Posts written by leopolis

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    Il Torneo del Drago Nero


    Post 4


    A quanto sembrava, i miei tentativi di accendere una vena diplomatica e risolvere la questione pacificamente non avevano funzionato nemmeno per un po', il che significa una sola cosa: ora dovevamo di nuovo menare le mani. Non che fosse una sorpresa per me: Taki era, sin dall'albore dei tempi, patria di malintenzionati e criminali di ogni sorta. Era più difficile trovarvi una persona onesta e con ideali che trovare un ago in un pagliaio. Quindi trovarci dinnanzi a un gruppo di pazzi che volevano attaccare ninja di Oto, - a quanto aveva detto il mio compagno di viaggio, - era una cosa ovvia, ma non era un problema.

    D'altronde, Taki non era conosciuta per la qualità dei criminali che vi abitavano (quella era Ame). Taki era conosciuta per la massa di criminali. E, al di là di qualsiasi dubbio, ve ne erano quelli di qualsiasi sorta, ma pochi tra loro erano in grado d'impensierirmi. Si trattava di feccia, proprio come quella che ci era capitata lì dinnanzi.

    E così, mentre riflettevo se addormentare tutti quanti subito e all'istante oppure lasciare che il mio amico si divertisse, quest'ultimo aveva già spiccato il volo in tutti i sensi possibili, diretti e non. Era infatti riuscito a evitare la zampata dal cane dalla forma del fulmine, mentre l'esplosione avvenuta in seguito, seppur leggermente pericolosa, non lo aveva minimamente impensierito.

    Tuttavia, era importante non sottovalutare coloro che si trovavano dinnanzi a noi, tant'è che quando il mio compagno di viaggio rilasciò il suo cono di elettricità in avanti, il nemico [alzò - Slot Tecnica 1] due protezioni sulle sue gambe che funsero da isolante. L'elettricità così s'infranse contro la terra e le scintille dell'elettricità stessa si dispersero, poco dopo, nell'aria vicino a noi.

    Il [danno] che quel tizio prese fu minimale, ma ciò non gli permise di difendersi efficacemente dagli altri attacchi che arrivarono poco dopo: quando arrivò la ginocchiata dell'otese, il nemico [cercò - Slot Difesa 1] d'interporre le braccia tra sé e quel colpo, ma esso fu tale che ebbe un piccolo [danno] alle braccia.

    Questo lo distrasse e non gli permise di capire ciò che stava per succedere poco dopo. A causa della vista offuscata e di altre difficoltà, quando sulla scena del crimine comparve il kunai, il ragazzo lo vide solo per un istante o poco meno. Subito dopo notò il veloce movimento della lama, ma era decisamente troppo tardi: esso si [conficcò] nella parte della gamba rivestita da quella parte di roccia, senza causare alcun danno. Ciò che avvenne dopo, quindi, non avvenne: fintanto che il kunai non si era conficcato nella carne, l'otese non avrebbe potuto premerlo per farlo andare più a fondo.



    - Seinji? - Sentii la Sua voce mentre mi divertivo a guardare gli attacchi dell'otese scontrarsi con la roccia pura che era stata evocata dal suo nemico. - Ti diverti molto in questo mondo di... umani? -

    [NOTA]

    Se mi divertivo? Beh, sì. Era sempre divertente guardare quei mammiferi bisticciare. Scannarsi per qualcosa di poco conto. Qualcosa che non fosse il Caos Eterno. Qualcosa che non fosse l'eternità nella sua forma più pura.

    - Ryuk... - - sospirai. - Ancora no... non mi diverto... Semplicemente... li osservo... in questa loro forma... animale... -



    Capito.



    Sentii ancora il suo respiro, mentre i miei occhi e i suoi ora si rivolgevano in avanti, dove due ninja del grado genin, - o qualcosa di simile, - si stavano ora dando battaglia a furia di acciaio e sangue. Per lui, - e un po' anche per me, - era come guardare due polli scannarsi in una specie di piccolissimo campo di battaglia.

    - E il drago? - Chiese lo Shinigami. - Non devi andare a recuperare ciò che devi? -

    Per qualche attimo fui io a distogliere le attenzioni dai due "polli" per guardare il dio vicino a me.

    - Non ho mai sentito di draghi da queste parti, Ryuk. - Sospirai. - I draghi sono degli animali estremamente rari, che appaiono di rado. Vederli una volta in vita è un privilegio... Solo alcuni possono farlo. E coloro che ci riescono, non sempre sopravvivono. Difficile che si tratti di un drago, dunque. Piuttosto... qualcosa di diverso. -

    Dissi trattenendomi a fatica mentre, dopo aver parato entrambi i colpi sullo strato di roccia, il ninja di Taki si allontanava di pochi metri e componeva dei [sigilli - Slot Tecnica 1] per poi lanciare dalla propria bocca una specie di palla di fuoco che rischiava d'investire totalmente il mio amico otese.



    Al contempo, anche le mie mani, ben nascoste dal mantello, si mossero in quel che era una tecnica risolutiva per le situazioni come quelle.

    - Hai ragione, comunque, Ryuk... Non possiamo perdere troppo tempo. -



    Poco dopo, i miei [sigilli - Slot Tecnica Avanzata] sarebbero finiti e tutt'intorno sarebbero iniziate a cadere delle piume. Nessuno di loro aveva un livello di preparazione sufficiente per resistere. Nessuno probabilmente conosceva quella tecnica. Era solo... una questione di tempo.

    [NOTA]



    Ci rivedremo presto... Akuma Seinji.

    Non mi accorsi nemmeno di come quello Shinigami iniziò a sparire dalla mia vista, dall'Occhio che tutto vedeva, e la sua presenza nel mondo materiale semplicemente smise di essere.



    Seinji Akuma

    Statistiche Primarie
    • Forza: 500
    • Velocità: 500
    • Resistenza: 400
    • Riflessi: 550
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 500
    • Concentrazione: 550
    • Intuito: 500
    • Precisione: 500
    Chakra
    84/90
    Vitalità
    14/14
    Slot Azione

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Sonno delle Piume

    2. ///

    Note

  2. .

    La ricerca della pianta


    Post 10 - La Prima Vittoria



    Non era stato semplice schivare gli attacchi volati, uno dopo l'altro, nella sua direzione in quel che sembrava essere più una vera e propria caccia all'uomo, piuttosto che una lotta tra pari. E nessuno si sarebbe potuto aspettare davvero un combattimento ravvicinato e uguale, specialmente considerando che si trovava in territorio nemico, sottoposto a un'altra prova di forza e di volontà, e che ora doveva far fronte a due nemici che sembravano essere, quantomeno, forti come lui stesso.

    Una volta evitati gli attacchi, bene o male non troppo forti o veloci a causa della vicinanza tra i nemici, fu l'otese a passare all'attacco con lo stesso furore e lo stesso odio di sempre. La prima cosa che fece fu usare di nuovo il massimo dell'energia elettrica: ai 3 rapidi sigilli eseguiti nelle immediate vicinanze del nemico, che nel mentre si apprestava ad alzare un sopracciglio, seguì una scarica abbastanza violenta che questi non poté in alcun modo evitare. Il risultato fu tale che persino l'altro avversario dell'otese aprì la bocca, di sorpresa, come se si aspettasse tutto, fuorché quello che era accaduto.

    Il [danno] fu tale che il nemico stesso venne paralizzato e provò a fare qualche passo all'indietro, mentre le sue gambe si piegavano in una maniera che definire "stabile" sarebbe stato un eufemismo. Per questo, quando poi Kuroshi cercò di conficcare la spada nel suo braccio, egli cercò di [spostarlo - Slot Difesa 1], per quel che fosse possibile, ma era chiaro che ormai era decisamente troppo tardi. La lama di Kuroshi dunque colpì il braccio del nemico nel punto desiderato. [Danno]

    A quel punto, come sarebbe stato logico aspettarsi, la wakizashi del ninja di Ame cadde a terra e Kuroshi riuscì a calciarla, proprio come aveva desiderato, lontano dal campo di battaglia, tant'è che la lama scivolò per i pochi metri che la separavano dal suo possessore per cadere, poi, sulle scale e infine anche al piano di sotto. Ormai era irrecuperabile, ma... era una buona idea farlo a quella distanza?

    Sfruttando la momentanea distrazione di Kuroshi, il ninja vicino a lui allungò l'altra mano in un palmo, che poi [lanciò - Slot Tecnica 1] verso la guancia di Kuroshi. Il colpo gli sarebbe arrivato in testa proprio nel momento stesso in cui Kuroshi stava calciando sulla spada. [Subisci e Mena]

    Se si fosse beccato quel colpo sulla guancia, sarebbe volato indietro come un sacco di patate, ma quello sarebbe stato il minore dei suoi problemi, poiché subito dopo ne sarebbero arrivati altri.

    Vi ricordate del ninja rimasto ad aspettare in fondo al corridoio?

    Vedendo il proprio compagno in difficoltà, egli si sarebbe [mosso - Slot Azione 1 e 2], rapido e veloce, fino a raggiungere il ninja di Oto ovunque si fosse trovato, per poi provare a incalzarlo ulteriormente in corpo a corpo, per quel che poteva bastare.

    Dunque, Kuroshi avrebbe di nuovo visto una spada brillare sotto la luce di quel corridoio. Era una wakizashi, con cui il nemico avrebbe provato a [colpire - Slot Azione 3] Kuroshi direttamente sul lato del collo, in maniera tale da conficcare quella lama nelle carni il più profondamente possibile.

    E, se Kuroshi si fosse in qualche modo difeso, per esempio schivando, il nemico avrebbe attacco di nuovo, questa volta usando il proprio chakra Luce: la lama ne sarebbe stata avvolta e poi un [fendente - Slot Tecnica 1] sarebbe partito in direzione di Kuroshi, più o meno all'altezza del suo busto, con l'intenzione di provocargli un taglio profondo, che ci sarebbe stato anche se il ragazzo di Oto avesse schivato quel suo primo colpo.



    [Seinji Akuma]



    Diversi eventi succedevano anche al di fuori dall'edificio principale, costringendomi all'inventiva e gettando nubi scure su tutti e 3 i miei nemici, uno dei quali era legato. Se volevo rimettere le cose in pari, non potevo fare a meno d'iniziare a eliminarli tutti quanti uno ad uno, in modo tale da essere 1 contro 1 e non uno contro tre. A quel punto le cose sicuramente sarebbero state molto più semplici per me, ma fino a quel punto non potevo fare altro che provare a usare l'ingegno e la fantasia, in maniera tale da sorprendere i miei nemici e proprio su ciò si sarebbero basate le mie future azioni.

    Per questo, quando vidi le nuvole raccogliersi nel cielo e il cielo stesso diventare ancora più oscuro di quel che era, diverse cose accaddero. La prima fu un piccolo ghigno sulle mie labbra. Una specie di sorriso di compiacimento alla vista dell'Oscurità farsi materiale. Nello stesso istante, guardando i sigilli venire compiuti e la tecnica prendere forma, i miei occhi si mossero e lo sguardo si posò su un oggetto lontano 21 metri da me. Una specie di parte di roccia, di quel che un giorno, molti anni fa, era probabilmente una parete.

    Un sottile filo invisibile venne creato tra me e quella parete di roccia e, mentre la grandine iniziava a cadere, io semplicemente mi [Sostituii - Slot Tecnica 1] con la roccia che vedevo metri più in là. Ciò che colpì la grandine, dunque, non fu altro che la roccia al mio posto, ma questo il nemico, a meno di abilità speciali, non lo avrebbe scoperto per un po'.

    Alla fine della mia sostituzione mi ritrovai a circa 13 metri di distanza dal nemico, che a quel punto sarebbe stato ancora [incatenato - ST2 (mantenimento Tecnica Incubo della Battaglia)], motivo per cui, a meno di qualche rapida azione da parte sua, non sarebbe potuto spostarsi da nessuna parte.

    [NOTA]

    Grazie alla mia elevata furtività e al fatto che mi ero appena sostituito, il nemico non mi avrebbe visto per un po'. Io, in questo lasso di tempo, avrei fissato la posizione del tizio incatenato, per poi [infondermi nel terreno - Slot Tecnica 3, Tecnica Avanzata], in maniera tale che nessuno, a meno di abilità particolari, non avrebbe visto quel mio ineccepibile spostamento. Solo un piccolo smottamento sul terreno avrebbe segnalato ad altri la mia presenza.

