida che mi offrivano le abilità oculari, avevo già imbastito e attuato la nuova strategia. Questa volta infatti avevo bisogno di preventivare un attacco combinato, che unito alle condizioni ambientali ancora sfavorevoli per il nemico, avrebbero forse appianate le divergenze di forze in gioco.
    Un piccolo costrutto, arrecante lo stemma della mano nera di Kiri, anzi esso stesso era un guanto, a tutti gli effetti una mano nera. Sarebbe apparso a ridosso di Youshi, adagiandosi sull orecchio del ninja per scambiare le informazioni di cui necessitava.

    Sarò i tuoi occhi, il chiarore nelle tenebre... la via maestra da seguire...

    quanto amavo essere poetico.
    Lo scambio d'informazioni fu rapido e ne sarebbe conseguita la reazione strategica di Youshi.

    Dovremmo coordinarci per metterlo in difficoltà

    sicuro che i cloni si fossero allontanati dalla mia postazione e certo che la nebbia impedisse la visuale, mi sarei affacciato pronto a scagliare la mia offensiva.
    così osservai la serie concatenata delle sue azioni, dalla bomba specchio... il ghiaccio si sarebbe propagato sul pavimento debilitando ulteriormente le condizioni in cui il ninja di Oto sarebbe andato a scontrarsi. Vidi Youshi fintare una spezzata, fu allora che i miei costrutti sarebbero
    entrati in azione.
    Un Fuuma Shuriken, e due Kunai avrebbero accompagnato simultaneamente l'offensiva del ninja alleato, il primo sarebbe spuntato sulla testa di Youshi, impedendo al ninja nemico di fatto di sfuggire con un salto “Accentuato” alla spezzata, il secondo alla sinistra chiudendo una via di fuga l'ultimo sulla destra e sbarrandone l'altra.
    Avevo calcolato tutto sin nei minimi particolari, l'ultimo delle armi sopra citate infatti non era un costrutto, differentemente dalle altre due ma l'arma che poco prima avevo lanciato, impastando una discreta quantità di chakra associandogli la cartabomba in dotazione al mio equipaggiamento, con innesco a tempo, pure esso calcolato.
    Lo so, cosa state pensando. Pensate che il mio fosse un azzardo, lanciare una Cartabomba con una serie di ipotetiche varianti che potessero coinvolgere il ninja mio alleato era un azzardo. Bisognava però azzardare per mettere in difficoltà un ninja di quella portata. Dalla mia inoltre c'era sempre la manina, la ricordate? Avevo preventivamente avvisato il mio compagno dell'attacco, sicuro dunque che avrebbe potuto scongiurare il peggio.
    Così modulata la velocità dei miei costrutti, questi avrebbero seguito le traiettorie a cui erano destinati, cosi come la mia arma. Innocui se Kato non avesse deciso d'ingaggiare la loro traiettoria, l'ultima però... sorpassato la postazione sulla quale si trovava il ninja, a un metro e mezzo, sorpassato il punto di passaggio sarabbe deflagrata in una rombante esplosione che avrebbe investito ciò che si trovava nelle vicinanze nel suo raggio d'azione.
    Sarei tornato poi nel mio nascondiglio ad assicurarmi degli eventi successivi. Sperando che quella esplosione e offensiva sancisse la fine dello scontro. Alla fine lì, TUTTI avevamo da perderci.
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    Ciò che volevo chiarire è che NESSUNO e dico NESSUNO avrebbe potuto prendersi gioco di ETSUKO DELLA NEBBIA.
    No, non si trattava di Passionalità, come l'ha definita Youshi nella narrazione precedente. Qui si parlava di Credibilità e rispetto e chiunque e dico chiunque avrebbe dovuto portarle al suo cospetto.



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