Votes taken by -Hidan

  1. .

    Patto, Doppio Patto e

    Contropattocco


    I


    Era stata una nottata turbolenta.
    Non tornavo a Kiri da parecchie settimane e, evocato da quel luogo dopo la mia visitina al Bonshuno, avevo passato la nottata a dover cercare la capra dalla testa al contrario del incorreggibile amico e sciamano professionista Sanjuro.
    Non era certo quello che mi aspettavo, dopo essere sopravvissuto ad una passeggiata nelle terre infernali, ma tra un pellegrino monco e con qualche problema di tossicodipendenza e la suddetta capra, era passata con un po' di divertimento anche quella stralunata nottata.
    Mi ero ritirato nella mia vecchia casa di nascosto nel quartiere Hozuki, al fine di non attirare troppe attenzioni, con il chiaro intento di tornare ai miei affari il giorno dopo; se fossi rimasto più tempo alla Nebbia, avrei corso il rischio di essere assorbito in qualche questione.

    Neanche a dirlo che, il mattino successivo, svegliato di buon ora e rifocillatomi per il viaggio al mercato, ripresi la via principale, dirigendomi verso l'uscita del villaggio. Fu lì che, poco fuori il portone, notai una figura a me fin troppo familiare.
    E tu che ci fai qui? Avrei esclamato, una volta superata la volta in pietra del grande cancello aperto. Ci eravamo lasciati solo qualche tempo fa ad Ame... Hai per caso fretta di mettere in moto le mie idee? Avrei domandato. Comunque, sei stato molto fortunato a trovarmi qui. E' una casualità, o forse il destino? Fino a ieri sera, ero in un posto molto lontano... O un altro mondo. E, come vedi, stavo appunto andando via. Mi sarei girato verso le mura, urlando ai guardiani. Ehy, voi! Avete sentito il nostro amico ZonGo? Chiamate Ryuu e ditegli di chiamare Kensei... O andatelo chiamare voi. Avrei concluso, sicuro che la mia figura riscuotesse ancora un certo obbligo di dipendenza verso i guardiani delle mura della Nebbia.

    Sei sicuro di non voler entrare? Staremo più comodi nel Villaggio. Stai tranquillo, con me non dovrai lasciare alcuna arma. Avrei atteso una risposta, prima di continuare. Comunque, neanche a farlo apposta, mentre attendiamo Kensei... Forse è stato veramente il destino a farci rivedere così presto. Sarei tornato presto ad Ame, ma adesso ho qui con me un qualcosa che sarà molto utile ai nostri piani... Solo che è... Possiamo dire... Incompleta. La tua conoscenza, però, ancora una volta, può tornarci utile. Avrei sorriso. All'Abete, hai pronunciato un nome che prima per me era solo vagamente conosciuto come la Carità... Si, sto parlando di quei cani degli Hayate. Il Padre delle Genti, Yorishiro Ninigi... Lo sai che ho una questione aperta con loro, così come te... Ma questo nome ha adesso un nuovo significato per me. Avrei atteso un solo minuto. Cosa puoi dirmi di lui? Per fartela breve, ho un motivo in più per eliminarlo, e sembravi informato su di lui... Così inganniamo il tempo, mentre attendiamo Kensei. Sorrisi. Anzi... Nel nome del nostro patto... Adesso ti dirò altri due nomi, magari un mercenario e un uomo di mondo come te può darmi qualche dritta... Meku, il Fabbro, e Shunsaku Ban, Il Cacciatore di Leggende. Un solo istante di attesa. 400 ryo, per ciascun nome, se hai informazion utili su qualcuno qualsiasi di queste persone. Non vorrei che la gente iniziasse a pensare che siamo troppo amici! Sei pur sempre un mercenario! E, per andare d'accordo con un mercenario, bisognava sempre fare un patto: da far rispettare, e da onorare.

  2. .

    Il Lupo e la...

    Capra?


    V


    Il Lupo stava forse sottovalutando il suo grosso e grasso avversario, forse confuso dalla sua faccia bonacciona e dalla sua voce sempliciotta.
    Tork, però, era un cavernicolo con la C maiuscola, e voleva più bene alle sue capre che a se stesso, forse era per questo che aver trovato una capra così particolare aveva destato in lui tanta enfasi da portarlo perfino a rubarlo.
    Giovane shinobi, adesso è l'ora. Un Akira in posa mistica sarebbe apparso come dal nulla seduto con le gambe incrociate e le braccia poste in fase meditativa. Ovviamente quello non era il vero Akira, ma un semplice clone d'acqua. Io sono lo spirito della tua luce guida, ascoltami!
    Tork sarebbe rimasto spiazzato da quella apparizione surreale, quasi come uno spettro. FINISCE DI SPACCARE LA FRONTE A LUI E POI PASSO TORK PASSA A TE! [/FONT] Avrebbe urlato, evidentemente confuso, mentre il Jonin della Nebbia sostanzialmente ignorava le minacce che stavano arrivando.
    Adesso stai attento e combatti, il futuro del mondo così come lo conosci dipende da te... E dalla capra di Sanjuro! Spero che gli effetti della droga siano passati, mio giovane shinobi dal braccio mondo. Ma adesso recupera la concentrazione prima che il grassone ti spalmi sul muro. Avrei concluso, con una certa leggerezza, mentre il ladro di capre partiva all'attacco.
    Per fortuna del Lupo la sua difesa fu assolutamente efficace contro il grasso e sempliciotto ladro, che finì anzi per ritrovarsi una mano e la sua enorme pancia ferite. [Ferita 1/2 Leggera braccio destro + 1/2 Leggera Busto]

    AAARGH! A TORK FA MALE! [/FONT] Avrebbe esclamato, una volta recuperata la posizione dopo la spanciata, mentre iniziava a toccarsi con foga le piccole ferite aperte e sgorganti sangue sparse su tutto lo strato adiposo.
    Sekiro non perdette l'occasione per tentare di infilzare l'enorme pancia del suo avversario con la sua lama, azione che costrinse il ladro di capre a schivare con un balzo all'indietro, sfruttando una discreta quantità di chakra. [Slot Difesa I]Riflessi 150 (Impasto 1/2 Basso)

    Il Lupo, a quel punto, forse ispirato dalla mia mistica presenza, cercò di riprendere le distanze con il suo avversario... Cosa fai!? Cosa fai?! Non distrarti! Mai distrarti! Non perdere tempo! .... AAAAARGH! Un urlo stridulo abbastanza effeminato avrebbe concluso quelle poche parole... Infatti questa volta Tork non si sarebbe fatto trovare impreparato! Allungando una semplice mano avrebbe raccolto da un mobiletto della cucina una pentola più incrostata che altro e, quasi come se fosse un martello, la avrebbe scagliata contro il povero studente! Meglio, contro la sua testa! [AdO!]Forza / Velocità 125

    Leggi a fine post di cosa si tratta e del perché si attiva!


    Non badare alla pentola! Di sicuro non avrà altro con cui... O cavolo. Il panzuto guerriero aveva appena tirato fuori dal lavandino una specie di grande clava di legno. AAARGH! [/FONT] Un ruggito gutturale di guerra, e sarebbe partito nuovamente all'attacco.
    Impugnando l'arma con entrambe le mani, avrebbe tentato un semplice ma quanto efficace colpo di mazza discendente, con il chiaro intento di andare a spappolare la testa del povero ninja. [Slot Azione II]Potenza 10
    Forza 125
    Velocità 100



    Ok, il post era abbastanza buono, ma ti devo fare degli appunti!

    Prima cosa, per comodità di tutti, quando esegui le azioni specifica sempre le statistiche dei colpi con fui effettui le azioni. Come il dataspoiler in cui hai inserito la tecnica, inserisci le statistiche utili al colpo (forza/velocità in attacco e riflessi/resistenza in difesa, principalmente). Per questo post non c'erano problemi, ma dal prossimo, visto che adesso introduciamo il chakra e soprattutto gli Impasti, è indispensabile!

    Seconda cosa... Hai appena preso un bel AdO in faccia!
    Ti accenno qui l'AdO (Azione di Opportunità) visto che mi hai dato l'occasione, anche se in teoria sarebbe andato sul prossimo post, nel prossimo giro completo con il Subisci e Mena e il Counter.
    Dal regolamento, sul AdO:
    L' Azione d'Opportunità (AdO) è la possibilità di agire, con una singola azione, interrompendo le azioni fatte dell'avversario se è presente entro 9 metri dall'attaccante. L'AdO si attiverà durante la metà dell'azione o azioni che interrompe. Richiede 1 slot Azione. Alcune conoscenze permettono di utilizzare Tecniche e richiedono Slot Tecnica anziché Azione.
    Utilizza 2 Slot Azione consecutivi per fini non offensivi; si attiva a qualsiasi distanza.
    Utilizza 1 Slot Tecnica per una tecnica con 5 o più posizioni magiche.
    Utilizza 1 Slot Azione per allontanarsi.
    Utilizza 1 Azione Gratuita Lenta.
    Utilizza 2 Azioni Gratuite Veloce.

    Nel caso specifico, visto che hai utilizzato uno slot azione per allontanarti, hai innescato l'Ado! Da cui adesso dovrai difenderti.

    Argomento del post, oltre che l'AdO, sono i seguenti: statistiche, vitalità, energia vitale e chakra.

    Abbiamo 4 statistiche principali e 4 statistiche secondarie. Le principali sono Forza, Velocità, Resistenza e Riflessi. Sono le stesse di sempre, non mi soffermo anche perché son descritte nel regolamento le varie semplici definizioni che comunque ti riporto
    - Forza: Rappresenta la prestanza fisica offensiva; modifica l'ammontare di danni inflitti e indica la Velocità assunta dalle armi da lancio. Avere una buona forza permette di fare più danni e scagliare velocemente le armi. Si oppone alla Resistenza per il calcolo dei danni.
    - Velocità: Indica la velocità offensiva; modifica la rapidità di movimento, la velocità dei colpi e azioni effettuate. Avere una buona Velocità permette di avere più possibilità di colpire l'obiettivo. Si oppone ai Riflessi per la probabilità di colpire.
    - Resistenza: Indica la prestazione fisica difensiva; modifica resistenza alla fatica, alle ferite e al dolore. Avere una buona resistenza incrementa la vitalità. Si oppone alla Forza per il calcolo dei danni.
    - Riflessi: Indicano la velocità difensiva; modifica la rapidità di reagire ad un attacco, effettuando parate oppure schivate degli attacchi avversari. Avere dei buoni Riflessi permette di non essere colpiti. Si oppone alla Velocità per la probabilità di colpire.

    Le secondarie invece sono statistiche invece, oltre a regolamente particolari casistiche del combattimento (es. la Concentrazione regola la velocità delle ninjutsu, di base), possono portare determinati bonus/malus. Di seguito sempre dal regolamento:
    - Agilità: Indica la mobilità; permette di assumere agilmente posizioni impraticabili. Nei movimenti acrobatici non offensivi, sostituisce la Velocità. Avere un incremento di almeno 3 tacche all'Agilità concede 1 slot azione extra ogni 2 round. Una riduzione di almeno 3 tacche impedisce di utilizzare 1 slot azione ogni round.
    - Precisione: Indica l'accuratezza; permette di colpire un punto preciso. Nell'utilizzo di Meccanismi, sostituisce la Forza e Velocità dei proiettili. Avere un incremento di almeno 3 tacche alla Precisione concede un potenziamento +10 alla potenza di un attacco o di una Taijutsu una volta ogni round. Una riduzione di almeno 3 tacche riduce di 10 la potenza di tutti gli attacchi e Taijutsu eseguite.
    - Concentrazione: Indica la capacità di usare il chakra in qualsiasi situazione e in modo equilibrato. Nell'esecuzione delle tecniche avanzate, sostituisce la velocità delle emissioni. Avere un incremento di almeno 3 tacche alla Concentrazione concede un potenziamento +10 alla potenza di una Ninjutsu, Genjutsu, Fuuinjutsu una volta ogni round. Una riduzione di almeno 3 tacche riduce di 10 la potenza di tutte le Ninjutsu, Genjutsu e Fuuinjutsu eseguite.
    - Intuito: Indica il valore strategico, la capacità di cogliere i dettagli e ragionare. Nell'utilizzo di trappole, sostituisce Forza e Velocità. Avere un incremento di almeno 3 tacche all'Intuito concede 1 slot Tecnica extra ogni 2 round. Una riduzione di almeno 3 tacche impedisce di utilizzare 1 slot Tecnica ogni round.

    Oltre alle statistiche, le "energie" del ninja si dividono in:
    - chakra: si misura in Bassi (hai le tabelle nel regolamento, sono quelle della classica Legend), e rappresenta la carica della batteria di ogni shinobi. Serve per effettuare impasti o utilizzare qualsiasi forma di conoscenza ninja, dalle Tecniche speciali a qualsiasi tipo di jutsu.
    - energia vitale: è la quantità massima di ferite che un ninja può subire prima di morire. E' sempre pari a 30, e ogni parte del corpo ha un certo quantitativo di ferite che può subire prima di essere inutilizzabile. L'unità di misura è la Leggera, che equivale a 10.
    - vitalità: la quantità di ferite massime che il ninja può subire prima di svenire. L'unità di misura è sempre la Leggera. Varia con le differenti energie.

    Infine, gli Impasti.
    Come ti ricorderai, puoi potenziare le statistiche principali tramite gli impasti in chakra. Nel regolamento e nei tuoi ricordi la meccanica ti sarà chiara, ti introduco soltanto le principali novità.
    CAP: è il numero MASSIMo di tacche in più ottenibili in un determinato grado ninja per una determinata azione. Da studente, per esempio, non potrai MAI avere più di un bonus pari a +3 rispetto alla tua statistica di riferimento.
    OverCAP: è la possibilità di aumentare di +4 il CAP massimo, in UNA sola statistica, per UN round, in cambio di un contraccolpo (gli Status li vedremo tra un paio di post).
    Sovraimpasto: come il CAP, ogni grado ninja ha un massimo di chakra "impastabile" per slot. In questo caso, con il sovraimpasto, puoi ampliare tale possibilità, ovviamente con un contraccolpo. Ogni tacca sopra il limite, ti danneggia di 1/2 leggera la vitalità.

    Bene, un altro round! Sfrutta tutto i tuoi slot ma non esagerare con il chakra, sei una energia bianca e finisci in fretta le energie!
  3. .

