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  1. .

    La Minaccia Più Grande


    6





    Le mie domande furono praticamente ignorate, l’ex amministratore (ormai lo consideravo tale) si limitò a due parole frettolose che di fatto non portarono a nulla, se non che tutto fosse dipeso dal Kage stesso. Per la mia copia del resto non rimasi per nulla sorpreso, fino a prova contraria visto tutto quello che era successo fino a quel momento e all’immensa messinscena portata avanti ritenevo quelle “cose” semplici Bushin trasformate, un trucco di un Jonin.

    E fu proprio dopo le sue parole del Yakushi che, nuovamente, le carte in tavola si ribaltarono completamente. Un’immensa ondata, alta quanto se non di più delle mura di Oto, si stava riversando su tutto il campo di battaglia, se così potevamo considerarlo. Un’ondata di un liquido oscuro, opaco. Un pericolo incombente vista la velocità assurda e la forza da cui era trainata l’esondazione. Che fare? Come comportarsi?

    Quando vidi pure Febh prodigarsi nella difesa mi resi conto che la minaccia senza dubbio era concentra, ma il tempo allo stesso era tiranno e da parte mia non potei fare altro che incrociare entrambe le braccia attorno al viso e ricoprirmi di Chakra Elettrico. In cuor mio dunque sperai semplicemente di sopravvivere… ma dopo qualche attimo di puro terrore mi resi conto che quell’ondata di sangue, se così si poteva definire, non mi aveva nemmeno toccato con una goccia bensì si era diretta violentemente contro i cloni.

    Mi voltai diverse volte per realizzare la minaccia e fu in quel momento che compresi. Qualcuno aveva puntato a distruggere i cloni, e se Febh gli aveva difesi a tutti i costi significava che semplicemente non erano banali Bushin. Dunque stavamo parlando di nostri stessi doppioni? Una domanda che presto avrebbe perso di significato perché l’autore di tale azione si palesò davanti a tutta Oto.

    Era niente altro che Diogene. Il Jonin che buona parte degli Otesi, Febh incluso, aveva acclamato come futuro Kokage. E la sua entrata in scena si poteva benissimo paragonare, se non dir superiore, a quella di Febh. Scrollai la testa, per qualche istante sembrò che i due Jonin si fossero sfidati su chi fosse stato in grado di attirare maggiormente l’attenzione. Comunque erano entrambi riusciti ampiamente nel gesto. Di sicuro non ci saremmo dimenticati in fretta quel giorno.
    Ciò che invero non mi sarei mai aspettato, nella maniera più assoluta, fu il gesto di Febh. Sgranai gli occhi dalla sorpresa quando vidi l’esponente più potente degli Yakushi inginocchiarsi davanti a Diogene. Un Ninja di tale potenza stava letteralmente, e ufficialmente, mettendosi al servizio del Kokage. Mi voltai verso gli Shinobi più giovani, o quelli più scapestrati, i quali stavano assistendo ad una importante lezione: rispetto e lealtà. Controllo. I tre elementi fondamentali che facevano di una persona un leader.

    Ulteriore sorpresa fu la rinuncia della carica di consigliere da parte di Febh, un gesto dovuto forse. Ma di sicuro il momento adatto per me per ritirarmi da quel fastidiosissimo incarico pro-tempore che mi era stato assegnato: - Kokage-sama, ritiro anche io la mia carica pro-tempore di consigliere. In attesa, ovviamente, di un nuovo incarico. –

    Ma le novità di certo non smisero con quelle dichiarazioni. Le parole successive dello Yakushi, in primo luogo, si limitarono a constatare le condizioni e i resti del lascito di Orochimaru ma quando poi il Jonin riportò alla luce una pergamena alquanto singolare il mio cuore letteralmente si bloccò. Il mio sangue si gelò e una goccia di sudore freddo scese lungo il mio viso. Forse Febh era impazzito? Dichiarare e per di più mostrare una pergamena di Indra davanti a tutte quelle persone? Chi poteva assicurarci che erano tutti fedeli ad Oto? Che in mezzo in loro non ci fosse qualche membro di Hayate? Alla fine quella organizzazione, almeno dalla mia esperienza, era talmente abile a mistificarsi e a nascodere le proprie tracce da essere quasi impercettibile. Che in realtà fosse una sorta di invito a sfidarci? Nonostante le già numerose difficoltà che Oto stava affrontando?

    Febh aveva commesso un errore, ed era un dato di fatto. Includendomi nella sua storia aveva di fatto reso anche me un bersaglio di Hayate. Per un bravo Nukenin dunque non sarebbe stato difficile scoprire la mia missione ad Iwa e fare due più due. Per forza di cose, dal punto di vista di Hayate, sapevo che fine aveva fatto Hana. Maledizione! Odiai Febh e la sua maledetta parlantina. Dunque da parte mia mi limitai ad una breve sentenza, secca e che non dava adito ad alternative: - La pergamena di Indra, entrata in nostro possesso, non esiste più. Confermo quanto detto da Febh. E’ bastato del fuoco vivo per bruciarla completamente. Kokage sarò lieto di conferire, esclusivamente con lei, su questa storia. –

    Del resto come si poteva intuire le pergamene di Indra erano armi Ninja a tutti gli effetti. Armi talmente potenti e pericolose che in mani sbagliate potevano distruggere intere città o condannare migliaia di anime al limbo. Armi che dovevano essere requisite, controllate e nel caso ciò non fosse possibile distrutte, come facemmo ad Iwa. Quindi quando realizzai che quelle copie erano frutto della tecnologia estrapolata dalla pergamena la mia visione su quegli esseri cambiò radicalmente. Erano nostre copie, adattate per uccidere e forse più forti di noi stessi. Mentalmente dunque accettai la sfida proposta da Febh: di sicuro le avrei sfidate.

    Poi giunse il momento cardine della giornata. Un momento che difficilmente avrei dimenticato per il resto della mia vita: l’assegnazione dei sigilli. Quando vidi il Kokage invitare i Ninja presenti a fare un passo in avanti per prenotarsi una di quelli “armi” notai allo stesso tempo che il Jonin attivò su di sé un Sigillo. E il potere di tale arma fu tale da ribaltare completamente l’aspetto del Mikawa. I suoi muscoli si irrobustirono, la sua altezza aumentò e il colore della sua pelle si fece vermiglio. Un semplice pezzo di carta poteva, grazie alla forza del chakra in esso impresso, comportare tale modificazioni? Sembrava impossibile ma i miei occhi non mi ingannavano. Il potere sgorgava da quei sigilli e l’avvertimento del Kokage era quanto mai concentro e vero. Solo un controllo superiore poteva gestire una tale forza.

    Sorrisi.

    Per tutto quel tempo avevo aspettato l’occasione giusta. Gli ultimi eventi mi avevano profondamente scosso, avevano messo in serio dubbio le mie abilità e, appunto, la mia capacità di controllo su me stesso e… su gli altri. Ora era giunto il momento di mettersi alla prova. Che Ninja potevo definirmi se avessi rifiutato una tale proposta? Che figura avrei fatto davanti al neo eletto Kage del Suono?

    No, non potevo tirarmi indietro. Avrei preso di petto la sfida e, per tutti i Kami, l’avrei superata. Se fossi riuscito a controllare un mostro di me… come potevo affrontare i veri Mostri che si nascondevano nei peggiori angoli di questo? Questo era il primo passo per il cambiamento, per la mia forza.





    Feci un passo in avanti per avvicinarmi al Jonin e indicando il pettorale destro, attesi il colpo. Un affondo con degli artigli innaturali che non tardò ad arrivare. Il dolore fu la parte minore, abituato come ero a subire, ma i miei occhi non poterono fare a meno di notare come le unghie affilate del Kokage penetrano nella carne, infilando all’interno tra il sangue e la pelle squarciata il sigillo stesso. E fu in quel momento che persi la connessione con la realtà.

    In un battito di ciglia i miei occhi si limitarono a visualizzare un immensa distesa di nero. Di oscurità. Non era possibile in alcun modo cogliere i limiti di tale scenario. Solo nero, profondo. Il Vuoto? Guardai verso il basso, verso i miei piedi, ma colsi solo una fortissima inconsistenza. Come se fossi privo di sostegno, come se appoggiassi su un minuscolo, sottilissimo filo.



    Poi giunse quella voce, pronunciata con un tono sibillino quasi come se fosse un serpente.

    Yotsukiiii
    o
    Tokugawaaa?



    Quando questa voce pronunciò la seconda parola fu quasi come se un veleno fosse stato inoculato nel mio corpo. E caddi nel vuoto. Per risvegliarmi in una foresta. I miei vestiti erano fradici, non di acqua. Non di sudore ma di sangue. La pioggia, violenta, scendeva inesorabilmente su tutto l’ambiente, e goccia dopo goccia il mio corpo si sporcava di sangue. L’odore acre e pungente si faceva sempre più insostenibile.

    Kato. Scusami.



    Davanti a me mio padre.

    Papà.



    Era almeno dieci anni, se non di più che non lo vedevo. Fu l’unica parola che riuscii a rivolgerli prima che dalla sua bocca sgorgasse, in maniera innaturale, un fiume di sangue che si riversò di nuovo su di me. Mi ritrovai così in una sorta di immensa visione caleidoscopica. La mia testa venne scombussolata, rivoltata girata. Non capivo, non mi orientavo e caddi, sempre più verso il basso. Fino di nuovo a sbattere la faccia contro il nulla. E ritrovarmi, a poca distanza da me, un sacerdote. La faccia di quel bastardo stupratore e violento del mio patrigno. La faccia della persona che avevo ucciso poco prima di arrivare ad Oto.

    Bastardo!



    Senza motivo specifico scagliai un pugno contro l’uomo. Pugno che in realtà andò ad infrangersi con il viso di mia madre. Lei cadde, violentemente a terra. L’avevo quasi uccisa dalla furia. Rimasi bloccato, fermo.

    Tu, figlio bastardo. Tu, mio più grande errore. Tu, hai ucciso il mio amato. Tu, hai rovinato la mia vita. Tu hai distrutto tutto ciò che più tenevo a questo mondo. Tu maledetto morirai per mano mia, prestoooo.



    Di nuovo quella voce terribile, a cui seguirono le mie grida. Dove mi trovavo? Che cosa stava succedendo?

    Io gli avevo rovinato la sua vita? Era LEI che aveva distrutto la MIA per le SUE scelte. Io HO liberato LEI dalle sue catene.

    Vomitai, e caddi di nuovo in ginocchio. Dal vomito tuttavia realizzai l’orrore. Avevo appena egurgitato un neonato. Il mio fratellastro. I suoi occhi, neri come la pece, mi fissarono.

