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    Branco sotto le Stelle

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    Sul Mare
    Hengetsu sorrise al commento di Kairi, come a voler rendere onore alla sua arguzia. La missione in sé non dovrebbe essere complessa, ma questo è un territorio dove l'Accademia ha scarsa giurisdizione e un successo è vitale per ottenere un po' di peso politico per espanderci da queste parti. Quindi devono assicurarsi che la missione sia un successo, molto semplicemente. Spiegò, allungando una mano per accarezzare Ludo, mentre gettava uno sguardo distratto intorno. Haru invece era gentile e posato nella sua freddezza e accolse la risposta della Uchiha con un cenno del capo. Non intendevo certo sminuirti, è solo che sei stata molto fuori dal villaggio e mi chiedevo... Sembrava titubante, mentre Hangetsu alzava lo sguardo al cielo. Ci risiamo... Haru estrasse quella che sembrava una action figure dalla sua sacca porta armi, ma forse il termine più esatto era statuetta votiva...che ritraeva una giovane donna dai capelli rossi un pò scompigliati che danzava aggraziata con abiti eleganti e coprenti in mezzo a rami fioriti, circondata da animali della foresta di aspetto mansueto e felice. Tutto questo in una statuetta di dieci centimetri, carica di dettagli ed evidentemente tenuta con cura maniacale ...hai mai visto questa fanciulla o qualcuno che le somigli mentre eri in viaggio? Si tratta di mia sorella, dispersa da anni. La statuetta non aveva lineamenti ben riconoscibili, ma principalmente per via delle dimensioni, e nel mentre che la mostrava Haru si lasciò andare a una serie di eleganti descrizioni, sciogliendo la freddezza ma senza perdere compostezza. Lei è la fanciulla più aggraziata che sia mai esistita. I venti e gli spiriti cantavano al suo passaggio e ogni sua risata era come una fonte d'acqua cristallina. Ogni suo gesto era della massima eleganza, sapeva danzare, cantare, camminava come la più grande modella e... Se nessuno lo avesse fermato avrebbe continuato per parecchi minuti, o almeno fino a quando Ludo non prese a ringhiargli contro, costringendolo al silenzio.

    Ehm...dicevamo...la hai mai vista? Posso darti una miniatura se vuoi! Aveva nella borsa non meno di dieci foto della statuetta, con tanto di piccolo Haiku che declamasse la purezza di Yuuki, così si chiamava. Diciamo che è sempre stato molto legato a sua sorella... Spiegò Hangetsu, prima di sporgersi in avanti e sussurrare mentre Haru era in contemplazione della statua ...ti sconsiglio di parlare male di lei, o di far presente che lui sembra suonato. Per fortuna portarono il discorso lontano dall'ipomania di Haru, parlando invece di Tsukiyama. Se le tue evocazioni sono esperte della zona allora saranno utilissime. Un branco? Si tratta di lupi o cani? Avrebbe chiesto Haru, mentre estraeva una busta sottovuoto con dentro un calzino. I cani Inuzuka non sono stati utili ma magari i tuoi lupi... La cosa assurda era quanto fosse serio e dall'aria affidabile mentre lo diceva. Non cercheremo tua sorella a Tsukiyama...metti via quel calzino. Da quanto tempo giri con un calzino nella sacca porta-arm...no. Non dirmelo. L'Uchiha sembrava avere un discreto mal di testa.

    Nel resto del viaggio alle percezioni di Kairi sarebbe stato evidente che i ninja della Luna erano più o meno suoi pari [Nota], mentre la guardia del corpo del mercante nasone era almeno pari ad Hangetsu [Nota], che a sua volta aveva una quantità di chakra poco inferiore all'Hokage. La famigliola non aveva quantità di chakra rilevanti o significative, così come il fidanzatino, ma la sua ragazza invece aveva energie decisamente fuori dal comune, superiori a Kairi e pari ad Hangetsu [Nota].

    Jins Kaguya intanto stava al gioco con Yuri, fingendosi un perfetto fidanzato che parlava di campionati di sci di fondo e di nuoto, viste le sue ascendenze Kiriane, offrendo la sponda alla ragazza per i momenti di finta intimità e di chiacchiere. Si spostarono poi, a braccetto, verso il Mercante e la sua guardia del corpo che indossava una maschera con la nota musicale di Oto come simbolo e, ora che era più vicino, alcuni stemmi del clan Yotsuki all'altezza del petto. Non potete avvicinarvi a Ushio-sama. Li avrebbe intercettati frapponendosi al loro movimento e sollevando una mano. Alle sue spalle il mercante sbuffò, assolutamente irritato dalla presenza dei due "fidanzati". Siamo qui per una transazione commerciale e non siamo interessati alle chiacchiere. Il mio datore di lavoro è un famoso mercante e non un'agenzia turistica. E quelli sono Ninja della Luna. Vestono sempre così. Tagliò corto, mentre la passeggiata portava vicino alla famigliola, con Jins che salutava il figlioletto maggiore scambiando con lui qualche parola sotto l'occhio attento del padre, intanto che la madre conversava con Yuri. E' la prima vacanza di famiglia, il bambino ha appena due anni. Lo sguardo era tutto per il frugoletto nella culla, e poi si alzò sull'altro bambino e aggiungendo, dopo una breve pausa. Lui invece ne ha dieci. Ma ci hanno assicurato che è un posto molto tranquillo, adatto a fare passeggiate in montagna su alcuni percorsi.

    Congedatisi, i due andarono sottocoperta dove finalmente poterono scambiare qualche chiacchiera in maniera più seria e senza fingere, mentre Jins sembrava assai rilassato e tranquillo, come se tutta quella faccenda fosse solo un intrattenimento per lui. Mentre Yuri snocciolava velocemente tutte le informazioni lui si accese una sigaretta andandosi ad accomodare su uno degli sgabelli della cabina, non certo una suite come quelle alla Lacrima. Dopo alcune boccate avrebbe commentato, laconico: Pensavo avessi fama di essere una persona seducente, ma onestamente mi sembri esagitata, a sparare informazioni come se abbaiassi. Non sexy. Nemmeno un pò. Scosse il capo, sarcastico. Avresti potuto dirlo in modo un pò più...non so...sentito? Ora so che l'atteggiamento seduttivo è solo una tua maschera. Non nego che sono un pò deluso, ti rende meno autentica. Avrebbe fatto spallucce, ignorando eventuali proteste. Non so chi sia questa Kairi Uchiha ma la conosci tu. E conosco Hangetsu Uchiha, era genin uno o due anni dietro di me, mi pare, all'Accademia. Non credo possa riconoscermi però, ero completamente diverso allora. Disse, sbadigliando. L'altro è uno che non conosco, ma sembra squinternato. Mi da l'aria di essere esperto nelle arti da assassino però. A naso, dico. Quanto ai ninja della Luna, come ha detto quello simpatico Yotsuki si vestono così. Se non gli pestiamo i piedi loro non li pesteranno a noi.

    Non ho idea del perché siano qui, ma se la ragazza è legata al Branco allora speriamo che questo ladro non bazzichi i boschi come loro credono, perché anche noi dobbiamo andare là. Avrebbe detto tra una boccata e l'altra. Quanto ai Lupi...beh...sono un casino. Anche io ho il loro contratto, ma ne posso evocare solo alcuni. E immagino che lo stesso valga per quella Uchiha. Consapevole che la cosa non le sarebbe bastata, si costrinse a continuare. Diciamo che andremo in mezzo a una...guerra civile? Non è il termine esatto perché sono comunque un branco unito verso minacce esterne ma non vanno d'amore e d'accordo come ci si aspetterebbe dai documentari. Chakra e intelligenza portano guai con sé. Spiegò come se Yuri fosse una bambina ignorante.

    Tu evita di dargli troppo contro e se sei sconfitta o vuoi sottometterti mostra la pancia. Lo apprezzeranno. Non era chiaro se quello fosse uno scherzo o meno. Ma a te non deve interessare la situazione dei Lupi, anche perché in un certo senso vi porrai rimedio. Forse. Se sopravviverai. Sorrise, sibillino, giocando con la sigaretta. Il branco custodisce il Cuore di Hayate, quello del Leader e che io ho trafugato da Kiri dopo che il mio ex-amico Shiltar con Itai Nara lo ha nascosto. Non immaginavano che fossi Hayate, al tempo. Metà del branco venera il Cuore come reliquia, l'altra metà lo detesta e lo vorrebbe distruggere per vendetta, ma ti dirò i dettagli in seguito, davanti al Cuore stesso. ora riposiamo...sono felice che tu voglia lasciarmi il letto. Poi sospirò. Che peccato che ora io sappia che la tua è tutta una finzione, e dire che volevo fare un salto alla Lacrima.

    [...]

    Nella notte tanto Yuri quanto Kairi, nelle rispettive cabine, avrebbero sentito il rumore di corsa nel corridoio davanti alla loro porta: la prima intorno alle tre del mattino, passi leggeri, di qualcuno molto furtivo o molto leggero, la seconda circa dieci minuti dopo, abbastanza pesanti, e forse appartenenti a due persone in contemporanea. Aprendo la porta nessuna delle due avrebbe notato niente di rilevante, e le cabine erano ai lati opposti della nave, una al corridoio di babordo più o meno a metà e una al corridoio di tribordo, nella zona vicina alla prua.

    [...]

    Al mattino dopo la nave aveva raggiunto la sua destinazione come previsto, ma nonostante l'attracco nessuna passerella era stata abbassata. Il personale era riunito sul ponte in stato di agitazione, e anche i ninja, così come tutti i passeggeri (tra cui quelli della sera prima), erano davanti al capitano in cerca di spiegazioni. Perdonatemi, ma non abbiamo il permesso di sbarcare. Nella notte è avvenuto un terribile furto! Il mercante Ushio e la sua guardia del corpo erano accanto al capitano che sembrava imbarazzato e totalmente alla loro mercé, mentre i due erano furenti. Hanno rubato la mia valigetta! Sbottò il nasone, con voce quasi fastidiosa.

    C'erano i soldi necessari per acquistare l'Anfora della Luna! Jins si sarebbe accigliato a quelle parole, ma avrebbe scosso il capo. Sicuramente un falso...quella vera è col Branco, c'è il Cuore dentro. E' un oggetto mistico. Avrebbe sussurrato. Nessuno ha lasciato la nave e i marinai sul ponte non hanno visto nessuno tuffarsi o le acque alterarsi, e non hanno visto creature in volo, quindi il ladro è su questa nave! Avrebbe ruggito il mercante, mentre la Guardia del Corpo forniva le sue specifiche: Alle Tre e cinque minuti improvvisamente ho sentito un rumore fuori dalla porta, come un tonfo, come mi sono avvicinato per guardare ho perso i sensi. Ushio-sama dormiva, e quando mi sono ripreso un'ora dopo la porta era aperta e la valigetta col denaro era sparita! La cabina dei due era nel corridoio di babordo, vicino alla prua. I tre Shinobi della Luna qui presenti: Miri (quello con lancia), Zeno (quello con mazza) e Shiku (quello con Shuriken) daranno il via alle indagini. Vi preghiamo di andare nelle vostre cabine e restarci, in attesa dell'interrogatorio. Cercate di comprendere ed essere collaborativi. A giudicare dalla pressione che metteva, quell'Ushio doveva essere parecchio ricco.

    I vari passeggeri protestavano, mentre Hangetsu fissava le persone con occhio critico, prima di prendere Haru e Kairi da parte. Non è una questione che ci riguardi. Io e Ludo non abbiamo sentito nulla, ma non è importante. Se non ci fanno uscire potremmo eludere la sorveglianza e sbarcare per conto nostro. Haru però avrebbe obiettato. Ma se aiutiamo a risolvere potremmo ottenere il risultato effettivo della nostra missione, ossia fama per l'Accademia. Ma se falliamo sarà un notevole danno d'immagine. L'ago della bilancia per la decisione sembrava essere Kairi...ma come intromettersi nelle indagini? O come fuggire dalla cabina? In ogni caso non avrebbero avuto scelta, a meno di voler combattere in pubblico o compiere atti eclatanti e controproducenti, che andare in una cabina.

    Allo stesso modo Jins avrebbe chiesto a Yuri cosa preferiva fare, anche se evidentemente era interessato alla fuga più che al collaborare, dopotutto non avevano nulla da guadagnarci...o no?
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    Oto Heist

    Capitolo 7

    Le Rovine di Palazzo Yakushi
    Con le macchinazioni del Kokage il terribile combattimento a Palazzo Yakushi procedeva senza che fosse scattato l'allarme, ma sicuramente presto le cose sarebbero cambiate poiché esisteva un limite a quanto un drago gigantesco e le ripetute esplosioni potessero venire ignorate dal popolo, che ovviamente avrebbe chiamato a gran voce guardie e interventi. Ma tra le rovine del palazzo un singolo individuo si ergeva, cercando di opporsi a una divinità che era stata chiamata nonostante i complessi vincoli che limitavano il suo intervento sul mondo mortale, resi ancora più pesanti dal suo ruolo di osservatore di ogni cosa. La blasfema bocca del Flagello, conscia del diritto a porre domande, si spalancò per chiedere lumi sulla morte avversaria, ed esattamente come promesso ebbe risposta.
    Devi uccidermi nella mia forma fisica, non quella evocata. Questo presuppone che il mio potere non avrebbe vincoli, e dovresti affrontarmi nel vuoto dello spazio tra il pianeta e la luna. Allo stato attuale, le tue capacità non sono sufficienti. La risposta non venne pronunciata realmente da Tenchou, ma si manifestò nella mente del Flagello come assolutamente esatta e incontrovertibile, galvanizzandolo al punto da correre, eccitato, verso altre conoscenze proibite con la sua seconda domanda.

    L'ascensione divina implica raggiungere uno stato di esistenza superiore, come accaduto a me quando mio fratello Ryujin ascese al rango di Divinità...questo inevitabilmente ha un prezzo. Avere la divinità significa lasciare il mondo mortale alle spalle, e ogni interazione con esso avrebbe dei limiti netti e invalicabili, di fatto molto più stringenti delle azioni che puoi compiere ora...e con un prezzo da pagare. Diverse sono le vie per l'ascensione, tra cui la raccolta del potere o l'assorbire la scintilla divina da una creatura che la possegga, ma il risultato sarebbe lo stesso: otterresti un ruolo e un'Autorità, e con essa vincoli e un sostanziale abbandono delle faccende dei mortali. Ciò che un Mortale può fare, però...è ottenere Autorità anche senza la Scintilla Divina. Essa non può essere qualcosa di intrinseco, ma può essere posseduta tramite oggetti rari, legati alle divinità attuali o perdute. Un oggetto dotato di Autorità ha potere divino che può superare i limiti dei mortali, senza doverne abbandonare il mondo. Può essere sottratto o distrutto, certo, ma è quanto di più vicino a ciò che chiedi. [Nota] Non avrebbe detto altro, mentre gli sgherri del Flagello lo informavano della crepa nella reliquia, che portava a dover elaborare una strategia più efficiente, visto il tempo risicato. Il tempo si fa limitato...intendi usare questa barriera per aiutare la ricerca della Reliquia? Immagino sia stata generata da qualcuno nel sottosuolo... Come presupposto dal suo ruolo, nulla poteva sfuggire a Tenchou, che pur non potendo leggere la mente del Flagello era consapevole di ciò che faceva ciascuno dei suoi alleati.

    Ogen era furente ma impotente, e il Flagello si gloriava di quella reazione come un alcoolista davanti a una botte di vino, arrivando a subire volontariamente parte dei danni pur di abbeverarsi nuovamente alla fonte di conoscenza che era Tenchou, forse ignorandone le conseguenze. In un atto di assoluto autolesionismo applicò su sé stesso un Simbolo di Status che causava sordità, ma sfortunatamente per lui non fu abbastanza veloce, subendone gli effetti e arrivando poi a doversi liberare comunque dal danno che si era autoinflitto [Nota]. La voce tornò alla sua mente senza che il drago parlasse...Tenchou era costantemente in osservazione di tutto il mondo, anche in quel momento, e il solo pensiero di coglierlo alla sprovvista era una contraddizione in termini. Esso è spezzato, suddiviso tra tre diversi contenitori e privo di coscienza residua. Uno di essi è servo dello Tsuchikage di Iwa e si trova in quel villaggio per la maggior parte del tempo. Gli altri due contenitori sono in luoghi dove non ho possibilità di vedere. Parole che svelavano una sua debolezza, o forse uno dei limiti di cui aveva parlato relativamente allo status di Divinità? In quel momento Jeral si liberava dalla stretta del Drago preparandosi a un contrattacco e al mettere in gioco la sua strategia.

    Tenchou non ebbe quindi alcuna sorpresa nel vedere Karasu che si immergeva rapidamente nel terreno, troppo rapido perché persino il Drago potesse impedirlo...complice la sua impossibilità di interagire con il terreno in qualunque modo, avendo perso quel diritto nella forma delle Stelle di Iwa, ma anche se all'apparizione Omoi fu cosciente dell'arrivo di Karasu, nel momento in cui si immerse il mercenario al servizio del Flagello commise un errore legato alla carenza di indicazioni: fece tutto il possibile per essere furtivo. Omoi era consapevole della sua presenza ma considerate le sue percezioni ridotte, a maggior ragione essendo nella reliquia, non era in grado di stabilire esattamente dove fosse il chunin che sfruttava l'arte della terra e nonostante l'ampia possibilità di movimento non lo avrebbe potuto guidare in maniera efficace. Per prove ed errori avrebbe sicuramente raggiunto la reliquia, aggirando magari macerie non valicabili con l'Arte della Terra, ma non ci sarebbe riuscito immediatamente [Nota].

    Nonostante tutto il Flagello ricorse nuovamente al diritto di domanda che aveva acquisito, chiedendo lumi sulle Armi di Iwa e ottenendo così conoscenze che racchiudevano infiniti pericoli. Komainu si trova sulla Luna e ha già designato un'intera specie quale suo pilota. Si riferiva sicuramente ai Lunari che Jeral avrebbe incontrato in seguito. A parte il mio intervento, non conosco metodi per arrivare sulla Luna o entità con abbastanza chakra da raggiungerla. Ma se lo facessi, dovresti diventare il dominatore di quegli esseri o costringerli a cederti il controllo. Quanto al Kappa, tu già conosci la sua posizione, ma esso deve essere ancora attivato del tutto. Il Jorogumo a sua volta deve essere attivato, e ignoro la sua posizione attuale, ma so che la sua anima si trova fuori dal corpo e senza riunirli non potresti mai riattivarlo. E anche fosse, Esso non ha un pilota: agisce e pianifica di sua sponte, tuttavia la sua coscienza si trova a Taki e si fa chiamare Maya Orihara, se volessi convincerlo ad allearsi con te. Oni sfugge alla mia visione, ma non ha piloti, esso agisce per sua sponte come il Jorogumo, solo convincendolo potresti ottenere il suo controllo. E durante quel flusso di informazioni il Flagello attaccò caricando la tecnica che già aveva sfruttato in precedenza, nota tanto a Ogen e certamente anche a Tenchou che la aveva osservata decine di volte in passato e sapeva cosa aspettarsi davanti a un'esecuzione che per i suoi occhi era incredibilmente lenta, inoltre a differenza dei colpi precedenti che minacciavano l'area di Palazzo Yakushi e dei suoi abitanti, questa volta il colpo puntava al cielo, senza possibili vittime. Banalmente piegando il suo corpo con una velocità che il momento Mori non poteva nemmeno immaginare Tenchou si dispose a spirale, lasciando che l'eretico fulmine scorresse senza alcun danno [Difesa 1].

    Non contento del colpo andato fuori bersaglio, il Flagello porse un'ultima domanda, scattando all'unisono sperando di cogliere il drago durante la sua inevitabile risposta, ma questa come già detto questa era una vana speranza. Superare quella donna significa essere pari allo Scriba del Mondo. Dunque l'unica tua opzione è studiare presso di lui, sempre che ti accetti. Egli esiste ora come gigantesco albero di nome Sareshigami, nel villaggio di Tsuya sul confine tra le terre del Fuoco e quelle della Cascata. L'unico altro modo è studiare da autodidatta, per venti anni circa, da quello che posso stimare. Il salto di Jeral e quel pugno erano incredibilmente rapidi, al pari con le capacità di Tenchou se questi avesse usato il massimo impasto di chakra possibile, ma al drago non serviva schivare, avendo accesso a tutte le conoscenze di Ogen Yakushi, che in quanto esperta nella difesa, aveva appreso tecniche di tutti i villaggi da sfruttare a suo vantaggio, come lo smottamento usato pochi minuti prima. Per questo motivo, con velocità a dir poco sovrannaturale, il pugno di Jeral venne intercettato bloccando il braccio tra le punte di dita artigliate, senza danno, ma rendendolo completamente inerme [Tecnica 1].

    Non contento, una volta libero il Flagello sarebbe atterrato avventandosi nuovamente su Tenchou che comunque si era mantenuto relativamente vicino al suolo, cercando di afferrarne un artiglio, forse per dimostrare la sua superiorità o per arroganza, ma commettendo un errore di notevole portata, perché il drago gli concesse quel gesto, incapace di danneggiarlo realmente essendo la punta dell'unghia ben poco adatta a ricevere danni rilevanti. E al contempo approfittò del contatto per trasmettere al Flagello uno dei genjutsu di Ogen, uno dei più infidi e striscianti tra quelli di Oto, concepito proprio per avvenimenti simili: il braccio avrebbe perso ogni forza vitale divenendo inutile e avvizzito agli occhi di Jeral, come se il Drago lo avesse completamente prosciugato [Tecnica 2 (S&M)]! Arrogante nella tua potenza, ma se non stessi usando quel corpo non avresti nemmeno un decimo di questa forza. Quanto potenziale sprecato, davanti a un destino che mirava a risollevare un'intera stirpe! Di cosa parlava Tenchou? In ogni caso, che la sua illusione fosse andata a segno o meno, avrebbe spalancato la bocca generando un getto luminoso analogo a quelli precedenti, anche se stavolta la sua testa era a circa nove metri dal Flagello [Azione 1]!

    Spalancando gli artigli, sollevandosi dal suolo di circa sei metri, avrebbe poi richiamato una tecnica dal notevole potenziale distruttivo, emettendo dalla bocca una serie di fulmini dalla velocità e potenza estrema, con una seconda rete di folgori che nascendo dalla prima avrebbe cercato di colpirlo se avesse schivato [Tecnica 3 e 4, Azione 2-3-4-EXTRA]! Per quanto ancora Tenchou avrebbe potuto combattere? Il sensitivo di Jeral lo avrebbe sicuramente avvisato che al Drago non restavano che poche tracce di chakra dopo quell'attacco [Nota] Non puoi prendere del tutto il controllo o la luce che genera le tue tenebre svanirebbe...ma quella luce esiste ancora. Ascoltami ragazzo, ascoltami con attenzione! Ogen non sapeva di cosa Tenchou parlasse. I tuoi occhi vedono ancora, e possono vedere oltre. La corruzione che ti avvolge è come un velo, ma i tuoi occhi hanno il potenziale per vedere oltre e rinascere! Non posso dire di più, ma nel mare nero in cui affoghi, cerca di ricordare le mie parole!

    Un Laboratorio e Tensioni che salgono

    Palazzo Yakushi distava dal South Gate circa 5 Km e i due ninja erano emersi poco distanti da quest'ultimo, con la situazione che definire volatile era riduttivo. Le Lucertole inizialmente attente alle parole dell'Hokage cambiarono rapidamente atteggiamento quando compresero che non era lui a controllare quel clone. Ou... mormorò la gigantesca e rovente Ssalaard, trovando uno sguardo altrettanto ostile nel tonante Ssaltzar, nonostante i due fossero normalmente ai ferri corti. Quale onore, vecchio Padrone. Quella parola venne quasi sputata. Tuttavia ora anche noi siamo Sovrani. E non c'è alcun bisogno di dispiacersi per i rancori passati. Esatto, sono ancora parecchio presenti, per noi. Sbuffò la Regina. Se non fosse per il mio piccolo Brennblut non starei nemmeno a parlare con te. Ma immagino che la faccenda sia seria...andiamo? Presero a muoversi verso il Palazzo con tutta la velocità possibile, trasportando il Clone Guardiano con sé.