    La Fonte della Vita

    Eterna


    XXVII


    Danzando nell'aria, sospinto dalla immensa forza di Pangu grazie al quale anche le leggi della gravità poteva essere ridisegnate, attaccai con tutte le mie energie rimaste il Dimenticato, aiutato dalle immense e prodigiose capacità di manipolazione di Natsuhime. La Descrizione di Akira Hozuki sfogò la sua enorme potenza contro gli arti dell'essere immane e la sua volontà, distruggendo e recidendo i suoi arti, mentre sentivo la stessa Natsuhime aiutarmi nei movimenti, incanalando il suo chakra nel suo corpo tramite le sue arti innate.
    Fu solo con l'ultima azione che, però, la battaglia fu vinta. Un'immensa quantità di chakra e della mia stessa energia vitale si scatenarono attraverso la lama, tagliando in due il poderoso essere e distruggendo del tutto ogni residuo della sua volontà.
    Quando gli effetti del mio ultimo attacco finirono di esaurirsi, vidi il Dimenticato, cadere su stesso, dilaniato quasi più nell'animo che nel fisico, mentre ancora le sue grida rimbombavano in quel mondo spirituale.
    Anff.. Anf... Anff... Siamo solo uomini, è vero... La battaglia era finita, ma dovetti utilizzare ogni mia ultima briciola di chakra per rimanere in piedi. Mi avvicinai a lui, barcollando. Ma la nostra volontà è più forte della tua. La mia volontà ha già distrutto il Gashadokuro... E ora è stato il tuo turno... Non so se voi immondi esseri avete un inferno, ma se così fosse... Dì a tutti che di voi, presto, non rimarrà più traccia nel mondo. Esclamai, secco e deciso, mentre Natsuhime si avvicinava.
    Il mio piano poteva funzionare. Sorrisi. Finalmente ti fidi di me... Ridacchiai, mentre afferravo una sua mano e con l'altra la avvicinavo verso quel che restava del Dimenticato. Finiamo questa storia, insieme. E con quelle parole, e l'aiuto di Natsuhime e della sua immensa maestria, iniziai a far confluire l'energia malefica della Forgia Divina, separandola dall'immenso chakra di Pangu, riversando poi entrambi nella volontà del Dio Guerriero che immediatamente iniziò a creparsi, dimenarsi e distorcersi. Mi allontanai giusto di un passo, mentre quel potentissimo avversario ribolliva, collassando su se stesso per l'impossibilità di gestire l'immenso quantitativo di chakra e i poteri malefici della Forgia.
    Natsuhime esultò, abbracciandomi. Con fatica, ricambiai il gesto affettuoso, sentendo in quello stesso momento la mia forza mancare e quasi crollando sulle mie gambe. Grazie... Natsuhime-dono... Grazie. Pensavo che da solo sarei riuscito a cavarmela, ma... Ma senza il suo aiuto, sarei stato perso. E forse Pangu-sama lo aveva già preventivato... Sa, quando mi concesse il potere del Vuoto mentre combattevamo il Gashadokuro, mi disse che essere forte non significava essere invulnerabile... Devo dire che tendo a scordarlo ancora, di tanto... Sorrisi ancora, mentre osservavo la Regina dei Mari in volto; qualcosa sembrava non andare.
    Poi sentii nella mia stessa mente una sola parola: perdonami.
    Una leggera spinta.
    No! Natsuhime-dono! No! Mi sentii trascinare nel vuoto, in una sensazione molto simile a quella che avevo provato liquefacendomi nel lago, allungano la mano come a voler raccogliere nuovamente quella di Natsuhime.
    Le mie dita non la sfiorarono mai.

    [...]

    In un periodo di buio, che non seppi dire durare un istante o un'intera ora, mi sentii riprendere fisicamente, ritornando ad uno stato fisico, come quando reidratavo il mio corpo con le tecniche del clan Hozuki. Natsuhime-dono...! Urlai, ritrovandomi sdraiato a terra in una specie di grotta, fisicamente integro ma con solo un briciolo di energia residuo. Riuscii a inginocchiarmi, con immensa fatica, mentre mi osservavo tutt'attorno. Dinanzi a me, un'immensa quantità di polvere, ormai come bruciata in maniera simile ai precedenti resti del Dimenticato, dietro, invece, un gran numero di perso.
    Sentii gridare il mio nome.
    Lianshi, Kensei, la Muuga, e ancora il mercenario Kaguya, l'Hokage, e altri uomini e altre donne che non avevo mai visto.
    Battei entrambi i pugni contro il terreno. Dannazione...! Dovevamo salvarci entrambi! Abbiamo distrutto la Bakekujira e la sua stessa volontà, ritorcendogli contro la Forgia Divina... Non capisco perché... Natsuhime-dono... Esclamai, con gli occhi lucidi, confuso e arrabbiato, mentre osservai dell'acqua avvicinarsi ad uno dei ragazzini lì presenti. Utilizzando il suo corpo, Natsuhime parlò ai presenti.
    Parlò del mio piano, delle nostre azioni, di come mi aveva rigenerato e di come, adesso, voleva trovare finalmente pace.
    Mi avevi fatto una promessa, Natsuhime! Ci eravamo riusciti! Perché?! PERCHE'?! Sbattei ancora i pugni a terra, digrignando i denti, arrabbiato non tanto con la Regina dei Mari, ma quanto con me stesso per non aver compreso ed intuito prima le sue intenzioni. E nel mentre, i restanti sigilli dei Guerrieri del Vuoto ancora integri vennero disciolti, liberandoli dal mondo fisico. Una lacrima cadde a terra. Anff.. Anf... Anff... I miei respiri erano pesanti e intervallati da dei singhiozzi, mentre Natsuhime ci rivelava che CaoCao era morto e, in ultimo, ci dava l'addio.
    Urlai, frustrato e arrabbiato, picchiando ancora i pugni a terra. Dannazione! Fate qualcosa! FATE QUALCOSA! Urlai, in collera, troppo stanco e visibilmente colpito da quella situazione, incapace di poter pensare ad una qualsiasi soluzione. Fu uno strano individuo, con una mazza di baseball, dei pattini e una risata inquietante, a proporre un'idea a Lianshi e al ragazzo che doveva essere Xu Shu. Si... Si! Potrebbe funzionare! Provateci! Cercai di alzarmi, fallendo e ricadendo in ginocchio, mentre i due guerrieri del vuoto utilizzarono il loro potere.
    In un istante, in una sorta di déjà vu di quello che avevo vissuto da protagonista poco prima, Natsuhime cadde al suolo, fisicamente integra e incredula.
    Lianshi e Xu Shu furono su di lei, abbracciandola.
    Ahahah... La rabbia si trasformò in felicità. AHAHAHAH! Risi, dopo tanto tempo, risi. Caddi all'indietro, distendendomi, completamente sfinito ed esausto, sul terreno, mentre alzavo le braccia al cielo. Ce l'ho fatta.... Ce l'ho fatta! Ahahahah! E continuai a ridere, incapace di muovermi per la stanchezza.
    Sentii il ragazzo con la mazza proporre un incontro, ma tutto non aveva alcuna importanza in quel momento.
    Eravamo riusciti a distruggere la Bakekujira e ad impedire la distruzione dell'isola.

    Adesso sarebbe servito solo uscire da quel posto. Chi mi aiuta ad alzarmi? Sono esausto... Avrei esclamato, realmente incapace anche di sollevare la schiena, con il dito indice della mano destra in alto, come a voler attirare l'attenzione di qualcuno. Mentre uscivamo dalla stanza, con l'ultima briciola di forza indicai Fudoh, che riconobbi a stento, ben steso sul pavimento. Ah, c'è il barbone anche svenuto... Che qualcuno se lo porti dietro... Avrei esclamato, prima di chiudere gli occhi, facendomi trascinare.
    Un sorriso di serenità ben stampato in viso.

    [...]

    Dopo un'ora, uscito dalle grotte sotterranee, e dopo aver mangiato qualsiasi cosa mi venisse offerta e aver bevuto un litro d'acqua in un sorso solo, mi trascinai seguendo il resto del gruppo verso il campo che era stato indicato come luogo dell'incontro.
    Fu durante quel periodo che venni informato di quello che era successo dal momento in cui mi ero immerso nel lago. [Nota per tutti]Se qualcuno mi fa un riassunto per Akira, ringrazio.
    Il luogo dell'incontro venne scelto in un vasto campo bruciato e, per ciascun punto cardinale, era stato posto un tavolo con delle sedie. I Guerrieri del Vuoto a rappresentanza degli abitanti dell'Abete; gli Hayate, dove figuravano il bambino la mazza da baseball, una ragazzina dai capelli rosa, un tipo abbastanza strano e, infine, anche lo Spettro dei Miracoli, la Mansuetudine; i membri della Tregua, capeggiati dalla Muuga e, infine, il tavolo accademico.
    A fatica, mi portai verso il tavolo accademico, sedendomi su una delle sedie a disposizioni insieme all'Hokage. Ah, ciao comunque. Avrei esclamato cordialmente e accompagnando il tutto con una mano, salutando Raizen che avevo visto in qualche occasione passato in compagnia del Mizukage. In assenza di Itai, avrei parlato io per Kiri, oltre che a sostegno degli abitanti dell'Abete.

    A metà tra gli accademici e i ninja della Tregua, quasi simbolicamente, il mercenario Kaguya con cui ero arrivato sull'isola presenziava in piedi, in una sorta di terra di nessuno che così bene gli si addiceva.

    La prima a parlare su proprio Natsuhime, con la sua ancora lì vicino a lei. Gli abitanti dell'isola avrebbero conservato la loro immortalità ma, a differenza di prima, adesso avrebbero conosciuto la verità di quella storia e di quel luogo. Dopo aver ringraziato i presenti, insieme a Lianshi e Xu Shu, prese la parola la ragazzina degli Hayate, che venne qualificata come una delle virtù della setta: era la Speranza. Finti ringraziamenti e le solite parole di ogni sgherro di Hayate che avevo incontrato, a cui non diedi alcun peso. La Muuga intervenne successivamente, proponendo una nuova Tregua.
    La questione era spinosa: avere un luogo dove i ninja della Zanna poteva vivere così vicino a Kiri, era un problema da non poter sottolineare, soprattutto adesso che l'Arma era stata distrutta... Che un giorno gli interessi della Zanna potessero sorpassare quelli del bene comune sull'Abete, era più che una mera ipotesi. Mi limitai ad annuire, ci sarebbe stato altro di cui discutere su quel punto.
    Fu a quel punto che parlò l'inquietante ragazzino. Nella sua voce dispotica, la malvagità della setta venne a galla. Dovetti trattenermi nello sfoderare le mie spade quando accennò alle vesti che gli Hayate utilizzavano, fatte con gli abitanti dell'isola. Quando questo, di nuovo, si riferì a Kensei, la rabbia esplose. Mi girai, iracondo come forse raramente Kensei mi aveva visto prima d'ora. Forse solo alla riunione di Kiri con la vita di Meika sul filo del rasoio. Respirai pesantemente, e chiusi i pugni con forza, mentre guardavo in faccia il Kenkichi. Nessuna parola, ma solo per poco.

    A quel punto Lianshi e Xu Shu presero la parola.
    Con la morte di CaoCao, sebbene ancora nessuno avesse saputo il come e il perché, e con Natsuhime finalmente di nuovo tra loro, avevano deciso di abbandonare il potere che Pangu gli aveva donato. Non sarebbero più sfuggiti alla morte, e avrebbero ceduto i loro simboli. Un altro simbolo del Vuoto però, sebbene incompleto, era lì. Natsuhime sollevò uno scrigno dall'acqua e me lo recapitò: presi il simbolo del Wu tra le mie mani, sebbene profondamente diverso da quello che avevo io. Era incompleto, ma forse sarebbe stato utile per un nuovo Guerriero del Vuoto. Mi alzai, e ringraziai con un piccolo inchino Natsuhime e Lianshi, che avevo speso belle parole nei miei confronti. Natsuhime-dono... Lianshi, Xu Shu... Vi ringrazio... Troverò uno scopo, scoprirò il perché di questo Simbolo. Esclamai, mentre riponevo il simbolo in uno dei miei rotoli; intanto Lianshi aveva deciso di donare il suo potere ad un genin della Sabbia di nome Masayoshi, mentre Xu Shu al ragazzino dai capelli bianchi tramite il quale Natsuhime aveva parlato nella sala del Cuore, un ninja della Foglia. Non conoscevo nessuno dei due, ma credevo fortemente nelle volontà e nelle decisioni prese dai due Guerrieri.

    Il primo a parlare da parte degli Accademici, fu l'Hokage. Il suo fu un discorso lungo e toccò diversi punti. Propose di portare al consiglio accademico la proposta di Natsuhime-dono, chiese poi ai Guerrieri del Vuoto e alla moglie dello Scriba del Mondo notizie e informazioni sulle Armi di Iwa rimaste. Una di queste, sembrava trovarsi in un luogo chiamato il Canyon delle Tempeste, e, rivolgendosi alla Muuga, propose un accordo per addentrarsi in quel posto, unitamente alla Zanna, per distruggerla definitivamente. In ultimo, propose agli Hayate una sorta di tregua. Le informazioni in loro possesso sulle Armi in cambio di una cieca tolleranza verso di loro nei territori accademici. Anche in quel caso, dovetti trattenere in me la rabbia.
    Hayate e la sua setta non meritavano accordi, possibilità, tregue. Nulla.

    Quando l'Hokage terminò il suo discorso, ancor prima di avere il tempo di parlare, Feng Gu mosse qualche passo verso il centro del prato, prendendo parola. Il Mercenario come sempre sembrava essere una fucina senza fine di informazioni. Le Armi restanti erano, oltre all'Oni, il Kappa, Jorojumo e Komainu. Anche lui, come Raizen, chiese informazioni e notizie a Natsuhime, la più anziana, di gran lunga, in quel posto, insieme agli Hayate. Fu però quando passò alla setta degli immortali che, finalmente, mi ritrovai ad essere di buon umore. Ai vari insulti del Kaguya sarebbe seguita, ogni volta, una mia risata. L'uomo era profondamente legato a quella setta, conoscendo sostanzialmente tutte le Virtù di Hayate. Mikuno Kushinada era il vero nome della Speranza, poi c'era la Carità, Yorishiro Ninigi, conosciuto come Padre delle Genti e Tenson Korin, un profeta dai capelli verdi. Aneddoti, racconti e macchinazioni.. E infine una minaccia. Rivolta sia agli accademici che agli stessi Hayate.
    A quelle parole, ormai fin troppo divertito, mi lasciai andare in un applauso, quasi liberatorio, alzandomi in piede e prendendo parola.