    Anche lui ti odiaaaaa



    Di nuovo quella voce, una frase pronunciata quasi impercettibilmente ma che trapassò il mio cranio come un dardo.

    NO.



    Mi voltai di scatto e davanti a me vidi centinaia, no macché, migliaia di persone. Riconobbi i loro vestiti. Era gli abitanti di Iwa. Le persone, che io e gli altri, avevamo condannato all’oblio. Mi stavano circondando, mi stavano raggiungendo. Presi a scappare a muovermi ma le loro mani mi ghermivano, i loro lamenti mi rallentavano. Le loro preghiere, vane, risuonavano come martellate nella mia testa.

    Una mano amica però fece capolino in mezzo a tutto quello. Una mano a cui subito mi aggrappai. Era Oni-Chi il mio padrone guerriero che mi aveva raccolto, raccapezzante, in uno dei peggiori sobborghi del Paese delle Sorgenti Termali. La sua mano calda, il suo affetto mi diedero la forza per scappare da Iwa. Scappare da quei ricordi.

    Sei al sicuro, Kato. –

    Parole confortanti, in quei momenti così bui.

    Vieni con me, sacrificala. –

    E così mi ritrovai nel Circolo Interno, luogo segreto. Massimo reliquiario di quella setta sconosciuta ma dalla forza inarrestabile. Avevo un coltello in mano, un Tanto sacrificale. Uccisi la donna, e ne uccisi altre cento come lei.

    Il mio cuore sprofondò sempre di più.

    Sempre, sempre più a fondo.
    Fino a che…
    Non trovai lei.




    Fino a che non salvai lei. Il mio… Amore. Segreto, segreta così come la identità e locazione.



    Dimmi chi è, Kato.


    Di nuovo quella voce, di nuovo lui. [Nota]Come Febh, ben sa, Kato per tornare vivo da Shifuku ha sacrificato tantissimo, tra cui la vita di migliaia di persone ad Iwa. Anime di Pietra è la giocata cardine su questa PNG. In ogni caso sono aperto a discutere sulla sua storia, linkando eventuali altri riferimenti sparsi qua e là.

    La prenderemo. – Questa volta fu il coro dei cinque Maestri di Sangue a parlare.

    Mai - fu la mia risposta. Per qualche ragione la vidi a distanza, Shifuku, il petalo più prezioso che esisteva al mondo… e per me. Corsi verso di lei, disperato. Nessuno la doveva toccare. NESSUNO.

    Scattai, veloce come il vento, e mi posi davanti a lei. A difesa del suo fragile corpo. Davanti a me i cinque Maestri di Sangue si trasformarono in cinque persone. Mio padre, il mio patrigno, mia Madre, una donnaLa Mamma di Shi Yotsuki, sorellastra di Kato dai lunghi capelli neri e dallo sguardo tenebroso e una bambinaShi Yotsuki , dall’aria malefica quanto il Demonio stesso. E in mezzo a loro si palesò Oni-Chi. Sorridente, soddisfatto.

    E’ nostra Kato, l’ho raggiunta. So chi è. Sono dentro di te e ho raggiunto il tuo segreto più profondo.



    Il viso di Oni Chi si trasformò lasciando spazio ad uno sguardo ancora peggiore, ad una visione terribile. Chi era costui? La sua lingua si allungò verso Shifuku, ma impugnando il mio fido tirapugni gliela tranciai di netto! Tuttavia dalla ferita ne uscirono altre due, come un’idra e così continuai a sferrare fendenti uno dietro all’altro: - MAI! MAI! MAI! - ogni volta un grido disperato, ogni volta sempre più provato e stanco dalla lotta. E più si avvicinava verso Shifuku più le sue dichiarazioni mi spezzavano nell'animo.

    Lei è il tuo segreto più nascosto. Lei è il tuo punto debole. Lei è tutto per te. Perché… tu… la AMI!



    NO. – mi scaraventai contro l’uomo, se tale si poteva definire. – LEI NON E’ DI NESSUNO. –

    La figura scomparve, ritornando vicino a Shifuku. La stava ormai per raggiungere.

    Ma il mio segreto, il nostro segreto non poteva essere svelato. A qualunque costo. Se… se veramente l’avesse scoperto quali sarebbero state le conseguenze? Mi alzai, mai così deciso, e corsi verso la mia amata. In un colpo secco, un fendente preciso, carico di disprezzo nei confronti di quell’essere colpii la donna. Colpii Shifuku.

    Gridaii con non mai nella mia vita. Di dolore, di tristezza, di disperazione.

    UN GIORNO CI RITROVEREMO! TE LO PROMETTO.





    La uccisi.



    Uccisi l’unica persona che veramente mi legava all’umanità. Lei scomparve davanti a me e con essa il suo ricordo. Per salvarla. Per renderla intoccabile da questo mostro. Alzai lo sguardo, uno sguardo carico di odio ma allo stesso tempo focalizzato.

    - Tu non puoi avere il controllo su di me. Perché non ho più punti deboli. Io sarò il tuo PADRONE. Io avrò il controllo su di TE. Inginocchiati. -



    Le ultime quattro parole risuonarò come un tuono in quel vuoto immenso. Un ordine, un imposizione. Una condizione talmente forte da piegare i Demoni stessi. Sarei riuscito a sottomettere quell’essere spregevole?



    [Nota]Il cambio di colore del mio parlato esprime di fatto un cabmio della personalità di Kato. Le varie sfacecciature della cosa si sviluperranno chiaramente nelle prossime giocate e/o post.

    Ovviamente a Diogene il risultato o meno della prova.


  2. .

    Duello



    2




    Quando Hisae l’Arrendevole si accorse che la Sunese stava per agire sul serio si piegò su entrambe le gambe pronta a scattare e a difendersi di conseguenza. In cuor suo sperò di concludere il più velocemente possibile quel scontro, sapeva che le sue abilità e le sue capacità erano di fatto superiori.

    Certo, quando vide apparire dal braccio del Chunin un’arma a dir poco non convenzionale fu colta dalla sorpresa, ma decisamente in misura infinitamente inferiore rispetto al terrore che si dipinse sul volto della Sunese quando realizzò la comparsa di un individuo oscuro alle sue spalle.

    Un misterioso uomo che presto venne identificato come il Flagello Immortale, un Nukenin di immensa pericolosità. Un Ninja talmente forte che si diceva poteva competere direttamente con i Kage. Che cosa potevano fare entrambe le donne? Scappare? Difficile se non quasi impossibile. Almeno senza non prima averlo debilitato.

    Hisae dovette combattere contro se stessa per superare il suo impulso primordiale di fuggire, ma la sua logica gli impediva di farlo. Fuggire ora avrebbe significato morire presto. Dunque mantenendosi ad una distanza di circa nove metri dal Flagello [S. Mov. Gratuito + S. Azione 1]Cerco di mantenere costante la distanza di nove metriavrebbe rilasciato, dopo un lungo caricamento, un pericoloso Genjustu [S. Tecnica Avanzato]Azione Rapida

    Fiume in Piena
    Villaggio: Kiri
    Posizioni Magiche: Tigre, Scimmia, Cavallo, Drago, Lepre, Cane, Serpe (8)
    L'illusione si attiva se la vittima presente entro 9 metri l'utilizzatore. La vittima vedrà comparire dal terreno dell'acqua che s'innalzerà fino all'altezza di mezzo metro, con una forte corrente. La vittima avrà Intralcio Medio, sarà Scoordinato, Velocità e Riflessi saranno ridotti di 2 tacche. Ogni consumo di chakra effettuato richiederà alla vittima un consumo ½ Basso extra. L'efficacia dell'illusione è 60.
    Tipo: Genjutsu - Dame-ji
    (Consumo: Alto / Mantenimento: Mediobasso)
    [Da jonin in su]
    contro il nemico invitando l’alleata così a colpirlo il più pesantemente possibile – Ora! Uccidilo! –

    E così Jun prima di riversare tutta la potenza del suo missile si sarebbe avvicinata per raggiungerlo a nove metri [S. Mov. Gratuito]Questione di pochi passi. per scaricare sul Flagello un suo genjustu, atto a debilitarlo e renderlo più “umano” e dunque debole [S. Tecnica Avanzato]
    Intento Assassino
    Villaggio: Specializzazione
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'illusione si attiva entro un raggio di 9 metri se percepito dalla vittima. La vittima vedrà la furia omicida dell'utilizzatore riversarsi sulla propria mente, paralizzandolo. Le vittime saranno Semiparalizzate e avranno un malus di 2 tacche a Velocità e Riflessi per azioni contro l'utilizzatore o alleati. L'efficacia è pari a 40; colpisce chiunque presente entro il raggio d'azione.
    Tipo: Genjutsu - Bakkin/Tameshi
    (Consumo: Alto)
    [Da chunin in su]
    . Poi avrebbe scagliato il missile contro l’uomo, ad altezza del suo torace. [S. Azione 1]Lancio Missile Shark. Precisione: 725 Potenza: 60

    Terminata l’azione Hisae avrebbe sparato contro il nemico, dopo aver creato attorno a se stessa il sapone [Creazione]Creazione di 12 unità[/COLOR], un po’ di quest’ultimo mirando chiaramente ad altezza della sua testa [S. Movimento Insaponato + S. Azione 2]Mosse 4 unità di sapone, consumo 2 bassi, tramite Slot Movimento Insaponato; consumo 2 basso in trasformazione bolle.

    Furtività sapone: 9 (furtività base + movimenti invisibili + furtività bonus ts)



    Velocità: 700 (pari alla precisione di 650 + 2 tacche da bonus ts)

    Consumo Slot Azione 2 per far esplodere le bolle.
    Potenza esplosione: 40

    Bolle da Battaglia [Combattiva]

    Sfere Distruttive
    Speciale: Le sfere distruttive, quando fatte esplodere, danneggiano tutto ciò presente all'interno di esse ed entro mezzo metro. L'utilizzatore può farle esplodere componendo un sigillo con una mano; è possibile far esplodere o annullare la bolla tramite uno slot azione. La potenza offensiva è pari alla potenza della bolla. Si può rompere al tocco, facendola esplodere.(
    [Richiede Manipolazione del Sapone I]
    )

    [Da genin in su]


    [/COLOR]
    . Nuovamente Hisae avrebbe ripetuto l'azione, mirando sempre a far esplodere il sapone, una volta trasformato in bolla, vicino alla testa del Flagello [S. Tecnica 2 + S. Azione 3]Mosse 4 unità di sapone, consumo 2 bassi, tramite Slot Tecnica; consumo 2 basso in trasformazione bolle.