    A quel punto sarebbe iniziata la mia piccola e insignificante opera artistica: mi sarei subito [mosso - Slot Azione 1] e circa a metà strada dalla posizione del nemico avrei [attivato - Slot Azione 2] 3 carta-bombe di quelle 4 che avevo ancora con me.

    Pertanto, sotto il livello del terreno mi sarei mosso di 13 metri, fino a posizionarmi sotto i piedi del nemico incatenato, dove avrei [rilasciato - Slot Gratuito Istantaneo]. Nello stesso momento, mentre la furia della grandine e della pioggia veniva meno, i nemici avrebbero potuto vedere un'illusione sul mio posto, laddove mi trovavo prima della sostituzione. [Slot Azione 3 - Creazione Illusione]. Era un Takamoto del tutto uguale a quello di sempre, con delle ferite sul corpo, ma tutto sommato vivo.



    O, almeno, respirava. I nemici avrebbero visto diverse ferite sul corpo del tizio disteso e dei respiri uscire dalle sue labbra.

    - Bravi, - avrebbe detto l'illusione, - Avete vinto. -

    Miravo semplicemente a dargli l'impressione di aver trionfato, ma in questo lasso di tempo mi sarei allontanato di 3 metri dal punto in cui avevo lasciato le bombe (circa 30 cm sotto il terreno, sotto i suoi piedi) e poi le bombe sarebbero esplose, causando un gran bel [botto].

    A questo punto: se il nemico fosse stato colpito, probabilmente sarebbe morto all'istante. A quel punto io avrei percorso altri [16 metri] per allontanarmi dal punto di esplosione e fuoriuscire dal terreno per trovarmi di nuovo in bella mostra dinnanzi ad altri due avversari.



    Al contempo, la mia illusione precedento, il Takamoto ferito che sostava sul terreno mezzo-morto, sarebbe semplicemente sparita, trasformandosi in farfalle che nel breve arco di tempo sarebbero sparite sopra i cieli di Ame.

    - Abracadabra. - - Gli avrei dunque detto con un leggero sorriso stampato sul volto.

    SE, tuttavia, per qualche motivo il nemico non sarebbe stato colpito e/o ucciso, io avrei eseguito comunque il mio spostamento di allontanamento, ma non sarei uscito dal terreno per posizionarmi in bella vista dinnanzi a tutti. Sarei semplicemente rimasto nascosto dentro allo stesso, aspettando la prossima mossa del mio nemico, che a quel punto avrebbe continuato a vedere la mia copia illusoria morente.



    Seinji Akuma

    Statistiche Primarie
    • Forza: 500
    • Velocità: 500
    • Resistenza: 400
    • Riflessi: 550
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 500
    • Concentrazione: 600
    • Intuito: 500
    • Precisione: 500
    Chakra
    65.25/90
    Vitalità
    14/14
    Slot Azione

    1. Movimento

    2. Uso bombe

    3. Creazione Takamoto illusorio

    Slot Difesa

    1. ///

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Mantenimento Tecnica

    2. Sostituzione

    3. Movenza d'Ombra - Tecnica Extra

    Note

  3. .
    Su gran richiesta, la mappa della situazione:

    NLiaOkHXb



    [Legenda]



    [Nota attacco a Youshi]

  4. .

    Il Torneo del Drago Nero


    Post 3



    Prendere parte ai tornei mortali, come quello, non era facile; prima veniva la decisione di farlo, poi il nodo in gola. Era una sensazione che avevo imparato durante il cammino: si voleva partecipare, poi si voleva vincere. E, alla fine dei conti, veniva la solita sensazione allo stomaco che non significava nulla di buono, ma che spingeva le persone a provare e a riprovare, ancora e ancora, finché non avrebbero ottenuto ciò che desideravano. Il tempo non era da perdere, d'altronde; serviva per prepararsi. Per guadagnare tempo. Perché, in fin dei conti, iniziare una nuova missione come quella era sempre come fare una specie di passo nel buio. Non si sapeva mai da che parte del buio si sarebbe usciti e dove si sarebbe andati poi dopo.

    Il sentiero non era così lungo e il posto da raggiungere non era così lontano. Il che era buono, a pensarci: il viaggio di avvicinamento era esso stesso una prova che, volente o nolente, bisognava superare se si voleva davvero giungere alla meta. Per questo non parlai, preferendo lasciare il ragazzo all'interno della sua mente stessa, come per interrogarsi cosa vi facesse e quali fossero i suoi scopi quel giorno. La strada non era difficile; di sorprese non ne incontrammo per molto tempo. Solo qualche volta rivolsi il mio sguardo verso l'otese, per capire il suo stato interiore prima di qualsiasi altra cosa.

    Volevo intuire se fosse davvero sicuro di fare ciò che, in effetti, desiderava. Se non voleva tirarsi indietro o fare altro. Se, magari, il suo spirito non fosse crollato. Ma, era chiaro che non lo avrebbe fatto, perché il suo passo lo aveva già compiuto. Se avesse deciso di tirarsi indietro in quel momento, lo avremmo ritenuto un codardo e niente di più. Oto stessa lo avrebbe rifiutato alla pari di come rifiutava i rifiuti.

    L'unica cosa che feci prima di incontrare i malintenzionati di Taki era capire se, per caso, era rimasto lo stesso, con gli stessi ideali di prima.



    - Capito, - risposi. - Hai già conosciuto il Kokage? - Chiesi. - E l'Amministratore Yakushi? So che sono delle persone un po'... particolari. -

    Quando poi incontrammo i malintenzionati che si trovavano un po' ovunque a Taki, mi sorpresi della reazione un po' inadatta e decisamente molto piena di pathos che il mio compagno di viaggio aveva messo in mostra. Non che me ne interessasse molto, del resto. Era un ragazzo e alal sua età era normale avere quel tipo di atteggiamento.

    Ciò che mi interessava decisamente di più rispetto allo squallido teatrino messo in mostra dal genin di Oto, erano i 3 ninja che ci avevano sbarrato la strada. Sapevo già che Taki non era, decisamente, il miglior luogo in cui passeggiare, anche per via delle guerre varie e di tutto ciò che era venuto in seguito.



    - Volete i soldi, eh? - Domandai. Avrei potuto porre fine a quel piccolo scontro nell'arco di due secondi. Ma ne sarebbe valsa la pena?

    Anche perché, poco dopo che il buon ninja otese iniziò la sua stupida opera di... cos'era... impaurimento... uno dei 5 sarebbe uscito dal gruppo per perso a 10 metri dinnanzi al genin otese.

    - Non mi spaventi con quell'elettricità, - avrebbe detto. - A Taki in molti la sanno padroneggiare. Me compreso. -

    A quel punto avrebbe creato un [costrutto di elettricità nera - Slot Azione 1] dalle forme di una specie di piccolo cane, proprio ai suoi piedi.



    Prima ancora che esso potesse muoversi, io avrei provato a calmare la situazione.

    - Ragazzi, noi abbiamo soldi a volontà, perché non ci mettiamo d'accordo? - Chiesi.

    - Vi uccideremo e prenderemo ugualmente il vostro denaro, - rispose l'altro, quello che aveva parlato prima. - E poi tu non hai il coprifronte di Oto, - disse. - Forse non sei nemmeno un ninja. -

    Feci spallucce. A quel punto lo scontro sarebbe stato inevitabile del tutto e tirarla avanti a furia di diplomazia sarebbe stato solo una perdita di tempo. Io, però, non avevo voglia di gettarmi in mischia, quindi guardai il genin otese, ancora con i fulmini tra le mani.

    - Lasciane vivo uno. Ci serve per le informazioni. -

    Subito dopo quelle mie parole, due cose sarebbero accadute. La prima era che quel costrutto a forma di cane sarebbe [corso] verso di noi e in quello stesso momento io sarei [saltato - Slot Difesa 1] di circa 6 metri alla mia sinistra.

    Poco dopo, il cane sarebbe arrivato vicino all'otese, che non si era tolto il coprifronte, e avrebbe provato ad attaccarlo dandogli una [zampata - Slot Azione 3] al volto. Infine, il costrutto sarebbe [detonato - Slot Tecnica 1] provocando un'esplosione di elettricità nera nei pressi dell'otese.

    E mentre quei due si davano da fare, io avrei rivolto il mio sguardo ad altri 4, che evidentemente volevano vedere di cosa era capace il genin otese, creando al contempo un [sacchetto] sotto al mio kimono.

    - Sono un mercante, - dissi. - Sicuri di non volerla risolvere in modo pacifico? -



  5. .

    La caccia allo scimpanzé


    Post 5 - La vittoria e la fuga



    Alla fine dei conti, seppur con un certo (non sempre giustificato) ritardo, il ragazzo di Oto era giunto nei pressi delle palme su cui si trovava Ayako e su cui veniva messo in atto una battaglia che definire "epica" sarebbe stato poco da qualsiasi punto di vista si sarebbe scelto di assistere al celebre evento: il membro del famoso clan Uchiha, uno dei più temuti al mondo, veniva preso a bananate. [NOTA]

    Quindi, il ragazzo otese che si era rapidamente avvicinato, aveva visto la bellissima scena che sarebbe rimasta impressa nei secoli: prima il foglioso aveva preso un [morso] sul dorso della mano destra, poi era arrivato il [calcio] sulle palle che avrebbe piegato il foglioso in due. Tuttavia, ci sarebbe stato da aspettarselo, specialmente considerando il modo in cui si stava evolvendo la situazione: quel sacrificio dell'Uchiha aveva permesso al suo compagno di giungere sul posto in maniera così veloce da sorprendere Ayako stessa, la quale ora stava guardando ai due shinobi con uno sguardo un po' sorpreso.

    Per questo, quando l'Uchiha, dopo averle prese, passò di nuovo all'attacco, Ayako non se lo aspettava mica e venne colta praticamente all'istante. Il colpo s'infranse sulla sua testa provocando non pochi [danni]. Ciononostante, mettere la scimmia fuori dal combattimento con un solo attacco sarebbe stato difficile: quell'attacco la stordì, ma niente di più serio. Fu però una buona base da cui partire per gli attacchi successivi.

    Dunque, quando giunse l'otese, Ayako era ormai molto debole e praticamente sconfitta, tant'è che le sue azioni ebbero quasi tutte un cero grado di successo: la sua mano si avvolse intorno a quella di Ayako. La scimmia dunque veniva disarmata per essere infine braccata da entrambi i ninja, come una specie di preda finita nella morsa dei predatori. A quel punto Ayako [perse i sensi] e divenne nient'altro che un corpo inerme (e inutile), pronto a essere portato ovunque i due ninja lo avessero voluto.

    C'era, però, ora un altro problema da affrontare: il rumore della battaglia e la caduta di Ayako avevano attirato le attenzioni di altri animali. E il suono del campanello, che si spegneva, avrebbe ben presto costretto i due ninja alla fuga.

    Una volta braccata l'Ayako svenuta a terra, i due ragazzi avrebbe visto dei movimenti tra le foglie di quelle palme e avrebbero anche sentite dei rumori strani provenire dall'altra parte della foresta. Era un po' come se qualcosa si fosse appena mosso. Subito dopo avrebbero anche sentito le voci stridule di altre scimmie: si trattava di voci che si avvicinavano a gran velocità e, dunque, sarebbe stato meglio per tutti i ninja lì presenti prendere il bottino e fuggire prima di diventare loro stessi il bottino per le scimmie che si stavano avvicinando.



    [NOTA]


  6. .

    Il Volto della Malattia


    Post 8 - Il Contatto



    [Tutti]



    Sfuggiti dal Tempio, nonostante il primo contatto con il Sacerdote, - ovvero con la persona più vicina all'obiettivo della loro missione, - Hideo e Kairi decisero di continuare la loro strategia basata sull'inganno. Ora, tuttavia, riuscire a farlo poteva rivelarsi decisamente più complesso: il villaggio li stava cercando e, anche se la campana aveva smesso di suonare, aveva suonato l'allarme. Forse in un altro spazio interdimensionale, in un'altra linea dimensionale, avrebbero potuto interrompere quel flusso di eventi e sbarazzarsi ben di due nemici in un colpo solo. E invece preferirono andare per un'altra strada e così fu: nascosti nei pressi di una casa vicino al tempio, - e qui bisogna ricordare che ormai era notte fonda e mezzanotte passata, - si trasformarono e si mossero insieme, come un organismo solo, provando a sfruttare le ombre e a muoversi come dei veri ninja. Ancora una volta quel povero villaggio dimenticato dagli déi nuovi e da quelli vecchi vide due ninja uniti muoversi nascosti dalla Notte, come se fossero l'Oscurità stessa.