    Ahahahah... Mio caro amico Kaguya, noi ci proviamo a litigare ma finiamo sempre nell'andare fin troppo d'accordo... Ma procediamo in ordine... Cambiai repentinamente discorso. Natsuhime-dono, Muuga, oggi parlo per la Nebbia, e vi posso assicurare che la Tregua, se rimarrà invariata nei suoi ideali e obiettivi, non sarà messa in discussione... Anzi, ho intenzione di assumermi ogni responsabilità a riguardo. L'isola dell'Abete è territorio del Villaggio della Nebbia e, in quanto tale, la salvaguardia della Tregua sarà nostra responsabilità. Nel caso di minacce o bisogno, non esiterò a chiedere aiuto all'Accademia... Ma questo non sarebbe poi così diverso in caso di qualsiasi azione ostile verso territori di altri villaggi, giusto Hokage? Avrei atteso quantomeno un cenno prima di continuare. Sarà quindi Kiri in prima battuta a provvedere in maniera fattiva alla Tregua, come è giusto che sia. Muuga, inutile dire che i ninja della Zanna godranno della sicurezza che la Nebbia può offrire, ma non permetterò azioni ostili e in egual modo non verrà applicata alcuna salvaguardia a vostri ninja che cercheranno riparo sull'isola dopo eventuali azioni offensive nei confronti dell'Accademia tutta... Su quest'isola, i guerrieri della Zanna che vogliono vivere in pace, portando avanti gli interessi della Tregua stessa, sono e saranno sempre ben accetti. Esclamai, cercando risposta da parte della leader della Zanna. Io, come Guerriero del Vuoto e come ninja della Nebbia, sarò il responsabile accademico della Tregua. Mi assicurerò personalmente che gli accordi di ogni fronte vengano sempre rispettati, è una mia promessa. Portai la mano sinistra in coincidenza del cuore, sul mio petto. In ultimo, Muuga, condivido le parole dell'Hokage sulle Armi di Iwa: vanno distrutte, e Kiri si impegnerà anche in questo Canyon delle Tempeste. Prima della Bakekujira, ho contribuito in maniera determinante anche alla distruzione del Gashadokuro, credo di poter essere d'aiuto. Feci ancora una piccola pausa, prima di passare all'ultimo punto del mio discorso.
    Il mio sguardo si tramutò, e la cosa fu visibile a tutti. Con gli occhi carichi di disprezzo, guardai il tavolo degli Hayate. Kiri rigetta in pieno ogni singola parola pronunciata dall'Hokage su di voi e su ogni possibilità che tra voi infimi esseri e noi possa esserci mai qualcosa di diverso che disprezzo e guerra. Pronunciai, grave nel tono. Dopo oggi, non riceverete da me alcuna pietà. Nessuna possibilità di dialogo, niente di quello che l'Hokage vi ha illustrato. Anzi, Coraggio, giusto?
    z6ooNnk
    Guardai il ragazzino con il cappello. Non voglio sapere minimamente quale sia il tuo trascorso con Kensei, ma considera pure ogni questione con lui sollevata del tutto. Se si tratta di promesse, considerale spezzate. Se si tratta di debiti, o crediti, considerali saldati. Nulla ti sarà dovuto, nulla ti è richiesto. Ogni tuo rapporto con Kiri o ninja di Kiri si esaurisce oggi. Se Kensei non è d'accordo... Guardai il Kenkichi negli occhi, attraverso l'elmo. Il peso del mio sguardo sarebbe stato quasi insopportabile. Sarà considerato, da Kiri... Prego tutti i ninja accademici di ascoltare e, anzi, di riportare queste parole ai rispettivi Villaggi e all'Accademia stessa, che devono concordare in tal senso... Alla stregua di un nukenin, come un qualsiasi membro di Hayate. Ritornai a guardare il Coraggio. L'unico modo in cui può tornare da questo incontro ancora come un ninja accademico, è con la tua testa dentro ad un sacco. Spero di essere stato chiaro. Non alzai nessun dito, ma i riferimenti erano più che diretti. Fratello... Mi rivolsi verso la Mansuetudine. La prossima volta che ci incontreremo, sarà un addio... Adesso ascoltatemi... Voi tutti... Quello che avete fatto agli abitanti dell'Abete non potrà mai essere perdonato... Ora potete andarvene, anzi, dovete andarvene... La vostra presenza non è più gradita in questo luogo, ma portate un messaggio al vostro capo, così codardo da non mettere neanche la testa fuori dal buco di fogna in cui è nascosto...
    Guardai ciascuna Virtù negli occhi.

    Mostrerò a lui, e ad ognuno di voi, cosa significa morire.

    E, con quelle parole, terminai, sedendomi nuovamente.

    [...]

    Al termine della riunione, avrei evitato in ogni modo di parlare con Kensei, troppo adirato per quello che era successo.
    Mi sarei avvicinato a Masayoshi e a Youkai. Non ho idea di chi diavolo siete, ma, come ho già detto, mi fido di Lianshi e, quindi, di Xu Shu. Quello che avete ricevuto oggi è un potere unico, pensate che a me è stato donato dallo stesso Pangu mentre combattevo contro uno scheletro succhia vita alto più di quaranta metri! Ed ero appena un genin all'epoca! Ahahah! Non era ben comprensibile cosa ci fosse da ridere, visto che mi ero salvato per un soffio. Solo in queste ore ho capito veramente la vera origine di questa forza... Se volete, rimarrò su quest'isola qualche giorno, altrimenti potete trovare la vostra strada da soli, come ho fatto io. Ma state attenti, adesso molti sanno, e il simbolo del Vuoto fa gola a molti... Sapete chi sono, e sapete dove trovarmi. In caso di bisogno, non esitate. Avrei tirato quindi due poderose pacche sulle spalle a ciascun ninja, prima di allontanarmi. [Pacca e note per Roro e Waket]Forza 775

    Nel caso vogliate, è l'incipit per una giocata


    Di seguito mi sarei avvicinato ai Guerrieri del Vuoto e alla Regina dei Mari. Natsuhime-dono... Lianshi, Xu Shu... Con il vostro permesso vorrei fermarvi con voi qualche giorno... Ho tanto da chiedervi, e tanto a cui pensare... E vorrei cercare il corpo di CaoCao... So che ci ha tradito, ma... Ma credo che sia stato ingannato, dal tempo e dai suoi effetti, o forse da altri... Sicuramente, ha avuto contatti con qualcuno di esterno all'isola... Forse presente durante gli eventi di Tsuya, ma non ne sono sicuro. Presi fiato. E... Natsuhime-dono... E' da quando sono riemerso nella grotta che mi sento... Diverso. Credo che quello che è successo, mi ha cambiato. Sento dentro di me... La stessa energia di quando ho avuto accesso alla forza di Pangu e della Forgia Divina... Anzi, lo vedo... [Note per Febh]Accetto il ticket per il cambio della TS
    Guardai Natsuhime negli occhi. Mi piacerebbe restare qui, finché non capisco cosa mi succede. Anzi, approfitterei del tempo anche per donare nuovo equilibrio alla Tregua. Avrei atteso una risposta.
    Ma sicuramente, prima di tutto, devo assolutamente dormire!
  4. .

    Una Promessa dal

    Passato


    VII


    Le mie parole aprirono una minima breccia nell'animo confuso e oscuro dello Yakushi.
    Uscire da quell'oscurità perenne, da quel mondo di solitudine e devastazione, forse sarebbe stata la scelta migliore per Febh ma... Touki intervenne, raggelando completamente il jonin di Oto. Non era il momento, forse non per lui.
    Se mai vorrai... Dovrai solo chiedere. Tagliai corto. E farò luce su quanto accaduto tra te e questa Hebiko. Conclusi, mentre tornai ad essere concentrato sul Custode del Tempio.

    Quando accettai il contratto, gli occhi di Touki brillarono e immediatamente adagiò sul suo banchino una pergamena. Mi avvicinai lentamente al Custode, mentre ascoltavo le sue parole. Tutti e quattro i nomi presenti sulla mia lista, a sua detta, si erano macchiati di terribili peccati. Sto facendo affidamento sulle tue parole, Touki. Spero che tu non mi abbia ingannato, altrimenti neanche il regno dei morti potrà essere più un rifugio sicuro per te. Ero oramai davanti. Vergarla con il sangue dici... Difficile, per me, purtroppo. Avvicinai un dito ad una delle sue ampolline per inchiostro. Posso? Ottenuto un cenno affermativo, mi sarei morso il pollice e avrei lasciato cadere qualche goccia d'acqua nell'inchiostro. Non mi viene in mente niente di meglio... Avrei esclamato, prima di prendere una penna e firmare con quell'inchiostro diluito dell'acqua del mio corpo la pergamena che sanciva il rituale.
    Uhm... E' stato... Facile? Avrei esclamato leggermente sbalordito. A quel punto Touki estrasse un rotolo da richiamo, avvicinandolo a me. Lì avrei trovato la spada che avrei dovuto riforgiare. Non appena avessi allungato la mano, però, la mano del Custode si sarebbe serrata sulla mia. Avrei ribattuto a quella presa guardando negli occhi l'anziano Custode. Non sottovalutare la mia forza di volontà. Ho fatto una promessa, e io mantengo sempre i miei giuramenti. avrei ribadito con forza e tensione, prima che il polso mi venisse liberato e io potessi recuperare distanza dal banchino.

    Per sfortuna nessuno dei presenti aveva sentito mai nominare quei personaggi, quindi dovetti limitarmi a sbuffare. Jotaro, però, si offrì di volermi aiutare per la questione che riguardava Orochimaru, dati i suoi trascorsi con il Suono. Ti ringrazio, Jotaro... Direi che dopo aver trovato questo Meku e aver ripristinato la spada, potrebbe essere una buona idea. Non ho di meglio, più che altro.

    Quando lanciai la mia sfida all'anziano custode, questo sorrise soddisfatto, mentre ricominciava a massaggiarsi la folta barba. Io sorrisi di rimando, mentre i miei occhi scintillavano di furia combattiva. Ogni novilunio... A Taki. Molto bene, Touki. Aspettami, verrò presto da te... E vedremo se centinaia di anni d'allenamento nella terra dei morti valgono alle innumerevoli battaglie nella terra dei vivi... Ghignai, mentre Jotaro mi toccava e alimentando nuova luce in Tameshi.
    Eh? Jotaro?! Ma che diavolo...?! Il ronin mi salutò a suo modo. Incomincerò ad odiarti... Tagliai corto, ormai rassegnato ad essere stato usato come pedina anche quella volta, mentre venni circondato dalla luce verde.

    In men che non si dicesse, mi ritrovai in un luogo estremamente familiare.
    Uno di quei luoghi che avrei potuto riconoscere anche ad occhi chiusi, tanto bastava l'odore.
    Dopo tanto tempo, ero di nuovo a Kiri.
  5. .

    A Clash of Bastards


    III


    In quell'ameno luogo di felicità, divertimento, spensieratezza e allegria, ogni tanto, qualcosa, poteva andare storto.
    Peccato che quel posto facesse veramente schifo, nessuno era felice, benché meno divertito, e l'unico uomo spensierato era il giovane avvocato che, terminata la specializzazione 15 giorni prima aveva, quella mattina, sostenuto e vinto la sua prima causa. Per divertirsi e festeggiare aveva pensato bene di andarsi a bere qualcosina in una esotica locanda... Peccato che i Bastardi erano giunti per volere divino e, unitamente al fatto di aver raggiunto un tasso alcolemico di 8.4, le cose stavano per andare molto male per lui.
    La cassa di birra esplosa infatti finì per disintegrare il bellissimo (?) disegnino di Kuso che, sulle orme del suo maestro Vahn Kogh-dono, stava approfondendo l'astrattismo e l'arte post-ninjomoderna. Fu allora che l'ira funesta della maschera rossa si abbatté sull'uomo. Sarebbe bastato molto meno per ammazzare quell'uomo, ma la furia era tanta, forse troppa... No, scherzo, non è mai troppa. Insomma, le orbite scoppiarono e il setto nasale arrivò a colpire il cervello del uomo, stroncando sul colpo la sua carriera di giovane e rampante avvocato di campagna.

    Nel frattempo, tante cose stavano succedendo tutte attorno. Troppe per essere narrate tutte, quindi è più facile lasciarvele immaginare. Tra uno sgabello lanciato, una pisciata e qualche sganascione sulle mascelle,il grosso grasso Shu, si stava arrabbiando veramente tanto. Ma torneremo dopo al nostro grasso amico.
    Io ero troppo badato a fare a pugni con qualche passante per accorgermi di quell'idiota vestito come un povero mangiatopi che stava per attaccarmi. Avrei dovuto incassare e non schivare. Lo vidi lanciarsi contro di me. Se solo fossi stato più forte, gli avrei insegnato come in una rissa staccare i piedi da terra significa segnare la propria condanna a morte. Mi riparai il volto con entrambe le braccia, quasi naturalmente, mentre incassavo il calcio e i pugni di quello scemo che stava osando toccarmi. [Slot Difesa I e II]Resistenza 300 + Impasto 1/2 Basso = 350

    4 Leggere, diviso agli arti superiori


    Al termine di quella serie dei colpi, avrei semplicemente gridato mentre le mie mani erano già praticamente unite a formare l'unico sigillo che mi serviva. IDIOTA! TU OGGI MUORI! AHAHAH! Non ero adirato, ero eccitato. [STA]Gensou - Illusione Accecante
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre (1)
    L'illusione si attiva se la vittima vede l'utilizzatore e questi si trova entro nove metri. Le vittime vedranno generarsi alle spalle dell'utilizzatore una luce intensa che renderà Accecate le vittime per 1 round oppure finché non subito un attacco. L'efficacia è pari a 20.Tipo: Genjutsu -
    Sottotipo: Debilitante
    (Consumo: Medio)
    [Da studente in su]


    Una luce accecante avrebbe investito l'uomo vestito come un pezzente e, solo a quel punto, avrei prima tirato un calcio ai suoi genitali; successivamente, se questo si fosse anche solo leggermente piegato, avrei tirato una ginocchiata al suo volto e, infine, avrei concluso con un colpo discendente, unendo le mani in un solo pungo con l'intento di colpire dall'alto verso il basso il capo dell'idiota. [SA I, II e III]Forza 300
    Velocità 300 + Impasto 1/2 Basso = 350
    Ahahahah! Povero miserabile uomo! Ahahahah!

    Torniamo adesso al nostro orribile ciccione di quartiere che, armato solo di trigliceridi grassi e della sua tecnica segreta chiamata Loto del Colesterolo, aveva adocchiato un ragazzetto amante del sado. Lo stesso ragazzetto, pochi istanti prima, aveva tentato di afferrare un urinoso uccello per tagliarlo, solo per accorgersi che lo stesso organo di riproduzione erano fin troppo ricottato per essere afferrato, soprattutto con delle maniche così lunghe.
    La sua mano scivolò lungo tutta la proboscide e la sua azione fallì, provocandogli solo un gran prurito e lasciando parte di quel grasso impasto sulle sue mani. [Azione Errata]La tua azione offensiva è errata, inutile spiegartelo.

    La burrata che adesso hai sulla mano ti provoca Ustione (DnT Lieve). Rimuoverla causa AdO.


    Shu, incazzato come un gorilla forse perché il mingherlino rosso aveva osato schivare un suo comare grasso che era volato giù poco prima, decise di sfidare ogni legge della fisica e, proprio come una bellizzima farvalla, spiccò il volo.
    La sua enorme grassa mole infranse la barriera del suono e, con la schivata del sado-bimbo, anche quella del suolo.
    Il pavimento del locale, infatti, aveva forse resistito ad un ciccione di serie B, come quello che era atterrato proprio lì accanto pochi istanti prima, ma non poteva resistere a Shu. Shu era un cazzo di ciccione di seria A, uno di quelli da Coppa del Mondo degli Obesi, e i pavimenti delle locande non resistono ai ciccioni di serie A. Non sono testati per calamità simili. Potevano resistere a risse, botte, eventi sismici con magnitudo 8.0, ma non a dei ciccioni di serie A.
    Nessuno può.
    L'enorme pancia del grasso gorilla grasso sfondò letteralmente il pavimento di legno, facendo cadere il ciccione di serie B, il giovane Kamakiri e ovviamente il nostro eroe dalle cicciute membra.
    Destino volle però che, giusto un istante prima di cadere, Kamakiri si cimentò in un lancio di uno spiedo-involtino - che, per fortuna di tutti, non fu attivata - verso la mano del galletto biondo e immediatamente, nella composizione di pochi posizioni magiche... Queste azioni non riuscirono, per l'appunto, a permettergli una qualsiasi difesa da quella catastrofica grassa caduta. [Azioni Errate]Creare oggetti è slot gratuito Lento e causa AdO, caricare il meccanismo con lo spiedo bomba creato è un altro slot gratuito Lento, attivare Cartabomba richiede Slot Azione (che non hai utilizzato).

    I due doppi AdO causando la tua caduta verso il basso, la bomba non esplode.


