Posts written by Filira

  1. .

    Eredi


    I


    Sta per succedere qualcosa, bambina mia.

    Non le capitava quasi mai di sognare, tantomeno con quel livello di dettaglio. Il volto di sua nonna, su cui regnava un sorriso disteso, era stato riprodotto dalla sua mente con cura maniacale, a tratti inquietante. La donna alzò la mano destra, portandola sulla guancia della nipote. Murasaki ricordava quel gesto, e ricordava la sensazione di protezione che solo esso sapeva donarle. Kaori Hyuga, madre di Genji, era stata durante la sua vita il centro focale del Clan, polo attorno a cui tutti si raccoglievano con naturalezza, come se la donna fosse nata per esserne il centro di gravità. Nei lunghi e bui anni dopo la sua morte, più persone avevano provato a prendere quella posizione per sé, fallendo miseramente ogni volta. Così Kaori era rimasta a imperitura memoria icona spirituale degli Hyuga, titolo che manteneva indiscusso. E Murasaki avrebbe presto capito il motivo per cui era stata proprio lei a palesarsi, in quella che sarebbe stata la notte più difficile del Clan.

    Cosa accade, nonna? Ditemelo, io...
    C'è qualcosa che agita l'atmosfera, lo sento nella terra, lo avverto nell'aria. Arriverà, e porterà rovina su tutti noi.

    L'anziana si voltò verso la ragazza, con un'improvvisa smorfia di terrore dipinta in volto. Le vene gonfie attorno agli occhi segnalavano l'attivazione del byakugan, mentre la fronte veniva imperlata di sudore freddo.

    È successo, Murasaki! Murasaki!

    La voce nel sogno si fece lontana, trasformandosi in un'eco sempre più flebile. Poteva ancora capire che Kaori la stava chiamando, sentiva il suo nome rimbombare, ritmico. Poi la voce si fece nuovamente forte, ed estremamente vicina. Qualcuno la stava scuotendo.

    Murasaki-sama! Murasaki-sama!

    Spalancò gli occhi. Dalla finestra, rigorosamente con i tendaggi aperti, entrava un flebile raggio di luna, che illuminava la stanza di una lattiginosa luce notturna. Non poteva essere più tardi delle tre di notte, a giudicare dalla profondità del buio che inghiottiva l'esterno dell'abitazione. Assonnata, Murasaki si voltò, trovando a pochi centimetri dal suo viso quello paonazzo di una delle ragazze della servitù. Non ne ricordava il nome, pensò.

    Cosa ti ha portato a essere sveglia a quest'ora della notte? Dimmi, è successo qualcosa? Un'irruzione?

    La ragazza deglutì, e dal momento in cui ella aprì bocca cominciò l'ora più dolorosa che la ragazza avesse mai vissuto.

    [...]

    Sedeva composta nell'ufficio di Raizen, muovendo la gamba destra in modo ritmico. Di fronte a lei, l'Hokage manteneva un'aria greve e composta, ben lontana dalla sua normale facies. Stavano aspettando qualcuno, o così alla ragazza era parso di sentire sopra al suono incessante del cuore che le rimbalzava frenetico in petto, coprendo qualsiasi rumore esterno. Aveva percorso le strade del quartiere Hyuga di corsa, dopo aver infilato di fretta un haori sopra la veste da notte. Aveva cercato suo padre, scandagliando accuratamente ogni impronta di chakra presente nel raggio di un chilometro, ma pareva che Genji Hyuga quella notte fosse introvabile. Una serie di insoliti avvenimenti l'aveva condotta in quella stanza, su quella sedia, a cospetto del capovillaggio. E ora aspettavano, senza che Murasaki sapesse chi.

    Finalmente.

    Una voce giunse dal fondo, informando i presenti che anche l'ultimo componente era arrivato. Murasaki deglutì, mentre Raizen iniziava il suo discorso. Udì qualche parola, almeno fino al momento dalla bocca del Kage uscì un nome: Tomoe Hyuga. Perse un battito, mentre la mente si svuotava e il suo corpo si faceva leggero, quasi avesse smesso di esistere in quella dimensione. Poteva vedere Raizen continuare a parlare, riusciva a sentire i suoi che egli produceva, ma il suo cervello non riusciva a elaborarne il significato. Tomoe, fuuinjutsu, byakugan, Nara, deceduti. Qualche parola sparsa per descrivere l'orrore che stava per abbattersi sulle vite dei convenuti. Avrebbe dovuto urlare, alzarsi e scappare da quel posto. Avrebbe voluto. Eppure era lì, immobile, a farsi colpire da parole che pesavano più di macigni. L'augurio dell'Hokage concluse il discorso. Murasaki si alzò e iniziò a camminare, lontano da quella stanza e da quelle parole. Guardò appena Alinamaru, l'uomo che era con lei, ma percepì che entrambi si dirigevano nella stessa direzione. Ogni passo diventava meno pesante di quello precedente, mentre lo shock lasciava il passo alla paura e all'urgenza. Doveva arrivare al bosco dei Nara, e doveva farlo nel minore tempo possibile. In breve si ritrovò quasi a correre, con le gambe che si muovevano velocemente e il respiro affannoso. Seppe di essere arrivata quando di fronte ai due si palesò un cervo, mitica bestia del Clan delle ombre di Konoha.
    Sentì le parole di Alinamaru, e fu solo in quel momento che realizzò che le vittime mietute da sua sorella altro non erano che suoi parenti. Per la prima volta si girò a guardare il compagno, incredula di fronte a quelle parole. Cercò nei suoi tratti tracce della sofferenza che immaginò egli provasse, eppure il suo viso risultava stranamente disteso, vista la situazione. All'ennesimo rifiuto del cervo, la ragazza sentì montare dentro una rabbia nuova, figlia del pericolo cui la persona a lei più cara era soggetta. Bastò l'ultima frase a scatenare un innato senso di protezione nella Hyuga, che alzò il braccio destro in direzione dell'animale.

    Potrete anche essere animali sacri per lui, ma io non ho nessun vincolo di devozione che mi leghi a voi. Il sangue del mio sangue è in questi territori, e provo pietà per chiunque cerchi di mettersi fra me e la sua salvezza.

    Il chakra confluìByakugan
    Kekkei Genkai di Konoha

    A Mantenimento

    La tecnica speciale prevede un consumo d'attivazione e un mantenimento. L'attivazione richiede un consumo Basso di chakra; il mantenimento richiede un consumo per ogni round in cui rimane attiva la tecnica speciale, escluso il primo.
    [L'attivazione richiede slot tecnica]

    Livello I (Genin Verde)
    La Percezione ha un bonus di 1.
    La Vista del Vero ha efficacia 10.
    Serie Interminabile ha bonus massimo pari a 2 tacche.
    Serie Interminabile ha bonus massimo pari a 1 slot azione.
    La Vista Telescopica raggiunge 100 metri di distanza.
    Mantenimento: ¼ Basso
    in maniera naturale verso gli occhi bianchi della giovane, aprendo ad essa nuove visuali. Immediatamente cominciò a cercare il chakra della sorella, preparandosi a scandagliareVista Telescopica: L'utilizzatore può attivare la vista telescopica circolare, zoomando gli elementi interessati entro 350° ed attraversando corpi fisici o oscurità; la vista non può attraversare strutture di chakra. Richiede un round di concentrazione; funziona come la normale vista, deve concentrarsi sugli elementi per vederli. Può riconoscere l'impronta di chakra delle persone e il loro 'colore' del chakra, unico per ogni individuo. Spendendo 4 round è possibile osservare ad una distanza decuplicata (x10). con l'occhio della mente quel territorio buio e inesplorato. Guardò nuovamente il cervo.