    Furtività sapone: 9 (furtività base + movimenti invisibili + furtività bonus ts)



    Velocità: 700 (pari alla precisione di 650 + 2 tacche da bonus ts)

    Consumo Slot Azione 3 per far esplodere le bolle.
    Potenza esplosione: 40 (+10 Bonus Precisione)

    Bolle da Battaglia [Combattiva]

    Sfere Distruttive
    Speciale: Le sfere distruttive, quando fatte esplodere, danneggiano tutto ciò presente all'interno di esse ed entro mezzo metro. L'utilizzatore può farle esplodere componendo un sigillo con una mano; è possibile far esplodere o annullare la bolla tramite uno slot azione. La potenza offensiva è pari alla potenza della bolla. Si può rompere al tocco, facendola esplodere.(
    [Richiede Manipolazione del Sapone I]
    )

    [Da genin in su]


    ]
    . Sarebbero poi seguiti altri colpi a ripetizione da Jun. La Sunese avrebbe sempre scagliato due dardi, uno dietro al altro, mirando con il primo alla gamba destra e con il secondo dardo a quella sinistra. [S. Azione 2 e 3]Precisione: 625


    Proiettili Pesanti [Distanza]
    Si tratta di proiettili da sfruttare solamente tramite archi o balestre, e solo per uno dei due meccanismi.
    Tipo: Da Lancio - Perforazione
    Dimensione: Piccola
    Quantit?: 6
    (Potenza:20 | Durezza: 2 | Crediti: 15)

    Balestra a una Mano [Meccanismo]
    Si tratta di un'arma a una mano in grado di scagliare a grandi distanze proiettili appositi: la gittata a tiro diretto è pari a 30 metri. I proiettili ignorano protezioni di durezza inferiori a 3 se percorsi almeno 9 metri. La Potenza dei proiettili (senza potenziamenti) è raddoppiata; è possibile scagliare un singolo proiettile.
    Tipo: Supporto - Supporto
    Dimensione: Mediopiccola
    Quantit?: 1
    (Potenza:1 | Durezza: 2 | Crediti: 50)


    Colpi semplici, a distanza, ma decisamente utili per debilitarlo!


    CITAZIONE
    Scheda Jun

    Scheda Hisae

    Non metto i consumi, perché ho dei grossi dubbi sulle stime di sopravvivenza di questi due PG. Al limite prossimo post integro.
  3. .

    Il Nettare dell'Orchidea


    2



    Quando il bambino si risvegliò quello che si trovò davanti agli occhi fu un me decisamente diverso dal solito. Ero un Kato bambino, o per meglio dire adolescente. Su per giù una persona qualunque avrebbe detto che la mia età si aggirava attorno ai quattordici anni, la mia altezza ovviamente era di molto ridotta giusto per non apparire un gigante ai suoi occhi.

    Ascoltai le sue parole e rimasi decisamente colpito da un particolare. A quanto sembrava avevano una sorta di “nonna” che li sosteneva e gli assicurava un pasto… probabilmente in cambio di qualche servizio. Un essere meschino e dedito al guadagno personale. Verosimilmente se mi fosse capitata a tiro non ci avrei messo molto tempo a decidere che farne di lei.

    Comunque mi limitai a rispondere brevemente al bambino, di nome Gurai: - Sì, mi chiamo Shinky e sono appena diventato orfano. I miei erano mercanti, e niente. Sono morti durante una spedizione. I miei parenti hanno venduto tutto e mi hanno lasciato per strada, senza soldi e cibo. Vi ho visti e dunque ho deciso di seguirvi. Il mio cuore mi dice di fidarmi di te! –

    E così lo seguìì in una sorta di intricato cunicolo che ci portò decisamente sotto terra, ad una profondità notevole. Lo scenario che mi si aprì una volta arrivato fu decisamente inaspettato. Davanti a me si presentarono davvero tanti bambini, di varie età, inseriti in un grande locale confusionario ma pieno, strapieno, di cibo tutto allocato al centro della stanza stessa.

    Ai margini non potei non notare una tabella. Fu semplice realizzare che rappresentava una classifica. Infatti Gurai mi spiegò il significato. I primi tre del giorno potevano incontrare la vecchia. Sorrisi, mi si stava proponendo una sfida. Rifiutai il cibo: - TI rigrazio Gurai ma ho un po’ di mal di pancia, preferisco saltare. – in realtà non potevo escludere che quel pasto fosse avvelenato o drogato.

    Scoprii ben presto che avevo solo un’occasione per andare a trovare la nonna e di conseguenza dovevo getirmi la situazione nel miglior modo possibile. Dovevo racimolare abbastanza soldi per arrivare tra i primi, o meglio per superare quantomeno Hogo, visto che Gurai era fin troppo bravo.

    Pensai qualche istante e per la testa mi balenò un’idea alquanto interessante. Rivolgendomi a Gurai mi espressi sinceramente: - Ascolta Gurai mi sembra decisamente maleducato sfruttare la vostra ospitalità gratis, mi piacerebbe incontrare la nonna. Facciamo una scommessa: perché non giochiamo tutti al gioco dei tre bicchieri? 100 Ryo a puntata. TI chiedo di prestarmi i primi cento ryo e di chiamare il resto dei bambini, se perdo più di tre volte di fila ti darò tutto quello che ho guadagnato! Io ti assicuro che ci sarà da divertirsi.-

    Rubare le caramelle ai bambini? Lo stavo esattamente facendo ora. Ero un maestro nei giochi di prestigioFurtività, Manualità, Prestigiatore

    Manualità [1]
    Abile: L'utilizzatore può fare e disfare facilmente i nodi, creare oggetti in rapidità, compiere altri lavori di precisione con discreta velocità. Creare oggetti richiederà slot gratuito Veloce anziché Lento.
    [Da genin in su]

    Prestigiatore [1]
    Abile: L'utilizzatore ha una precisione e una finezza nei movimenti delle mani che sfiora il sovrannaturale. Può compiere facilmente giochi di prestigio con oggetti di dimensioni pari o inferiori a mediopiccola. Possono passare gli oggetti occultati da una mano all'altra in un tempo ridotto, difficilmente percepibile.
    [Da genin in su]
    e di certo dei semplici bambini non sarebbero mai riusciti a vincere contro di me, consapevole che per loro presto sarebbe diventata una droga. Così avrei preso tre bicchieri o contenitori opachi e una pallina e avrei invitato tutti i presenti a giocare con me! – Forza, ragazzi. Mi presenterò come il giocoliere della nostra combriccola, è il mio modo per darvi il mio benvenuto, chi inizia? 100 Ryo al vincitore!–

    Ovviamente avrei cercato di vincere tre partite su quattro, con l’obbiettivo di superare quantomeno i 2300 ryo. Non credo che sarebbe stata un’impresa impossibile, alla fine dei conti.


    Nota per il QM

    Come d'accordi mi sostituisco autoconclusivamente a Shinken, rimescolando l'ultimo post di Diogene.



  4. .

    Amministrazione


    7



    I giudizi dell’attendente del Daimyo furono secchi, precisi e senza dubbio significativi. Così come le sue indicazioni. Ancora scosso dalla sorpresa e dallo scontro inaspettato contro il Nukenin ci mesi diverso tempo a realizzare il tutto.

    Sospirai diverse volte, in più occasioni. Per la prima volta mi stavo ritrovando ad interpretare il ruolo dei grandi. Il gioco del potere e sebben pro-tempore dovevo prestare la massima attenzione per evitare di finire incastrato in strategie che potevano condannare la mia ascesa al Clan Yotsuki, e al potere stesso.

    Mi limitai a rispondere brevemente al Daimyo: - Così sarà fatto. Onorerò l’incarico assegnatomi, e mi assumerò le responsabilità fin tanto che Febh-sama ritornerà al suo ruolo. – E con un leggero inchino mi sarei limitato a salutarlo con rispetto. Subito dopo seguirono le parole, acide con il veleno dei serpenti, di Hebiko.

    La squadrai dall’alto al basso. Avevo appena combattuto contro un avversario che era stato in grado di tenermi testa, che era purtroppo fuggito e che probabilmente rappresentava una minaccia per Oto. Senza considerare che ero appena stato nominato consigliere di Oto.

    E le parole di sfida e di sfregio della Vipera non furono che la ciliegina sulla torta. Sorrisi, laconico. Attesi qualche secondo prima di parlare, ragionandoci con ponderazione: - Hai ragione Hebiko Dokujita. Rispetto e obbedienza sono concetti molti diversi. Io ho guadagnato entrambe le cose alle Mura, e te farai altrettanto… o ci proverai. Ti ordino di sostituirmi alle Mura, e di assumerti la responsabilità di difesa dei Gate. Al tuo posto di segretaria verrà Kamine, in mio aiuto. – guardai la prorompente Ninja del Suono – I nostri ruoli sono tutti momentanei e temporanei. A differenza tua, Hebiko, guardo tutto questo come un’opportunità. Un modo per conoscere il lavoro degli altri e crescere come gruppo, nonostante le nostre immense divergenze. Nel tempo in cui prenderò le veci da Consigliere mi occuperò direttamente di Kamine, e – rivolgendomi verso quest’ultima – Ti renderò decisamente più avvezza al combattimento. Quando terminerò i miei compiti, a fine giornata, ti allenerò. –

    Rispetto e obbedienza, aveva detto bene Hebiko. E non avevo alcun dubbio che sarei riuscito a conquistarli entrambi anche davanti agli impiegati dell’Amministrazione. Avevo a disposizione diverse armi per mettere alla berlina quella donna. Le mie Kage Bushin, per ridurre drasticamente la burocrazia e i suoi tempi e risparmiare tempo agli impiegati. Il mio grado Chunin utile per superare le limitazioni amministrative e infine Kamine… Segretaria pro tempore e miglior toccasana di Oto per l’umore degli impiegati.

    Hebiko Dokujita non aveva nulla di tutto questo, se non la sua insopportabile presenza.

  5. .

    The Strong One


    III



    La sconfitta del mio avversario fu assolutamente prevedibile. Non ci volle molto e il capo dei muratori cadde sconfitto e surclassato dalla mia forza. Non fu necessario sprecare molto chakra o spingersi troppo oltre, semplicemente aveva sfidato un vero professionista. Mi limitai ad un cenno con la testa, in segno di rispetto. Se lo era guadagnato. Quel tipo nonostante fosse un civile andava ben oltre alle capacità di molti Ninja, soldati e guerrieri.

    Mi ripresi per un secondo, giusto il tempo per realizzare che il mio avversario successivo non sarebbe stato altro che il tipo che aveva richiamato l’attenzione di tutto il Ramen, ancora prima che le sfide iniziassero. Il gigante silenzioso. Un mostro di muscoli e di grandezza, che non avevo mai incrociato prima. Il mio sguardo si fece decisamente serio. A differenza del precedente non potevo sottovalutarlo, pena la sconfitta e forse danni ancora più seri. Certo, d’altra parte se fossi riuscito a sconfiggerlo sarebbero rimasti ben pochi uomini tra me e il traguardo. Dunque si trattava di uno scontro decisivo.