    Intanto all'interno Raizen e Febh avevano raccolto le informazioni con allarme, comunicandole immediatamente al Mikawa che parve sorpreso tanto quanto loro. Certo che è a Palazzo Yakushi, secondo te dove dovevo metterlo? In una grotta nel Bosco? Replicò di fretta e irritato, scalpitante per uscire velocemente da quel posto. Intanto il Mikawa prendeva il controllo della situazione gestendo gli altri ospiti e progettando le sue difese per chiudere il villaggio, grazie anche ai suoi cloni. Mi puoi portare fuori più in fretta? Avrebbe chiesto lo Yakushi al giro di parole di Raizen, trattenendosi dal mollargli una sberla sulla nuca (anche perché era troppo alto e sarebbe stato scomodo). Perché parli sempre così dannatamente tanto? Niente giri di parole, dimmi che hai un modo e via! Ruggì, afferrando la spalla dell'Hokage in attesa del suo jutsu

    Un singolo istante e furono all'esterno, con le due lucertole che macinavano metri [Azione EXTRA] (fortunatamente usando le loro capacità di movimento su ogni superficie non era complesso avanzare per la città, e le guardie le conoscevano). Questo coso parla come la tua biscia bianca. Commentò Febh al benvenuto di Ou, ottenendo una risatina soddisfatta da parte delle sue evocazioni, ma fu lesto a tornare a guardare il Palazzo. Perché mai Ogen ha evocato Tenchou? Può farlo solo se è in reale pericolo di morire...che si sia liberato il Gobi? Ma mi aveva accennato che non il Drago non combatterebbe mai contro un Bijuu se non per difesa...e a giudicare da quello che vedo Tenchou sta contrattaccando. Difficile valutare vista la distanza, ma i Jutsu erano di grandi dimensioni, sia di Jeral che del Dio-Drago. Insofferente, lo Yakushi avrebbe sibilato. Siamo TROPPO lenti. Ssaltzar, Ssalaard, proseguite, noi andiamo avanti. Voi due reggetevi! Disse al Kage e al suo clone, concentrando chakra in quella che era una delle sue tecniche più avanzate, che avrebbe usato tre volte di fila solcando il cielo per guadagnare distanza, sfruttando tutta la velocità di cui era capace tanto per il balzo quanto per correre in seguito, sperando che Raizen riuscisse a stargli dietro, pur di arrivare per tempo [Tecnica 1, 2, 3 - Azione 1-2-3-4]!

    Youkai e Ryugi
    La bambina spettrale aveva atterrito i due giovani ninja ma non era la cosa più spaventosa che avrebbero scoperto in quella deviazione dall'incontro ufficiale. Fissandoli con occhi spiritati e con le Vampe attorno Kiyoko si avvicinò fluttuando agli shinobi, chiedendo aiuto che tutto sommato sembravano disposti a concedere. Un fantasma? Avrebbe detto, osservandosi perplessa. Non sono un fantasma. Sono viva, sono là sotto! Replicò quasi infastidita, indicando le macerie.
    Lo stratagemma del filo di nylon trasformato in Tsukumogami permise a Youkai di cercare tra le fessure così da guidare la loro opera di rimozione delle macerie, che doveva essere attenta o qualunque cosa si trovasse di sotto sarebbe potuta venire schiacciata definitivamente. Eravamo in nove. Alcuni sono morti, ma il Numero 9 ha ucciso Orochimaru e ne ha preso il posto, liberandoci. Questa era la nostra casa finché non sono arrivati quei mostri... Mormorò con tristezza. Ho proiettato l'anima fuori dal corpo quando ho visto le macerie cadere...credo tu abbia la mia stessa tecnica. E da allora attendo...penso siano passate due o tre ore. Spiegò mentre il Nylon trovava infine un corpo sostanzialmente mummificato e schiacciato in più punti, sul cui petto brillava appena qualcosa ma che per il resto era inequivocabilmente morto.

    In ogni caso non avrebbero fatto in tempo a scavare per raggiungerlo perché alla sola menzione del nome di Febh la piccola Kiyoko subì come una trasfigurazione, spalancando la bocca per il terrore e gettando un grido acuto che tuttavia solo Youkai e Ryugi poterono sentire, mentre il suo viso si allungava in maniera mostruosa. AAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAAHH!!! [Tecnica 1] Accesa di fiamme ardenti come uno spirito della vendetta avrebbe quasi raddoppiato le sue dimensioni, deformando l'immagine iniziale. SIETE CON LUI! CON FEBH YAKUSHI! QUELLO CHE CI HA FATTO QUESTO! QUELLO CHE HA DISTRUTTO LA MIA CASA! QUELLO CHE HA UCCISO NUMERO 9! MALEDETTI!!! Senza nemmeno aspettare avrebbe congiunto le mani come in preghiera in una forma che Ryugi conosceva sicuramente molto bene, essendo uno dei Kata del suo clan, mentre Vampe spettrali si formavano intorno a lei [Tecnica 2] NON VI PERMETTERO' DI FARE DEL MALE AL MIO CORPO! BRUCIATE!!!

    Dalle vampe sulla schiena, esattamente come prescritto dal Kata del Pavone, le sfere di fiamma e vento, o perlomeno una loro controparte fantasma, avrebbero bombardato i due ninja causando danni potenzialmente immensi alla loro riserva di chakra [Azione 1-2-3-4-EXTRA-EXTRA]!
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    l'arte dello spionaggio

    Sottotitolo Post



    Kuroshi si muoveva con la grazia di una tigre nell'oscurità del Quartiere dei Piaceri. Il tessuto mimetico dei suoi abiti si fondeva con l'ombra, rendendolo una presenza sfuggente persino agli occhi più attenti. Mentre si avvicinava alla fonte dei sussurri, un fremito di eccitazione lo attraversava, sapendo di essere a un passo dal cuore di una conversazione che potrebbe svelare segreti cruciali per il suo clan.

    Con orecchie tese, captava ogni inflessione, cercando di trarre indizi anche da ciò che non veniva detto. Il suono di due voci, una straniera e una del Paese del Fuoco, si intrecciava nell'aria carica di tensione. L'accento della donna risuonava nei suoi timpani, vagamente familiare ma difficile da identificare. Forse proveniva dalle terre orientali, ma senza ulteriori indizi era un mistero irrisolvibile per il momento.

    Kuroshi si spostò con cautela verso la stanza adiacente, sfruttando ogni ombra disponibile per mascherare i suoi movimenti. Trovò un angolo tranquillo, scrutando attraverso un minuscolo foro nella parete. Il suo occhio si adattò al buco, cercando di cogliere qualsiasi movimento o gesto che potesse rivelare il contenuto della stanza accanto.

    La tensione aumentava mentre rimaneva immobile, la mente affollata di domande. Quanto avrebbe potuto apprendere da questa delicata conversazione? E cosa avrebbe significato per il suo clan? Con il fiato sospeso, si preparava a scrutare più a fondo nel mondo oscuro dei segreti che si celavano dietro quelle mura.

    Attraverso il buco nel muro, Kuroshi catturava un'istantanea della stanza. Le pareti erano avvolte nella penombra, illuminate solo da una tenue luce proveniente dalla finestra che aveva individuato poco prima. Davanti a lui, il soggetto della sua osservazione: il mercante, circondato da bottiglie di alcolici vuote e almeno due teiere ormai vuote. La sua espressione, seccata per l'interruzione di qualcuno che aveva appena fatto il suo ingresso nella stanza, tradiva una certa impazienza. Non appena varcò la soglia, Kuroshi poté riconoscere la figura che aveva appena varcato la soglia.

    Saragi celato da una nuova identità data dalla sua trasformazione, era entrato in contatto con il bersaglio. Ben fatto! Saragi ha fatto la sua mossa. si congratulò mentalmente con il compagno per come stava svolgendo la sua parte, mentre un sorriso compiaciuto apparve sul suo volto.

    La voce femminile che poco prima aveva udito, ora aveva un viso. Sembrava avere l'aspetto di una di quelle cameriere che lavoravano lì. Sedeva accanto a lui con grazia, lo shamisen riposato sulle sue cosce. Emanava un'aura di eleganza mentre sedeva con la sua postura raffinata e sicura di sé. Indossava una veste tradizionale dai colori vivaci, i tessuti morbidi che si drappeggiavano con grazia attorno al suo corpo. I suoi capelli, che elegantemente incorniciavano il suo viso, aggiungevano un tocco di delicatezza al suo aspetto.

    Con un movimento fluido, la cameriera posò lo shamisen sulle sue cosce, trattandolo con una cura quasi reverenziale. Lo strumento emetteva una nota di mistero e tradizione, il legno lucido e le corde tese pronte a vibrare con melodie antiche. Le sue mani, agili e sicure, sembravano pronte a far risuonare le corde con maestria, anche se al momento erano immobili, come se aspettassero il momento giusto per iniziare la loro danza musicale.

    Nel modo in cui si muoveva e si comportava, la cameriera trasmetteva un'aria di calma e compostezza, come se fosse abituata a fare parte di scenari simili. Il suo sguardo, fermo e penetrante, sembrava scrutare oltre la superficie delle cose, come se avesse visto e vissuto molto più di quanto potesse sembrare. Kuroshi si chiese quale ruolo avesse in quel luogo e in quella situazione, consapevole che la sua presenza non era solo decorativa, ma portava con sé un'enigmatica profondità che avrebbe potuto rivelarsi cruciale per comprendere gli eventi in corso.

    Nascosto dietro il sottile schermo della parete, Kuroshi osservava la scena con attenzione, mentre la voce melodiosa della cameriera, Tsukino, riempiva l'aria. La sua presenza trasudava una combinazione di grazia e fiducia, come se fosse abituata a muoversi in ambienti di alto livello.

    Con le dita agili, Tsukino accarezzava lo shamisen, creando una melodia leggera che sottolineava il suo discorso. Il suo sorriso gentile trasmetteva un'atmosfera di accoglienza, ma Kuroshi poteva percepire una sottile tensione nell'aria, come se qualcosa di più profondo stesse per emergere.

    Dall'altra parte, l'uomo di fronte a Saragi manifestava la sua irritazione con un'espressione stizzita. Tuttavia, concedeva al visitatore di sedersi e gli offriva del liquore di riso, anche se con evidente riluttanza. Le sue parole erano cariche di scetticismo e disinteresse, mentre chiedeva le ragioni di quella visita improvvisa e l'importanza del suo status.

    Kuroshi ascoltava attentamente, cercando di cogliere ogni sfumatura di significato dietro le parole scambiate. La domanda dell'uomo era diretta e sottolineava la mancanza di motivazioni valide per trattare Saragi come un cliente VIP. Tuttavia, l'implicita menzione di qualcosa di speciale da parte del genin aveva suscitato un lampo di interesse nell'uomo, che si preparava a valutare attentamente la situazione.

    La tensione nell'aria era palpabile mentre Kuroshi si preparava a scoprire cosa avrebbe risposto e come avrebbe influenzato l'andamento della conversazione. Presto, i veli del mistero si sarebbero sollevati, rivelando il destino di quella riunione clandestina nel cuore del Quartiere dei Piaceri.

    L'Otese era immerso nell'ascolto della conversazione quando improvvisamente captò dei rumori provenire dall'esterno della stanza. Un brivido di allerta gli percorse la schiena mentre si rendeva conto che qualcuno stava per entrare. La sua mente stavano già valutando le opzioni: dovrebbe restare fermo e sperare di non essere scoperto, o tentare un'azione rapida per risolvere la situazione?

    Mentre la tensione cresceva e i rumori provenienti dalla porta diventavano sempre più vicini, i suoi occhi saettavano da una parte all'altra della stanza, in cerca di qualcosa che potesse aiutarlo. Fu allora che il suo sguardo si posò di fronte a una piccola mensa di legno, accanto alla porta, proprio alla sua sinistra, colma di libri. Un lampo di genio lo colpì. Si mosse velocemente verso quest'ultima, e iniziò scrutare i vari libri posti su quella mensola. [Slot Azione I]

    I libri che Kuroshi aveva davanti a sé erano una raccolta di antichi volumi di poesia giapponese, preziosi tesori della cultura e della letteratura. Tra essi c'erano anche libri di sonetti per lo shamisen e haiku, riccamente decorati con eleganti calligrafie e illustrazioni tradizionali. Le copertine erano ornate da disegni di ciliegi in fiore, raffigurazioni di montagne innevate e scene di vita quotidiana del Giappone antico.

    Uno dei libri che spiccava tra gli altri, e attirò l'attenzione del giovane shinobi. Era un volume di sonetti per lo shamisen, dal dorso spesso e rigido. La copertina era decorata con motivi floreali stilizzati, e le pagine, pur conservando un aspetto antico, erano ancora piuttosto robuste. Rapidamente lo prese, aprì il libro e lo posizionò tra le due ante della porta. Esattamente nel punto in cui quest'ultime si sovrapponevano e giusto al centro del binario che faceva soccorrere l'una sull'altra; Sfruttando la sua consistenza per bloccarle e impedire loro di aprirsi facilmente. [Slot Azione II]

    La combinazione di questi libri antichi e preziosi come parte della barricata improvvisata aggiungeva un tocco di storia e cultura alla scena, mentre la loro utilità pratica nel bloccare la porta, forse, avrebbe fornito a Kuroshi un vantaggio cruciale nella sua lotta per la sopravvivenza.

    Con la porta ora bloccata da questa barriera, Kuroshi si ritirò nell'ombra della stanza restando accanto alla mensola, ancora mimetizzato nella sua veste. Restò in attesa, i sensi tesi mentre gli intrusi si avvicinavano, cosa sarebbe accaduto? Il cuore gli martellava nel petto mentre aspettava, i sensi all'erta per cogliere ogni minimo suono o movimento. Con un'adrenalina che gli faceva fremere le mani.

    Se il suo stratagemma avesse funzionato, avrebbe avuto la possibilità di ritornare a spiare dal buco cosa stava accadendo nell'altra stanza.

  4. .

    Anti-Virus

    Old Man Raizen
    VIII




    L’opinione di Yato sulla situazione di Tian lo fece sorridere.

    Ho visto divinità venir ingannate, penso che anche le loro decisioni possano subire la stessa sorte.
    Basta avere le giuste conoscenze, e la conoscenza non ci è preclusa.


    Nemico o meno quella era un affermazione che Yato non poteva che condividere se voleva darsi una speranza contro quello che lo aspettava, purtroppo per lui non sapeva che presto quell’affermazione l’avrebbe messo alla prova.



    […]


    L’Hokage annuì, falsamente concorde all’affermazione di Shinryu.

    Vero, vero.
    Anche io sono immortale, sono ancora vivo.


    Fece qualche passo circospetto, osservandolo.

    È su questo che hai puntato quando hai fatto dimenticare della tua esistenza?
    Speravi che ciò che ti ha messo all’angolo subisse la stessa sorte?
    Perché un piano simile funzioni la tua corsa alla conquista deve essere più rapida della nostra evoluzione, malgrado tu abbia buoni argomenti.


    Indicò verso l’alto.

    Io temo che Tian sia ancora fuori dalla tua portata.

    Sentenziò senza ombra di menzogna.

    Escludendo che la sua maledizione sia qualcosa a cui puoi porre rimedio sarebbe comunque inutile controllarlo, la sua interpretazione della pergamena è un antitesi della tua, sempre che a te non sfugga la piena comprensione della stessa e tu lo voglia per essere più completo.
    Ma ammetto che se lo trovassi pesto, demoralizzato e affranto forse riusciresti a fargli le scarpe, tu sei uno di quelli che raccatta gli avanzi e dice di aver abbattuto la preda.


    Indicò nuovamente verso l’alto, e questa volta l’Esuvia, fortezza dall’innegabile potere assunse la forma di un mezzo fallimento.

    Già, mai sentito dell’albero che cadendo nella foresta da solo non fa rumore?
    Te la canti e te la suoni ma nonostante l’oblio non sembri uno di quelli che basa la sua esistenza con l’autoconferma… quantomeno per quanto ne so fino ad ora.
    Forse qualcuno che ha nascosto sotto il tappeto qualcosa di importante però si.
    In effetti mi chiedo, e lo faccio perché nutro una sorta di bieco rispetto per ciò che sei, come mai tu, un prodotto di Indra o supposto tale, sia riuscito a perdurare mentre lui no.


    Poco dopo la sua risposta Yato fece la sua proposta, ritrovando se stesso e Raizen nel mondo interiore per un rapidissimo scambio nel quale stava per dargli del cagasotto per via della sua proposta, fortunatamente elaborata quanto bastava da non danneggiare realmente il piccolo rettile.

    Va bene, ma sarò manesco, sappilo.

    Lo spostamento successivo di Yato annullò la tecnica ma non la recita.

    Debole io?
    Sei sempre pronto a chinare il capo alla soluzione più semplice senza renderti conto che ti accontenti a malapena di un pareggio che ti è stato imposto!


    A entrambi veniva naturalissimo recitare quella parte, tanto che pur sapendo della recita sarebbe stato impossibile comprendere dove iniziava e dove finiva.

    Mi basterebbe cacciarti una mano in bocca e sfilarti quella lingua saccente per renderti una marionetta se non l’ho ancora fatto è perché non è mio interesse!
    ...Tu cosa?


    Yato gli si avventò addosso scartando all’ultimo per poter intercettare Kushami, lui reagì normalmente aumentando la velocità grazie al chakra della volpe che fece scorrere in lui, afferrando le parti di legno ancora connesse al suo corpo per scansarlo dall’obbiettivo, ma non a sufficienza perché il suo colpo andasse fuori bersaglio.
    Kushami non era stata informata, e il suo stupore fu reale ma quella fu anche l’ultima interazione tra di loro, appena la spada gli sfiorò le carni venne pareggiata come suggerito dal labiale di Yato, ma lui finse sbigottimento e rabbia.

    Maledetto.

    Disse con gli occhi sbarrati.

    Infido verme codardo.

    L’avrebbe tirato a se ad una velocità inusitata, facendo sfilare oltre il suo fianco le propaggini artigliate per poi afferrarlo per il collo e sollevarlo come una bambola di pezza, anche se il peso era sostenuto primariamente proprio da qualcuno dei rami di legno.
    A quel punto però il suo piano aveva già preso forma ed avuto successo, nella sua parte fisica quantomeno, per il resto c’era ancora da lavorare. La presa su Yato vacillò ben più di quanto ci si potesse aspettare e se fosse stato sufficientemente rapido nell'osservarlo avrebbe potuto notarne gli occhi che vagavano nel vuoto per un istante prima di rigirarsi verso l’alto, nessuno dei due in quel momento sapeva cosa stava succedendo, quantomeno non mentre succedeva.
    Era il Vuoto.
    Il Nulla più totale circondò la mente di Raizen, riempendola di un assenza così assoluta che definirla in termini umani era impossibile, ne rimase frastornato e per un periodo indefinito terrorizzato in quanto l'abitudine a determinati stimoli era un abitudine così profonda che la loro assenza improvvisa era l'esperienza più vicina alla morte che si potesse sperimentare. Durò tanto e durò poco prima che si ricordasse che il Vuoto non era inafferrabile.
    Ma cosa era il Vuoto per una creatura che avesse coscienza di se?
    Nella sua definizione più superficiale uno spazio delimitato dentro il quale non erano presenti stimoli di alcuna sorta, eppure già in una visione così parziale del Vuoto questa affermazione era sbagliata, c’era aria e il suono poteva viaggiare attraverso essa e non solo, oltre l’aria c’era il muro che rifletteva i suoni generando echi. Se quella delimitazione spariva il vuoto diventava ancora più difficile da sperimentare perchè nuovi elementi riempivano lo spazio e non sarebbe mai stato possibile sottrarsene. Nella realtà di una creatura dotata di pensiero o memoria qualsiasi forma di vita esisteva in un ambiente che le permetta di vivere e la complessità della vita richiedeva troppe interazioni perchè fosse possibile privarsi della loro totalità, per questo non era banalmente il pieno ad essere l’opposto del vuoto, ma la vita.
    Fortuna volle che lui non fosse vita in quel momento, in quel momento era solo mente, una mente così dipendente dalle abitudini della vita, come era normale che fosse, che in loro assenza la prima necessità era rispondere a quell’assenza, non alla comprensione dell’assenza stessa. Tuttavia, in quel vuoto, l’esatto momento dell'apparizione della Montagna corrispondeva alla creazione di un vincolo, un pallino di yang dentro lo yin, piccolo, infinitesimale ma sicuramente presente. Nell’esatto momento in cui il vuoto gli era stato messo attorno aveva smesso di essere tale ma questo era un problema per la definizione di Vuoto, non una soluzione utile a comprenderne la natura, non ancora.
    Se voleva sopravvivere come Raizen Ikigami, no, come Raizen Ikigami Huangdì doveva impedirsi di diluirsi nel nulla e se voleva comprendere il vuoto doveva riuscire a lasciare indietro la sua concezione di vita nonostante questa fosse parte integrante di ogni aspetto di qualsiasi essere vivente. In quel momento era mente e nonostante l’assenza di tutto, persino di ciò che erano i gesti lui poteva comunicare. Avrebbe fatto due cose e quattro cloni nel più classico degli utilizzi della Kagebushin: accumulare esperienza.
    Quattro cloni senza memoria, neanche del più basico dei concetti della vita, mente pura e vuota, con due avrebbe comunicato, gli altri avrebbero avuto esperienza del vuoto senza che niente potesse inquinare ciò che avrebbero provato. Due cloni lo avrebbero salvato dalla pazzia, gli altri gli avrebbero permesso di comprendere.

    Tu chi sei?

    Si rivolse singolarmente ad ognuno dei due cloni adibiti al ruolo di ascoltatori, comunicando mentalmente ciò che il vuoto non permetteva di comunicare in nessun altro modo con le sue capacità.

    Tu sei Raizen Ikigami Huangdì.
    Hai dieci dita, cinque per la mano destra e cinque per la sinistra, tutte sormontate da un unghia nella loro estremità... due gambe..... un naso....... una bocca.......... denti............ capelli..............


    Un eccellente sistema di comunicazione per descrivere ciò che la mente conosceva, il largo e disparato utilizzo di cloni infatti gli aveva permesso di conoscere il suo corpo da un punto esterno meglio di qualunque altro shinobi del continente, non c’era posizione, muscolo e angolatura che il suo corpo potesse assumere che lui non conoscesse: Raizen poteva ricostruirsi sbagliandosi di una qualche manciata di cellule e col passare di quell’eternità anche quelle due menti diventarono suoi cloni nascendo dall’argilla senza forma che lui stesso aveva prodotto. Gli avrebbe passato la sua intera esistenza in un misto di parole, sensazioni e pensieri che avrebbero illustrato il suo stesso IO in via teorica, come qualcosa da studiare, ma non per questo estraneo, erano infatti pensieri e sensazioni che si confacevano così tanto a loro quasi da appartenergli ma la virgola che separava le due esperienze sarebbe diventata la sfumatura che avrebbe permesso la futura integrazione possibile.

    Tu sei Raizen Ikigami Huangdì, vivi nel presente agendo per il domani.
    Valuti il mondo cercando di evitare i preconcetti, le ingiustizie e perseguendo l’Equilibrio.
    Non c’è decisione che tu prenda se non dopo aver sperimentato ogni suo angolo e quando non lo trovi cerchi di immaginarlo in base a quelli in tuo possesso.


    Avrebbe raccontato a se stesso la sua vita, probabilmente fornendone una versione edulcorata tale da renderlo migliore di quanto in realtà non fosse e li dove le parole avrebbero potuto tradirlo generando contraddizioni e incomprensioni che avrebbero dato vita alle divergenze pericolosissime sarebbero subentrati ricordi diretti, sensazioni ed emozioni che avrebbero plasmato se stesso in un opera di autocreazione che avrebbe occupato quello spazio fino a quando quello spazio sarebbe durato poiché nel vuoto di tempo lo scorrere poteva essere determinato solo quando presente un concetto di inizio e uno di fine, ed al momento lui era l’unico concetto, l’inizio era se stesso e la fine sarebbe stata la fine, nell’eternità che intercorreva tra i due punti c’era spazio per qualunque infinito numero di mansioni, da uno a infinito.

    E dunque io chi sono?
    Cosa mi affligge?
    Cosa devo risolvere?
    Cosa definisce Raizen Ikigami Huangdì?