    Fammi passare, o giuro sui miei antenati che mi farò strada da sola.


    Chakra: 29/30
    Vitalità: 12/12
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 200
    Velocità:  325
    Resistenza: 300
    Riflessi: 300
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 375
    Agilità: 375
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: Attivazione Byakugan
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Shuriken × 5
    • Fukibari × 3
    • Kunai × 5
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Cartabomba I × 2
    • Bende Rinforzate × 2
    • Kit di Primo Soccorso × 1
    • Sonagli [x5] × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Wakizashi × 1
    • Corda di Canapa [10m] × 1
    • Accendino × 1
    • Fumogeno × 2

    Note
    ///


    Edited by Filira - 13/11/2018, 03:38
  2. .

    Ocean's Three


    V: Davide e tanti piccoli Golia


    Oh guardi, non mi dispiacerebbe, ma temo di avere questioni più urgenti al momento.

    Gettò un'occhiataccia appena dietro le spalle della guardia. Due riottosi della masnada allo sportello non parevano volersi arrendere, e si stavano dirigendo verso la Rossa con aria vagamente belligerante.

    Vogliate scusarmi, ho un paio di corde vocali da estrarre.

    Alzò la mano destra, sistemando il guanto di cuoio che la proteggeva. Se volevano la guerra, di certo non sarebbe stata lei a tirarsi indietro. Il primo dei due arrivò caricando un pugno verso il volto di Saru, che però bloccò prontamente il gancio, afferrando rapidamente il braccio dell'uomo di mezza età. Stessa cosa successe quando quello provò a colpirla con uno schiaffo, manco fosse sua figlia! Anche in quel caso la ragazza intercettò il colpo prima che giungesse a destinazione, trovandosi dunque con entrambi gli avambracci dell'uomo in mano. Gli sorrise, inarcando il sopracciglio sinistro.

    Hai ragione, in effetti io i genitori non li ho proprio.

    Concentrò quanto più chakra possibile in entrambe le braccia, e qualora l'uomo non fosse riuscito a divincolarsi dalla sua doppia presa, avrebbe esercitato abbastanza pressione da rompergli entrambe le braccia all'altezza dei gomiti.

    Lo so, ti avevo promesso di strapparti le corde vocali, ma sarà per la prossima volta.

    Se il colpo fosse andato a buon fine avrebbe lasciato cadere l'uomo nella sua agonia, voltandosi verso il secondo avversario. Se invece l'uomo si fosse divincolato in precedenza, la Rossa avrebbe caricato un micidiale pugno diretto alla mascella dell'uomo che, con tutta probabilità, avrebbe perso conoscenza sul colpo. Una volta terminato con il primo demente, si sarebbe rivolta all'arzillo vecchietto che, a quanto pare, aveva deciso di vivere una nuova gioventù. Che sarebbe finita presto, ovviamente.

    Ohi, nonnino, non dovresti essere a fare il riposino a quest'ora?

    Batté le mani fra loro, preparandosi a far capitolare anche quell'omino. Schivò facilmente il triste tentativo del vecchio di colpirla con il bastone, lanciandosi poi con la mano sinistra verso il collo dell'uomo. Avrebbe provato a sollevarlo da terra, lasciando che la sua presa sul collo lo privasse di quanta più aria possibile, senza però farlo svenire.

    Ora dimmi, hai intenzione di continuare a starmi in mezzo ai piedi? O vuoi metterti nel tuo angolino da bravo, a continuare la tua inutile vita?

    L'avrebbe poi lanciato il più lontano possibile, verso il muro che delimitava la stanza. Chissà se ora l'avrebbero finalmente lasciata in pace. Uno stupido manipolo di persone si era raggruppato intorno al magico trio, strepitando stupide scommesse su uno scontro che per i due uomini era già perso in partenza.

    Vi do due opzioni: la prima, disperdervi e tornare a pensare ai vostri loschi affari. Oppure, potete continuare a urlare e lamentarvi, allora farete la loro stessa fine. Avete trenta secondi per decidere.

    Si sarebbe guardata attorno alla ricerca di qualche faccia che mostrasse un minimo intento combattivo, per spegnerlo sul nascere. Se nessuno si fosse fatto avanti, la Rossa avrebbe concentrato la sua attenzione su una donna dall'aria arcigna che pareva essere apparsa dal nulla.

    Ehi, tu! Donna! Sì, dico a te, amministratrice.

    L'avrebbe chiamata a gran voce, cercando di attirare un suo sguardo. Che fosse lei la chiave per entrare in quel maledetto caveau? Fu in quel momento, però, che la situazione da assurda divenne decisamente tragicomica. Qualcuno urlò, e a quanto pare nell'edificio vi erano ora degli scimpanzé liberi e in agguato. Certamente, non c'era nulla di strano in tutto questo. Saru inspirò per ritrovare un attimo di calma, prima che tutta quella storia la facesse uscire definitivamente di testa. Cos'aveva fatto per meritarsi tutto questo? Comunque fosse, per lei la fuga degli scimpanzé poteva rivelarsi una manna dal cielo come diversivo. Si diresse a passo veloce verso la donna di prima, fermandosi solo una volta arrivata di fronte a lei.

    Allora, signorina, io dovrei ritirare dei soldi. Con le buone, o con le cattive. A questo punto, non mi importa.

    Chakra: 29.5/30
    Vitalità: 12/12
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 325
    Velocità:  300
    Resistenza: 300
    Riflessi: 275
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: Parata
    2: Parata
    3: Schivata
    Slot Azione
    1: Rottura avambracci (o pugno)
    2: Presa
    3: Lancio
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Shuriken × 5
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Kunai × 5
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Accendino × 1
    • Tekken × 1
    • Chigiriki × 1
    • Guanto in Cuoio × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Katar × 1
    • Cartabomba I Distruttiva × 2
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Fumogeno × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1

    Note
    ///
  3. .

    Suna Calling


    I: La mia grossa, grassa convocazione



    Girò il foglio. Poi ancora, e ancora. Guardò il fronte e il retro, alla ricerca di qualsiasi piccola informazione che quell'insulso pezzo di carta facesse trasparire. Dunque sbuffò, sconfitta.

    Maledizione.

    Lanciò la convocazione, lasciando che essa atterrasse con poche cerimonie sul pavimento impolverato dell'appartamento al piano terra. Saru aveva provato tante volte a disfarsi di tutta quella sabbia che imperterrita entrava da ogni fessura, ma ad un certo punto anche la Rossa aveva dovuto arrendersi all'evidenza: cercare di togliere la sabbia da una casa sunese era come voler combattere contro i mulini a vento.

    Che vorranno ora quelli dell'amministrazione da me?!

    Pensando al volto serafico dell'amministratore sunese, la ragazza si convinse che quale che fosse il motivo, di sicuro le avrebbe portato guai. Non poteva essere una missione, e di questo ne era certa: non veniva menzionato un luogo d'incontro, né la presenza di compagni di team. Inoltre la Rossa era appena rientrata da una spedizione fuori dai confini della Sabbia, e dubitava che volessero spedirla nuovamente in qualche remoto villaggio del continente. C'era poi quella scritta, vergata a mano e in un rosso acceso, che al confronto faceva sembrare i capelli di Saru color paglia:

    CONFIDENZIALE

    Prese in mano nuovamente la lettera, inginocchiandosi sul pavimento caldo e ruvido. All'esterno il sole batteva forte, rendendo la piccola casa in muratura un vero e proprio forno. Nonostante ciò, Saru aveva preso a sudare freddo.

