Posts written by Filira

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    Ocean's Three


    III: Kamikaze



    Trenta dannatissimi minuti. Trenta! La Rossa aveva guardato con attenzione quasi ossessiva quella maledetta lancetta fare il giro completo dell'orologio trenta volte. Era stata una tortura, e su quello non c'era assolutamente dubbio, ma quantomeno la sunese aveva avuto tempo di pensare. Prima di arrivare allo sportello fece ben attenzione a mettere via il coprifronte, sia mai che gli impiegati la riconducessero ai poveri sfigati che prima di lei avevano tentato di mettere le mani sui soldi del vecchiaccio. Fatto questo, si dedicò a sbirciare attorno a sé, notando che nella sua fila c'era un bel andirivieni di valige, valigette, borsoni! stracolmi di banconote. In effetti, lei non aveva proprio niente con sé, che diamine ci faceva a quel maledetto sportello, allora?! Guardò con aria disperata la sua triste, tristissima borsa vuota, dal momento che tutto le era stato requisito all'ingresso. Poi ebbe un'idea. Doveva solo aspettare il suo turno, dopotutto.

    E che io sia dannata per aver deciso di prendere parte a questa pagliacciata, maledizione.

    Quando arrivò al cospetto di quell'essere mitologico chiamato bancario. Un bellimbusto dalla faccia pulita e gli occhiali palesemente finti le si rivolse con parole talmente melliflue che mancò poco che alla Rossa non tornasse su la colazione. Tuttavia, la cosa poteva giocare a suo favore.

    Ah, carissimo!

    Squittì, sporgendosi sul bancone in modo da trovarsi faccia a faccia con l'impiegato, con l'intento di mettere in mostra il più possibile le sue grazie.

    A dire il vero, non so nemmeno io quanti soldi devo depositare! Ahahahah! Ecco, vedi tesoro...

    Assunse un'espressione corrucciata, come se stesse facendo chissà quali calcoli.

    Il fatto è che con tutto il denaro che ho dovuto portare, sai com'è. Una ragazza debole come me, come poteva fare tutta sola? Ho lasciato le valigette fuori, nella mia carrozza, ma ho bisogno che qualcuno le vada a recuperare. Saresti così gentile da farmi questo favore, sì?

    Sbattè un paio di volte le palpebre, cercando di sfoggiare tutto lo charme che pensava, o meglio sperava, di avere. Nel frattempo, la genin diede una bella occhiata a ciò che stava dietro alla postazione dell'uomo. Qualora il ragazzo si fosse rifiutato di aiutarla e lasciare il suo avamposto, o se avesse tentennato fino a rimandarla ad un altro sportello, la ragazza avrebbe cercato di individuare un oggetto abbastanza distante, quale uno scaffale, una pianta, qualcosa di inerente all'ufficio, insomma. Qualora l'avesse trovato, avrebbe concentrato tutte le sue attenzioni su di esso, spezzando poi rapidamente i cinque sigilli necessari alla tecnica della sostituzioneTecnica della Sostituzione - Kawarimi no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Ariete, Cinghiale, Bue, Cane, Serpente (5)
    L'utilizzatore può effettuare un movimento accelerato tramite l'uso del chakra, lasciando al proprio posto un oggetto o un essere vivente consenziente di pari dimensioni o inferiore. È un movimento accelerato: non può essere usato per fuggire da uno spazio chiuso o da luoghi dove non vi è sufficiente spazio d'uscita. Le correnti di chakra disturbano l'esecuzione della tecnica: non è possibile apparire a distanza inferiore ai 6 metri da un essere vivente. La distanza massima percorribile è pari a 21 metri. Può essere usata come Difesa Totale; può risultare sleale.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso )
    [Da genin in su]
    . Che fosse riuscita a entrare nel back-office della banca e scappare il più possibile velocemente verso il deposito, o che la sua azione creasse un trambusto tale da permettere al resto della truppa di approfittare del diversivo, questa sarebbe stata la strategia di Saru. Kamikaze? Forse, ma aveva già passato in quella banca ben più tempo di quanto le fosse sopportabile.
  2. .

    In missione all'Abete


    II


    Il mare si stagliava di fronte a lei. Enorme, infinito, piatto. Murasaki era ferma a prua, gli occhi puntati sull'orizzonte. Erano ormai giunti in vista dell'Isola, attenendo solo di trovare un punto d'approdo che li mantenesse il più nascosti possibile dagli abitanti dell'isola. Concentrò nuovamente l'attenzione sul paesaggio, cercando di vedere di più, più a fondo. Eppure pareva che i suoi occhi non volessero collaborare, mentre la vista andava mano a mano annebbiandosi, e tutto perdeva i suoi contorni definiti. Sospirò. Evidentemente non era ancora tempo.

    A parlarvi è Daishin Iga, Amministratore del Villaggio di Suna. I sigilli che ho appena creato ci permetteranno di comunicare mentale a grande distanza. Vi invito ad usarli per trasmettere qualsiasi informazione riteniate non debba venir ascoltata dai nostri pericolosi alleati.

    Sentì la voce dell'Iga risuonarle chiaramente in testa, proprio come se le fosse accanto. Incuriosita, alzò la mano destra, dove aveva appena avvertito un leggero pizzicorio. Un sigillo si era fatto strada fra le sue carni, ed era apparso lì, come se niente fosse. Era una tecnica interessante, doveva ammetterlo. Di certo questa missione le avrebbe dato più di un'occasione per saggiare le capacità degli alleati della Foglia. E la Hyuga aveva davvero un'ottima memoria.

    [...]

    Quando furono a terra, la ragazza ebbe occasione di constatare meglio quali fossero i componenti di quel nutrito gruppo di accademici. Oltre a Daishin Iga e Youkai, Murasaki riconobbe di vista un suo compaesano, di cui però sapeva davvero poco, non arrivando nemmeno a conoscere il suo nome. La delegazione Sunese era di gran lunga quella più nutrita, e annoverava tra le sue fila un ragazzo vestito di nero, decisamente inquietante e che pareva essere in gran confidenza con l'Amministratore. Tre ragazzi più giovani parevano spalleggiarsi a vicenda, e formavano di certo un trio particolare: le due ragazze esibivano delle capigliature certamente particolari, e una delle due non aveva certo un colorito tipicamente sunese. L'altro, a detta dell'uomo in nero, doveva essere la forza portante di uno dei demoni codati. Murasaki inclinò appena la testa, fermando lo sguardo proprio su di lui. Avrebbe voluto leggerne il chakra, ma decise che quello non pareva il momento adatto a scandagliare i propri alleati.
    Si mossero lentamente attraverso una serie di sentieri paludosi, con il terreno saturo della pioggia che accennava solo in quel momento a voler smettere. Stavano ponendo particolare attenzione a non lasciare tracce, e questo non faceva altro che rallentare ulteriormente il loro passo.

    Tutto bene? Quello che è successo... Non hai particolari effetti, giusto? O dovremmo stare attenti a dei segnali particolari?

    Si rivolse a Youkai a bassa voce, evitando che la conversazione diventasse di dominio di tutto il gruppo. Una volta giunti alla fattoria, la Hyuga andò in esplorazione con il non-morto, seguendo il suo trotterellare allegro per i campi zuppi d'acqua e fango. Possibile che anche in una situazione del genere, in cui era lo sconforto a farla da padrone, il fantasmino avesse comunque tutte quelle energie?

    Oh, questo non sembra un buon segno. Proviamo a comunicare con Daishin, okay?
    Daishin, qui è Murasaki. Siamo qui di fianco alla casa, e Youkai ha trovato qualcosa di... Strano. Sembrerebbe una catapulta, o comunque un grande marchingegno da guerriglia.

    Afferrò il telo, cercando di vedere il più possibile all'interno. Quale poteva essere l'utilità di un affare del genere lì, in mezzo al nulla?
  3. .

    Missione: Si vive insieme, si muore soli


    II: Team building



    [Sulla Nave]

    Uh, come? Ah, io dici? Beh direi che potrebbe andare meglio, tutto sommato.

    Riuscita finalmente ad alzare lo sguardo, Saru si era trovata di fronte una creatura a dir poco particolare. Pelle olivastra, capelli inspiegabilmente argentati, gli occhi della ragazza scrutavano la Rossa con educata curiosità.

    Sei molto gentile, davvero. E io te ne sarei infinitamente grata, ma penso di aver perso qualsiasi briciola di dignità su questa nave, l'ultimo appiglio che mi rimane è un minimo di autosufficienza, quindi credo che passerò.

