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  1. .

    L'incontro


    I



    Il piccolo ed anonimo villaggio di Tani era spesso una tappa di passaggio per chi era in viaggio verso Suna o Konoha. I pochi abitanti che vi vivevano accoglievano volentieri valorosi shinobi o aspiranti tali da ogni dove, dandogli una dimora dove riposare ed un pasto con cui rifocillarsi. Nulla era offerto, tuttavia i meno ricchi potevano approfittare delle loro abilità per ricevere ciò di cui avevano bisogno in cambio di piccole missioni. Sarebbe stato all'interno di uno dei locali del paesino che Genji avrebbe potuto notare, circondata di attenzioni, una donna attraente dai capelli ramati e gli occhi smeraldo, senza nulla togliere al suo corpo tanto perfetto da sembrare artificiale. Tuttavia il dettaglio che più spiccava in lei erano alcuni tratti felini, tra i più evidenti due orecchie ed una lunga coda. Sembrava a suo agio, seduta in un tavolino in un angolo, con un grosso sacchetto che faceva tintinnare di tanto in tanto. Gli uomini che la circondavano sembrava stessero a debita distanza da lei, alcuni di loro avevano delle ferite da taglio sul volto o parti del corpo, dal vestiario si poteva intuire come fossero tutti abitanti di Tani. In mezzo al chiacchiericcio, Genji avrebbe potuto udire qualche frase, senza bisogno di dare nell'occhio:

    No, no, vi ho detto che non resterò qui a lungo, brutte scimmie. Devo trovare un valoroso samurai che mi aiuti in cambio di denaro... O altro, se preferisce. Ridacchiò. Per quanto quegli uomini la desiderassero, sembravano riluttanti nell'accettare la sua proposta. Se non volete fa niente. Porterò i miei soldi da un'altra parte.

    Per un vagabondo che viveva di stenti, quel sacchetto sembrava un bene estremamente prezioso. Se Genji si fosse sentito coraggioso a sufficienza, si sarebbe potuto offrire come aiutante in cambio di quel denaro. Certo, poteva sempre decidere di distrarre in qualche modo la gatta ed il gruppetto che la circondava per ottenerli in altro modo... Difficile dire quale tra le due poteva essere la scelta meno rischiosa.


    A Kin era stata recapitata una lettera con un luogo ed una data, con una grafia piuttosto raffinata. Nessun altro indizio, se non la firma: Hayate. Era stato indirizzato in una piccola dimora nella periferia di Tani, una casetta che sembrava sorreggersi a malapena, circondata da grossi e fitti alberi. Al suo interno il mittente della lettera, che lo attendeva paziente.


    Benvenuto Kin. Lo fissò con sguardo severo, squadrandolo dall'alto al basso. Io sono Hayate.

    Portando le braccia alle sue spalle si spostò nella stanza, chiaramente non a suo agio in quell'ambiente sporco e abbandonato a se stesso. Dal suo portamento elegante era facilmente intuibile che fosse lui il mittente della lettera.

    Sono stato informato del tuo interesse nei nostri confronti. Hayate è sempre pronto ad accogliere nuovi e volenterosi membri dalla sua parte. Il suo tono di voce armonioso divenne freddo, mentre spostava lo sguardo verso il ragazzo, quasi stesse cercando di leggergli l'anima. Ma personalmente sono sempre stato contrario a questa estrema libertà. Hayate non è un gioco. Hayate non è un nome da portare con leggerezza. Ad ogni passo il legno del pavimento cigolava fastidiosamente. L'attenzione di Hayate era tutta sul ragazzo. Per quanto ne sapeva, quell'uomo poteva essere la sua unica occasione per unirsi a quell'organizzazione.

    Hai la determinazione per unirti a noi? Sei pronto a sacrificare tutto per Hayate?


    Easy post di presentazione, fatemi vedere come sono i vostri personaggi!
  2. .
    La maggior parte di noi usa personaggi provenienti da manga abbastanza famosi da non aver bisogno di essere citati. Per i pochi invece che preferiscono usare immagini originali, fan art o arte creata da artisti meno conosciuti, sanno bene che incappare nelle ire dell'artista originale che si vede rubata la propria opera non è piacevole. Sarebbe corretto creditarlo sotto ogni singolo post in cui viene usato il suo disegno... Ma la cosa diventa difficile da fare nei post senza infastidire il racconto, e ancora più difficile nelle schede per via del funzionamento dell'app, per non parlare delle tabelle dei post.

    Per evitare di rovinare ogni singolo post con una lista di crediti ripetitiva o rompere i codici della scheda per inserire dei crediti da qualche parte, ho pensato fosse una buona idea aprire un topic apposito dove accumulare i vari disegni! Vi basterà postarli qui una volta sola, e poi usare questo codice nei post ogni volta che potete, in modo da reindirizzare chi vuole sapere il nome dell'artista (o lo stesso artista furioso) a questo topic, dove ci sarà il disegno correttamente creditato.

    (potete modificare le dimensioni dell'immagine liberamente, cambiando il numero dei pixel)

    HTML
    [URL=https://narutolegend.forumfree.it/?t=76061619]<img style="width: 250px" src="https://cdn.discordapp.com/attachments/384151894395715609/470873292773785601/avipy.png"/>[/URL]



    Fate i bravi bimbi :solerò:
  3. .

    The choice


    VI



    Finalmente Hebiko aveva, involontariamente, trovato una breccia nella sua memoria (o almeno così sperava): il segreto dietro quel drastico cambiamento poteva essere svelato grazie a quei segni quasi invisibili! Frettolosa, la rossa estrasse il suo kaiken, mostrandogli ciò che aveva visto, lasciando che l'altro glielo rubasse dalle mani per verificare lui stesso, aggiungendo interessanti dettagli alla cosa. Che Febh stesse tornando a galla? Non volle insistere quando Kaji ritardò il suo ragionamento: sapeva bene come certe notizie andassero assimilate con calma, e non riteneva necessario forzare ulteriormente il suo capo, se ancora così poteva considerarlo. Annuì, interrompendolo solamente per una domanda:

    Ti senti bene?

    Durante lo spogliarello improvvisato per la ricerca della snake sword, Kaji non riuscì a tenere a freno la lingua, causando un visibile imbarazzo sul volto della kunoichi, ed una tirata di orecchio quasi istintiva da parte della pudica serpentella:

    Ci conosciamo da un'ora!! E cos'è sta storia che non vado bene al tuo Sensei!?

    Borbottò, lamentosa, ricoprendo rapidamente il suo braccio e distogliendo lo sguardo il più possibile. Sfortunatamente, per l'ampio rossore sul volto non aveva molte soluzioni.
    Hebiko non faticò ad accorgersi di come Kaji le aveva rigirato il discorso in modo da evitare la domanda. Forse la cosa aveva qualche collegamento con la precedente rivelazione, perciò non le restava che aspettare. E, durante l'attesa, Kaji le rivolse a sua volta una domanda, della quale anticipò la risposta con uno sbuffo, poggiando la testa ad entrambe le mani.

    Meh. Non che abbia poi molto tempo per me. Non sono nemmeno sicura se posso essere considerata una vera e propria Erede, o solo uno dei suoi tanti esperimenti per avere un corpo di scorta, uscito con un carattere... inaspettato. In fin dei conti di Orochimaru ho solo la discendenza, il resto... non cambia molto dal tipico otese medio. Lui è la leggenda, chi gli sta attorno non è poi così importante.

    Sviò il discorso, mascherando il suo senso di disagio nel sentirsi solamente un misero esperimento fallito con il problema di un padre assente e poco attento ai bisogni della figliola. Lei stessa non sapeva quale delle due cose le faceva più male, di certo non aveva intenzione di parlarne a lungo con Kaji, non finchè questo immaginasse la Vipera cresciuta sotto la protezione del Fondatore di Oto, quando la realtà era ben lontana da tutto quello. Ma luila sapeva bene... L'altro lui almeno.


    L'esperimento con le evocazioni le permise di attirare con successo ben due serpenti, che la riconobbero come evocatrice, pur non avendola effettivamente ancora incontrata. La felicità dell'essere riuscita a richiamarli in quel luogo venne momentaneamente messa da parte da un Kaji che, quasi in preda alla disperazione, non sembrava in grado di farsi riconoscere da Midori. Hebiko ordinò alla serpe di rispondere alle domande del ragazzo, venendo presto distratta dal secondo serpente evocato, Kisshoku, che brillava curiosamente come i funghi presenti in quella grotta. Lo fissò confusa per qualche istante, per poi correre a raccoglierlo, tenendolo tra le mani, sgridandolo con un tono decisamente più dolce di quello che spesso subiva Febh:

    No no no, cos'hai fatto!? Non puoi mangiare tutto quello che ti capita sotto tiro, potrebbe essere velenoso!