    Potrebbe essere qualsiasi cosa. Un aggiornamento sulla situazione al paese del fiume, una punizione per qualcosa che nemmeno io so di aver fatto, che diamine! Oppure...

    Sospirò, distogliendo lo sguardo. Oppure, potevano essere notizie sulle sue origini, la sua famiglia, i suoi genitori. Non osava sperarlo, non voleva nemmeno che l'idea le attraversasse la mente. Aveva sigillato quei pensieri in un cassetto remoto all'interno della sua testa, o almeno così era sicura di aver fatto. Eppure era lì, seduta per terra a sperare nell'impossibile.

    Patetica.

    Si disse, e si alzò, afferrando la borsa e uscendo velocemente da casa, gettandosi nel rumore delle stradine del villaggio.

    Quella mattina una coltre di nubi nere lambiva Suna all'orizzonte, rendendo l'aria pesante e carica di elettricità, lasciando però al sole lo spazio per brillare e accrescere la sempre presente afa che costringeva gli abitanti della Sabbia a cercare refrigerio al coperto. Saru era certamente fra essi, e le bastarono pochi minuti sotto il sole cocente a farle accelerare il passo, portandola in pochi minuti al palazzo dell'amministrazione. Un'occhiata veloce e fu dentro, trovandosi spaesata di fronte a quel luogo al contempo familiare e sconosciuto. Era un punto di riferimento per la città, ma la Rossa non v'aveva mai fatto visita. D'altronde, lì ci passavano solo i pezzi grossi e le segretarie, e di certo Saru non faceva parte né di una categoria né dell'altra. Parlando di segretarie, la Rossa ne addocchiò una che pareva tutta intenta a pensare ai fatti suoi, sbattendole la lettera di convocazione di fronte con un ghigno.

    Mi dispiace disturbarti cara, vedo quanto sei impegnata. Avrei bisogno di sapere dov'è l'ufficio del tuo capo, se hai tempo.

    Disse, inarcando le sopracciglia con fare strafottente. Non aveva mai sopportato la burocrazia, e stare in quell'edificio pareva avere su di lei lo stesso effetto che le avrebbe fatto attraversare un campo di ortiche. Attese la risposta della donna, voltandosi poi per incamminarsi verso l'ufficio. Fu in quel momento che, con sua grande sorpresa, una sua conoscenza si palesò proprio di fronte ai suoi maledettissimi occhi.

    Jou! Ehi, Satoshi! Mi venga un colpo, guarda se non è il mio pusher preferito!

    Gli diede una pacca sulla spalla, rivolgendogli un sorriso sincero. Jou era lì, questo poteva voler dire che la sua previsione fosse corretta, oppure si trattava di una semplice coincidenza. Guardò il ragazzo, chiedendosi cosa pensasse di quella assurda situazione.

    Allora, andiamo ai piani alti Jou?
  4. .

    Furto





    Territorio:
  5. .

    生き霊


    VII


    Si concesse un sorriso appena accennato quando la bestia si esibì in un doloroso grido, lasciando finalmente alla Hyuga il tempo di respirare. Alzando rapidamente lo sguardo vide Youkai in un angolo, in volto dipinta ancora un'espressione di puro terrore. Avrebbe voluto chiedergli aiuto, ma il suo chakra diventava ogni secondo più inconsistente, e temeva che chiedergli un qualsiasi sforzo l'avrebbe portato a scomparire per sempre.

    Non temere.

    Avrebbe voluto dirgli, ma ebbe a malapena il tempo di pensare che la bestia, ripresasi dal colpo precedente, si rimise in marcia verso di lei, lanciando il suo primo attacco.
    Vide la coda della cosa muoversi pericolosamente verso il suo ginocchio, ma una nuova velocità scorreva nei suoi arti. Era come se il byakugan non si fosse limitato a donarle una nuova vista, ma avesse anche incrementatoSerie Interminabile: L'utilizzatore ottiene 2 tacche in Velocità e 1 slot azione extra al termine di ogni round in cui sfruttato una competenza Juuken. i suoi sensi all'ennesima potenza, attivando in lei un atavico istinto di sopravvivenza, figlio di un antico potere. E vide, vide tutto.
    Come se il mondo si muovesse al rallentatore, la coda dell'essere la sfiorò appena, mentre la ragazza si muoveva lateralmente con estrema velocità, evitando prontamente il primo colpo. Tuttavia, l'offensiva dell'essere non pareva essere finita lì, dal momento che sfoderò i denti, preparandosi ad infliggerle un morso letale. Ma Murasaki non aveva intenzione di farsi trovare impreparata. Alzò il braccio destro, fronteggiando la bestia con il suo palmo. Nuovamente il suo chakra si concentrò in un unico punto, venendo poi espulsoPalmo d'Aria - Hakke Kuushou
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (1)

    L'utilizzatore può rilasciare di colpo il chakra con un colpo di palmo, causando un'onda d'urto cilindrica con raggio di 1,5 metri e con gittata di 15 metri. La potenza è pari a 20. La Velocità del colpo è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. L'onda d'urto, se colpito una persona, può allontanarla di 9 metri; se colpita una superficie solida, l'utilizzatore può allontanarsi dalla parte opposta in cui diretto il palmo.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Mediobasso)
    [Richiede Byakugan I]
    [Da genin in su]
    ad altissima velocità, con l'intenzione di far volare la bestia contro il muro alle sue spalle. Che il colpo andasse a buon fine o meno, Murasaki avrebbe sfruttato la sua nuova velocità per lanciarsi contro l'essere e scaricargli addosso una raffica di colpi leggeri e intrisi di chakra.
    Avrebbe dunque mirato ai punti nevralgici del sistema circolatorio del Bōzu, appoggiando prima il palmo della mano destra all'altezza del collo della bestia, andando poi a finire l'offensiva appoggiando la mano sinistra sul capo dell'animale, espellendo la maggiore quantità di chakra possibile.

  6. .

    Ocean's Three


    IV: Per un pugno di ryō



    Saru guardò il cassiere allontanarsi, sperando che questo le desse il tempo sufficiente per pensare. Tuttavia pareva che il resto dei poveri malcapitati in quella maledettissima banca non fosse dell'idea di lasciar stare la Rossa ai suoi pensieri, viste le grida di disapprovazione che si levarono non appena il bellimbusto si fu allontanato.

    Ohi, sentite! Potete stare calmi e sopportare in silenzio, oppure continuare a sbraitare e costringermi a venire lì e strapparvi le corde vocali uno ad uno. La scelta è vostra, maledizione.

    Lanciò un paio di occhiate in cagnesco, sperando che la marmaglia capisse che quella non era assolutamente una minaccia vuota. Lo stupido teatrino era costato a Saru i pochi minuti preziosi in cui l'uomo si era allontanato, togliendole anche il tempo per elaborare uno straccio di strategia che avesse un minimo di tempo. Sospirò, incrociando le braccia e alzando gli occhi sul viso delle due guardie, che nel frattempo erano comparse assieme al tizio dello sportello.

    Oh, agente, quante sciocchezze. Qualcuno deve aver rubato la mia carrozza, mi pare ovvio! E voi, al posto di aiutare una povera signorina in difficoltà, siete qui a guardarmi con quell'aria minacciosa! Sarò contenta di venire con voi, cosa volete fare, interrogarmi forse?!