    Se l'accendino fosse caduto o meno, poco importava, visto che il nostro eroe in nero aveva avuto la bella idea di voler far scoppiare tutto. E, in effetti, tutto sarebbe scoppiato.
    Ma non solo nella locanda, anche al di sotto di essa.
    Come tutti ben sanno, tutte le locande hanno una cantina, e in tutte le cantine di tutte le locande che si rispettano, vengono stivati gli alcolici.
    Il giovane Kamakiri si sarebbe ritrovato in un luogo umido, circondato da botti in legno e bottiglie di vetro, con accanto a lui il giovane ciccione che prima gli era caduto addosso dal piano di sopra... Shu non si vedeva però. E la sua bocca era ancora ricolma di fumo esplosivo che da lui si estendeva fino a parecchi metri di raggio nella sala superiore del locale.
    Il finale era scontato.
    Il ninjutsu esplosivo invase la sala della locanda, seppur non un'efficacia e un raggio un po' ridotto, ma le fiamme investirono anche le riserve di alcolici che, a loro volta, fecero boom (utilizzando un termine tecnico caro allo stesso Kamakiri). [IL VERO BOOM]La Nuvola Esplosiva viene ridotta di raggio, adesso pari a 4,5 metri dato che Kamakiri si trova al piano di sotto. Potenzialità rimangono le stesse.

    Kamakiri vede esplodere le riserve di alcool intorno a lui.

    Esplosione potenza 40 che si propaga dai lati verso il centro della sala, che ha raggio di circa 9 metri.
    Velocità esplosione Rossa. Causa Carbonizzato (DnT Medio)


    Se qualcuno si stesse chiedendo dove si era andato a ficcare il nostro obeso di fiducia, beh, come detto, nessun pavimento resiste ad un ciccione con la C maiuscola e size 60, così neanche quel pavimento resse.
    Un ulteriore piano sotterraneo sotto la locanda? Impossibile, neanche il locandiere sapeva di ciò... Eppure, c'era dell'altro.

    Shu si sarebbe ridestato - forse - in una specie di galleria di pietra. Era un luogo oscuro, mistico, antico, e nessuno metteva piede lì da tanto tempo. Il grasso obbrobrio aveva appena fatto una scoperta incredibile! Delle rovine di una civiltà passata e ormai scomparsa! Un luogo dall'incredibile valore storico e culturale, avrebbe potuto guadagnare la laura in archeologia ad honorem in almeno 12 università del continente se avesse voluto... Ma il nostro Shu li mangiava come spuntini gli archeologi, quindi avrebbe potuto afferrare, se avesse voluto, dei topi grandi come dei piccoli cani per soddisfare la sua fame e recuperare qualche energia. [Topi Mistici]Ogni topo è grande 1 unità e se mangiato dona 1 leggera di vitalità, fino ad un massimo di 3.

    Se avesse indagato, qualcuno avrebbe scoperto che quelle erano in realtà catacombe sacre e che costruire sopra di esse avrebbe generato solo una gran sfortuna verso tutti i passanti in quel luogo... Forse ecco scoperto l'arcano di tutti quegli accadimenti.
    O forse erano solo i sigilli che aveva usato Kamakiri. Ai posteri l'ardua sentenza.


    Messa uno stoppino al suo stomaco, avrebbe annusato l'aria con i suoi sensi da supergrasso per seguire quella condotta in muratura, verso l'uscita - se fosse riuscito a trovarla, visto che tornare su era impossibile...

    Cercando bene, però, il grasso gorilla sarebbe riuscito a trovare un tombino e risalendo dalle fogne, coperto di feci e fanghiglia di ogni genere, sarebbe riuscito a riunirsi al gruppo proprio nel momento saliente...

    [Ora...]


    Con l'esplosione che investì la stanza, aizzata ancor di più dal botto generato dalle riserve di alcolici, venni scaraventato via dalla propagazione dell'aria, seppur senza rimanere coinvolto nell'esplosione.
    La locanda iniziò a prendere fuoco, mentre gli uomini che fino a pochi istanti prima stavano simpaticamente combattendo tra di loro in pura ironia, adesso fuggivano via, alcuni malconci, altri che stavano andando letteralmente a fuoco come dei cerini. Ahahahah! Cazzo se mi sto divertendo! AHAHAH! Urlai, mentre mi rimettevo in piedi.
    Nello stesso momento, sentii il rumore di un fischietto. Uhm? Decine e decine di passi decisi si fermarono dinanzi alla locanda che ormai semi distrutta permetteva di avere una vista diretta sulla strada.
    Una dozzina di uomini, alcuni in una specie di uniforme e altri invece molto più variegati, stavano guardando inorriditi quello spettacolo che invece mi stava mettendo così di buon umore.

    COSA STA SUCCEDENDO QUI!? COSA?! CHI HA FATTO TUTTPO QUESTO?! [Img] Un uomo ben vestito e armato fino ai denti era lì davanti, e sembrava comandare quel gruppo di uomini. IL SIGNOR KAPONE VUOLE AVERE I RESPONSABILI! ADESSO! FUORI! VERRETE GIUDICATI DAL BOSS!

    Un boss? Cosa... Avevano veramente interrotto quel paradiso?
    Cosa... Mi stavo divertendo, per la prima volta dopo tanti tanni di noia e buio...
    COSA... Nessuno sarebbe stato ripagato da quell'affronto. Nessuno sarebbe stato risparmiato.
    COSA VORRESTI FARE, TE?! COME TI PERMETTI?! TU... COME OSI INTERROMPERE TUTTO QUESTO!? Avrei allargato le braccia, mentre dietro di me le fiamme inghiottivano la locanda, consumandola.
    Niente ti sarà perdonato! Avrei girato il volto, per vedere qualcuno di quegli idioti che si stavano azzuffando con me era uscito dalla locanda. BASTARDI...!
    Avrei guardato gli uomini del boss dell'isola davanti a me.

    UNITI!



  6. .

    The SwordMastah


    I


    Cosa stava succedendo?
    La mia mano tremava, la fronte sudava, i battiti del mio cuore erano accelerati.
    Tutto ciò non aveva senso! Avevo affrontato creature di ogni genere, armi ancestrali del grande esercito di Iwa, ninja così potenti da poter essere definiti quasi come mostri... Ma allora perché ero così agitato e scosso nell'animo?

    Ero dentro a quel piccolo - e puzzolente - bagnetto di a malapena due metri, fermo, immobile, forse da cinque minuti... Il biglietto d'oro era nelle mie mani, e quelle parole risuonavano ancora nella mia testa.
    Ero io il prossimo... ? Potevo esserlo veramente?
    Quel dubbio attanagliava la mia mente.

    Lo capii soltanto nell'esatto momento in cui sentii uno sciacquone del bagno accanto essere scaricato; per l'inciso, quello che avevano scaricato non avrebbe partecipato al torneo... Ma comunque.
    Non poteva esserci spazio per ulteriori dubbi nella mia mente. Se non avessi affrontato quella sfida con il massimo delle mie forze fisiche e psicologiche, significava che non potevo essere lui...

    Ma io volevo e dovevo essere lui!
    Io... Io... SI! IO SARO' IL PROSSIMO! Con il fuoco negli occhi e nel cuore, infilai il biglietto e tirai lo sciacquone aprendo una porta nascosta. Mi addentrai nel cunicolo buio fino a ritrovarmi in una sala un po' più ampia. Fu lì che lo incontrai: l'uomo dal volto di maiale. Saggio e potente Butanikoso, io sono Akira Hozuki! Mi affido alla sua legge in tutto e per tutto! Ed entro in questo mondo nudo di ogni mio avere! Solo il mio spirito sarà armato di ogni giusto ideale che deve muovere il vero SwordMastah! Esclamai, rispondendo al tono perentorio dell'uomo maiale.

    Seguii le sue istruzioni, togliendo i miei abiti e miei equipaggiamenti ninja per riporli nel rotolo per indossare i pantaloni cerimoniali, quindi applicai il complesso fuinjutsu sul mio pettorale sinistro. Fu allora che la vidi... E'... Semplicemente...

    unknown

    PERFETTA!


    Indossai la maschera da gallo bluRispetto all'immagine di riferimento, la cresta del gallo consideratela blu. con fare epico, come un samurai indossava il suo elmo.

    Il saggio uomo maiale continuò a spiegarmi le regole e leggi di quel luogo e di quel torneo. Era quello che avevo sempre desiderato. Saggio uomo maiale Butanikoso, seguirò le leggi del suo mondo come se fossero le regole stesse del mio cuore. Sarò un fedele servitore dell'arte della spada, e per non c'è altro dono che la gloria e il rispetto... Il titolo di SWORDMASTAH sarà MIO! Esclamai con veemenza, alzando il pugno al cielo. Non importa chi ero prima, o chi sarò domani, qui e in questo luogo sarò solo uno spadaccino! Nessun trucco, nessuna arte ninja... Solo la via della spada! Oggi non sarò più Akira Hozuki... Oggi sarò conosciuto e acclamato come ...! All'uomo maiale l'ardua sentenza. [Note per Hoshi]Suggerisco BushiChikin - Samurai Pollo

    Addentratomi nella seconda stanza, osservai solo per un breve momento la rastrelliera, prima di prendere 2 katane di legno e 1 wakizashi da essa.
    Prese le armi avrei continuato ad avanzare, arrivando alla fine nel luogo della cerimonia di spade... La stanza del torneo.
    Tanti piccoli ring di a malapena 6 metri di raggio, delimitati da sottili strisce. In men che non si dicesse, la zona fu affollata dagli altri contendenti. Moscerini che si sarebbero messi sul mio cammino, solo per essere spazzati via.
    Il saggio uomo maiale fece il suo ingresso, ed io iniziai ad acclamarlo con ampi gesti delle braccia. Il torneo stava per iniziare, e fu allora che ci venne mostrata la grande lama in palio. Qualsiasi che fosse la sua miracolosa forgia, non mi interessava.
    Io ero lì per la gloria, non per la spada.

    EHI! VOI! MI SENTITE TUTTI?! IO SARO' IL PROSSIMO SWORDMASTAH! FATEVI AVANTI! NESSUNO MI FERMERA'! Urlai, quando l'uomo porco finì di parlare e di aizzare la folla, rivolto verso la folla stessa e gli altri contendenti, sbattendo all'unisono il pugno destro sul mio pettorale sinistro.
    Un monito. Una sfida per tutti.
    Una promessa.


    Edited by -Hidan - 28/5/2020, 23:30
  7. .

    A Clash of Bastards


    II


    [1 minuto e 27 secondi prima...]

    Quando Mitsuo aveva scelto quella taverna, non poteva neanche lontanamente immaginare a quello che sarebbe andato incontro una volta entrato in quel luogo. Nessuno poteva, in realtà. Quello che stava per succedere in quell'isolotto dimenticato dal mondo, superava per quantità e qualità qualsiasi pensiero concernente il caos che il pensiero umano poteva produrre.
    Stava per accadere qualcosa di unico, irripetibile, ancestrale, quasi metafisico... Anzi, divino.
    E tutto sarebbe iniziato da lì a poco.
    Nel frattempo, però, i nostri Bastardi non avevano idea che quel luogo era rinomato - si fa per dire - anche per la musica dal vivo. Un uomo strano, forse anche per i canoni di Gotō, vestito solo di una logora maglietta bianca e dei pantaloni del medesimo colore, si apprestava a sedersi sul fondo della taverna, dinanzi ad un vecchio rudere che forse un tempo era definibile come pianoforte...

    [Adesso...]

    Mi ero appena seduto e avevo a malapena fatto in tempo ad ordinare che negli occhi dell'oste la paura prese il sopravvento. Mh? Cosa c'è? Se non ha del vino decente, eviti anche di disturbarsi di servirmi piscio di gatto eh... Ma non era quello, c'era altro, e ne ebbi la certezza quando lo vidi camminare all'indietro in tutta fretta e furia.
    In quello stesso istante, capii cosa stava per succedere. Non ebbi il tempo di fare nulla tranne che girare bruscamente il mio corpo prima che una bottiglia di vetro venne schiantata contro la mia spalla e il mio collo, frantumandosi sul collo e - cosa che faceva molto più male - sporcandomi di quel vino da quattro soldi tutto il soprabito bianco. [Ferita 1/2 Leggera]

    Era un enorme e disgustoso essere, grasso e unto, maleodorante e orrido aborto, del tutto nudo se non fosse per un paio di mutandoni bianchi e un bavaglio che risultava comunque più pulito del suo viso. Chi cazzo sei tu, orrido grasso animale. Ruggii, mentre osservavo come il suino umanoide stava per lanciare una delle sue flaccide gambe contro il mio sgabello. Furioso come non mai per quell'affronto, feci perno rapidamente con le braccia contro il bancone, slanciandomi in aria e sollevandomi da terra, solo per caricare gli arti inferiori al mento e poi farli esplodere, distendendoli congiuntamente, verso l'enorme pancia di quell'aggregato di grasso fetente alle mie spalle. [Slot Azione I - Forza/Velocità Verde]

    Sfruttando l'enorme pancia di quell'uomo come ulteriore trampolino, mi spinsi al di là del bancone, atterrando con un capovolta. In quel preciso istante due bicchieri di vetro ricolmi di sputo e birra superarono il punto in cui ero seduto solo per andarsi a scontrare contro la testa di due malcapitati lì accanto.

    Nello stesso istante, l'uomo che poco fa avevamo lasciato al pianoforte, iniziò a suonare.



    Mi rialzai, infuriato come poche volte nella mia vita, pronto ad affrontare il terribile grassone, ma già altri erano intervenuti. Un primo sgabello era volato contro la schiena della montagna di grasso, lanciato da un galletto tutto biondo ossigenato. Quindi un secondo tavolo, questa volta scagliato da un mezzo tappo con delle cicatrici in volto che potevano essere direttamente le emorroidi del ciccione. Un ragazzino alzò dei ryo al cielo, un altro tipo nudo entrò nella locanda e sventolò un disegno che mia nonna morta avrebbe potuto fare meglio. Lo stesso soggetto in maschera e perizoma, evidentemente attirato dalle azioni del grassone, in un istante fu su di noi e con un gesto rapidissimo e fulmineo, la sua mano cinse per un istante sulle mie parti basse e, quasi contemporaneamente, verso quelle della vacca grassa incazzata. Mi ritirai, quasi come violato e forse imbarazzato. Brutto pervertito del cazzo! Non provarci mai più... MAI! Vai a toccare il cazzo a qualche trans a bordo strada o limitati a quel ciccione unto che ho qui davanti! Sbraitai, infuriato, indicando Shu con il mio dito indice.

    Il suono armonico e trasportante del pianoforte iniziò a raggiungere le orecchie di tutti.