    Lasciò che il serpente più piccolo le si attorcigliasse liberamente addosso, intromettendosi nell'altra conversazione solo una volta finita. Kaji stava sicuramente iniziando a mettere insieme tutti i pezzi del puzzle, Hebiko ancora sperava che questi potessero fargli tornare la memoria. Si rivolse a Midori dopo un rispettoso inchino:

    Grazie per aver risposto alla chiamata. No, purtroppo ancora non conosco molti di voi, ma ho intenzione di rimediare al più presto. Ci penseremo una volta usciti di qui. Qualcuno di voi due ha notizie di Aoda? Era con me in un momento piuttosto importante, ma non ho modo di richiamarlo...

    I due ebbero modo di rilassarsi ulteriormente prima di partire, grazie al talento di Kaji come parrucchiere, che stava sistemando con cura i capelli della ragazza, rovinosamente tagliati dal suo alter ego. Gonfiò le guance cercando di reprimere ogni pensiero negativo quando il ragazzo descrisse lo stesso addestramento che lei aveva appena subito, solo subito lui stesso dal suo sensei, limitando la sua furia ad un borbottio confuso sulle note di "ora capisco da chi hai preso". Non potè che condividere il suo successivo pensiero, ridacchiando per allentare la tensione... venendo però presa alla sprovvista dalla sua ultima affermazione. Alzò lo sguardo verso di lui, non sapendo come reagire. La sua faccia lo fece per lei, facendola irrimediabilmente arrossire. Mai Febh era stato così diretto nell'apprezzare la sua presenza, incapace di rappresentare a modo le emozioni umane. Ed ora, grazie alla presenza di Kaji, era invece in grado di esprimere realmente la sua gratitudine ed i sentimenti verso la kunoichi. Per quanto entrambi si dessero per scontati, era innegabile che tra i due si era formato un legame che molti avrebbero invidiato; nonostante le innumerevoli stramberie dello Yakushi, la Vipera non aveva mai smesso di restargli fedele, rinunciando a tradire il suo villaggio odiato fino alle fondamenta solamente per quell'unica persona che non aveva intenzione di deludere. Ridacchiò, imbarazzata, coprendosi il volto con una mano, incapace di mantenere lo sguardo. Fortunatamente il bisogno di uscire da quel luogo avrebbe presto allentato quella tensione, facendoli concentrare sulla loro prossima mossa.


    Uratorou si lasciò scappare diverse informazioni piuttosto importanti, mentre Kaji sembrava riconoscere la pietra di cui parlava, probabilmente ciò che alimentava il robot. La tensione del momento, tutta sulle spalle della kunoichi, le impedì di approfondire quelle informazioni, dopotutto la priorità era un'altra: catturare o fermare il robot. Non potè tuttavia trattenersi dal commentare le affermazioni su Ogen:

    Una ragazzina di due secoli!? Non puoi paragonare l'età umana a quella di un drago o di un... un... qualsiasi cosa tu sia! ...E quanto diavolo siete longevi voi Yakushi!?

    Borbottò all'aria, involontariamente rivolta a Kaji, che tuttavia non si sentiva Yakushi per nulla. I suoi successivi commenti le facevano persino capire come la mente non fosse in grado di controllare quel corpo al meglio, rafforzato dagli allenamenti di Febh stesso. Sembrava davvero come se solamente l'anima fosse tornata indietro nel tempo. Lo tranquillizzò come meglio riusciva, assicurandosi di affidargli solamente il ruolo di supporto, in modo da rendere il tutto meno pericoloso possibile per il suo nuovo corpo. Stavolta era lei la responsabile di tutto, e per una volta stava valutando seriamente la salute del suo compagno di squadra, sentendosene responsabile come leader di quel team improvvisato.


    L'attacco andò come previsto, ad eccezione dell'ultima vendetta del robot. La rossa, tenuta da Kaji per il busto, piegò le gambe in avanti per ripararsi dagli aculei, sfruttando le sue scaglie come protezione. Alcuni aculei riuscirono a penetrare nella sua pelle, mandando in circolo il veleno. Strinse i denti, resistendo fino al passaggio del drago che distrusse completamente l'automa. Terminato il passaggio del drago i due scesero dal condotto, e la Vipera si lasciò andare ad un sospiro liberatorio, piuttosto entusiasta della riuscita del suo piano. Mentre Kaji si occupava della pietra, sotto consiglio di Uratorou, la kunoichi si spostò verso il torso dell'automa, calciandolo senza troppa forza, ma più come gesto autoritario, prepotente.

    Hai trovato la "kunoichi Oto" sbagliata, stupido barattolo.

    Era pronta a festeggiare quella vittoria anche con Kaji, ora liberi di cercare un'uscita da quel posto, magari aiutati da Uratarou. Ma, quando si voltò il suo sorriso si spense, nell'esatto momento in cui la plasticosa montatura degli occhiali toccò il terreno. Le prime frasi del ragazzo accesero un tremendo dubbio in lei, che espose prima che lui potesse iniziare il suo discorso, a pugni stretti ed espressione incredula, pronta a scoppiare di rabbia:

    ...Mi stai tradendo?

    Mai avrebbe immaginato che, tra tutti, proprio lui potesse tradirla. Febh non lo avrebbe mai fatto, per quanto il suo modo di dimostrare affetto fosse così al di fuori degli schemi, tradire la persona più fedele a lui, alla quale forse lui stesso era (inconsciamente) altrettanto fedele, era fuori discussione. ...Ma quello era Kaji. Kaji era diverso. Lo era davvero? Esternamente sì, i suoi atteggiamenti, modi di fare, per non parlare dell'estremo rispetto ed umanità che mostrava nei confronti della ragazza, quasi a disagio di fronte ad un trattamento tanto normale. Eppure, in un certo senso, era pur sempre la stessa persona. Kaji era forse la partedi Febh che quest'ultimo aveva dimenticato, ma era sempre lui, faceva comunque parte del suo essere. Non sarebbe riuscita a spiegarsi in altro modo l'istintiva fiducia reciproca che provavano l'un latro, non accettava di riconoscere i due come entità completamente opposte. Qualcosa di ognuno era- doveva essere rimasto nell'altro.
    Il successivo monolo la aiutò a capire. A quanto pare aveva effettivamente collegato diversi pezzi del puzzle, ma mai si sarebbe aspettata di scoprire che Febh fosse, a tutti gli effetti, un cadavere ambulante, salvato per miracolo da un'abilità unica del suo maestro. E qualcosa sembrò turbarla, quando l'Hakai confessò che il motivo della sua coscienza finalmente tornata a galla era quella pietra, ed una sua lontananza o una più brutale distruzione lo avrebbero relegato per sempre nella mente dello Yakushi, facendolo tornare il Febh che tutti conoscevano, il suo vero capo, colui a cui aveva per primo dato la sua fiducia. Temeva che il ragazzo potesse scappare una volta finito il suo discorso, temeva che potesse attaccarla, vedendola come un'ostacolo alla sua sopravvivenza, costretta a rivalutare le sue stesse convinzioni ora che qualcun altro le sputava in faccia la tremenda verità e conseguenze della sopravvivenza a tutti i costi. Ma non lo fece. Le diede la possibilità di scegliere la sua strada, come un vecchio amico che le doveva un ultimo favore.
    Le mani della ragazza tremavano, strette in due pugni. La spiegazione l'aveva lasciata incredula, come ci si poteva aspettare: il tutto era tanto assurdo quanto sensato. Si era inoltre resa conto di non conoscere quasi per nulla quella persona con cui vantava tanta confidenza e fedeltà... ma come biasimarlo? Nemmeno lui sapeva quel lato di se, probabilmente. Si irrigidì, incurvando leggermente la schiena e portando indietro una gamba, quasi fosse pronta ad un assalto improvviso.

    Tu... Hai davvero pensato di potermi tradire... Anche solo per un istante? Dopo tutto quello che abbiamo passato? Forse non poteva ricordare le sue esperienze come Yakushi, ma la Vipera non poteva trattenersi dal pensare ad entrambi guardandolo. Ed ora mi poni una domanda del genere? Davvero?? Tu realmente non hai ancora idea di chi io sia.