    Alzò un pollice, sorridendo nel modo più familiare possibile. È vero, l'ultima cosa che in quel momento aveva voglia di fare era proprio parlare, ma magari fare qualcos'altro che non fosse vomitare l'avrebbe distratta da quella situazione letteralmente schifosa.

    Io sono Saru, Saru Mononobe. Ah, gennaio dici? No, non mi sono diplomata a gennaio, già.

    Fece spallucce, lasciando cadere l'argomento. Era fresca fresca di promozione a Genin, con il coprifronte ancora così intonso da potercisi specchiare sopra. Aveva anche pensato di invecchiarlo un po' da sé, ma a che pro? Okay, aveva ventidue anni ed era appena diventata una vera shinobi, ma che c'era di male alla fine? La sua era stata una vita avventurosa prima, già. Per quanto sopravvivere nei bassifondi Sunesi potesse definirsi un'avventura. L'altra ragazza, che invece aveva proprio l'aria di non averli mai visti i bassifondi, le indicò sommariamente la direzione di un altro ragazzo del Villaggio, che Saru conosceva forse di vista, ma non che ne fosse proprio certa, ecco.

    Male non può fare, spero solo di non vomitargli addosso.
    Perché no, Fujiko. Accetto la tua proposta indecente, via.

    Alzandosi a fatica, strisciò i piedi fino al luogo indicatole dalla Murakami. Proprio mentre compiva questa difficilissima, impensabile, titanica traversata dalla sponda sinistra a quella destra del ponte, dell'inchiostro nero affiorò sulla pelle del suo avambraccio sinistro, allargandosi a vista d'occhio. La Rossa si fermò, già confusa da quell'avvenimento. Possibile che capitassero davvero tutte a lei? Poi, pochi secondi dopo, una voce lontana e al contempo vicina le riempì la testa. Inutile dire che la ragazza finì per terra, in un letale mix di sorpresa e disorientamento. Mandò qualsiasi maledizione possibile ai Kami e a Daishin, accorgendosi in un secondo momento che c'era una buona possibilità che quello potesse averla sentita.

    Al diavolo, lui e la sua dannata voce nella mia dannatissima testa.

    Mancavano pochi metri all'altro parapetto. Alzarsi le pareva un'inutile spreco d'energia, ora che era già a terra. Si guardò attorno con fare furtivo. Cos'era poi la dignità, quando poteva comodamente strisciare fino alla sua meta?

    [Sull'Isola]

    L'aria era insolitamente pesante da inspirare, e Saru aveva più la sensazione di berla, in effetti. Abituata alle calde correnti desertiche, tutta quell'umidità le stonava parecchio. Se questa era la vita vicino all'acqua, era contenta che i suoi - o chi per loro - avessero deciso di disfarsi di lei proprio in mezzo al deserto. Certo, probabilmente non si aspettavano né volevano che sopravvivesse, ma quella era tutta un'altra storia.
    Una volta sbarcato, l'allegro gruppo vacanze attese istruzioni da Daishin, venendo quindi diviso in due sottogruppi. Saru intercettò lo sguardo di Fujiko quando seppero di essere state assegnate a due gruppi diversi, sperando che la ragazza comprendesse che, per quanto non fosse immediatamente chiaro, alla Rossa lei faceva simpatia, e le dispiaceva non poter proseguire la missione con lei.

    Vediamo, dunque. Shunsui, che non ha bisogno di descrizioni. Il vecchietto addormentato di prima, e vabbé. Masayoshi, più che accettabile. Un tizio random della Foglia, anche no. E io, che bellezza. Non avrei potuto desiderare un dream team migliore.

    Oh, e il peggio doveva ancora venire. Strisciarono come bisce, attenti a non farsi intercettare. L'acqua che cadeva dal cielo era certamente d'aiuto in questo senso, ma una volta arrivati ad un casolare che pareva non avere nulla di speciale, Saru era inzuppata dalla testa ai piedi, mentre il freddo e l'umidità del luogo si facevano sentire fin dentro le ossa. Shunsui decise di farli proseguire, e così si mossero di nuovo, diretti verso il fantomatico centro città. Lì trovarono il primo intoppo, e il Sunese in carica invitò tutti a modificare il proprio aspetto, prendendo cittadinanza Kiriana.

    Capisco i vantaggi della cosa, ma potremmo benissimo incappare in qualche Kiriano. Come gliela spieghiamo la situazione, poi? Non penso che sarebbero felici di vedere gente di altri villaggi agire portando il loro coprifronte...

    Detto questo, vedendo che anche il resto del gruppo si era uniformato alle direttive, fece spallucce e unì le mani nel sigillo della capra, lasciando che al posto dei capelli rosso fuoco e della carnagione chiara comparisseroTecnica della Trasformazione - Henge no Jutsu
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Capra (1)
    L'utilizzatore può cambiare il proprio aspetto. Le dimensioni possono essere maggiorata o diminuita al massimo del 50% rispetto le proprie dimensioni reali. La trasformazione permette di assumere le caratteristiche tecniche dell'oggetto in cui trasformati oppure ottenere armi naturali se possedute dall'animale trasformato. Le potenzialità devono essere parigrado l'utilizzatore, non è possibile ottenere una protezione fisica e non è possibile ottenere capacità di movimento non possedute dallo shinobi. È possibile applicare questa tecnica anche in combinazione con un altro shinobi, unendo i due in uno stesso aspetto fittizio. Solamente uno dei due shinobi avrà il controllo delle nuove sembianze ma entrambi dovranno pagare il costo di attivazione. Subire un danno pari o superiore a leggera causerà lo scioglimento della tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: Basso )
    [Da studente in su]
    dei più anonimi capelli castani e pelle giallognola. Il tutto ovviamente corredato da un bel coprifronte Kiriano. Mah.

    Sissignore.

    Disse, arricciando lievemente le labbra in direzione del ragazzino della foglia. Aveva proprio la faccia da bambino, ma se Shunsui aveva affidato i suoi due concittadini a lui voleva necessariamente dire che era il più alto di grado. Ma era pur sempre di Konoha, maledizione. Non rispose alla domanda del Foglioso, limitandosi ad alzare un sopracciglio. Che domande potevano avere, se quello non faceva altro che sparare istruzioni una dopo l'altra, nemmeno avesse davanti due neo-reclute dell'Accademia. Sempre rimanendo in silenzio, la Rossa seguì il ragazzo, non prima però di essersi nascostaRivestimento Mimetico [Meccanismo]
    Tramite un rivestimento posto in qualsiasi protezione, l'utilizzatore potrà mimetizzarsi con l' ambiente circostante. L'utilizzatore può considerarsi sotto un occultamento parziale finché non compie azioni offensive.
    Tipo: Speciale - Supporto
    Dimensione: Minuscola
    Quantità: 1
    (Potenza: 0 | Durezza: 0 | Crediti: 25)
    [Da studente in su]
    accuratamente alla vista esterna. Si trattava sempre e comunque di abitazioni, e loro portavano in bella vista i coprifronte di un potente villaggio di guerrafondai, come d'altronde erano tutti loro. Non potevano escludere la possibilità che qualche pavido cittadino si spaventasse e richiamasse troppe attenzioni indesiderate sull'ameno trio.
    Se fossero arrivati senza inconvenienti al granaio, la Rossa avrebbe esaminato attentamente i possibili punti di accesso alla sua portata, ovvero al piano terra. Si sarebbe poi riunita ai due compagni di team, comunicando con loro a voce estremamente bassa.

    Non penso che il contatto visivo sia sufficiente. Abbiamo bisogno di controllare il casolare da ogni angolazione, e di poter comunicare nel mentre. Così riusciremo a farlo senza problemi.

    Concentrò una discreta quantità di chakra in bocca, lasciando poi che due sottilissimi fili dello stesso si diramasseroArte della Comunicazione [1]
    Arte: L'utilizzatore può trasmettere la voce attraverso il chakra. Viene stabilita un contatto tra due ninja in contatto visivo attraverso un filo fatto interamente di chakra che parte dalla bocca di entrambi gli shinobi e gli permette di comunicare entro un chilometro. A causa della sua inconsistenza è impossibile tagliarlo senza il chakra, inoltre risulta invisibile. Sono parlare sia l'utilizzatore che il destinatario. Per trasmettere la voce è necessario emettere suoni.
    (Mantenimento: ¼ Basso per ogni 250 metri)
    [Da genin in su]
    dalla sua bocca verso i due uomini.

    In questo modo sarà come se ci stessimo sempre parlando all'orecchio, anche se per qualsiasi ragione finissimo a centinaia di metri di distanza. La comunicazione è tutto, specialmente in un territorio sconosciuto come questo.

    Aveva sussurrato appena, eppure i due l'avrebbero sentita forte e chiaro. Alzò lo sguardo, tornando ad occuparsi del granaio.