    E... E Tu...! Bestia immonda...! Questo era il mio soprabito preferito! Adesso la... La mia voce cercò di sovrastare sulle altre, ma qualcosa di magico stava per accadere. Tutta la locanda sembrava muoversi all'unisono, e con essa le persone al suo interno. Altre voci e altri rumori furono più forti della mia.
    Cane bastardo, mi hai lanciato te il bicchiere non è vero?! Un vecchio marinaio mezzo ubriaco, quello che aveva preso in volto il bicchiere lanciato dal tipo in lattice in fondo sala, si alzò piuttosto adirato da quello che era il suo sgabello. Io?! E' stato quel coglion... Volò un bicchiere di vetro contro il secondo uomo, che si abbassò prontamente e che quindi stava per raggiungere in pieno volto il ragazzino che aveva iniziato a lanciare scommesse. [Attacco Akinori]Potenza 10
    Stat Gialle


    La moglie dell'oste - che, bisognava dirlo, era più simile ad un orango che ad una donna -, sopraggiunta, era entrata nell'istante preciso in cui il Nezumi aveva lanciato il tavolo contro Shu. Avrebbe ricevuto, di tutto appunto, anche lui un tavolo contro la sua testa. [Attacco Neroi]Potenza 15
    Stat Verde

    J4ekOT


    Fu quel secondo tavolo la goccia che fece traboccare il vaso.
    Prima un secondo bicchiere, poi un terzo, poi uno stinco di maiale con tanto di osso lanciato verso il biondo che si trovava in bella vista sul bancone. [Attacco Kaizoku]Potenza 5
    Stat Gialle


    E proprio in quell'incipit di disordine, l'uomo che suonava il pianoforte si alzò dalla sua seduta e un gruppo di musicisti prese posizione in fondo alla sala con lui.
    Pelati con pizzetti improbabili o basettoni indecenti, seminudi, drogati, ubriaconi e disadattati. L'omelia al caos era servita.

    ... BECAUSE I REALLY DON'T CARE, I REALLY DON'T CARE...

    Colti dal fragore e dalla solennità del momento, l'intera locanda scoppiò come una bomba. Letteralmente implose nel suo stesso disordine.
    Sarebbe stato impossibile dire chi picchiava chi o se qualcuno stesse capendo realmente cosa stava succedendo.
    Le persone saltavano l'una sopra l'altra, arruffandosi, calpestando, dimenando, colpendo e graffiando tutto ciò che era a portata di tiro e che sembrava anche lontanamente poter respirare, anche potenzialmente. E quell'euforia trasportò come altre persone dentro alla locanda, come se fosse attirate dalla furia del caos che si stava scatenando in quel locale.

    STRONZIIIIIIII FIGLI DI PUTTANAAAAAAAAAAAAAAA! Quello che doveva essere un pirata, o magari un distinto avvocato con un bicchiere di troppo alle spalle, era avanzato nella mischia e sfoggiando una forza erculea avrebbe preso e alzato con le braccia un enorme spillatore di birra in legno che forse pesava come due Shu. Nessuno poteva dire come era riuscito a compiere tale impresa, ma tutti avrebbero visto che con un preciso colpo del piede, dopo averlo piazzato in alto contro una colonna di legno, e accompagnando tutta l'azione con quel grido di battaglia di cui poco sopra vi ho narrato, avrebbe asportato di netto la leva della spilla, creando un bazooka di birra ad alta pressione che sarebbe stato usato per inondare i passanti, compresi Shu, Kuso - ancora intento a cercare di vendere i suoi disegni -, Kaizoku, Akinori e Neroi. [Emissione al luppolo]Potenza 3
    Velocità Blu

    Causa Scoordinato e Intralcio Medio

    ... I GET WET WHEN THE PARTY IS DYING! I GET WET WITHOUT EVEN TRYING! I GET WET! I GET WET! I GET WET! I GET WET! ...

    Alle spalle del piccolo ragazzino amante del sadomaso, intanto, un uomo si era appena alzato e con l'uccello bene in mano avrebbe iniziato a pisciare sulla testa del ragazzino silenzioso, involontario causante di tutto quello. Un bel colore giallo canarino, bisogna essere sinceri. Era un piscio di qualità. [Attacco Kamakiri]Potenza 3
    Stat Verdi
    Causa Stordimento


    Se si fosse girato o meno, la finestra sarebbe esplosa come dal nulla a causa di una bomba rudimentale, lanciata da un passante qualunque che neanche sapeva cosa stava succedendo lì dentro. Era solo convinto fosse divertente.
    La bomba sarebbe esplosa sul tavolo davanti al piccolo nukenin in lattex, rivelandosi essere soltanto un fumogeno rudimentale. [Esplosione bomba]Fumogeno, causa nube di fumo di 6 metri di raggio, perdura due round.

    Quasi contemporaneamente, dal piano superiore, come se una punizione divina avesse voluto abbattersi sul ragazzo - magari i fuinjutsu erano presagio di sventura a Goto -, stava per cadere qualcosa... O qualcuno.

    Uils

    Il tipo ubriaco che Mitsuo aveva lanciato a terra appena entrato nella locanda, non si sa bene in che maniera - non che a qualcuno importasse realmente - si era materializzato al piano di sopra e due fratelli pescatori che passavano di lì avevano ben pensato che sarebbe stato divertente lanciarlo di sotto. Magari insieme ad un altro ciccione troppo goffo ed ubriaco per reagire. Gli angeli sarebbe discesi dal soffitto verso Kamakiri, ovunque egli si trovasse. [Attacco Doppio Kamakiri]Potenza 30 e 40 il ciccione.
    Stat rosse.
    Il primo ubriacone cade alla destra, il ciccione alla sinistra. Il raggio dell'attacco è di circa 4,5 metri.

    YOU'RE MAKING WARS! YOUR'RE BREAKING DOORS! AND NOW YOU'RE ON THE FLOOR!

    Per volere del disordine, un lampadario si staccò dal soffitto, minacciando di cadere proprio sulla testa dell'araldo del disordine. Se un occhio attento avesse indagato, avrebbe notato come sul lampadario, in precedenza, una scimmia dalla faccia molto cattiva si stava dondolando da qualche tempo, divertita da tutto quel caos. [Attacco Kuso]Potenza 20
    Stat Rosse
    Causa Sanguinamento DnT Lieve

    Una volta caduto il lampadario, della scimmia si sarebbe persa ogni traccia... Ma si sa che quegli animali malefici non potevano essere mai sottovalutati.

    La musica continuava a riempire la stanza, e il gruppo sembrava essere come impossessato da qualche kami divino per come si muoveva, dimenava, cantava, suonava, ballava, correva e saltava. Chi non era troppo impegnato a tirarsi coltellate alle spalle, a spaccarsi bicchieri di vetro sulle mandibole o lanciare tegole di legno addosso a ignari avventori, sarebbe stato come impossessato da quel ritmo unico e irresistibile.
    Personaggi unici e improbabili avrebbero solcato il palco durante quella prestazione da guinness dei primati. Un ubriacone barbuto molto simpatico e con una trombetta, uscito da chissà quale buco, ad esempio, o anche il nostro simpatico amico di poco fa. EVVIVAAAAAA LA MERDAAAAAA! Questa volta accompagnato solo da alcune bottiglie formato magnum che sarebbero esplose contro la folla in escandescenza.
    Pura estasi, una magia, un volere divino.

    ... Oppure era solo la cocaina, nessuno lo avrebbe potuto dire.

    ... IIIIII GEEEETTTT WEEEEETTTTTT!!!!!!

    Durante tutti quegli strani accadimenti, Mitsuo era rimasto quasi come immobilizzato.
    Cosa stava succedendo?
    Perché sentivo il cuore battere così? Poteva essere il colpo subito? No, era troppo poco, eppure... Eppure qualcosa era cambiato. Avevo sempre vissuto nell'agio, nella calma, nella buona sorte, e adesso mi trovavo catapultato in quell'inferno in terra dove moralità e intelletto sembravano non esistere.
    Dove tutto era maleodorante. Dove niente aveva senso. Eppure...

    Ma... Dove diavolo sono capitato... Io... Non è possibile... Eppure lo sento... E' il mio sangue.. Ribolle.. Io... Si... OH SI! E' questo quello che cercavo! Questo... Questo è... QUESTO E' VIVERE! AHAHAHAHAH! SCHIFOSI PEZZI DI MERDA! AHAHAHAH! VI AMMAZZO TUTTI! AHAHAHAHAHAH!
    E con quelle parole avrei incominciato a ridere come colto da un raptus schizofrenico e, prendendo uno sgabello, mi sarei lanciato verso il bancone solo per utilizzarlo come trampolino per un salto ancora più maestoso. Come un eroe greco, con un gesto plastico e incredibile, avrei tentato di spaccarlo sulla testa di Shu, mentre subito dopo avrei raccolto velocemente un bicchiere di vetro vuoto - uno dei pochi rimasti integri nel locale - solo per fracassarlo contro la tempia di Kaizoku. [Slot Azione II e III]Bicchiere di birra contro la testa di Kaizoku, Potenza 5.

    Sgabello contro Shu, potenza 8.

    Stat Verdi.

    Sgabello di legno contro la testa


    Non potevo crederci.

    Ero felice.

    [1 minuto e 17 secondi prima...]

    In un piccolo lasso di tempo di appena 10 secondi che avevano separato la bottiglia di Shu contro la testa di Mitsuo e lo sguardo impietrito dell'oste, quest'ultimo aveva preso suo figlio, un ragazzetto di dodici anni smilzo e fifone, solo per affidargli un compito. Sbrigati... Vai a chiamare gli uomini del signor Kapone...


    Edited by -Hidan - 19/5/2020, 23:19
  8. .

    A Clash of Bastards


    I


    Il destino, a volte, si sa, gioca brutti scherzi.

    Ma quello che stava accadendo quel giorno in una piccola cittadina di un'isola poco distante dal Paese della Luna aveva quasi del miracoloso, se di miracolo si poteva parlare quando una serie di individui, accomunati solo dal loro essere incredibilmente ripugnanti, egoisti, narcisisti, malvagi e violenti - chi più, chi meno, si fa per dire - si ritrovavano insieme nello stesso tempo e nello stesso luogo.
    Ognuno di loro aveva una storia diversa, ognuno di loro aveva un passato alle sue spalle, e ognuno di loro aveva un radioso futuro davanti, fatto perlopiù di terrore, sangue, paura e coltellate nel costato alle spalle. Prima, però, che questa storia possa iniziare, bisogna osservare gli esiti dello scontro dei loro Destini.

    Una cosa sola era certa: sarebbe stato un gran caos.

    Che schifo. Questo posto puzza di cadavere... E ho anche pagato per venire fin qui... Tsk! Zotici, sporchi e unti... Feccia dell'umanità ambulante, incapaci di comprendere che la loro esistenza sia tanto rilevante per il mondo quanto quella di un insetto.
    Avevo messo piede in quel piccolo villaggio portuale solo da poche ore, ma già avrei voluto dare tutta la città alle fiamme. E con essa, tutti i suoi abitanti.

    Erano passati due giorni da quando avevo deciso di abbandonare il mio palazzo nel Paese del Miele. Avevo rubato una buona quantità di risparmi dalle casse familiari, quindi, con il favore del buio, avevo lasciato la città assoldando un contrabbandiere. La destinazione era stata più o meno obbligata.
    Avevo bisogno di un luogo anonimo, fuori dalla circoscrizione di uno dei grandi villaggi ninja, dove la forza politica e militare era debole e vulnerabile... Ma non volevo e non avevo immaginato qualcosa di così... Infimo.
    La città, di cui non conoscevo neanche il nome - per dovizia, era una piccola isola di nome Gotōaae4a1066cf5ab4e0067bbecb845ee08, poco distante dal Paese della Luna n.d.a. [Qui] - era in realtà un insieme di costruzioni in legno e pietra, costruite in ordine sparso attorno ad un porticciolo commerciale. Il luogo era un ritrovo di commercianti, briganti, contrabbandieri, prostitute e pirati, ed era proprio da qui che veniva l'uomo che avevo ingaggiato.
    Un posto di confine, poco più che uno scalo per tutti, tranne per quel qualche migliaio di anime che ci vivevano.


    Un passaggio di qualche centinaia di piedi tra due lembi di terra permetteva l'accesso in una baia e, al centro di essa, si sviluppava la cittadina, che risaliva lungo un'altura.
    Le luci, il caos, il disordine - e anche l'odore - di quel luogo mi assalirono non appena misi piede a terra.
    Con fare brusco e speditivo presi congedo dal mio accompagnatore, che, intascati i suoi soldi, aveva da tempo abbandonato ogni velleitaria illusione di imbandire una discussione con me che non fosse incentrata su me che vomitavo addosso a lui ogni insulto che mi passasse per la mente.
    Addentrato tra le vie della città, camminai per qualche minuto, alla ricerca di una taverna dove poter riposare su un letto vero - sempre che questa città ne avesse avuto uno - e poter mangiare un piatto caldo con un bicchiere di vino... Mi piaceva almeno sperare nelle cose buone, una volta tanto.

    La mia attenzione alla fine fu catturata da una vivace locanda, pittoresca e decisamente piratesca, dove un gran numero di persone sembravano assembrarsi. Se la mente degli uomini funzionava in maniera quantomeno decente anche in quel luogo, la mia esperienza mi suggeriva che un posto del genere, quanto più era affollato, quanto più doveva essere, nel suo complesso, "buono"... L'alternativa era che stavo per entrare nel posto a più alta concentrazione di poveri ubriaconi disperati della città, ma non avevo poi così tante altre scelte a mia disposizione.

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    Ancora vestito con il mio lungo soprabito chiaro ed elegante che indossavo dal Miele, entrai, facendomi spazio tra le persone, nella locanda, e mi avvicinai al bancone.

    Avete un bicchiere di bianco fresco? Un sauvignon fruttato, possibilmente... O qualsiasi cosa che non sappia di aceto, in alternativa, se non è chiedere troppo... E cosa avete da mangiare? Commestibile, la prego, commestibile. E non unto. E senza vermi nel piatto, sempre se possibile, ovviamente.
    Esclamai, sedendomi dinanzi al bancone, mentre gettavo a terra un uomo ubriaco con la bottiglia di rum ancora in mano. La bottiglia lo raggiunse a terra poco dopo, frantumandosi sulla sua testa, senza che questo o qualsiasi altra persona nella locanda se ne accorgesse.

    Ero circondato da decine e decine di personaggi loschi.
    Chi alto e mascherato, chi basso e biondo. Chi sfregiato, chi grasso.
    Ubriaconi, degenerati, disperati.

    Il destino, a volte, gioca brutti scherzi.


    Edited by -Hidan - 17/5/2020, 19:39
  9. .
    Madonna se sei frogio
  10. .

    Una Promessa dal

    Passato


    V


    [Akira... & Febh]

    Avanzando tra le anime tormentate e le ombre assetate di vita, seguivo il mio misterioso salvatore, la cui però nebbiosa figura mi era, ad ogni passo, sempre più familiare. Con la luce di Tamashi sempre ben desta, riuscivo ad avanzare in quell'oceano oscuro, scortato come un pellegrino. Ma qual'era la mia destinazione? Dove mi stavo recando? Di Jotaro e Febh, per quanto non fossi ancora sicuro che quella figura che avevo incontrato con il Jaku all'ingresso del Bonshuno fosse realmente l'Amministratore di Oto o magari qualche criptico tranello di quel mondo infernale, ancora nessun segno, quindi il rimarcare i passi di quel mio traghettatore era, in realtà, poco più di una mera formalità... Se fossi rimasto nuovamente da solo, lo sentivo, non sarei più riuscito ad emergere dall'oscurità.