    E, quasi senza preavviso, scattò in avanti, impastando quanto più chakra poteva nelle gambe, allungando le braccia quanto più poteva preparandosi a stringerlo in una rapida, inevitabile morsa, con uno sguardo che non prometteva assolutamente niente di buono. Un assalto rapido, a testa bassa, che sembrava anticipare un attacco di violenza inaudita... Attacco che non andò mai a termine.



    Le sue braccia lo strinsero in un abbraccio caloroso. Non c'erano istinti omicidi in quel gesto, non traspariva alcun doppiogioco o finta. Un abbraccio, uno dei gesti più puri e sottovalutati che due persone potessero scambiarsi. Un gesto estremamente importante per una ragazza come Hebiko, abituata ad approcci decisamente più freddi anche con persone di cui si fidava. Ed ora lui poteva vantare di aver condiviso un momento unico con quella kunoichi, forse persino più importante del bacio scambiato con Raizen tempo prima.

    Sei un'idiota. Come al solito. sentenziò, in contrasto con il suo caloroso abbraccio. Strinse le sue vesti, rinforzando quell'abbraccio e quasi rimproverandolo, offesa. Come ti è saltato in mente che potessi anche solo pensare di sacrificarti?

    Si sarebbe goduta quell'abbraccio per un minuto buono, sperando che l'altro ricambiasse, comprendendo il suo gesto. Indietreggiò solamente per raccogliere gli occhiali gettati a terra, infilandoglieli nella stessa tasca della pietra.

    Non mi importa chi tu scegli di essere. Kaji Hakai, Febh Yakushi... Resti sempre tu. Mi fido di te. E ti seguirò ovunque. Gli prese la mano, come fosse una promessa. Stavolta però toccava a lei dargli qualche spiegazione, la sua fuga per la libertà rischiava di essere un problema.

    Sarà difficile per te lasciare Oto. Ci sono diverse cose che non sai, e che non ti ho detto prima per paura che tu potessi assimilarle male. Tu sei l'Amministratore di cui parlavo. Febh Yakushi. Prese fiato, consapevole che quel dicorso sarebbe stato probabilmente duro da mandar giù. Sei molto stimato ad Oto. Diciamo che il tuo alter-ego ha modi di fare particolari, ma la tua forza è conosciuta in tutto il villaggio, e fuori da esso. Se dovessi sparire da un momento all'altro, puoi ster certo che chiunque verrebbe a cercarti. I primi potrebbero essere gli Yakushi, seguiti da Diogene Mikawa. Anche se lui potrebbe approfittare della tua assenza per diventare Kokage... borbottò, ragionando sulla cosa. Quella sua ultima affermazione avrebbe sicuramente fatto crescere dei dubbi in Kaji, ai quali la Vipera avrebbe risposto prontamente. Ah, giusto, tu non sai... Beh, Orochimaru è tecnicamente morto anni fa, ma pare fosse tornato sotto mentite spoglie, per poter comunque governare il villaggio. E tutt'ora tutti credono che questo Nidaime sia a capo ma... la verità è che tu e questo Diogene lo avere ucciso, in segreto. Stai... Febh aspettava il momento migliore per dirlo al resto del villaggio. E non aveva reagito bene quando aveva scoperto i miei legami con la Serpe. Che, tra le altre cose, non è mai stato presente nella mia vita, mi sono dovuta inventare quella storia per cercare di farti tornare la memoria. ...Ma avremo modo di parlarne meglio una volta usciti di qui. Uratorou, non è che puoi indicarci la strada?


    Hebiko avrebbe risposto a qualsiasi dubbio del ragazzo senza farsi problemi, dicendogli tutto quello che sapeva di Febh. Prima o poi sarebbe arrivato il momento di pensare ad una soluzione per la sua condizione. La Vipera iniziò a ragionarci su, ricordando una peculiare abilità che Raizen le aveva dimostrato di avere.

    Se solo fossi in grado di crearti un clone perfetto... Potremmo lasciare che quello torni ad Oto, mentre tu potresti rifarti la vita che preferisci. Se quella pietra resterà con te, il clone riprenderà la coscienza di Febh, e nessuno avrebbe più modo di disturbarti. ...Dovremmo cercare nei laboratori di Oto, magari tra le ricerche di Orochimaru potremmo trovare qualcosa che fa al caso nostro. Pensi possa essere saggio tornare dal tuo maestro? Se era la sua guardia personale, sicuramente saprà dirci dove cercare.

    Le due evocazioni ancora li accompagnavano, con la kunoichi che aspettava impaziente il ritorno di Aoda. Per Ssalar, sarebbe sicuramente stato più difficile ritrovarlo, ma sapeva che quelle creature vivevano nel bosco dei sussurri. Aveva una base di partenza, se non altro.



  4. .

    La Serpe


    VI



    Hebiko ebbe il tempo di scambiare qualche altra battuta (grido forse era più adatto) poco chiara, mentre quello stramboide dagli occhiali senza lenti la accoppiava per l'ennesima volta con una persona a caso. Se non fosse stato per lo tsunami di sangue, avrebbe forse inavvertitamente rivelato della sua cotta per l'Hokage, ma per fortuna il tanto osannato nuovo Kokage aveva deciso di mostrarsi giusto in tempo.
    Non fu sconvolta tanto quanto altre persone lì in mezzo nel veder Febh inginocchiato. Ancora non l'aveva riconosciuto, e tantomeno capiva del perchè il Mikawa lo stesse trattando con così tanta gentilezza. Aveva appena confessato di essere lui stesso il creatore di quei cloni, di aver potenzialmente messo in pericolo tutti gli shinobi, ed invece di saltargli addosso sembrava persino... amichevole nei suoi confronti!? Ma presto sarebbe finalmente arrivato il momento delle risposte, un cenno del Colosso ed Eiatsu, seppur giustificando subito dopo la sua azione, liberò la Vipera dalla sua trappola mentale, lasciando che quella nube si dissolvesse, dandole finalmente le risposte sperate... insieme ad una discreta confusione. Sbattè gli occhi più volte, sorreggendosi la testa con una mano, visibilmente stordita.

    Per tutti i Kami... Febh...

    Ancora al fianco di Kamine, fissava lo Yakushi da lontano, anche se dentro di se era forte l'istinto di correre verso di lui e stringerlo. Stringerlo a se, assicurarsi che fosse reale. Stringerlo abbastanza da fargli perdere il fiato e magari saltare le orbite. Aveva sentimenti leggermente contrastanti nell'averlo effettivamente riconosciuto, e nel valutare poi il suo successivo, lunghissimo monologo, che si sforzò di rispettare come uno degli unici momenti seri dell'ora ex Amministratore. Nonostante la sua folle idea dei cloni gli sembrasse surreale, un gesto fin troppo estremo anche per uno come lui, grazie alla rimozione di quel sigillo ora sapeva che quello era l'originale. E ripensando alle scenate che aveva fatto quando lei non riusciva a riconoscerlo, sospirò rassegnata, ormai pienamente convinta. Non potè trattenersi dall'avvicinarsi a lui, portandolo leggermente in disparte, non voleva farsi sentire dal Mikawa. A denti stretti, sibilò una frase rapida, consapevole che il Kokage si sarebbe potuto insospettire a riguardo

    Feeeebh. Il mio clone ha un grosso problema se è davvero identico a me in tutto... Eccetto la mia ribellione. Mi capisci?