    Chakra: 28.5/30
    Vitalità: 12/12
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 325
    Velocità:  300
    Resistenza: 300
    Riflessi: 275
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Shuriken × 5
    • Kunai × 5
    • Accendino × 1
    • Tekken × 1
    • Chigiriki × 1
    • Guanto in Cuoio × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1
    • Katar × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Cartabomba I Distruttiva × 2
    • Tonico di Ripristino Minore × 1
    • Fumogeno × 1

    Note
    1/4 basso + 1/4 basso per Arte della comunicazione


    Edited by Filira - 30/9/2018, 09:54
  4. .

    Nel Bosco dei Cento Shuriken


    VII: Fin



    Ci aveva provato, e fino all'ultimo aveva anche sperato di esserci riuscita. I due ubriaconi erano stati facili da eliminare dai giochi, con tutto l'alcool che si ritrovavano in corpo. Eppure Saru, proprio lei che si prefissava sempre di agire in modo ragionato, aveva compiuto un tremendo errore di calcolo. Kou afferrò facilmente il braccio della Rossa, bloccando apparentemente senza sforzo il suo gancio sinistro. Poi, lei ebbe appena il tempo di alzare lo sguardo, concentrare un minimo di chakra come protezione, e intercettare le parole dell'energumeno, che tutto si spense.

    Maledizione.

    Percepiva il mondo muoversi veloce attorno a lei, mentre una forza prepotente la spingeva lontano da Kou. Sembrò che il volo fosse infinito, mentre lo stomaco le bruciava per l'entità del colpo subito. Quando si schiantò contro la parete esterna di un capannone, capì che probabilmente per lei era finita. Portò una mano alla bocca, e quando la guardò riuscì a percepirvi sopra il rosso scuro del sangue. Il suo sangue. Sbuffò, quella era proprio una giornata di merda.

    Dovevo restarmene a casa io, lo sapevo. Sempre in mezzo a questi cretini, poi tocca a me rimetterci la pellaccia.

    Inizialmente non seppe se i tre Jou che le comparvero davanti fossero reali o frutto del dolore che le attanagliava l'addome - chissà se il dolore poteva fare comparire delle allucinazioni, poi. Fatto sta che quando quello l'afferrò per il braccio e la trascinò di peso lontano da quel baccano, era talmente felice che stava per mettersi a piangere. Le sue gambe si muovevano veloci sotto di lei, spinte da chissà quale botta di adrenalina. Nel frattempo, i tre del Fiume erano troppo impegnati a contrastare un improvviso intralcio sabbioso per riuscire a dar retta ai due infiltrati. Videro di sfuggita Jou muoversi vicino al capannone, ma scoprirono presto che del ninja di Suna esisteva un'altra versione, totalmente uguale. I due ubriaconi si lanciarono all'inseguimento, rimanendo con un pugno di fumo in mano quando finalmente raggiunsero le copie.

    MALEDETTI! VE LI SIETE LASCIATI SCAPPARE, SIETE DEGLI INETTI!!

    Tuonò Kou, tentando di scacciarsi di dosso tutta quella fastidiosa sabbia. Li aveva persi, e con loro i documenti, ne era sicuro. Con l'aiuto di Suna il villaggio del Fiume avrebbe presto recuperato le proprie forze, e l'uomo sapeva che l'Amministrazione sarebbe giunta a fare giustizia, presto o tardi che fosse. Stava per perdere tutto, per colpa di due mocciosi qualsiasi. Un urlo di rabbia e disperazione si levò dal boss, mentre i suoi sottoposti tremavano già di paura, e qualcuno si preparava ad una pronta defezione. Così implodeva su se stessa quell'organizzazione ai limiti della legalità, spontaneamente come era nata.

    Non aveva chiaro il momento in cui aveva lasciato la presa, liberando la mano di Jou. Sapeva solo che erano finalmente lontani, sulla strada di casa. La notte proteggeva la loro fuga, nascondendo furtivamente i due giovani Sunesi.

    Jou Satoshi, ho un debito con te. Una vita per una vita, non me ne dimenticherò. Sappilo.

    Disse, mentre attorno a loro il gracchiare di qualche insetto lontano riempiva l'aria di un piacevole suono tardo-estivo. Erano salvi, erano tutti interi. Questo contava, e questo le bastava. Per il momento.
  5. .

    Nel Bosco dei Cento Shuriken


    VI: Galeotta du la bambina



    Guardò i tre spegnere con facilità l'incendio, e da una parte ne fu quasi sollevata. Era riuscita a creare un diversivo per far guadagnare tempo a Jou, e nessuno dei presenti era rimasto ferito. Sospirò sollevata, pronta a riprendere la sua patetica messinscena, quando tutto precipito in un solo, maledetto istante. La sua rovina prese la forma di un'innocente bambina, che puntando il suo dito cicciottello su Jin-Saru ne rivelò la natura doppiogiochista. Le cose non si mettevano bene.

    Uh-oh. Uhhm, cosa dici piccina. Ma figurati, io...

    Alzò lo sguardo, e ciò che vide fu tutt'altro che rassicurante. I tre energumeni avevano cambiato totalmente espressione, come se l'alcool si fosse vaporizzato dalle loro vene, lasciando il posto ad una scarica di adrenalina pura. Ebbene sì, la giornata della Rossa non era di certo cominciata benissimo, ma stava per concludersi nel peggiore dei modi. Con un teatrale sospiro sciolse la tecnica della trasformazione, rivelando ai tre trogloditi il suo aspetto più-o-meno-Sunese.

    Penso che la mia piccola recita finisca qui. Kou, fai allontanare la bambina. Non penso che voglia vedere suo padre in una situazione del genere. Oppure puoi lasciarmi andare, e non succederà nulla. Non siamo qui per catturare la tua gente, vogliamo solo riprenderci ciò che ci spetta di diritto. Che capo sei, se permetti ai tuoi di correre certi rischi, eh?

    Aveva sempre avuto una buona parlantina, e tendenzialmente era una di quei tipi a cui tutti davano retta. Eppure aveva la sensazione che in quella situazione il suo discorso non avrebbe attecchito particolarmente.

    Come non detto, se è lo scontro che cerchi, hai appena trovato pane per i tuoi denti, uomo del Fiume.

    Compose rapidamente i sigilli necessari, battendo poi il piede sinistro sul terreno. Probabilmente gli abitanti del fiume non avevano mai visto una tecnicaEsplosione Terrena - Doton Bakuha
    Villaggio: Suna
    Posizioni Magiche: Cinghiale, Topo, Capra, Tigre (4)
    Premesso il contatto con il terreno, l'utilizzatore può provocare delle piccole esplosioni entro 15 metri. La Velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. Ogni esplosione sarà preannunciata da un piccolo accumulo di terra, per poi detonare in un'esplosione di potenza pari a 10, in un raggio di 1,5 metri. Scagliare diverse esplosioni contemporanee incrementa il raggio, ma non la potenza. Ogni esplosione oltre la prima richiede l'utilizzo di uno slot azione/tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Doton
    (Consumo: Basso ogni esplosione)
    [Esplosioni Massime: 2 ogni Grado]
    [Da studente in su]
    del genere, e Saru contava che l'effetto sorpresa l'avrebbe aiutata tanto quanto l'aveva già fatto nello scontro con Shin e Jin. Pregò con tutto il suo cuore che la bambina si fosse messa al sicuro, mentre due piccoli cumuli di terra spuntarono silenziosi negli spazi tra i tre uomini. Avrebbero fatto appena in tempo a vederli, che essi sarebbero esplosi, coinvolgendoli in una detonazione di una certa potenza.

    Arrenditi Kou, e lasciaci tornare a casa con ciò che ci appartiene. La tua gente non deve soffrire per il tuo orgoglio, uomo.

    In tutto quel trambusto generato dalle esplosioni e dalle parole della Rossa, due kunai partirono veloci in direzione dell'addome dei due scagnozzi, mentre essa indossò velocemente il tekken sulla mano sinistra. Poi, si lanciò in una corsa disperata contro Kou, caricando un pugno micidiale diretto alla mandibola dell'uomo. Era molto più bassa di lui, e avrebbe sfruttato il suo punto di vista ribassato per enfatizzare il movimento dal basso verso l'alto. Colpì, sperando di andare a segno. E che Jou si materializzasse il prima possibile vicino a lei.



    Chakra: 4.5/10
    Vitalità: 7/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: //
    2: //
    3: //
    Slot Azione
    1: Lancio Kunai x2
    2: Pugno con Tekken
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: Doton Bakuha (TA)
    2: Esplosione II
    Equipaggiamento
    • Kaiken × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Accendino × 1
    • Shuriken × 5
    • Kunai × 5
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Tekken × 1
    • Guanto in Cuoio × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1

    Note
    ///
  6. .