    L’uomo stesso appoggiandosi alla sedia fece sobbalzare pure il tavolo, campo della nostra battaglia, limitandosi a profetizzare la mia sconfitta. Di certo sapeva come incutere timore, nei pivelli ovviamente. Appoggiai l’arto sinistro sul tavolo e stringendo le mani mi preparai a ricevere la prima, sicuramente poderosa spinta, che in realtà non avvenne!

    Infatti i miei sensi, in particolare i miei occhi, andarono a posarsi su un meccanismo che conoscevo molto bene: l’amplificatore di suoni che comparve all’improvviso. Sapevo dunque che da lì a poco sarebbe giunta qualche tecnica o un attacco particolare… ma per nulla al mondo lo avrei permesso! Anticipando le sue mosse scaricai tutta la forza che disponevo sulla sua mano: una combinazione letale di Chakra elettrico, Note del Dolore e forza puramente muscolare! Un attacco che avrebbe pure rischiato di distruggerlo fisicamente ma del resto quello di certo non sarebbe stato un mio problema. Per la precisione avrei stritolato la sua mano, spingendo al contempo tutto il mio corpo (sfruttando la forza del braccio, spalla e torso) contro di lui per portare sempre la sua mano contro il tavolo e decretare la mia vittoria! [AdO, S.TA]
    Eseguo AdO su Nota Distruttiva, in quanto sfrutto l'abilità Taijuzzaro

    Potenza: 10 da Attacco corpo a corpo + 15 da Esplosione Elettrica

    Forza: 750 (+ 1 tacca da Mi! Fa! +2 Tacche da La! Si!)
    Velocità: 750 ( +2 Tacche da Mi! Fa! + 3 da La! Si! +1 da Esplosione Elettrica)



    Compentenze usate: Taijuzzaro, Tecnica Economica, Taijustu perfette

    Note del Dolore: Mi! Fa! Sol!
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore, colpendo l'avversario, può causare Dolore (DnT Medio) nella zona colpita tramite il chakra compresso. La Forza e Velocità del colpo saranno incrementate di 2 tacche. Può essere utilizzata a mani nude o con [Potenziamenti]. È possibile combinarla con le tecniche "Note del Dolore: Do! Re" e "Note del Dolore: La! Si! Do!" sfruttando un singolo slot tecnica avanzato per attivare più tecniche insieme, sullo stesso colpo.
    Tipo: Taijutsu -
    (Consumo: Mediobasso)
    [Da genin in su]

    Note del Dolore: La! Si! Do!
    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore, colpendo l'avversario, può incrementare le statistiche del proprio colpo: la Forza sarà aumentata di 4 tacche, la Velocità di 3 tacche. Può essere utilizzata a mani nude o con [Potenziamenti]. È possibile combinarla con le tecniche "Note del Dolore: Do! Re" e "Note del Dolore: Mi! Fa! Sol!" sfruttando un singolo slot tecnica avanzato per attivare più tecniche insieme, sullo stesso colpo.
    Tipo: Taijutsu -
    (Consumo: Medio)
    [Da chunin in su]

    Taijuzzaro [2]
    Talento: L'utilizzatore può eseguire AdO se un avversario utilizza una Ninjutsu entro 9 metri dall'utilizzatore. L'AdO deve essere un Taijutsu che sferri un attacco. Può portarsi automaticamente a distanza da mischia per eseguire l'attacco, entro la distanza di attivazione. Il movimento accelerato non può avere finalità difensive. Utilizzabile 1 volta a round, non è possibile utilizzare altre abilità Talento in combinazione.
    [Da chunin in su]

    Tecnica Economica [2] su La! Si!
    Talento: L'utilizzatore può eseguire la tecnica avanzata risparmiando il 25% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 2 round. Alternativamente è possibile risparmiare il 50% del consumo d'attivazione; può essere utilizzata 1 volta ogni 3 round. Non è possibile sfruttare altre abilità "Talento" in combinazione.
    [Da genin in su]

    Taijutsu Perfette [0]
    Speciale: L'utilizzatore può utilizzare 2 abilità "Talento" applicandole alla stessa taijutsu, 1 volta ogni 2 round.
    [Da chunin in su]


    Se ciò non fosse bastato prima di continuare mi sarei limitato ad un avviso secco: - Fermati e arrenditi, se non vuoi perdere la mano! – se si fosse rifiutato allora avrei proseguito con la chiara intenzione di distruggergli completamente l’estremità superiore del braccio. Sforzando tutto il corpo e facendo leva con il braccio sinistro avrei spinto l’intero arto con lo scopo di portare quello controlaterale dell’avversario verso la superficie del tavolo, stritolando al contempo la mano del gigante e aggiungendo un esplosione elettrica ad ogni tentativo. [S. Azione I, II e III]Per tutti e tre gli Slot:

    Forza: 675, Velocità: 625.

    Potenza: 10 +15 (esplosione elettrica)
    Per tre volte di fila, che se sommate alla prima combinazione di tecniche, avrebbero presto trasformato il braccio del Gigante in un piccolo stuzzicadenti! La domanda dunque era molto semplice: fino a che punto si sarebbe spinto?

    In ogni caso se fossi risultato vincitore dello scontro mi sarei limitato ad un commento sbrigativo, ma deciso, nei confronti del Gigante: - La forza bruta non porta a nulla senza controllo, e sfruttare i trucchi di noi Ninja senza esserlo è deleterio. Decidi chi vuoi essere... prima di sfidare un Chunin. -

    Tabella Riassuntiva

    Chakra Residuo: 72,25/80 o 70/80 Bassi




  6. .
    Benvenuto! Vedrai che ti troverai super bene e poco alla volta scoprirai quanto avrà da offrire questo GdR per degli appassionati come noi!
  7. .

    La Famiglia Nijmura


    X



    I miei attacchi colsero di sorpresa il vecchio bastardo. E in particolare laa potenza del Chakra compresso venne completamente scaricata sull’addome del Vecchio e un leggero sorriso di soddisfazione apparse sul mio volto quando realizzai che l’attacco andò a segno. Tuttavia fu solo una breve sensazione poiché anche il vecchio accennò ad una sorta di sorriso, mischiato al dolore. I miei occhi caddero sul gesto della sua mano. Non ci volle un genio per capire quanto sarebbe successo da lì ad un attimo. Fu il suo regalo di addio. Un richiamo per i suoi braccianti. I miei sensi infatti percepirono l’avvicinamento di tutta quella carne morta. Forse mi voleva riservare un destino simile a Kamine? Molto probabilmente. Per quello avrei dovuto spremere al massimo le mie capacità per evitare il peggio.

    Non c’era modo di fuggire in maniera convenzionale. Ero circondato e farmi strada verso quei braccianti avrebbe significato fare il loro gioco. Ma allo stesso tempo era difficile credere che quei fantocci sarebbero stati in grado di inseguirmi o cambiare direzione, visto che dipendevano dal vecchio. Di conseguenza agii nell’unico modo possibile: avrei rischiato il tutto per tutto. Agendo sempre alla massima velocità mi appoggiai la mano sulla pancia e scaricai nuovamente la potenza del Chakra compresso, questa volta su di me! [S. Tecnica Avanzato + Abilità]

    Note del Dolore: Do! Re!

    Villaggio: Oto
    Posizioni Magiche: Nessuna (0)
    L'utilizzatore, colpendo l'avversario, può allontanare la vittima fino a 9 metri di distanza tramite il chakra compresso. La Forza del colpo sarà incrementata di 3 tacche. Può essere utilizzata a mani nude o con [Potenziamenti]. È possibile combinarla con le tecniche "Note del Dolore: Mi! Fa! Sol!" e "Note del Dolore: La! Si! Do!" sfruttando un singolo slot tecnica avanzato per attivare le tecniche insieme, sullo stesso colpo.
    Tipo: Taijutsu -
    (Consumo: Basso)
    [Da studente in su]

    Direzione del Suono
    Talento: L'utilizzatore può modificare a piacimento la possibile direzione della traiettoria della spinta causata da Note del Dolore: Do! Re! A prescindere dall'angolo in cui viene colpito il bersaglio. È possibile usarlo una sola volta ogni 2 Round. Non è possibile sfruttare altre abilità 'Talento' in combinazione.
    [Da genin in su]

    Grazie alla mia esperienza su quella tecnica mi sarei letteralmente sparato verso l’alto e all’indietro, cercando di formare una sorta di traiettoria semi parabolica, ad alcuni metri da terra, così da scampare all’assalto dei nemici passando direttamente sopra le loro teste!

    Il tutto avvenne in una manciata di istanti e sfruttando il Chakra elettrico in anticipo per difendermi da eventuali esplosioni mi preparai al peggio, che avvenne pochi momenti dopo la mia traslazione in aria. L’esplosione infatti non tardò ad arrivare e l’onda d’urto della deflaglazione mi spinse via sporcando la traiettoria e costringendomi a cadere in malo modo sul terreno. Ferito, ma sicuramente salvo! [Danno]Poiché risulterebbe irrealistico e antisportivo riuscire a schivare tutta l'esplosione completamente Kato subisce in aria un danno Medio diffuso in tutto il corpo

    Alzai subito lo sguardo e realizzai che dei braccianti non rimaneva che pezzi e frattaglie, mentre il vecchio apparentemente sembrava messo a terra, schiantato contro il muro. Kamine d’altra parte era posta a vari metri da me, distesa gravemente ferita e svenuta. Dovevo agire in fretta, perché le fiamme allo stesso tempo stavano ormai per lambire le villa stessa. Per prima cosa mi accertai della sconfitta del vecchio e mantenendo la distanza utile lanciai due kunai contro il bastardo, con la chiara intenzione di perforargli il collo, e decretare dunque definitivamente della sua morte.

    A quel punto corsi verso Kamine, realizzando le sue condizioni. Era messa molto male, ma respirava ancora. Così la presi in braccio e pensai alla mossa successiva: ritrovare il Chunin della Foglia e il Ninjmura. Non ci misi molto e compresi che pure il Foglioso era riuscito a sconfiggere, e catturare vivo, il mandante e principale nemico della nostra missione. Ma non c’era tempo per gli inconvenievoli: - Oda, dobbiamo fuggire! O questo fuoco ci mangierà vivi a breve. Dobbiamo cercare una via di fuga, magari attraverso il bosco, oppure gettarci un pozzo. Cazzo, dovranno pur attingere ad una fonte d’acqua se vogliono coltivare tutto questo nella Villa, no? Come ultima alternativa non ci resterà che affrontare le fiamme, con una coperta e passare attraverso. – Così, lasciando qualche attimo per Oda nel rispondere, avrei iniziato a correre attorno alla Villa per realizzare la presenza di un pozzo, in cui buttarsi (così da evitare le fiamme almeno fin tanto che l’incendio si sarebbe placato e richiamando Oda a seguirmi verso il basso grazie al chakra adesivo) oppure individuare una via di fuga, il tutto portandomi sempre in braccio Kamine.