    Lo scambio sarebbe durato senza termine assicurandosi la persistenza della memoria e quindi di se stesso.
    Ma in quell’eternità di nulla cosa potevano fare due le altre due entità consapevoli?
    Pensanti era eccessivo, come si poteva pensare senza fertilità intellettiva?
    Tali erano quei due cloni, senza la guida di Raizen ma con solo il suo nome come seme staminale il primo istinto fu cercare, espandersi fino al contatto con qualcosa, e prima che si strappassero disperdendosi in quell’infinità si toccarono riducendo le dimensioni del nulla, accorgendosi seppur in maniera diversa che qualcosa poteva esistere lì. Un uno nello zero non poteva che restare uno, ma due uno potevano sommarsi e diventare qualcosa, sperimentando un esistenza nel vuoto. In quel modo ogni tocco diventava un barlume precluso alla vista di chi era abituato alla luce, la comunicazione cambiava, diventava tattile esprimendosi in tocchi gentili o forti repulsioni con le sfumature occorrenti a concetti che non fossero di primario interesse, crescendo in una reciproca influenza che li plasmava per rispondere a necessità completamente diverse da quelle di un essere umano. Sarebbe stato strano comprendere a pieno che anche per loro che erano mente pura esisteva il concetto di morte, le creature biologiche non vivevano a sufficienza per accorgersi che la mente poteva morire come il corpo anche se in maniera diversa, la morte della mente era lì: il vuoto. La totale assenza di stimoli, l’immobilità perpetua, il nulla più sconfinato insondabile dalla creatività poiché esso nessuno stimolo poneva dilemmi a cui dare soluzioni sfruttando ciò che era disponibile e andava rielaborato, in quel nulla l’unico e solo problema era l’esistenza oltre il dualismo che erano e che rappresentava il vincolo di partenza.
    Cosa c’era di vincente in quel vincolo?
    Il contrasto.
    La dualità di quel rapporto gli forniva il sostentamento necessario, essendosi sviluppati l’uno come reazione all’altro si erano polarizzati mantenendo la capacità di comunicare e comprendersi perché non potevano distanziarsi l’uno dall’altro: la loro parità e la loro non esistenza oltre quel rapporto li costringeva a trasformare ogni stimolo in due risposte opposte ed una terza di accordo generando una rete che trovava in quelle risposte i suoi nodi diventando in grado di riempire il vuoto con le proprie esperienze. Nell’eternità la scommessa di Raizen prese forma e i nodi diedero vita ad un sodalizio che proprio nella sua unione riusciva a decifrare il vuoto. Grazie all’assenza di preconcetti ed istinti potè accorgersi in maniera del tutto differente rispetto a Raizendi Come poteva esistere nel vuoto.
    Esisteva senza bisogno di esistere, quantomeno per la concezione che un essere fisico aveva del termine, dal suo punto di vista la sua era esistenza a tutti gli effetti anche se definita da necessità completamente diverse, l'interazione in primis e comprensione di quel “nulla” dopo, che ora mettevano in dubbio mediante la sperimentazione, se loro esistevano infatti il nulla era negato almeno in loro stessi, ma l’esterno come funzionava?
    Il rapporto era duale e complesso, l’esterno era sconfinato, così tanto che l’espansione non poteva abbracciarlo perché quanto più comprendeva le sue dimensioni tanto più dovevano crescere e quanto queste arrivavano ai limiti della sua comprensione per riempire lo spazio percepibile questo si ingrandiva in un continuo scambio di basi che non aveva modo di colmare. Compresero che espandersi non era la strategia migliore per comprendere e che il suo unico risultato era un cambiamento piccolissimo considerando il sistema di riferimento... ma non nullo. Nel momento in cui lui agiva il vuoto spariva a contatto con lui ma continuava ad esistere oltre lui impedendogli di sperimentare oltre ad esso.
    Ogni movimento della rete era lento, eternamente lento, eppure i contatti avvenivano ed ognuno di essi dava modo di comunicare qualcosa che in un tempo così dilatato era sempre nuovo ed al contempo delimitava una parte di nulla. Ci volle più di un tentativo per capire che quell'azione era inutile perché in quei limiti era contenuto comunque il vuoto e l'assenza di misura lo rendeva un frattale, infinitamente piccolo ed infinitamente grande. Solo attraverso uno studio eterno capì che il vuoto era dominato dalla stasi originata dall’equilibrio perfetto.
    Ne venne soggiogato e terrorizzato.
    Niente, neanche l'eventuale separazione dalla sua metà l’aveva mai impaurito come sapere che il concetto sul quale aveva basato la sua esistenza, ossia l’equilibrio del compromesso, se esasperato e portato ad uno stato di perfezione avrebbe portato al nulla più totale. Si agitò, urlò come aveva imparato a fare in assenza d'aria, si disperò come nessuno poteva capire perchè lui aveva compreso quel mondo e non si disperava della sua inesistenza si disperava per ciò che sarebbe potuto essere e non sarebbe mai diventato.
    Ma se qualcosa agiva e si disperava, se rifletteva e comunicava era indubbio che stesse modificando anche il suo stato, la sua disperazione non poteva essere uguale alla sua tranquillità: lui era ciò di cui quell’equilibrio necessitava per essere trasformato. Alla fine comprese realmente che lì dove l’Equilibrio era perfetto la minima fluttuazione nella giusta direzione avrebbe dato origine ad un effetto a catena in grado di generare il tutto purchè spinto nel giusto modo.
    Il vuoto prese ad esistere perché ora era compreso: un luogo di insondabile e immutabile equilibrio un grigio di una perfezione inscindibile in cui l’assenza di tutto si trasformava in oscurità per chi era avvezzo alle regole della materia, un luogo in cui era presente tutto a patto di saperlo estrapolare chiudendo il cerchio che permetteva alle cose di nascere nel vuoto e tornare in esso, qualcosa di possibile soltanto nel momento in cui si avesse piena consapevolezza dell’inizio, della fine e dell’eternità compresa tra una fine ed un nuovo inizio di ciò che si voleva creare.
    Nel momento in cui quell’essere duale giunse alla sua conclusione era quasi troppo tardi, se avesse iniziato ad agire l’eternità avrebbe giocato a suo favore e quella goccia si sarebbe trasformata in tutto, in troppo. Raizen non ne era consapevole ma quando il clone si dissolse la sua identità passò a quello che per comodità chiameremo Mente, portando con se ciò che aveva acquisito quando era in vita: Raizen Ikigami Huangdì.
    Due modi diversi di essere si incontrarono, dando a quell’esistenza una consapevolezza ulteriore: di essere parte di qualcosa di ancora più complesso, di un uomo che aveva reagito all’eternità sigillandosi in se stesso, preservandosi grazie al ricordo di sè, cosa stava facendo e perché era lì.
    Quando tutti i cloni vennero rilasciati percepì quel momento per ciò che era ed udì i passi distinti di qualcuno che voleva farsi annunciare da essi. Si voltò verso il Dominio, impassibile e insondabile, forse incapace di parlare l’idioma umano.






    Sei venuto a contrattare?


    L’immagine mentale della Montagna non poteva uscire indenne da quell’esperienza, e malgrado la sua mente stesse salda davanti a Shinryu, davanti al Dominio, negare che il vuoto l’avesse segnato era impossibile. Era un evidenza dalla quale il suo subconscio non gli permetteva di sottrarsi , ma le regole dell’equilibrio volevano che se qualcosa era morto qualcos’altro era sopravvissuto e fatto più forte, che se qualcosa era vecchio e debole qualcos’altro era giovane e forte, e la carne non doveva esserlo nel mondo della mente.

    Il Dominio non mi avrà mai e non avrai mai neanche Tian.
    Siete due facce della stessa medaglia, il vostro destino è coesistere.


    Il singolo clone di Raizen intanto si impegnava sull’altro versante, cercando un contatto con Hakike e trovandosi a dover fronteggiare quella massa velenosa che aveva percepito dall’esterno. Era qualcosa di permeabile tutto sommato, ma per il clone sarebbe stato fatale. Non era una protezione fisica era qualcosa di pensato per isolare la mente e come avrebbe potuto confermare dopo per distruggerla, non sapeva se il fine ultimo era la morte o l’assoggettamento ma a considerare dallo stato del drago non era qualcosa che badasse alla sua incolumità.
    La cascata d’acido costò tutto al clone, il dolore che percepiva non era quello della carne, non era quello il dolore che si percepiva in quel mondo. Il dolore di un cuore spezzato, di una cocente delusione, di una perdita irreparabile i dolori che appesantivano l’anima in vita li diventavano distruttivi lasciando niente più che cicatrici dolorose, dove un tempo c’erano amori, amici e fratelli. Un dolore che anche per l’originale sarebbe stato salato perché i ricordi cancellati non sarebbero tornati ma le sensazioni di quelle perdite si. Qualcosa però sopravvisse, il nocciolo della sua essenza riuscì ad oltrepassare quell’acido nelle parti più importanti del suo corpo, quella che poteva trasmettere un emozione e quella che poteva agire, aiutare.
    Di se non era rimasto che l’intento più forte, le consapevolezze più solide, quelle di essere un frammento che doveva tornare ad un unico e quella di dover aiutare, e con quelle poche briciole ascoltò e il suo occhio ne fu rattristato.
    Non poteva parlare perché la parola gli era preclusa ma lentamente la mano si sarebbe girata, faticosamente e dolorante mentre tremava per la fatica di un simile gesto veicolato esclusivamente dalla pura volontà mostrò il palmo, non ci sarebbero state proposte o soluzioni, non sapeva darle, non aveva conoscenze sufficienti, ma poteva aiutare sapeva di essere lì per quello.
    Ciò che non sapeva era che il corpo a cui doveva fare ritorno poteva essere un ricettacolo anche per quel rimasuglio e che se lui poteva farvi ritorno il drago poteva seguirlo tornando in un luogo dove la sua anima potesse trovare ristoro una volta libera dalla corruzione.
    Bastava un contatto, se lo sforzo di quel cammino fosse stato eccessivo per lui sarebbe bastata l'intenzione di accettare quell’alleanza dando a Raizen la facoltà di evocarlo puro come lo era in quel momento.
    Quando quel dolore fece ritorno nel corpo originale diede la spinta necessaria a sottrarlo da un conflitto che ancora non era pronto a superare ma lasciandolo in uno stato a dir poco pietoso, affaticato e spezzato nell’animo ma tutt’altro che vinto.
    Quando l’Aspetto sollevò quel dito sapeva che il bersaglio sarebbe stato Yato ed anche che gli attacchi delle esuvie erano imparabili con quell’oncia di preavviso. Chiese ai suoi muscoli ben più del necessario ma sarebbe bastato ad avere un contatto con Yato che dopo la loro recita era praticamente a contatto con lui, afferratolo si sarebbe teletrasportato con lui lontano da quel pericolo, vicino al guardiano con l’anima di Ou [SD + Teletrasporto]

    Ora comprendi perché il Dominio è al centro delle mie attenzioni.

    I due iniziarono a calarsi a terra e se non avesse percepito la presenza di Hanabe avrebbe tentato di evocarne l’anima, o una porzione sufficiente a permettergli di ritrovare le sue energie al suo interno, un corpo al cui interno scorreva la stessa essenza che lo animava.
    Intanto nei rami del Senju una sorpresa del Dominio, ben più infida dell'attacco appena evitato stava germogliano, un fiore nero come la pece che gli sottraeva il chakra per nutrirsi accrescendosi a sue spese, tagliarlo sarebbe stato impossibile, sembrava in grado di preservarsi anticipando le intenzioni di Yato con una resistenza pari alla forza che avrebbe usato per debellarlo, dopotutto era parte di se stesso. Raizen non dava segno di averlo notato, se ne sarebbe liberato? Come? [Acacia Oscura]


  5. .

    Decisioni Affrettate

    XVII




    Raizen attese le sue risposte in religioso silenzio, scuro in volto quando Hojo iniziò a cercare le giuste parole. Le pause in quelle occasioni non erano mai buone. Non lo avrebbe interrotto, limitandosi ad ascoltare e quando finì si ritrovò senza parole, inadatto a commentare la decisione di farsi carico di un simile sacrificio. Gli sembrava ancora inappropriato lanciarsi in dimostrazioni d’affetto espansive quanto quelle di Hojo per cui gli poggiò una mano sulla spalla, un tocco pesante, più di una pacca ma di sicuro non atto a ferire, ma a distrarre si.

    Il Giseigan non è uno strumento del bene, temo che niente in cui sia coinvolto possa realmente essere del bene.

    Strinse leggermente la spalla come a volergli fissare quel concetto così sintetico, rilasciandola prima di continuare a parlare.

    Inoltre, hai detto che emette energia, quindi hai una parte attiva nel piano, pensi quella donna ti lascerà fare?
    È vecchia Hojo, e non poco, ha passato migliaia di anni a sgusciare di mano a quelli come noi, rischi di sacrificare tua moglie per niente, inoltre, pensi che ridare le reliquie ad Amesoko sia positivo?
    Quel drago trama nell’ombra dall’alba del chakra, se adesso rivuole le gemme gli fanno sicuramente più comodo di quanto la loro sparizione non ne faccia a te.
    Se siete stati previdenti però Hikaru potrà immobilizzarsi o essere provvista di un sigillo che impedisca l’utilizzo del chakra, vero?
    Vero?


    Stava sperando di sentire un si.

    ...se questa condizione si potesse prolungare diciamo che ho delle buoni opzioni, ma avremmo maggiori certezze in uno stato comatoso.
    Prima ti accennavo di un eventuale prestito del Giseigan, se tu gli potessi dare la forma di un martello potrei usarlo per forgiare una lama in grado di risolvere i nostri problemi, sarebbe in grado di discernere tra le due anime nei miei progetti, ho già tutto il necessario.
    Ma a parte questo, se fosse tutto fattibile, come faresti a portarla esattamente dove la vuoi?


    Quale che fosse stata la conclusione avrebbe sospirato.

    Se state davvero pensando a vostro figlio… fatelo per bene.
    Youkai ne sarà distrutto in un modo che non riuscite ad immaginare.
    Non pensare che perderesti solo Hikaru, ma anche ciò per cui combatti, ti assicuro che non lo accetterebbe mai, l’ho visto rischiare la pelle per i ricordi di una vita che non gli appartiene, ora che vi ha nuovamente con se cosa pensi che succederebbe di fronte ad un simile evento?
    Al suo posto come tradurresti il sacrificio di tua madre da parte di tuo padre?
    Rifletti, riflettete… non avete in mano solo il vostro destino.
    Quando sono in ballo sentimenti di questa portata non esistono contrappesi.


    Gli avrebbe dato qualche minuto per pensare per poi concludere.

    L’ha proposto Hikaru vero?
    Tu non avresti il coraggio neanche di pensarlo.


    Non era detto con tono accusatorio, ma comprensivo.

    Riportala alla ragione.

    Gli disse con gentilezza ma lasciandosi sovrastare per un secondo da un dubbio.

    Anche se ho un dubbio... il fatto che lei sappia e decida rende lei padrona in quanto lei ha disposto l'utilizzo del sacrificio, tu stai solo includendo l'ascia, e si sà il boia non ha proprietà.
    Il matrimonio vincola il mostro rapporto ma di fatto non ti rende suo padrone peggio se lei è concorde... tu non stai esercitando una tua podestà, bensì sfruttando una sorta di prestito.
    Non causerà problemi?
    Diverso sarebbe con una schiava, magari raccattata dal fondo delle carceri.


    Un opzione decisamente più allettante dopo la quale, se gli avesse detto che Hikaru aveva scelto il suo destino, l'avrebbe messo davanti al peso di quella scelta.

    Si finge ghiaccio ma è come l’acqua cheta, vero?
    Una persona come lei dice poco ma agisce tanto, troppo, se non capirà ci costringerà a questa follia.


    Sospirò gravemente.

    Vi mancano alcuni dati in cima a tutto questo: la Speranza non ha un anima comune, la sua età non gli permette di avere solo esperienza ma di accumulare un karma fuori scala.
    Potrete odiarla ma Seira di queste cose se ne intende e non ha avuto la minima possibilità, è stata sopraffatta senza appello.
    La vittoria del vostro piano passa dalla capacità di proteggere l’anima e i ricordi di Hikaru che gli danno forza mentre viene indotta in uno stato comatoso.
    Se gli Uzumaki sono bravi con i sigilli quanto potrà esserlo una che li studia da prima che si inventassero un cognome?
    Sveglia Hojo, quella è stata accanto allo scriba del mondo e non è rimasta a rigirarsi i pollici.


    Non voleva lasciarli solo la vaga speranza che fosse lui a porre rimedio a quella situazione con qualcosa che ancora non possedeva, inoltre non conosceva la loro tenacia, per cui aveva cercato di dare al loro piano una forma più appropriata che permettesse azioni più oculate grazie al tempo guadagnato.

    E se vuoi un consiglio dimostra quanto sei felice di aver ritrovato tuo figlio: dagli fiducia, rendilo partecipe.
    Potresti restare sorpreso dei risultati.
    Youkai va spinto verso il bene perché è tentato dalla semplicità, dalla facilità del male.
    La stessa che state scegliendo voi.
    Vuoi insegnarli questo?


    Era un fratello maggiore dopotutto e quella una leva in grado di spostare il Sole per un genitore.
    Pregò tra se e se che Hojo non si mettesse a piangere.




    [Sotterranei]




    La scelta delle tempistiche da parte dell’Hokage fu… molto poco accurata. Come aveva anticipato il suo stile prevedeva di subire qualche danno per raggiungere ancor migliori guadagni ma il momento gli aveva fatto bere completamente il cervello, esponendolo ad un rischio assai elevato.

    Grazie Youkai.

    Sospirò nervoso. Come gran parte del gruppo riuscì a tenersi ancorato alle catene mentre Raitei sfruttando la trasformazione in Volpe riuscì a salvaguardare i [Cani] di Tetsuba, tenendosi nel tunnel in maniera similare a Youkai. L’allarme sul genjutsu, del quale non potè riscontrare gli effetti, gli fece riaffiorare un ricordo di Seira, permettendo di mettere in allerta il gruppo e identificare al meglio la minaccia.

    È la tecnica dell’oscurità, è un genjutsu.

    Notizia pessima che stava per comunicare anche a Soken, ma quel viscido verme con problemi familiari era impegnato a piantare un coltello nella schiena all'intero villaggio.

    SOKEN!

    La sua voce tuonò sopra ogni scambio di colpi, stentorea come quella del generale che era.

    Sapevo che ti avrebbero tentato colpendo dove eri più fragile, ti sfruttano grazie a ciò che sa Seira!
    Con quale onore cerchi di aiutarli e non di interrogarli fino allo sfinimento?


    E lo Hyuuga, purtroppo per loro, era un punto debole. Forse un tempo un grande esponente del clan ora era la sua stessa ombra, consumato dal dolore e schiavo di chiunque gli offrisse il più piccolo indizio che riguardasse il suo figlio disperso.

    E lo sapevo.

    Quella sentenza era una viscida stilettata, sottile come un sussurro riusciva a serpeggiare evitando tutta la violenza che si scatenava nella sala, scavalcando pugni lame ed echi di ossa infrante.

    Ma non faccio offerte a caso.
    Esiste un drago, un drago più in alto di ogni cosa che esista al mondo, più del cielo stesso, il suo compito è tenere memoria della sua storia, di ogni storia.
    Sa tutto perché vede tutto.
    Puoi ancora riportare Vergil a casa senza venderlo ad Hayate insieme al tuo onore.


    Puntava al cuore, con qualche sottile menzogna impossibile da rilevare per Soken, ed alla nota idea di giustizia che apparteneva a Raizen, leggermente diversa da quella degli Hokage più noti, non il più buono di tutti i tempi e che sicuramente non avrebbe riammesso Vergil nel clan o nel villaggio, abbandonandolo e braccandolo per i crimini del padre che aveva insozzato con la sua miseria. Ammesso e non concesso che già gli Hyuuga potessero a loro volta fargliela passare liscia. A chiarire gli estremi della sua offerta sarebbe stato il clone più vicino a Soken, distante poco più di un metro e decisamente fuori portata per Seira, la Speranza infatti era probabile che sapesse di Tenchou e dei suoi scomodi limiti e avrebbe potuto dire che ottenere quella risposta dal drago era praticamente impossibile, affermando il vero nella quasi totalità dei casi, e non voleva certamente che la sua proposta apparisse poco allettante. Stava mentendo, ma Soken aveva dimostrato concretizzato la sua pericolosità una volta di troppo.
    Che lo Hyuuga avesse o meno ritrovato la ragione lui doveva sbrigarsela con i rimanenti attacchi di quel gruppo che funzionava fin troppo bene per dipendere dalla capacità della Yamanaka. Non era positivo avere conferma di una simile notizia, se Seira non aveva nessuno sotto controlla la situazione era solo più pericolosa, significava che avevano altri modi per procurarsi alleati, e anche che Seira era libera di agire al pieno delle sue capacità se le servisse controllare qualcuno.
    Non da ultimo salvare la vita a Mineru e all’ Akimichi non sarebbe stato semplice visto che il termine dei loro attacchi non dipendeva dalla disconnessione dalla Yamanaka.
    Il salto dell’Akimichi era qualcosa di portentoso non solo per lui ma per chiunque vista la velocità con cui venne compiuto, ma il suo restava un attacco fisico e a quelli Raizen sapeva rispondere bene. [ST 1 e 2] L' impatto restava piuttosto pesante e non potè evitare di venire sbalzato, atterrando a terra in maniera scomposta ma con le proprie gambe.

    Colpi pesanti ragazzone.

    Torse il collo, facendolo schioccare senza reali danni.

    Vuoi riprovarci?

    Il corpulento avversario non si fece attendere, dando a malapena il tempo a Raizen di ripristinare le sue attenzioni su ciò che aveva attorno, i colpi di Butsumaru, anche grazie allo scheletro del demone pareva potessero essere subiti, ma le spinte potevano dar luogo ad impatti fastidiosi o movimenti fuori dal suo controllo a cui non voleva essere troppo esposto, troppe trappole da cui guardarsi. Quando giunse il secondo pestone trovò le braccia dell’ Ombra del fuoco incrociate armate da una solida armatura d'osso a fronteggiare quell’impatto devastante senza spostarsi di un centimetro grazie alle code ed allo scheletro che aggiungevano puntelli alla sua posizione difensiva garantendogli insieme al chakra adesivo una solidità invidiabile. [SD1] Poteva subire il colpo senza troppi pensieri e rischiare uno scossone anche se puntellato com’era lo reputava impossibile, quindi sfruttare due code non avrebbe tolto efficienza alla sua azione e gli avrebbe permesso di prendere in controtempo Seira che si avvicinava di gran lena. Non doversi focalizzare su una difesa impegnativa infatti gli avrebbe permesso di muovere le code con la precisione necessaria a fermare la Speranza con un rapido affondo mentre cercava di attivare uno dei suoi genjutsu, avvolte le code attorno a Garyu avrebbe eseguito un semplice affondo diretto alla coscia destra della vecchia, fortunatamente troppo focalizzato per portare a galla spiacevoli pensieri sulla stessa. [AdO]
    In condizioni normali avrebbe tentato un affondo mortale, ma Seira al momento doveva restare in vita e impegnare troppe risorse su un eventuale clone non andava a favore della buona riuscita di quello scontro.
    Normalmente sfruttare quella finestra di tempo non sarebbe stato possibile, ma l'azione di Raizen veniva coperta da un clone grazie all'estrema capacità collaborativa e comunicativa che permise ad uno di quelli presenti sulla porta di spiccare un salto repulsivo guidato da un pensiero di Raizen che per quanto alla cieca consisteva nell'intercettare un piccolo oggetto con un corpo gigantesco e portarlo con se totalmente fuori bersaglio, di fatto verso il centro della sala. [SD2] Il lancio inoltre per salvaguardare gli alleati era stato effettuato a campana e per quanto la fase di salita potesse essere rapida quella di discesa era guidata dalla gravità rendendolo un bersaglio facile. Per il clone Fujiko sarebbe stato fatale, ma la fiammata non avrebbe lambito l’originale. Butsumaru intanto era tornato all’attacco ed il clone rimasto vicino a Tetsuba come anche lei ebbero modo di percepire l’avvicinamento dell'ingombrante shinobi e del suo attacco portato da una rumorosa catena grazie all’udito, ma non sarebbe servito consumarsi in difese assurde soprattutto considerata la sua cecità. Il clone si sarebbe limitato a rilasciarsi quando sentito il tintinnio della catena spargendo una densa nube di fumo che oltre a far andare a vuoto il primo attacco avrebbe reso impossibile colpire gli altri due bersagli in quanto nascosti dalla stessa, infatti avrebbe suggerito all’Inuzuka di acquattarsi mentre Butsumaru recuperava l’ingombrante catena permettendogli di sfuggire agli attacchi che miravano alla zona alta del corpo cambiandone completamente la locazione rispetto a quella prevista dall'Akimichi. Una difesa efficace che tuttavia non aveva lasciato cloni sul campo.
    La cieca Inuzuka non era stata difesa quell’unica volta tuttavia, già in precedenza il cieco Raitei aveva dovuto farle da scudo umano sotto richiesta di Youkai, frapponendosi con un impasto ai limiti del suo corpo, ma avvantaggiato dall’estrema vicinanza alla donna. [SD3]

    Ohhffff!

    Il colpo non era potente, ma la scarica di chakra fu come una marea che eruppe dal punto in cui calò il dito, malgrado scorresse la potenza della volpe in quel corpo l’interazione con un chakra estraneo riuscì a lederlo, danneggiando addirittura il fisico come se sottoposto ad una pressione interna. Se non altro il clone potè nuovamente guardarsi attorno

    Liberati dal Genjutsu Tetsuba, la sua presa è forte ma è la tecnica dell’oscurità Konohaniana.

    Raizen non sapeva precisamente come funzionasse il rilascio con i cani degli Inuzuka ma reputava probabile e assai conveniente che potessero potenziarlo vicendevolmente.
    Intanto Li Wen fece il suo ingresso, sorprendendo non poco Raizen visto quanto era improbabile la sua presenza lì sotto considerata la segretezza di quell'operazione.

    Un pizzino?
    In una situazione simile?


    L’arrivo del cuoco era gradito ma stranissimo considerata la situazione, tuttavia non si soffermò troppo sul momento, decidendo di indagare successivamente la sua posizione se fosse necessario, possibile che Mineru gli avesse scritto prima di essere ipnotizzata? O forse una terza figura legata alla radice aveva agito per aiutarli?

    Sfrutta il tuo naso Tetsuba, le Kagebushin emettono odore ma le bushin no: chi dobbiamo ignorare?

    Quella richiesta in realtà considerava anche un altra tipologia di cloni senza far capire alla Speranza che poteva star pensando anche a loro: quelli senza volto. Una tecnica poteva facilmente cambiarne le apparenze ma reputava che dargli qualcosa di fine come un odore proprio e distinto fosse su tutt’altra scala. Capito chi tra i cloni fosse corporeo e chi no grazie all'Inuzuka Raizen avrebbe ricordato a quel simpatico team che qualcosa su quella tecnica aveva imparato negli anni. Incrociò il singolo rapidissimo sigillo e sopra la testa dei cloni corporei avversari sarebbe comparso uno dei suoi. [ST3] Alcuni si sarebbero limitati a sfruttare il loro peso, costringendo chi non fosse bersagliato dal vero attacco ad evitarli per non venirne schiacciati e finire inevitabilmente impacciati dal loro peso seppur non danneggiati, il vero attacco tuttavia avrebbe preso come bersaglio principale il clone di Mineru kamikaze, i cloni corporei di Seira cercando con un tocco di sottrargli il controllo e costringendoli a pareggiarsi, di fatto reintegrando la riserva di chakra della vecchia visto che paradossalmente anche la morte poteva essere un opzione per lei. La priorità sarebbero stati proprio i cloni di Seira, successivamente quelli di Mineru e poi quelli di Butsumaru in tutti i casi l’importanza era definita da quanto erano vicini al gruppo di alleati in modo da riuscire ad allontanare la minaccia. [SA 2-3-4-5]
    Se fosse rimasto spazio per altre azioni i cloni avrebbero lanciato all'unisono quattro kunai ciascuno, tutti verso Mineru, chiudendola in un attacco multidirezionale assai insidioso considerando che uno dei tre lanci era angolato in modo da provenire dall'alto. [SA 3-4-5]

    Attenti ai genjutsu, la Speranza ha avuto modo di riflettermeli addosso già una volta, ma se sono contenuti potremmo scaricare il suo sigillo posto di farne un utilizzo adatto a tale scopo.