    生き霊


    V



    Aprì gli occhi, e per una manciata di secondi la diversità del mondo su cui posò il suo rinnovato sguardo la riempì di meraviglia. Tutto aveva assunto una tinta grigiastra, e i confini materiali parevano non esistere più. Certo, poteva vedere i muri, le porte, i confini della grande villa. Ma era come se il suo sguardo vi passasse oltre, lasciando che ciò che prima era una barriera allo sguardo diventasse null'altro che una semplice sfocatura, che il suo occhio pareva facilmente aggirare. Poi, si accorse di essere rimasta immobile. Eppure il suo sguardo aveva vagato libero, spostandosi per tutta la stanza senza che il suo corpo effettuasse il minimo movimento.

    Io... Ci vedo! Questo, questo è...

    Il Byakugan. Anni, decenni, millenni di evoluzione concentrati in un paio di occhi. Temuti e invidiati dal mondo, erano oggetto delle brame di molti, pronti a tutto pur di accaparrarsi quell'antico potere. E ora anche lei, Murasaki Hyuga, ne era divenuta portatrice e custode. Era come un'investitura. Fu quasi un momento sacrale, di vicinanza a un qualcosa più grande, più significativo, più importante di lei. Ne avrebbe saggiato il potere per quanto i Kami le avrebbero concesso di vivere, poi l'avrebbe rimesso al suo creatore, ammettendo che ve ne fosse uno. Senza accorgersene era finita prostrata in avanti, le mani saldamente ancorate al terreno. Eppure vedeva, vedeva tutto. E vide anche Youkai.

    YOUKAI!

    Urlò, e fu uno sforzo immane. Tutto bruciava, come se avesse bevuto dell'acido. Doveva aver urlato parecchio, ma non portava alcun ricordo degli ultimi minuti. Sopra di lei una presenza continuava ad addensarsi e sfaldarsi, prendendo talvolta l'aspetto del suo compagno d'avventure. Un rosso intenso scaturiva dal chakra dell'amico, nettamente in contrasto con il colore neutro di fondo. Una fitta di dolore le attraversò il cranio, costringendola a chiudere gli occhi per qualche secondo. Quando li riaprì poteva ancora vedere il ragazzo, ma tutto pareva meno uniforme, come se stesse osservando la realtà dietro delle lenti sporche.

    Non so quanto tempo ho a disposizione, le prime attivazioni del Byakugan non sono mai stabili, è un equilibrio parecchio delicato. Devo sbrigarmi, adesso.

    Quando quello capì che era stato riconosciuto, si fiondò verso la Hyuga, ed ella chiaramente la massa rossa attraversarla da parte a parte. Un intenso freddo la riempì, provocandole brividi profondi. Le sembrò di sentire il gelo fin dentro le ossa, ma non disse niente. Non avevano tempo, e c'erano cose ben più urgenti da sbrigare. L'ammasso di chakra che componeva Youkai sembrava provenire da un libro, uno di quelli che in precedenza era volato giù dagli scaffali. Guidata dalla presenza dell'amico, Murasaki afferrò carta e penna, tracciando ciò che il fantasma le indicava mano a mano.

    Casa...

    Il kanji campeggiava solitario sul foglio, immobile e misterioso. Accanto a lei, sovrapposto a lei, Youkai si agitava senza sosta, mentre la massa di chakra pareva quasi involvere, diventando sempre più debole e convulsa.

    Casa tua? Cos'è successo, c'è qualcuno lì?

    Di nuovo la mano del ragazzo si mosse, e di riflesso quella della Hyuga. "Perso", così diceva il nuovo indizio.

    Perso... Hai perso casa? Il tuo corpo, non riesci più a tornare indietro?!

    Sbiancò, mentre una miriade di scenari le attraversò la mente. Qualcosa doveva aver spinto il non morto ad abbandonare il suo corpo, e di certo non doveva essere un'ottima situazione in cui trovarsi. Il fatto che il suo chakra si fosse manifestato lì, di fronte a lei, era una benedizione. Ma non sapeva esattamente per quanto il chakra di Youkai avrebbe resistito, così come il suo Byakugan.

    Okay, casa. Troveremo casa, assieme. Mi serve una mano, Youkai. Devi restare con me, non sforzarti troppo. Qualsiasi cosa accada, non devi scomparire.

    Annuì, scattando verso il libro, recuperando così l'ultimo legame di Youkai con il mondo dei vivi. Ogni passo rappresentava uno sforzo immane, come se ogni cellula del suo corpo fosse prostrata dalla fatica di mantenere una immane quantità di energia concentrata sugli occhi. Quando si mosse, le parve quasi di svenire, mentre il suo campo visivo aveva cominciato inesorabilmente a ridursi. Poteva percepire una profonda oscurità nella coda dell'occhio, che si allargava lentamente ma con costanza. Deglutì, mentre una nuova preoccupazione la investiva. L'aveva sentito dire, ma pensava fosse solo una leggenda, un modo per spaventare i bambini. Gli anziani dicevano sempre di usare i propri occhi con parsimonia, pena...

    Il perdere la vista, completamente. Per sempre.

    Con ancora il libro in mano, portò brevemente le dita della mano destra a contatto con il suo viso. Poteva avvertire il calore del chakra che scorreva potente sotto la sua pelle sottile, rendendo quel candore quasi febbricitante. Poteva davvero accadere? Era possibile che i suoi occhi si spegnessero per sempre. Li chiuse un attimo, scuotendo poi il capo. Poteva essere, ma non era quello il momento di ragionarci. Raccolse le sue ultime energie, rivolgendosi nuovamente a Youkai, che volteggiava ansioso sopra la sua testa.

    È il momento, andiamo.

    Si mosse a tentoni fuori dalla biblioteca, arrancando per i lunghi corridoi di casa Hyuga. Camminare e mantenere attivo il Byakugan si rivelò più complicato del previsto: i suoi occhi tentavano di mantenere il focus su dove stesse andando, ma riusciva a vedere così tanto, e tutto assieme. Ad un certo punto temette di perdere il senno, tanti erano gli input che arrivavano dal mondo esterno. Una volta usciti di casa l'aria fresca la aiutò a riprendere il controllo, mentre i polmoni bruciavano per la fatica.

    Dammi un segno, Youkai. Qualsiasi cosa. Dov'è casa?
  7. .

    Nel Bosco dei Cento Shuriken


    V: Separati in casa



    Era rimasta a fianco di Jou - o Shin, ormai non sapeva più nemmeno lei come chiamarlo - mentre quello veniva sommariamente medicato da un ragazzo del luogo. Non sembrava un malintenzionato, con quel suo fare scherzoso e canzonatorio, e pareva piuttosto che conoscesse bene i due tizi che stavano impersonando. Era entrata in quel capannone pensando di trovarsi di fronte uno stuolo di omoni scimmieschi, pronti a menare le mani e compiere le peggiori nefandezze. Invece era pieno di ragazzi e ragazze giovani, famiglie e cittadini di tutte le estrazioni sociali. Possibile che avessero compiuto un errore di giudizio?

    Jou, c'è qualcosa che non mi quadra. Avremmo dovuto trovare un covo di delinquenti, ma io vedo solo gente che se la spassa qua attorno. Siamo sicuri che l'Amministratore ci abbia detto tutta la verità?

    Sussurrò, mentre il ragazzino-medicatore si distraeva, e una figura stavolta sì minacciosa si avvicinava ai due.

    SHIN! JIN! Avete riportato le vostre dannate chiappe a casa, finalmente! Quanto tempo avete sprecato in questa missione, esattamente?!

    Saru deglutì, cercando con lo sguardo l'aiuto di Jou. Non avevano la minima idea di quando i due avessero lasciato il covo, e tentare a indovinare non li avrbebe portati da nessuna parte. Per loro fortuna, il ragazzino sembrava aver davvero in simpatia il dinamico duo, ponendosi come mediatore fra i due malcapitati e il capo.

    Kou-sama, non si agiti. Sa che a Jin e Shin era stata affidata un'importante missione. È solo grazie a loro che Kuro è riuscito a riportare indietro i documenti, e sono anche rimasti indietro per intercettare i due della sabbia...
    Sì, certo certo. E bravi Shin e Jin, pare che Sato qui voglia ergervi una statua, o qualcosa del genere. Ora, se non c'è altro, potete prendere la sbobba. Il vostro lavoro ha portato grande vantaggio a tutti, devo ammetterlo.