    Il viaggio verso il pozzo era breve e privo di pericoli. D'altronde era proprio lì vicino e ai due bastò fare un "piccolo" giro. Il problema era uno solo: si trattava del pozzo presente vicino al campanile e, dato che poco prima lì sopra era stata distrutta la campana, sperare che sarebbe stato lasciato del tutto sguarnito era come minimo ingenuo. Proprio dal tempio era infatti partita la ricerca degli intrusi e proprio vicino al tempio gli intrusi stavano ora tornando per raccogliersi.

    Dunque, andò come previsto da Hideo, almeno in parte. Giunto nei pressi del pozzo egli disegnò il simbolo delle squadre speciali di Kiri: fu un simbolo di media grandezza, abbastanza da essere visto, ma al contempo non troppo grande per non attirare le attenzioni delle persone comuni.

    Kairi, dal canto suo, non ebbe alcuna difficoltà ad attivare la sua prima percezione di chakra e capire che il villaggio era letteralmente in subbuglio, con la gente che correva qua e là come molecole impazzite in cerca di un colpevole. Non un quadro tradizionale da vedere a mezzanotte. Soldati a parte, che restavano fermi nelle loro postazioni come dei cani da caccia pronti a conficcare i propri canini nella carne degli intrusi, tutti gli altri erano diventati come impazziti: le varie energie bianche e gialle ora si muovevano in lungo e in largo, come se cercassero coloro che avevano osato infiltrarsi nel loro paradiso, pronti a sbranarli uno a uno. Le 4 energie che aveva già percepito, Sacerdote e i 3 "chierichetti", non si erano comunque allontanati dal Tempio, restando nella zona come a protezione di qualcosa. In quel momento erano tutti e 4 dentro al Tempio; nessuno al di fuori dallo stesso.

    In realtà, Kairi capì che vi erano comunque parti di territorio in cui c'erano meno pericoli di altri: quelli lontani dalle case, i due angoli del villaggio più vicini presieduti solo da torri con 1-2 soldati... Da quella distanza, tuttavia, non gli bastava il range per percepire tutto il villaggio e, dunque, qualcosa le sfuggiva sicuramente.

    Non una situazione ideale, ma sempre meglio di niente. Per giunta, la stessa Kairi avrebbe capito che trovarsi lì, vicino al pozzo distante pochi metri dal campanile con la campana abbattuta, non era il massimo. Erano, letteralmente, dei malintenzionati appena tornati sul luogo del loro delitto. Anche sotto un'altra forma.

    Il simbolo e la presenza dei team-mates accademici attirarono Youshi, il quale poté finalmente uscire dalle ombre per tornare allo scoperto e, previo lancio di sassolini nei pressi del pozzo, provare a conquistare l'attenzione di Kairi e Hideo.

    [NOTA IMPORTANTE]

    Non videro, tuttavia, che vi fosse già qualcuno lì vicino e, nonostante riuscirono a compiere le loro azioni, non capirono di venire seguiti. Così, poterono parlare, scambiandosi idee e opinioni mentre erano sul tetto. Ma non avrebbero fatto in tempo a entrare...

    Una figura sentì il loro vociare proprio mentre era sulla campana, a esaminare, - lei per la prima volta, - i pezzi di acciaio caduto. Ad attirare la sua attenzione non fu unicamente il lancio di sassolini, le parole e quant'altro ancora, ma soprattutto i movimenti non abbastanza furtivi per ingannare qualcuno che nel corso del tempo aveva imparato a [vedere tra le ombre]. La figura in questione abbandonò la campana e scese, trovandosi dinnanzi a... il simbolo delle squadre speciali della Nebbia disegnato a terra.

    - "Gli intrusi," - pensò quella figura aguzzando la propria vista per vedere un simbolo curioso disegnato a terra e trovare le tracce di chi era appena salito sul tetto.

    [NOTA]

    A seguire quella prima figura, ci sarebbe stata anche una seconda: si trattava del ragazzo che aveva esaminato la campana poco prima, che aveva dato l'allarme e che non si era allontanato dalla zona, andando prima dentro al Tempio e aspettando invece che la ragazza dai capelli argentei finisse la sua disamina dei pezzi della campana andati in frantumo. Lui la vide uscire dal campanile, guardare qualcosa per terra e salire sul tetto. Di risposta, la seguì, fermandosi prima nei pressi del pozzo ad ammirare un Simbolo che aveva già visto e che conosceva.

    - Accademici, - disse. - Della Nebbia. -

    Quelle due parole bastarono affinché la ragazza dai capelli argentei si fermasse proprio sull'uscio del tetto e rivolse lo sguardo verso il ragazzo.

    - Dobbiamo stare attenti e rallentarli... Fino all'arrivo dei rinforzi. -
    - Giusto... Non possiamo agire da soli... Ma vedo che le loro non sono lontani... le [tracce]conducono lì.-

    Fu più o meno in quegli istanti che Youshi fu quasi alla fine dei propri dialoghi con gli altri. E più o meno nello stesso istante Kairi stava per finire la propria seconda percezione del chakra nelle vicinanze.

    La buona notizia era che non vi erano trappole di alcun genere sul tetto del Tempio, come Youshi aveva già potuto capire, motivo per cui potevano muoversi in maniera più o meno agile. La notizia cattiva era che erano stato scoperti e seguiti. E che spettava ai due nemici il bonus del primo attacco... Gli accademici, però, non si sarebbero subito accorti di averlo subito, in quanto dopo aver finito il briefing e deciso cosa fare, si sarebbero come un attimo "persi", non riuscendo a trovare alcun riferimento per capire come muoversi oltre. E non avrebbero scoperto sin da subito che, in realtà, circa una ventina di metri più in là era stato il ragazzo con il medaglione ad attivare una sua tecnica volta a guadagnare tempo sui nemici che ora egli seguiva immerso nella luce lunare.

    - Eccoli. Sono 3... - sussurrò la ragazza aguzzando la vista.

    A debita distanza dagli accademici (circa una 22 metri), e in modalità furtiva, il ragazzo con il medaglione compose dei [sigilli - Slot Tecnica 1] attivando un'illusione che, come egli sperava, avrebbe fatto perdere tempo agli accademici.

    Poco prima che la tecnica ebbe il suo effetto, però, Kairi finì di concentrarsi per percepire il chakra e sentì quello dei due nemici presenti sul tetto, non molto lontani. Pertanto, l'illusione non avrebbe colpito in alcun modo l'Uchiha, ma avrebbe avuto effetto solo sugli altri membri del gruppo, in quanto ignari del pericolo.

    Per fortuna, grazie alle azioni dell'Uchiha, i membri del team sarebbero stati preparati a ciò che sarebbe venuto in seguito, in quanto ciò che doveva essere un attacco di sorpresa da parte dei custo del tempio, non sarebbe stato tale.

    In particolare, Youshi avrebbe visto un kunai con il filo metallico sfrecciare a 2 metri di distanza vicino a sé fino a conficcarsi nella parete del tempio alle proprie spalle. Probabilmente non avrebbe visto né percepito una specie di elettricità nera viaggiare a [estrema velocità - Slot Azione 1 e 2, Slot Tecnica 2] lungo il filo stesso, ma avrebbe soltanto notato un costrutto composto di fulmini neri [uscirvi e detonare - Slot Azione 3] a circa 2 metri da sé con una potenza che poteva considerarsi abbastanza elevata tanto da danneggiare lui e coloro che si trovavano nelle sue immediate vicinanze. [Velocità costrutto = 625]

    Black_Lightning_%28Power%29



    Poco dopo sarebbe toccato a Kairi, la quale avrebbe visto volare verso di sé due kunai con delle carta-bombe unite a essi, tant'è che l'Uchiha non avrebbe avuto problemi nel vedere i due fogli brucianti afflissi ai manici dei kunai [Slot Azione 1 - Velocità dardi 425]. Il lancio non era forte e veloce, ma al di là di qualsiasi dubbio, le esplosioni sul tetto del tempio avrebbero attirato le attenzioni indesiderate.

    A quel punto i due si sarebbero fermati, tant'è che il ragazzo con il medaglione avrebbe preso la parola.

    - Chi di voi è il pazzo di Kiri che lascia il simbolo del proprio villaggio in bella vista proprio vicino al punto di maggior interesse? - Avrebbe chiesto parlando alle ombre in lontananza, laddove portavano le tracce lasciate a terra e sin dove la sua Percezione arrivava.

    A quel punto la ragazza dei capelli dal color-argento si sarebbe avvicinata a 9 metri dal gruppo, - o ciò che gli sembrava di vedere, - per poi comporre dei [sigilli - Slot Tecnica 1 - Azione Rapida] e impartire un ordine diretto alla persona che non era ancora stata attaccata, ovvero il genin kiriano:

    - Scendi dal tetto e aspetta vicino al pozzo. -

    L'ordine era stato chiaro e sarebbe spettato al kiriano decidere cosa fare e come. L'unica cosa certa era che erano stati scoperti e che quel simbolo messo vicino al campanile aveva giocato un ruolo chiave in tutto ciò. Poteva, però, andar loro decisamente peggio e ora dovevano fare qualcosa, perché a furia di esplosioni e scariche si sarebbero ben presto ritrovati a combattere contro un intero villaggio.

    Difatti, già guardando al di sotto avrebbero potuto vedere varie persone correre verso il tempio.

    Tic-tac.





    Edited by leopolis - 20/4/2024, 00:33
  7. .
    Il Culto di Somujo

    Ambientazione della Setta di Somujo



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    Informazioni generali

    Non ci sono nozioni certe su come sia nata la setta dei Somujo e su come si sia sviluppata nel corso del tempo. Ci sono solo conoscenze di un tempo passato, risalente ancora al periodo pre-accademico, relative a un misterioso ninja pronto a tutto pur di piegare la Materia al proprio volere. Si suppone, - ma questo non è certo, - che la Setta sia giunta sul Continente da un posto pieno di ombre, così lontano dal mondo, che le comuni regole dell’etica e della morale non siano giunte sin lì. Un posto pieno di misteri, in cui sembra che un ninja affascinato dalle tecniche oscure abbia concluso un patto con una divinità capace di creare dei fori negli spazi interdimensionali per permettere ai propri adepti di spostarsi da un luogo a un altro in poco meno che un battito di ciglia e di potenziare i propri seguaci, rendendoli capaci di sferrare tecniche più potenti, di nascondersi tra le ombre e di trarre energia dal sangue e dalla carne umana.

    Forti di notte e deboli di giorno, potenti dopo aver assaporato la carne altrui, la setta di cannibali si è inizialmente sviluppata come un ristretto gruppo di ninja che abitavano più a Ovest del Paese dei Demoni, sotto le Montagne Scure ove sembra che la luce del sole non giunga. Nonostante agli inizi le loro abitudini cannibaliste fossero legato alla loro cultura e alle tradizioni dei loro clan, tramandate avanti da diversi anni, nel corso dell’ultimo periodo il Culto si è diffuso anche tra coloro che erano pronti a sacrificare tutto pur di ottenere il potere di Somujo. Il cannibalismo tipico dei membri è così diventato non una tradizione culturale tramandata da generazioni, ma solo un modo per ottenere il potere.

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    A differenza di altre sette culturali, in quella di Somujo viene applicato il concetto di esclusività e selettività: non tutti possono essere ammessi e, nella maggior parte dei casi, sono gli stessi adepti a cercare coloro che reputano meritevole di servire Somujo e che potrebbero piegarsi alla tentazione di ottenere il potere. Non accettano rifiuti e, qualora ne ricevessero, potrebbero usare metodi alquanto bruschi per convincere il Prescelto a entrare nella loro organizzazione. Un esempio di questo è il sacrifico della madre di Tasaki Moyo, mangiata viva in seguito al rifiuto del ninja di Oto a entrare nella loro setta.

    Per adempire agli ordini del Sommo Sacerdote, che reputano la persona vivente più vicina a Somujo, sono pronti a tutto, anche a venire mangiati dagli altri adepti.