    Si sarebbe presto allontanata con fierezza, mantenendo uno sguardo freddo e accusatorio verso il Colosso. Era ancora intimorita dalla sua presenza, ma ora aveva Febh dalla sua parte. Ricordava bene il loro piano, e sapeva qual'era il suo compito d'ora in poi. Kato aveva autonomamente abbandonato la sua posizione di consigliere, ora sarebbe finalmente toccato a lei quel posto. Non ci fu però il tempo di assegnare alcun ruolo, le priorità del Mikawa erano ben altre. La sua sete di potere riguardava anche gli altri shinobi: dopotutto, un esercito potente non avrebbe fatto altro che aumentare la sua stessa forza, soprattutto se avesse aiutato i suoi fedeli a rafforzarsi. Non sembrò però negare la prova nemmeno alle due ribelli, o agli astenuti. Ognuno era libero di fare la propria scelta. Ed Hebiko sapeva bene che scelta fare.
    Kamine, così come diversi altri shinobi, sembrò accettare la proposta, usandola come gesto di rispetto verso il nuovo Kokage, nonostante la ribellione. Una mossa saggia, calcolata, seppur rischiosa visto il prezzo da pagare. La rossa non era così saggia. La testardaggine ancora la controllava, e la sua consapevolezza del frammento ancora vivo in lei l'avrebbe costretta in ogni caso a rinunciare a quel "dono". Senza considerare che significava, a tutti gli effetti, legarsi anche al Mikawa stesso. La risposta che il Colosso diede alla sua compagna non fece altro che cementare le sue convinzioni, oltre che a farle ribollire il sangue nelle vene. No, non lo avrebbe mai accettato.
    Fu l'ultima a muoversi. Fece qualche passo davanti a lei fiera. Fissava con sguardo di sfida il nuovo Kokage, pronta ad imporsi alle sue decisioni, a dimostrare che lei non si sarebbe mai, in nessun caso, piegata al suo volere. Non era certamente saggio sfidarlo così apertamente, soprattutto ora che la sua compagna di ribellione aveva stretto un patto con lui, dandogli il suo rispetto. Fra tutti i presenti, probabilmente solo Hebiko sarebbe stata impossibile da portare dalla sua parte. Aprì bocca, dando la sua secca e decisa risposta.


    Mi rifiutoAccetto il suo dono.


    Hebiko sbattè le palpebre un paio di volte, confusa. Una voce, quasi identica alla sua, aveva parlato sopra di lei, cambiando drasticamente il suo volere. Le ci vollero pochi istanti per intuire cosa stesse accadendo, ma riuscì solo a sussurrare un debole "no" prima che la mano del clone ubbidisse alla sua richiesta, conficcando inesorabilmente i suoi artigli sotto la nuca della ragazza, provocandole un grido strozzato. Il dolore le impedì di ribellarsi ulteriormente, ad eccezione di un'attivazione quasi istintiva delle sue scaglie, che ricoprirono il suo corpo. Non servirono però a proteggerla quando il Colosso infierì una seconda volta sulla ferita già aperta, aggravandola per sigillare in profondità il marchio. Il chakra e l'inchiostro del sigillo si mischiarono rapidamente con l'essenza della Vipera, e quella che per gli altri sarebbe diventata una maledizione da sopportare per il resto dei loro giorni, per Hebiko divenne una condanna.

    Passarono diversi secondi di silenzio, rotti solamente da deboli mugolii doloranti. La giovane genin era china su se stessa, con le scaglie bene in vista. L'inchiostro del sigillo aveva rapidamente ricoperto tutto il suo corpo durante il violento inserimento, ed ora si stava lentamente ritirando, focalizzandosi sulla nuca. La rossa si rialzò, sistemandosi leggermente i capelli, un'espressione soddisfatta e maliziosa sul suo volto. Fece un leggero inchino rivolto verso il Mikawa, insolitamente elegante e rispettoso.

    La ringrazio per questo dono. Lo sfrutterò al meglio per assecondare i suoi voleri. Vogliate scusarmi...

    Nonostante fosse stata l'ultima ad accettare la sua prova era finita per prima, in pochi istanti: sembrava aver assorbito quel sigillo con naturalezza, quasi fosse già parte di se da diverso tempo. Tornò al suo posto con passo leggero, un'espressione pacata sul volto, un sorriso soddisfatto sulle labbra. Esternamente, sembrava avesse finalmente accettato l'autorità del nuovo Kokage, ed ora se ne stava lì, in attesa, paziente. Aspettando il momento giusto, così come aveva fatto fino a quel momento.


    Il buio più totale la circondava. Non era in grado di distinguere niente dell'ambiente che la circondava, sembrava fosse finita nel nulla più assoluto. Portò una mano a toccarsi la nuca, cercandone la ferita appena inflittale. Ma non trovò nulla, la pelle e le vesti parevano intatte. Confusa, alzò lo sguardo da quella posizione inginocchiata, sbiancando quando notò la figura di Orochimaru in piedi, di fronte a lei, che la fissava. Hebiko sussultò, cercando di alzarsi in piedi rabbiosa, pronta all'attacco, ma all'uomo bastò schioccare le dita per richiamare dei serpenti dal terreno, che ancorarono la Vipera lì dov'era, immobilizzandola. La ragazza trasalì, agitandosi con violenza per respingere quella presa, ma questa sembrava rafforzarsi man mano che la sua ansia cresceva. Il respiro si fece sempre più affannoso, le serpi (che sembrava fossero parte integrante di quell'ambiente più che evocazioni in se) strinsero ulteriormente la loro presa, finendo con l'immobilizzarla del tutto. La Serpe ridacchiò, osservando quel patetico spettacolo.

    Piccina mia... Perchè ti agiti ancora? Non ti avevo detto fin dall'inizio che questo corpo mi appartiene?

    La Vipera sibilò aggressiva, con il sangue che ribolliva, pronta a rispondere a tono. Ma, nel sentire la sua risposta, dei ricordi si risvegliarono in lei, aiutandola così a capire cosa fosse quel luogo surreale in cui si trovava. Era finita nuovamente nel subconscio, in quella zona remota della sua mente dove, la prima volta che i suoi poteri si erano manifestati al pieno delle loro forze, aveva combattuto contro il frammento di Orochimaru stesso, e dove quest'ultimo era stato incatenato. Ma non sconfitto.

    No... Io... Io ti avevo sconfitto... La mia volontà è più forte, io...!

    Una risatina interruppe il suo discorso. La Serpe, rinvigorita dal potere del sigillo, camminava attorno a quella che era un'impotente ragazzina, succube del suo potere. Il suo lato sadico godeva nel vederla tentare tanto disperatamente quanto inutilmente di liberarsi da quella presa, troppo più forte di lei perchè potesse anche solo sperare di riuscirci.

    Non più, oramai. Le tue insicurezze ti hanno indebolita. La volontà di cui parli è un ricordo lontano... Mi hai dato parecchie difficoltà anni fa, lo ammetto. Sei pur sempre una mia creazione, la tua forza è il mio vanto... La prima volta sei riuscita a fermarmi, la tua ribellione mi ha colto di sorpresa. Ma sapevo che prima o poi la tua inesperienza mi sarebbe stata d'aiuto.
    Cosa? Di che diamine parli, io ti ho sconfitto! Ti ho sigillato negli angoli remoti della mia mente, ti ho ammutolito!! Eri così debole che quasi mi sono dimenticata di te!! Questa... Questa dev'essere un'illusione di quel Mikawa! Sì! Il sigillo deve-

    Una risata invadente la interruppe, facendola reagire con un sibilìo stizzito. Orochimaru si chinò su di lei prendendole il volto.

    Oh, mia cara. L'astuzia non è il tuo forte. Il sigillo mi ha certamente aiutato, ma sono state le tue insicurezze ad aprirmi la strada verso la tua coscienza. Da parecchio tempo, oramai. Sei ancora giovane, serpentella mia, fingi di essere un cobra e cerchi di spaventare tutto e tutti facendo la voce grossa e mettendoti in mostra. Ma tu non sei un cobra, sei una Vipera... Come me. E da Vipera dovresti sapere bene che la nostra tattica è quella di aspettare, nell'ombra, il momento perfetto per colpire... Un singolo, letale colpo, quando la preda non se lo aspetta. Il veleno entra in circolo, la preda ancora confusa non se ne accorgerà... finchè questo non arriva al cuore.

    L'espressione di Hebiko mutò in quella di puro terrore. In un primo momento confusa da quella storia apparentemente casuale, iniziò presto a capire a cosa si riferiva. Nell'ultimo periodo il frammento era rimasto particolarmente silenzioso, nonostante le prime volte cercasse di tornare a galla durante i suoi momenti peggiori, quando avvolta dall'ansia, dalle sue insicurezze. Nell'ultimo periodo non era diverso, gli ultimissimi avvenimenti poi erano stati terribilmente stressanti, e la nomina di Kato consigliere che lei, nonostante i suoi sforzi, non era riuscita ad impedire, aveva aperto la strada per il frammento, dandogli la possibilità di possedere la sua mente. Ma non lo aveva fatto, era rimasto paziente, nel buio del subconscio, facendo sì che la guardia dell Vipera restasse bassa, e preparandosi a colpire solamente quando certo che la cosa avrebbe avuto successo. Aveva usato le sue poche forze per parlare sopra di lei, costringendola ad accettare il sigillo. Ora la bilancia di potere era invertita. Lui aveva più potere, lui aveva controllo sulla sua mente. Lei aveva sottovalutato quella minaccia ormai dimenticata. E aveva perso.