  8. .

    Amministrazione


    V



    Scrollai la testa all’udire le parole di risposta dell’Amministratore. Non capivo se stesse o meno facendo sul serio. Davvero era convinto che gli avevo regalato un mio segreto rivelando la mia posizione nei confronti del Clan? Mi trattenni dal rispondere, ascoltando in ligio silenzio il discorso successivo del Yakushi. Febh stesso aveva sfidato e affrontato la propria capoclan, ma stando al tono e al modo in cui aveva posto la sua affermazione non si era messo veramente in gioco. Comunque aggiunse che il Clan Yakushi ben poco aveva a che vedere con noi Yotsuki tuttavia, in un certo senso, si propose nel darmi una mano. Una sorta di aiuto sottobanco, in grado di ottenerlo sfruttando le risorse a sua disposizione.

    Mi allontanai di qualche passo, seriamente preoccupato. Non capivo il suo comportamento, con tutta onestà. Mi sembrava francamente impossibile che l’amministratore del Villaggio non fosse a conoscenza dei miei rapporti con gli Yotsuki, delle vicende di mio padre. Ragionai velocemente, e se quella proposta in realtà nascondeva una pericolosa conseguenza? Alzai lo sguardo verso il Jonin, assolutamente consapevole delle mie parole successive: - Lei offende la mia intelligenza, Amministratore. Il mio odio, e rancore, nei confronti del Clan non è un segreto per nessuno, pure Ninja di Villaggi diversi da Oto sanno della mia storia. Anzi la cosa veramente sorprendente è che nessuno del Clan si sia mosso contro di me. Per quanto mi sembri impossibile che lei non ne sia a conoscenza mi ripeterò. Diverso tempo addietro ho partecipato ad un torneo tra Yotsuki di Kumo e di Oto. Vinsi il torneo, facilmente, ma rifiutai in un certo senso la gloria e i riconoscimenti che spettavano al vincitore. In pratica quel giorno dichiarai ufficiosamente guerra al mio Clan, sfidando tutto ciò che a loro era più chiaro: la tradizione. Dunque la sua proposta mi mette in grande disagio, e preoccupazione. Chi non mi dice che lei non sia d’accordo con il Capoclan Yotsuki? Magari per portarmi su una strada prefissata? Infondo l’influenza, e i soldi, di quel bastardo pesano molto di più della mia misera posizione. No, Jonin, rifiuto la sua proposta. Agirò per conto mio, alla luce del sole, e mi prenderò ciò che è di mio diritto. Legalmente, così nessuno potrà mai contestare i miei risultati. – ero assolutamente convinto. Avevo commesso molti crimini, agito in maniere spesso subdole ma se volevo raggiungere quell’obbietto e conquistare la fiducia del Clan non potevo distruggerlo colpendolo all’ombra, lo potevo fare solo in un confronto diretto. E non mancava ancora molto, ne ero certo.

    Il discorso poi proseguì su diversi argomenti e dissentii nuovamente nei confronti del Jonin. Non capivo se le sue risposte erano frutto di una sorta di gioco, di provocazione. Mani d’Oro era il risultato del Clan Yotsuki, il vecchio sicuramente aveva sicuramente edulcorato la situazione, minimizzandola. No, non mi avrebbe fatto il lavaggio del cervello. In più venni a conoscenza che il mostro che attaccò il Villaggio si rivelò provenire da Kumo. Fondata ovviamente dal ramo principale Yotsuki, insomma la situazione non era delle migliori… Successivamente Febh mi chiese di nuovo di specificare le minacce interne e al che sospirai sconsolato: - E’ evidente che mi sono espresso male. Io intendevo esattamente quelle che ho elencato prima. Davvero. Semanticamente parlando per interno intendo letteralmente quello che proviene da dentro Oto. Mani d’Oro ha agito all'interno di Oto, il Mostro ha distrutto Oto dall’interno. Diversamente invece per esterno intendo che ne so, un attacco da parte di Nunkenin. E’ ovvio: la minaccia interna è più grave dell’esterna perché significa che qualcosa ha fallito, che il primo strato di difesa ha ceduto e non ha filtrato il pericolo ed quindi ecco spiegato perché temo di più la minaccia interna era banale da dire, ma era così che intendevo le differenze.

    Infine Febh riprese il discordo del Kage virando verso nomi, situazioni e luoghi decisamente… inquietati. Dopo la ramanzina sulla definizione di Kage, che ritenevo terribilmente sbagliata, ripropose un esempio decisamente concreto. Il mio sangue gelò nuovamente. Già perché quello che avevo sperato non accedesse invece stava avvenendo esattamente davanti a me. Si era riferito alla Villa Mikawa, a Diogene e al Kokage. Tre parole che messe insieme creavano una combinazione ancora più esplosiva del Mostro di Kumo. Avevo decisamente paura, in quei momenti. Cosa potevo rispondere? A conti fatti lui poteva essere a conoscenza dei miei legami con Diogene-sama, ma a parte qualche piccolo discorso sulle sue qualità di comando (riferite a Febh) e sul tentativo di furto di un oggetto molto prezioso altro non era uscito, ammesso che ne sapesse qualcosa.

    Sospirai, presi qualche attimo di tempo, pensando per bene alle parole successive. Voleva una risposta sincera? Gliela avrei data: - Se fosse una missione suicida non parteciperei. – il pensiero andò al Clan e a lei, la mia vera promessa – Ho i miei motivi per restare in vita, connessi con Oto stessa. Un conto è trovarsi in una situazione in cui si rischia la morte e fa parte del nostro lavoro. Ma buttarsi nel vuoto, senza possibilità di vittoria, è un’idiozia per due ordini di ragioni: primo perché si getta la propria vita e secondo perché si getta un investimento e una fonte di potere. Ogni Ninja di Oto è un piccolo tassello che contribuisce al potere del Villaggio. Fin dalla tenera età Oto investe sul Ninja, spende tempo e soldi. Uccidersi a vicenda, una guerra civile, sarebbe una catastrofe perché perderemmo la nostra posizione sulla scacchiera mondiale in quanto indeboliti. Quindi quello che farei sarebbe evitarla. Eviterei sia la morte di Diogene, che la morte del Kokage. Di nuovo, Jonin: io odio lo Status Quo, odio la stagnazione perché porta con sé il virus della debolezza e quindi bisogna nutrire il Villaggio con le sfide che migliorano l’arguzia, con le difficoltà che temprano e con i combattimenti che rendono forti. Ma ripugno l’assassinio indiscriminato di colleghi e membri della stessa nostra comunità. Certo ammesso e non concesso che uno di noi, Ninja, non abbia commesso qualche crimine terribile e imputabile con la morte, e decade quindi come Accademico. E direi che questa è per me una risposta definita e decisamente esauriente. -




  9. .
    La situazione sta degenerando, onorabile Daymo Yamamoto. Se non interverremo subito la stabilità, così duramente conquistata del nostro Paese, verrà messa in discussione. – una voce intervenne. Il tono era leggermente preoccupato, in netto contrasto col tono di voce molto più posato e calcolato del massimo capo politico di quel Paese – Dobbiamo contattare l’Accademia. Dobbiamo darne a capo in qualche modo. Ne va del destino delle Valli. -


    ________________________



    Nessun briefing, nessun contatto diretto con i superiori. Solo una missiva spedita con la massima urgenza raggiunse i quattro membri dell’Accademia scelti per il compito, consegnata a mano da una coppia di Genin. L’urgenza del resto non concedeva spazio a riunioni o perdite di tempo e richiedeva la massima priorità e riservatezza. Ecco perché l’organizzazione militare principale del Continente si era scomodata nel muovere addirittura dei sottoposti per assicurarsi il recapito della lettera ai diretti interessati, ovunque essi si sarebbero trovati.

    Una volta scartato il sigillo sarebbe seguita la lettura del contenuto:


    CITAZIONE

    ***Missione Prioritaria Classe B***
    ***Contenuto massima riservatezza – distruggere una volta appreso ***

    Con questa missiva si ordina di interrompere ogni attività in corso e dirigersi il più velocemente possibile alla Capitale del Paese delle Valli: Eiga. Il punto di ritrovo con i suoi colleghi sarà alle porte di ingresso della Città, alla Locanda Il Vallo perduto, fra due giorni alle ore 1200.
    Una volta riuniti alle ore 1500 andrete a conferire direttamente col Daymo, presso il Palazzo Nobiliare. Ivi vi saranno forniti gli obbiettivi della Missione, dal Daymo stesso.
    Non è richiesto un camuffamento. Tuttavia nel caso la parola d’ordine sarà, eventualmente anche per ricevere l’appuntamento col Dayamo: Seikatsu.
    Nessun supporto, nessun appoggio.
    La risoluzione della Missione avrà conseguenze sui rapporti con l’Accademia.
    Libertà di uccidere concessa.

    ***Contenuto massima riservatezza – distruggere una volta appreso ***





    Forse per dei Chunin ben informati non sarebbe stato molto difficile capire il motivo di quella chiamata così improvvisa. Da poco tempo, solo questione di giorni, circolavano strane voci sul Paese delle Valli. Un numero tremendamente alto di suicidi. Assolutamente fuori da ogni scala, quasi come se fosse una guerra. Il problema tuttavia era ben diverso: non c’erano né nemici né alleati… ma solo morte.


    Raggiungere il Paese delle Valli non sarebbe stato alquanto difficile. Infatti grazie al rapido sviluppo e all’economia forte e stabile le linee di comunicazioni che consentivano di raggiungere Eiga erano numerose ed efficienti. Del resto il Daymo saggiamente comprese fin da subito la lezione più importante: se voleva vendere il suo prodotto doveva permettere ai mercanti di raggiungerlo, comprarlo e distribuirlo. E questo era possibile garantendo strade, rotte, porti e mercati liberi e disponibili.

    Ma a prescindere su come i quattro Ninja avrebbero raggiunto il loro punto di ritrovo ovvero la Locanda Il Vallo Perduto (che non differenziava da qualunque altra locanda del continente: rumorosa, sporca e ricolma di gente) la vera differenza, quello che avrebbe sicuramente colpito qualunque estraneo, sarebbe stata la città Eiga per tre ragioni.