    Bofonchiò, come se ammettere che un suo sottoposto non aveva completamente fallito fosse una cosa difficile da ammettere.

    Però certo, è indecoroso farsi ridurre così da degli accademici, Shin! Ti meriteresti un turno alle stalle, ecco cosa ti meriteresti sì!

    Saru guardò nuovamente Jou, e capì che quella era la loro ultima occasione. Kou-sama sembrava ben disposto, nonostante la sua scorza dura, e la simpatia del ragazzino poteva giocare il loro favore.

    Kou-sama, al suo servizio. Tuttavia il nostro compito non è ancora finito. Ci era stato dato esplicito ordine di portare i documenti al sicuro, tuttavia non abbiamo trovato né Kuro né la refurtiva.

    Attese qualche secondo, sperando di aver mimato al meglio delle sue possibilità la voce di quell'impiastro. Di certo l'alcool che scorreva potente nelle vene di tutti i presenti costituiva un ottimo espediente per i due Sunesi, tanto che nessuno parve accorgersi di niente.

    Ah, quel dannato Kuroi! Sato, porta i due qui a recuperare Kuro e i documenti, ci manca solo che l'idiota li abbia persi da qualche parte.

    Si fermò, grattandosi pensosamente il mento. Poi parlò, come se quella fosse l'idea migliore che gli fosse sopraggiunta in tutta la sua vita.

    Senti Jin, vai a dare il cambio a quella spunga di Ikeda là fuori, lui e il suo compare non hanno nemmeno avvisato del vostro arrivo, sospetto che stiano dormendo come i due dannati dementi che sono. Sveglia uno e rimanda qui l'altro, ho bisogno di quel poco di intelletto che gli rimane. Il tuo turno è fino a domani, niente discussioni ammesse.

    Saru aggrottò le sopracciglia per la sorpresa, guardando nervosamente Kuou-sama. Cosa fare? Non poteva di certo disubbidire ad un ordine diretto, non in quelle circostanze. D'altra parte, lasciare Jou al suo destino le pareva stupido, quasi un gesto suicida. Poi, ebbe un'idea.

    Sì, boss! Non si preoccupi, Ikeda sarà qui prima che lei possa tornare sulla sedia.

    Fece un cenno d'intesa a Jou, sperando che quello lo cogliesse e si fidasse dell'intuizione della compagna. Il suo compito sarebbe stato delicato, avrebbe dovuto recuperare i documenti e farsi trovare pronto alla fuga, quale che fosse l'evolversi della situazione.

    Bene, andate ora, che m'avete già scocciato, via.

    E se na andò, sedendosi su quel suo trono fatto di cartoni stracci, ma che pareva dargli enormi soddisfazioni.

    Allora io vado. Shin, Sato, a dopo.
    Ah sì, ci becchiamo al falò dopo la festa, eh! Me l'avevi promesso stavolta, non puoi non venire!
    Certo, il falò. Non mancherò.

    Si voltò, lasciando Jou al suo destino e sperando di ritrovarlo sano e salvo nel giro di qualche minuto. Le ci volle poco a raggiungere i due ubriaconi, che non sembravano rappresentare un reale pericolo. Erano lì, seduti per terra e appoggiati uno sull'altro, oramai vittime totali del coma etilico.

    Bene, almeno non dovrò occuparmi di loro, spero.

    Si voltò, estraendo dalla borsa di Jin una bottiglietta d'alcool, accompagnata da un accendino. Individuò una catasta di legna abbandonata, che sembrava sufficientemente asciutta da risultare infiammabile. La sua idea iniziale era quella di fare saltare il portone d'ingresso del capannone, ma la visione dei suoi occupanti l'aveva immediatamente dissuasa dall'idea. Un incendio invece era quello che le serviva. Era sufficientemente pericoloso da mettere in allarme e confusione tutto l'accampamento, ma non sufficientemente vicino alle persone per mettere realmente in pericolo di vita tutta quella gente. Svuotò la boccetta, costituendo poi una traccia sul terreno. Avvicinò l'accendino, e la sterpaglia prese immediatamente fuoco, illuminando l'oscurità notturna. Inspirò, raccogliendo più aria possibile nei polmoni. Poi corse verso il capannone, e ne aprì violentemente la grande porta.

    AL FUOCO, AL FUOCO!

    ***

    Dall'altra parte dell'accampamento, prima che Jou sentisse il grido disperato di Saru-Jin fendere l'aria e giungere fino a lui e Sato, il tutto si sarebbe svolto in maniera tranquilla. Il ragazzo avrebbe intrattenuto una conversazione leggera, chiedendo al Sunese sotto copertura dettagli dello scontro del giorno precedente.

    Allora Shin, dimmi! Per averti ridotto così non dovevano essere proprio dei novellini! Sai, ho sempre desiderato esser nato in un villaggio grande come Suna, o come Konoha. Tu non dirlo a Kou-sama, sai lui come la pensa su queste cose... Però ecco, sarebbe figo essere un ninja vero, no? Però alla fine voi li avete battuti, quindi quello che conta è la propria forza, suppongo.

    Camminava tranquillo, calciando qualche pietra qua e là e tenendo le mani in tasca.

    Kuro dovrebbe essere al capannone degli attrezzi, a limare qualche kunai. Vediamo che ci dice.

    Una volta giunto al capannone, avrebbero trovato Kuro intento a fare proprio ciò che aveva previsto Sato. Accanto alla sua postazione, giaceva una pila di documenti ingialliti, a poca pericolosa distanza dalle scintille che il lavoro del fabbro stava producendo.

    KURO! Guarda che dai fuoco a tutto di nuovo così, sai quanto hanno faticato Jin e Shin per recuperare questa roba?! Ora consegnaci i documenti, dobbiamo portarli al sicuro, lontani dalle tue cavolo di scintille!
    Mh, fate come volete.

    Bofonchiò quello, tirando su la maschera che gli proteggeva il viso e fissando il suo unico occhio scuro su Jou.

    Ragazzo, ti hanno conciato proprio per le feste.

    Poi inclinò la testa, fissando il viso del Sunese. Si alzò dalla sedia, trascinando la gamba fino ai due ragazzi. L'Afro avrebbe potuto sentire il calore del suo fiato sulle guance, tanto si era fatto vicino.

    Tu non avevi gli occhi di due colori diversi, ragazzo?
  8. .

    Il Portale per l'Aldilà


    I


    Genji Hyuga era un uomo di elevata morale, stoica integrità, e limitata flessibilità. Prodigio degli Hyuga, aveva assunto la guida del Clan in giovane età, succedendo al padre, un uomo mite e benevolo. Tuttavia, non aveva lasciato che la sua inesperienza venisse usata a suo sfavore, lasciando campo libero al sempre prorompente concilio ristretto degli anziani. Sin dai primi giorni del suo regno, aveva governato la Famiglia con rigore e dedizione, consacrando la sua vita alla causa, con la maniacalità di un sacerdote laico. Da allora, ogni sua scelta era stata frutto di una elaborata pianificazione. Aveva sposato una Hyuga di ottimo sangue, Hisako, con una forte propensione alle arti ninja. Dal loro matrimonio, tutto sommato un'unione felice, erano nate due splendide figlie, entrambe portatrici della particolarità genetica tanto cara al Clan. La nascita di Murasaki era stata festeggiata a lungo, la Famiglia aveva una nuova Erede, e il giorno in cui gli occhi bianchi della primogenita si erano aperti sul mondo, tutti gli Hyuga avevano alzato ringraziamenti ai Kami. Poi era nata Tomoe, e l'accoglienza era stata più fredda. La bambina avrebbe ingrossato le file del Clan cadetto, e forti erano i timori che potesse diventarne il polo principale, attorno a cui i ribelli si sarebbero stretti per ribaltare l'ordine naturale delle cose. Eppure Genji Hyuga aveva trovato un equilibrio, favorendo la creazione di uno stretto rapporto fra le due sorelle. Sarebbero morte volentieri una per l'altra, ma mai per mano loro. Gli anni erano passati, Genji Hyuga stava invecchiando, e presto o tardi sarebbe arrivato il momento di ritirarsi, lasciando che la sua creazione continuasse a vivere secondo le sue direttive.
    Era una mattinata di metà settembre, e l'uomo, da ben prima dell'alba, era intento a riportare meticolosamente i suoi pensieri su di un rotolo. Un solo kanji, indicante il colore viola, campeggiava sull'intestazione della missiva, chiarendo facilmente chi ne fosse il destinatario.

    Signore, mi dispiace disturbarvi. Ma all'ingresso chiedono di voi. Con urgenza, pare.
    Hisashi, quale urgenza ci può essere a quest'ora? Sai bene che non riceviamo ospiti prima di mezzogiorno. O qualcuno ha fornito nuove direttive a riguardo?
    Nessuno, signore. Ma non siamo riusciti a convincere... L'ospite.