    Alzò gli occhi al cielo, roteandoli vistosamente. Era possibile che volessero portarla da qualche parte per perquisirla e farle alcune domande, e questo avrebbe necessariamente significato farla accedere ad una parte più riservata dell'edificio. A quel punto, lontana dai civili e da occhi indesiderati, avrebbe potuto finalmente conciare quei bellimbusti per le feste e mettere le mani sullo sporco denaro del vecchiaccio. Se invece l'avessero scortata fuori, avrebbe comunque avuto l'occasione di ispezionare l'edificio alla ricerca di una falla nella sicurezza. In qualche modo, si disse, se la sarebbe cavata; e sperava fosse lo stesso per il resto dell'allegro gruppetto. Se fosse passata vicino a qualcuno del team, si sarebbe esibita in un breve occhiolino, giusto per far capire che era esattamente nella situazione in cui voleva essere.
    E che i kami gliela mandassero buona.

  7. .

    The Climb


    II: Botta e risposta



    Annuì appena alle parole dello spilungone, notando una certa reticenza da parte dell'Otese a parlare apertamente di ciò che gli aveva ridotto la faccia in quello stato. Appoggiando gli avambracci sul tavolo, si sporse leggermente in avanti, avvicinandosi al suo interlocutore.

    Beh, qualunque cosa fosse, spero che ne sia valsa la pena!

    Quando comparve il cameriere, Saru non fece nemmeno in tempo a parlare che Munisai si era già preso la briga di decidere per entrambi. Guardò il ragazzo con aria divertita, squadrandolo con finta disapprovazione. Era piacevole passare qualche ora nella tranquillità più assoluta, bevendo e passando il tempo come la gente normale. Talvolta, la Rossa poteva sentire nettamente la mancanza di tempi più semplici, in cui quella era la sua realtà quotidiana. Una realtà di certo più noiosa, ma quantomeno non costellata da pericolo e morte. Sospirò, scuotendo la testa appena, riportandosi con il pensiero al tempo presente.

    Oh, come siamo galanti stasera, Kanashige-san!

    Lo canzonò con voce da ragazzina, esibendosi poi in uno stupido occhiolino. Alla domanda del ragazzo, che come sfacciataggine a quanto pare si avvicinava parecchio a quella della Rossa, Saru indietreggiò di poco, appoggiandosi allo schienale della dura sedia in legno.

    Non so, non ho una risposta intelligente a questa domanda. So che volevo rendermi utile, e avevo un debito da ripagare ad una persona che ora non c'è più. Questo mi è parso l'unico modo.

    Fece spallucce, cercando poi con lo sguardo l'oste. Parlare della vecchia Mononobe non era di certo il suo passatempo preferito, tantomeno poi se il discorso fosse caduto sul rapporto che intercorreva fra Saru e la famiglia della donna, da cui era stata allontanata bruscamente non appena l'anziana aveva esalato l'ultimo respiro. Fortunatamente Munisai non parve volersi soffermare sull'argomento, esibendosi in una nuova domanda inopportuna. La ragazza riportò lo sguardo su di lui, corrucciando le sopracciglia.

    Ah, maledizione! Allora si nota, dici?

    Rise, prendendo il mano la lunga treccia che le ricadeva pigramente sulla spalla sinistra.

    Chissà se sono più i capelli o il colorito cadaverico a tradirmi. Beh, comunque, hai fatto centro mio caro, jackpot! Onestamente, non so come rispondere a questa domanda. Vorrei avere una storia strappalacrime da raccontarti, e invece ne so meno di te. Sono stata trovata nel deserto, a qualche kilometro da Suna. Non ero che una neonata al tempo, quindi non ho idea di chi o cosa fossero i miei genitori. Oh, guarda che ben di dio!

    Unì i palmi delle mani di fronte al seno, ringraziando i kami per quel desideratissimo pasto. L'oste depositò due ciotole enormi di ramen fumanti di fronte agli occhi estasiati dei due giovani, il tutto accompagnato da un vassoio di gyoza appena fatti e una montagna di riso bianco. A rifinire il tutto, il saké ordinato da Munisai. Saru afferrò il bicchiere, sollevandolo verso il giovane.

    Alla tua, Otese.

    Bevve tutto d'un fiato, sentendo il piacevole calore dell'alcolico percorrerle la gola, andando poi a scaldare le sue ossa ancora congelate. Fuori il vento imperversava ancora, facendo scricchiolare il legno della locanda e ululando minaccioso e potente.

    Ah, c'è proprio un tempo di merda eh? Mannaggia, speriamo che migliori.

    Prese le bacchette, spezzandole e fiondandosi sul brodo bollente. Una gioia, decisamente.

    Dimmi Munisai, che tipo è Kamine? Mi sembrava vi conosceste, da come vi siete salutati.

    Inclinò il capo, certa che il ragazzo avrebbe fornito meno informazioni possibili su quella che era un suo superiore. Tuttavia, in quella circostanza di totale ignoranza, qualsiasi informazione le sarebbe tornata utile, o almeno così sperava.


  8. .
    Benvenuto! Un altro Lombardo :riot:
    Raggiungici su Discord!
  9. .

    In Missione all'Abete


    III



    Murasaki stava osservando perplessa la scenetta che si stava svolgendo di fronte a lei, con Youkai che cercava in qualsiasi modo di aiutare una componente del loro variegato gruppetto, che pareva tuttavia aver scambiato la missione con una vacanza in una qualche oasi tropicale. Stava per intimare ai due di finirla e concentrarsi sullo scopo per cui erano stati lasciati lì fuori al freddo, quando un rumore attirò la sua attenzione. Era durato appena un secondo, tuttavia chiaramente percepibile. Si voltò, e di fronte a lei era comparso un ragazzo che pareva aver tutta l'intenzione di venire a parlare con lui. Lanciò uno sguardo al clone del chuunin Otese, portandosi di fronte a Youkai e alla nuova arrivata.

    Allora avevo visto giusto! Certo che siete sbarcati con un team parecchio numeroso...non va bene, potrebbero beccarvi più facilmente, anche se un gruppo nutrito ci servirà sicuramente per fermare l'Arma di Iwa. Io sono Hayate.
    Hayate...

    Gli fece il verso, mentre rispondeva con un veloce inchino alla dimostrazione del ragazzo.

    Il mio rango è basso ma sono al servizio della Magnanimità di Hayate per questa missione.Avete già qualche notizia? Non abbiamo trovato iscrizioni ma se Pangu è coinvolto allora qualcuno degli abitanti qui è sicuramente legato a lui in qualche modo...la Speranza di Hayate ha parlato dei Guerrieri del Vuoto, ma non ho avuto ancora modo di approfondire. Voi da dove venite? Io sono originario dell'Erba.

    Stava per rispondere, quando Youkai parve comparire improvvisamente al suo fianco, cominciando a rivolgersi all'Hayate. Normalmente l'avrebbe bloccato, ma decise di sfruttare la distrazione fornita dal ragazzo per mettersi in contatto con i loro compagni all'interno della fattoria.

    Daishin, qui abbiamo visite. Un Hayate di basso rango, ha parlato di un certo Pangu e di dei Guerrieri del Vuoto. Se vuoi venire a fare due chiacchiere, questo è il momento adatto.
    Youkai, basta così.

    Poggiò una mano sulla spalla del ragazzo, portandosi un passo avanti, verso l'Hayate.

    Hayate, da quanto siete sull'Isola? Cosa potete dirci su questo posto?