    La prima: la città stessa. La capitale si estendeva su tutti i lati come dimensioni e splendore. Dal porto alle mura perimetrali, distanti alcuni chilometri, si notava in quasi ogni angolo ordine, precisione architettonica, spazi studiati e misurati. Questo era il frutto sempre del sforzo della classe nobiliare: la costruzione di una vera capitale, sinonimo della ricchezza e potere. Infatti grazie all’intervento di architetti, urbanisti e personale specializzato da quanto l’attività del riso aveva iniziato a dare i suoi frutti e riempire le tasche a tutti l’espansione della città fu inevitabile ma per evitare un’urbanizzazione caotica come lo era stato per la parte più vecchia della città, quella centrale dove si erigeva anche il Palazzo Nobiliare, il Daymo decise di ordinare tutto. In particolare tutta la parte di ingegneria fluviale. Vicino alla capitale infatti passava il fiume principale del Paese, Hisan. Grazie ad anni di lavoro il Daymo riuscì a creare argini, pozze e affluenti in grado di consentire un'eccellente distribuzione dell'acqua in tutto il territorio, essenziale per la coltivazione del riso. Un gesto notevole, senza dubbio.

    La seconda ragione invece sarebbe stata ben più tragica: la morte. Un cielo plumbeo avrebbe accolto i quattro Ninja accorsi a Eiga. Un cielo che preludeva alla terribile disperazione che alleggiava in quelle strade così perfette. Negozi chiusi, case sbarrate. Corpi accatastati momentaneamente, ma con ordine, ai lati della strada mentre i parenti vegliano sui loro cari. Note dolenti, pianti terribili che rompevano il silenzio avrebbero accompagnato lungo le vie della città gli Shinobi. Era evidente: la città stava morendo.

    La terza ragione sarebbe stata ancora più drammatica. File di uomini e donne, compresi bambini e vecchi, riempivano le strade. Tutti stipati all’interno di speciali carrozze, circondante da soldati. Non erano nascosti, si poteva benissimo vedere le loro condizioni: praticamente incatenati. Impossibilitati a muoversi o a parlare, ma agitati come un toro ferito. Non era un mistero: si trattava dei suicidi che erano stati salvati. E stavano venendo portati in strutture protette, almeno finché il loro istinto di autodistruzione non sarebbe stato placato.


    Questa sarebbe stata la situazione che si sarebbe presentata ai quattro Ninja. Un soffio di morte, gelido, incomprensibile che si muoveva discreto e nascosto in tutta quella perfezione. Un vento che avrebbe ghermito anche i nostri Shinobi?


    Il Peso del Riso
    Parte I


    Nel percorso che avrebbe portato al centro della città vecchia, al Palazzo Nobiliare, alcuni eventi drammatici avrebbero coinvolto i quattro Accademici. Alcuni uomini si sarebbero gettati dal tetto. Altri, davanti a tutti, si sarebbero tagliate le vene sussurrando parole inquietanti che si ripetevano persona per persona, in modi diversi ma che bene o male rimandavano al stesso concetto: - Finalmente, la pace. Dopo tutto questo tempo… -

    E superati quegli eventi una volta giunti al Palazzo sarebbero stati anticipati. Una volta richiesto dall'appuntamento col Daymo all’ingresso una donna, dalle forme graziose e formose, dal viso decisamente vispo e dai lunghi capelli, avrebbe interrotto i Ninja, o quantomeno quelli che si sarebbero presentati all'incontro – Non c’è bisogno di presentazioni. Vi chiedo solo la parola d’ordine. Io sono Shoukaku, una delle guardie personali del Daymo. –

    Confermata l’identità la donna si voltò di spalle – Prego, seguitimi. Il mio Signore e i miei compagni vi aspettano. - e prese a camminare lungo corridoi. Come sarebbe stato lecito aspettarsi tutto era perfettamente ordinato, in stile prettamente orientale. Legno pregiato copriva tutte le superfici. Laccato e privo di imperfezioni. Il silenzio regnava in tutti i locali e dopo circa tre rampe di scale e numerosi corridoi il gruppo si sarebbe trovato davanti alla porta principale, ampia e finemente decorata con motivi floreali.


    La donna aprì l’ingresso rivelando la sala di ricevimento. Tre persone si palesarono davanti ai Ninja, ma senza dare nemmeno il tempo di presentarsi il più indietro tra di loro si alzò dal suo cuscino di lino. Era ben impostato. Lo sguardo attento, sveglio: - Benvenuti Ninja Accademici. Sono Sakei Yamamoto, Daymo del Paese delle Valli. Non starò qui a tediarvi. Sono in presenza dei miei più fidi collaboratori: Toria Yako, il rappresentate dei Nobili e Shinken Bosa , il Comandante dei Tsuno. Lascerò parlare lui, in mia vece. Perdonatemi… ma devo presentarmi ad un funerale, di un mio caro amico. Vi ricordo solo che ho affidato molto a voi. Il destino del mio Paese potrebbe dipendere anche dalle vostre azioni. E di conseguenza dei rapporti con l’Accademia. –

    Shinken, all’andarsene del Daymo accompagnato da Shoukaku, si alzò schiarendosi la voce: - Bengiunti a Eiga, Chunin. Io sono a capo dei Tsuno. La Guardia personale del Daymo. Il nostro compito esclusivo è quello di preservare l’incolumità del Signore e di mantenere intatta la sacralità della Reliquia del Tempio di Yon, posto al centro della città. Siamo quattro, e ci dividiamo i compiti. – attese un secondo – E’ evidente che in Città, ma anche nella regione, città, paesi, valli vicine è in corso una vera e propria strage. Nel complesso circa un centinaio di persone al giorno tentano il suicido. Alcune ci riescono. Altre no, di conseguenza le blocchiamo e le spediamo in centri di recupero. Tuttavia la verità è che non c’è nessun recupero. Qualunque cosa sia ci sta distruggendo dall’interno. Una volta colpiti le persone tenteranno il suicidio finché non ci riusciranno. Giorno e notte, allo sfinimento. Non mangiano, non bevono. Di conseguenza devono essere alimentati. Insomma… un vero inferno. Non sono un medico, ma nemmeno un civile. E’ colpa di qualcuno. Non può essere una malattia. Dei maledetti demoni stanno distruggendo la nostra società e al momento l’unica cosa che riusciamo ad impedire è la morte. La cosa assurda è che queste persone cambiano completamente personalità, addirittura giustificano il loro gesto come sensato. Perché hanno vissuto a lungo, una vita di gioia e pienezza. Capite che non ha senso. Eppure sono convinto che lo avete visto anche voi. – scosse la testa – Ed eccoci qui al dunque. Noi Tsuno non possiamo partecipare all’indagini, che tra l’altro non hanno portato a nulla di definitivo. I nostri due compiti sono assoluti. Non possiamo andare oltre. Non possiamo muoverci al di fuori di quanto prestabilito. E’ un voto. Una promessa. – si schiarì la voce – Io sono qui solo perché… il capo della polizia si è suicidato. Come il capo dell’esercito locale. Io sono l’ultimo della catena di ufficiali superiori a sapere e conoscere i dettagli e in accordo con il Daymo siamo giunti alla conclusione che servono degli esperti. Gente abile, forte e professionale. Shinobi in grado di individuare il problema. Scovarlo e risolverlo. Non posso darvi una mano direttamente ma sono disponibile a qualunque domanda, richiesta o dubbio. Abbiamo del tempo. – le ultime parole furono pronunciate con rammarico. Persone in quel momento stavano morendo.



    CITAZIONE
    Daishin Iga grazie alle sue abilità da sensitivo sarebbe riuscito ad accumulare numerose informazioni. In primo luogo, e sicuramente la più importante, sarebbe stata quella riguardo alla popolazione. Infatti avrebbe notato subito una differenza netta tra le persone internate nelle carrozze, che avevano tentato il suicidio con quelle invece normali. Il colore del Chakra dei suicidi sarebbe stato, sicuramente, diverso. Se si poteva attribuire un gradazione sarebbe stata quella di un verde orrendo, quasi terribile se non per dire pestilenziale. Ma la vera cosa sconvolgente era bensì un'altra. Il colore del Chakra delle persone apparentemente sane era anche esso, in qualche modo, "sporco". Chi più chi meno di verde bile. Non avrebbe incrociato nessuno perfettamente sano, se così si voleva classificare il quadro diagnostico.

    Al Palazzo Nobiliare invece avrebbe notato sempre alcune differenze. Anche per tutti i presenti sarebbe valsa la stessa osservazione. Shinken, Shoukaku e Toria possedevano un Chakra sporco, sebbene in misura minima rispetto alla popolazione normale. Unica eccezione: il Daimyo. Il suo chakra, debole, era comunque perfetto. Assolutamente pulito.

    Infine per quanto riguarda le energie in gioco il discorso si sarebbe fatto alquanto complesso. Shinken Bosa si poteva identificare benissimo come un'energia viola. Particolarità: la spada, raccolta nel fodero, disponeva anche essa di un energia sempre viola. Diverso per Shoukaku, energia blu. Il resto dei presenti valutati si sarebbe limitato a quella relativa ad un semplice civile, Daimyo compreso.

    CITAZIONE
    Come è intuibile dal testo non è necessario che tutti i Ninja si dirigano dal Daymo. Le tappe utili OnGdR su cui focalizzarsi sono le seguenti:

    1) Bassifondi, laddove i braccianti criminali e poveri si radunano e trovano la loro casa. I bassifondi si trovano ai margini della città. Fuori dalle mura cittadine, tra l'ordine della capitale e i campi coltivati di riso.
    2) Circolo dei Nobili, il palazzo adiacente al Palazzo Nobiliare. Lì si incontrano i Nobili principali della città.
    3) Gilda del Riso. La principale autorità nella coltivazione, produzione, gestione e vendita del Riso del Paese delle Valli.
    4) Centrale della Polizia, priva del Comandante morto suicida.
    5) Tempio di Yon, divinità principale del Paese delle Valli. Simbolo della Fertilità.


    Edited by ~Cube - 16/4/2018, 22:15
  10. .
    Bentornato man! :wosd:


    La giocata con i pg gemelli (Bartok, mi sembra) mi riporta ancora oggi a ricordi indelebili LOL
  11. .