    I cani di Tetsuba poco prima che Raizen passasse all'azione avevano avuto modo di dare sfoggio dell'addestramento perfetto al quale si erano sottoposti con la capoclan Inuzuka. Erano infatti sufficientemente addestrati da comprendere che quei lanci erano poca roba per loro, così partirono di gran lena, testa bassa e ringhio sommesso verso i loro aguzzini, il fisico bestiale di cui erano stati dotati da madre natura gli permise di reggere l’impatto facilmente e con poco danno essendo l’attacco direzionato genericamente al fisico, quindi appena subito il colpo, inconsapevolmente togliendo o dando dei bersagli ai cloni di Raizen, avrebbero cercato di azzannare proprio chi aveva cercato di ferirli ed in caso avessero trovato resistenza sotto le zanne di intrappolarli, dopo un preciso fischio di Tetsuba avrebbero serrato la bocca come delle manette cercando di non danneggiare eccessivamente Seira. [S&M + SA 1-2-3 + ST 1] La loro attenzione era focalizzata proprio sui tre individui fin dall’ingresso nella sala in quanto definiti come prede comuni, cosa che rese l’azione ancor più semplice per loro. Che l’attacco andasse o meno a segno due dei cani con più bersagli a disposizione avrebbero utilizzato la marcatura dinamica in modo da non venir sorpresi nuovamente da dei genjutsu [ST2], uno di loro quello vicino a Soken mentre Tetsuba si spostava rapidamente verso Raizen. [SG]
    Immediatamente dopo la pioggia di cloni e quando questi fossero ancora un ostacolo per coloro che erano stati colpiti ma non assorbiti, Li Wen avrebbe caricato una pioggia di fuoco, concentrando quattro gruppi di sfere su quattro diversi cloni avversari. I cloni di Raizen consapevoli si sarebbero coordinati con quell'attacco, rilasciandosi poco dopo l'emissione delle fiamme in modo che gli obiettivi non avessero consapevolezza di quali di loro sarebbero stati bersagliati essendo le fiamme appena partite ed essendo complesso distinguere la loro traiettoria al loro vertice.

    Oh, suppongo tu voglia dare una definizione più appropriata alla parola chimera.
    Vediamo come evolve la situazione.


    Disse a Tetsuba ora accanto a lui e sbirciando le azioni di Youkai per vedere se avesse deciso di tirare fuori dal cappello i loro ultimi alleati.


    [Una Casa Yamanaka]



    Aprire il lucernario non fu semplice, un costrutto filiforme avrebbe potuto introdursi negli angusti spifferi ma la necessità di controllare una crescita così accuratamente da infiltrarsi senza rompere niente e quindi far rumore avrebbe preso qualche secondo extra.
    Al piano inferiore intanto la singolare infiltrazione procedeva con il clone che attraversava la porta, trovando inizialmente l’Hayate palesemente infastidito dall’azione, ma potè anche vedere come un cambio di idea l’aveva riportato a più miti consigli.

    Sai cosa?
    Non so cosa hai in mente, ma di sicuro è meglio non farlo all’aperto.


    Finì di chiudere la porta.

    Non penso camperai comunque a sufficienza.

    Appena la porta si chiuse i cloni del Senju passarono all’azione, che il clone si mostrasse aggressivo non era una sorpresa e la maschera reagì con la rapidità data da chi prevedeva il peggio, l’emissione partì, con una superficie di impatto avente un diametro di venticinque centimetri che si portò via la testa del clone, funzionale, ma incapace di percepire e di muoversi con le attuali capacità del Senju. [Nota]
    La maschera avrebbe atteso immobile cercando di capire se il clone potesse spostarsi dopo quel danno avendo compreso che il corpo non era umano considerando la totale assenza di sangue, solo dopo un round di osservazione sarebbe ritornata all’interno.

    Un Senju dunque.
    A considerare dal clone e dalla tua capacità di passare attraverso la porta.
    E tu?
    Sei l’originale?


    Su quella domanda, a porte chiuse, sarebbe partito un fendente ma non da una lama, bensì da un nugolo di fili appositamente disposti che sbucò direttamente dalla mano, da cicatrici sul polso e sotto le unghie, annullando qualsiasi tempo di preparazione e dando al colpo un’ efficacia impareggiabile. Il glaciale shinobi si espresse in un tondo magistrale, all’altezza del torace e particolarmente infido: se infatti gli fosse stato posto davanti un oggetto incapace di fare da scudo completo al suo attacco la lama si sarebbe ritratta per evitarlo per poi allungarsi una volta superato l’ostacolo. [SA + ST]
    L’attacco sarebbe proseguito senza che il corpo perdesse slancio, ma accorciando le distanze se ne fossero state messe tra i due. La spada sarebbe sparita dalla mano mentre era fuori dal raggio visivo per comparire improvvisamente sull’altra e tentare un secondo fendente atto a decapitarlo. [SA 2] Seguendo il flusso in maniera similare alla prima, spostato la lama sul ginocchio tentando un colpo fuori dalle sue attenzioni essendo quella una seconda lama. [SA 3]
    Al piano di sopra intanto Yato sarebbe riuscito ad introdursi in un ambiente leggermente soffocante, chiuso da tempo come avrebbe riconosciuto dall’odore, era il sottotetto e pareva sprovvisto di guardia. La luce era sufficiente da poter identificare un tavolato grezzo che componeva il piano orizzontale e poi in corrispondenza del corridoio una botola con annesso il meccanismo per far cadere delle scale a pioli, qualcosa di parecchio rumoroso soprattutto per la maschera che piantonava il corridoio davanti alla stanza in cui erano probabilmente tenuti i genitori forse storditi visto che non si sentiva neanche fiatare.


  6. .

    Arena Sotterranea

    XVI




    Annuì alla proposta di Hojo sul costrutto dalla forma assai singolare.

    È uno di quei personaggi dei fumetti o sbaglio?
    Spoderboy tipo?
    Dovrebbe bastare, anche se avrei preferito che la sua funzione non fosse tanto palese, non vorrei che venisse distrutto troppo rapidamente.
    Tipo quel Vedomon che ha quell’appiccicume addosso.
    Non sarebbe male fondere l'utile al dilettevole a questo punto.
    I grandi palazzi delle tue città per tenerci lontano dal suolo e il vostro amato eroe che scorrazza tra me e loro con quella mansione lì


    Aveva visto troppe volte Youkai sfogliare quei fumetti per non averne intravisto l'ambientazione e nonostante la forma gli interessasse poco rispetto all'efficienza poteva essere affascinante considerando lo spazio ristretto in cui si sarebbero ritrovati, combattere all'interno di una città miniaturizzata, come se fossero dentro uno di quei souvenir di natale con la neve.

    A proposito di appiccicumi, in una missione ho recuperato qualcosa che potrebbe ispirarti, ma vorrei illustrartela in privato.

    Era una scusa, e tra gentiluomini era evidente che fosse il momento di alzarsi e di prendersi qualche secondo per parlare a quattrocchi.

    Mi serviva una scusa per tenerti da parte Hojo, ma credo fosse evidente.
    Il fatto che Hikaru dia precisazioni sul Giseigan mi sembra assai strano nonostante il tuo carattere, e non vorrei che lo faccia perché eludere le domande per una del suo calibro sia una specialità.
    Di certe armi si capisce il potenziale solamente quando si ha a che fare con loro e c’è stato un piccolo, piccolo dettaglio che raramente è sintomo di scelte assennate.
    “Anche se Yuuki è con noi dobbiamo continuare per il bene dei nostri figli.”
    Continuare a fare cosa, Hojo?
    Non mi sembrate una minaccia per Konoha, ma il segreto e l’impulsività sono sempre la crepa che anticipa il crollo della diga in questi casi.


    La mano che gli poggiò sulla spalla era il contatto necessario per portare quel dialogo ad un livello più profondo Hikihime inoltre era ancora con lui.

    Ho compreso da che parte state, ma devo chiederti quali fossero i piani originali con le lacrime e cosa vuoi sacrificare per attivare il Giseigan.
    Posso aiutarvi solo se me lo permettete, Hayate ha cercato di portarmi via tutto più di una volta, siamo dalla stessa parte.


    Il risultato di quel colloquio avrebbe potuto offrire qualsiasi tipo di risultato, ma visto che avrebbero mosso insieme nella medesima direzione ci sarebbe stato tempo per modificare il piano d’azione.




    [Sala Sotterranea]



    Le continue pressioni su Youkai e le sue prestazioni avevano infine eroso ogni suo limite di sopportazione, facendolo esplodere nel suo corpo in una scena quasi raccapricciante, un conto era vedersi agire o recitare, un altro era vedere la mimica e le movenze di Youkai nel suo corpo. Era terribile.

    Su su, ora non lasciarti scoraggiare.
    Ricordi cosa ti dissi all’inferno?


    Ricordare quell’ episodio rendeva qualsiasi meno credibile.

    Youkai può essere solo Youkai, non hai un passato se non quello che ricordi.
    È come se mi offendessi quando mi paragonano agli altri Kage.


    Si offendeva in realtà, ma la sincerità non era utile in quel momento.

    Puoi solo essere la migliore versione di Youkai, non di Yuuki o di chissà chi.
    Dimostra chi sei oggi, non chi eri ieri.
    Credo sia meglio farti amare per chi sei anziché fingere di essere qualcosa che non ricordi e recitare in eterno.


    Non aggiunse la parte sul non avergli fatto spendere soldi in vano, quello poteva risultare demoralizzante. Non sapeva se per merito suo, per uno slancio di Youkai o per quello dei suoi genitori, ma alla fine riuscì a rievocare qualcosa e disattivare il sigillo.

    Certo Fujiko, ma le evocazioni potrebbero tornare utili, non sono mica sassi da lanciare a caso solo per far scattare delle trappole.
    Meglio a quel punto richiamare un equipaggiamento, ma non ho mai avuto niente di legato ad un richiamo.


    Alla fine decisero di sfondare, evitando grazie alla previdenza di Raizen ed al suo clone le prime trappole. Gliene rimaneva solo un altro gozzilione davanti. Ebbero i primi segnali che qualcosa non andava come preventivato dal silenzio che li accolse dentro la stanza, nonostante i suoni uditi all'esterno infatti sembrava che la Speranza avesse già fatto beffe delle guardie di Shika, costringendolo ad arrestare il suo attacco a tre metri dall'ingresso vista la moltitudine di falsi obiettivi.
    La situazione all’interno sembrava essere sotto controllo ma era Seira a controllarla, ragione per la quale la sua primissima interazione fu proprio quella di ricercare la mente della volpe.

    Kurama, fino a cinque secondi fa sembrava che qui dentro infuriasse la battaglia, ora la situazione mi sembra fin troppo pacifica, come è il mio chakra?

    Accertatosi delle sue condizioni si sarebbe quindi rivolto a Soken.

    Dedica sempre qualche istante ai nostri chakra Soken, i tuoi occhi sono la nostra prima difesa contro le trappole.

    Se fosse stato attivo un genjutsu si sarebbe occupato del rilascio prima di darsi un accurata occhiata attorno, [ST 1, 2 e 3] la tensione era palpabile tanto quanto le corde delle trappole che lo circondavano per cui, intenzionato a non farle scattare, assunse una posizione eretta ma senza dar segno di aggressività, per quanto non era difficile capire che le mani mantenevano una certa rigidezza per una buona ragione.

    Ti sei preparata bene Mikumo, e vedo che sei parecchio convinta dei tuoi mezzi per rinchiuderti in questo modo in un vicolo cieco.
    Dimmi pure tutte le stronzate che vuoi ma che riesci ad uscire da qui senza rimetterci qualcosa lo vedo parecchio improbabile.


    Non gli importava eccessivamente di rivelare chi fosse, aveva modo di reagire prontamente per far fronte a qualsiasi minaccia.

    Io ti proporrei un patto, ma per via della tua pulciosa associazione Konoha ha perso importanti elementi, capisci che non va bene aprire un negoziato con questo presupposto.
    Potremmo quindi dire che suddetto negoziato ha una condizione d’accesso, ossia che Hayate saldi il debito di sangue che ha con la foglia o magari che li riportate in vita, dopotutto è qualcosa che sta nelle vostre corde, senza contare i disastri successi quando quei rincoglioniti anche per gli standard di Hayate cercarono di liberare il cinque code.
    Ovviamente Seira stessa rientra nel conteggio.
    Una volta seduti al tavolo, alleggeriti da ogni debito, potrei proporti di rendere inutile il concordato.
    Al momento non posso perderlo, esporrei il villaggio a troppi pericoli, ma se Hayate mi aiutasse con l’assassino degli Uzumaki non avrei più ragione di tutelare il concordato e la vostra setta di invasati eliminerebbe col nostro aiuto uno di quei brutti, bruttissimi esperimenti che mettono a repentaglio il suo primato.
    Elimineremo il problema alla base, ed aiutandoci lo faremo molto, molto più in fretta, inoltre servirà qualche tempo per metterli al sicuro entro le mura del villaggio.
    Non scomodarti, parla pure da dove sei.
    Se inizi a sparare puttanate vengo io a prenderti.


    In quel momento avrebbe intimato con un clone a Fujiko di farsi avanti con qualche insulto mascherato da complimento e tentare di scucirle la bocca con le parole del vanitoso, mirando con una domanda accusatoria a farle rivelare il suo piano accusandola di essere la più stronza del gruppo.
    Se non ci fosse stato margine di interazione avrebbe mantenuto parola, rilasciando il sigillo per tornare nel suo corpo, a pochi centimetri di distanza da lui, e avere a disposizione i suoi strumenti migliori ma di fatto compiendo il mezzo giro di ruota necessario a far spezzare la corda di quello stallo. Mosso il primo passo fu preso di petto da Mineru immediatamente intercettata in quanto l’unica ad eseguire i sigilli tra i suoi cloni, troppi sigilli per Raizen Ikigami, anche da quella distanza . [AdO ST 4 e 5]
    L’Hokage si staccò da Youkai svanendo per arrivare faccia a faccia col suo avversario in un istante, le mani già strette attorno all’elsa di Jigoku quando lei ancora non aveva ultimato i sigilli, avrebbe impugnato l'arma per colpire di piatto, la potenza non ne avrebbe risentito ma almeno non avrebbe tagliato. Il turbine partì con una rapidità devastante reso ancora più difficile da schivare grazie a una mossa elementare per un foglioso ma che in un ambiente chiuso quando ben gestita risultava assai antipatica, ma non fù l’unica cosa che fece, anche Kushinada infatti stava agendo e lui era consapevole dello scopo, fortunatamente il raggio di quel genjutsu gli permetteva di escludere alcuni dei cloni presenti nella sala per i quali sarebbe stato inutile eseguire la tecnica visto che nessuno ne sarebbe caduto vittima mentre quelli pericolosi restavano all'interno del suo raggio d'azione. Quindi l' Hokage agì per accertarsi di raggiungerli, se li avesse interrotti allora tutti sarebbero stati salvi dall'attacco, ma in caso contrario era probabile che qualcuno del team avrebbe dovuto prendere contromisure per salvaguardarsi contrariamente a lui che era fuori portata. Raizen era consapevole di cosa Seira avesse nel suo repertorio e quella tecnica tornava assai utile alla Yamanaka, purtroppo Garyu era in grado di ingigantirsi e il turbinio della lama avrebbe lambito parecchie copie della cagna Hayate. Il magistrale controllo che aveva acquisito sull’arma infatti gli concedeva di poter usare quella tecnica senza avere impiccio da qualsiasi ambiente, riuscendo a modulare l’aria di influenza rimpicciolendo la lama quando questa arrivava troppo vicino al muro, per quanto l’attacco fosse Rapido infatti quell’istante poteva essere spaccato con la necessaria maestria. Essendo consapevole delle dimensioni della stanza e della lama che stava maneggiando e di quanto questa sarebbe diventata abnorme sapeva che in un certo momento dell’attacco la lama poteva crescere per arrivare a colpire quanti più cloni possibili ma successivamente doveva decrescere per non impattare sul col rischio di arrestarsi su di esso ma concludere il giro colpendo anche chi sperava di trovare riparo in uno spazio angusto.
    Se per qualche ragione non fosse riuscito nel tentativo di combinare come si aspettava l'attacco avrebbe cercato di interrompere la Speranza in maniera altrettanto fulminea, accumulando una grossa quantità di chakra nella mano per creare una Bijudama e lanciarla tra le due Seira più vicine a lui in quanto consapevole che solo quelle entro una certo raggio potevano avere influenza con quel genjutsu. [ST 5] Non le avrebbe prese in pieno ma se fossero stati dei cloni sarebbe bastato a dissolverli o alternativamente interrompere l'esecuzione del Genjutsu.
    Tuttavia quella frenetica azione aveva dato fondo alla sua capacità di controllo delle tecniche e quell'ultima venne lanciata con meno accuratezza, costringendolo ad uno spostamento contemporaneo in verticale migliorato dal chakra repulsivo per salvaguardarsi dalla sua stessa esplosione e che l'avrebbe portato ad attaccarsi col chakra adesivo esattamente sopra Mineru, posizione sicura anche nel caso in cui i cloni fossero riusciti ad attivare il genjutsu in quanto fuori dalla loro influenza. [SA 1] Mentre Raizen cercava una strategia efficace contemporaneamente il clone più vicino al gruppo consapevole della strategia l'avrebbe fatto indietreggiare se necessario, permettendo all'originale di colpire quanti più cloni possibili e salvandoli dal fuoco incrociato. Se le tecniche avessero

    Se i cloni saltano sta a voi l’attacco aereo, ricordate che l’efficacia ora sta nella poca potenza ma nella grande portata, i cloni svaniscono in fretta anche se possono avere un equipaggiamento.
    Fujiko, cerca di utilizzare le parole del vanitoso, ma attenta, potrebbe esserci un fuuin in grado di ribaltartelo contro, quindi sii pronta a rilasciarlo oppure ad usarne altri prima per scaricarlo, sfrutta le mie sembianze in modo che non sospetti di quel genjutsu, ma salvaguarda il tuo chakra devi averne per la parte finale.
    Quando sentirò Kushinada cantare saprò che i Genjutsu sono nuovamente utilizzabili.


    Sprecare chakra e tempismo per tecniche che gli sarebbero state rivoltate contro infatti sarebbe stato deleterio per quanto essendone al corrente potesse spezzarle senza problemi. Terminato quell’attacco a prescindere dall’esito avrebbe guadagnato un po' di spazio, e se gli fosse stata data copertura da qualche attacco avrebbe cercato di spostarsi verso l’uscita.
    I due genitori- spada vennero lasciati fuori da quel confronto momentaneamente.

    Non sarebbe male avere un po' di acqua sparsa sull’arena se restano troppi cloni in giro.

    Se Butsumaru fosse stato in grado di attaccare la spaccatura generata da lui avrebbe costretto il medesimo clone che aveva aiutato Soken a spingere via Raitei in maniera efficace grazie alla distanza a cui stava l’imponente Chunin, tuttavia per lui fu inevitabile cadere nella trappola essendo rimasto a corto di spazio. Uscire da quel cunicolo per lui diventava imperativo dovendo anche rilasciare Hojo e Hikaru.
    Appena Youkai avesse terminato la difesa Raitei sarebbe scattato oltre la porta guadagnando immediatamente il lato sinistro della circonferenza per poi fermarsi lì ed osservare la situazione, il suo obiettivo restava Kushinada o Mineru se non fosse stata liberata dal danno arrecatole da Raizen, ma quello che aveva in canna era un colpo assai efficace e non poteva sprecarlo.

    Raizen Ikigami Huángdì

    Statistiche Primarie
    • Forza: 700
    • Velocità: 700
    • Resistenza: 700
    • Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 700
    • Concentrazione: 700
    • Intuito: 700
    • Precisione: 700
    Chakra
    143.5/175
    Vitalità
    25/25
    Slot Azione

    1. Salto

    2. ///

    3. ///

    4. ///

    Slot Difesa

    1. Salto

    2. ///

    3. ///

    4. ///

    Slot Tecnica

    1. Attiv. Demon

    2. Rilascio

    3. Rilascio Demon

    4. Tifone

    5. Anima gigante - Bijudama

    Note





    [Quartiere Yamanaka]




    Tayoko sembrò esserci rimasto male quando Yato gli sottolineò che non era in vena di ascoltarlo, anche perché lui non gli aveva raccontato una storiella divertente, ma della sua nascita. Lo guardò di sbieco, sospettoso.

    Non sei carino, ne simpatico.

    Disse con gli occhi stretti.

    Io sono sempre concentrato.
    Mh!


    Era generalmente vero, per lui usare le sue capacità era molto più naturale di quanto non lo fosse per un ninja, addestrato all’uso del chakra per i grandi vantaggi che questo offriva, ma le creature di contratto ed ancor più quelle antiche come lui sfruttavano il chakra per mansioni che per loro erano molto vicine al respirare. Certo bisognava capire quali fossero per lui le cose sulle quali concentrarsi, le foglie, le palline, la carta colorata...

    Si, so aprire dei varchi quando mi viene chiesto con cortesia.

    Rispose leggermente scocciato.

    Ma non su distanze troppo elevate o in luoghi che non conosco, già con Youkai facciamo qualche strappo, farlo per te farebbe infuriare il vecchio.

    Spiegò come se dovesse essere noto a chiunque visto quanto era elementare come concetto.

    Il tutto entro... entro... come li chiamate... quindici metri!

    Disse orgoglioso.
    Una descrizione esaustiva che si aspettava sarebbe stata apprezzata, era nato di recente era un cucciolo in cerca di approvazione, soprattutto da quelli di cui doveva guadagnarsela. [Nota]
    I cloni intanto iniziarono a muoversi, quelli che si spostavano furtivamente parvero non attirare alcuna attenzione, dopotutto a meno di abilità perimetrali in grado di percepire oltre le pareti come era possibile scorgerlo oltre muri e finestre che parevano oscurate?
    Nulla li avrebbe interrotti ma le pareti della casa non sembravano giocare a loro favore: erano effettivamente in legno, ma la costruzione era recente ed il legname non era usato in purezza ma accorpato ad altri materiali, quantomeno nella parte del tetto e delle pareti, mentre per i sotterranei non era dato sapere, ma solitamente erano presenti delle rocce che isolavano la casa dall’umidità della terra. Le uniche cose attraversabili parevano essere le porte di ingresso anteriore e posteriore.
    Al clone sulla porta principale rispose un uomo longilineo dal portamento elegante e distante.



    Buongiorno Senju-san.
    È un onore fare la conoscenza di un celebre manipolatore del legno.


    Disse in tono freddo e asciutto.

    Ma temo abbia sbagliato dimora, qui non c’è stato alcun incendio, solo un singolare modo di attirare l’attenzione.
    Ora mi scusi, ho degli ostaggi a cui badare.


    Era chiaramente consapevole che quegli eventi fossero connessi.

    Le consiglio di prendersi la giornata libera se ha davvero interesse alla loro incolumità.
    O di tornare con l’offerta, assennata, per un negoziato.


    Senza aggiungere altro avrebbe chiuso la porta con una discreta forza, cercando di non farsi ostacolare nell’azione, un segno che forse era già pronto al contronto. [For. Blu]
    Sul retro, qualora il clone avesse deciso di entrare sfruttando la porta apparentemente non piantonata avrebbe trovato uno scenario agli antipodi ad accoglierlo, poco dietro di essa c’era un essere composto da una moltitudine di fili o cavi metallici come un unica matassa che pareva essere sostenuta da una maschera inquietante che gli faceva anche da viso, come se lo sigillasse e gli desse forma al contempo.
    Un qualsiasi movimento che non fosse quello di allontanamento avrebbe comportato un emissione da parte della maschera di una folata di vento tagliente con un preavviso ridottissimo. [ST 1]
    Se l’attacco fosse avvenuto lo shinobi alla porta si sarebbe leggermente irrigidito, sorridendo in maniera sfacciatamente forzata nel tentativo di simulare accoglienza.

    Non faccia l’errore di pensare che non ci aspettassimo visite.
    Il thè è versato da parecchio.


    Sorrise e chiuse la porta. Entrambi i cloni non avevano notato tracce degli ostaggi, ma le due porte erano quasi una di fronte all’altra e si poteva vedere poco più del corridoio che connetteva le stanze.
    Yato giunto sul tetto senza alcun ostacolo potè farne una rapida ispezione visiva: erano presenti due lucernai, delle semplici finestre vetrate grandi a sufficienza da far passare un adulto che servivano le due metà del tetto e un camino di roccia angusto ma abbordabile per uno smilzo come lui, di sicuro una versatilità che da quel punto di vista lo rendeva indiscutibilmente meglio dell’Hokage.
    Più lontano, sull’angolo opposto della casa una volta a vela che copriva il bovindo quasi alla stessa altezza del tetto e se avesse teso l’orecchio avrebbe potuto sentire la porta sbattere in faccia al suo clone.