    Cercò di guadagnare altro tempo, sperando in un aiuto anche da parte dell'Otese e della donna. Dovevano riuscire a tenere il ragazzo con loro il più possibile, confidando nell'intervento dell'Amministratore sunese. Quando il ragazzo del suono cominciò a parlare a fiume sospirò, appuntandosi di ringraziarlo in seguito per la sua parlantina.
  10. .

    Missione: Si vive insieme, si muore soli


    III: Wolfsbane



    Nel piano più alto del granaio, come nel resto della strutura d'altronde, non c'era assolutamente, categoricamente niente di interessante. Saru, che aveva passato l'ultima ora e passa a scansare stupidi sacchi di riso, alzò gli occhi al cielo, incontrando di fronte a sé solo delle travi di legno imputridite. Fu in quel momento di estremo sconforto che la voce di Shin le riempì la testa, rimbombando nella sua scatola cranica come se il ragazzino fosse lì accanto a lei.

    Non farmi essere volgare, foglioso.

    Sbuffò, in un misto di frustrazione e divertimento. Scese rapidamente le scale in legno, che scricchiolarono rumorosamente pur sotto il trascurabile peso della Rossa. All'interno l'atmosfera era calda e umida, dunque Saru fu contenta di tornare all'aperto e poter respirare un po' d'aria fresca. Contentezza che durò appena qualche seconda.

    Ma che...?

    Shin era in piedi di fronte a due lupi, che i Kami sapeva da dove fossero spuntati, dall'aria davvero poco amichevole. Per completare l'assurdità del quadretto, uno dei due prese a parlare, invitandoli ad arrendersi e desistere da ogni tentativo di fuga. Per sottolineare il concetto, l'altro animale si portò sul fianco del gruppetto, precludendo praticamente la fuga.

    La tua dannata volpe! Se usciamo vivi da questa situazione la prendo a pugni personalmente, maledizione.

    Si avvicinò al ragazzino mentre quello stava sciogliendo la tecnica della trasformazione, lasciando la Rossa decisamente perplessa. Quella decise di rimanere in silenzio per il momento, evitando la pantomima delle presentazioni. Se avessero voluto sapere il suo nome e la provenienza i due animali avrebbero dovuto fare più che ringhiare un paio di volte.

    Daishin, codice rosso. Siamo a sud-est, e ci hanno scoperti. Due evocazioni ci hanno individuati, sono due lupi. Ci vogliono portare da un tale Jins, il Foglioso si è arreso senza combattere, per il momento. Ti tengo aggiornato, se non mi senti più consideraci catturati, o morti.

    Sperò che l'Amministratore ricevesse la comunicazione forte e chiara, la loro sopravvivenza poteva dipendere anche da quello. Lo sguardo scivolò ai suoi piedi, dove una solitaria piantina di Aconito aveva messo le radici, fiorendo inaspettatamente in mezzo alla strada battuta. Sorrise a malapena, almeno la natura aveva provato ad avvertirli. Lasciò cadere le braccia lungo i fianchi, con le mani a portata della borsa contente tutte le sue armi.


    Chakra: 28.25/30
    Vitalità: 12/12
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 325
    Velocità:  300
    Resistenza: 300
    Riflessi: 275
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Shuriken × 5
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Kunai × 5
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Accendino × 1
    • Tekken × 1
    • Chigiriki × 1
    • Guanto in Cuoio × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Katar × 1
    • Cartabomba I Distruttiva × 2
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Fumogeno × 1
    • Tonico di Ripristino Minore × 1

    Note
    -1/4 basso per mantenimento Arte della Comunicazione
  11. .
    Benvenuto! :riot:
    Perché non ti aggiungi al nostro canale Discord? :D
  12. .

    The Climb


    I: Gente di Oto



    Appoggiò finalmente i piedi per terra, sbuffando sonoramente sotto il cappuccio del pesante mantello da viaggio color sabbia. Sembrava che più la Rossa fosse infastidita dal viaggiare sull'acqua, più il villaggio decidesse di mandarla in missioni che comprendevano il dover mettere piede su delle maledette barche.

    Ah, mi sentiranno. Eccome se mi sentiranno, maledizione.

    Imprecò, facendosi largo tra la folla che riempiva il caotico porto del Paese del Té. Il viaggio, mal di mare escluso, era stato fino a quel momento tranquillo, e da quel punto in poi si trattava solo di macinare i kilometri che la separavano dal punto d'incontro con il resto del gruppo, di cui comunque non conosceva né i nomi né l'aspetto. Le strade che attraversavano il Paese erano larghe e ben battute, circondate da una vegetazione rigogliosa e verdeggiante. Inutile dire che per Saru, sunese sì d'adozione ma che comunque aveva poche volte lasciato il deserto, tutto questo rappresentava una novità piacevole, se non fosse stato per la quantità di molesti insetti che attentavano alla sua limitatissima pazienza. Frugò dentro la borsa alla ricerca della mappa, trovandosi però a incappare nella scatola che le era stata consegnata.

    Chissà cosa contiene. Per impacchettarlo con così tanta cura non dev'essere certo un oggetto comune. Chissà se...

    Corrucciò le sopracciglia, fissando per un secondo il fuuinjutsu che ne precludeva l'apertura. Poi scosse la testa, buttando nuovamente la scatola nella tasca e tirando fuori la mappa.

    Sia mai che ci abbiano infilato qualcosa di strano come protezione, non vorrei rimanerci secca prima ancora di capire esattamente che dobbiamo farci, con questa cosa.

    [...]

    Una volta arrivata alla locanda ci si precipitò dentro, cercando di sfuggire alla bufera ventosa che si era scatenata all'esterno. Entrò che il cappuccio le era volato via, lasciando i capelli liberi di arruffarsi nel peggior modo possibile, facendo sembrare la Rossa una specie di barboncino imbruttito. Cercò di sistemarsi alla bell'e meglio, raccogliendo i capelli in un alto chignon e sistemandosi nuovamente il mantello sulle spalle. L'aria fredda che sferzava all'esterno aveva dipinto sulle pallide guance della sunese due intense macchie rosse, per sua sfortuna. Si trascinò con aria sconfitta verso il locandiere, facendo prima cenno verso un liquore dall'aria totalmente malsana, e sbiascicando poi la parola d'ordine.

    Verricello.

    Disse, sollevando appena il bicchiere che l'uomo le aveva piazzato davanti, e mandandolo giù tutto d'un colpo. Aveva assorbito talmente tanto freddo fuori che era sicura che l'alcool non avrebbe fatto alcuna differenza, ma tanto valeva la pena tentare. l'uomo fece un cenno con la testa, tentando anche di iniziare una conversazione che sapeva molto di convenevoli ed inutilità. Saru si limitò a rispondere a monosillabi e grugniti, fino a che l'uomo non la lasciò di fronte alla stanza in cui, a quanto sapeva, era attesa dal resto della combriccola. Una volta entrata, la sua attenzione cadde inevitabilmente sulla donna che si era appena alzata.

    È un piacere, Kamine di Oto.

    Sbattè un paio di volte le palpebre, lasciando che il suo sguardo percorresse un paio di volte la figura della donna. Pareva uno strano incrocio tra una ninja e una escort d'alto bordo, non che comunque Saru se ne potesse - o volesse - lamentare. Una voce alla sua destra la riportò al presente, mentre un tizio allampanato e dall'aria decisamente vissuta si presentava come un altro ninja del Suono. Un covo di Otesi, insomma.

    Saru Mononobe, genin di Suna. Esattamente.