    Nuovi Ninja


    II



    Ascoltai con molta attenzione le parole del giovane Ninja di Kiri e, per quanto celato, sorrisi. Genuinamente. – Se ti fa piacere saperlo anche io all’inizi della mia carriera girovagai per il Continente. E se devo essere sincero fu il modo migliore per stringere conoscenze e incontrare altri Shinobi. Comunque no, non sono mai stato ad Otofuku. Per il momento sono concentrato ad Oto. – mossi lo sguardo di nuovo verso il torrione – Suna invece… cerco di evitarla. Non per problemi di lavoro, intendo. Ma perché condivido le tue opinioni. Non è il posto adatto per me. – in realtà in quei maledetti deserti avevo vissuto alcune delle esperienze più significative della mia vita ma questo di certo uno studente qualunque non lo doveva sapere – Io, Kato Yotsuki, Guardiano di Oto consento il tuo ingresso. Come di regola dovrai consegnare tutte le armi ed equipaggiamento. Ti sarà restituito tutto, ovviamente. –

    Tuttavia la mia attenzione, e probabilmente quella anche del giovane Ninja, venne richiamata da un evento decisamente insolito. Spostai subito lo sguardo verso la fonte del rumore e notai l’arrivo, a dir poco caotico, di uno dei più giovani Ninja di Oto. Lo conoscevo di vista, ancora dalla sfida a braccio di ferro, e la prima cosa che osservai fu la sua irrequietudine.

    Si rivolse nei miei confronti, agitato e affannato, consegnandomi una lettera. La lessi, velocemente e in silenzio. In sostanza il giovane Ninja davanti a me era in estrema apprensione per suo padre, il quale non era ancora ritornato. Questa volta mi trattenni da qualunque commento, dato che il mio vero padre era morto ormai da anni e quello adottivo l’avevo ucciso io stesso con le mie mani.

    Comunque mi limitai a poche e sbrigative parole: - Kenta, spiegami bene la situazione. Da questa lettera vedo solo una prospettiva limitata. Tuo padre ha dei nemici? Debiti? Donne? Informarmi e dimmi cosa effettivamente credi sia avvenuto. In ogni caso sei libero di andare. Se non ti vedrò ritornare entro un tempo ragionevole… sappi che prenderò in mano direttamente la situazione. – non aggiunsi altro.



  12. .

    Nuovi Ninja


    I




    Era una giornata come molte altre alle mura di Oto. E potevo dire ormai che stavo entrando, poco a poco, nell’interpretare correttamente il mio ruolo di guardiano. Gli uomini mi conoscevano e poco alla volta stavo comprendevo i meccanismi alla base della difesa di Oto.

    Sicuramente ero fin troppo attento. E decisamente paranoico, ma se avevo imparato qualcosa da tutte le esperienze ninja che avevo superato fino a quel momento… non potevo fidarmi di nessuno. Quella era la chiave necessaria per sopravvivere nel mondo che avevamo scelto.

    Il Jonin Shinken del resto ne era la prova vivente. Devoto ad Oto, ma schivo a qualunque apertura. Servitore fedele e silenzioso guerriero. Non potevo di certo dire lo stesso di me. Certo, Oto mi aveva dato tanto fino a quel momento e sapevo che molto mi avrebbe ancora riservato ma se ero in quel Villaggio era perché avevo degli obiettivi che dovevo assolutamente conseguire, uno tra quali la riforma del mio Clan.

    Tuttavia i miei pensieri furono interrotti dalla comparsa di una guardia. Mi informò dell’arrivo di un Ninja. Mi limitai ad un accenno con la testa, in segno di assenso, e mi diressi verso l’entrata. Dall’alto del torrione squadrai il giovane ragazzo. Ascoltai le sue parole e notai il suo sguardo fiero e i suoi capelli chiari, risaltare in mezzo al groviglio di persone di Oto. Un aspetto che di sicuro non passava inosservato. Non proferii parola e alzando il braccio diedi segno alle guardie di aprire le porte d’ingresso. Gli avrei parlato direttamente, da più vicino.

    Saltai verso il basso, con un rapido balzo, presentandomi così di fronte al Kiriano, forse sorprendendolo: - Youshi Tokugawa? Non ho mai sentito il nome del tuo Clan, nonostante i miei trascorsi a Kiri. Sei ancora uno studente? Comunque fammi capire, sei in una sorta di visita dei quattro Villaggi? Oppure qualche interesse particolare nei confronti del Suono? – furono le prime domande che posi al Ninja di Kiri. Ero decisamente curioso di sentire le sue risposte.


  13. .

    Uno spiacevole inconveniente


    I




    Già, era assolutamente immaginabile. L’Amministratore Febh Yakushi. Il Ninja più imprevedibile, e sconclusionato, che avevo incrociato in vita mia. Eppure allo stesso tempo lo Shinobi più veloce, e potente, che avevo mai visto in azione. Non importava quanto erano stati notevoli i miei progressi ma la forza che riusciva ad esercitare era semplicemente su un altro livello. Irraggiungibile.

    Il braccio del Jonin Shinken, esploso in mille pezzi, e più contestualmente alla realtà quella maledetta racchetta da tennis puntata alla mia gola, ad un velocità che escludeva qualunque mia possibilità di reazione. Lo sapevo. Stavo giocando con il fuoco. Con una fiamma dannatamente intensa, terribilmente pericolosa. In pochi secondi la situazione si era convertita in una merda totale. Stupidamente non avevo previsto la più classica delle reazioni di Febh-sama: l’incomprensione. Non era un segreto, molto spesso lo Yakushi confondeva le parole e le azioni dei suoi sottoposti e il modo in cui si pose nei miei confronti poteva classificarsi benissimo in quella categoria di comportamento.

    Che fare dunque? Il nominare la parola Hogake, e della sua relazione, fece scattare in lui una sorta di reazione improvvisa e assolutamente non prevista. Se non avevo capito male il Jonin aveva completamente sovvertito le mie parole, fuorviandole. Associò la parola relazione ad una sorta di rapporto sentimentale, chiaramente omosessuale. Parlò di gelosia, tra me lui e l’Hogake… insomma un vero ginepraio dal quale cavarne un senso sarebbe stata un’impresa chiaramente impossibile.L’unica cosa che mi fu chiara fu quella di concludere il discorso. Ma così sarei rimasto con un pugno di mosche in mano. Con ben più domande che risposte. Poi che cosa voleva intendere con il mio rapporto con Hebiko? Cosa volevo fare di lei? Come avrebbe reagito alla faccenda? Quella in corso? Non capivo le domande e il contesto.

    Vedevo solo una possibilità davanti a me. Rischiare il tutto per tutto. Proseguire con il discorso e raccogliere la sua attenzione rimarcando i punti salienti della lettera.

    - Ma allora la situazione è terribile! Febh-sama vogliono incastrarla! "Sacco di pulci! Una stanza per me e Hebiko! Il fantastico e bellissimo Febh Yakushi!" Sono queste alcune parole chiave presenti in questa lettera firmata da lei, diretta all'Hogake, siglata con il sigillo di Oto e data in mano ad uno sconosciuto da Hebiko. – posi di nuovo la lettera davanti all’amministratore, sfidando la pericolosità insita nella racchetta - Se lei mi assicura che non vuole avere nulla a che vedere con queste faccende e atteggiamenti… significa che qualcuno sta usando il suo nome! Ed è molto grave. - un gesto da punire, ma questa considerazione la tenni per me. Di certo non avrei suggerito ad un Jonin come agire e fortunatamente avevo bloccato questa comunicazione, prima che lasciasse il Villaggio. Tutto sommato, non era andata ancora troppo male.

  14. .

    Uno spiacevole inconveniente


    I




    [Antefatto]



    Sopra di me, nella gerarchia di Oto, potevo effettivamente contare tre persone. Tre Ninja ai quali, almeno secondo il nostro codice militare, dovevo obbedienza e rispetto. Questi erano anche tre mostri e sfidarli sarebbe stato un gesto sconsiderato, se non pazzo. Per quello dovevo ragionare con attenzione.

    L’Amministratore Febh Yakushi, il Capoclan Mikawa e il Jonin Shinken-sama, ex Guardiano delle Mura di Oto erano quelle tre persone. Guardai la lettera, che tenevo con la mano. Quella lettera siglata con il sigillo di Oto e indirizzata all’Hogake poteva essere stata scritta da uno di loro tre. Come no, del resto, ma poiché era rivolta alla massima autorità del Villaggio della Foglia le possibilità erano alquanto elevate.

    Eppure Hebiko era la chiave in questa storia. Perché consegnarla a Kane? Quel ragazzo era stato chiaro, era stata la Vipera a dargli in mano la missiva, con un ordine specifico. Non aprirla. La logica mi imponeva di pensarla come il viandante che si era presentato alle mura. Non poteva effettivamente trattarsi di qualcosa di importante. Per quanto uno non poteva fidarsi di una persona lei era sempre una Otese e non avrebbe di certo mai dato in mano qualcosa di sensibile ad un tizio che nemmeno apparteneva all’Accademia.

    Mi stavo sempre più convincendo che Kane l’aveva vista lunga. Era forse una prova, un tentativo di arruolare il ragazzo tramite una sorta di compito. Ma se fosse stato veramente così lì stava l’errore di Hebiko. Non aveva senso come compito! Come si sarebbe mai potuta aspettare che avrei lasciato passare dal Gate un tizio qualunque con un lettera rivolta all’Hogake. Sarebbe stato normale bloccarla e indagare. Poteva essere eccesso di zelo, scrupolo o paranoia… ma gli eventi di Kumo. Quel mostro che devastò Oto e i miei trascorsi personali ad Iwa mi avevano cambiato e reso decisamente più sospettoso.

    Già, indagare. Quello era il punto. Le ipotesi dunque erano due, la meno probabile (o almeno era quello che speravo) era che si fosse trattato di un clamoroso sbaglio. Un lettera consegnata da Hebiko in mani non affidabili. Ma non volevo nemmeno pensarlo. Il secondo invece, molto più concreto, era che il suo contenuto era privo di valore. Così mi decisi.

    Ero un Chunin e avrei aperto quella lettera, la curiosità e la voglia di chiudere quella storia il prima possibile predominavano sul resto. Certo, me ne sarei assunto la responsabilità. Se la lettera fosse stata scritta da Hebiko sarei andato da lei a spiegarle la situazione. A farle capire che in quel modo aveva creato più problemi che altro. Mentre… bhè se fosse stata scritta da qualcuno altro avrei reagito di conseguenza.


    Ciao sacco di pulci!
    Spero che tu ti sia allenato per bene dopo il nostro ultimo addestramento. Pensavo di passare a trovarti uno di questi giorni, giusto per vedere i progressi. Prepara una stanza per me e per Hebiko!
    Il fantastico e bellissimo Febh Yakushi


    Mandai giù a fatica la saliva. Per un attimo tentennai. Quello a quanto sembrava era un vero e proprio messaggio rivolto all’Hogake scritto nientepopodimeno che da l’Amministratore in persona! Tralasciando tutti i vari ragionamenti che potevo formulare riguardo al rapporto decisamente insolito tra Febh-sama, Hebiko e l’Hogake il punto della situazione era ben più grave. Perché Hebiko aveva consegnato una lettera del genere a Kane? Un errore? Una pazzia? Ma tutto ciò ormai non aveva più senso.