    No... Mugolò debolmente. Orochimaru le lasciò andare il volto, rialzandosi. La rossa iniziò a singhiozzare, una tristezza mista alla rabbia. Non poteva accettare quella sconfitta.

    NO! Questo non... Io sono più for...te...
    Lo eri, la prima volta. Sei stata divorata dalle tue stesse insicurezze. Non sei altro che un guscio vuoto ora.

    La Serpe si voltò, sparendo nel buio. Un ultimo saluto a quello che restava della coscienza della Vipera:

    Ti lascio sola con i tuoi pensieri. Se vuoi un consiglio... Chiudi gli occhi e lascia che l'ambiente ti assorba. Finirà tutto più in fretta così.



    Hebiko ricominciò a divincolarsi con furia, osservando la figura sparire nel vuoto. Le lacrime scendevano a fiotte sulle guance, le sue grida non facevano che richiamare altre serpi, pronte a trascinarla nel terreno. Sparito Orochimaru, iniziarono ad apparire i suoi pensieri, in una forma ben più letterale di quella che immaginava. All'inizio sembravano solo voci lontane, ma ben presto divennero una presenza ben più pericolosa. Ogni sua insicurezza era lì, ogni sua paura, ciò che apparteneva alla sua mente era stato relegato nel subconscio insieme a lei. Sentiva la voce di Febh che la rifiutava, giudicandola troppo debole, non in grado di controllare il suo stesso frammento. La voce di Raizen, che la riteneva un problema per il villaggio, rifiutandola. La presenza di Diogene, ora Kokage, che la gettava per strada così come diceva avrebbe fatto con Kamine. Decine di pensieri, tutti riguardanti un suo fallimento, che fosse fisico o emotivo. Persino la sua primissima missione, dove aveva causato la morte di quel contadino. Non provava pena per lui, la morte ad Oto era all'ordine del giorno, gli innocenti morivano di continuo, e vista la sua instabilità mentale sarebbe potuto accadere anche senza di lei. Ma la sua missione era quella di proteggere quegli abitanti, ed aveva fallito. Trovandosi nella sua stessa mente però, quella pressione psicologica si trasformò in un'arma. I pensieri, che volavano incorporei come avvoltoi sopra di lei, uno alla volta si tramutarono in grossi spiedi, che finirono con l'impalare la Vipera in diverse parti del corpo. Nonostante fosse tutto nella sua mente, percepiva il dolore come reale. La prima freccia le trapassò il petto, conficcandosi nel terreno sottostante. Al contatto, Hebiko fu costretta a rivivere la scena di quel fallimento, della scoperta della morte di un uomo innocente che avrebbe dovuto proteggere. La seconda freccia che la trapassò le riportò alla mente i tremendi momenti di Febh che la giudicava. Raizen, che la rifiutava come potenziale kunoichi della foglia. Il mostro inarrestabile del SOMA, il suo senso di inadeguatezza davanti ad una creatura di quel livello.
    Fu costretta a rivivere ogni suo momento più doloroso, più e più volte. Gridava, si dimenava, chiedeva pietà. Ed infine, ormai stremata, si arrese. Le enormi freccie sbucavano dalla sua schiena. Respirava a malapena, indebolita dal dolore, sia fisico che mentale. Era ad un passo dall'accasciarsi al suolo, rischiando così che la sua coscienza sparisse per sempre, inghiottita dalla ben più abile Serpe che ora controllava il suo corpo.


    Edited by Waket - 9/10/2018, 10:34
  5. .

    Il peso del clan


    I



    Youkai viaggiava come accompagnatore della Hyuga, sotto sua esplicita richiesta. Non erano gli unici Konohaniani diretti al porto, ma pareva che ognuno stesse viaggiando per contro proprio, e probabilmente la sindrome della sorella maggiore di Murasaki l'aveva colpita, assicurandosi che il ragazzetto avesse un comodo mezzo di trasporto che lo avrebbe fatto arrivare in tempo per la nave. Così aveva scroccato quel viaggio, e non contento, giorni prima, aveva anche fatto una richiesta alla ragazza, fresca di novità: la sua chioma albina si era colorata rosso fuoco, e l'ex albino non riusciva ad abituarsi alla cosa. Certo, quel cambiamento drastico gli aveva fatto scoprire le sue origini, o almeno parte di esse, gli aveva dato un'appartenenza... ma ancora non la sentiva sua, non si sentiva sufficientemente a suo agio nei panni di un Uzumaki. Sapeva ancora troppo poco di loro e di se stesso, temeva che quel colorito avrebbe attirato troppo l'attenzione su di se. Il suo clan dopotutto era perlopiù estinto, a Konoha quelli come lui si contavano sulle dita di una mano. No, non si sarebbe scoperto così tanto.
    Con la chioma ben coperta da un cappuccio, che faceva parte di un mantellino impermeabile, Youkai osservò la boccetta che gli porse Murasaki, fissandola con entusiasmo:

    Ah! Sei fantastica, sapevo l'avresti trovata, grazie!! ...Siamo sicuri funzioni?

    La custodì come un tesoro prezioso, nascondendo le mani sotto alla mantella e stringendola al petto. Era piuttosto tranquillo, fin troppo per i suoi standard, era percepibile il suo senso di disagio, per la maggiore dato da quel colore di capelli. Per quanto ai più potesse sembrare un dettaglio insignificante, era collegato a così tante cose del suo passato da averlo convinto a tornare bianco per un po'. Avrebbe continuato a farsi la tinta finchè non si fosse finalmente sentito a suo agio nel suo nuovo essere. Arrossì ai complimenti della ragazza, carezzandosi la guancia con un dito:

    Heh. Un giorno, magari, potrei provarci... Dopotutto è ben più difficile riuscire a tenerli bianchi che lasciarli naturali.


    Arrivati al porto, Youkai si affrettò a zompettare accanto alla Hyuga, aggrappandosi alla sua veste con una mano. L'altra era ancora nascosta sotto al mantello, a coprire la sua preziosa boccetta. Più volte aveva tirato leggermente la veste della kunoichi, chiedendo impaziente quando avrebbero testato l'intruglio, ma ella pareva volesse prima incontrare un certo Iga. L'albino avrebbe dovuto pazientare. Annuì tristemente, stringendo ancora di più il cappuccio che copriva la sua chioma, guardandosi attorno come se si sentisse osservato.
    Non ci volle molto per trovare l'uomo che stavano cercando, un ragazzo a prima vista sui vent'anni, come lui. E come lui dai capelli bianco latte, e dei peculiari occhi porpora. Youkai lo fissò per qualche secondo, estremamente incuriosito, nascosto in parte da Murasaki. Ancora teneva la sua mantella stretta nella sua mano. Si inchinò con qualche secondo di ritardo, imitando la sua compagna, ma restandosene timidamente in disparte. Finalmente arrivò il momento di testare la boccetta: i due sparirono per un attimo, anche se nel bel mezzo dell'esperimento a lui e diversi altri shinobi arrivò un messaggio mentale da Daishin stesso. L'albino sobbalzò, per niente abituato a comunicazioni del genere. Ributtò poi la testa nel lavandino, ancora confuso, limitandosi ad una breve e timida risposta:

    Okai.


    Uscito dal bagno con il suo nuovo colorito, ora bello in vista. La nave era appena arrivata a destinazione, e gli shinobi scesero tutti insieme, dividendosi una volta a terra. Daishin, il loro capogruppo, aveva intenzione di occuparsi della prima casa davanti la quale capitarono, una delle poche con gli abitanti ancora svegli viste le luci. Agli altri venne dato l'ordine di esplorare gli esterni. Youkai, incuriosito dal telo di fianco alla casa, si spostò verso di esso, sbirciando cosa stesse coprendo. Alla scoperta delle catapulta sbattè un paio di volte le palpebre, incredulo, voltandosi verso la sua compagna e chiamandola a se, per indicargli la sua scoperta. A che diavolo poteva servire un marchingegno del genere per due semplici anziani?? Se Daishin fosse stato ancora nei paraggi si sarebbe affrettato nel raccontargli la sua scoperta, restandosene in disparte in attesa di ordini da parte sua. Era ancora fin troppo inesperto per buttarsi a capofitto da solo, e quando non spinto dalla sua stessa curiosità si dimostrava decisamente più ubbidiente e propenso a seguire gli ordini.

  6. .