    Tirò fuori la scatola che le era stata consegnata, appoggiandola sul tavolo insieme alla piccola mappa. Squadrò un altro momento il ragazzo del Suono, indugiando sui capelli color fuoco che gli incorniciavano il viso martoriato da chissà quali eventi. Non era così comune a Suna quel colore di capelli, chissà se negli altri paesi era lo stesso. Saru sorrise appena alle parole della kunoichi, rallegrandosi di non esser l'unica a sentire l'urgenza di aprire quelle maledette scatoline. Quando la donna indicò la mappa, qualcosa scattò nel cervello della Rossa, che incrociò le braccia sotto al seno con aria lievemente preoccupata.

    Non amo particolarmente le sorprese, sai?

    Quando il rosso parlò, Saru si voltò verso di lui con aria divertita, facendo spallucce.

    Cos'è, l'idea del pigiama party ti mette a disagio, ragazzone? Ah, sì, anche io non penso di resistere ancora per molto senza mettere qualcosa sotto i denti. Vediamo cos'ha da offrire il Paese del Té, Munisai.

    Si diresse verso la porta, fianco a fianco con l'Otese.

    Allora dimmi, Kanashige, come ti sei ridotto così la faccia?
  13. .

    I mercanti del sapere


    I



    Viene dalla segreteria personale dell'Hokage.

    Le dita affusolate della Hyuga tracciarono i contorni del sigillo vermiglio, saggiando al tatto la ruvidità della spessa carta su cui era stata vergata la lettera. Lo sguardo di Murasaki era come catturato dai caratteri che si susseguivano sul foglio, informandola che la sua presenza era richiesta al cospetto del capo della Foglia.

    È una buona notizia, non credete?

    La ragazza sorrise appena, allontanando una ciocca di capelli dal volto. Fuori dalla finestra i primi colori dell'autunno dipingevano un paesaggio rassicurante, ricco dei colori caldi dei primi giorni di ottobre. Di fronte a lei, seduto ad un'ampia scrivania, sedeva Genji Hyuga, i gomiti poggiati sulla superficie lignea e le mani congiunte di fronte al volto.

    Lo è di certo. Una convocazione diretta da parte di un superiore è sempre motivo di contentezza. Vuol dire che il tuo valore è stato percepito e riconosciuto.
    Eppure non sembrate entusiasta.

    Genji si alzò, accostandosi alla figlia e prendendo ad osservare il mutevole paesaggio esterno.

    Non fraintendere la mia preoccupazione con scontentezza, figlia. È nostro dovere, in qualità di Clan nobile della Foglia fornire i nostri migliori membri al suo servizio. E in questi ultimi anni abbiamo spesso fallito nel farlo, preferendo abbandonare la vita pubblica, rifugiandoci nelle questioni interne e dimenticando il nostro dovere verso il mondo esterno. Ed è risaputo dove ciò ci abbia condotti, con il numero di portatori del byakugan in continua diminuzione, e una sempre minore importanza all'interno del villaggio. Come ben saprai, io e l'attuale Hokage divergiamo di opinioni sotto parecchi aspetti.

    Sospirò, portando una mano sulla spilla che contraddistingueva il suo status di capo degli Hyuga, per poi spostare lo sguardo sulla figlia.

    Hai trascorso tutta la tua vita in questo quartiere, Murasaki. Hai conosciuto il resto del mondo tramite i tuoi studi, venendo in contatto con figure di un lontano passato, apprendendo da esse lezioni di enorme valore. Tuttavia, prima che tu possa prendere il mio posto, dovrai fare esperienza del mondo. Prima di guidare, dovrai imparare a seguire, anche quando ciò ti sembrerà diminutivo, o insufficiente. Non c'è onore più grande che servire una causa, perseguire un ideale. Anche quando diverrai il massimo vertice di una gerarchia, dovrai farlo con la predisposizione d'animo di un servitore.

    Si voltò, poggiando una mano sulla spalla della figlia.

    Obbedisci, apprendi, osserva. Poi ritorna, e conduci la tua gente verso il proprio glorioso destino. Questo è ciò che ti chiediamo, Murasaki.

    [...]

    Era la prima volta che si trovava al cospetto della più alta carica di Konoha, nonostante ne avesse sentito estensivamente parlare. Sarebbe arrivata in amministrazione con una decina di minuti d'anticipo, attendendo l'ora esatta per cui era stata fissata la convocazione. Vedendo arrivare Youkai, l'avrebbe salutato entusiasticamente, rallegrandosi di averlo come compagno anche in questa occasione.

    È bello vederti qui, non mi aspettavo di trovarti.

    Avrebbe detto, sorridendo gentilmente e facendo segno con il capo. Quando anche Asami fosse arrivata, la Hyuga l'avrebbe salutata con un inchino degno di una nuova conoscenza, prima di entrare nell'ufficio di Raizen, una volta giunta l'ora. La prima impressione che ebbe dell'uomo che ricopriva la più alta carica all'interno della Foglia fu di uomo composto e dall'aria sobria, ben lontano dalle colorite descrizioni che aveva sentito per il villaggio. Una volta avvicinatasi a una delle tre sedie che erano state preparate per i tre shinobi, Raizen si alzò, rivelando la sua gigantiaca corporatura e andando decisamente a sovrastare la Hyuga e il resto del terzetto.

    Certamente, mi scuso per non essermi presentata prima. È un onore conoscerla, Hokage-sama.

    Stava per esibirsi in un profondo inchino, degno del rango della persona che si trovava di fronte. Eppure, un gesto dell'uomo la fermò, facendole probabilmente dipingere un'espressione vagamente confusa in volto. L'enorme mano dell'Hokage era tesa di fronte a lei, in attesa di una sua risposta. Sbatté un paio di volte le palpebre, avvicinando poi la mano a quella dell'uomo. Raizen avrebbe certamente trovato quantomeno peculiare quella stretta di mano, in quanto la ragazza si limitò ad adagiare delicatamente la mano sul palmo di quello, stringendo appena, per poi ritirare il braccio.

    Con permesso.

    Si sedette, ascoltando poi attentamente le parole del capovillaggio. Spostò un paio di volte lo sguardo sulla ragazza, Asami. Non le sembrava di averla mai incontrata, ed era curiosa di capirne inclinazioni e potenzialità. Non sembrava portare effigi di qualche Clan in particolare, notò Murasaki. Quando Raizen ebbe terminato si alzò, afferrando il bigliettino che esso le stava porgendo. Ne lesse brevemente il contenuto, richiudendolo poi e congedandosi dall'ufficio dell'Hokage con un profondo inchino.

    [...]

    Asami, giusto? È un piacere fare la tua conoscenza. Il mio nome è Murasaki, del clan Hyuga.

    Sorrise, inclinando appena la testa. Avrebbe mostrato a entrambi i genin l'indicazione ricevuta da Raizen, dirigendosi con essi verso il luogo indicato.

    Dimmi, Asami. Come accennato dall'Hokage, questa non sarà una missione prettamente combattiva, tuttavia è bene informarci sulle nostre peculiarità. Quali sono le tue abilità ninja, se ti va di condividerle con noi?

    La Hyuga avrebbe ascoltato attentamente le parole della giovane, cercando di memorizzare le informazioni più utili sul suo conto. Era vero che si trattava di una semplice missione di recupero, ma non dovevano dare nulla per scontato.