    Edited by F e n i x - 15/3/2024, 19:44
  7. .

    Palazzo Yakushi

    Hai dimenticato dove siamo?
    Post 19

    I molteplici attacchi serpentini vennero bloccati dallo scudo di sangue evocato dal Mikawa, sotto lo sguardo fermo dell'Oni che tuttavia non sembrava affatto turbato o irritato da quell'ostacolo ai suoi piani offensivi, come se si aspettasse qualcosa del genere...come se volesse che il Mikawa usasse quella capacità. Lo stava forse mettendo alla prova? Chiunque ti abbia fatto impazzire non ha corrotto le tue capacità, vedo. Commentò con gli occhi neri e carichi di potere, consapevole di chi aveva davanti e di ciò che andava fatto. Se avesse voluto uccidere il Kokage l'attacco sarebbe stato ben diverso, ma questo non significava affatto che fosse intenzionato a sottovalutare il suo bersaglio. La snake sword riuscì con l'ultima offensiva a penetrare il Circolo Mikawa proprio mentre l'avversario lo dissolveva...quindi Gene si sarebbe trovato con un serpente d'acciaio tagliente avvolto intorno alla gamba in una presa significativa mentre il sangue veniva gettato in tutte le direzioni.

    Ovviamente Febh non era uno stupido e conosceva molto bene il Mikawa, e nel suo stato di massima concentrazione sicuramente non si sarebbe fatto sfuggire la pericolosità del Sangue del suo avversario, che al pari delle ombre Nara era da tenere costantemente sotto la massima attenzione. O forse è un Kage che si fa controllare da chiunque passi nei paraggi a essere immaturo? Replicò, in parallelo con un pesante pestone a terra, oltremodo rapido, che sollevò l'intero pavimento tra lui e Gene bloccando di fatto l'ondata di sangue senza che potesse raggiungere alcuno dei bersagli designati [Tecnica 1]. Pensi realmente che ti permetterei di spargere sangue dove ti pare? Hai forse dimenticato chi sono, Mikawa? O hai dimenticato chi sei? Credi che io, fra tutti, potrei mai sottovalutarti in uno scontro? Con una semplice tecnica aveva di fatto vanificato l'intera strategia del suo avversario, ma se il Mikawa avesse comunque voluto creare le sue pozze di sangue nello spazio angusto in cui era stato relegato, comunque si sarebbe trovato davanti a una difficoltà assoluta: nel momento esatto in cui avesse iniziato a comporre i cinque sigilli della Trappola Camuffata il serpente che aveva legato alla gamba avrebbe esercitato la sua stretta fatale, bloccando ogni sua azione e interrompendolo in maniera definitiva [AdO- Azione 1]. Lo trattengo io. Avrebbe detto oltre il muro la voce metallica di Hagane, l'arma che era stata forgiata da Orochimaru.

    Oltre il muro appena sollevato lo Yakushi non poteva vedere Gene e viceversa, ma i due serpenti erano ancora vicino al Mikawa, più che pronti ad agire in sua vece: Oni aveva preventivato che il Kokage avrebbe usato qualche tecnica per inondare la scena di sangue, anche se pensava più allo Tsunami che non a una mera manipolazione del Circolo Mikawa...in ogni caso il Rovesciamento Terrestre era nella sua mano sin dall'inizio, per evenienze simili. Puoi chiamarmi Febh. Puoi chiamarmi Kaji Hakai. Ma quello che non capisci è che dovresti chiamarmi amico. Perché l'alternativa è qualcosa che nessuno sano di mente vorrebbe. Commentò mentre sirene e altoparlanti si sollevavano raccontando una qualche sciocchezza priva di fondamento...eppure quelle parole così forti arrivarono a incrinare e in parte spezzare la fredda e logica furia dell'Oni, inizialmente facendo danzare un suo labbro fino ad arrivare a quella che sembrava una risata sguaiata. Ah...ahaha...ahahah...AHAAHAHAHAHAHAHAHHAHH!!!!

    AHAHAHAHAHAHAHAHAHAHAHA!!!!!



    Rideva di gusto Oni, che dopotutto era pur sempre Febh, rideva come se avesse appena sentito la più divertente barzelletta del secolo. Rideva perché adesso aveva la certezza assoluta che il Mikawa fosse caduto vittima di un qualche plagio mentale. AHAHAHAHAH!!! Per un breve istante ci ho quasi creduto, sai? Che forse potevo avere commesso un errore di valutazione e che tu fossi sincero nelle tue azioni e senza alcun controllo. Ma questo? Alzò le braccia indicando il cielo dove la sirena suonava, anche se Gene oltre il muro ovviamente non poteva vederlo, visto il Rovesciamento Terrestre tra loro. Gene, tu mi conosci o dovresti conoscermi, invece sembra che tu abbia cancellato tutto ciò che sai di me. COSA VUOI CHE ME NE FREGHI DELL'OPINIONE PUBBLICA? Non dovrebbe importare nemmeno a TE! AHAHAHAHAHAH!! Pezzo di cretino, siamo a OTO!

    Vuoi cacciarmi PER LEGGE? Vuoi farmi fuggire come amico pensando che la mia reputazione abbia un peso? SEI DIVENTATO STUPIDO? Siamo a Oto, qui le cose pubbliche non hanno la minima importanza! Che vengano le forze del villaggio e si pieghino davanti a me! Spalancò le braccia, il suo discorso reso ancora più esagerato dall'influenza del chakra Hakai. Noi stessi non abbiamo denunciato Orochimaru quando abbiamo scoperto l'inganno del Nidaime Kokage...noi siamo andati da lui e lo abbiamo ammazzato di nascosto! Non servono a nulla le denunce pubbliche quando quello che conta è ottenere ciò che si vuole! In quel momento l'ilarità scemò, lasciando un viso serio e carico di crepitanti energie. Ma vedi...le forze di villaggio al tuo servizio non mi possono considerare un nemico. E non possono attaccarmi né cacciarmi. Perché in questo momento io agisco come SANNIN dell'Accademia. Avrebbe detto, facendo un passo avanti. In questo preciso istante avanzo la mia candidatura davanti ai Kage. Hohenheim mi conosce e so già che avrei il suo voto. Kensei è un mio discepolo oltre che stretto amico, quindi non si opporrebbe mai. Era intrigante come anche in forma di Oni il suo giudizio sugli altri fosse leggermente alterato. E l'Hokage qui può votare liberamente, ma anche se ottuso non lo è al punto da rifiutarmi il voto. La Consigliera invece può avallare la mia candidatura e quindi...resta solo il voto del Kokage. E noi siamo a Oto.

    TU voterai per la mia candidatura, in un duello ufficiale. Se vinci, me ne vado. Se vinco, tu mi confermerai Sannin col tuo voto.
    Con le sue azioni, come chi causava una profezia cercando di sventarla, il Mikawa aveva appena messo in modo qualcosa che avrebbe sancito l'esistenza di qualcosa che era l'ostacolo più grande e insormontabile al suo piano di un Impero! O hai forse paura di metterti in gioco? Oto e i tuoi soldati non seguiranno qualcuno che fugge davanti a un duello, non pensi? E in ogni caso...intendo ancora spezzare il giogo che hanno su di te. Un Sannin ha l'ordine di garantire l'esistenza dell'Accademia e proteggerla...e liberare un Kage da un controllo esterno è parte dei suoi compiti. FYODOR, SEI TESTIMONE. Se fuggirai la tua vita verrà annientata, il clone del Kage farà da garante. Prima che i soldati arrivassero c'era parecchio tempo, e lo Yakushi non aveva nemmeno provato a difendersi dalle accuse o dire che era stato il Mikawa a cominciare: non gli importava minimamente! Gene era un abile stratega e pianificatore, ma chiunque lo avesse plagiato gli aveva in qualche modo portato via qualcosa di essenziale per la riuscita del suo piano: la reale conoscenza, istintiva e non solo razionale, di Febh Yakushi.

    Nel mentre che parlava ovviamente Febh non era stato con le mani in mani per impedire al Kokage di scappare o agire in controtempo: aveva intrecciato le mani in una manciata di sigilli che avrebbero fatto comparire un costrutto simile a una catena draconica intorno al Mikawa, cercando di bloccarne ulteriormente i movimenti [Tecnica 2, 3 ed EXTRA, Azione 2]. Ma non era l'unico artificio dello Yakushi, infatti avrebbe ordinato a Mumei, ancora un serpente sotto il suo controllo, di aggredire a sua volta il Mikawa avvolgendosi assieme ad Hagane in modo da restare in contatto e serrare ulteriormente la presa sulle due gambe...il motivo era ovvio per Febh ma il Mikawa forse non avrebbe intuito cosa aveva in mente di fare [Azione 3]. Stretto nella presa di Hagane, ed eventualmente nelle spire rotanti della Catena di Seiryu, Gene non avrebbe avuto modo di muoversi nemmeno con spostamenti accelerati e sarebbe stato là, alla mercé dello Yakushi oltre la barriera, che assunse un tonico per ripristinare le energie, valutando quale sarebbe stato il momento migliore per iniziare a fare sul serio e usare anche le capacità della Fine Inevitabile [Azione 4]. E se mai il Mikawa avesse osato alzare la voce dichiarando che quello scontro non era equo, lo Yakushi avrebbe replicato con la massima serietà. Siamo a Oto. Smettila di umiliare te stesso. Hai forse dimenticato l'amor proprio?

    Poco distante il Kage aveva creato dei cloni ma lo Yakushi lo lasciò fare, aveva campo libero dal suo punto di vista, specie dopo la dichiarazione del voler essere nominato Sannin. Quanto a Tenchou...Raizen non avrebbe avuto risposta perché grazie alle sue arto Ogen era in vita, solo che questo non era percepibile senza enormi capacità mediche...e quindi il Drago dello Zenith non aveva motivo di intervenire.

    Febh Yakushi (Kaji?)

    Statistiche Primarie
    • Forza: 700
    • Velocità: 700
    • Resistenza: 775
    • Riflessi: 700
    Statistiche Secondarie
    • Agilità: 700
    • Concentrazione: 700
    • Intuito: 700
    • Precisione: 775
    Chakra
    59/125
    Vitalità
    20/21.5
    Slot Azione

    1. AdO con Hagane

    2. Sacrificato

    3. Presa con Mumei

    4. Tonico

    Slot Difesa





    Slot Tecnica

    1. Rovesciamento Terrestre

    2. Catena di Seiryu

    3. Hajime

    4. Mondo della Rotazione

    Note


    Ferita Lieve al torace
    Intralcio medio 2/2
  8. .

    Il Kage Assente


    Il Colosso dei Mikawa: la vera storia XXX, di Loxion Mikawa


    ::: Presente, Villa Mikawa :::

    Uno stallo alla messicana degno dei migliori western anni cinquanta: da un lato il Dio di Ame, uno degli esseri più misteriosi di quell'era, dall'altro il Juudaime Mizukage, Giustizia Perfetta per i sostenitori della Nuova Nebbia Insanguinata. L'oggetto della contesa: un arnese da artigiano, all'apparenza un semplice cutter per specchi, ora nelle mani di un giovane kiriano dall'intelletto sopraffino e la volontà di ferro. Si, perché serviva una calma non comune per tentare di ingannare così sfacciatamente l'uomo che aveva il potere di garantire l'equilibrio tra i Semi di Ame...o forse era semplicemente incoscienza, dovuta dal fatto che, in fin dei conti, l'Akuma non avesse la ben minima idea di chi fosse realmente quell'uomo a torso nudo. Kensei Hito, tuttavia, aveva qualche anno in più del suo sottoposto e l'esperienza necessaria per capire il reale pericolo che avevano difronte; le parole di Eiatsu, dopotutto, erano state chiare: le possibilità di vittoria in combattimento erano prossime allo zero.

    Passò qualche secondo, un lasso di tempo nel quale Tensai-ji, la ragazzina dai capelli verdi che fluttuava in aria sopra la testa degli accademici, non osò proferir parola e nel quale il Joker rimase con la testa piegata da un lato in contemplazione dell'arnese mostrato dal kiriano. Difficile ipotizzare cosa stesse passando per la mente del nukenin ma quello che ne scaturì fu in realtà una lunga risata, di quelle fatte con gusto e sguaiatamente.

    " AHAHAHAHAH AHAHAHHA Difficile pensare che un oggetto tanto piccolo possa spezzare un potere tanto grande! Siete saggi, "amici" accademici: un Fulmine non può essere afferrato con le mani! "

    Tese il lungo braccio per invitare il chunin a consegnarli l'artefatto. Una volta nella sua mano, quindi, lo analizzò fugacemente giusto per accertarsi alla vista di non avere in mano un semplice pezzo di ferro. Passata l'ispezione visiva, quindi, strinse l'oggetto del suo desiderio tra le dita esplicitando un chiaro senso di gioia e soddisfazione; un altro passo nell'oscuro segreto di Ame era stato fatto: la verità sarebbe venuta presto a galla!



    Guardò quindi il kage, il quale aveva avanzato la sua richiesta di conoscenza:

    " Una domanda sfacciata la tua, uomo di latta. Mah oggi mi sento magnanimo e il presente donato mi ha soddisfatto...Vi basti sapere che, questa volta, mi sono risvegliato con il cuore buono; sto lavorando anche per il vostro bene, per debellare dal mondo uno dei suoi incurabili cancri. Tuttavia. l'ignoranza è un bene quindi voi continuate pure a giocare alla guerra, stringere alleanze o accumulare ricchezze...la vera partita si sta giocando nel vero Olimpo degli Dei. "

    Parole che forse avrebbero lasciato più dubbi che spiegazioni e che spinsero la Vipera di Oto a fare la sua mossa, tutt'altro che sicura del fatto che il nukenin avrebbe mantenuto la sua parola e lasciato la Villa. Non solo, il suo bersaglio si stava allontanando troppo e non poteva temporeggiare oltre.

    La bomba sonora venne scagliata in aria e l'azione diversiva in sinergia con i gregari di Aloysius prese piede, portando diverse pedine a spezzare lo stallo e a muoversi sul campo di gioco. Ancora una volta l'urlo stridulo dell'Asso di Cuori, che a tutto stava dando attenzione meno che all'operato della ragazzina, riecheggiò nell'aria mentre il Joker rimase del tutto ininfluente al quel frastuono in grado di danneggiare momentaneamente i timpani di chiunque. Dopotutto, come poteva un uomo abituato a scagliare fulmini e rombi di tuono essere infastidito da bagliori o semplici compressioni e decompressioni d'aria [Eco del Rombo, Bagliore del Fulmine]?
    L'agile movimento della kunoichi venne quindi perfettamente seguito dal Dio il cui sguardoNLi4PxLZs giudicatorio era così pesante e difficile da sostenere.

    Tuttavia non fece nulla. Si limitò a guardare quel teatrino con sufficienza, permettendo alla ragazza di superarlo e lanciarsi all'inseguimento di Amari; ormai aveva ottenuto ciò per cui era venuto e ogni secondo passato in quella dimora ammuffita era solo tempo perso per ciò che doveva realmente fare, ora che ne aveva modo. Così come era entrato in scena, dunque, dal nulla creò un cerchio di scariche elettriche e vi entrò dentro, pronunciando la sua sentenza prima di scomparire:

    " Mi è rimasto un ultimo trasporto veloce. Principessina...ripulisci questo casino e poi torna a piedi a casa."

    Se uno dei due Kiriani avesse voluto provare ad impedirgli la "fuga" nessuno glie lo avrebbe impedito ma farlo sarebbe stato come gettarsi consapevolmente in un temporale da un miliardo di volt.

    Anche senza la presenza del Joker, infatti, la situazione era tutt'altro che rosea per i ninja. Villa Mikawa si stava per trasformare in un campo di battaglia terribile e che portava la firma della bimba prodigio del Gelo, signora della Vegetazione e del Ghiaccio, ferita nell'orgoglio per la figuraccia fatta nei confronti del Joker e per il fallimento del suo piano.



    " VOI GRUPPO DI IDIOTI, FASTIDIOSI, INSETTI CHE NON SIETE ALTRO! VI distruggerò anche questa volta, come ho fatto per innumerevoli iterazioni. Mi DIVERTIRO' a sentire le vostre teste spappolarsi, le vostre membra torcersi e la vostra pelle bruciare! NON USCIRETE VIVI DA QUI! A COSTO DI DISTRUGGERE L'INTERO VILLAGGIO! "

    Una scossa di terremoto ancora più forte investì l'intera area, facendo cadere scaffali, ribaltando lampadari e creando spaccature nella struttura. Se era lei che stesse generando tutto ciò allora i kiriani avrebbe dovuto prendere davvero seriamente quello scontro...Per loro fortuna, Hebiko aveva debilitato non poco la ragazzina [Confusa, Assordata] ma pochi secondi e lei si sarebbe ripresa del tutto, pronta a scagliarsi contro il duo spinta talaltro dall'aura d'odio che l'Inquisitore aveva espanso attorno a lui!
    Un tempo che non sarebbe passato tranquillo e proficuo per i rivali; no, dietro l'oscurità delle crepe nel pavimento quattro occhi azzurri sarebbero apparsi poco prima che l'intero piano della villa sprofondasse in mille pezzi [Velocità Viola, causa Intralcio Medio]. Una caduta verso il basso che avrebbe rivelato la presenza e la stazza di due enormi golem alti oltre 3 metri: uno i cui pezzi di roccia erano tenuti insieme da un alone di chakra blu e con un mantello composto da acuminati spuntoni di ghiaccio; l'altro composto da rampicanti e radici attorno ad un'aura verdastra, ricoperto di spessa corteccia e con un grosso masso incastonato nel pugno destro [Evocazioni Energia Viola].

    " Vi presento i miei due bambini. Non volete giocare un po' con loro?! Naegi, Tsurara questi birbantelli hanno fatto la bua alla mamma, DISINTEGRATELI! "

    Non se lo sarebbero fatto ripetere una seconda volta, approfittando anche del possibile intralcio degli obbiettivi tra i detriti della villa. Naegi, ovvero Alberello, avrebbe puntato Etsuko provando a schiacciarlo letteralmente in toto tramite il gigantesco arto con l'arma naturale. Un colpo goffo nelle movenze ma estremamente efficacia in quanto a rapidità e soprattutto Forza; quel macigno di un metro e mezzo di diametro e sorretto dal chakra telecinetico dell'Asso, pesava oltre 400 kg e poteva disintegrare anche la più impenetrabile delle difese [1 SA Vel Blu, For Nera, Pot 40 + Schiacciamento -> porta a zero la vitalità della zona impattata, annulla difese con durezza pari o inferiore a 3]. Come se non bastasse, una selva di radici appuntite sarebbe partita a valanga dal corpo stesso della creatura, scoprendone in parte una zona della pancia. Venti dardi grossi e potenti come coltelli da lancio avrebbero invaso una vasta area difronte il golem al cui centro vi era il piccolo umano [2 SA, mediamente 4 proiettili Pot 10, For e Vel Viola, Cono lungo e largo 9 metri].
    Tsurara, ghiacciolo, se la sarebbe vista con il Mizukage. Non che avesse la più pallida idea di chi fosse quel tipo in armatura ma, anche volendo, nulla sarebbe cambiato nel suo atteggiamento. Dopotutto, l'aura d'Odio non aveva alcun effetto su quei costrutti dotati di pseudo intelligenza!
    I grossi frammenti di roccia si compattarono improvvisamente l'un l'altro e, senza nemmeno avere il tempo di realizzarlo, una enorme palla di 3 metri di diametro ricoperta di spuntoni di ghiaccio lo avrebbe investito in pieno (2 tentativi) trascinandolo per una decina di metri fino a farlo schiantare contro uno dei muri della dimora Mikawa [3-4 SA, Vel Nera + 3, For Nera +3, Pot 40 + Inarrestabile -> capacità di spinta come se con forza raddoppiata]. Non solo, venire a contatto con un solo di quegli spuntoni o con la striscia di ghiaccio che la sfera impazzita lasciava lungo il cammino avrebbe reso inutilizzabile la zona interessata [Paralisi per 2 round].




    A pochi metri di stanza ma in tutt'altro scenario operativo, l'inseguimento di Hebiko stava proseguendo nei confronti del nukenin in grado di manipolare il tempo. Tra i corridoi della dimora che aveva imparato a conoscere in quei due giorni vissuti nei panni di Diogene l'acchiapparello non sarebbe durato poi molto: Amari era ancora gravemente ferito, oltre che debilitato per l'uso continuativo della sua abilità. Un insieme di fattori che, per fortuna, lo rendevano un rivale quantomeno affrontabile da parte della posseditrice della Kusanagi-no-tsurugi.

    Inoltre i movimenti da vera assassina dell'inseguitrice e la convinzione dell'inseguito che la Regina e il Joker avrebbero provveduto a sbarazzarsi in men che non si dica degli impudenti, resero l'attacco alquanto efficace. Il Principe dei Cuori, nonché J, riuscì solo per un pelo a frapporre la mano tra la bocca della kunoichi e il suo collo, difendendo quella parte vitale ma al contempo perdendo la mano, tagliata di netto dalla leggendaria lama rigurgitata a sorpresa dall'erede di Orochimaru [Ferita Grave, arto SX amputato, Sanguinamento DnT Grave].

    Il sangue zampillò copioso e così la corsa si interruppe, ad una stanza di distanza da quella dove il pendolo modificato ancora produceva instancabilmente quel ticchettio ipnotico. Rimaneva solo il 3% della carica, ovvero meno di 1 minuto considerando i ninja e la quantità di chakra che era "entrata" nella linea temporale 1045.





    " Eh devo ammettere che sei stata nei miei pensieri sin da quanto sei entrata in quel maledetto orologio. Mai avrei pensato che una persona dotata di ratio potesse fare una cosa tanto stupida ed avventata! Ma ancor più assurdo è che tu sia finita in questo passato, che è divenuto il presente che viviamo, e sia rimasta viva! COME HAI FATTO A ROMPERE L'UNICA LEGGE ACCERTATA CHE REGOLA LA MANIPOLAZIONE DEL TEMPO? EH!!!?? NON HA SENSO! "

    Difficile dire se quelle urla fossero per il cruccio filosofico/scientifico o per il dolore che doveva provare al braccio; se sommata all'altra che riportava sul tronco, quella ferita lo avrebbe portato presto ad una morte per dissanguamento...invero, pensare che potesse combattere con quelle ferite sembrava assurdo! Tuttavia il nukenin era tutt'altro che pronto a lasciare quel mondo senza combattere, anzi, era dai tempi dell'ipnosi del Flagello che non si sentiva così padrone del suo destino e del suo tempo.

    " Non hai idea di quante persone siano morte per quel frammento di specchio. NON LE POTRESTI NEMMENO CONTARE. Ti ammazzerò per onorare tutti quei corpi prosciugati, per il credo nella mia scienza e per Ame tutta! "

    Improvvisamente qualcosa cambiò ed Hebiko poté intuirlo distintamente perché un serpente ha sempre il controllo dei propri riflessi e dei propri movimenti; come sotto l'effetti di una qualche droga, il suo corpo non rispondeva più allo stesso modo agli stimoli nervosi, erano rallentati e i suoi stessi sensi ovattati come quando si è sott'acqua [1 TB Attivazione Manipolazione del Tempo, 1 TA CIAK si gira.].

    Un battito di ciglia e si ritrovò esattamente dove era una manciata di secondi prima, in procinto di sferrare il suo attacco verso il nemico. Aveva calcolato perfettamente i rumori e le tempistiche dell'attacco ma, esattamente sull'ultimo passo compiuto prima di allungare il suo corpo, sentì un click metallico provenire da tre palline rosse lasciate per terra. Un secondo e gli esplosivi sarebbero detonati investendola in pieno e con tempismo disarmante, soprattutto considerando che si trattava di un attacco a sorpresa e che il ragazzo non sembrava averla notata [Cartabombe II Distruttive, Pot 50, diametro 1,5x3]!

    Come faceva a sapere che proprio in quel punto avrebbe sferrato l'attacco? Una domanda a cui Hebiko avrebbe dovuto trovare subito risposta visto che il copione di uno scontro in discesa era stato riscritto con un colpo di scena! Uscendo dalla coltre, illesa o meno, la medesima scena già vissuta in precedenza avrebbe riempito il suo sguardo: Amari aveva uno sguardo e un ghigno già visto ma soprattutto, la sua mano sinistra era stata amputata da qualcosa o qualcuno!
    Un dejavou davvero di cattivo gusto che tuttavia era differente in qualcosa rispetto a quello che aveva sognato o creduto di aver vissuto un istante prima: ora il nukenin era sul ciglio della sala e la distanza che lo separava il dall'orologio erano diminuita di una decina di metri.

    " Non hai idea di quante persone siano morte per quel frammento di specchio. NON LE POTRESTI NEMMENO CONTARE. Ti ammazzerò per onorare tutti quei corpi prosciugati, per il credo nella mia scienza e per Ame tutta! "

    Intanto, appoggiato con la schiena contro uno degli scaffali ribaltati e con le gambe bloccate dai detriti della villa, Eiatsu guardava la sua scelta prendere forma:

    " Così inizia la battaglia di questo tempo."