    Luoghi

    Poche persone nella gerarchia dei Somujo sanno dove si trova il tempio principale a tale divinità, ma si suppone che sia nei pressi delle Montagne Oscure a Est del Paese dei Demoni, laddove nessuno osa mettere piede a parte pochi sacerdoti con le conoscenze necessarie per capire come muoversi tra i mostri che le montagne nascondono. Le leggende dicono che il principale Tempio di Somujo si trovi nel cuore della Montagna Oscura, nascosto da qualche parte tra gli Abissi, laddove non c’è il minimo sprazzo di luce e la ragione viene perduta già dopo pochi respiri.

    Esistono, tuttavia, dei templi minori più conosciuti, diffusi in altre parti del Continente e, sebbene la maggior parte degli stessi sia ancora ignota, ci sono dei templi conosciuti, come quello ad Ame, che attualmente risulta semi-abbandonato o, almeno, nessuno vi ha visto alcun anima viva da diversi anni.
    Nei Paesi ninja i templi di Somujo sono nascosti o mascherati in maniera tale da renderli simili a quelli di altri divinità. Talvolta gli edifici possono sembrare persino dei luoghi comuni, come bar, ristoranti, trattorie e così via.



    Scopo

    I membri di Somujo ambiscono all’Onore Massimo, visitare il Tempio principale di Somujo, nascosto tra le montagne all’Est del Paese dei Demoni. Per farlo, gli adepti di Somujo giurano di seguire tutti gli ordini della loro divinità, anche quelli più sanguinolenti e pazzi, fino ad annullare sé stessi pur di ottenere il massimo potere in questa vita o in quella successiva.

    Talvolta i loro obiettivi sono razionali e mirano a minare l’ordine politico del mondo; in altri casi i Somujo non fanno altro che seminare distruzione per il puro gusto di farlo. Alcune missioni li hanno visti cercare degli oggetti utili per condurre degli esperimenti sulle dimensioni. Si pensa, difatti, che il fine ultimo di Somujo sia quello di aprire dei portali tra le varie dimensioni, affinché il Mondo degli Umani venga unito alle dimensioni abitate da altre creature, alcune delle quali tanto antiche quanto lo è il mondo stesso. Pertanto, la maggior parte delle azioni della Setta sono finalizzate allo studio della multi-dimensionalità del Creato, con l’intenzione di unire Tutto in Uno e far sì che Uno divenga il Tutto.

    Per ottenere ciò che vogliono, i Somujo forzano il reclutamento solo di ninja che reputano estremamente forti e pronti a percorrere questa strada.


    Somujo



    Membri

    Quasi tutti i membri di Somujo mantengono un elevato livello di segretezza della loro identità, motivo per cui poco si sa di chi siano, ma alcune cose si conoscono sulle loro abilità. La storia ricorda, per esempio, di un ninja che seguiva non solo i comandi di Somujo, ma anche di un’altra divinità del sangue. Sembra, inoltre, che tra di loro ci siano anche dei fanciulli. Per il resto, si sa che la gerarchia della Setta è suddivisa in 3 livelli: il Sacerdote Supremo, dall’identità nascosta, di cui più in basso ci sono i membri con un livello di apprezzamento più elevato da parte di Somujo, per finire con i nuovi arrivati. Si suppone che scalare dal primo livello al secondo sia semplice, ma che sia estremamente difficile giungere all’ultimo livello partendo dal secondo.






    Le giocate di riferimento:


    La comparsa alla tomba di Asmodai
    Attacco a Oto
    Fulmine Nero
    Oto attacca Somujo


  8. .
    Yamagake - Il Villaggio nell'Ombra della Montagna

    Città-Ombra



    Nozioni generali

    Il Villaggio delle Ombre è situato all’Estremo Oriente del Continente Ninja, oltre il Paese dei Demoni, ai piedi delle Montagne Oscure, a 50 km più a est rispetto al punto esatto in cui il fiume che sfocia nell’oceano Hokubu devia verso ovest. Sulle mappe esso appare come un villaggio estremamente allungato ai piedi delle montagne, simile a una striscia ovale lunga diverse decine di chilometri e larga circa 2 chilometri. Al contempo, le costruzioni del Villaggio delle Ombre sono tutte molto basse ed è rarissimo vedere case di due piani. Solo il Palazzo del Kage ha 3 piani. Si pensa, però, che molte costruzioni del Villaggio delle Ombre si sviluppino sotto al livello del terreno, motivo per cui la skyline del Villaggio delle Ombre è quasi del tutto “piatta”.

    A causa delle alte montagne, che sovrastano il Villaggio delle Ombre 365 giorni all’anno, si vede molto raramente la luce del Sole da quelle parti e le persone vi abitano in condizioni di quasi totale oscurità per la maggior parte del tempo. Anche perciò chiunque sia stato nel Villaggio afferma di “essere passato tra le ombre”.

    Le persone del posto sono estremamente misteriose e affermano che il Villaggio delle Ombre sia estremamente antico, ma al contempo dimenticato da tutti a causa della sua lontananza. Essi dicono che il Villaggio è stato costruito quando è stato costruito il mondo stesso e che la sua storia finirà quando finirà la storia del mondo.




    Particolarità

    A causa della lunghezza del villaggio e della sua conformazione, risulta praticamente impossibile creare dei controlli al suo interno, motivo per cui nel corso degli anni nel Villaggio delle Ombre è stato permesso fare quasi tutto, spaziando dai rituali magici che prevedono sacrifici umani fino agli esperimenti di qualsiasi genere.

    Ciononostante, esistono comunque delle linee rosse che è meglio non oltrepassare, tra cui gli omicidi, le rapine, gli stupri, purché non siano collegati ad alcuna religione o culto. Nel Villaggio delle Ombre, difatti, vige la totale libertà religiosa grazie alla quale tutto è permesso, ma al di fuori delle pratiche religiose i crimini comuni vengono severamente puniti.

    Nonostante la grandezza del villaggio, esso è scarsamente popolato e i vari abitanti che vi è possibile trovare si nascondono spesso tra le ombre. Per questo motivo, giungendo sin lì per le prime volte sembra di trovarsi in un’enorme città-fantasma. E qualora si incontrasse qualcuno lungo le strade nere del Villaggio delle Ombre, esso sarebbe quasi sicuramente vestito con una maschera nera, grigio-scura, marrone o di altri colori tendente allo scuro, a seconda del clan di appartenenza o di altre specificità. Le persone che vi abitano, difatti, non amano mettere in mostra il proprio volto e rispettano la propria riservatezza tanto quanto rispettano la libertà di culto. Anche per questo gli abitanti del posto vengono descritti come estremamente cupi, quasi del tutto silenziosi e misteriosi. La maggior parte di loro, inoltre, porta moltissimi tatuaggi sul corpo, ma evita i piercing, in quanto i metalli comuni riflettono la luce, il che implica attirare attenzione in un posto in cui ognuno cerca di restare riservato. Per lo stesso motivo è buona usanza non accendere la luce nelle proprie case.

    A quanto pare, nel Villaggio delle Ombre non ci sono bambini. Difatti, per le strade non si sente il loro felice vociare, ma secondo i viaggiatori si tratta semplicemente del risultato di un’usanza della gente del posto, che preferisce tenere i più piccoli nelle case. Conoscendo i giusti posti, invece, è possibile trovarvi gli stregoni, schiavi, gli alchimisti, i ninja delle ombre, i semplici avventurieri che vorrebbero visitare le vicine montagne. Non solo: proprio qui vengono diversi ninja vogliosi di conoscenza, che si stabiliscono nel Villaggio delle Ombre per condurre i più particolari esperimenti che sarebbero vietati in qualsiasi altro luogo del mondo. Qualsiasi esperimento o culto è qui, infatti, permesso senza limiti.

    Il Villaggio delle Ombre è famoso anche per un gran ventaglio di culti che si sono stabiliti al suo interno, tant’è che il cuore del villaggio è il centro di divinatori e di profezie di ogni sorta, oltre che di criminali e fuggiaschi dal Continente.

    Tutte le costruzioni del Villaggio delle Ombre, - e persino le strade, le vie, le piazze e i lampioni, - sono realizzate con una particolare pietra nera, che sembra assorbire qualsiasi luce si trovi nelle sue vicinanze. Si pensa che si tratti di Tectite che gli abitanti del villaggio hanno estratto a partire dalle montagne vicine e che hanno poi bagnato con un particolare olio per aumentare ulteriormente le capacità di assorbimento della luce da parte di questa pietra. Anche all’interno delle abitazioni tutto è costruito nella stessa pietra nera: gli atri, i mobili, i corridoi. Perciò l’aspetto interno delle abitazioni è sgradevole, untuoso, depressivo, in quanto sembra di “bere” la luce delle stelle, delle candele e persino di spegnere il lume che potrebbe riflettersi negli occhi delle persone. Tutto questo permette alla gente del posto di “fondersi” con la pietra, tanto da risultare quasi invisibile sulle strade.




    Flora e fauna

    Nulla cresce nel Villaggio delle Ombre, in quanto la costante mancanza di luce rende il posto invivibile per le piante. Gli animali che vi arrivano, invece, non sono in grado di sopravvivervi per molto e persino l’aria stessa sembra a loro come avvelenata, tant’è che essi muoiono poco dopo l’arrivo. Non si possono dunque trovare né cani né gatti nel Villaggio delle Ombre e chiunque vi entri a dorso di un cavallo, dovrà a fare a meno del proprio destriero. Persino gli insetti stessi cercano di evitarlo e l’unico animale che vi si può ogni tanto vedere è il pipistrello. Questi, però, sembrano volare nel Villaggio dalle vicine montagne, dove abitano nelle grotte.



    L’autorità

    Nonostante si tratti di un villaggio “libero” in cui vengono rispettati tutti i culti e religioni, persino quelli più violenti, nel villaggio opera comunque una certa autorità che punisce coloro che oltrepassano i limiti. Si racconta di un Kage fatto d’ombra, che però preferisce non svelare la propria identità. Proprio egli può infliggere la Massima Punizione a qualcuno che si comporta in modo inadeguato nel Villaggio o qualcuno che approfitta troppo della libertà permessa. Si dice che la pena capitale del Villaggio delle Ombre sia più spaventosa della morte stessa e i pochi che l’hanno vista l’hanno descritta come un risucchio dell’anima del condannato da parte di creature uscite dalle vicine montagne e fatte di oscurità stessa. Stando alle descrizioni fornite, non tutti sono capaci di assistere all’esecuzione della pena capitale nel Villaggio delle Ombre: la visione è così terrificante che anche i ninja più esperti posso perdere la coscienza o, talvolta, la lume della ragione.



    Il Kage è il capo del villaggio e tutte le decisioni spettano a lui. Non ha consiglieri, amministratori e nello svolgimento dei suoi incarichi non viene aiutato da nessuno.



    Nutrimento

    Fintanto che si tratta di una città rocciosa, non vi sono campi di coltivazione o bestiame. Le poche frutte o verdure che vi si trovano sono di un pessimo sapore, motivo per cui il cibo portatovi dal Continente può essere venduto a gran prezzo. Per la maggior parte, tuttavia, la gente del posto sopravvive grazie alle provviste del Paese dei Demoni e di ciò che si può trovare al di fuori dal Villaggio delle Ombre, nei pressi dell’Oceano. Perciò, per la maggior parte qui si mangiano piatti a base di pesce.



    Per quanto riguarda i soldi, sembra che gli abitanti del posto li trovino tra le montagne oscure, ma secondo molti si tratta di denaro maledetto, in grado di portare alla rovina, o, ancora peggio, alla pazzia. Secondo alcuni racconti, inoltre, l’oro trovato nel Villaggio delle Ombre ha un riflesso rosso-scuro e può semplicemente sparire una volta adempiuto al proprio compito. Per via di queste voci di corridoio, non sono molti i mercanti che vogliono avere a che fare con la gente del Villaggio delle Ombre, ma ci sono anche coloro che fanno dei viaggi rischiosi sin lì con
    l’intenzione di vendere le mele, le pere, le patate o altra frutta e verdura.



    L’Esercito delle Ombre

    L’esercito del villaggio delle ombre non è particolarmente grande a causa della bassa densità di popolazione del villaggio, ma è estremamente variegato e composto unicamente da ninja estremamente forti ed esperti, che hanno deciso di camminare su quella strada approfondendo la Conoscenza delle Ombre. Perciò, tutti gli shinobi dell’Esercito delle Ombre sono esperti in Kageton di qualsiasi sorta, oltre che in tecniche utili per aumentare la furtività, il mimetismo e altre simili caratteristiche. A differenza di shinobi del continente, i membri dell’Esercito delle Ombre preferiscono armi piccole, ma letali, preferendo soprattutto i veleni e i meccanismi ad altre cose. Le loro protezioni sono fatte di pietra nera, mentre l’acciaio delle armi è normale, sebbene colorato di nero e oliato affinché anch’esso assorba la luce solare.