    Una volta giunti al luogo in cui i loro compaesani stavano analizzando i rotoli, la Hyuga si sarebbe fatta strada fino ad arrivare vicino ai due uomini, salutando con un breve cenno del capo entrambi, e concentrando poi l'attenzione sul rotolo. In caso Asami e Youkai fossero rimasti indietro gli avrebbe fatto segno di seguirla, per poter vedere con chiarezza ciò con cui avevano a che fare. Annuì vagamente in risposta alle parole dell'uomo con il caschetto, accarezzando con lo sguardo ora il viso martoriato di Kaito, ora il rotolo su cui stava lavorando.

    La ringrazio, Masato-san. La situazione mi pare chiara, considerate le poche informazioni di cui disponiamo.

    SI avvicinò all'uomo, unendo le braccia e nascondendole sotto le larghe maniche della sopravveste color lilla che aveva indossato per l'occasione. Inconsapevolmente, aveva dottato una posa tipica del padre.

    Avrei una domanda, se possibile. A quanto ho compreso, affronteremo questo viaggio a scatola chiusa. Che voi sappiate, avremo possibilità di comunicare con la base? Abbiamo a disposizione un ninja sensitivo con cui mantenere un contatto?

    Spostò lo sguardo sui due compagni, attendendo che anche loro si facessero avanti con i loro dubbi e perplessità.


  14. .

    生き霊


    VI



    Ce l'abbiamo fatta.

    Il chakra abbandonò rapido gli occhi della Hyuga, quasi come se fosse la sua essenza stessa a voler rifuggire da quel potere così doloroso. Stremata si sbilanciò in avanti, trovando appoggio sul terreno. La ghiaia le grattava la pelle, attraversando le sottili pieghe della veste che Murasaki indossava. Ma in quel momento nulla importava, mentre la ragazza aspettava di vedere Youkai nuovamente in forma umana uscire dalla casa e venirle incontro. Attese qualche manciata di secondi, che presto si trasformarono in minuti. Eppure nessun movimento pareva pervenire dalla piccola casetta in legno, cosa che non costituiva di certo un segnale rassicurante. Un'orribile sensazione di puro terrore invase la ragazza, mentre essa portava lentamente una mano sugli occhi. Era al limite, poteva avvertirlo chiaramente nel modo in cui il suo chakra scorreva caotico attraverso il suo sistema circolatorio. Ma non poteva riposarsi, non ancora. Concentrò le ultime energie residue dietro le palpebre, mentre lacrime copiose presero a scorrere sul suo volto.

    Non penso di poter resistere ancora a lungo, probabilmente mi resta una decina di minuti. Devo agire ora, e in fretta.

    Con una forza racimolata chissà dove si rimise in piedi, mentre il suo sguardo vagava impazzito scandagliando lo stabile. Fu in un angolo periferico della sua vista che Murasaki trovò una flebile traccia del chakra di Youkai, e a giudicare dalla posizione non era di certo rientrato nel suo corpo, salvo che avesse cominciato a volare. La Hyuga si precipitò in casa, spalancando con fare poco cerimonioso la porta d'ingresso e incespicando lungo il corridoio. Aveva parecchia difficoltà a coordinare la vista telescopica che il Byakugan le donava con i normali movimenti, che le risultavano parecchio macchinosi, specialmente se spinti dalla disperazione come in quell'istante.

    YOUKAI!

    Gridò, e finalmente fu di fronte alla stanza dove aveva individuato il chakra del ragazzo. Era pronta a qualsiasi evenienza, o almeno così pensava. Aveva immaginato che il corpo del ragazzo fosse ostaggio di un qualche intruso, come un ladro o un nemico ostile al villaggio. Ma niente avrebbe potuto prepararla alla scena che le si parò davanti: in un angolo della stanza l'essenza del non-morto si contorceva dalla paura, mimando grida di terrore che Murasaki non poteva materialmente udire, ma che la sua anima percepì chiaramente, e che la riempirono di un terrore intenso e sconvolgente. Fece un passo indietro, in modo istintivo. Ma era troppo tardi, la cosa, quella che sembrava intenta a divorare letteralmente il viso del corpo di Youkai, si era accorta della sua presenza. Una miriade di immagini si impressero a fuoco sulla retina della Hyuga, trasmettendo una quantità immane di informazioni che il suo cervello fece difficoltà a elaborare. Il corpo di Youkai, pallido come la neve, giaceva abbandonato sul letto, mentre la sua coscienza se ne teneva alla larga, tremante. E poi lui, l'infernale essere. Da qualche parte qualcuno urlò, e le pareti risuonarono di quel grido acuto e straziante. Ci volle qualche secondo alla ragazza per capire che il grido proveniva da lei, mentre la bestia si dirigeva veloce verso di lei e le afferrava una caviglia, trascinandola con violenza sempre più vicina, inesorabilmente. Arrivò faccia a faccia con il mostro, paralizzata dalla paura. Cercò invano di coprirla di pugni, ma pareva insensibile ai colpi della giovane. Ma di sicuro non era vero il contrario. Una violenta zampata tentò di colpirla al volto, mentre ancora il mostro le teneva immobilizzate le gambe. All'ultimo secondo la kunoichi riuscì a proteggersi il volto, ma subì il colpo agli avambracci, che - visto il dolore - si aspettò di trovare grondanti di sangue. E invece, nulla. Avvertiva un dolore lancinante, che le lacerava le carni. Eppure tutto era intatto, la sua sopravveste di seta non aveva subito nemmeno una piega.

    Cosa sei?

    Ebbe il tempo di pensare, che quella parve intenzionata a tornare all'attacco. Era così vicina alla bestia da poterne sentire la lingua schioccare con violenza, pronta a trattenere la Hyuga il più strettamente possibile. Non aveva che meri secondi per elaborare una strategia che non comprendesse colpi diretti fisici, visto il precedente risultato. Doveva pur esistere un modo di danneggiare il suo opponente. Si lasciò sfuggire un sospiro sorpreso quando i ricordi di una lezione appresa molto tempo prima riaffiorarono nei suoi ricordi.

    Sei debole, Murasaki. È una realtà che devi accettare.

    Suo padre annuì gravemente alle parole del maestro, dall'angolo del Dojo da cui era solito osservare analiticamente gli allenamenti delle figlie. Ikkaku, il più giovane membro del concilio ristretto degli Hyuga, si avvicinò alla ragazzina, scombinandole appena i capelli con la sua grande mano.

    Questo è ciò che ti renderà forte, non appena sarai pronta ad accettarlo. Sono sicura che tu abbia già appreso tutto i possibile dai libri di testo riguardo lo stile Hyuga. Eppure sei qui, a faticare per riuscire a colpirmi con tutta la tua forza, per quanta una ragazzina di tredici anni ne possa avere.

    Aveva sorriso, questo Murasaki lo ricordava bene. In quel momento le era parsa una presa in giro inaccettabile, come aveva osato rivolgersi così a lei? Eppure anni dopo avrebbe rivisitato quel ricordo, sulla tomba del giovane. E ne avrebbe tristemente sorriso a sua volta.

    Guardati attorno, guarda questi ritratti, Murasaki. Cosa vedi? Uomini forti, donne dai muscoli prorompenti?

    La principessa degli Hyuga aveva fatto scorrere lo sguardo velocemente, scuotendo poi la testa.

    Esattamente. E si tratta dei nostri capoclan, tienilo a mente. Il meglio degli Hyuga. Come abbiamo fatto allora a superare le epoche, a scrivere la storia del mondo ninja? Come abbiamo potuto entrare a far parte del mito degli shinobi?

    Si era abbassato, portando i suoi grandi occhi bianchi a livello con quelli di Murasaki.

    Costanza, abilità, e ciò che più di tutto il resto è fondamentale.


    La concentrazione.