    Lo Hyuga sospirò, appoggiando delicatamente il pennino. Nonostante la sua attenzione, però, una generosa macchia di inchiostro si allargò sulla pergamena, tracciando neri contorni sulle scritte elegantemente vergate. Genji aggrottò le sopracciglia, spostando il pennino. Se Hisako fosse stata lì, avrebbe cominciato a pontificare su quanto questo fosse un brutto presagio, e su come sarebbe stato meglio interrompere qualsiasi attività per tutta la giornata. Ma Genji Hyuga non era un uomo che cedeva alle superstizioni. Dunque si alzò dalla scrivania, gettando un'ultima occhiata corrucciata alla macchia nero intenso, che non accennava a smettere di espandersi.

    Salve signor Genji! Murasaki può uscire?

    Dall'alto del suo metro e ottantacinque d'altezza, il Capoclan sovrastava decisamente il loro piccolo ospite. Hisako, che per l'occasione sfoggiava un elegante veste da camera color crema, trattenne a stento una risata, nascondendo il viso dietro un pregiato ventaglio.

    Così cerchi la nostra piccola, eh caro? Non temere, te la portiamo subito qui.
    Figliolo, mi sembri oramai un giovane in età adulta. Prima di avanzare richieste a casa di estranei, è bene presentarsi e fornire le proprie generalità. Poi, questo è il signor Hyuga, per gli esterni.

    Fu suo zio a parlare, mentre il padre se ne stava immobile con un'espressione austera in viso. Quando avevano richiesto la sua presenza in prima persona, si era figurato di dover ricevere una qualche figura istituzionale, quantomeno qualcuno dall'amministrazione della Foglia. Invece si trovava di fronte ad un poco più che bambino, che dal basso della sua zazzera rossa chiedeva allegramente dell'Erede degli Hyuga. Non aveva idea di come Murasaki avesse conosciuto il loro nuovo ospite, ma certamente ne avrebbe chiesto conto una volta rientrata.

    Ah, Youkai! Questa sì che è una sorpresa! Come... Cosa...?

    La ragazza entrò rapidamente nell'ingresso, saggiando la peculiare situazione. Suo padre se ne stava lì, a braccia conserte, mentre sua madre e suo zio tentavano di gestire al meglio la cosa. Dal canto suo Youkai pareva decisamente fuori luogo, probabilmente il tutto era lontano anni luce da ciò a cui era abituato. Da un angolino della stanza comparve poi un inserviente, portando del tè in raffinate tazzine di ceramica. Genji Hyuga si aspettava una visita importante, e aveva fatto in modo che il suo ospite fosse trattato nel miglior modo possibile.
    Di certo non si aspettava Youkai Kuroi.

    [...]

    E' un portale per l'aldilà! L'ultima volta mi ci hanno fatto uscire prima che potessi esplorarlo per bene, ma ora che so dove si trova posso tornarci, e magari cercare i miei antenati! Per l'occasione non mi sono nemmeno tinto i capelli, guarda! Forse incontreremo di nuovo Karikitori. E magari pure la Signora Morte! Potrei farteli conoscere!

    Murasaki deglutì, continuando a fissare con apprensione la cartina che Youkai le aveva appena affidato. Ciò che il fantasmino le aveva confidato non era semplice da digerire, eppure sembrava che il Rosso non avesse subito particolari ripercussioni dall'esperienza sovrannaturale di cui era stato vittima. La Hyuga lo guardò con apprensione, mentre quello gesticolava tutto esaltato alla prospettiva di tornare in un posto che, dai suoi racconti, pareva tutt'altro che accogliente. A Murasaki piaceva l'innocenza e la leggerezza di Youkai, era un ottimo contraltare alla gravità e pesantezza del compito che le era stato affidato sin da bambina. Tuttavia a volte desiderava che il ragazzo si fermasse un minuto a ciò che gli stava accadendo, considerandone le cause e gli effetti. Ma questo non era Youkai, questa era lei. E per questo formavano un ottimo team.

    Mi sembra un buon piano, Youkai. Ma credi che ce la caveremo da soli? Non pensi sia meglio chiamare qualche rinforzo, o almeno informare l'Hokage dei nostri spostamenti. Sembra aver preso a cuore la tua causa, sono sicura che vorrebbe esserne informato.

    Sorrise, sperando che il compagno si convincesse a far accrescere almeno un po' il loro scarno gruppetto. In caso contrario, sarebbero stati loro due, soli contro il grande, freddo, buio ignoto.
  9. .

    Il Profumo dei Ryō


    VIII



    Successe tutto in pochi attimi. Fu una questione di un battitio di ciglia, e i tre bonzi che prima se la ridevano e cantavano in allegria non c'erano più. I loro corpi esanimi erano riversati a terra, con il cranio sconquassato e la gola tagliata. La principessa degli Hyuga aveva abbozzato un tentativo di intervento, ma il suo movimento si era presto fermato.

    Non fare niente di stupido.

    Le parole della sorella le erano balenate in testa, bloccandone i muscoli e impedendole di ergersi in difesa dei tre balordi. Sarebbe davvero stata una scelta stupida? Secondo le loro supposizioni, quegli uomini erano responsabili di aver dato fuoco a delle abitazione, uccidendo a loro volta chissà quante persone. Ma nessuno poteva dare ai ninja quella sicurezza, eppure Murasaki aveva agito come se ne fosse sicura, come se le loro vite, oramai macchiate dal crimine, non avessero effettivamente lo stesso valore delle povere anime coinvolte negli incendi dei piromani. Forse era davvero così, o forse no. Comunque fosse, lei e Youshi avevano emesso la loro sentenza, condannando tre vite grazie alla loro immobilità. L'uomo nella radura parve parlare tra sé e sé, o forse con un suo ulteriore compare. Poi prese, lasciando a terra i tre malcapitati, senza degnarli di ulteriori sguardi. Dall'altra parte della radura comparve la figura del Kiriano, che si stava sbracciando nella sua direzione. La Hyuga capì che quello era il suo modo di attirare la sua attenzione, e lasciò che un sottile rivolo di chakra scorresse veloce da lei alla posizione del suo compagno. La voce di Youshi non tardò ad arrivare, facendosi sentire forte e chiara, come se lui fosse proprio lì, accanto a lei.

    Inseguo quei due, mi terrò distante e cercherò di non farmi notare. Quei tre non valevano nulla, la loro morte era inevitabile. Contatta Judai, lascia che sia Yoko ad occuparsi dei superstiti se ce ne sono stati e di interrogarli dopo di che di tornare al villaggio. Comunica la tua posizione all'altro Hyuga e quindi seguitemi, lungo il tragitto lascerò alcuni segnali.

    Nel frattempo la ragazza si era avvicinata a ciò che rimaneva dei tre. Due di loro avevano perso qualsiasi sembianza umana, i tratti somatici cancellati senza pietà dall'azione della clava. Si abbassò, rimanendo comunque all'erta in caso il nemico avesse deciso di tendere ai due genin un'imboscata.

    Va bene, Youshi. Mi metterò subito in contatto con Judai, tu non allontanarti troppo da me. Dobbiamo rimanere in contatto, disperderci non è la cosa migliore da fare al momento.

    Guardò di nuovo i cadaveri, e per un momento essi si sovrapposero alle figure dei suoi due compagni. Scosse la testa, passandosi una mano sugli occhi stanchi.

    Non posso permetterlo. Non qui, non oggi.
    Nel caso venissi scoperto o avessi bisogno di aiuto attiverò un fumogeno per essere più facilmente individuabile da voi, nel malaugurato caso in cui perdessimo il contatto vocale. Una volta capito dove siano diretti, ci raggrupperemo.
    Ricevuto. Fai attenzione.

    Sospirò, concentrando poi l'attenzione sul sottilissimo filo di chakra che ancora la teneva legata a Judai. Lo Hyuga, nel frattempo, era alle prese con una situazione alquanto complessa. Di fronte a lui due ragazzini, dall'aria stanca e disperata, lo stavano implorando di riportare indietro la loro povera madre. Quello che ancora non sapevano era che, per quanto Yoko e Judai lo desiderassero con tutti loro stessi, per la donna non c'era stato altro da fare, se non pregare che la sua anima trovasse pace nell'aldilà.