    Dovevo scusarmi direttamente con Febh. Con quel mio gesto avevo bloccato una missiva dell'Amministratore e sarebbe stato solo questione di tempo prima che Febh lo sarebbe venuto a scoprire. I passaggi sarebbero stati semplici: Hebiko aveva dato la lettera a Kane, Kane è andato via dal Villaggio, nessuno ha più risposto a Febh e la colpa sarebbe stato per induzione del Guardiano. O comunque sarebbe stato il primo sospettato. Prima avrei spiegato la situazione al Jonin prima avrei risolto quel grattacapo, e avrei evitato forse gravi conseguenze.

    Generai una copia fisica di me stesso, lasciandola alla mura, e così mi diressi verso il Palazzo dell’Amministrazione. Una volta giunto chiesi direttamente di Febh-sama – Chunin Kato Yotsuki, massima urgenza. Voglio parlare con l'Amministratore in privato. O ditemi dove posso trovarlo. - Non aveva alcun senso passare per Hebiko. Lei, per quanto, sicuramente coinvolta in tutto questa storia oramai era passata in secondo piano. Prima mi sarei spiegato con lo Yakushi e poi forse avrei inteso con la Serpe. Per prima cosa dovevo pensare alla mia incolumità, l’immagine del braccio di Shinken non mi era ancora passata di mente.

    Se Kato riesce ad ottenere un incontro direttamente con Febh…

    Sarei entrato nella sua stanza, con riverenza, e senza dire una parola mi sarei avvicinato verso di lui:

    - Febh-sama. Sono qui ufficialmente per porle le mie scuse. Sincere. - avrei inchinato la testa verso il basso - Non volevo assolutamente mancarle di rispetto quando ho aperto questa lettera! Addirittura di mettere in discussione la vostra personale relazione, privata, con l'Hogake. Non avrei mai detto che questa lettera è stata scritta da lei e quando me ne sono accorto sono corso qui... consapevole del gesto. - avrei a quel punto allungato la mano verso l'Amministratore - Prego, la prenda. E' sua. Anzi, vostra. - avrei atteso così qualche secondo, affinché Febh-sama avrebbe avuto modo di realizzare le mie parole e raccogliere la missiva.

    - Tuttavia mi permetta di giustificare il mio gesto. Nella giornata di ieri alla mura si è presentato un tizio sconosciuto, un certo Kanehisa. Si è presentato come viandante scappato dai propri doveri di Ninja da Kiri, ma non essendo ufficialmente ricercato, gli ho concesso un’opportunità per redimersi e magari accettare la causa di Oto. Per questo motivo lo indirizzai qui in Amministrazione, da Hebiko. – attesi un secondo – All'alba di questa mattina tuttavia questo Kanehisa si ripresentato riportandomi diverse cose. In primo luogo gli era stato affidato un compito da Hebiko direttamente, stando alle sue parole. Quello di portare questa missiva all’Hogake, come era precisamente indicato dal destinatario. Inoltre gli era stato detto di non aprirla o consegnarla per nessun motivo. Naturalmente ho ritenuto subito sospetta la situazione. Perché l’Amministrazione di Oto aveva consegnato una lettera siglata con il sigillo di Oto e indirizzata all’Hogake al primo sconosciuto? Perché Hebiko aveva affidato questo compito a Kanehisa? Banalmente ho compiuto il mio lavoro di Guardiano. Ho cercato di capire per filo e per segno che cosa è effetivamente successo e dopo averlo interrogato, senza troppe conseguenze, ho ritenuto che si trattasse di un errore o un gesto effettivamente voluto. Magari una sorta di prova, per quanto assurda visto che si stava dando in mano a nemmeno un Ninja di Oto una missiva di Oto. Così decisi di aprire la lettera e scoprire che in realtà era un messaggio scritto da lei in persona. – rimasi di nuovo in silenzio – Per questo… Febh-sama mi scuso. E le chiedo di spiegarmi la ragione di tutto questo. Se è una procedura particolare, un accordo con Hebiko o qualunque altra cosa ritengo di doverla sapere per evitare situazioni… spiacevoli come questa.– Non avrei avuto altro da aggiungere. Avrei spiegato le mie motivazioni, ora sarebbe toccato allo Yakushi decidere il da farsi.


  15. .

    Il Gate


    I



    Fui ridestato da un paio di rumori. Ci misi qualche secondo per riprendermi da una sorta di stato catatonico. Che ore erano? Che suoni avevo udito? Mi scrollai la testa per riportarmi alla realtà e fu allora che realizzai che qualcuno aveva bussato alla porta. Avevo entrambe le gambe appoggiate sulla tavola, mentre la schiena poggiava su una scomoda sedia.

    Lì per lì pensai subito ad uno dei soldati assegnati al Gate. Qualcuno insomma che era giunto per informarmi di qualcosa, tuttavia quando aprii la porta e mi trovai davanti Kane rimasi alquanto sorpreso. Che cosa aveva di così urgente da riferirmi? Il fatto che era ritornato a cercarmi era un segno di fiducia, almeno iniziale. Questa volta però fui io a sedermi e optai per lasciare il giovane Ninja in piedi.

    - Sono tutto orecchie. Per cercarmi a quest’ora della mattina… deve essere qualcosa di particolare – furono le uniche parole che avrebbero anticipato il discorso di Kane. Notai un particolare interessante: una sorta di lettera sbucava visibilmente dalla sua mano, come se me la volesse far notare.

    Ascoltai tutto il suo discorso, senza mai interromperlo e parola dopo parola la mia mente fu sempre più precipitata verso… uno stato di confusione. Che cosa mi stava dicendo esattamente? Per un attimo rimasi in silenzio, cercando in primo luogo di capire bene, io, quello che mi aveva detto e descritto.

    Non ero un investigatore, né un Ninja esperto in interrogatori ma non ci voleva un genio per capire che qualcosa nel complesso non tornava. Già, perché da come avevo capito Kane presumibilmente, dopo l’ingresso ad Oto, si era diretto all’Amministrazione a cercare la Vipera, sotto mia indicazione. A quel punto qualcuno gli aveva affidato un compito preciso e specifico: partire il prima possibile alla volta di Konoha per consegnare una lettera. E a leggere il destinatario era rivolto all’Hogake in persona! Con il sigillo di Oto imposto sulla busta stessa! Stavamo scherzando?

    Sorrisi, no. C’era qualcosa che non tornava. In primo luogo: perché gli avevano consegnato quella lettera? E perché doveva consegnarla per conto dell’Accademia? Eravamo ad Oto, del resto. Se si voleva contattare l’Hogake potevano esserci altri mille modi diversi e molto più intelligenti che affidare una lettera in mano ad uno sconosciuto che si era appena presentato ad Oto da meno di un giorno, peraltro nemmeno come Ninja Accademico. Un corvo? Un Ninja di Oto? E seppure fosse stata una missiva personale, perché mai partire con così tanta fretta? Troppe domande, troppe incognite. Forse era solo paranoia, ma se da una parte gli avevo già concesso fiducia, il giorno prima, di certo non era incondizionata.

    Dovevo capire bene, del resto il mio ruolo di guardiano era ben chiaro. Filtrare gli accessi, e le uscite, ad Oto. Per quanto ne potevo sapere quella lettera poteva essere solo uno specchio per le allodole e il Ninja, o presunto tale, davanti a me essere un messaggero non accademico, magari Nunkenin, magari di Ame. Oppure banalmente, se dovevo limitarmi ad una analisi superficiale, quel ragazzo lì davanti voleva semplicemente svignarsela dal Villaggio. Ma in entrambi i casi non avrei lasciato correre. Piegai entrambi i gomiti, portandomi in avanti con il busto. Quasi avvicinandomi al ragazzo. I miei occhi puntati, fissi, sui suoi.

    - Per quel che mi riguarda solo il personale associato all’Accademia può consegnare messaggi diretti e ufficiali per conto di un Villaggio accademico, addirittura all'Hogake in persona! In secondo luogo se si trattasse di un messaggio urgente, come lascerebbe intuire il sigillo di Oto, nessuno sano di mente lo lascerebbe in mano ad uno sconosciuto. – attesi qualche secondo – Certo, in una ottica Ninja potrebbe essere un diversivo, non si può escludere che te, Kane, potresti passare inosservato e consegnare questo messaggio senza destare sospetti essendo sconosciuto ai più… la conseguenza dunque è logica: mi stai nascondendo la tua vera identità... oppure mi stai solo fregando e mi stai mostrando sfacciatamente quel pezzo di carta di merda per prendermi per il culo e uscire da questo villaggio.. –

    Mi alzai dalla sedia.

    - Ora dimmi… Mi sembra evidente che su quella busta il destinatario sia l’Hogake. Nella migliore delle ipotesi ci troviamo davanti ad un grosso, clamoroso, errore. Una svista dell’Amministrazione di Oto nel darti in mano, ad un sconosciuto del cazzo un documento militare, probabilmente riservato. Nel peggiore dei casi… invece stai tramando qualcosa o mi vuoi banalmente fottere sfidando la mia intelligenza… – Mi avvicinai a Kane. – Devo chiaramente prendere una decisione... Mi hai detto di essere un Ninja? Dunque questo è un ordine, di un tuo superiore Chunin, e prima di prenderti a schiaffi: consegnami quella lettera, la prenderò in custodia io stesso fino a che non mi confermeranno la tua missione... e dovrai dirmi chi ti ha ordinato di consegnarla. La verità, Kane. Se ci pensi, lo sto facendo anche per il tuo bene. Uscire da quel cancello, con quella missiva in mano, fa di te un bersaglio, volente o nolente. Non escludo che ti abbiano sfruttato come pedina sacrificabile, per sviare i sospetti. Sei sicuro di poterti fidare?–

    Davanti a quel piccolo uomo non si trovava un tizio qualunque. Io Kato Yotsuki di Oto ero un Chunin, un Guardiano di Oto. Una persona destinata alla difesa del Villaggio, e di conseguenza alla sua reputazione. La missione ad Iwa, i danni che avevo causato e i sacrifici che avevo subito mi avevano fatto crescere come Shinobi. E Kane stava giocando con il fuoco. Anche se fosse stata scritta dall’amministratore in persona, o da Shinken-sama o da Diogene gli eventi di Kumo, la distruzione di metà Oto, non erano di certi passati dalla memoria. Consegnare ad uno chiunque una missiva diretta all’Hogake stesso era follia! No, avrei scoperto la verità, qualunque essa fosse mai stata.

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