    Per il resto, si dice che i soldati dell’Esercito delle Ombre includano esperti-necromanti in grado di resuscitare i morti, gli spiritisti, combattenti capaci di usare dei fili neri come armi, ninja-mutaforma che sembrano in grado di trasformarsi in demoni, shinobi capaci di controllare le menti altrui e persino avvelenatori-professionisti, ma… forse sono solo racconti?

    Ciò che si sa per certo è che l’Esercito delle Ombre è composto solo da volontari che hanno giurato di difendere il villaggio. Tuttavia, il Villaggio delle Ombre non ha mai attaccato nessuno, né è stato attaccato da alcuno, in quanto agli occhi di altri villaggi esso non presenta né risorse, né conoscenze degne di nota.



    Le Montagne Oscure


    Come già accennato, il Villaggio delle Ombre si estende per svariati chilometri ai pendii delle Montagne Oscure. Si tratta di un’altissima catena montuosa così chiamata a causa del colore delle rocce che la compongono: sono tutte nere e, proprio come nel villaggio di sotto, sembrano assorbire la luce solare o quella di qualsiasi altra fonte d’illuminazione, motivo per cui al loro interno sembra regnare la notte perenne e qualsiasi tentativo d’illuminare le tenebre finisce nel vuoto, senza alcun risultato apprezzabile. Perciò pochissime persone del Villaggio delle Ombre possono avventurarsi all’interno delle Montagne Oscure e uscire indenni con l’oro che, sembra, vi si trovi.




    Le montagne stesse si estendono per diverse centinaia di chilometri verso est in ciò che sembra essere un panorama praticamente insorpassabile da qualsiasi essere vivente. Secondo le storie raccontate dagli avventurieri che sono tornati da lì, le montagne sono popolate da Demoni e creature oscure di ogni sorta, pronte ad avvinghiarsi su qualsiasi passante osi mettere il proprio piede al loro interno. Inoltre, c’è una leggenda secondo cui al centro delle Montagne Oscure si trovi il Villaggio dei Dannati, luogo più nero dell’oscurità stessa, in cui le persone soffrono del peggiore dei mali, non potendone uscire a casa dell’immensità delle montagne vicine, il che le rende simili a un labirinto. Tuttavia, a detta di molti si tratta solo di un’antica cittadina creata dentro la montagna, ma ormai del tutto abbandonata, abitata solo da ratti e pipistrelli.

    Nulla cresce sulle rocce delle Montagne, ma sembra che sui suoi picchi più alti, laddove c’è ancora la luce solare, crescano dei bellissima fiori e una particolare erba chiamata “Erba degli Spiriti”. Quasi nessuno, tuttavia, può raggiungere i picchi delle Montagne Oscure e tornare vivo, giacché le poche persone che conoscevano le giuste strade sono morte e non esistono mappe accurate che le descrivono.




    Le giocate di riferimento:


  9. .

    Il Torneo del Drago Nero


    Post 2



    "Meno male che tra gli animali del posto ci sono sempre quelli molto curiosi" - pensai divertendomi nel sentire l'entusiasmo del giovane ninja, nonostante gli avessi spiegato e sottolineato più e più volte che quella non era di certo una passeggiata qualsiasi e che egli si sarebbe trovato dinnanzi a un'enorme varietà di pericoli. A me servivano le uova di drago, a lui la fama di shinobi che avrebbe portato a Diogene ciò che questi desiderava e che avrebbe ulteriormente migliorato le proprie capacità in un torneo che metteva la morte prima di qualsiasi altra cosa, in quanto il torneo stesso era stato creato per deliziare la morte e gli spettatori e fornire al Drago il sangue rituale di cui questi aveva bisogno per calmarsi e stare tranquillo.

    - Bene, - risposi tranquillo. La mia missione era semplicemente quella di spiegargli i termini della missione. Tutto il resto avrebbe dovuto deciderlo egli stesso. E se fosse stato abbastanza bravo, probabilmente sarebbe sopravvissuto a tutte le avventure che da lì a poco sarebbero giunte. Quindi era un'altra situazione solita per molti ninja: o la va o la spacca. Avrebbe trovato un modo per sorpassare gli ostacoli che si sarebbero presentati dinnanzi a lui oppure sarebbe perito.

    Dalla mia parte non avrei potuto fare molto altro che aiutarlo a fare la sua parte, giacché dal modo in cui egli avrebbe fatto il suo, io avrei potuto fare il mio. - Sappi che nel torneo sarai solo. Se sarai in difficoltà, non potrò intervenire. Se starai per morire, non potrò aiutarti. Si tratta di un torneo crudele. Fatto di scontri tra gladiatori. Non vi è onore lì. E non vi ci si può arrendere. - Insomma, la questione era abbastanza chiara e, dunque, non potevamo più perdere il tempo in merito.

    - Andiamo, - gli dissi. - Prima arriviamo e meglio sarà. -

    Ovviamente, prima ancora d'incamminarci per strada, gli avrei detto di prendersi le proprie armi, che gli sarebbero serviti, anche se, d'altro canto, al torneo gli avrebbero fornito.



    Solo per qualche altro secondo i miei occhi si sarebbero poggiati sul povero otese. Non sapeva ancora incontro a cosa stava andando e quali problemi avrebbe avuto durante quel suo viaggio.

    [- Il Viaggio -]



    La strada da Oto a Taki non era particolarmente breve e anche a causa delle particolarità geopolitiche delle zone in questione... non era mica semplice. Soprattutto, non era sicuro. Per la prima di quella strada avrei cercato di parlare al mio compagno di viaggio per capire un po' come andava la sua vita. - Non hai ancora cambiato idea sul mestiere? - Gli avrei chiesto al confine del Paese delle Risaie. - Sei sempre volenteroso di aiutare gli altri? -

    Purtroppo, come sarebbe stato prevedibile, quel nostro dialogo venne ben presto interrotto e, indipendentemente da ciò che il piccoletto avrebbe risposto, ben 5 persone ci avrebbero sbarrato la strada.

    - Hey! Voi! - Avrebbero urlato loro. - Questo è territorio nostro! Pagateci la tariffa oppure crepate! -

    Per qualche attimo il mio sguardo si sarebbe poggiato sul mio compagno di viaggio. A quanto sembrava, i tizi che ci trovavamo di fronte non erano forti. Avevano catene, bastoni... Sembravano aggressivi, ma non pericolosi. E la vera domanda era una sola: come egli avrebbe risposto a quella specie di sfida?

  10. .

    Il Volto del Tennin


    Post 2 - La Maschera del Dio del Caos



    Quando Hideo raggiunse Kairi ai piedi della torre, quest’ultima probabilmente si sorprese, ma nulla di tutto ciò avrebbe potuto influire in qualche modo sulla difficoltà dinnanzi a cui si trovavano ora entrambi: c’era una torre da scalare. Il premio, - se tale si poteva definire l’oggetto in cima, - li aspettava sul punto più alto della scalata. Spettava ora a Kairi decidere se accettare la compagnia del genin di Kiri oppure farne a meno, a seconda di quel che avrebbe desiderato. Di certo, avere un compagno durante quel nemmeno tanto breve viaggio sarebbe potuto essere utile… Oppure no. A seconda dei punti di vista. D’altronde, le infiltrazioni venivano sempre fatte nel minor numero possibile, perché in quel modo si diminuiva la probabilità di venire scoperti e quindi di mandare a monte tutta la missione.

    In quel caso, tuttavia, si poteva davvero parlare di un’infiltrazione? O era, magari, qualcosa di più combattivo?

    Comunque fosse, i due ninja sarebbero partiti insieme iniziando a scalare la parete esterna della torre laddove Kairi aveva percepito la minor quantità di energie. Mossa astuta e logica, - avrebbe detto qualche saggio, - che diede i propri frutti. Tant’è che fino al terzo piano non avrebbero incontrato nessun genere di ostacolo. Non vi sarebbe stata una sola energia a disturbarli. E nemmeno una trappola.



    Da lì in poi, tuttavia, la presenza di energie presenti nella torre si sarebbe fatta decisamente più diffusa e presente. Non solo: giunti fino al terzo livello, si sarebbero ritrovati dinnanzi a una piccola piazzola. Per continuare la scalata dovevano per forza giungere all’altra parte della piazzola, - una corsa di circa 25 metri, - in modo tale da poter raggiungere la parete mediamente interna della torre e continuare la loro scalata in quella zona.

    Ed ecco qui che si presentava il primo problema: sulla piazzola che separava i due ragazzi dall’altra parte della parete loro avrebbero visto… degli esseri spettrali. Trasparenti. Senza volto e forse senza anima, ma sicuramente con del chakra. Li avrebbero visti vagare qui e lì, quasi come se non avessero una meta e uno scopo, freddi e glaciali come la notte stessa. Soffermandosi a guardarli dal lato della parete, i due shinobi avrebbero contato circa 12-13 spettri di quel genere.



    Concentrandosi nuovamente, Kairi non avrebbe percepito affatto delle differenze rispetto a ciò che aveva sentito prima, ma data la breve distanza avrebbe sentito chiaramente che quelle figure dinnanzi non avevano un tantien e la quantità di chakra che possedevano era un misto di 30 e 40 bassi. Il chakra, invece di essere concentrato in un solo punto, sembrava “diffuso” un po’ ovunque nella figura spettrale.

    Fintanto che la parete da scalare era ormai bella che terminata, continuare a scalare sarebbe stato impossibile. Tuttavia, come si addiceva a qualsiasi torre, essa non aveva unicamente un “esterno”, bensì anche un “interno”, il quale sarebbe potuto facilmente essere raggiunto dagli shinobi attraverso delle finestre situate sulla torre stessa, ma conveniva farlo? Del resto, le energie che prima Kairi aveva percepito non erano mica relative unicamente all’esterno, bensì anche a tutta la zona interna.

    Le strade, insomma, erano due. Una esterna, ricolma di figure spettrali. Una interna, piena di segreti.

    Su quale fare i primi passi? Dove andare?

    [...]



    E mentre i due poveri accademici si divertivano a modo loro, io avevo le mie difficoltà su cui riflettere. Una di queste era l’assetto del mondo in cui portare il Caos nella sua forma più pura. Le mie riflessioni, tuttavia, vennero interrotte in una maniera piuttosto brusca quando qualcuno bussò alla porta del mio covo costringendomi ad alzarmi e dirigermi verso la porta.



    “Uhm?” - Mi chiesi alzandomi dalla sedia, - non prima aver mosso una figura sulla scacchiera presente sul tavolo, - per poi arrivare nei pressi del muro. Non sapevo mica chi si era permesso di bussare così fortemente alla porta, - persino in quel modo, - ma non che avevo una grande capacità di scelta.

    Quando aprii la porta, mi trovai dinnanzi a un armadio che mi fissava dall’alto in basso con aria di superiorità. Resistii per non tapparmi il naso quando sentii l’odore di fumo, ma alla fine mi ricordai di cosa fossero gli umani: animali con un po’ di coscienza in più. Non potevo mica pretendere da un gruppo di mammiferi troppo, no?

    - Tua madre non ti ha detto che l’aspetto inganna? - Chiesi alzando un sopracciglio e capendo che, forse, sarebbe stato persino troppo semplice battere uno così. Comunque decisi di non fare nulla e provare a capire dove mi avrebbe portato quello strano dialogo.

    - Lavoretto? - Chiesi. Volli chiedergli il solito “ma sai chi sono”, ma alla fine decisi che tanto gli animali non avrebbero capito. I mammiferi non si erano ancora sviluppati abbastanza per comprendere questa sorta di ragionamenti complessi. - Va bene, - risposi. - Tanto sempre meglio che annoiarmi qui.

     Alla fine, lo scimmione disse com’è che si chiamava e come potessi chiamarlo, facendomi un cenno per seguirlo.