    Signor Yoko, sono sicuro che la diplomazia sia decisamente il suo campo. Non sono la persona adatta a parlare a questi ragazzini, hanno quasi la mia età! La prego di calmarli e tirar fuori da loro ogni possibile informazione, poi faremo ritorno al villaggio.
    Judai, mi senti?
    Forte e chiaro, come va lì?
    Ti spiegherò mentre vieni qui, non c'è tempo adesso. Ho bisogno che lasci Yoko lì, e che ti riunisca subito a noi. Controlla che sia in buone condizioni e in sicurezza, poi parti subito. Dobbiamo seguire velocemente Youshi, è appena partito e ci sta precedendo. Mi raccomando, devi essere rapido.

    Quallo annuì, facendo segno a Yoko che era libero di andare. Prese poi a correre, ricongiungendosi con la quasi compagna di Clan in breve tempo.

    Bene, questo non ci servirà più, ora possiamo parlare di persona.

    Murasaki sorrise appena, tradendo un certo nervosismo. Il filo di chakra con Judai era stato interrotto, lasciando la comunicazione a distanza solo con Youshi.

    Bene, noi partiamo.

    Sussurrò appena, certa che il compagno di team dall'altro capo della comunicazione l'avrebbe sentita chiaramente. I due shinobi di Konoha si incamminarono, tenendo una buona andatura e cercando di volta in volta i segni lasciati dal Tokugawa, così da non perderne le tracce.




    Chakra: 28.75/30
    Vitalità: 12/12
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 275
    Velocità:  325
    Resistenza: 300
    Riflessi: 300
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 300
    Agilità: 300
    Intuito: 300
    Precisione: 300
    Slot Difesa
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Azione
    1: ///
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: ///
    2: ///
    Equipaggiamento
    • Shuriken × 5
    • Fukibari × 3
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Kunai × 5
    • Tonico Coagulante Inferiore × 1
    • Rotolo da Richiamo × 1
    • Bende Rinforzate × 2
    • Cartabomba I × 2
    • Fumogeno × 2
    • Wakizashi × 1
    • Sonagli [x5] × 1
    • Kit di Primo Soccorso × 1
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Accendino × 1
    • Corda di Canapa [10m] × 1

    Note
    - 0.5 bassi per mantenimento arte della comunicazione (range 500m)


    Edited by Filira - 22/9/2018, 11:16
  10. .

    Evasione





    Territorio:
  11. .

    Nel Bosco dei Cento Shuriken


    IV: Scilla e Cariddi



    Le sembrò quasi di giocare a poliziotto buono e cattivo. Se ne stava dietro Jou, con fare accigliato e le braccia conserte. Aveva sperato che la notte le avrebbe portato consiglio, o quantomeno una minima illuminazione, su come affrontare la marea di casini in cui stavano lentamente affogando, ma l'unica cosa che aveva trovato era stato il duro, umido, tremendamente scomodo pavimento della capanna. Inutile dire che la cosa non aveva certo migliorato il precario stato umorale della Rossa. Si passò una mano dietro al collo, massaggiando distrattamente l'area indolenzita dalla mancanza di un letto decente da oramai giorni.

    Senta, amministratore. Lei capisce che qui stiamo decisamente andando oltre quelli che sono i nostri compiti, sì? E ora veniamo a sapere che non c'erano solo quei due maledetti dietro a questo casino, ma che la nostra prospettiva è di ritrovarcene molti di più tra i piedi. Immagino poi che verranno anche a chiederci conto della fine dei loro due compagni di merende.

    Abbassò il capo, passandosi stancamente una mano sul volto. Tutta quella situazione diventava sempre più assurda, e ogni tassello che si veniva ad aggiungere al puzzle non faceva che sommare segnali d'allarme su segnali dall'arme. Fece schioccare la lingua con aria seccata, mentre l'atteggiamento rilassato di Jou Satoshi non faceva che montare in lei ancora più frustrazione. Possibile che non capisse le gravi implicazioni che la faccenda avrebbe avuto per Suna?

    Trasformarci in questi due scarti umani, dici?

    Si abbassò, afferrando bruscamente il mento del tizio dai capelli chiari, che reagì a malapena con un mugolio di dolore. Guardò prima lui, poi il suo compagno. Era facile per Jou proporre di prendere le sembianze dei due decerebrati, lui che prendeva tutto con estrema leggerezza. Ma Saru non era così, non aveva mai preso una decisione in vita sua che non fosse ponderata e attentamente calcolata. Una conseguenza dell'essersi cresciuta da sola, probabilmente.

    Sì, la henge ci darà il loro viso, i loro corpi. Ma non sappiamo niente del loro modo di fare, della loro storia, di come si pongono con i loro compagni. Che grado hanno nella loro organizzazione? Come reagiranno a vederci tornare? Sai meglio di me che non appena una parola uscirà dalle nostre bocche verremo riconosciuti.

    Si alzò, portandosi a pochi centimetri dal compagno. La sovrastava di parecchi centimetri in altezza, ma questo non era certo un problema per la dirompente Rossa della Sabbia. Quello che perdeva in altezza, lo guadagnava in carattere.

    Devi essere pronto a combattere, Jou. Dobbiamo essere pronti. Se percorriamo questa strada non abbiamo possibilità di tornare indietro. L'hai detto tu quando siamo partiti, questa missione può significare tanto, tutto per entrambi. È la nostra possibilità di far vedere ai pezzi grossi quanto valiamo. Questi documenti devono tornare a casa, e in qualche modo dobbiamo essere noi a portarceli.

    Poggiò la mano sinistra sulla spalla destra del compagno, stringendola in segno di incoraggiamento.

    Ah, prova a chiamarmi ancora Sora e giuro su qualsiasi Kami che ti lascio in pasto a quella banda di dementi, maledizione!

    La stretta si trasformò in un pugno inoffensivo alla spalla, che avrebbe appena sfiorato l'Afro. Cominciava a piacerle quel buffo ragazzetto. Se solo avesse imparato il suo nome, poi.

    Allora è deciso.
    Già, deciso...

    [...]

    Arrivarono che il cielo si era già tinto di un rosso intenso, segno che la giornata volgeva oramai al termine. Un vociare intenso arrivava dal campo base a cui li aveva condotti l'amministratore, segno che all'interno della struttura la vita trascorreva tranquilla, senza particolare apprensione per ciò che il Fiume avrebbe potuto fare nei loro confronti.

    È bello sapere che almeno qualcuno a questo mondo si gode la vita. Quasi quasi mi dispiace andare a rovinargli la festa.

    Alzò gli occhi al cielo, componendo poi il sigillo che l'avrebbe portata a mutare il suo aspetto. Una piccola nuvoletta la attorniò, e ne emerse uno dei due delinquenti che li avevano gentilmente sorpresi con qualche kunai e un bel katon dritto in faccia.

    Allora, questo è il piano. Amministratore, lei resti qui ben nascosto, non intervenga per alcun motivo. Anche se vede le nostre teste appese ad una picca, lei non entri in contatto con loro. Piuttosto scappi, corra via finché ha fiato. Sospetto che non vedrebbero proprio l'ora di mettere le mani su un politico del fiume.

    Quello annuì, inghiottendo rumorosamente e sottolineando così l'ansia che lo attanagliava, come se non fosse già evidente dalla miriade di goccioline dei sudore che gli decoravano il viso.

    Jou, ora tocca a noi. Dobbiamo dire di aver completato la missione con successo. E poi chiederemo di avere accesso ai documenti. Ah, maledizione. Che i kami ce la mandino buona, Jou Satoshi. In che guaio mi hai cacciata.

    Si alzò, aspettando che il compagno la seguisse. Una volta entrati, avrebbero trovato ad accoglierli due guardie decisamente su di giri. Ad una più attenta osservazione, avrebbero notato che a fianco ai due giacevano diverse bottiglie di sakè oramai vuote, segno che nessuno si era esentato dal fare bagordi quella sera.

    Eeeehi, guarda chi abbiamo qui Ikeda! Guarda guarda se non sono Shin e Jin!!!
    Oooh, sono proprio loro, sì signore! Come mai siete già tornate, signorine?! AHAHAH Non avevate una missione importantissimissima?! Mica come noi due, poveri derelitti, qui a fare da guardia agli ubriaconi, sì signore!

    Era chiaro che i due non ci stavano con la testa. Questo poteva voler dire due cose: o ingannarli e superarli sarebbe stato estremamente facile, visto lo stato di ebrezza, oppure anche il minimo errore di interpretazione li avrebbe fatti strepitare, presi dai fumi dell'alcool e senza oramai inibizioni. Se i due volevano passare oltre, avrebbero dovuto prima superare i novelli Scilla e Cariddi.
    Come avrebbero affrontato questa prima prova?
  12. .