    Quando finalmente chiesi al mio salvatore chi realmente fosse, questo, sebbene non avesse un viso e neanche una bocca... Mi trasmise una sensazione di calore e benevolenza, come solo un vecchio amico sapeva e poteva fare.. Tu... Poteva realmente essere lui? No... No, non poteva essere lui... Lui era vivo... Ma anche Febh lo era, dopo tutto.. Ebbene era lì, forse.
    Fu in quel momento che vidi, come emergere dalla nebbia di quel luogo, una parete rocciosa.
    Ma non era una semplcie parete rocciosa... Era una montagna. Un'enorme montana. Così grande che mi chiedetti come non avevo potuto notarla prima di arrivarci pressoché nelle vicinanze. E, da quella montagna, come scolpito nella stessa roccia, un tempio... Un tempio che avevo già visto. Il Tempio della Valle Proibita... Ma... Allora tu sei... I miei sensi, il mio istinto, il mio cuore non mi aveva tradito. Era lui, e non era lui, allo stesso tempo.
    Era parte di lui.
    Sanjuro...? Un bisbiglio, mentre l'uomo mi toccò sulla fronte con la sua mano e, immediatamente sparì.
    Nello stesso istante, sentii il vento alzarsi verso di me. Un vento forte, gelido, come quello proveniente dalle lande ghiacciate di Genosha, che mi tenne quasi immobilizzato sulle mie gambe. Pensai per un istante che, sparito l'animo che mi aveva traghettato fin lì, le ombre e i morti stessero per tornare alla carica, pronte a depredare vita e luce, ma dovetti ricredermi quando una luce, minuscola e quasi impercettibile, schiarì la nebbia e il nero dinanzi a me.
    Poi quella luce fu sempre più luminosa, e vicina, e... Febh...?
    Ma non era da solo, visto che centinaia di ombre seguivano l'amministratore di Oto a gran velocità.
    Trasportato dallo stesso vento che mi aveva bloccato, questo prese ancor maggior vigore e divenne una vera e proprio corrente ascensionale... Il mio corpo si sollevò da terra e persi l'equilibrio e la percezione del mondo intorno a me. Salii tra nebbia e oscurità, incapace di oppormi, lungo quel tempio di roccia, finché, dal cielo scuro, delle luci emersero. Tamashi? No, erano simili alla sua luce, ma era diverso... Non solo più grandi, ma più pericolose... Morte, dolore e disperazione mi assalirono il cuore. Fu allora che lo vidi.
    Un essere mastodontico, colossale, con gli artigli conficcati nello stesso tempio.
    Un drago, perfino più grande di Masamune, che sembrava traboccare morte e marciume ad ogni respiro. Dalle sue fauci, anime venivano masticate e ingoiate, solo per lasciare che altre prendessero il loro posto, e i suoi occhi erano più splendenti di qualsiasi stella morente.
    Non seppi dire se sentii la sua voce veramente, o se fu solo nella mia testa, ma sentii il suo rantolo di morto.
    Era Amesoko, il guardiano del Bonshuno.

    In quello stesso momento ricadendo quasi su me stesso le mie gambe ritrovarono il suolo, e fui di nuovo vicino a Febh.
    Non potei parlare, prima che il rantolo del grande drago del Nadir fu di nuovo tra noi. Era un invito.
    Anff... anff... Stavo ansimando, senza neanche accorgermene. Eravamo dinanzi all'ingresso del tempio, e le sue luci adesso erano accese per noi. Cosa... Cosa facciamo? Cosa fai tu qui, volevi dire...! Replicai allo Yakushi. E mentre me lo dici, direi che è abbastanza chiaro cosa dobbiamo fare... Abbiamo ancora qualche migliaio di morti alle nostre calcagna... Entriamo... Non può essere peggio, o sbaglio? E, se in effetti avessero guardato alle loro spalle, gli spiriti stavano ormai incalzando.
    Quanto più ti avvicinavi alla luce, tanto più l'oscurità diventava grande.

    Entrammo nel tempio, che non era poi tanto diverso per clima e ambiente dalle desolate lande del Bonshuno, guidati dalla sola luce di Tamashi.
    Non mi piace... Ma... Ci pensai un attimo. In effetti non mi piace nulla di questo posto... Ma stiamo veramente seguendo le istruzioni di un drago grande come un'isola e che regna sul mondo dei mondi? Forse era meglio non pensarci.
    Fu solo poco dopo che, finalmente, percepimmo una presenza diversa.
    Una persona. Jotaro?! Esclamai, prima di osservare la figura. Ehm... No, decisamente no. Come se avessimo attraversato un invisibile confine, la stanza divenne un'ampia sala riccamente adornata e l'uomo, un anziano dal portamento regale e fiero, era immobile, seduto su un alto scranno dinanzi a una scrivania di marmo luccicante.
    L'uomo disse di chiamarsi Touki, ed era un servitore del Sommo drago. Un... Contratto? Il Tempio dei Contratti, così si chiamava, e lui era il suo reggente. Amesoko usava stringere contratti con il mondo dei vivi, ed era per me impossibile credere che non lo facesse per meglio governare il mondo dei morti.
    A differenza di me, Febh non fu trattato nello stesso modo. Non doveva essere lì... Ma cosa significava?
    Neanche io dovevo essere lì, e neanche Jotaro, ma allora perché soltanto Febh provocava quella reazione ai governanti degli Inferi?
    Forse era per Tamashi. Un Artefatto verso cui neanche il grande drago del Nadir poteva qualcosa... Ma doveva esserci di più.
    Le domande avrebbero avuto presto una risposta, ma adesso avevo davanti un'altra scelta.
    Un contratto con il Re degli Inferi era qualcosa che non si poteva prendere alla leggera.

    Rimasi quasi interdetto da quelle parole. Cosa potevo chiedere a colui che dominava sugli Inferi?
    Riportare qualcuno alla vita? No... La morte era qualcosa di naturale, qualcosa di giusto, qualcosa di necessario. Lo sapevo, lo avevo sempre saputo.
    Conoscenza? Potere? Cercavo il potere? Certo che lo cercavo, ma non fine a se stesso... Avevo preso un giuramento, avevo fatto un voto...

    Io... Io voglio...

    [Il Trio, di nuovo insieme]

    Nel frattempo, Jotaro era ancora nelle gelide e mortifere distese del Bonshuno, solo e circondato dalle ombre dei morti e dalle Ombre dei suoi fratelli.
    Oltre a questo, però, c'era altro. Il drago del Nadir, forse, si stava facendo beffe di lui, forse stava assaporando la sua vendetta nei confronti di quel mortale che così tante volte si era fatto beffa della morte, forse si stava solo divertendo a giocare con l'ultima delle Ombre.
    Lui non poteva vederlo, ma sapeva che gli occhi verdi di Amesoko lo accompagnavano ad ogni suo passo. E, ad ogni passo, l'ultimo dei Jaku sapeva che morte, disperazione, eterna sofferenza, lo avrebbero atteso... Il più a lungo possibile.

    Solo se avesse deciso di seguire le orme dei suoi compagni, Jotaro sarebbe arrivato nello stesso istante cui stavo per rispondere a Touki, il reggente del Tempio dei Contratti.
    Io... Mi interruppi, sentendo il rumore dei passi di Jotaro alle mie spalle. Jo... Jotaro... Finalmente... Uno sguardo verso Febh. Ma perché lui fa sempre entrate così ad effetto? Chiesi, anche con un leggero tono di fastidio.
    Anche tu sei qui?! Il Sommo Amesoko ha permesso anche a te di giungere fin qui, allora... Bene, ma questa situazione non può essere più tollerata... Ma verremo a te dopo, prima dimmi, Custode di Tamashi, allora... Cosa cerchi? Proponi il tuo contratto.
    Sapevo cosa stavo cercando... E sapevo che poteva essere una proposta molto appetibile per colui che regna sul mondo dei Morti. Io... Cerco il potere, ma non per dominare sugli altri... Io cerco il potere per difendere gli altri... E per farlo, ho bisogno che le regole del mondo dei mortali e dei morti vengano rispettate, perché molti di coloro che seminano morte e disperazione nel mondo sono proprio loro... Questo è il mio accordo, Touki! Concedimi il potere e la forza per distruggere coloro che si fanno beffa della morte! In cambio di un'arma che mi permetta di contrastare coloro che vagano nel mondo dei vivi in eterno... Io farò si di inviarli tutti qui, al cospetto del Sommo Amesoko! Questo è la mia parola... Il giuramento di Akira Hozuki, il Custode di Tamashi! [Note]Direi che la richiesta è abbastanza esplicita e chiara: un'arma per distruggere coloro che sono immortali. Non so come funziona il contratto, ma Akira è disposto a molto pur di avere un mezzo per distruggere il male.

    Dopo aver finito con il Jonin della Nebbia, Touki sarebbe passato nuovamente all'ultimo dei Jaku, guardandolo con uno sguardo ancor più serio. Appoggiò delicatamente la penna sul tavolo, incrociò le dita delle mani e prese fiato. Jotaro Jaku... Tu, come quell'altro accanto al mortale, non dovresti essere qui. Nessuno dovrebbe poter tornare nel mondo dei vivi, e tu, tu, lo hai fatto più di una volta. Il Sommo Amesoko è stufo, e la sua pazienza ha un limite. Di norma, neanche a te dovrebbe essere permesso avere un contratto con il Custode del Bonshuno, ma... Ma come per il custode della Lanterna, se tu sei qui, è perché il Sommo così ha voluto... Bene... La figura dell'anziano uomo si sporse in avanti. Un leggero ghigno, solo per un istante, avrebbe illuminato il suo austero volto. Propongo anche a te un patto. Il Custode del Tempio dei Contratti stava veramente proponendo un patto anche a colui che, più di tutti tra i mortali, si era fatto beffa di quel luogo. Ma, a differenza di tutti gli altri, il mio giudizio sarà più severo. Non voglio più correre inutili rischi con te. Non voglio più vedere te che ti fai beffe del Mondo dei Morti. Cosa cerchi, Jotaro Jaku? Il patto sarà valutato, ma il Sommo Amesoko richiede come prezzo... La tua anima. Quando giungerà la fine per te, la tua anima sarà reclamata, questa volta per sempre... E saranno... Si, mi pare equo.
    Mille anni.
    Mille anni tra le fauci del Sommo.

    Jotaro aveva camminato tra i vivi più a lungo di molte altre persone.
    Aveva combattuto più di tutti gli altri. Aveva amato, sofferto, sperato, goduto, disperato... Aveva vissuto più vite di tutti gli altri. Ma adesso aveva dinanzi una scelta complessa. Nel cuor suo forse sapeva che, se avesse mai rimesso piede in quel luogo, non sarebbe mai potuto più tornare indietro, ma stringere un contratto con il Custode del Tempio avrebbe significato condannare il suo spirito e la sua anima a essere divorata per un millennio dal drago del Nadir.
    Una tortura per lo spirito, che avrebbe probabilmente condotto alla follia qualsiasi anima... Essere dilaniato, giorno e notte, dalle fauci dell'immenso drago, per mille anni. Una tortura senza fini, forse troppo crudele anche per quel luogo, dove le ombre vagavano senza meta o scopo.
    Immane e indicibile sofferenza lo avrebbero atteso negli Inferi, ma con quello che poteva offrire un Patto di Amesoko... Cosa avrebbe potuto fare nella sua ultima vita?

  11. .

    Una Promessa dal

    Passato


    III


    Venni inghiottito da una spettrale luce che sembrò assorbire il mio corpo e catapultarlo in un altro luogo.
    L'oscurità riempì il vuoto lasciato dalla luce di Tamashi e, come se mi fossi appena destato da un terribile sogno, mi ritrovai nuovamente desto... In un incubo.
    Jotaro era lì, accanto a me, e le sue parole mi avevano lasciato addirittura più sconvolto che l'essere catapultato nel mondo degli Inferi.
    Eravamo in una vasta landa desolata, rocce e sabbia, nebbia e polvere permeavano l'aria intorno a noi, e luci fioche spettrali si ergevano, ogni tanto, illuminando la via del mondo dei defunti.
    Tu... Conosci Hayate? Esclamai, debolmente, mentre gli occhi scrutavano il paesaggio intorno a me.
    Alzai Tamashi che, al contrario di noi, sembrava trovarsi perfettamente a suo agio. La sua luce verde, solitamente appena visibile, era più limpida e piena, e donava alle nostre figure una strana spettrale immagine in quel mondo.
    Jotaro, per favore, basta enigmi. Che cavolo significa che tu sei già stato qui? Sei morto e resuscitato, vorresti dirmi? I suoi passi mi precedettero, e, sebbene la Lanterna illuminasse solo la strada dietro di lui, sembrava saper dove andare. In che modo questo Mataza dovrebbe esserci utile? O meglio... Esserti utile... E non mi farò ingannare da questo posto... Non... Fui gelato.
    Le mie gambe, come congelate, si fermarono all'istante.
    Avevamo appena superato un lieve dosso roccioso, e dinanzi a me - o a noi, non potevo dirlo, si aprì, quasi come se fosse stato nascosto fino a quel momento sotto al mio naso, una vasta pianura...

    Terra bruciata.

    Macerie.

    Un solco nel terreno.

    Fuoco e fiamme, desolazione e morte.

    Ero tornato lì. Nel Gelo.

    Lei era lì, sopra di me.

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    Gli occhi si sgranarono, tutte le vene del mio corpo iniziarono a pulsare congiuntamente. Il fiato si fece più pesante, sempre più pesante, finché non iniziai a digrignare i denti per lo sforzo. Tu...! In un istante le mie mani furono sulle lame, ma nello stesso preciso momento la pallida figura che nella mia mente sarebbe dovuta essere Tensai-ji, l'Asso di Cuori, sparì nel nulla, disperdendosi in nebbia e polvere.
    Non.. Cercai di ritrovare la calma, respirando lentamente. Non è... Reale... Proseguiamo, Jotaro... Se anche il ronin avesse visto quello che avevo visto io, non volevo saperlo.

    Continuammo ad avanzare nella gola, finché non raggiungemmo un promontorio, un rumore interruppe la nostra silenziosa noia.
    Era il primo rumore che sentivo in quel posto.
    Chi può essere? Non vorrei che i morti abbiano imparato a correre... E, se non sono morti, è sicuramente qualcosa di peggio. La mano destra andò ad impugnare Sameha.
    E in effetti era veramente qualcosa di peggio dei morti.
    Eh? Restai pietrificato dall'incredulità.
    Il mio indice andò a puntarsi contro la figura, minuta e occhialuta che era appena apparsa dinanzi a noi.
    Febh... Ma che diavolo ci fai tu qui? Chiesi, confuso, mentre voltavo il capo verso Jotaro. Ma non dovevamo essere... Dietro di me, solo nebbia e oscurità. ... Voltai nuovamente il viso verso Febh.
    Nebbia e oscurità.
    ... Soli...?

    La verde luca di Tamashi non si era mai interrotta, neanche per un istante.

    ... O dannazione...

  12. .

    La Fonte della Vita Eterna


    XXIV


    In un mondo fuori dallo spazio, il tempo, scoccato dal destino che incombeva, appariva comunque ben scandito ai miei sensi.