    Il drago nero


    V



    Quando Kaji la tranquillizzò, ottenendo in un primo istante l'effetto opposto visto il suo non essersi ancora abituata a quel non-Febh che aveva davanti, Hebiko fece un sospiro profondo, decisa a sputare il rospo (a modo suo). Dopotutto come aveva detto lui era un nukenin, seppur simpatizzante per Orochimaru, perciò gli affari di Oto non potevano provocare uno scatto d'ira. Certo, non poteva prevedere nemmeno che questo si dichiarasse suo servitore così su due piedi dopo la sua confessione di essere figlia della vecchia Serpe.
    La ragazza fece un passo indietro quando Kaji si inchinò a lei, agitata tanto quanto lui.

    Huh!? M-ma hai appena detto di essere solo un simpatizzante... Oh per tutte le code di lucertola!

    Si chinò verso di lui, cercando di farlo alzare prendendolo per le spalle, ma trovando resistenza optò per prendergli il volto con le mani, alzandolo gentilmente verso di sè, facendosi osservare piuttosto da vicino. Con voce pacata si sforzò di tranquillizzarlo. In quel momento persino lei sembrava un'altra persona rispetto al suo solito.

    No, no, non scusarti. Hebiko-san mi piace, continua con quello, okai? Il tuo sensei, non è qui, siamo soli. Figurati se vado a dir-

    Si bloccò all'improvviso, fissando il volto del ragazzo, sostenuto dalle sue mani. Kaji avrebbe percepito come lei sembrava stesse trattenendo il respiro mentre lo osservava, avvicinandosi sempre di più, gli occhi che si assottigliavano quasi stessero per chiudersi. Poteva sentire il suo fiato sfiorargli il volto, con le mani che lo spinsero sempre più vicino al proprio... Ma non abbastanza perchè si toccassero. Il pollice sfiorò la tempia destra del ragazzo.

    Da quanto hai queste cicatrici?

    Erano pressochè invisibili, e non essendosi mai trovata in rapporti ravvicinati con Febh (che non fosse distratta dal cercare di sopravvivere) non aveva mai notato quei piccolissimi e quasi invisibili segni vicino al suo occhio. Che se li fosse appena fatti? Ma gli Yakushi erano noti per la loro rigenerazione perfetta, possibile che avesse subito un colpo così violento da lasciargli delle cicatrici, seppur minuscole? O forse quei segni indelebili se li era ritrovati prima di diventare il Febh che conosceva. Quel Kaji non era uno Yakushi? Avrebbe insistito per farsi raccontare la storia, anche se dubitava ce ne sarebbe stato bisogno. Potevano essere la chiave per farlo tornare in se, o un indizio per essa.
    Al suo commento sul legame con l'Amministratore, la Vipera si arricciò i capelli (quello che ne restava), dubbiosa sul come rispondere. Non poteva certo negare che gli voleva bene. Fortunatamente il discorso venne messo da parte, con lui che si accorgeva dei propri tatuaggi, non riconoscendoli però. La ragazza gli prese il polso. Sembrava piuttosto emozionata per quella scoperta.

    Oh, interessante...

    Alla rapida domanda incuriosita del come mai non conoscesse Omoi, la rossa fece spallucce.

    Sai bene com'è fatto il vecchio serpente. Tutto lavoro e zero socialità. E poi non vorrei confonderlo con qualcun altro, ultimamente ad Oto ci sono fin troppi uomini troppo cresciuti.

    Si mise comoda su quelle fredde rocce, ascoltando tutta la storia senza mai interromperlo. Intanto da un importante dettaglio aveva capito come a Kaji mancassero circa dieci anni di vita, forse sostituiti dalla presa di coscienza di Febh. Otto anni prima doveva essere successo qualcosa che aveva interferito con il suo essere. Che Febh conoscesse la sua vita precedente, ed avesse fatto assopire Kaji nella sua mente volontariamente? Non conosceva lo Yakushi tanto quanto avrebbe voluto, la cosa rischiava di rendere il suo ritorno ancora più difficile.
    L'ondata di informazioni la travolse, quasi stordendola. Ma il nome Homura fece scattare una serie di ricordi, che la riportarono fino al giorno in cui aveva incontrato Manda, e le aveva dato un'informazione piuttosto importante su quell'uomo:

    Homura!? La snake sword!! Ogh, maledizione, quella è...

    Sussultò, prendendo le braccia di Kaji ed alzando entrambe le maniche, cercando la snake sword. Poteva sempre tornare utile, ed era l'ennesimo collegamento con l'Amministratore.
    Sospirò quando finalmente arrivò alla fine del racconto, capendo come il punto in cui la memoria iniziava a farsi poco chiara fosse il momento in cui Febh aveva preso coscienza. Qualche dubbio piuttosto importante iniziò a farsi strada nella mente della kunoichi, che sperava di aver finalmente trovato la chiave per quella soluzione:

    Mi dispiace per i tuoi genitori. ...Quanti anni avevi quando dici di essere rimasto ferito? E cosa ricordi di quel momento?


    Aoda non sembrava in grado di rispondere al richiamo, tantomeno le creature di Kaji, che da quello che sosteneva si trattavano a sua volta di serpenti. Ma con Febh a possedere il contratto, era chiaro che con i serpenti non avrebbe mai funzionato. Eppure lei sapeva delle lucertole, doveva cercare di costringerlo ad evocarle. Servivano delle risposte. Si spostò di fianco a lui, prendendogli la mano.

    Facciamo i sigilli insieme. Prima usiamo il tuo sangue ed il mio chakra, poi il contrario. Anche io evoco serpenti, ma solo uno mi ubbidisce al momento. So che sembra assurdo, ma dobbiamo tentarle tutte.

    Il suo piano era quello di usare la sua consapevolezza del contratto con le lucertole ed il sangue del vero evocatore, sperando di poter così richiamare almeno una di esse. Con la sua mano destra prese la sinistra del ragazzo, componendo insieme i sigilli. A Kaji toccava la goccia di sangue, mentre lei rilasciò del chakra nella speranza di evocare una delle lucertole. Già avere qualcuno che potesse parlargli delle condizioni di Ssalar sarebbe stata una vittoria.


    Sbottò all'allusione di Kaji verso l'inconsapevole se stesso, calmandosi subito dopo:

    TU... Volevo dire, no! Non pensarci neanche, quel pazzo voleva solo assicurarsi che il mio addestramento fosse il più duro possibile! E' terribilmente irresponsabile ogni tanto. ...Ma è anche vero che nessuno di noi due si aspettava quella cosa.

    Accettò l'aiuto di Kaji ad alzarsi, imbarazzata quanto se non più di lui (certe cortesie le erano piuttosto aliene, provenienti da Febh ancora di più), prendendo come lui qualche fungo per aiutarsi a farsi luce. Grazie al suo chakra adesivo poterono scendere da quel condotto senza difficoltà, anche se il capire come fossero finiti lì diventava sempre più complesso. Qualcuno doveva averli per forza portati, ma solamente loro due e quel robot che si era fatto esplodere erano presenti, chi altri poteva essere lì presente ed essere (forse) dalla loro parte?
    Quando i capelli le diventarono una strana massa afro per colpa dell'ambiente in cui si trovavano, la Vipera sospirò, annuendo sconsolata mentre ripensava ai suoi lunghi capelli. Alla vista del kunai rabbrividì.

    Però non tagliarli ancora di più eh! Aggiustali solo un po', in modo che non mi diano fastidio in combattimento, ecco.

    Finalmente nel tunnel, la rossa iniziò ad incamminarsi sulla destra, venendo presto interrotta da quello che sembrava un bambino non del tutto corporeo e piuttosto contrariato della loro presenza. La rossa borbottò, frustrata, lasciando che fosse Kaji a parlare per primo, limitandosi alle presentazioni.

    Hebiko Dokujita.

    I discorsi dello spirito lasciarono la ragazza con tante, troppe domande. Sbottò nel sentir parlare dell'Hokage, non riuscendo a trattenersi.

    Raizen!? Puoi contattarlo in qualche modo!? Oddio... Perchè non gli ho mai chiesto niente dei suoi stupidi draghi! E come può quello stupido robot essere ancora vivo!?

    Iniziò a sentire il tremendo peso della responsabilità addosso. C'era Kaji con lei, è vero, ma da come si comportava lasciava che lei fosse a capo della situazione. E la cosa non le piaceva per nulla. Finchè poteva far ricadere le responsabilità su qualcun altro se le cose si mettevano male, sperando in un loro piano B, allora poteva star tranquilla, contando sulla forza del suo accompagnatore. Ma da sola, significava che qualsiasi problema lo avrebbe dovuto risolvere lei stessa.