    CITAZIONE
    OT/ Riprende la giocata più pazza che abbia mai elucubrato! ahahah
    Il Joker per vostra fortuna se ne è andato, pensando di aver ottenuto ciò che voleva! Ottima mossa -< Etsuko >-. Waket sebbene il diversivo sul joker non fosse necessario hai capito che fermare Amari era il vero punto chiave, quindi complimenti e buon combattimento contro di lui :ph34r: ! Ade Geist non sottovalutare i piccoli amici della principessina ed occhio al fattore campo! Historia ovviamente se ti va di postare dando libero sfido al Nibi liberissimo di farlo! /OT
  9. .

    Tra Mostri e Segreti: il momento decisivo di kuroshi

    Sottotitolo Post




    L'impatto dell'attacco di Kuroshi squarciò l'aria con un fragore assordante, creando una cascata di scintille elettriche che danzavano nell'oscurità. Una potente ondata di energia investì l'avversario, circondandolo di un'aura scintillante, mentre il potere elettrico si riversava su di lui come una tempesta di fulmini concentrata.

    L'enorme ratto vacillò sotto la forza dell'attacco, il suo corpo si contorse dall'intensa carica elettrica. La stanza stessa sembrava reagire, risuonando con l'eco del formidabile impatto.
    Il giovane studente avrebbe poi gradualmente abbassò la mano carica di chakra, la luce bluastra si affievolì, rivelando un'espressione concentrata e risoluta sul suo volto. Mentre la tempesta elettrica si placava. I suoi occhi erano fissi sulla bestia, ma nel profondo del suo sguardo c'era una pietà nascosta. La creatura, nonostante la sua natura distorta, meritava un fine rapido e compassionevole.

    quella tecnica aveva definitivamente messo fuori gioco quella bestia, permettendogli di giacere in pace. Un momento di silenzio pervase la stanza, rotto solo dai flebili movimenti residui del corpo morente. Tuttavia, l'attenzione di Kuroshi venne strappata via da una minaccia imminente. Un'ombra oscura si stese sopra di lui, e la voce acuta che l'accompagnava lo fece sobbalzare. Senza esitazione, la donna dagli occhi taglienti si lanciò verso di lui, avvolgendolo in un abbraccio protettivo. Il mondo intorno a loro sembrava tremare quando un gigantesco tentacolo precipitò rovinosamente a terra, creando un fragore assordante.

    Il combattimento era stato estenuante e ora il giovane ninja ne avvertiva le conseguenze. Ancora una volta l'intervento di Hebiko lo aveva salvato. non avrebbe avuto la forza di spostarsi in tempo e sarebbe, per ironia della sorte, morto schiacciato da quel tentacolo.

    Kuroshi cercò di riprendere fiato, il suo petto si sollevava e abbassava in modo affannato. La scena davanti a lui era un caos di melma violacea e creature mostruose, ma la figura della donna, ricoperta da quella sottile patina, emergeva come un faro di calma in mezzo alla tempesta. Nonostante l'apparente tranquillità della donna, Kuroshi poteva vedere nei suoi occhi il disgusto e la rabbia, concentrati su quella creatura ormai senza vita.

    Nonostante tutto la consigliera, sembrava al quanto soddisfatta, di come si era comportato il ragazzo durante quel caos. Si lasciò sfuggire un mezzo complimento, anche se dal ton di voce traspariva una leggera preoccupazione.
    Kuroshi inspirò profondamente, cercando di calmare il suo agitato respiro dopo lo scontro con la creatura melmosa. Il suo sguardo si posò sulla donna accanto a lui, coperta da una melma violacea che avrebbe mandato in disgusto chiunque altro. Tuttavia, notò con sorpresa che lei non sembrava troppo infastidita da quella sostanza viscosa. La donna fissava con una combinazione di disgusto e furia la creatura ora apparentemente defunta.

    "Questo... Non era l'addestramento che mi aspettavo di farti fare. Ma sei sopravvissuto, è un buon segno," commentò la donna, il suo tono di voce rivelava una mescolanza di preoccupazione e approvazione. Nonostante le parole, il suo sguardo rimaneva fissato sulla creatura, incerta se fosse veramente morta.

    Kuroshi lasciò sfuggire un breve sospiro di sollievo Immagino poteva andare peggio! rispose, cercando di mantenere la calma nonostante l'adrenalina che pulsava ancora nelle sue vene.

    Con passi determinati, la donna si diresse verso l'uscita, con Kuroshi che la seguiva da vicino. La luce fioca della stanza sotterranea si affievolì man mano che si allontanavano dalla scena del combattimento. Il giovane ninja serrò il documento della madre tra le mani, sentendo la trama ruvida del vecchio pergameno sotto le dita.

    In quel documento potrebbe esserci la chiave di tutto sussurrò quasi a se stesso, riflettendo sulla portata di ciò che stavano affrontando.

    La tensione nell'aria era palpabile mentre si dirigevano verso l'uscita. Ogni passo sembrava un'anticipazione di nuove sfide e rivelazioni oscure. Le ombre della stanza sembravano allungarsi, proiettando un velo di mistero sulla strada che avevano appena intrapreso. La donna avanzava con sicurezza, ma anche lei poteva percepire l'aura di incertezza che circondava il loro prossimo passo.


    [----]



    Kuroshi si sentiva come se avesse appena scavato in profondità nei misteri del suo passato, solo per trovarsi di fronte a una rete intricata di segreti. La sua stessa madre, colpevolmente coinvolta, gli nascondeva informazioni cruciali. Era difficile discernere se ciò fosse stato fatto per proteggerlo o se, al contrario, lo avesse reso involontariamente vulnerabile a forze sconosciute.

    La notizia dei mostri, delle creature dalle sembianze demoniache e del simbolo appartenente agli Illuminati, gettò ulteriori ombre sul cammino di Kuroshi. Mentre la Vipera rivelava dettagli inquietanti sul culto di cui facevano parte, Kuroshi assorbiva le informazioni con una crescente inquietudine. Una setta in poche parole. commentò alla spiegazione di Hebiko.
    Gli Illuminati, cultisti dal chiaro intento malevolo, rappresentavano una minaccia non solo per la sua sicurezza personale ma anche per l'intero villaggio di Oto. Rubare dalle terre di un ninja è già un atto grave, ma coinvolgere forze oscure è un'escalation pericolosa, rifletté Kuroshi, cercando di comprendere la portata di ciò che avevano scoperto. La Vipera, pur manifestando sicurezza con le sue parole, tradiva una certa preoccupazione nei suoi occhi e si poteva percepire il dubbio che serpeggiava dentro di lei.

    Mentre ripercorrevano la strada verso il villaggio Kuroshi contemplò le implicazioni di quanto scoperto. Temeva che il laboratorio che avevano trovato potesse essere solo la punta dell'iceberg e le incognite si moltiplicavano rendendo quel mistero ancor più cupo.


    [----]



    Passati sette giorni da quello che doveva essere un semplice esame da genin, rivelatosi poi un insieme di scoperte sensazionali ma al tempo stesso inquietanti, il ragazzo fu riconvocato nell'ufficio della consigliera. Non se l'aspettava o almeno non cosi presto. Anche se avrebbe dovuto abituarsi perché a breve avrebbe iniziato a lavorare per quella donna.

    La luce fioca dell'ufficio delineava le linee preoccupate sul volto di Kuroshi mentre si adagiava nella poltrona. La curiosità lo spingeva a voler esplorare il mistero che si era svelato davanti a lui, ma l'incertezza lo stringeva in una morsa e l'eco delle oscure rivelazioni sul laboratorio e sulla sua stessa madre risuonava ancora nelle sue orecchie. Hebiko avrebbe potuto notare che il ragazzo non aveva fatto altro che pensare a quella storia, e forse quel incarico come suo assistente non avrebbe potuto essere una occasione migliore. Il giovane shinobi doveva distrarsi dalla quotidianità e da quell'intricata rete di misteri che coinvolgevano la sua famiglia, altrimenti avrebbe finito per impazzire.

    In quel momento, la scrivania di Hebiko sembrava il confine tra due mondi: uno fatto di ordinaria routine amministrativa e l'altro di oscuri segreti, mostri e indagini complesse.

    Kuroshi ascoltò le parole della Consigliera Hebiko con un senso crescente di frustrazione. L'idea che il laboratorio, già di per sé un enigma, fosse stato fatto scomparire nel nulla, aumentava l'inquietudine che provava. Il giovane shinobi alzò lo sguardo dai documenti sparsi davanti a lui, cercando di nascondere la sua delusione dietro un'espressione di determinazione. È incredibile come qualcuno abbia potuto far sparire un intero laboratorio nel giro di un'ora commentò Kuroshi, cercando di contenere la sua frustrazione. è evidente che sono preparati, e organizzati. Forse questa storia è più grande di quanto immaginiamo!

    Ascoltò poi con particolare attenzione le parole di Hebiko riguardo sua madre, sentendo il cuore stringersi in un misto di speranza e preoccupazione. L'idea di accedere ai rapporti delle vecchie missioni concluse di sua madre era allettante, un potenziale mezzo per gettare, forse luce su un passato che si stava rivelando sempre più oscuro. La questione non è che io mi fidi o meno. è proprio che non so cosa fare, se raccontarle tutto o cercare prima maggiori informazioni......ormai non ci dormo la notte!! confessò sconfortato. era un peso enorme che il giovane ragazzo stava portando e che lo aveva destabilizzato. Tra l'altro apprezzo il fatto che tu non ne abbia ancra fatto parola con nessuno.

    Lo sguardo si cadde sulla cartella che Hebiko posò sulla scrivania, con occhi ansiosi. Quando la cartella gli fu spinta, Kuroshi la afferrò con rispetto, sentendo il suo peso insolito. La nota otese incisa al centro del coprifronte scintillante catturò il suo sguardo, trasmettendogli un senso di appartenenza più profondo al suo villaggio. un enorme sorriso gli si stampò sul volto: Sai che questo farà incazzare molte persone al villaggio?
    La Vipera gli aveva offerto una finestra sul passato, un accesso privilegiato a informazioni che avrebbero potuto rivelarsi fondamentali per il suo cammino. Mentre esaminava il contenuto della cartella, Kuroshi sentì l'onere della responsabilità crescere dentro di lui. Ogni pagina era un tassello che si univa al mosaico complesso di eventi e complotti che stava cercando di comprendere. Il giovane shinobi apprezzò il gesto di Hebiko, che con un solo atto gli aveva affidato una parte della storia di Oto.

    Guardò la Consigliera negli occhi, accogliendo la sua fiducia con determinazione. Farò del mio meglio. Con un cenno di ringraziamento, Kuroshi si preparò a lasciare l'ufficio, consapevole del compito che gli spettava. La Vipera aveva posato su di lui uno sguardo fiducioso, e ora era tempo di dimostrare di essere all'altezza delle aspettative.

  10. .

    Naruto

    XI






    Chiunque a guardare un piccione avrebbe detto che la sua vita era semplice, scandita da un passetto impacciato e una svolazzata per accaparrarsi una mollica nel suo incessante tubare. Ma chi pensava al fatto che la loro eccellente vista fosse così sviluppata poichè evoluta in un esistenza da prede?
    Ebbene si, anche il distinto volatile dal frac grigio aveva i suoi problemi per quanto la sua vita potesse apparire modesta e pacifica, uno di quelli era la fastidiosa evocazione del suo nemico naturale la cui vista lo colse immediatamente dopo il termine del suo spostamento, isolato da qualsiasi elemento che potesse offrire riparo e questa volta non aveva modo di osservare il falco durante la sua picchiata. In un solo istante l’eroico pennuto venne falciato, rinunciando a quello scontro ma informando quantomeno Raizen della presenza dell’evocazione a sorvolare la zona.
    Qualche mezz’ora successiva, dentro alle celle dell’Alleanza la risposta di Liu Bei non lo sorprese, era evidente che non fosse avvezzo agli imprevisti che accadevano con costanza nel campo di battaglia.

    Tranquillo, non era mia intenzione offenderti, è bene essere informati delle capacità altrui ora sappiamo quale ruolo ti permetterà di esprimerti al meglio.
    La maledizione invece… causa il continuo spostamento, randomico, avanti nel tempo.
    Ma provando ad andare nello specifico, tu sei un manipolatore del tempo, in maniera più o meno grande lo influenzi, cosa potrebbe causare una simile maledizione?
    Chi potrebbe maledire un individuo se di fatto non è lui ad aver usato il tempo ma ne è solo stato bersaglio?
    Intendo dire, se io applicassi una variazione del tempo ad un oggetto o ad un soggetto perché dovrebbe essere maledetto questo e non io che ho manipolato il tempo?
    O quantomeno entrambi, infatti è più normale che i Koro siano maledetti.


    La risposta di Maya in un primissimo istante lo infastidì, ma dopo poco lo fece sorridere.

    Raramente do ordini Maya, un ordine è una richiesta dietro una sottintesa minaccia e al momento non ho decisamente tempo ne intenzione di minacciarti.
    Se hai recepito i miei come ordini il problema è tuo, non mio... abitudine forse?
    Tuttavia collaborare non sarebbe male, porterebbe entrambi fuori di qui nel minor tempo possibile.


    L’affermazione successiva sui sigilli invece fu su ben altra scala e il silenzio che ne seguì fu prolungato e duraturo, e solo dopo qualche secondo l’indice di Raizen puntò al sigillo sopra di loro.

    Prova pure allora.
    Alcune cose dicono che senza denti vengono meglio.


    Rise leggermente alle parole di Maya che nella sua partita di rimpalli sottovalutava l'esperienza di ribattere di Raizen in quello sì, grande allievo di Febh Yakushi

    Tu sai cosa devi cercare, ma io so da cosa e da chi proteggerlo, di nuovo: accomodati, ma non sperare che chiuda un occhio su questo così come sulla storia del tradimento.

    Scosse la testa quando la donna ventilò la possibilità che potessero fare un figlio.

    Beh, platonicamente perché no?
    Fisicamente… troppi carri in quella strada, non è consigliabile andarci a piedi nudi.


    Quella parte di discorso iniziava a farsi divertente, certo quello di Maya era complesso chiamarlo corteggiamento era più un assalto, ma era positivo per il funzionamento di quell’alleanza riuscire ad alleggerire la tensione.

    Scherzi a parte, non sto cercando di imporre niente a nessuno, trovo solo utile esprimermi rapidamente.
    Voglio andarmene da qui senza incasinare il nostro tempo, e sto prendendo risorse che serviranno anche a te senza neanche farti muovere un dito.
    Io evito problemi a te e tu a me, non esigere niente quando il processo da vantaggi anche a te lo trovi ingiusto?
    Dimmi cosa puoi fare e valutiamo la tua offerta in base alle mie esigenze.
    Ti pagherei bene per togliermi dai piedi il Veterano visto che questo non tocca minimamente i tuoi interessi.
    Se non ti sta bene stai pure ai margini di questo percorso, ma non lamentarti se poi ti verrà presentato il conto.
    Semplice, no?
    Ma se sai cosa occorre per uscire da qui, visto che dici di poter fuggire, parla pure, l’idea è tua e verrai remunerata, ma materiali e opera dovresti comunque procurarteli e ti aiuteremo a cercarli quindi il compenso si valuta in base a quanto sia complesso aggiungere persone a questo viaggio, la tua ingordigia già ci priva delle informazioni che ti permettono di applicare il tuo sigillo, direi che è sufficiente.
    È molto probabile che ciò che sai aiuterà tutti a trovare una soluzione più vantaggiosa, mai sentito che due teste sono meglio di una?


    Un discorso lineare e placido, senza astio.
    Quando dovette affrontare le turbe di Orochimaru si fece comprensivo, e scosse la testa.

    Mi credi ancora incapace di comprendere la situazione, ma ti assicuro che non è così, sto solo cercando un piano che non rischi di collassare su se stesso, anche alla luce del fatto che sappiamo di infiltrati nel centro di comando.

    Maya valutò poi la possibilità di un nuovo sigillo sulle armi.

    Quindi non puoi ora ma puoi in generale… ne riparleremo.

    In ultima battuta, poco prima dell’arrivo dei suoi compagni di tempo, rispose ad Orochimaru.

    Osamu è un grosso problema, lo eviteremo, ma se gli eventi ci costringeranno non potremmo far altro che agire.
    Sarà dura, ma non rischierà così tanto, morire qui per lui equivarrebbe ad una disfatta totale, questa situazione per lui è una debolezza, ed un vantaggio solamente fin quando gli permetteremo di muoversi liberamente.


    Quando il gruppo di salvataggio fece il suo ingresso anche lo spilungone delle ombre dovette fare i suoi appunti sui modi di porsi di Raizen, che in quel momento di relativa tranquillità per poco non si spuntò le dita masticandole per la rabbia.

    Mapporc… ufffff…

    Si sfregò la fronte per evitare di cancellare a cazzotti il sigillo che li bloccava nella prigione e sparare una bijudama sui presenti.

    Bene, mi fa piacere chiediate informazioni, sembra io sia celebre per la mia parlantina, ma se vi piace… perché no?

    Ed in breve li accontentò, schiarendo le idee ai presenti come richiesto ed aggiornandoli esaustivamente.

    Hey, filantropo delle armi di Iwa, ravviva quello sguardo da pesce lesso, non mi ripeterò nuovamente.

    Schioccò le dita qualche volta sul passaggio di Hagemono per attirarne l’attenzione e poi andare avanti.

    Sapete chi non sa un cazzo ora?
    Io.


    Anche perché, malgrado a quei puoi piacesse dare del cornuto all'asino cornuti restavano e di ciò che era accaduto loro fino a quel momento lui sapeva ben poco.

    È prassi a Kiri chiedere rapporto ai superiori di grado ma non farlo a propria volta?

    Sorvolò sui dettagli per poi rivolgersi direttamente a Kotaro.

    Ha perso moglie e figlia?
    Ne avete le prove?
    Potrebbe essere stato orchestrato con poche risorse.
    Sembri un tipo ben informato Kotaro, come mai non sai niente di questa storia?
    Potrebbe anche essere sotto ricatto, ma ammetto che la sua recita era abbastanza solida in caso.
    Non ho potuto verificarne le ragioni, ma ho certezza che la quasi totalità delle sue azioni abbiano favorito il nemico, e favorito un alibi anche al Veterano che ha viaggiato nel tempo e hanno interrogato insieme a me.


    Non poteva che annuire alle puntualizzazioni del Tokugawa, ma sapevano poco sul Veterano.

    Non sappiamo di preciso cosa può fare, l’unico modo che abbiamo per farci trovare pronti è non muoverci da soli.

    Lì finivano le precauzioni che in quanto gruppo, per quanto ben assortito, avrebbero potuto prendere.

    Dovrebbero essercene?
    Pensavo le avremmo trovate alla fine del corridoio, da qui la visuale è assai limitata.
    Credevo loro fossero passati grazie a te infatti.


    Non si espresse sullo Yakushi, non gli dava alcun problema essere suo allievo ma non voleva dilungarsi troppo sull’argomento visto che già il pesce lesso kiriano ne tesseva le lodi, probabilmente l’aveva intortato con uno dei suoi piani al limite della già risicata legalità a cui dovevano sottostare i ninja durante le missioni e quello ne era rimasto affascinato come una tonno davanti all'esca.
    Le chiacchiere a quel punto andarono diminuendo rapidamente e si passò all’azione con un connubio di più idee che si concluse con il taglio delle sbarre.

    Scopo comune, Q?
    Non mi risulta che l'asservimento al Veterano ricada tra gli obiettivi nostri.
    Ti ricordo che hai fatto delle scelte, continua a importarmi poco delle parole.
    Tollero la tua presenza solo grazie a Dageki.
    E non basterà se farai un passo falso.


    Con quell’avvertimento il gruppo si divise secondo le sue direttive, mal poste secondo i sensibilissimi animi dei presenti ma comunque buone a quanto pareva.

    Solo un ultima cosa, per rilasciare l’illusione il dolore potrebbe essere anche mentale?
    In quel caso Maya potrebbe farci qualche sigillo da applicare e rendere l’operazione più sopportabile per tutti.
    No, non è un ordine è una richiesta di prestazione dietro compenso.


    Sorrise leggermente ironico.

    Colpa delle ossa suppongo, ammetto che la loro assenza ha dei vantaggi.

    Commentò in risposta ad Orochimaru.

    Succede Apa, magari ti è sfuggito qualche colpo di scena e ti sei perso, piuttosto dimmi, con quei muscoli sai farci anche a botte o ci sfogli solo libri?

    Era la regola, uno scemo nel gruppo ci voleva, anche se il suo fisico sembrava sufficientemente temprato, sperò tra se e se che il cervello gli fosse fluito nei muscoli.

    Piace poco anche a me, ritrovarsi la via spianata in questi frangenti vuol dire che qualcuno ci sta prendendo d’anticipo o vuole farci credere che è in grado di farlo.

    Le trappole nel loro percorso non erano poche e con le guardie assenti il loro cammino si rivelò una corsa campestre ad ostacoli, eccezion fatta per la tensione causata dal fatto che nessuna di esse fosse stata attivata da chi li aveva preceduti.

    Orochimaru, stavo pensando: potremmo reindirizzare gli sforzi dei sigillatori?
    Ora stanno contenendo Naruto, ma potrebbero indirizzare i loro sforzi verso Osamu?
    Se dovessimo trovarcelo alla fine del tunnel sarebbe come averlo dentro una trappola, basterebbe solo chiudere la porta, o nel nostro caso i sigilli.


    Una risposta positiva avrebbe potuto ribaltare la situazione in breve tempo concedendo a tutti il vantaggio di cui necessitavano sul Veterano.
    Il cunicolo, giunto quasi al termine li portò davanti ad un cancello aperto, colmo di Fuuinjutsu non spezzati ma che pareva non avessero la funzione di contenimento che sperava potessero avere: quella bomba veniva nascosta, ma nessuno veniva protetto da essa. Superato il cancello però era ormai chiaro che qualcosa non andasse, ragione per la quale fece arrestare il gruppo, per poi azzerare praticamente il suo tono di voce.

    Andrò avanti io, non c’è speranza che possiate muovervi silenziosamente.
    Orochimaru, i sistemi di sicurezza sono tutti basati sul chakra giusto?
    L’assenza di corrente non causerà problemi?
    Voglio introdurmi nella stanza a luci spente e non ci vorrà tanto.
    Il mio clone si assicurrerà che abbiate le giuste tempistiche.
    Gli faremo credere di poter essere poco silenziosi mentre lo sarò tantissimo.


    Indicò dei punti nel muro in cui era certo che passavano dei cavi elettrici diretti all’alimentazione delle luci della stanza che sarebbero stati semplici da sovraccaricare con un jutsu elettrico che avrebbe chiesto ad Orochimaru di utilizzare, dopotutto seppure incapace di utilizzarlo sarebbe stato sufficiente far fare contatto a due fili per avere lo stesso effetto.

    Non mi serve sapere chi c’è dentro devo solo stabilire un contatto con Naruto e grazie alla volpe mi basta poco, il resto verrà dopo.
    Ho una sola ma ingombrante certezza: io posso essere discreto nel mio approccio, chi mi interrompe no, rischiare di rilasciare il chakra che sta venendo concentrato interrompendo me non vale una simile leggerezza.


    Si fecero più silenziosi e attenti mentre lui avrebbe generato un clone per poi avvicinarsi in solitaria percorrendo gli ultimi metri verso la porta, lasciando gli altri fuori anche dalla più fine delle percezioni, oltre trenta metri da quello che scoprì essere proprio Osamu.
    Si acquattò e gli altri poterono vederlo letteralmente scomparire mentre sfruttava tutti i suoi mezzi per farsi maggiormente furtivo. [ST 1, 2]

    Figlio di una grandissima zoccola.

    Inveì tra se e se vedendo che i sospetti ai quali neanche lui credeva troppo si erano concretizzati, Osamu infatti non aveva perso un secondo e aveva sfruttato a pieno ciò che aveva guadagnato alla riunione, ma cosa poteva volere da Naruto in quel momento?
    Possibile che volesse recuperare il suo chakra?
    Appena l'originale stava per varcare la soglia il clone avrebbe indicato un punto di accesso al sistema elettrico dando il segnale.

    Corto circuito.

    Al primo movimento interno alla stanza calò l'oscurità e il gruppetto iniziò a muoversi, non eccessivamente rumoroso ma comunque udibile di modo che la recita reggesse è che venissero individuati loro anzichè l'originale che prendeva un altra via assai più silenziosa.
    Persino il suo respiro si alleggerì e l’oscurità l’avrebbe aiutato ad occultarsi, cosa altrimenti impossibile per via della conformazione della stanza: un cilindro assolutamente spoglio, occupato esclusivamente da Naruto, o quello che rimaneva di lui, qualcosa di bestiale ma traboccante di un potere probabilmente impossibile da controllare. Addosso mise comunque ben più di una precauzione, non poteva annullare il suo chakra visto che gli sarebbe servito per comunicare.
    Se avesse funzionato, sfruttando il chakra adesivo avrebbe completamente aggirato Osamu senza neanche toccare il pavimento, considerando che la stanza era un grosso cilindro di otto metri di raggio ed altezza pari a 4 sarebbe riuscito a mantenersi costantemente ad oltre quattro metri dall’avversario che osservava Naruto da tre, certo il suo chakra non era nascosto, ma era davvero possibile individuare il chakra suo, misto a quello della volpe, in un ambiente così saturo di chakra ad esso simili?
    Se tutto fosse andato liscio sarebbe stato necessario confrontarsi con un reale esperto in materia prima di allungare la mano.