    Nel freddo mondo idilliaco di Natsuhime, specchiato dal mondo e, allo stesso tempo, tempio dei riflessi di coloro che furono, un tempo, parte di lei, ero finalmente giunto a confrontarmi con chi, da tempo, stavo inseguendo.
    Un neanche troppo velato sorriso dipinse il mio volto di una soddisfazione arcigna, ero riuscito nel mio intento. Stavo per parlare con la moglie dello Scriba del Mondo, regina, se non di titolo, almeno di fatto, dell'Abete.
    Il ghigno fu messo a vera e propria prova da quella che, nella realtà dei fatti, poteva essere un'ancora di una corazzata di grandi dimensioni. Un'arma assolutamente eccezionale, per una donna eccezionale. Per quanto amassi definirmi uno shinobi potente, quel colpo, non portato neanche con l'intento di ferire o minacciare, mi fece vacillare e indietreggiare.
    Anff... Anff... Mi... Dispiace, ma ho una certa fretta. Esclamai, rimettendomi in posizione eretta e buttando via l'arma impropria che impugnavo. Pace... Voglio la pace, ma sono abbastanza sicuro che non la troverò mai... Un leggero velo di oscurità e tristezza si impadronì dei miei occhi, per un solo istante. Io ti cercavo, ma non per la pace... E sai perché, allora. Guardai la donna negli occhi, mentre ascoltavo la donna. Io sono venuto qui per questo... Basta tentare di rallentarla. Basta nascondere. Distruggiamola. La mia voce era decisa. Non ho idea di chi sia queste persone con cui tu abbia parlato, ma non ho bisogno di informazioni, io... Io ho bisogno del potere di distruggere la Bakekujira. Sentii la mia figura specchiarsi nella sua.
    Per un istante, anche, mi parve di riflettermi in lei e riflettere, al contempo, la sua figura.
    Poteva essere, ancora, tutto questo, una coincidenza?
    No... Lo Scriba del Mondo non si affida alle coincidenze... Lui le crea, e lei lo sa bene. Risposi, violentemente, alle parole di rimprovero, prima, e diniego, dopo, della moglie di Pangu. Non posso ipotizzare come cosa stesse escogitando Pangu ma... Lui non è me. Io sono Akira Hozuki, sono il Nuovo Guerriero del Vuoto di Chakra, e le sto chiedendo di fidarsi di me, come suo marito ha fatto prima. Poggiai il palmo della mano destra in corrispondenza nel mio cuore. Basta nascondersi! Basta compromessi! Nessuno più deve soffrire per le mancanze dei ninja! Nessuno più deve morire, e non penserà veramente che io sia così folle da credere di poter resistere ad un potere simile?! Io SO di non POTERLO FARE! Ma la prego, non mi sottovaluti! Le mie dita sfiorarono la mia fronte, rivelando il simbolo del Wu. Il mio sigillo incanalerà il suo chakra e quello del sommo Pangu! Sono il Guerriero del Vuoto di Chakra, e se il Vuoto in me può essere Nulla, tutto in me, ed io stesso... Posso essere Chakra! Non un po' del suo chakra, non metà... TUTTO! Il mio addestramento non è completo, ma questo sarà il mio banco di prova! Utilizzerò il potere del Vuoto per cogliere tutta la sua immensa energia, l'energia naturale dell'isola... E la sfrutterò per distruggere la Bakekujira... Ma il piano non finisce certo così, non termina con la mia morte, la sua scomparsa e quindi quella di tutti gli abitanti di quest'isola... Una volta distrutta l'Arma, al termine del rituale, separerò il Simbolo del Vuoto dal mio corpo, e su di questo le permetterò di legare parte del suo chakra... Quel che basta che le permetterebbe, con l'acqua rimasta, di ritornare ad avere una forma fisica... In questo modo, gli abitanti ancora in vita, anche se con un po' di sofferenza, dovrebbero evitare il peggio... Presi fiato, attendendo un cenno della kunoichi pirata.
    Aprendomi al Vuoto della mia declinazione sarei riuscito a non essere soggiogato dall'immensa energia che mi avrebbe pervaso, e separandomi dal Simbolo avrei permesso a Natsuhime di sfuggire dalle grinfie del rituale... Questo avrebbe significato perdere per sempre il dono di Pangu... Ma un sacrificio andava fatto.

    Rimaneva ancora una questione irrisolta.

    Qualcuno doveva morire.

    Lo so... Lo immaginavo... La Forgia vorrà un'anima... Ancora silenzio.
    Non sapevo se avrebbe funzionato.
    La Lanterna delle Anime forse, malgrado i millenni di esistenza, non aveva mai avuto una sfida del genere.
    ... E un'anima avrà. Fui categorico.
    Non ho intenzione di morire, glielo ripeto, Natsuhime-dono... Ma lasci ad uno shinobi le sue conoscenze segrete... Ho un asso nella manica, e come sono sfuggito al suo mondo poco fa, sfuggirò alla presa della morte.
    O verrò distrutto, provandoci.
    Ma questo non lo aggiunsi.

    Abbiamo poco tempo... E io ho rischiato tutto per venire qui, per poter parlare con lei. CaoCao mi aveva avvertito, se non fossi riuscito nella mia impresa, sarei morto... Eppure non ho avuto dubbi... Adesso le sto chiedendo solo questo: si fidi di me, come si è sempre fidata di Pangu-sama. Non deluderò né lei, né Pangu. Non fallirò.

    L'orologio del destino continuava a ticchettare.

  13. .

    La Fonte della Vita Eterna


    XXII


    Ero ormai piegato sulle mie gambe, vicino all'acqua del lago che era Natsuhime.
    lo scontro - se così si poteva definire - con l'Hayate era stato vinto facilmente. La mia scarica di colpi, unita al particolare stile di combattimento di CaoCao, ci permise di vincere facilmente qualsiasi suo tentativo di difesa. Dopo le gambe, fu la testa a capitolare, terminando quel brevissimo scambio di colpi. Anche i due giovani kiriani non ebbero difficoltà ad occuparsi al leopardo.
    Bravi ragazzuoli, adesso attendete un attimo... E non fate casini... Fu in quel momento che CaoCao rispose alle mie precedenti domande.
    La mia mano era solo a pochi centimetri dall'acqua, e non riuscii a trattenere il movimento.
    Ci ero arrivato troppo tardi. Mi girai di scatto verso il Guerriero del Vuoto della Distanza. I miei occhi erano sgranati. Cosa...? Stai mentendo... Tu non potevi... Ma il tremitio del mio corpo mi tradì. Basta solo sfiorare con la punta delle dite l'acqua per essere soggiogato dalla più enorme quantità di chakra che avevo mai sentito in vita mia.
    Perché CaoCao mi stava mentendo? Come poteva sapere cose che io non avevo mai detto a nessuno? Come poteva aver lasciato l'isola, se i Guerrieri del Vuoto erano impossibilitati a farlo? Tanto che fu CaoCao a proporre a Lianshi di usare abitanti dell'isola per prendere informazioni nel mondo?
    Domande, decine di domande che non avrebbero mai trovato risposte. Almeno non in quel momento.
    Il mio corpo venne sopraffatto dall'acqua, e io stesso mi dispersi prima che la mia coscienza riuscì a rendersene contro.
    I miei ricordi, la mia stessa mente, si dispersero come nel vuoto che solo l'infinito poteva rappresentare.
    Sparii come una goccia in un oceano.




    Era sempre bello il tempo in quel posto.
    Avevo i piedi immersi fino alle caviglie nell'acqua, con i pantaloni tirati su fino a metà polpaccio alla bene meglio. Il vento, soffice e delicato, accarezza la mia pelle, mentre il sole, in lontananza, incominciava a tramontare, andandosi a nascondere nella vastità dell'oceano.
    Anche oggi ero riuscito a pescare qualcosa, quanto bastava per poter avere un pasto caldo e tirare su due soldi al mercato il giorno dopo.
    Di Luo ormai, dopo aver abbandonato la vita del marinaio, gestiva quella piccola bancarella di pesce al mercato. Era un tipo molto simpatico, ogni mattina mi raccontava una sua avventura o un suo aneddoto differente della sua precedente vita. A quel punto, mi salutava con una fragorosa pacca sulla spalla, e io proseguivo con il mio giro quotidiano.
    La meta successiva era sempre il forno di Zhui Feng. Lui la mattina presto non c'era mai, ma una giovane ragazza mi apriva sempre la porta permettendomi di fare spesa, sapendo che poi dovevo iniziare la mia giornata di lavoro in mare. Era una nipote, o comunque qualcosa di simile, di Zhui Feng, ed era molto carina. Un viso pulito, una ragazza acqua e sapone. Quando pagavo e le passavo le monete, ogni mattina, le nostre dita si sfioravano, e il suo volto diventava un po' paonazzo.
    Io a mia volta cercavo di nascondere l'imbarazzo e, in modo goffo, cercavo rapidamente di prendere il pane per la giornata e uscire dal negozio, con un cenno della mano appena accennato e un sorriso da bambino delle elementari sul volto.
    Ed ogni giorno era la stessa storia... Domani le chiedo se vuole venire a pescare con me, magari... Sai, ho una bella barchetta, non è grande come la nave pirata del porto, ma è ok per un paio di persone... A pescare con me? Ma sei veramente così scemo, Akira? Ma che razza di primo appuntamento sarebbe? E se non gli piacesse pescare? E se mi dicesse di no? Sarebbe un problema, c'è solo il forno di Zhui Feng in città, e io non posso certo andare a prendere il pane più tardi! Dovevo terminare i miei giri, e poi dovevo mettermi in mare! Oh, che disastro... Dovevi inventarmi qualcosa di meglio.
    Ed ogni giorno, si ripeteva quella storia.
    Ed ogni giorno, rinviavo.
    Mi diedi un zuccotto sulla testa, per riportarmi con i piedi per terra.
    Era giunto il momento di tornare.
    Aiutandomi con la fune, trascinai la mia barchetta lungo il bagnasciuga vicino al porticciolo, dove la sistemai ancorandola al solito palo in legno. Meika Hozuki, eccola lì la mia infallibile compagna di giornata? Mi soffermai a vedere il nome della barca, inciso lungo poppa. Ma perché diavolo la avevo chiamata in quel modo? Chi chiama una barca con il suo cognome? E perché Meika? Mi ricordavo di lei, più o meno... Era una ragazza carina, dai capelli corti e scuri, e profondi occhi neri. Eravamo amici, un tempo, o almeno così mi sembrava? Di quanti anni fa stavo parlando? Oppure la avevo vista pochi mesi prima? Ma eravamo veramente amici? Non me lo ricordavo chiaramente, ma dovevo presumere di si se avevo deciso di chiamare così la mia barca. Magari quando decisi di trasferirmi in quel posto, colto dalla nostalgia, avevo preso quella decisione?

    Tutto ha inizio da qualcosa.

    Ma quando mi ero trasferito lì? E Perché? Quando e come ci ero arrivato? Uff, troppe domande. Mi facevo sempre troppe domande, me lo dicevano in molti.
    Troppe preoccupazioni che mi distoglievano da quella bellezza, dovevo smetterla forse.
    Almeno per quella giornata, feci una promessa a me stesso: basta domande.
    Guardai nuovamente l'orizzonte, prima di raccogliere le mie sette canne da pesca che misi sotto il mio braccio destro, mentre con il sinistro portavo il secchio con il pescato del giorno e il ghiaccio.
    Raggiunsi casa in pochi minuti. Una casetta in legno non lontana dal centro città, proprio affacciata sul mare. Non era una regia, ma era più di quanto potessi chiedere.
    Sull'usco della porta, la mia lanterna incominciava a brillare della sua particolare luce verdastra. Non sapevo perché fosse così brutta e perché rifletteva quella luce così sinistra, non era propriamente un oggetto per una casa vista mare, però forse la tenevo proprio per quel momento.
    Era una cosa particolare, che dava un po' di aria esotica a quel posto, perché mai me ne sarei dovuto liberare? E poi, nella notte, anche se ubriaco, sapevo sempre da che parte dirigermi grazie alla sua luce. Non dava fastidio a nessuno, sebbene fosse sicuramente un pesce fuor d'acqua in quel paesino.
    Sistemai il pescato nel mio congelatore, le canne da pesca ognuna al suo specifico posto lungo uno dei lati del muro, e decisi di andare a fare una passeggiata in centro prima di preparare la cena.
    Raggiunsi la piazza con la torre dell'orologio rotto. Era possibile che nessuno si fosse mai domandato a che serviva una torre con un orologio rotto? Ed era mai possibile che nessuno avesse mai deciso di ripararlo? No, Akira, basta, avevamo detto stop per le domande oggi.
    L'obiettivo era una passeggiata e un po' di riposo dopo la giornata di lavoro. Anzi, quel che serviva era proprio un buon gelato.
    La specialità di quel posto era il gelato al sale marino, e devo dire che era veramente fantastico! Mai mangiato nulla del genere! La sapidità unita alla dolcezza e alla morbidezza del gelato lo rendevano uno spuntino perfetto in ogni momento della giornata.
    E con quel gelato in mano, non serviva altro che un bel posticino dove osservare la fine del tramonto.
    Guardai la torre dell'orologio, e pensai che non mi ricordavo di esserci mai salito. Forse sarebbe stata la volta buona, perché no?
    Non fu difficile raggiungere la vetta di quella piccola torre, alta forse quindici metri. Trovai una piccola porticciola che mi permise di raggiungere un piccolo balconcino che circondava la sommità del posto. Mi alzai sul muretto di protezione, dove poi mi sedetti fronte orizzonte. Il sole era praticamente quasi scomparso, inghiottito dal mare.
    Da quel posto riuscivo a vedere la gente del posto che si avvicendava alla conclusione della giornata. Tenshi, la fioraia, riponeva i fiori nel suo negozio. Kazuma il barbiere aveva invece già chiuso il suo negozietto da un po', e lo vidi rientrare verso la sua casa dal mercato.
    I bambini del posto invece sembravano volersi godere, come ogni giorno, fino all'ultimo istante la luce calda del sole, prima di rientrare a casa con i loro genitori.
    Non avevo mai vissuto in un posto così bello. Tutto era perfetto, tutti erano felici. Nessun problema, nessuna preoccupazione, nessun astio, nessun conflitto.
    Tutto scorreva, tutti i giorni perfettamente uguali. E con le gambe lasciate muoversi nel vuoto dell'altezza, e lo stecchino di legno del gelato, ormai finito in bocca, mi ritenni fortunato ad essere lì.
    Solo... Solo che... No, basta domande, basta problemi che non esistono, Akira.
    Solo che... Perché ero lì? Perché me ne ero andato? Ero fuggito? Scappavo da qualcosa? Scappavo da qualcuno?
    Ogni tanto cercavo di ricordare la mia vita prima di tutto quello... Ma tutto era annebbiato, confuso, come in un sogno.
    E quella volta non era la prima. Ero già stato su quell'orologio. Mi ero già posto queste domande. Ne ero sicuro, ne ero diventato sicuro proprio in quel momento, ma prima non lo ricordavo. Come poteva essere possibile?

    Ho degli strani pensieri, ultimamente... Tutto ciò è reale... O no?

    Quante volte mi ero posto quel quesito? Per quanti giorni avevo visto scomparire il sole dietro il mare? Per quante volte ero salito su quella torre? Quante volte avevo visto quelle persone rincasare dall'alto?

    Quanto li invidiavo... Loro avevano il loro posto in quel mondo.
    Qual'era il mio?