    ...Non posso più scappare dalle responsabilità. Se davvero voglio essere indipendente, devo prima di tutto essere in grado di cavarmela da sola, e di saper guidare chi mi sta attorno. Solo così posso ottenere il rispetto. Solo così potrò schiacciare i miei nemici, senza dover usare qualcun altro come scudo.

    Inspirò, pensando rapidamente al dafarsi. Come prima cosa, aveva alcune domande da porre ad Uratarou.

    Sì, ti libereremo da quel coso, ma poi dovrai aiutarci tu ad uscire da qui. Prima di tutto, per quanto ancora riuscirai a trattenere quel drago? Sai dirci quando avverrà il prossimo passaggio in questo punto esatto? E di che ragazzina parli? E' da quando è arrivata lei che sono iniziate poi le incursioni di questi guerrafondai?

    Poi era il turno di pensare ad una strategia. Iniziò chiedendo a Kaji di mostrarle tutto l'equipaggiamento, prendendo per sè alcune cose, come i makibishi, la bomba sonora ed i due fili di nylon.

    Io ho con me un kaiken, vedrò di farmelo bastare. Tu hai degli stivali rinforzati da quel che vedo, quindi se dovessi usare i makibishi non ti daranno fastidio. Ho paura che anche il nostro amico sia immune, ma tentar non nuoce.

    Alzò lo sguardo verso Kaji, seria.

    Ho intenzione di usare quel drago come arma. Faremo in modo di tener bloccato quel robot fino al suo passaggio, lasciando che lo travolga. Noi ci salveremo grazie alle tue fosse o quel buco da dove siamo scesi.

    Sparse in giro dei pezzi di uno dei funghi, illuminando l'ambiente, legandone un secondo alla fronte di Kaji, aiutandosi con il nylon.

    Ecco, con questo hai le mani libere almeno.

    Le era rimasto un terzo fungo, che aveva intenzione di usare come luce per se. Se lo legò al polso, cosapevole che probabilmente lo avrebbe spezzato come l'altro. Poi arrivò il momento di parlare del piano a Kaji, nei minimi particolari. Dovevano coordinarsi al meglio per la riuscita del piano.


    Dopo i primi preparativi, Hebiko si incamminò rapidamente verso la direzione precedentemente indicata dal ragazzo, illuminata solamente dal fungo che portava sul polso. Fece un paio di passi volutamente pesanti, cercando di attirare l'attenzione su di se. Voleva che l'automa la seguisse, ed era abbastanza certa che questo, completamente metallico, non potesse essere furtivo. Inoltre i cristalli che brillavano lo avrebbero reso piuttosto visibile. A quel punto, il suo grido avrebbe fatto eco nel corridoio, mettendo in mostra il fungo per illuminare se stessa, divenendo un bersaglio ben visibile:

    HEY! Kunoichi Oto da questa parte!!

    Forse stava giocando un po' troppo con la sua intelligenza, ma sapendolo un automa sperava che qualcosa di tanto banale potesse funzionare. Non appena avesse visto o percepito l'automa avvicinarsi, si sarebbe presto voltata, correndo nella direzione opposta, con la luce ora nascosta. Saltò per evitare la prima trappola: il filo di nylon era legato ad altezza coscia grazie a due kunai piantati ai lati delle pareti. Un terzo kunai era conficcato con estrema leggerezza sul "soffitto", con legata su di esso la bomba sonora, circa 3 metri più avanti rispetto alla trappola. Sarebbe bastata una minima tensione per far il kunai sul soffitto e con esso la bomba, che secondo i calcoli sarebbe dovuta impattare addosso, o alle spalle del robot. Da quel momento, se la bomba avesse colpito, tutto sarebbe stato più facile. Le braccia della Vipera si sarebbero allungate verso i piedi dell'automa. Sopra di lei vi era il condotto, con Kaji lì ad aspettarla. Puntava a prendere le caviglie dell'automa, stringendole tra le mani e rilasciando una potente scaricaFolgorazione
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Cane, Maiale, Cavallo (3)
    L'utilizzatore può ricoprire il proprio corpo con uno strato di chakra elettrico. L'utilizzatore può scaricare l'elettricità acquisita con il tocco, causando un danno di potenza 25 e Stordimento per 1 round. Dal punto d'impatto si propagherà entro 3 metri un flusso elettrico di potenza 15. La Velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore.Tipo: Ninjutsu - Raiton
    (Consumo: Medio)
    [Da genin in su]
    su di esse, danneggiandole ulteriormente e sperando di metterle fuori uso. Avrebbe mantenuto la presa durante il salto, facendosi aggrappare da Kaji nel condotto. Se tutto fosse andato come previsto, da lì a pochi attimi sarebbe passato il drago. Alla Vipera sarebbe bastato lasciare nel momento giusto l'automa, lasciando che la bestia lo travolgesse, restandosene al sicuro nel condotto verticale aggrappata a Kaji.

    SE non fosse riuscita a prendere l'automa, si sarebbe spostata all'indietro, ordinando a Kaji di lanciare la cartabomba poco di fronte a lei, che avrebbe evitato saltando nuovamente nel condotto. L'impatto e la polvere alzata dall'esplosione avrebbero dovuto rallentare l'automa a sufficienza per far sì che il drago potesse travolgerlo. Quella bestia era la sua carta vincente, sapeva che l'automa era più veloce e probabilmente resistente di lei, perciò doveva sfruttare l'ambiente in cui si trovava al meglio per riuscire ad uscirne vincitrice. Kaji aveva l'ordine di impedire all'automa di entrare nel condotto, la Vipera grazie al chakra adesivo poteva restarsene aggrappata alle pareti senza problemi, lasciandogli così le mani libere per potergli permettere di agire al meglio.
  7. .
    Oh hiii

    Ey forse sei ancora in tempo per il braccio di ferro xD
  8. .

    Frammenti


    V



    La ribellione delle due kunoichi non sembrò funzionare. Il tizio misterioso parlava di qualcuno con L'Attitudine, qualcuno di perfetto per quel ruolo, e Kamine non lo era per colpa di una maledizione, forse il demone, o forse il suo sigillo regalato dagli shinobi di Kumo. Hebiko strinse inconsciamente la mano della sua compagna, borbottando a bassa voce, pensierosa:

    Ricordo che qualcuno voleva sfruttare la mia eredità per evitare che il Mikawa diventasse Kage. Era un'idea folle, non credo nemmeno fosse mia, anche se forse poteva essere l'unico modo per impedirgli di finire come capo... Non riesco a ricordare chi...

    Fu Kamine, facendo la giusta domanda, che fece voltare la rossa, sbattendo più volte gli occhi quasi stesse riflettendo.

    Febh chi?

    La sua compagna nel sentire la risposta ruggì contro Eiatsu, sicura fosse la causa dello stordimento di Hebiko. La ragazza rimase nuovamente in disparte, piuttosto confusa, leggermente irritata nel non capire di chi parlasse la donna, tantomeno perchè se la stesse prendendo con un sottoposto di Diogene. Poi, il caos.
    Mentre lo sconosciuto faceva notare l'assenza dell'appena eletto Kage, delle ombre uscirono allo scoperto, rivelandosi presto delle copie di ognuno dei presenti, identiche nei minimi particolari... ad eccezione di una. La copia di Hebiko, dai capelli corvini e dalla pelle, se possibile, più chiara della sua. La kunoichi oramai era talmente confusa da non saper bene come reagire, sentendosi in un primo momento tremendamente irritata per un errore così banale nella sua copia, sicura si trattasse di una presa in giro dato che più volte si era sentita dire da qualcuno che i suoi capelli non potevano essere così rossi e dovevano per forza essere tinti... Ma poi un lampo sembrò risvegliarla da quello stordimento. Si fece improvvisamente cupa in volto, chinandosi all'indietro con una mano posata sul suo tatuaggio da richiamo, pronta ad estrarre il suo kaiken e lanciarsi verso i cloni. Il suo scatto venne interrotto da un violento strattone, qualcosa le aveva afferrato il braccio impedendole di accanirsi contro la sua copia. Con furia si voltò ad osservare il responsabile, con gli occhi iniettati di sangue, allargando appena le pupille quando si accorse che era stata Kamine stessa a fermarla. Il suo sguardo perse rapidamente la furia, facendosi presto preoccupato, terribilmente preoccupato. Prese le spalle della ragazza, parlando a denti stretti ed a voce molto bassa, guardandosi più volte attorno per assicurarsi che l'attenzione non fosse rivolta verso di loro. Non voleva che nessuno sentisse.