    - Non mi interessa nulla di quale sia il tuo nome reale, - risposi. - Tienitelo. Non è di certo il tuo nome che mi serve. -

    “Chissà in che zoo mi trovo” - pensai seguendo l’Uomo-Armadio mentre camminavamo tra le tanti torri di Ame e su una di queste si stava sviluppando ciò che si poteva a tutti gli effetti considerare un vero e proprio putiferio.

    - Tenere in mano un’arma? - Domandai. - Non mi piacciono le armi. Non tutte, almeno. Ma, per esempio, le balestre le so tenere in mano abbastanza bene, - risposi tirando fuori da sotto il mantello la mia balestra, già bella carica con i vari dardi, per poi puntarla in direzione del busto di quell’uomo.



    A distanza ravvicinata i 4 proiettili avrebbero potuto schiantarsi contro il suo petto rompendoglielo del tutto, ma ne sarebbe valsa la pena? Sarebbe stato uno spreco di dardi… quello. Semplicemente li avrei consumati per uccidere un altro paio di animali. Niente di fruttuoso.

    - Allora? Che tipo di lavoro devo fare oggi? - Chiesi. - Oppure desideri che io schiacci sul tasto? - A quel punto il mio sguardo, come per caso, si abbassò, fino a indicare il mio dito pronto ad abbassare il tasto che avrebbe fatto scattare i proiettili in direzione del petto nemico.

  11. .

    Il Fiore del Caos, Parte I°


    Post 1



    Al nostro ritorno dalla dimensione del Vuoto, in cui era assente sia la materia che la Luce, avevo detto a Etsuko che ben presto ci saremmo rivisti e non avrei potuto per nessun motivo al mondo dimenticarmi di quella richiesta.

    Affinché le linee si materializzassero e l’Oscurità prendesse forma, avrei dovuto fare in modo da migliorare il mio controllo sulla dimensione materiale, riuscendo a usare i Simboli del Caos meglio di come ero riuscito a farlo fino a quel momento, affinché ogni cosa diventasse reale, i portali tra i mondi si assottigliassero e l’Oscurità assumesse i lineamenti della materia.

    Etsuko in tutto ciò giocava un ruolo di quasi primo piano: non era una semplice pedina nelle mani delle divinità. No. Nel corso del tempo aveva scalato le gerarchie. Era diventato un colonnello. Pronto per fare un altro passo e vestire le vesti di un generale. Pronto per aprire le porte. I portali.

    “Fondere i mondi”.

    Quel giorno Etsuko sarebbe stato di nuovo invitato a recarsi nel Villaggio in cui, più degli altri, le dimensioni si assottigliavano e la materia tendeva laddove non esisteva né tempo, né materia, né luce, né oscurità.

    Lo stesso giorno Etsuko non avrebbe visto alcun cambiamento sul Villaggio della Pioggia, che sembrava misterioso, oscuro e silenzioso come sempre. Avvicinandosi allo stesso, il ninja di Kiri non avrebbe visto alcunché di strano in quel che era un villaggio come molti altri. Uno dei soliti. Ma quello che si prospettava uno dei soliti giorni di routine, simili a tanti altri, sarebbe ben presto potuto cambiare, se le Sue mani e le Sue linee lo avessero accolto. Se il suo Cuore lo avesse voluto.

    [...]



    Etsuko avrebbe saputo dove trovarmi senza problemi, anche se non gli avevo fornito alcuna indicazione degna di nota. Semplicemente, il chunin kiriano avrebbe saputo che bisognava recarsi lì, in quel momento. E avrebbe visto una torre distinguersi da tutte le altre, come se l’accumulo di energie oscure su di essa fosse in qualche modo… diverso. In qualche modo… particolare. La stessa aria intorno alla torre sarebbe vibrata in maniera particolare. Più densa. Insolita. Come se ogni cosa fosse cambiata. Come se l’Oscurità stessa si fosse resa solida e i filamenti che cucivano le strutture dell’Universo vi si fossero… allentati.

    Lì egli mi avrebbe trovato, sulla cima della torre, con il volto rivolto in alto, con l’intento di scrutare quelle energie oscure che tanto mi affascinavano. Che formavano i simboli… le porte dentro la materia stessa. Oh sì, Etsuko mi avrebbe di nuovo visto lì, sotto le nuvole, a scrutarle come se fossimo una cosa sola, in un dialogo tra pari, in un discorso su mezzi e materie.

    Non avrebbe visto il mio volto. No. Era cambiato, del resto, un po’ come cambiava la materia stessa quando veniva sottoposta a un po’ di energia.



    - Ti aspettavo, - gli avrei sussurrato da sotto la plastica della maschera, oltre la quale solo i miei occhi rossi si potevano vedere mentre il colore dello zaffiro sembrava riversarsi al di fuori dalle mie orbite.

    - Come puoi intuire, ho appreso ciò che volevo. Ciò che il Caos voleva fornirmi. Ma ancora non abbastanza. Non sufficientemente. Le porte tra le dimensioni mi restano ancora chiuse. -

    Da quelle prime parole che gli avevo detto poteva già provare a capire il motivo per cui la Provvidenza lo aveva di nuovo portato lì, scaraventandolo tra le mie braccia. E le mie braccia lo avrebbero accolto, prima ancora che potesse dire qualsiasi cosa.

    Rispondermi.

    - Dobbiamo trovare un oggetto quest’oggi, - gli avrei detto mentre saremmo stati in un abbraccio fraterno fatto di calore e amore. - Qualcosa che mi serve. -

    Un fiore. Rosso. E al contempo nero. Disegnato, ma al contempo reale. Fatto di luce e ombra. Somigliante a una farfalla.

    Con quelle parole, con la mia mano appoggiata sulle sue spalle, gli avrei indicato la skyline di Ame. Un panorama composto da torri e pioggia. Da Oscurità e polvere. Sotto le stelle quel paesaggio sembrava così diverso. Così insolito. Come se Ame non fosse Ame. Come se tutte quelle torri non fossero altro che un enorme Porta.

    Un ingresso.

    Oppure un’uscita.

    - Trovami quel fiore, - gli avrei detto. - E avrai ciò che cerchi. -

    Non lo avrebbe visto. No. Non avrebbe avuto modo di vedere come sotto la mia maschera si manifestasse un piccolo sorriso. Come le labbra si assottigliassero vicino a uno degli angoli e lo sguardo diventasse più preciso, più concentrato, più… profondo.

    Quegli occhi rossi non mentivano. Non in quel momento, per lo meno, ed Etsuko lo avrebbe percepito senza alcun problema.

    Era la verità.

    E per realizzare i suoi sogni egli non avrebbe dovuto che fare un solo passo.


  12. .

    Il Torneo del Drago Nero


    Post 1



    Se c’era un torneo che restava da quasi sempre al centro delle attenzioni degli esperti degli arti marziali di quasi tutto il mondo, quello era sicuramente il Torneo del Drago Nero. A farla da padrona non era tanto l’abilità dei combattenti in sé, ma da di tutto ciò che vi si poteva incontrare: teste tagliate, corpi bruciare, gambe spezzate, crani frantumati e molto altro ancora. Come diversi tornei inventati in passato, quello del Drago Nero cercava di richiamare le attenzioni dei visitatori soprattutto grazie alla propria brutalità e spettacolarità: si diceva che più vi si avanzava tra un round di qualificazione e l’altro e più sangue, budella e teste tagliate vi si potevano vedere in quel che erano degli scontri senza alcuna pietà. Scontri che, anzi, puntavano unicamente sulla violenza.

    Io ne avevo sentito parlare circa 5-6 anni prima della mia dipartita per mano di un signore che al tempo mi sembrava un folle, ma che ora mi sembrava un genio. Era stato lui a parlarmi di questo fantomatico torneo che veniva svolto in un posto celato nel Paese delle Cascate, in cui i migliori venivano invitati per picchiarsi malamente e senza esclusione di colpi, con tutto ciò che gli veniva dato dagli organizzatori… o, per meglio dire, dal Caso stesso, giacché gli equipaggiamenti, le arene, e tutto il resto vi veniva scelto in maniera del tutto randomica.

    Ovviamente, erano più coloro che si iscrivevano al torneo e facevano una brutta, bruttissima fine, piuttosto che coloro che riuscivano a giungere alla fine delle competizioni aggiundicandosi non solo un ricco premio in denaro, ma anche la gloria eterna, la Coppa del Drago e i ringraziamenti degli organizzatori. Ciononostante, sembrava proprio che il numero degli interessati alla competizione sanguinosa non tendesse a diminuire nel corso degli anni.

    Anzi.

    Avevo persino sentito che l’ascolto per le gare di quella stramba competizione tendesse, per qualche motivo, ad aumentare.

    A me, tuttavia, non interessava né picchiarmi, né guadagnare i soldi e nemmeno m’interessava la famosa coppa. Ciò che mi interessava davvero era la storia del posto.

    Una specie di lore.

    I racconti legati al torneo e a quella specifica zona del mondo parlavano di un drago. Si diceva che esso vivesse tra quelle montagne, nascondendosi tra una cascata e l’altra, un po’ come un fantasma che aveva posto delle condizioni alla gente dei villaggi: organizzare, in qualità di tradizione, un torneo sanguinoso e brutale, in cui i combattenti-perdenti stessi fossero dati in sacrificio al drago… altrimenti, beh… altrimenti il drago avrebbe distrutto i villaggi situati lì, nelle vicinanze.

    Si raccontava che vi fossero anche altri tesori in quella parte del mondo. E che il Drago né fosse il custode. Che solo una parte degli stessi venisse concessa ai vincenti e che molto, molto altro c’era ancora da scoprire, poiché nascosto nei meandri delle montagne, laddove solo i ninja più pazzi, un po’ come il sottoscritto, potevano puntare.

    Qui entro in gioco io. E quel pazzo ninja del Suono che avevo conosciuto.

    [...]



    Lo avrei di nuovo richiamato, un po’ come il Caos che richiama la propria maschera. Lo avrei fatto venire di fretta, promettendogli nella solita letterina qualcosa che lo avrebbe reso forte, - ovviamente avrei taciuto sulla possibilità di morire malamente, - e che gli avrebbe dato la possibilità di confrontarsi con i migliori (i migliori macellai in cerca di fortuna… bisognava dire, gente che sapeva combattere, ma che non era in alcun modo afflitta da vincoli o catene di regole o morali).

    Del resto, se voleva veramente migliorare, crescere, quello sarebbe stato un buon modo per farlo. Bisognava solo… iscriversi al torneo. E di questo lo avrei informato io stesso, ancora con quel mio volto falso che mi ero montato all’ospedale di Oto.

    - Hey… come stai? - Lo avrei chiesto allargando le labbra in un sorriso. - Senti, ho sentito di un torneo interessante in quel di Taki… Ti interesserebbe mica? - Gli avrei chiesto.

    - Si tratta di un torneo di arti marziali e potrebbe interessarti. Potresti iscriverti allo stesso per migliorare le tue capacità ed eventualmente migliorare, oltre che vincere molti soldi! -


    Una proposta come quella avrebbe sicuramente interessato tutti. O quasi tutti.

    - Diciamo che è un po’ sanguinoso… quel torneo… ma c’è anche dell’altro… - E a quel punto gli avrei spiegato della lore del posto, incluso il Drago Nero che, - raccontavano, - viveva tra le montagne, con tanto di tesori che avrebbero fatto comodo a Oto e all’Accademia tutta.



    - Forse nasconde anche delle nuova, - gli avrei detto. - Uova di drago che il Kokage apprezzerebbe molto! -

    Sotto-sotto ci speravo anche io. Avere a portata di mano dei nuovi draghi mi avrebbe ben presto permette di accelerare la Venuta del Caos in quel mondo. Di spargere altre fiamme, - odio e oscurità, - sul continente.

    Tutto, però, si trovava ora nelle mani del giovane ninja. Per andare lì dovevo avere qualcuno pronto a prendere parte al torneo. E lui era il candidato perfetto.

    Per combattere.

    E forse per morire.

  13. .

    La ricerca della pianta


    Post 9 - Il Topo nella Trappola



    Non appena il ninja del Suono cadde nell’illusione, i due nemici che egli si trovava di fronte pensarono di averla finalmente vinta. Ormai non sarebbe rimasto molto altro da fare che attestare al povero shinobi il colpo finale: correndo verso il punto prescelto non solo avrebbe dovuto fare il conto con diverse trappole situate lungo il cammino, ma avrebbe persino rivolto la schiena verso i due ragazzi del corridoio.