    Ci siamo allenati parecchio Kurama, credo che il nostro legame sia abbastanza stretto da mantenerci coscienti, abbiamo bisogno di farlo come un unico essere, sarà la prova del nove e per te un po' nostalgico.
    Sei pronto?
    Dobbiamo essere un soffio di vento tra i suoi pensieri e scavare a sufficienza da trovare o Naruto o qualcuno che ci guidi a lui.


    Se la volpe non avesse obiettato avrebbe allungato una mano sulla sfera, non era ancora del tutto certo di cosa lo avrebbe aspettato.
    ll gruppo, prima di quel contatto quando ancora Raizen strisciava sul soffitto tenendosi il più lontano possibile da Osamu, avrebbe fatto il suo ingresso nella stanza.

    Sicuramente le gemme non le hai su per le orecchie o dentro al naso.

    Esclamò il clone alquanto infastidito, il parlare di entrambi era una buona copertura e l'aria lì sotto era tutto sommato immobile, e seppure non lo fosse era plausibile sentire l'odore di Raizen visto che lo aveva davanti.

    Non lo stai facendo perché... non puoi.
    Questo posto è un pericolo anche per te e sei abbastanza sveglio da capire che non puoi calcolare ogni imprevisto, come quello che hai sotto il naso ad esempio, e che sei consapevole potrebbe distruggere anche te.
    Questo evento è misterioso per te come per noi ma l'uso della gemma del tempo ormai diventa pericoloso, già una volta ti ha portato dentro al non luogo della Rottura, non credo sia saggio forzare un alterazione del tempo come questa, tu sai di essere un sorvegliato speciale, e rischi di finirci di nuovo.
    Lì neanche i tuoi poteri hanno un senso.


    Quello era un punto di vantaggio che avevano i viaggiatori semplici in quel luogo rispetto al Veterano, ma poteva spingersi a spiegare al suo avversario che ciò che accadeva in quel mondo non era per il passato ma per il futuro?
    Il massimo a cui si poteva accedere erano risorse, e attingere ad esse non era elementare e se non l’avesse ancora capito correva il rischio di fornirgli nuove idee col rischio che potesse davvero sfruttare quel luogo nel giusto modo e non nella maniera a lui più consona e da un certo punto di vista classica.

    Tutto dipende da quanto sei permaloso.
    Potresti semplicemente voltare le spalle a questa storia, noi non siamo qui per te, tu non sei qui per noi, puoi semplicemente sederti a ricordare il passato consapevole che porterà al tuo perfetto futuro e lasciare che riportiamo tutto al suo posto, oppure... potresti scommettere.
    Scommettere che interferire con lo scorrere del tempo e con te stesso non causerà alterazioni sgradite, che tutto andrà bene, che uccidi qualche vecchio nemico, qualcuno nuovo... rischiando però di perdere e restare incastrato in un tempo fuori da tutti i tuoi calcoli e con te stesso da dover convincere delle tue buone intenzioni.
    E ho anche qualche dubbio su Q, se i vostri destini sono legati farai bene a tenerlo a catena.


    Fece spallucce come a dire che c’era un ben misero guadagno in tutta quella fatica ed un enorme, per quanto remoto, rischio. Intanto l'originale era giunto in posizione, la luce fioca emessa da Naturo era sufficiente a guidarlo e illuminare fiocamente il resto dell'ambiente permettendo al gruppetto di scorgere Osamu e viceversa.
    Si preparò alla sofferenza mentre tendeva la mano che fosse fisica o mentale c'era sempre sofferenza in quei casi.




  11. .
    CITAZIONE (Febh @ 21/6/2023, 11:58) 
    Ciao Kairi! Che piacere! Spero tutto bene dalle tue parti, che se ricordo bene sei romagnola!

    Sono molto contento di vederti su questi lidi!

    Ciao Febh! A me è andata bene, l'acqua è arrivata a 500 metri dal paese dove abito, ma ho avuto una settimana abbastanza impegnativa a livello mentale e non fra ordini di evacuazione ed altro. Anche dove lavoro si è allagato tutto il comune ma il mio ufficio essendo al secondo piano si è salvato, posso decisamente considerarmi fra i fortunati!
  12. .
    Buongiorno! Era da mesi e mesi che passavo di qui a guardare, con l'idea di fare un saluto veloce. Non vi ho dimenticati, ed avrei davvero voglia di tornare a giocare, ma la mia vita attuale non mi permetterebbe di fare più di un paio di post a settimana forse (fra lavoro e figlia, faccio fatica a trovare anche solo mezz'ora al giorno da dedicare a me stessa ed ai miei hobby ;_; )

    Questo però non mi impedisce di farvi un saluto veloce veloce! Non so se sia ancora attivo Discord, magari un giorno passo anche di lì. Lo so che vi manca la vostra Uchiha perfettina preferita :B):

    Non so nemmeno chi ci sia ancora di quelli con cui giocavo, sicuramente Waket, Fenix e Febh
  13. .

    Nel covo della vecchia serpe



    Hebiko ascoltò le parole del giovane Kuroshi, che per la prima volta aprii bocca da quando aveva messo piede nell’ufficio della consigliera, esprimendo il suo punto di vista sull'argomento. Il ragazzo cambiava radicalmente atteggiamento quando venivano tirare in ballo le sue origini o quando si trattava della questione raziale. Tirava fuori una determinazione che spesso gli veniva a mancare. Esperienza? si chiese, ancora dubbioso sulle argomentazioni della sua interlocutrice. Fissandola con uno sguardo misto tra scetticismo e curiosità. Sicuramente Kuroshi non poteva capire esattamente cosa significasse essere un esperimento ambulante, alla mercé di un essere come Orochimaru. tutto quello che sapeva di lui erano storie, racconti, o dicerie. Le esperienze passate, se ben ancora giovane, avevano plasmato il carattere del ragazzo, permettendogli di sviluppare una profonda comprensione delle emozioni altrui. Inizio a rendersi conto che, probabilmente, la vita della donna davanti a lui non era stata poi cosi semplice come si poteva immaginare. Nonostante fosse la cosi detta erede di Orochimaru, almeno agli occhi delle persone, c'era l'altro lato della medaglia da considerare. Il fondatore di Oto era un individuo ambiguo e enigmatico, con una personalità complessa. Avido di conoscenza e potere, perseguiva la ricerca della vita eterna e dell'immortalità. Ossessionato dalla volontà di superare i limiti della natura umana e raggiungere la perfezione assoluta. Era un individuo manipolatore e astuto, disposto a sacrificare gli altri per ottenere ciò che desidera. La sua moralità era distorta e non esitava a commettere azioni malvagie pur di raggiungere i suoi obiettivi.
    Considerando il quadro generale, L'unico motivo per cui Hebiko era stata data la vita era soltanto per ragioni egoistiche da parte del suo creatore. Avrebbe dovuto vivere finché non fosse arrivato il giorno in cui avrebbe dovuto sacrificarsi per lui.
    Il ragazzo per un attimo sembrò quasi assente mentalmente dalla conversazione. Stava elaborando il suo pensiero, provando ad immedesimarsi nei panni di Hebiko. Fu solo quando la donna scattò all'improvviso, ritrovandosela quasi a pochi centimetri dal volto che Kuroshi tornò alla realtà, sobbalzando dalla sedia per la velocità impressionante della consigliera. Ammetto che sicuramente la tua non sarà stata una vita semplice, e..... il giovane ninja si bloccò durante il suo discorso. Un espressione incredula si stampò sul suo volto finora sempre stato serio. Cosa? ho sentito bene? Con la bocca leggermente spalancata, Kuroshi, seguiva con lo sguardo la donna che passeggiava nel suo ufficio. Aveva appena ammesso che era stata lei a far fuori una leggenda come Orochimaru. Per un attimo comparve un luccichio negli occhi dell'aspirante ninja. Un ombra di ammirazione parve materializzarsi sul suo volto. Quella donna dai vestiti costosi e dai modi ambigui era davvero cosi in gamba?

    C'era da ammettere che ne aveva fatto di strada, se si pensa che proveniva da una delle provette di chissà quale oscuro laboratorio di Orochimaru ed ora occupava uno dei ruoli di maggior responsabilità all'interno del villaggio. Il lusso o le alte cariche non mi interessano! non ho scelto di intraprendere questa strada per arricchirmi, ma inizio a comprendere il tuo punto di vista. ribatté Kuroshi che era ritornato nuovamente con quel suo fare serio. Rinfilò parte del suo viso nello sciarpone che avvolgeva il suo collo, mentre un lampo di determinazione attraversò i suoi occhi, ora puntati verso il volto di Hebiko, sparendo in pochi secondi. C'erano alcuni tratti che Kuroshi inconsciamente tirava fuori solo in poche occasioni. Aspetti di se stesso che ancora non conosceva. Latenti, e più volte sottomessi da quel maledetto trauma che si trascinava dietro.

    Kuroshi continuò ad ascoltare con vivace interesse le argomentazioni di Hebiko. Era un personaggio al quanto stravagante, con idee che stimolavano il suo interesse per lo meno. Cosi come sei riuscita ad arrivare dove volevi, io non sarò da meno. Sono intenzionato a cambiare la storia di questo villaggio! Parole grosse forse per un ragazzino della sua età, pronunciate con sguardo fiero e sognatore, con un pizzico di infantilità. Tipico di chi coltiva aspirazioni che alimentano la propria anima e bruciano dall'interno; ma alle parole, per quante belle che siano, devono essere accompagnati i fatti e questo Kuroshi lo sapeva benissimo. Il primo passo per dimostrare che non erano solo chiacchiere era superare quel primo ostacolo. Il trampolino di Lancio per il suo obiettivo partiva dalla promozione a Genin.
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    Il buio inghiottì la figura di Kuroshi che varcava la soglia di quello strano laboratorio. Mosse qualche passo quasi alla ceca mentre i suoi occhi si abituavano alla penombra. Aveva quasi il timore di proseguire oltre, ignaro di ciò che lo aspettava dall'altro lato. Le parole poco rassicuranti di Hebiko non aiutavano, la cicatrice sul volto del ragazzo iniziava a pulsare, provocando un leggero fastidio. Quando era teso anche la sua cicatrice iniziava a fare i capricci, come se volesse fargli riaffiorare il suo trauma, o forse era un segno di avvertimento che qualcosa di spiacevole sarebbe accaduto in quel lugubre posto. Uno scatto meccanico, e un rumore sordo echeggiò nelle tenebre, quando la porta del laboratorio si chiuse alle loro spalle. Kuroshi si voltò di scatto, i livelli di tensione erano altissimi, sembrava che il panico potesse prendere il sopravvento da un momento all'altro. Il cuore gli batteva all'impazzata come se volesse esplodergli dal petto. Avrebbe dovuto controllarsi perché un solo errore da principiate avrebbe potuto essergli fatale. Infatti, Distratto dal suono della porta che si chiudeva, aveva mosso un altro passo. Il piede destro era finito su di una di quelle trappole a pressione. Un leggero rumore metallico precedette un secondo suono meccanico di uno scatto ma furono occultati dalla porta che si richiudeva. Kuroshi preso dal nervosismo e concentrato altrove, nemmeno se ne accorse di aver appena attivato una trappola. Fu solo l'ordine di Hebiko che riportò almeno in parte il giovane ninja alla concertazione. Kuroshi non fece neanche in tempo a girarsi, un ennesimo rumore che cresceva rapidamente di intensità, un suono simile a un rantolo che si trasformò in una sorta guaito acuto. Poi, in un istante, un luccichio in lontananza annunciò una serie di lame affilate come rasoi che si scagliavano fuori dalle pareti, creando un suono di squarcio nell'aria. Le lame si muovono con velocità e precisione, producendo un sinistro suono di fenditura e di lama contro lama.
    In un gesto quasi istintivo, come se il corpo rispondesse ad un stimolo o addirittura ad un riflesso condizionato. Una rapida e potente contrazione muscolare, spinge le gambe verso l'esterno, che si allargano sempre di più, fino a raggiungere un angolo di apertura massima. Kuroshi tenta di regolarizzare il respiro per mantenere il controllo e la precisione del movimento, che era di fondamentale importanza in quella situazione. I muscoli continuano ad allungarsi e lavorano insieme per mantenere la stabilità e la posizione. Concludendo il tutto in una di quelle che comunemente viene definita una spaccata. [Difesa I]

    Un sibilo nell'aria, come un ronzio minaccioso era ciò che percepiva al di sopra della sua testa, seguito da un suono di taglio, un rumore affilato e penetrante mentre le lame passano a pochi centimetri dalla testa del giovane shinobi. Per poco non gli veniva staccata di netto la testa dal collo. Era riuscito a cavarselo davvero per un pelo, se Hebiko non lo avesse avvertito a quest'ora la sua testa stava rotolando lungo il corridoio. Kuroshi rimase letteralmente pietrificato in quella posizione. Gli occhi completamenti spalancati e il respiro ritornato affannoso. Come prima reazione iniziò a controllare che stesse effettivamente bene, muovendo le mani sul suo corpo in maniera frenetica come un invasato. A quanto pare sembrava che tutto fosse al suo posto. Trasse un profondo respiro di sollievo lasciando uscire un pò di tensione accumulata Sono troppo teso! devo darmi una regolata o ci resto secco! era ancora incredulo, questa volta gli era andata bene, ma non ci sarebbe stata una seconda opportunità. G..G..Grazie!! balbettando in preda agli spasmi della paura disse ad Hebiko fermo a terra ancora in posizione di spaccata. Poi l'occhio cadde davanti a se. C'era qualcosa! Allungò la mano tremante e si rese conto che era una piccola ciocca dei suoi capelli. Aveva davvero scansato il pericolo per un pelo....letteralmente. Si rialzò lentamente, cercando di riprendersi dalla spavento. Come suggeriva la consigliera non c'era più spazio per le distrazioni.

    Quel luogo sinistro e misterioso, era esattamente il riflesso della personalità distorta e malvagia del suo creatore; E pensare che quello era solo il comitato di benvenuto. Si prospettava per Kuroshi uno dura ed estenuante prova, molto più difficile di quanto avrebbe immaginato.

    I due iniziarono ad inoltrarsi nelle profondità di quel covo. Si immersero in un labirinto di corridoi angusti e tortuosi, illuminati solo da fiacche e inquietanti candele, che emanavano una luce fioca proveniente da fiamme danzanti, finendo per proiettare ombre angoscianti sulle pareti scrostate. L'aria era fredda e umida, e un senso di pericolo imminente permeava l'ambiente. In religioso silenzio Kuroshi guidato da Hebiko continuavano la loro esplorazione. Il ragazzo ancora scosso divenne più taciturno del solito. Attanagliato dalla tensione cercava disperatamente di ricomporsi. Arrivarono ai piedi di una scalinata che sembrava condurre a livelli più profondi. In questa parte del covo, l'atmosfera diventava sempre più opprimente. Le scale sembravano essere realizzate in pietra grezza, usurate dal tempo e coperte da uno strato di polvere e detriti. Ogni gradino era sporco e logoro. Lungo il lato sinistro della scalinata si poteva notare che le pareti erano coperte di ragnatele e rivestite di strani simboli o rune, che suggerivano attività oscure e vietate. Kuroshi si fermò in cima alla scalinata per pochi istanti, incuriosito da quelle strane forme. Un brivido gli percorse lungo la schiena, quel posto dava l'impressione di essere influenzato da qualche forza oscura. Ciò non faceva altro che amplificare la sensazione di pericolo imminente.

    Cautamente iniziò a scendere i primi gradini di quella scalinata. Con un'espressione tesa e gli occhi che si spostavano inquieti da una parte all'altra, avvertiva un nodo in gola che sembrava impedire il normale flusso di aria. Un'onda di tensione si diffondeva attraverso il corpo, e la bocca si seccava rapidamente, lasciando una sensazione sgradevole. Il respiro era affannato e superficiale, Kuroshi avvertiva il battito accelerato del cuore, che sembrava echeggiare nel petto. L'ansia si faceva sentire e si manifestava nel bisogno di cercare sollievo, e la deglutizione diventava un riflesso istintivo. Emanando un suono soffocato e quasi inudibile, come se l'ansia stesse rendendo anche i suoni interni del suo corpo più sommessi.

    Continuando a scendere si notava come su alcuni gradini vi fossero piccole pozzanghere d'acqua. La scalinata sembrava essere costellata di gocce d'acqua che cadevano dal soffitto umido, creando un suono di eco che risuona nelle orecchie dei due ninja. Uno di quelle gocce finì tra i capelli dell'aspirante shinobi che arrestò immediatamente la sua discesa. Si passò una mano tra i capelli, le dita erano umide, constatando che effettivamente era solo acqua. Per un attimo aveva avuto il timore di aver attivato un altra trappola. Proseguì, scendendo un altro paio di gradini. Stava per poggiare il piede sul successivo quando arrestò improvvisamente e per l'ennesima volta il suo movimento, tenendo il piede destro fermo a mezz'aria. Lentamente lo riportò accanto al piede sinistro posizionato sul gradino precedente. Kuroshi iniziò a fissare in modo penetrante quel gradino, come se provasse a scrutare ogni dettaglio in modo meticoloso. Lo sguardo era concentrato e privo di distrazioni, con le sopracciglia leggermente aggrottate e le palpebre semiabbassate, che indicavano la sua profonda concentrazione mentale. Poi rivolse lo sguardo verso l'alto, sul soffitto roccioso. Il volto era leggermente inclinato, come se stesse cercando di ottenere un angolo migliore per l'osservazione. La mascella tesa e un espressione impenetrabile. Rivolse nuovamente lo sguardo sul gradino. Portò la mano destra verso il mento, posando delicatamente le dita sulla mascella come se stesse cercando di creare una barriera tra il mondo esterno e i suoi pensieri interiori. Era la classica posizione che adottava, spesso inconsciamente, quando aveva un problema da risolvere. Mmmh....che strano

    -Plop!- Un suono smorzato e meno distinto si udì. Una goccia d'acqua cadde nuovamente sul gradino, che il giovane stava fissando, cosi come aveva fatto pochi istanti prima. Era stata proprio quella la causa del suo arresto improvviso. Si voltò verso Hebiko, ma sembrò ignorare la presenza della donna. Il viso assunse un'aria seriosa e meditativa, con le labbra leggermente socchiuse, come se stesse elaborando pensieri complessi. Scrutava la scalinata alla ricerca di qualcosa. Finché una luce non comparve nei suoi occhi denotando che forse era arrivato al nocciolo del suo dilemma.

    -Plink!- Una seconda goccia cadde nel punto in cui prima era caduta in testa al ragazzo. Questa volta era accompagnato da un suono nitido e cristallino a differenza di quello che aveva fatto riflettere Kuroshi poco fa. Diede nuovamente le spalle ad Hebiko che, avendolo tenuto d'occhio per tutto il tempo, probabilmente era riuscita ad intuire il ragionamento del ragazzo. quest'ultimo si accovacciò sulle ginocchia per poter analizzare da vicino l'oggetto del suo sospetto. Il gradino in apparenza sembrava essere esattamente identico agli altri, ma a quanto pare era di materiali diverso. i due differenti suoni che poco fa i due ninja avevano udito, ne era la prova. Spostava gli occhi da quel gradino agli altri confrontandoli tra di loro. Era alla ricerca di qualcosa di insolito nella disposizione di quelle scale, di qualcosa che stonasse con il modello ripetitivo che differenziava i gradini veri da quelli mortali. Infatti le trappole generalmente seguono uno schema diverso, anche se minimo, che consente di ingannare l'intruso.

    Kuroshi esaminò attentamente il gradino da vicino, prendendo nota mentalmente dei minimi dettagli. Osservò la sua struttura, la texture, e la posizione rispetto agli altri gradini circostanti. Notò una piccola crepa appena percettibile lungo un lato, un segno inciso sul lato che catturò la sua attenzione. Che qualcosa di molto strano qui! Sembra quasi che ci sia una possibile leva di attivazione. Se ne stava lì a riflettere sotto gli occhi vigili della sua esaminatrice. Sembra Il funzionamento di un meccanismo intricato e complesso, che probabilmente coinvolge un sistema di leve, pulegge e molle nascoste all'interno del gradino stesso...devo trovare il modo di superare questa trappola!!! La sua conoscenza delle trappole era basilare, e di certo rischiare un tentativo di disinnesco su di uno strumento al quanto complesso non era la più saggia delle idee. Di certo il ragazzo non aveva alcuna voglia di lasciarci la pelle.

    Si rialzò in piedi, forse aveva finalmente preso una decisione. Non posso avere la certezza che ci siano altri gradini che nascondano insidie. C'è solo una cosa che posso fare a questo punto La sua postura era ferma, le gambe leggermente flesse e i muscoli tesi, pronti per l'azione imminente. il ninja prese slancio, radunando tutta la sua energia per il balzo. Con un rapido movimento, spiccò il salto, sollevandosi agilmente da terra. Sfruttando la potenza delle sue gambe, si lanciò nell'aria con forza e agilità. I suoi movimenti erano fluidi, quasi come se danzasse attraverso il vuoto. Durante il balzo, controllava con attenzione ogni dettaglio del suo corpo e del suo ambiente circostante. Le braccia si muovevano leggermente per mantenere l'equilibrio, mentre i piedi si libravano sopra la scalinata, pronti a toccare la superficie con precisione millimetrica. Era come se il suo corpo fosse in sintonia perfetta con il movimento, sembrava sfidare la gravità stessa. Alla fine del balzo, il ninja atterrò con grazia felina. I suoi piedi toccarono il suolo con la delicatezza di una foglia che cade, senza fare il minimo rumore. Poco dopo il suo corpo si irrigidì in una contrazione muscolare, infilò la testa nelle spalle e chiuse gli occhi. Restò cosi per qualche secondo. Poi lentamente aprì prima un occhio e poi l'altro. Constatando che non era accaduto nulla, si sentì più sollevato. Per il momento era ancora integro e vivo soprattutto.
    Meglio se non scendi dalle scale disse rivolto a Hebiko, ma sicuramente la donna non aveva bisogno del consiglio di quel principiante. [Difesa II]

    Ora i due si trovavano in fonde alle scale, e davanti a loro vi era uno stretto corridoio angusto con pareti rivestite di pietra scura e umida, con crepe e segni di degrado che evidenziavano l'antichità del luogo. Davanti a loro vi era un unica porta, che li avrebbe forse condotti ancora più dentro le insidie di quel posto. Mentre Kuroshi se ne stava lì impalato, a fissare quella porta. Fu allora che con la coda dell'occhio scorse il braccio di Hebiko che si allungava e ondeggiando come un serpente strisciante si avvicinava alla maniglia della porta. Notò che in quel momento la pelle della consigliere era diversa. Delle scaglie avvolgevano ora tutto il braccio, dando l'impressione che si fosse munita di una qualche strana corazza. Con naturalezza ed estrema calma, Hebiko tirò la maniglia della porta, e disinnesco una trappola facendola sembrare la più semplice delle cose. La porta si aprì lentamente emettendo un gracchiante cigolio.
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    C'era un altra trappola?il ragazzo sbiancò, e cominciò a sudare freddo al solo pensiero che forse non sarebbe stato in grado di identificare una trappola cosi diabolica. Ancora una volta Hebiko gli aveva salvato la vita, e impartito indirettamente un importante lezione.

    Mi converrà imparare qualche tecnica ninja in più!! mugugnò ad alta voce più rivolto a se stesso che alla sua esaminatrice.

    Appena varcata la soglia, l'odore pungente di sostanze chimiche e di decadenza lo colpì, facendogli torcere il naso. Una luce fioca proveniente da lampade sporche illumina il laboratorio. L'atmosfera era permeata da un senso di inquietudine palpabile. Le ombre ballavano sulle pareti mentre i due ninja si avventuravano più a fondo nel laboratorio, e il silenzio era rotto solo da lievi scricchiolii provocati dal loro passaggio. Kuroshi sentiva affiorare in se sentimenti discordanti. L'ansia e la meraviglia si scontravano dentro di lui. Le emozioni contrastanti si mescolavano al senso di pericolo. Era sbalordito da ciò che i sui occhi vedevano, cose che mai aveva visto finora, ma allo stesso tempo ne era terrorizzato. Era pressappoco travolto da una combinazione di fascino, inquietante e paura.