    Kamine, per favore! Aiutami ad uccidere il mio clone. Se dovesse scappare sarà un problema enorme, per tutti noi! A-anche la tua potrebbe... Non so come funzionano quei maledetti demoni, non so se possa aver clonato la bestia che ti porti addosso, ma... La mia sì. Guarda la mia copia. Io mi sono ribellata, impedendo il Suo ritorno, ma lei... Non posso parlartene ora, non qui! Per favore, è davvero, davvero importante!!

    Non poteva certo parlare del frammento di Orochimaru lì davanti a tutti. Come Erede e portatrice dei poteri della Serpe poteva ancora sopravvivere, ma dopo il discorso del terrorista, se gli altri avessero saputo che il suo frammento rischiava di far tornare il temuto fondatore di Oto, la cosa poteva degenerare in fretta. E come se non bastasse, ora una copia senza apparente controllo su se stessa pareva avere essa stessa il frammento, forse attivo dato il suo aspetto. Se si fosse ricordata di Febh avrebbe potuto sospettare fosse tutto un suo gioco, che quelli fossero cloni fittizi e che il suo sbagliare i colori della sua segretaria fosse voluto. Ma forse il suo non ricordare dell'Amministratore in questo caso poteva salvarli da un ritorno piuttosto spiacevole per ognuno di loro.
    Non potè ritentare il suo attacco. Qualcuno aveva probabilmente avuto la sua stessa idea e prima che potesse assalire il proprio clone un nuovo shinobi apparve, come fosse nato dall'esplosione creata dalle due lucertole, portandosi al centro della scena e dando la sua sentenza, con tono scioccamente soddisfatto, presentandosi come Amministratore. Hebiko si rizzò in piedi, istintivamente innervosita dalla sua presenza, e soprattutto dal fatto che un tizio qualunque avesse la presunzione di presentarsi come Amministratore. Lei ci lavorava per l'Amministratore, chi credeva di prendere in giro questo tizio!? Per quanto la sua entrata pirotecnica avesse potuto ammaliare tutti, non sembrava spaventoso. Al contrario, la rossa si sentiva piuttosto sicura di se nel volergli fare un frontino, istintivamente consapevole che la cosa non l'avrebbe messa nei guai, tantomeno aveva paura che quello stramboide dagli occhiali senza lenti le avrebbe mai torto un capello. Strana sensazione dato il suo essere a tutti gli effetti uno sconosciuto. Non potè trattenersi dal fare qualche pesante passo in avanti non appena il ragazzo terminò il suo discorso, e stavolta la presa di Kamine non avrebbe rallentato la sua avanzata, o almeno non avrebbe fermato la sua voce, che rabbiosa e stridula sarebbe arrivata fino al nuovo shinobi, dicendo quello che (credeva) tutti penssassero, subito dopo le assurde domande di Kato e Kamine. Da quando in qua si chiedeva dei sigilli ad uno qualunque!?

    Memoria di chi?? Bofh, io non dimentico di certo una figura come il nostro Amministratore!! Sono anni che lavoro per lui, è ridicolo che io possa dimenticare la sua... Il... Io conosco... Uh. ...Le lucertole! Ssalar! Sì, il nostro Amministratore ha sempre con sè una lucertola di nome Ssalar! Tu non hai nessuna lucertola con te, sei chiaramente un tizio qualsiasi che gli somiglia e cerca di spacciarsi per lui! Se sei un clone sei uscito proprio male, niente di te mi ricorda il mio capo! E la cosa mi manda in bestia!! Solo a guardarti mi ribolle il sangue, io... Ho voglia di tirarti le orecchie fino a staccartele, stupido babbeo irresponsabile che non sei altro!!! Perchè sei qui!? E perchè diavolo ti metti a votare il Mikawa, se neanche appoggi il suo volere, malede-

    Forse il suo nome era stato pronunciato troppe volte invano. Forse sotto sotto era davvero un Dio che aveva sentito il suo richiamo. Un'enorme onda scura viaggiava a velocità inimmaginabili verso il gruppetto. Hebiko si paralizzò per la paura, troppo lenta per potersi riparare dall'ondata imminente che sembrava l'avrebbe travolta, finendo invece con l'evitare lei e gli altri shinobi, ma non pareva sarebbe stata caritatevole allo stesso modo con i cloni. Per quanto non ricordasse Febh, anche se l'ultimo teatrino aveva iniziato a dissolvere la nebbia nella sua mente, sapeva bene di chi fosse quel sangue. Hebiko tornò al fianco di Kaimine, ormai terrorizzata. L'uomo sembrava sapere tutto dell'elezione, e forse anche del loro piccolo ma rumoroso gesto di ribellione. Accecato dall'imminente battaglia, o forse troppo sicuro di sè per temere la ribellione di due kunoichi, l'uomo sembrò ignorare la cosa per il momento, incitando gli shinobi a combattere contro i loro cloni. Ma la rossa non si mosse, paralizzata. Sentiva che il giorno del giudizio era infine arrivato, e la sua sicurezza era stata infranta in una manciata di secondi, finendo in balia di un destino ormai incerto.

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    no pro
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    unknown
    unknown
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    Era una giornata come le altre nel quartiere Hyuga. I vari membri del clan, svegli dal canto del gallo, avevano tutti il proprio rigoroso schema della giornata da seguire, chi tra più e meno pesante. Nemmeno i bambini venivano risparmiati da questa rigida regola, i genitori gestivano per loro i vari orari suddivisi tra studio, gioco, faccende ed allenamenti. Nessuno veniva dimenticato in quel maniacale schema, tanto che la più piccola variazione sarebbe stata notata da tutti i membri del clan. E che i Kami proteggano chiunque osi disturbare quell'ordine.
    Il sole stava calando, e mentre gli anziani del villaggio si riunivano nel solito palazzo per la riunione serale, diverse mogli con i rispettivi figli al seguito si godevano il venticello fresco all'esterno, lasciando che i pargoli giocassero insieme: dopo aver terminato ogni incarico della giornata, avevano il permesso di passare le ultime ore a svagarsi, mentre altri membri dovevano sorbirsi la noiosa riunione, forse invidiando gli schiamazzi dei bambini che poco distanti giocavano liberi. Chi a caccia di insetti, chi preferiva rincorrersi, sfogavano il loro bisogno di essere fanciulli in quelle poche ore concesse dallo schema del clan.
    Alcuni gridolini si fecero più acuti del solito. Si poteva distinguere il pianto di uno dei bambini, difficile immaginarne con precisione il motivo, forse solamente il chiacchiericcio confuso delle madri poteva destare qualche sospetto. Difficilmente gli anziani, concentrati nella loro riunione, si sarebbero accorti di una piccolezza del genere.
    Una delle lampade da muro della stanza si spense, all'improvviso. Forse fulminata, o malfunzionante, dato che iniziò in breve a sfarfallare, accendendosi e spegnendosi quasi ritmicamente. Sarebbe bastato che uno di loro facesse notare quel malfunzionamento, e la lampada avrebbe ripreso a funzionare correttamente. Non quella di fronte, però, che sembrò avere lo stesso problema.
    Non sarebbe stato possibile proseguire la riunione in tranquillità. Se lasciata stare per troppo tempo, la lampada accesa avrebbe iniziato a ronzare, fastidiosamente, e non appena qualcuno si fosse avvicinato, il problema sarebbe passato ad una lampada diversa, spesso dalla parte opposta del muro. Che si trattasse di un malfunzionamento delle lampadine piuttosto bizzarro, o un problema con i cavi elettrici stessi, qualsiasi cosa fosse stava decisamente recando parecchio disturbo a quella riunione appena iniziata!
  12. .
    Dato che su Discord mi capita di parlare o vedere gente che "ah bello sto prestavolto, se solo avesse questo colore diverso, questo dettaglio in più/meno", volevo ribadire un concetto:

    Potete chiedere modifiche ad immagini qui

    Ve le faccio io senza problemi, e magari appena avrò il wifi vi farò pure un tutorial su come cambiare colore a qualcosa con Pixlr (o come diavolo si chiama quel programma gratuito online).

    Non rinunciate ad un prestavolto solo perché voi non sapete modificare quel dettaglio che vi infastidisce, io e chiunque avrà voglia di aiutarvi possiamo farlo senza problemi 💝
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    unknown
146 replies since 29/3/2008
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