    - Strategia, - borbottò uno di loro. - Strategia e senso comune. - Anche a distanza di diversi metri, il ninja del Suono avrebbe potuto vedere senza troppi problemi il piccolo ghigno che si era formato sulle sue labbra, come se fosse una maschera di soddisfazione ad aver preso il posto sulla pelle del volto. I ninja di Ame, - e questo ben lo sapeva chiunque, - erano fatti di una pasta diversa rispetto a quelli di altri Paesi, complici anche le tantissime guerre che avevano vissuto nel corso degli anni e che, in un modo oppure in un altro, li aveva segnati.

    Ora che il topo era in trappola e la vittima era finita con la schiena al muro, non restava che aggiungere alla scena il tocco finale. Quella nota che l’avrebbe resa memorabile nel tempo.

    I due, vedendo l’otese vittima del loro genjutsu, si riposizionarono mettendosi l’uno vicino all’altro.

    - Il topo è nella trappola… - disse uno.

    - Non prova nemmeno ad attaccare, - rispose l’altro.

    - A questo punto non ci resta che finirlo. -

    Il ninja di Oto avrebbe percepito su di sé gli sguardi di entrambi gli avversari e, forse, una sensazione strana sarebbe nata al suo interno: aveva provato ad afferrare e ingoiare un pezzo troppo grande. Un pezzo troppo denso per lui. Di quelli che non avrebbe riuscito a masticare e che, forse, sarebbe potuto andargli di traverso.

    Comunque sia, circa 10 metri separavano ora il ninja di Oto dai suoi avversari ed egli percepiva ancora un certo richiamo verso il luogo in cui si era trovato sebbene, - bisogna dire, - sembrava che la voglia di rimanerci scendesse.

    Comunque fosse, il il genin del Suono avrebbe dovuto, da lì a poco, fronteggiare diversi attacchi.

    In primo luogo, uno dei due ninja avrebbe estratto 8 shuriken, 4 per mano, lanciandoli tutti insieme in direzione dell’otese. [Slot Azione 1 - Lancio]. Gli shuriken avrebbero percorso una traiettoria perfettamente rettilinea, mirando a diversi punti del corpo del nemico: la testa, il busto, la pancia, la gamba destra.



    - Me ne occupo io, - avrebbe detto lo stesso ninja per poi [lanciarsi - Slot Tecnica 1 - Corsa Fulminea] in avanti e provare a raggiungere l’otese a velocità molto alta. Le trappole che erano situate lungo il corridoio erano già scattate, motivo per cui non ci sarebbe stato motivo di preoccuparsene. Una volta arrivato nei pressi del povero otese, l’avversario avrebbe compiuto una completa circonferenza intorno allo stesso, mantenendosi a circa 3 metri di distanza dall’otese.

    Questi non avrebbe potuto semplicemente “scappare” da lì, perché in ogni momento sarebbe potuto essere colpito alla schiena. Comunque fosse, dopo un giro o l’altro, avrebbe poi modificato la propria traiettoria per scagliarsi verso l’otese dalla sua sinistra. In quel momento stesso una [lama] sarebbe balenata nella mano del ninja di Ame, che con un rapido [movimento - Statistiche Aumentate]avrebbe provato a conficcare il metallo della Wakizashi nel collo dell’otese.

    Subito dopo egli si sarebbe riposizionato con la wakizashi nella mano, per poi usarla in maniera tale da provare a ferire l’otese: un primo [Testo Visibile[fendente - Slot Azione 2]] sarebbe partito da sinistra verso destra puntando al busto dell’otese, in maniera tale da causargli un taglio lungo e profondo, doloroso e sicuramente non ignorabile.

    Poi avrebbe provato un [affondo - Slot Azione 3] con la wakizashi, diretto verso il quadricipite del buon otese, provando a causargli una lacerazione profonda e dolorosa, che avrebbe costretto l’otese a restare sul suo posto.

    L’altro ninja, al contempo, avrebbe guardato la scena senza fare nulla, o quasi.

    - Dimmi quando finisci… O se ti serve una mano con quel pivello. -

    [...]



    Non risposi alle sue provocazioni: non mi importava niente delle stesse, ma, alla fine dei conti, avevo ottenuto più o meno ciò che desideravo. Non solo ero riuscito a capire di più del nemico che mi trovavo dinnanzi, ma anche d’immobilizzare il nemico. [Slot Tecnica 1 - Mantenimento].

    Le catene che avevo preso i polsi dell’avversario sarebbero dunque rimaste al loro posto, mentre io osservavo l’avvicinamento dei kunai verso di me. Se non avevo sbagliato le mie valutazioni, mi trovavo dinnanzi a qualcuno che aveva imparato a manipolare il campo gravitazionale, riuscendo così a combattere senza nemmeno doversi spostare, agitare le mani o fare qualsiasi altra cosa. Era… la perfezione. O quasi. Qualcuno che poteva manipolare la realtà intorno senza dover fare i sigilli.

    - Ottimo, - bisbigliai.

    Notando il kunai avvicinarsi verso di me, feci la stessa cosa di prima: dopo aver - [materializzato - Slot Tecnica 2] - 4 kunai nella mia mano destra, li [lanciai - Slot Difesa 1] in direzione dei dardi che si muovevano verso di me, impastando del [chakra] nella forza per poi lanciare i dardi in avanti.



    Ciò che avvenne fu la ripetizione di ciò che era già successo: i miei kunai impattarono contro i kunai in volo, deviandoli ai lati di circa 6-7 metri. Anche l’esplosione che avvenne poco dopo semplicemente non danneggiò nessuno, ma non fece altro che aggiungere un altro botto all’atmosfera tetra e cupa di Ame.

    A quel punto toccava a me agire: la distanza tra di noi era di 6 metri ancora, ma lui era legato dalle mie catene, che avrebbero continuato a [stringere - Slot Azione 1 - Presa].

    [NOTA]

    Non gli serviva muovere le mani per attaccarmi, il che era un vantaggio per lui e uno svantaggio per me. Di contro, con le mani immobilizzate non sarebbe ugualmente riuscito a muoversi, restando in balia dei miei attacchi. Il problema era… banalmente riuscire a raggiungerlo con la mia offensiva.

    A quel punto non mi restava molto altro da fare, se non continuare ad applicare la pressione, tramite le mie illusioni, sui suoi arti, in maniera tale che sentisse quel dolore. Che lo percepisse. E che quel dolore gli annullasse la capacità di capire e comprendere, al fine di annebbiargli la mente e la vista, per offuscarlo e non dargli la possibilità di pensare in maniera lucida. [Slot Azione 2 - Continuazione Presa]

    Fu in quei secondi che il mio sguardo si poggiò sul volatile.

    Che piacesse o no, era lui il problema. Era quel volatile a limitare la mia capacità di difesa. Era quello che non mi permetteva di agire adeguatamente. Di sfuggire dalla sua vista. Dai suoi colpi. Era quello che non mi avrebbe permesso di nascondermi, limitando così le mie capacità tattiche e strategiche.

    - “Maledizione,” - pensai.

    Mentre ancora il nemico era incatenato e io mi trovavo a 10 metri di distanza da lui, non mi rimase molto altro da fare che [allontanarmi - Slot Azione 3 - Azione Gratuita] di tutti i metri che potevo, 18, con tanto di chakra repulsivo, che mi avrebbe permesso di incrementare ancora di più la distanza dall’avversario, fino a un totale di 34 metri.

    Alla fine del mio spostamento, io mi sarei ritrovato su un palazzo leggermente più alto rispetto a quello su cui mi ero trovato poco prima, con la balestra in mano, pronto a fare la mia mossa, ma soprattutto pronto ad attendere la mossa del nemico, indipendentemente se fosse arrivata da quest’ultimo oppure se fosse giunta dal suo volatile.




    Seinji Akuma

    Statistiche Primarie
    • Forza: 500
    • Velocità: 500
    • Resistenza: 400
    • Riflessi: 550
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 500
    • Concentrazione: 550
    • Intuito: 500
    • Precisione: 500
    Chakra
    74.25/90
    Vitalità
    14/14
    Slot Azione

    1. Presa catene

    2. Presa catene

    3. Allontanamento - Azione Rapida

    Slot Difesa

    1. Lancio kunai creati

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Mantenimento Tecnica

    2. Creazione kunai

    Note

  14. .

    La ricerca della pianta


    Post 8 - Le scelte e le difficoltà



    Il nemico vide il suo calcio andare a vuoto e… non fece nulla a riguardo. Nessuna azione. Nessun pensiero. Era un calcio volto a distrarre, non a colpire, e la sua azione, nonostante tutte le difficoltà, era andata a buon fine nonostante avesse mancato l’obiettivo preciso. La mente lucida e pronta dell’otese lo aveva aiutato a limitare i danni, ma sarebbe bastato anche per limitare tutto ciò che sarebbe successo nell’arco di pochi minuti?

    La strategia messa in atto dai due aversari dell’otese era tanto chiara quanto insidiosa. Egli lo avrebbe visto non solo a partire dall’energia che, come diceva, fuoriusciva dalle sue mani, ma anche da molti altri fattori, come i suoi occhi. Il modo in cui lo guardavano era, in effetti, autesplicativo. La palla di fuoco rilasciata da uno dei ninja si mosse in maniera rapida e veloce; toccò le pareti. Da un certo punto di vista, le bruciò. Di sicuro ci sarebbero state delle tracce nerastre lì tutt’intorno. Era su quello che puntava il duo di Ame: costringere il nemico a combattere senza dargli alcun tipo di via di fuga, perché dal corridoio in pochi sarebbero mai riusciti a fuggire. Già la palla di fuoco sarebbe probabilmente bastata per danneggiarlo, ma a ciò si aggiunsero anche le gocce di pioggia nera che iniziarono a cadere dal soffitto. Il fuoco iniziò a brucare quel liquido subito dopo il contatto con la prima goccia, trasformando l’intero campo di battaglia in un vero e proprio inferno.

    A tutto ciò c’era solo una via d’uscita, la Kawarimi no Jutsu, che il buon otese attivò senza troppe difficoltà. Per sostituirsi usò un paletto in acciaio e la sua idea funzionò: non appena il paletto fu al di fuori dal raggio d’azione della tecnica, anche Kuroshi lo fu. Lo scontro tra le due tecniche semplicemente non diede alcun risultato, sennò una dispersione enorme di chakra ed energia.

    Kuroshi comunque comparve a diversa [distanza] dal nemico, giacché non poteva apparire a meno di 6 metri da fonti di chakra. L’avversario, un po’ deluso dal fatto che la sua tecnica era andata a vuoto, non percepì Kuroshi a 6 metri dietro di sé, ma a quel punto fu il ninja di Oto a fare un errore [ENORME]

    Dato che sei comunque all’inizio, supponiamo che tu l’abbia fatto.

    Dopo essersi avvicinato all’avversario, Kuroshi provò a sferrargli un calcio carico di energia elettrica, sperando così di metterlo fuori gioco, ma fu troppo lento. [NOTA]

    Il suo avversario semplicemente schivò il colpo[Slot Difesa 1 - Schivata]e guardò poi Kuroshi tirare fuori la lama, una boccetta con il veleno e impregnare la lama con il veleno. Nonostante si trattasse di un movimento molto veloce, fu anche parecchio prevedibile: l’avversario ebbe osservato Kuroshi con un ghigno dipinto sul volto e, quando il ninja di Oto attaccò le gambe, egli semplicemente [saltò - SD2] sul posto lasciando che la lama passasse sotto di lui.

    [NOTA]

    Considerata la breve distanza tra i due, sarebbe stato un peccato non agire al massimo delle proprie capacità per provare a mettere fuorigioco l’otese una volta e per tutte. Il nemico che il ragazzo del Suono si trovava dinnanzi era, infatti, più alto di lui e sembrava anche più robusto. Dunque, avrebbe avuto più possibilità provando a colpire il nemico sin da subito con una lama, come egli stesso aveva fatto.

    Portandosi una mano dietro alla schiena, il ninja avrebbe [estratto - Slot Tecnica 1] la sua wakizashi, muovendola con una traiettoria orizzontale verso il collo del ninja di Oto, in maniera tale da tranciarglielo e mettere fine ai giochi subito. Nel caso non ci fosse riuscito, il ragazzo della Pioggia lo avrebbe incalzato con rapidi attacchi portati con la lama: il primo un affondo [Slot Azione 1] verso il centro del petto, più precisamente verso il cuore. Poi un fendente da sinistra verso destra, da basso verso l’alto, al livello della 4° costola, con l’intenzione di affondare la lama nelle carni del ragazzo e tranciargliene un bel po’. [Slot Azione 2] Infine, avrebbe di nuovo ritirato il braccio, provando a far partire un altro attacco, questa volta mirando a niente meno che il centro del collo nemico, in modo da aprirglielo in due parti.