    Dovevo rincasare adesso, e così feci. O almeno, era questa l'intenzione. Per la strada verso casa, mi ritrovai a passeggiare nuovamente vicino al porticciolo. L'imbarcazione con la bandiera pirata era sempre lì. Ci ero mai stato? Non me lo ricordavo. Decisi che la cena poteva attendere. Non ero dell'umore giusto. Dovevo schiarirmi le idee. Raggiunsi la nave facendo un piccolo giro su di essa. Perché mai una nave pirata era ancorata in quel posto? Non credo che avrei mai trovato la risposta, quindi presi il tutto solo come una scusa per non rincasare. Che qualche pirata si fosse stabilito in quel villaggio, anni addietro? Che la bandiera riuscisse a tenere lontani possibili avventori? Non credevo realmente ci potesse essere una risposta. Da quella altezza, riuscivo a vedere la mia Meika, poco distante... E con la giunta dell'imbrunire, anche i miei pensieri discesero definitivamente nel buio.

    La luce sinistra della mia lanterna mi accolse a casa.
    Accesi il fuoco, su cui misi su un piccolo pesce che avevo pescato quel giorno. Mi era passato l'appetito, ma sperai che sforzandomi a mangiare sarei riuscito a prendere sonno più semplicemente. Prendendo il pesce dal ghiaccio della mia cucina, uno strano strano flash di ricordi e memorie sembrarono assalirmi la mente. Quando ero stato in un luogo così freddo? Ricordavo la sensazione di essere immerso nella neve e nel freddo, di essere circondato dal ghiaccio e dalla desolazione? Ma ero davvero io? Ero solo? No, non ero solo, c'era qualcun altro con me. Ma chi? E perché ero arrivato fin laggiù? Avevo un compito? Una missione? Un obiettivo?
    L'odore di bruciato mi riportò al momento. Imprecai, sbrigandomi a togliere il pesce dal fuoco.
    Poggiai il piatto sul tavolo, e guardai le mie sette canne da pesca? Non ricordavo dove le avessi prese... E soprattutto perché sette? Era un numero che, da quanto potessi ricordarmi, mi era sempre piaciuto. Sette era un numero ricorrente, nella mia vita?
    Ma ricorrente per cosa?
    Non riuscivo a ricordarlo.
    A cosa potevano servire sette canne da pesca? In effetti ne riuscivo a gestire al massimo due o tre contemporaneamente, perché sette?
    Il ghiaccio... E sette. C'era stato un momento nella mia vita in cui mi ricordavo che quelle due parole erano confluite nella mia vita. Ecco, si, adesso ricordavo...! Ero andato in un'isola ghiacciata per recuperare le sette canne da pesca! No, aspetta, non aveva alcun senso. Recuperai una persona, non le canne da pesca. Un costruttore di canne da pesca? Su un'isola ghiacciata? No, non era così. Forse recuperai il legno per costruirle! No, neanche... Non era legno, era un metallo... Ecco, si, un metallo! Non per canne da pesca, ma per delle spade.
    Per sette spade.
    Dove erano finite quelle spade? Erano state costruite alla fine? E con chi ero? Sapevo di non essere solo ma... La barca! Cioè, no, non la barca in sé, il nome della barca! Ero con Meika, si! Adesso era quasi chiaro... Ero con Meika, e restai con lei per due giorni, nel freddo e nel ghiaccio... Eravamo in una caverna, o una grotta, e c'era freddo, ma allo stesso tempo ero... Felice.
    Meika... il suo viso mi apparve dinanzi, quasi come in un sogno.

    Ricordi svaniti, memorie ricostruite e un sogno...
    Un sogno su di Lei, in un mondo senza Lei...


    Quasi senza accorgermene, lanciai il piatto con il pesce contro il muro, con violenza.
    Ansimai profondamente, cercando di ridestarmi. Ma non potevo ridestarmi.
    Quello non ero io, quella non era la mia casa. Tutto ciò non era la mia vita.


    Uscii di corsa dalla porta.
    Avevo bisogno di aria. Avevo bisogno di correre. Avevo bisogno di urlare.
    Presi la lanterna con la mano sinistra, e incominciai a correre. Corsi verso il mare, mentre come tuoni nella mia testa, ricordi ed emozioni passavano velocemente e sfocati dentro di me.
    Senza accorgermene, ero già sulla riva, con i piedi bagnati dall'acqua del mare.
    Sogni di un'altra vita, della mia vita. Di Lei, e Noi.

    Frammenti di sogno che sembrano ricordi lontani.
    Ricordi lontani che sembrano frammenti di sogno.


    Mi fermai solo quando il cuore mi sembrò scoppiare nel petto. Ero nel nulla, circondato solo dall'oscurità, che veniva mantenuta a distanza da me solo dalla verde luce della mia lanterna. Caddi in ginocchio nel mare, mentre l'oggetto sinistro veniva abbandonato dinanzi a me, inghiottita per metà dal mare.
    Voglio allineare i pezzi... Poi una goccia cadde sulla mia guancia. Le mani, anch'esse, sprofondarono nell'acqua e nella sabbia.
    Un'altra goccia si disperse nell'oceano. E poi un'altra. E ancora un'altra.
    Stavo piangendo.
    I tuoi e i miei... Tirai il volto all'insù, verso il cielo stellato, illuminato per metà soltanto dalla lanterna.

    Io sono Akira Hozuki...

    Era un sussurro nel nulla, niente più.
    Era come me.
    Solo.
    Quella non era la mia vita. Quello non ero io.

    Io sono Akira Hozuki...

    Ripetei, questa volta leggermente più forte.
    Forse non ricordavo più da dove venivo e qual'era la mia vita, ma sapevo chi non ero e quale non era la mia vita.
    io sapevo chi ero.
    Era un grido di disperazione.
    Era una richiesta di aiuto.
    Riempii i miei polmoni di aria, per un ultimo grido.

    IO SONO AKIRA HOZUKI!


    La lanterna splendette come una piccola stella nell'oscurità profonda che mi inghiottiva, illuminando tutto intorno a me.
    Solo per un istante.


    Poi di nuovo il buio.
  14. .

    Contrattacco al Re

    Rosso


    IV


    Oh, benissimo! Ma non preoccuparti Febh, non sei rompiscatole come credi, anzi, a me sei sempre stato simpatico! Riguardo a te... Guardai Tasaki, dandogli un colpetto sulla spalla con la mano destra. Anche il suo breve discorsetto aveva di fatto confermato tutte le parole. Non preoccuparti, non te lo faremo pesare, dai... Lo aveva definito in ultimo come il "cretino" del gruppo, e lui di converso il "genio", non basandosi troppo su fatti concreti ma più che altro sulle sensazioni. E, con quelle parole, me ne andai, ritirandomi sul ponte in attesa della destinazione finale.

    Direi che ve ne potete restare qui, oppure prendete il largo restando comunque vicino la costa, magari cercate di nascondervi dietro qualche promontorio... Altrimenti sperate che non vi trovino. Feci spallucce al capitano della nave, prima di scendere dalla nave e raggiungere i ninja prima della divisione in gruppi. Siamo tutti d'accordo, vediamo di non mancare l'incontro, altrimenti senza mezzi di comunicazione la storia si fa dura da recuperare. E, con un cenno della mano, salutai il gruppo diretto a sud, prendendo la strada per Tosa.

    Appena iniziato il viaggio, Febh risultò da subito immediatamente molto loquace. Non è malissimo, superate le prime difficoltà di comunicazione. Fa sempre il duro, ma in realtà è un tenerone dietro tutto quel metallo. Basta sapere come prenderlo. Comunque, in sostanza, l'ho nominato io! Risi, seppur fosse la verità. Vedi, con la scomparsa di Itai Kiri aveva bisogno di stabilità... E per quanto sia un peperino niente male, la sua fedeltà verso il Villaggio è... Beh, direi massima. Io... Non potevo sostituire Itai. Non adesso, e credo non potrò mai farlo. Ho altri progetti dinanzi a me... Glissai sulla sua effettiva provenienza, non tanto per ragioni intime, ma solo per evitare di sentire sbraitare Kensei verso di me.

    Fu dopo poco che dinanzi a noi apparve la nostra meta. La città di Tosa era lì, e su di essa svettava una cupola di chakra di color cremisi. Uhm... No buono. incrociai le braccia, mentre una strana sensazione sembrava farsi largo nel mio corpo. Non la sentite anche voi... Questa... Sensazione? Di... Pressione...? Avrei chiesto a Febh. Questa cupola... Che serva per "assoggettare" come diceva quell'idiota della Foglia al bar, oppure è una semplice barriera di individuazione? Fu allora che iniziò a guardare Tasaki.
    Il ninja mi stava lasciando decisamente a bocca aperta. Era incredibile, assolutamente un qualcosa di eccezionale.
    Ma non preferì parola finché Tasaki non si distanzio tra di noi. Ma questo... Guardai Febh. Ma questo è un coglione. Esclamazione diretta e sincera. Ma dove lo hai pescato? Se me lo avessi detto prima avrei fatto a cambio con Fudoh... A parità di neuroni, almeno, è più simpatico.

    Con il ritorno di Tasaki, tirai un sospiro di sollievo. Già che non ti sei perso nel bosco, direi che il tutto è considerabile come un successo. Avrei incrociato le braccia. Io sarei stato più per andare diretti verso il centro della cupola, ma va bene anche così. Manda questi tuoi compagni in esplorazione, e poi valutiamo se non succede nulla di strano. Avrei avvicinato la mia bocca all'orecchio di Febh, sussurrandogli all'orecchio. Pss... Non ti preoccupare, ho capito il tuo piano, prima della fine della missione lo leghiamo e lo lasciamo sulle coste di Kumo. Occhiolino evidente, e si continua. Iniziamo dai quartieri poveri allora, la feccia è sempre l'ultima ad essere presa in considerazione, anche dai conquistatori. Un passo alla volta, vediamo dove andremo a parare.
  15. .

    I Signori delle Stelle


    VI


    Come ho detto... Il tempo che rimane è poco. Molto poco. Takumi deve purificare l'acqua della Cava Argentea prima della luna piena, altrimenti l'acqua del lago rifletterebbe la sua immagine eh... Se il maleficio fosse completo, anche i Visoni rimasti salvi dalla prima luna sarebbero persi... Probabilmente in maniere definitiva. La voce si fece più profonda. Vi ringrazio, per quello che avete intenzione di fare... Ma sappiate che vi troverete in una situazione critica, in inferiorità numerica... E con poco tempo.
    Seduto su quel comodo divano della vecchia sacerdotessa, sorseggiando un caldo tè, fu allora la mia volta di parlare. Concordo, questo tè è ottimo Sho... Mi guardai intorno, avendo evidentemente frainteso le sue parole. Ehm... E ovviamente si, ti aiuteremo! Non possiamo permettere che Shishi faccia quello che... Be, si, insomma, quello che vuole fare. Proprio no, proprio no... Mi alzai di scatto, evitando di dare a vedere di non essere stato ad ascoltare. Allora, dove dobbiamo andare per andare dove dobbiamo andare? Inuarashi, quasi stupito, o distrutto, parlò a fatica. Le entrate per la Cava Argentea sono due... Basta o continuare questa strada, e vi troverete davanti l'ingresso principale... Altrimenti, c'è un ingresso secondario. E' sul lato del monte, ad est, sotto un crepaccio... Ma vi servirebbero circa due ore per arrivarci... Troppo tempo. L'ingresso principale sarà sicuramente sorvegliato... Non so come potrete affrontare quello che va affrontato...
    Feci spallucce. E mi pare chiaro che dobbiamo trovare ancora la vecchia, giusto? Un bel problema... Se è ancora dentro la Cava Argentea, dove potrebbe essersi nascosta? C'è qualcuno dei tuoi che ti è rimasto fedele? L'ultima volta era con Hanako... E' una mia nipote, una forte guerriera, ma sola... Non so se sono ancora insieme, ma se lo sono staranno cercando di uscire dalla Cava...[/font] Verso l'uscita secondaria... Direi... E' un bel problema, direi che... il nostro viaggio si divide. Avrei guardato Sho. Dobbiamo trovare la vecchia e permettere di purificare il lago, ma non abbiamo tempo per farci strada dall'ingresso principale ed arrivare a controllare tutti i cunicoli di un monte... Quindi... Io andrò all'entrata principale, e farò un po' di baccano. Attirerò su di me l'attenzione, tu dovrai arrivare al secondo ingresso, cercare di trovare Hanako con la vecchia e portarla al lago prima della luna piena... Con un po' di fortuna, li attirerò fuori, e avrai strada libera, o quasi. Inuarashi rimase a bocca aperta. E'... Pericoloso... Da solo non riuscirai mai a sconfiggerli tutti... Il potere della Luna di Sangue li ha resi troppo potenti... Ma... Forse solo così potresti avere una possibilità di riuscire ad infiltrarti... E allora si procede. Come sempre, i miei piani sono fantastici! Eheheh! Avrei ridacchiato, fiero del mio ennesimo piano da kamikaze. Duca pelosone, tu riposati. Ci pensiamo noi. Pollice all'insù, e sorriso sornione. Sho, andiamo! La strada è lunga, e mi stavo per annoiare in effetti. E la soluzione era un attacco in solitaria contro una base piena di lupi cattivi.

    Un cane?! Cosa?! Era veramente un cane? Io pensavo fosse solo un lupo fatto male... Avrei esclamato, stupito. Comunque, questo è il mio sentiero... La tua strada è invece quella. Cerca di fare in fretta ad attraversare questo crepaccio, io tra un'ora e trenta... Inizio la festa! Quando arriverai dovresti avere la strada spianata... Vediamo di beccarci al lago sotterraneo, altrimenti... Vienimi a cercare! Sho si sarebbe stupito di con quanta semplicità avrei pronunciato quelle parole.
    Dette quelle parole, i due ninja si sarebbe evidentemente separati nel loro viaggio.

    La strada di Sho sarebbe stata sempre più bucolica e montana.
    Il verde paesaggio lasciò spazio solo a nuda roccia lungo il fianco del Monte Argento. Nessuna traccia umana, nessuna traccia di lupi famelici.
    Ma, sebbene tutto ciò che si trovasse dinanzi fosse roccia e tranquillità, il viaggio si sarebbe rivelato lungo come anticipato da Inuarashi. In effetti, il ninja di Konoha avrebbe impiegato quasi le due ore pronosticate prima di raggiungere un piccolo punto sopraelevato che si affacciava su un burrone... Ai piedi del burrone, un ingresso nella roccia era ben evidente... E nessuna anima viva intorno. O almeno così poteva sembrare ad un primo sguardo.
    Dopo pochi minuti di osservazione, infatti, un forte clamore sarebbe provenuto da quella grotta.
    Urla, lame e ululati.
    La prima ad uscire sarebbe stata una una vecchietta decisamente scompligliata e con un paio di occhiali indossati [Immagine di riferimento] seguita quindi da un'animale molto simile ad Inuarashi, ma di sesso femminile. [Immagine di Riferimento]
    Quello che avrebbe dovuto preoccupare Sho invece sarebbe stato l'ultimo ad apparire.
    Un lupo, decisamente famelico, decisamente arrabbiato, e decisamente poco incline ai ragionamenti... Ricoperto di catene e con parte della carne chiaramente incandescente. [Immagine]
    La belva assalì le due donne. La giovane Visona riuscì a malapena a bloccare le sue zanne con la sua spada, proprio a pochi centimetri dalla sua gola... La situazione era critica.
    L'ingresso era libero, la vecchietta poco distante, come raggelata dalla situazione e stanca dalle mille peripezie di tutti quei giorni.

    [Ore 19.25 - Tramonto ore 20.30]
211 replies since 29/1/2007
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