    Il suo braccio si mosse in automatico, come a mimare un movimento antico, memorizzato oramai nei movimenti dei muscoli. Fu come se avesse compiuto quel gesto centinaia di migliaia di volte, come se la memoria di ogni Hyuga nato e vissuto dall'età del mito si fosse concentrata in quell'unico semplice, istintivo gesto. AppoggiòColpo di Chakra
    Maestria: L'utilizzatore può espellere chakra dai punti di fuga delle proprie mani e danneggiare l'organismo dell'avversario. I danni del colpo saranno considerati con Forza pari alla Concentrazione dell'utilizzatore.
    (Da Byakugan I in su)
    [Da genin in su]
    delicatamente la mano destra sul petto della creatura, alzando il suo bianco sguardo sugli occhi della bestia. Il chakra fluì dal suo sistema circolatorio e si concentrò nelle dita affusolate della Hyuga, fino a scontrarsi con la pelle dura dell'essere.

    Muori.

    Soffiò appena, lasciando scorrere liberamente la propria energia.

  15. .

    Il portale per l'Aldilà


    II



    Un'espressione di sorpresa si levò dalla compagine Hyuga quando Youkai, quel ragazzino dai modi così infantili e sprovveduti, pronunciò il nome Uzumaki.

    Di certo è un Clan che non sentivamo da parecchio, dico bene caro?

    Genji Hyuga si limitò ad aggrottare ancora di più la fronte, se possibile. Hisako aveva ragione, il nome di quella famiglia si perdeva oramai nei meandri della storia, portatore di benedizioni quanto di maledizioni, visto la fortuna alterna che ne aveva dettato le sorti. Era pur vero che in un passato non troppo lontano una Hyuga si era legata in matrimonio proprio ad un Uzumaki, il Settimo, ma bisognava anche considerare che quel nome era stato a lungo legato alla sciagura per eccellenza, il terribile chakra dell'Ennacoda. L'uomo sospirò, deciso a mantenere il suo silenzio sulla questione.

    Youkai! Ma cosa? Padre io...

    Avrebbe voluto gridare che non ne sapeva nulla, che questa era la prima volta che Youkai si appellava a questo modo. Eppure qualcosa nell'espressione del padre la convinse a tacere, mentre la madre le riservava una di quelle occhiate che indicavano la necessità che la ragazza stesse al suo posto, per il momento.

    Uhm... Posso?
    Ma certamente, Youkai. Sei nostro ospite, e come tale ti saranno riservate tutte le cure del caso. Poi, è da tanto che casa Hyuga non accoglie un Uzumaki tra le sue mura.

    Hisako fece cenno all'inserviente di avvicinarsi, lasciando che quello posasse il vassoio di fronte a Youkai e che versasse dell'ottimo tè nelle pregiate tazzine di ceramica. Quando il non-morto ebbe finito, prese a rivolgersi nuovamente a Murasaki, che nel frattempo era rimasta in disparte, assumendo un'espressione corrucciata del tutto simile a quella del padre Genji.

    Puoi uscire? Volevo portarti in un posto!
    Io... Sì, penso di sì.

    Rivolse uno sguardo eloquente ai genitori, e in mancanza di una loro particolare rimostranza fece segno a Youkai di accomodarsi verso l'uscita, camminando a passo veloce verso la periferia di Villa Hyuga.

    Youkai! Cos'è successo? E cos'è questa novità, da quando porti i capelli acconciati a questa maniera?!

    [...]

    Sai, Youkai... Se vuoi posso finire io con la mappa.

    Prese il pennello, cercando di replicare nel modo più fedele possibile la mappa che il ragazzo le aveva fornito. Nei suoi ampi e dettagliati studi, aveva avuto modo di cimentarsi anche nell'arte della cartografia, era dunque certa di riuscire a fare un lavoro quantomeno dignitoso.

    Ecco, quando ero molto piccola io e Tomoe, mia sorella minore, siamo state affidate alle cure di un precettore. Abbiamo così passato la nostra infanzia e adolescenza a studiare le materie più disparate, dalle arti alle scienze, passando per la letteratura e la storia. È grazie a lui che ho imparato la calligrafia, e anche come disegnare una mappa ben distinguibile.

    Fece l'occhiolino al ragazzo, rivolgendosi poi al guardiano di turno, porgendogli la lettera corredata dalla mappa dettagliata.

    La prego di riferire al più presto all'Hokage di leggere accuratamente ciò che è riportato nei documenti. Riferisca per favore che è Murasaki, figlia di Genji Hyuga a mandarla. Per quanto riguarda i rinforzi, non avremo modo di comunicare direttamente. Tuttavia, se non doveste avere notizie di noi per più di tre giorni a partire dalla data odierna, vi prego di considerarci bisognosi di tutto l'aiuto possibile.

    Annuì, sperando che il suo nome fosse un catalizzatore sufficiente a far arrivare la lettera nelle mani di Raizen nel più breve tempo possibile. Non conosceva di persona l'Hokage, ma il Clan era da sempre in stretti rapporti con le gerarchie più alte della Foglia. Lì risiedeva la loro speranza.
    Camminarono per diverso tempo, senza particolare fretta. Il paesaggio attorno a loro si susseguiva placido e costante, caratterizzato da una vegetazione particolarmente verde e lussureggiante. C'erano pochi posti al mondo che la Hyuga amava tanto quanto i boschi del Paese del Fuoco, tuttavia negli ultimi mesi quei luoghi incontaminati erano stati teatro di momenti carichi di tensione, e la ragazza aveva cominciato a guardarli con sempre maggiore apprensione. Dove prima vedeva serenità e pace, ora notava possibili pericoli e trappole, contraddistinti da una sempre soffocante solitudine. Controllò un'ultima volta la mappa, constatando che dovevano oramai essere in dirittura d'arrivo. Poi, qualcosa si palesò all'orizzonte. Una massa informe si avvicinò al duo della Foglia e Murasaki, portandosi istintivamente di fronte a Youkai, estrasse prontamente la Wakizashi.

    Chi sei? Cosa cerchi da queste parti, straniero?
    Ciao, io sono Fudoh. Per caso sapete la strada per Suna?

    Lo sguardo della ragazza cadde sul coprifronte del nuovo arrivato, che a giudicare dall'aspetto pareva averne passate parecchie.

    Un Kiriano... Alla ricerca di Suna. Cosa ci fa qui, è totalmente fuori strada. Sulla carta è un alleato, ma non possiamo permetterci il lusso di fidarci di nessuno.
    Youkai, basta così. Non siamo un centro informazioni.

    Bisbigliò, rimbrottando appena il ragazzo. Adorava la sua incoscienza intrinseca, tuttavia non poteva permettere che ciò li mettesse in un qualche pericolo.

    Kiriano, come detto dal mio compagno queste terre sono ben lontane da ciò che cerchi. Ti trovi nel territorio delle Cascate, Suna è a parecchie ore di viaggio da qui.

    Abbassò la wakizashi, continuando comunque a tenerla in mano. Stava per incalzare il ninja di Kiri con ulteriori domande, ma non vi fu tempo. Un'inquietante suono riempì l'ambiente circostante, fatto di ruggiti, urla e risa. Un brivido intenso percorse il corpo della Hyuga, mentre la confusione lasciava spazio all'adrenalina.

    Youkai, non allontanarti, stammi vicino.

    Sentì la presenza del ragazzo farsi più vicina, e ne fu sollevata. Poi, rivolse uno sguardo carico d'ira a Fudoh.

    Tu! Cos'è questa storia. Chi hai portato con te?

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