    In tutto questo, anche l’altro si sarebbe dato da fare: considerando la grande distanza non avrebbe potuto ingaggiare l’otese in corpo a corpo, ma sfruttò quel pezzo di tempo per [avvicinarsi - SA 1 e 2 - Azione Rapida] il più possibile verso i due e poi fare la sua [tecnica - Slot Tecnica 1]

    Il ninja di Oto avrebbe dunque sentito un forte richiamo provenire a 10 metri alle sue spalle. Un suono forte e chiaro. Quasi come un invito. Avrebbe ceduto allo stesso o no?

    [NOTA]

    [...]



    Come avevo previsto, i dardi non colpirono colui che desideravo colpire, ma né distolsero l’attenzione scagliandolo verso di me. Osservai così con un certo piacere il modo in cui compì i suoi sigilli evocando un uccello che iniziò a girare sopra alla mia testa in quel che sembrava uno spettacolo in cui io stesso mi ero lanciato tantissime volte in un passato che ormai mi sembrava troppo lontano e troppo sfumato.

    Conoscevo le tattiche che si potevano usare quando si volava sul dorso di un uccello e si scagliavano le bombe. Io stesso lo avevo fatto, sia da vivo sia da morto, sia da reanimato. Era un libro che conoscevo meglio di qualsiasi ninja. E così, quando notai i kunai con le bombe volare verso di me, [creai - Slot Tecnica 1] io stesso 4 kunai, lanciandoli con un solo movimento verso i kunai che volavano verso di me dall’alto. [Slot Difesa 1] I dardi così impattarono e si dispersero, cadendo gli uni lontano dagli altri, a molta distanza da me e senza causarmi alcun danno.

    - Poca fantasia, - sentenziai.

    Quando lo vidi cadere dinnanzi a me dopo il suo volo dal dorso dell’uccello, inarcai un sopracciglio cercando di capire se fosse serio. Volare su un uccello mentre il nemico era per terra risultava un vantaggio strategico niente male, in quanto permetteva di attaccare senza essere attaccati di risposta oppure di venire attaccati di risposta, ma con una forza minore. Per giunta, trovarsi in alto permetteva anche di controllare meglio l’intero campo del combattimento, cosa che io e pochi altri potevano fare grazie a straordinarie abilità oculari.

    - Poco pensiero strategico… - avrei sussurrato poco dopo notandolo rialzarsi a 10 metri da me. Solo allora avrebbe notato i miei occhi. Gli occhi di chi voleva [ucciderlo - Bonus Concentrazione.] [NOTA]

    Ora mancava soltanto un’azione che potevo fare… Ovvero attaccarlo. Come?

    Spararlo di nuovo con la balestra sarebbe stato superfluo e, dato che aveva evitato l’attacco di sorpresa fatto prima, c’erano pochi dubbi relativi al fatto che sarebbe stato in grado di schivare anche questo attacco. Inoltre, non potevo semplicemente creare il Velo di Nebbia, come avevo già fatto durante lo scontro precedente, nell’Ospedale del Paese del Riso, in quanto il nemico mi aveva già visto fare quell’azione e fare delle azioni troppo ripetitive non avrebbe portato ad alcun buon risvolto.

    Pertanto, avrei di nuovo fatto affidamento sui miei occhi. [Usandoli - Slot Tecnica 2] avrei creato, a mezzo metro di distanza dal nemico, 4 catene, di cui 2 avrebbero provato ad afferrargli i polsi con una velocità decisamente superiore alle sue aspettative, mentre una avrebbe provato ad avvinghiarsi intorno al suo collo e una intorno al suo bacino [Slot Azione 1]. Anche la morsa stessa che le catene avrebbero applicato sui suoi avambracci si sarebbe presto rivelata molto forte, tanto da poterli anche danneggiare. Inoltre, le catene lo avrebbero reso incapace di fare quasi qualsiasi cosa: spostarsi, per esempio, o fare i sigilli, giacché avrebbero tenuto le sue mani lontane le une delle altre.

    Indipendentemente da come sarebbe finito quell’attacco, le mie mani si sarebbero mosse rapida [ricaricando - Azione Rapida]la balestra con il solo dardo che mi restava con una carta-bomba legata allo stesso, per poi [attivarla - Slot Azione 2] e, dopo aver puntato la fronte del nemico, premere sul [grilletto - Slot Azione 3]. Il dardo così sarebbe partito rapido in ciò che sembrava una fucilazione, anziché uno scontro, verso la testa del nemico e la bomba sarebbe ovviamente esplosa non appena il dardo si sarebbe trovato in prossimità del suo collo.


    Seinji Akuma

    Statistiche Primarie
    • Forza: 500
    • Velocità: 500
    • Resistenza: 400
    • Riflessi: 550
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 500
    • Concentrazione: 550
    • Intuito: 500
    • Precisione: 500
    Chakra
    82.5/90
    Vitalità
    14/14
    Slot Azione

    1. Attacco illusioni (catene)

    2. Attivazione bomba

    3. Uso meccanismo

    Slot Difesa

    1. Lancio kunai creati

    2. ///

    3. ///

    Slot Tecnica

    1. Creazione kunai

    2. Incubo della Battaglia

    Note

  15. .

    La ricerca della pianta


    Post 7 - Il corridoio



    Dinnanzi ai due nemici, il buon otese cercò di non perdersi d’animo e di agire, per quanto potesse, in maniera tale da limitare la loro presenza e le loro azioni in quello spazio. Non era certo se sarebbe servito oppure no, perché d’altronde si trovava in profondo territorio nemico, ma era certo che qualcosa lo doveva pur fare, altrimenti in breve tempo avrebbe potuto perdere non solo l’obiettivo della propria missione, ma anche la vita e, forse, persino l’anima.

    Per questo le sue azioni furono rapide e precise; i passi veloci e silenziosi lo portarono prima a neutralizzare, per quanto potesse, lo scienziato che si trovava di fronte e poi con due ninja che uscirono al grido dello scienziato. Per fortuna sua, l’otese se ne era reso conto e quando i due comparirono sulla scena di gioco, egli non fu impreparato. Non, almeno, meno di quanto potesse essere: se lo avessero colto da dietro, infatti, il buon otese avrebbe avuto molti più problemi di quelli che avrebbe potuto avere in altre occasioni. Di certo, non poteva sperare di sconfiggere ben due avversari usando la pura forza bruta e nient’altro. Doveva anche mettere in atto una buona dose d’ingegno, che non gli mancava.

    Si difese dunque dagli attacchi dei nemici, non senza più di qualche difficoltà, specie considerando che si trattava di attacchi veloce e, spesso, portati al limite della forza fisica e velocità dell’otese stesso.

    Il terzo attacco, bisogna dire, fu quello più particolare e l’idea dell’otese ebbe funzionato, seppur in parte. Vedendo l’otese fare i sigilli, difatti, l’avversario più vicino alla sua posizione [saltò - Slot Difesa 1 (B)] verso il lato, trovandosi ben presto con le piante dei piedi ben incollate al muro.

    Andò meno bene all’altro ninja che, con le mani impegnate a fare i simboli, non riuscì a reagire prontamente a quell’attacco e si ritrovò immischiato nella scarica elettrica che era partita dal corpo di Kuroshi. Il [danno - Intralcio Leggero (Ingombro), (A)] che si era preso fu ampio e diffuso e furono colpite soprattutto le gambe, limitando i possibili futuri spostamenti del ninja di Ame. Da quel momento in poi, i suoi spostamenti sarebbero stati molto complessi da fare, ma si sarebbe potuto dire lo stesso di Kuroshi.

    [NOTA]

    L’attacco successivamente portato da Kuroshi fu troppo lento, anche a causa dell’acqua caramellosa sotto i suoi piedi, e quindi non ebbe nessun effetto: il suo nemico semplicemente si [piegò - Slot Difesa 2 (A)] sulle ginocchia vedendo il colpo dell’otese passare a circa una ventina di centimetri più in alto rispetto alla propria fronte.

    Raggiungere l’altro ninja per l’otese non sarebbe stato semplice per nulla, a causa di quella specie di gelatina che ora si trovava sotto i suoi piedi. [NOTA]

    Giunto nei pressi del nemico, egli quindi avrebbe potuto scagliare soltanto un pugno, che si sarebbe comunque rivelato nullo: diretto verso il fegato dello shinobi che ora sostava con i piedi sul muro, un bersaglio relativamente facile, il pugno venne semplicemente [“deviato” - Slot Difesa 2 (B)] dal ninja di fronte a Kuroshi.

    Così, l’otese poteva dirsi soddisfatto a metà: la sua idea con la counter aveva funzionato, sebbene non completamente, e aveva fatto danni su uno dei ninja, ma tutto il resto era andato nel peggiore dei modi, anche a causa dell’acqua caramellosa che ora si trovava un po’ ovunque sul terreno.

    [NOTA]

    A quel punto, Kuroshi si trovava immischiato nell’Acqua Caramellosa e si era ritrovato vicino al tizio che sostava con le gambe incollate al muro, mentre l’altro era rimasto qualche metro più indietro. Per l’onor del vero bisogna ricordarsi che né il fattore della tecnica, né il suo alleato, subivano gli effetti negativi del jutsu e quindi loro erano più liberi dell’otese e potevano muoversi lì in maniera decisamente più agile.

    Per questo avrebbe provato a sfruttare questo vantaggio: il tizio alle spalle dell’otese avrebbe fatto un [salto - SA1, allontanamento (A)] di diversi metri, usando anche un particolare Chakra Repulsivo sotto la pianta dei piedi, portandosi a circa 9 metri dall’otese. L’altro avrebbe prima provato a distrarre l’otese: egli si sarebbe spinto con i piedi sul muro per poi [saltare - SA1, attacco (B)] e provare a colpire il buon Kuroshi con un calcio volante direttamente sul mento. Subito dopo, anch’egli avrebbe usato una specie di chakra strano sotto le piante dei piedi per [saltare - SA2, allontanamento (B)]. Egli si sarebbe ritrovato a 12 metri dall’otese.

    Entrambi dunque si sarebbero trovati lontano dall’otese, ma con una solida differenza: erano ora posizionati da lati diversi rispetto al ninja e quindi c’erano 21 metri di distanza tra loro, in quanto erano saltati in direzioni differenti.

    Quello che era prima sulla parete avrebbe velocemente fatto un paio di sigilli. [Slot Tecnica 1 - Palla di Fuoco Suprema, (B)]



    Dalla sua bocca quindi sarebbe uscita una palla di fuoco, che nelle condizioni di quel corridoio si sarebbe potuta rivelare fatale qualora avesse colpito l’otese. Ma non solo, perché il ninja che si trovava dall’altra parte del corridoio avrebbe fatto dei sigilli anch’egli. [Slot Tecnica 1 - Pioggia Nera, (A)].

    Nello stesso istante in cui il fuoco avrebbe viaggiato verso l’otese, dal soffitto sarebbero iniziate a cadere gocce di pioggia nera, simili alla pece. Al contatto con il fuoco quella pioggia si sarebbe infiammata, danneggiando gravemente l’otese.

    Sempre se egli non avesse trovato un modo per sfuggire da quella spiacevole situazione.


    [...]



    Io, dal canto mio, restavo lì a sostenere i suoi sforzi, per quanto potessi. Osservando la situazione con il Magan, vidi l’avvicinamento di un altro nemico e capii che per Kuroshi non sarebbe stato per niente semplice sconfiggerlo, specie considerando che il tizio che si stava avvicinando sembrava decisamente più forte degli altri e che, inoltre, mi sembrava di conoscerlo.

    Pertanto, non appena egli si sarebbe palesato nei pressi di una finestra, il mio dito sarebbe “scivolato” sul grilletto, premendolo. A quel punto i 4 dardi della balestra sarebbero istantaneamente partite verso il nemico. [Slot Azione 1 - Uso Balestra]

    I dardi sarebbero volati paralleli al terreno, mirando la petto del nemico, in maniera tale da ucciderlo subito, sul colpo.

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