    Hebiko sembrava essere molto più a suo agio, come se la cosa non la toccasse minimamente. Girava tranquillamente in quel laboratorio, frugando e curiosando qua e là. Si aspettava forse di trovare qualcosa che alimentasse il suo interesse, sembrava essere attirata dai vari computer presenti in giro, ma per sua somma delusione l'elettricità era fuori uso già da un bel po'. Kuroshi mosse qualche altro passa verso l'interno del laboratorio, un veloce sguardo al pavimento, per controllare se vi potessero essere altre trappole, gli fece notare che era sporco e coperto di macchie misteriose. Volse lo sguardo alla sua sinistra dove notò un angolo adibito a piccola biblioteca. Gli scaffali polverosi e pieni di tomi antichi e pergamene misteriose. I libri sembravano emanare un'aura di potere oscuro e le pagine erano state logorate dal tempo. Le informazioni contenute in questi testi potrebbero rivelare segreti oscuri. Con cautela, e curiosità il giovane ragazzo si avvicinò per scrutare meglio quegli strani libri. Si rese conto che le conoscenze di Orochimaru dovevano essere davvero ampie. Era un personaggio tanto affascinante quanto oscuro. Alla destra di quei scaffali vi erano tappezzati sulle pareti diagrammi complessi e schemi che rappresentavano probabilmente i risultati delle sue sperimentazioni. Solo il rumore del frugare di Hebiko distoglieva la concertazione del ragazzo immerso nei suoi pensieri fissando quelle strane immagini. La consigliera sembrava essere delusa niente di tutto ciò stuzzicava il suo interesse. Sfidò Kuroshi a provare, magari la fortuna del principiante lo avrebbe aiutato. Qualcosa di interessante eh? ribadì alle parole dell'esaminatrice. Per Quanto sia sinistro e terrificante questo posto, a mio parere ci sono tante cose che stuzzicano la mia curiosità. Sarà che per me è tutto nuovo e non avevo mai visto niente del genere. Tu probabilmente ci sarai abituata. Continuò spiegando il suo punto di vista, mentre continuava a guardarsi intorno.

    Di fronte gli scaffali vi erano un lungo tavolo di legno, ricoperto da un telo, sopra al quale si potevano scorgere abbondanza di provette, fiale e strumenti medici sparsi ovunque, molti dei quali usurati o danneggiati. In passato dovevano aver contenuto strane sostanze chimiche sconosciute. Avvicinandosi Kuroshi riusciva a percepire che emanavano un odore acre nell'aria. La sua attenzione poi si spostò verso quelle particolari taniche poste accanto alla parete sull'altro lato del laboratorio. Si avvicinò per osservarle meglio, sempre son il suo solito fare cauto e dubbioso. Quelle taniche avevano una particolare forma cilindrica e costruite con un materiale resistente e trasparente, come il vetro o una sostanza simile. Questo permetteva a coloro che osservano di vedere chiaramente ciò che accade all'interno, creando un senso di voyeurismo morboso. E queste cosa sono? Chiese ad Hebiko colto da un momento di curiosità irrefrenabile. Kuroshi non aveva mai visto niente del genere, non aveva la minima idea per cosa potessero essere utilizzate quegli strani apparecchi. Forse sarebbe stato meglio non averlo chiesto. Dalle taniche rotte si riusciva a notare una serie di bizzarri tubi e cavi che penzolavano ai lati. Notò che una di quelle ancora integra era riempita da un singolare liquido denso e di un viola intenso. La sua consistenza era viscosa e appiccicosa, come una sorta di gelatina. Il ragazzo si sporse verso la tanica per osservarlo più da vicino. Avvertì immediatamente un'atmosfera inquietante e claustrofobica, accompagnata da una sensazione di prigionia. Eh! C'è qualcosa dentro!!! mugugnò strizzando gli occhi per mettere a fuoco meglio. Dal liquido all'interno della tanica sembrava esserci qualcosa che galleggiava. Ahhhh!!!! improvvisamente Kuroshi emano un gridolino di terrore. La frenesia e lo spavento lo potarono ad indietreggiare goffamente e cadere sul sedere. Terrorizzato cercò di allontanarsi spingendo rapidamente le gambe all'indietro aiutandosi anche con le mani. Un organo galleggiava nel liquido, mostrando una combinazione di colori inquietanti. La sua superficie era pallida e traslucida, con striature violacee che si estendono lungo le sue pieghe. La sua forma era distorta e deforme, come se fosse stato sottoposto a modifiche o danni.

    Kuroshi in preda al terrore, e nel tentativo di allontanarsi da quella stranezza, si schiantò contro uno dei tavoli presenti alle sue spalle. l'urto fece scivolare dalla superficie di quel tavolo un piccolo fascicolo che si posò sulla testa del giovane ninja. Risultava avvolto in una custodia di pelle logora e ingiallita, che ne preservava il contenuto dagli effetti del tempo. La custodia era scolorita e presentava macchie d'umidità, rivelando la sua lunga permanenza nel laboratorio. Appena venne aperto, un'aria secca e polverosa si sprigionò, portando con sé un sottile odore di antichità. Le pagine interne, soltanto due, del fascicolo sono gialle, segno dell'invecchiamento e della scarsa manipolazione. I caratteri scritti a mano con inchiostro sbiadito, a parte qualche parola era del tutto illeggibile. Nella seconda pagina vi era anche fotografia sbiadita e macchiata. Ma il volto della persona era facilmente distinguibile. Il giovane shinobi ebbe un sussulto, spalancò gli occhi dall'incredulità Non può essere. borbottò scattando in piedi come una molla a pressione. E questo che significa? chiese rivolgendosi con sguardo deciso verso Hebiko per poi mostrargli il documento che aveva tra le mani. La foto in questione raffigurava il volto della mamma di Kuroshi, Kaori. Non sapeva cosa pensare, era un test della sua esaminatrice? Lo aveva portato lì per una ragione precisa? o forse neanche L'erede della vecchia serpe era a conoscenza di certe informazioni.

    La foto non era molto vecchia, a giudicare dall'aspetto della donna. Nella mente di Kuroshi ronzavano milioni di domande. Che diavolo stava succedendo la dentro? Iniziò a pensare che forse quel laboratorio non era del tutto abbandonato come poteva sembrare. qual era il vero motivo per cui era stato portato lì. Porse il fascicolo alla sua esaminatrice mentre aspettava una spiegazione da parte sua. Fu allora che si accorse di alcune impronte sul pavimento del laboratorio. Con sgarbo spostò di lato Hebiko e si avvicinò per osservare meglio. Notò che quelle impronte stonavano con lo scenario che apparentemente gli era stato mostrato. Potremmo non essere soli! dichiarò, mentre come fatto in precedenza si accovacciò sulle ginocchia per poter osservare più da vicino quelle impronte. Si concentrò su vari aspetti, come la lunghezza, la larghezza e la proporzione del tallone, dell'arco e della punta. Osservava attentamente la profondità e il peso dell'impronta, cercando dettagli che possano suggerire un peso corporeo e un'altezza specifici. Qualcuno è stato qui di recente probabilmente. Deve essere una persona alta tra il metro e 70 e il metro e 80 a giudicare dalla lunghezza del passo. Forse un pò in carne Dava voce ai suoi pensieri ancora una volta estraniandosi da ciò che lo circondava e mettendo in moto il suo cervello. Gli insegnamenti del padre sembravano dare i suoi frutti.

    Con lo sguardo seguì la scia di impronte che scomparivano improvvisamente davanti ad un porta , che finora il ragazzo non aveva notato. percosse lo stesso tragitto delle impronte, e si avvicinò. Cosa poteva esserci là dietro? Esitò per timore di cadere in un ennesima trappola, la cautela in quel posto non era mai abbastanza. La scrutava con sguardo scettico e preoccupato. Nel assordante silenzio che avvolgeva quel posto, un fievole e appena percettibile bip echeggiava ad intervalli regolari. Kuroshi aggrottò le sopracciglia, chiuse gli occhi come a cercare di isolare quel rumore. Mosse qualche altro passo verso la porta. Tra un intervallo ed un altro facendo molta attenzione si poteva persino udire un ronzio, simile al rumore prodotto da un'ape; Ma a differenza dell'insetto quello era più acuto e penetrante. Entrambi i rumori sembravano provenire nei pressi della porta. Mosso dalla curiosità fece altri due passi verso di essa, il suono si faceva più chiaro man mano che si avvicinava a quella porta di metallo arrugginita.

    Ancora una volta fu pervaso da un senso di timore e pericolo. L'unica cosa che lo invogliava a proseguire, era la possibilità di ottenere risposte sul motivo per cui c'era un fascicolo con all'interno la foto di sua madre, in uno dei vecchi laboratori di Orochimaru. Arrivato dinanzi alla porta sporse l'orecchio in avanti per poter ascoltare meglio. Il ronzio divenne più acuto, ora era chiaro che provenisse probabilmente dallo stipite della porta. Kuroshi si convinse che nelle vicinanze ci dovesse essere un ulteriore trappola. Continuò a seguire quello che poteva essere il rumore di elettricità che attraversava qualche cavo. Scorreva con l'orecchio lungo il muro al lato destro della porta. Finchè non si fermò di colpo. Il ronzio divenne più chiaro, sembrava quasi che uno sciame di api fosse intrappolato dietro le pietre di quel muro. Dalla sacca laterale Kuroshi estrasse un Kunai. Con movimenti chirurgici cercò di crearsi un apertura tra quelle pietre traballanti. Ne venne fuori che nascosto in modo poco efficace, c'era una sorta di pannellino di controllo. Costituito da un rudimentale e grezzo sistema elettrico, di cavi e circuiti. Aveva una aspetto molto spartano a dispetto della complessità delle trappole incontrate in precedenza, che stonavano con la pericolosità e l'ingegno di quel posto. I cavi erano collegati al circuito in maniera scialba e poco accurata, ma il sistema sembrava essere comunque funzionante. La cosa strana era che in tutto il covo sembrava che l'elettricità fosse assente, ma in quel punto invece ce n'era e come.

    Il giovane ninja studiandone attentamente i collegamenti elettrici, cercò di intuire la logica di quell'impianto. Non aveva molta conoscenza di quel tipo, ma pensò che forse quello, magari ,poteva essere una sorta di circuito principale che controllava una probabile trappola. Pensò che forse rpovando a metterlo fuori uso se la sarebbe cavata. Prese il Kunai e lo conficco giusto al centro del circuito con forza. la lama affondò di pochi centimetri all'interno, una scintilla illuminò la parete per un istante, il ronzio dapprima si fece più forte per poi gradualmente affievolirsi. Ci furono attimi di silenzio, Kuroshi si voltò prima verso Hebiko, lanciandole un sguardo preoccupato, come se fosse in cerca della sua approvazione. [Azione I]


    Edited by Shakur - 4/6/2023, 10:56
  14. .
    Oh mio Dio, siete ancora (quasi) tutti qui! Mi siete ritornati in mente e mi son detto "stai a vedere che è tutto morto sulla vecchia Legend", e invece no, siete sempre qui! T______T













    Dio i flashback.









    Devo ricominciare a ruolare wrURgcp ueDEj9M
  15. .

    Informazioni

    Utili e non...



    [Secondo Giorno: Bocca di Rosa]

    Al di là della piccola disquisizione che si generò fra i due ninja della Foglia, di cui, fortunatamente, nessuno poteva sentire i commenti (specie quelli del "Muto"), la loro investigazione andò avanti con nuove domande che entrambi rivolsero alla prostituta svenuta, la quale, nuovamente, rispose con immagini e ricordi.

    Alla prima delle nuove domande, Yato avrebbe visto un'immagine dall'alto: probabilmente Mizuki si trovava sulla rampa di scale del piano dove erano loro in quel momento ed osservava i clienti al piano terra.
    Da lì vide Riwoku salutare alcune persone, con fare distratto, diverse volte, tranne che davanti ad un ragazzo decisamente più giovane [Kitori] .
    Il ricordo si sarebbe spostata in un momento diverso, nella stanza della ragazza, dove Riwoku, togliendosi i pantaloni diceva: Adesso capisco perché quel Sensitivo è sempre pieno di debiti: viene qui a spendere il suo stipendio in ragazzini della sua età quasi ogni sera! Che razza di persona quel Kitori..., valutò con una nota di scherno nella voce.

    Il ricordo, poi, sarebbe passato più avanti ad un giorno in cui Mizuki aveva accompagnato Riwoku fuori dalla stanza, dopo un loro incontro, e questi aveva visto uscire da una stanza poco distante un giovane. [Wataru]
    Signorino Wataru, che piacere!, aveva esclamato inchinandosi leggermente davanti all'altro, che lo aveva salutato con cordialità, prima di scendere le scale, subito seguito da Riwoku stesso.
    Un ricordo di qualche giorno dopo, verosimilmente, avrebbe mostrato Mizuki e l'altro nella stanza di lei, dopo aver "consumato", con lei che chiedeva chi fosse il ragazzino, Wataru.
    Il figlio di Euo, il mio diretto superiore in Banca. Il padre lo porta qui una volta a settimana: lo avevo sentito dire, ma non ci eravamo mai incontrati. A quanto pare, gli paga la più costosa delle tue colleghe, quella di nome Makio., avrebbe spiegato.
    E, se interrogata, la mente di Mizuki avrebbe rivelato l'aspetto di questa "Makio". [Makio]

    La seconda domanda, invece, avrebbe portato ad un ricordo ulteriore: nuovamente nella stanza di Mizuki, la ragazza sembrava aver appena starnuto, cosa a cui Riwoku aveva reagito scattando in piedi ed allontanandosi di qualche passo.
    Ehi! Vedi di stare attenta! Non vorrai farmi beccare qualche malanno? Già quando qualche mese fa hai preso quella malattia venerea ho dovuto sfogare lo stress con Lakia...quella dell'altro turno di guardia. Se ci scoprivano rischiavo grosso: è vietato che ci siano rapporti intimi fra membri dei turni di guardia! Ma non sfogare lo stress almeno due volte a settimana, fa male alla salute!, una singola frase che, forse, non sarebbe stata di grande aiuto al duo della Foglia, ma l'unico ricordo vagamente simile a qualcosa di ricattabile, per ciò che poterono ricavare da Mizuki.

    Fu poi il turno delle domande di Youkai e la prima, forse, avrebbe potuto procurargli qualche trauma.
    Del primo protettore, Mizuki ricordava i vizi: picchiarla, drogarla, venderla ai clienti, usarla lui stesso.
    Lo aveva visto andare in giro con una lancia parecchio vistosa, lo aveva sentito accennare ai tempi in cui viveva a Suna e ne conosceva il nome, "Goemon", ma poco altro: quello la vedeva come un oggetto, un prodotto da vendere ai suoi clienti, niente di più, e come tale la trattava, nei lampi di ricordi che la ragazza condivise.
    Immagini di torture con katane, lame, catene, tanto su di lei, quanto su altri ragazzi e ragazze; uso di ogni tipo di allucinogeno; orge con decine di persone di ogni età possibile, indistintamente uomini e donne.
    Una volta addirittura, scoprì con suo dispiace (probabilmente) Youkai: Mizuki era stata venduta ad un uomo che voleva soddisfare le richieste di un macaco ninja, per avere la possibilità di ottenerne il contratto di evocazione.

    La successiva domanda, invece, offrì la vista di qualcosa di diverso: nuovamente alla Bocca di Rosa, Mizuki stava osservando Riwoku intento a bere e chiacchierare con un uomo. [Girobatu]
    L'uomo avrebbe fatto cenno a Mizuki di avvicinarsi e sedersi sulle sue ginocchia, era evidentemente alticcio Tesoro, ti presento Girobatu. Siamo cresciuti insieme ed ora lavoriamo in due settori diversi, ma, sai, quando serve, ci facciamo favori a vicenda. Pensa, gli ho anche chiesto se volesse fare un giro con te, ma mi ha detto che ha già un appuntamento con un'altra, ma non mi vuole dire con chi., quasi urlò, prima di scoppiare a ridere, così come il suo interlocutore.
    Si dice il peccato, ma non il peccatore, o meglio, la peccatrice, in questo caso, Riwo-san! ed anche l'altro rise, prima che l'uomo dei Fanti desse una pacca sul sedere a Mizuki.
    Aspettami su, finisco di bere un altro bicchiere con lui e poi arrivo., avrebbe concluso.


    Quelle le notizie che i due avrebbero ottenuto in quel frangente con le loro domande.
    Informazioni che dimostravano, forse, il modo terribile in cui era stata trattata negli anni quella ragazza, ma che davano anche volti e dettagli che avrebbero potuto aiutare i due ninja di Konoha, se avessero saputo cosa fare.

    [Il resto della serata]

    Dopo il breve scambio di opinioni, i due chunin della Foglia si divisero ed ognuno si occupò della propria parte di missione.
    "Kai" poté seguire Riwoku fino a casa sua.
    L'abitazione era lontana dai "Veri Batuman": sempre nel cosiddetto "Secondo Livello" di Ame, ma nell'area Settentrionale del villaggio (la locanda di Ru-Wai si trovava nell'area Sud-Occidentale), in una palazzina su quattro piani.
    Riwoku viveva al secondo piano in un appartamento di due stanze più servizi: oltre al bagno, infatti, c'erano un ampio openspace con cucina ed una stanza da letto.
    Youkai avrebbe potuto notare poche cose interessanti, tranne qualcosa che, se non avesse investigato precedentemente, forse non avrebbe avuto il giusto peso: diverse foto di Riwoku ed il suo amico Girobatu, negli anni, da ragazzini, poi da adolescenti e via dicendo, con sempre gente diversa intorno a loro, ma che sembrava dimostrare che i due fossero parecchio uniti, o almeno lo fossero stati negli anni.
    Non ci fu niente altro di particolarmente evidente che potesse risaltare all'occhio dell'Uzumaki.

    [Terzo Giorno: Youkai - Banca di Ame]

    Non ci furono troppe sorprese nel piano di "Kai", mentre torturava gli impiegati al piano terra della banca con i suoi errori nello scrivere la documentazione, ma la sorpresa, probabilmente, la ebbe il giovane ninja quando mosse il suo "occhio" fino alla stanza del "Go".
    L'occhio avrebbe osservato Euo, Kuii ed i due altri ragazzi lì presenti.
    Quando il muro di pietra si chiuse, delle lanterne si accesero, probabilmente alimentate da qualche altro fuuinjutsu nella sala.
    La stanza, di per se, non era grandissima: forse 30 metri per lato, quadrata, con al centro un piccolo altare con un contenitore sullo stesso.
    Bene, possiamo cominciare. Sojiro, Yumi: a voi., ordinò secco Kuii.
    Il ragazzino che fino a poco prima aveva scherzato con Rikowu ed il suo collega si portò un pollice alla fronte: Quanto odio questa parte..., sibilò ed un kanji apparve sulla sua fronte, attivando qualcosa, probabilmente un fuuinjutsu.
    Ci volle qualche secondo e lo sguardo del giovane si fece più duro, i lineamenti si fecero più rigidi, Ben trovati, Euo-sama, Kuii-sama., si voltò verso la figura incappucciata, Nuova sessione di applicazione dei sigilli? Bene, iniziamo allora, Yumi-dono?, chiese verso l'altra, che si tolse il cappuccio, rivelando un aspetto femminile. [Yumi]

    La ragazza pose le mani sul contenitore, mentre il giovane iniziava ad applicare dei sigilli sulle braccia scoperte della ragazza.
    Avete un'ora e mezza, vediamo di portare avanti ulteriormente le costrizioni di contenimento: fra una settimana Yumi dovrà essere pronta per diventare un Jinchuuriki del Cinque Code per due mesi, al servizio del Principe che già tu servi, Kuii-san. E si aspettano che sia molto obbediente, ricordò Euo, un pò agitato nel vedere quei sigilli sulle braccia di lei illuminarsi.
    Tranquillo, Euo-san, da quanto tempo facciamo questo tipo di lavoro, in fondo? So bene che il tuo Principe tiene particolarmente alla Banca, non vuole che venga distrutta, ma sarà la quarta volta che questa operazione viene fatta qui, giusto? Per me, è la sesta volta che supervisiono la generazione di un Jinchuuriki per quello che servo: in fondo sono quasi tre anni che spostiamo questo demone ad intervalli di tre mesi., lo rassicurò l'altro, studiando a sua volta le operazioni che stavano avvenendo davanti a loro.
    Durante l'ora e mezza successiva, diversi sigilli sarebbero saliti dalle braccia fino al collo ed al corpo di "Yumi", scomparendo sotto gli abiti e, nel frattempo, Kuii ed Euo avrebbero chiacchierato.
    Mi sono informato, per pura curiosità, su questo Gobi, sai? Non è esattamente il più fortunato dei Bijuu.
    Molti anni fa, apparteneva ad Iwa, poi fu preso dall'Akatsuki.
    Anni dopo è passato a Konoha e lì non gli è andata meglio: il suo penultimo proprietario è finito in coma durante una missione proprio alla Roccia e questo essere è rimasto intrappolato dentro il corpo di quel povero ninja per tre anni, forse di più!
    Ed il Jinchuuriki successivo? E' stato rapito ben due volte, prima che qui alla Pioggia gli strappassimo il demone, quattro anni fa.
    E negli ultimi due anni e mezzo è stato spostato da vasi a persone continuamente, quasi fosse un abito dato in prestito.
    , ridacchiò Kuii.
    Addirittura in un comatoso? Sì, parecchio sfortunato. Anche le catene che gli piazzano ogni volta che viene sigillato in un Jinchuuriki, per non poter provare a fuggire o ribellarsi, sono parecchio dolorose, mi spiegavano una volta., concordò Euo.

    Per il resto ci fu poco da dire: la ragazza ad un certo punto iniziò ad urlare quando il chakra del demone, sotto forma di due code si mosse, fondendosi con le catene, ma questo non provocò particolare agitazione, sembrava che fosse normale.
    Perfetto, ora manca solo l'ultima coda su cui preparare il nodo costrittore, Kuii-sama., avrebbe confermato "Sojiro", prima di eseguire un ulteriore sigillo sulla schiena di Yumi, che fece sparire le catene e ritrarre il chakra del demone nella reliquia.
    Poco dopo, il "sigillatore" si impresse un nuovo fuuinjutsu sulla fronte, crollando in ginocchio, mentre Yumi si affrettava a rimettere il cappuccio sulla testa.
    Fatto? Mi sento parecchio spossato, quindi immagino di sì., disse con un tono più rilassato il ragazzino, alzandosi.

    Di lì a qualche minuto, il quartetto poté uscire dalla sala; il resto della giornata passò senza ulteriori investigazioni extra per "Kai".

    [Terzo giorno: Yato - Spada ad Ame]

    Al commento di "You", lo spilungone sorrise divertito: Allora, Carino, sappi che sarai una spada che intimidisce, poi se servirà, dovrai difendere o uccidere., commentò con una nota di ironia nella voce quello che poi si sarebbe presentato come Toa.
    Alla domanda sul poter avvisare che sarebbe stato lontano per tre giorni, lo spilungone fece spallucce: Certo, Carino: dopo che Ushio-sama si sarà sistemato in albergo, avrai un pò di tempo per avvisare i tuoi amichetti che non potrai essere disponibile per qualche giorno., confermò con disinteresse.

    [...]

    Il commento sull'elevata quantità di denaro portò Ushio stesso a rispondere: Mi preme della mia vita, Spada in affitto, ma soprattutto, mi preme del mio nome: già due volte sono stato derubato e la prima volta è avvenuto nella mia Villa! Mi hanno sottratto l'Arma più potente che esista! La creazione perfetta! Ritieni che 30000 ryo siano troppi? Non immagini quanto si spenda a recuperare una fama che viene stracciata e gettata alle ortiche!, urlò irritato l'uomo di Kusa dal naso importante.
    Questo non vuol dire che alla fine di questo lavoro potrete andarvene in giro a spifferare tutto ciò che vedrete. Soprattutto, Ushio-sama si aspetta che nessuno sappia cosa lui comprerà qui ad Ame, capito?, aggiunse con voce più tranquilla Toa.

    Quando poi il Senju si fosse interfacciato con la sua compagnia di missione, Korra avrebbe ascoltato la descrizione delle abilità dello Spadaccino prima di parlare: Io sono molto brava con le illusioni ed i raiton. Se l'occasione lo permette, tendo a muovermi abbastanza silenziosamente, ma considerami soprattutto un supporto sulla medio-lunga distanza, se ci sarà da combattere. Su Ame, la mia esperienza più che altro è legata al sentito dire ed ad una singola visita di qualche anno fa., tagliò corto e non avrebbe aggiunto altro se non richiesto.

    [...]

    Durante l'incontro alla "Stella Fiorita", Yato avrebbe potuto notare, quando il venditore mostrò la foto, una smorfia, quasi un accenno di sorriso, che per un istante si manifestò sul viso di Korra, per poi scomparire immediatamente.
    Abbandonata la locanda, "You" chiese se sarebbero stati necessari al caveau e Toa rispose dopo qualche istante: Sinceramente? Non sono sicuro che potremo accedere tutti. Non sono mai entrato nella Banca Centrale di Ame, ma ci sono parecchie voci sul fatto che le difese siano parecchie e molto aggressive per i trasgressori., iniziò a spiegare.
    Il piano, intanto, è che andremo tutti e tre come scorta ad Ushio-sama, ovviamente, poi, se ci sarà la possibilità che qualcuno di voi entri o meno nel caveau, decideremo, se no, voi aspetterete fuori ed io solo scorterò il nostro datore di lavoro all'interno., tagliò corto lo spilungone.

    In ultimo, Yato avrebbe scoperto qualcosa anche da Korra: Quelle nella foto sembravano le Zanne. Una coppia di spade che diversi anni fa appartenevano a Kiri.
    Durante la Quarta Grande Guerra Ninja, furono conquistate da Omoi, il braccio Braccio Destro del Quinto Raikage, e da allora sono sempre state tramandate fra ninja di Kumo, finché, a quanto pare, quel tizio di prima non le ha rubate.
    , spiegò laconica la ragazza, senza dare ulteriori dettagli, ma, in fondo, le armi kiriani non erano la Missione del giovane Senju.

    Con queste informazioni, i due ninja della Foglia si sarebbero potuti riunire la notte del loro terzo giorno ad Ame e, chissà, forse elaborare un piano utile.
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