    Il Teschio del Kazekage


    III



    Ssekien smise di ridere.
    Il suo tanto amato squalo si era sciolto senza troppe cerimonie di fronte ai suoi occhi, lasciando inermi i due schifosi sunesi. Come se non bastasse, nemmeno le sue temibili bombe di ghiaccio poterono sortirono alcun effetto, venendo per giunta rispedite al mittente. Per fortuna il Nukenin era uno che la sapeva lunga in fatto di combattimenti, e con rapida maestria compii un balzo verso destra, evitando le due bombe gelo che, come delle serpi, si erano rivoltate contro di lui, spinte dal vento dell'odiosa donna della Sabbia.

    AHAHAHHA PENSATE CHE QUESTO BASTI?!?!?! IO SONO SSEKIEN IL GRANDE, IO....!!

    Un fiotto di sangue interruppe il suo folle discorso, portando rapidamente a termine le sue avventure in quel di Suna. Il folle non aveva nemmeno visto partire le due sfere di Daishin, talmente concentrato com'era a vantarsi del suo primo tentativo di difesa. Come poteva immaginare che quell'anemico ragazzino nascondesse tali capacità?! Come poteva anche lontanamente pensare di trovarsi di fronte a qualcuno superiore addirittura al grande Ssekien, terrore di Kurotenpi? Mentre tutto diventava nero, e qualsiasi forza lo abbandonava, il nukenin potè solo guardare per un ultima volta il viso del suo antagonista. Se fosse sopravvissuto, trovare e sconfiggere Daishin sarebbe divenuto il nuovo obbiettivo della sua folle vita. Ma questa è decisamente un'altra storia.

    Capo, mi sa che l'ha fatto fuori, eh. Dice che dobbiamo andare ad aiutarlo?

    Sadako si voltò preoccupata, continuando a far saltare lo sguardo tra l'Amministratore e il malcapitato Sssekien. Con maestria, tirò fuori dalla borsa una mascherina e dei guanti. Qualora avessero dovuto toccare ciò che rimaneva del nukenin, la donna non aveva proprio intenzione di beccarsi qualche strana malattia da Kurotenpi.

    Prego, vada avanti lei. È pur sempre il capo, no?

    Cosa avrebbe fatto Daishin? Ssekien versava in gravissime condizioni, con una ferita da perforazione all'addome e i muscoli della gamba destra tranciati di netto. Se voleva riportarlo a Suna vivo, avrebbe dovuto fare in fretta, cercando per giunta di tamponare le ferite in qualche modo, Oppure, poteva semplicemente lasciare lì l'uomo, prendere il benedetto teschio, e tornare alla Sabbia per le dovute verifiche del caso. All'Amministratore l'ardua scelta.
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    Ocean's Three


    II: Rosa Rosaec



    La situazione stava per farsi tragicomica con l'arrivo del mercante di rose, quando la Nekki la tirò per un braccio, reclamando la sua attenzione.

    Ah, Nekki! Sì, io sono Saru Mononobe, di Suna. L'Amministrazione mi ha mandata qui per badare che non ti succeda niente di irreparabile. Sai, nessuno alla Sabbia vuole una Nekki mutilata, direi di no.

    La Rossa non riuscì nemmeno a concludere la frase, che la ragazzina albina venne presa da un attacco di panico in grande stile, con tanto di sacchettino per l'iperventilazione e balbuzie varia ed eventuale.

    Oh, ehm... Capisco, suppongo. No cassetta di sicurezza, sì Informazioni generali e Deposito. Tu vuoi stare con il ragazzino di Oto, sì? Oh, che caspita sta combinando ora quello, maledizione.

    Dall'altra parte della stanza quello sembrava seriamente intenzionato a comprare quelle stramaledette rose. Come se non avessero già abbastanza problemi, ora rischiavano di perdere la Nekki per un infarto triplo. E chi li avrebbe sentiti poi quelli ai piani alti?

    Allora, il tuo nome è Ryugi, giusto? Bene, procediamo come hai detto tu. Io andrò a vedere cosa mi dicono al deposito, tu tieni d'occhio Yukine. Ricordati che è di un altro villaggio, non dare per scontato di poterti fidare ciecamente di lui. Se dovesse succedere qualcosa...

    Stava per suggerirle di cacciare un urlo, ma la cosa pareva abbastanza impossibile visto che la ragazza riusciva a malapena a pronunciare una frase di senso compiuto. Sbattè un paio di volte le palpebre, cercando un modo per concludere degnamente quella frase.

    Sai cosa, sono sicura che ve la caverete! Mi raccomando Nekki, fai onore a Suna, eh!

    Alzò il pollice sinistro in segno di incoraggiamento, allontanandosi poi verso lo sportello depositi. Si sarebbe messa ordinatamente in fila, aspettando il proprio turno. Tuttavia, il suo nome non era proprio dei migliori, e una volta che fosse arrivata alla cassa lìimpiegato avrebbe immediatamente percepito il grado di insofferenza raggiunto dalla ragazza, ben dipinto su quell'insolito viso sunese.
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    Nel Bosco dei Cento Shuriken


    III: L'Amministratore



    Jou, figliolo. Chiamami un'altra volta Sora e tutti quei bei ricci che ti trovi in testa spariranno, per lasciare posto a una lucente pelata.

    Bofonchiò la ragazza, mimando il movimento di una minacciosissima forbice.

    Stai attento stanotte, ciccio. Comunque, è chiaro che questi due dementi erano messi lì ad aspettarci, quindi direi che d'ora in avanti dovremo prestare la maggior cautela possibile. Questi stronzi potrebbero comparire dal nulla, hanno il vantaggio di conoscere il territorio mille volte meglio di noi. Chissà cosa ci riserverà la casetta della strega cattiva, non vedo proprio l'ora di entrare e farmi sparare in testa un'altra palla di fuoco, maledizione!

    Ricordava con precisione le storie che la vecchia Mononobe le raccontava, e spesso queste prevedevano che vi fosse un qulche tipo di vecchio inquietante ad aspettare i poveri malcapitati in una catapecchia dispersa in mezzo al bosco. Perfetto, sembrava non mancare nulla.

    In un bosco dl genere nessuno può sentirti urlare, sai. Qui non finisce bene Jou Satoshi, dammi retta.
    Maledizione.

    Stava ancora blaterando quando Jou aprì la porta, rivelando all'interno dell'angusta casetta la figura di un uomo solo e malconcio, al cui la sola luce pareva arrecare molto fastidio. Chissà da quanto tempo era stato abbandonato in quell'oscurità.

    Maledizione, quei due dementi si sono dati proprio da fare.

    Disse a denti stretti, mentre entrambi accorrevano in soccorso dell'amministratore ferito. La Rossa estrasse il proprio kaiken, tagliando rapidamente le bende che impedivano al sangue dell'uomo di affluire liberamente alle mani. Quando la ragazza ebbe modo di constatare la condizione dei polsi dell'uomo, notò che le ferite lasciate dalle bende marce erano profonde e gravi, non potevano muovere l'uomo in quello stato.

    Amministratore, per stasera faremo base qui. Le sue ferite... Non si preoccupi, io e il mio compagno qui, Jou, faremo a turno per proteggere lei e il perimetro. Il mio nome è Saru Mononobe, ninja di Suna. Finché avrà me al suo fianco, nessuno potrà più farle del male. Ma adesso, è necessario che lei ci dia più informazioni possibile. Siamo stati mandati a recuperare dei documenti, non ci aspettavamo di certo questo attacco da parte di due folli.

    L'uomo del Fiume si massaggiò i polsi, andando a sedersi sull'unico sgabello malconcio presente nella baracca. Saru si sarebbe appoggiata ad uno dei muri, mantenendo comunque l'arma che aveva estratto in mano, pronta a qualsiasi evenienza.

    Dovete sapere che il nostro villaggio non è altro che un agglomerato di case come questa, o almeno così è diventato. Niente a che vedere con ciò a cui siete abituati a Suna. Tuttavia, almeno in precedenza il nostro commercio era florido, le nostre terre producono abbondanti raccolti, che portano migliaia di mercanti ad attraversare le terre dei fiumi. Ma negli ultimi tempi una terribile sciagura si è abbattuta sul Fiume. Un gruppo di sbandati ha deciso di prenderci di mira, di saccheggiare e devastare. E ora più nessuno porta il suo denaro qui, e ogni locanda, ogni bottega ha dovuto chiudere i battenti. Siamo di fronte ad una città fantasma, oramai.

    Saru annuì, lasciando spazio anche a Jou di confrontarsi con l'Amministratore, che tra una frase e l'altra non smetteva di tirar su col naso, rendendo la scena a metà tra il tragico e il patetico.

    Amministratore, cosa ci sa dire riguardo ai documenti? Qualcuno in particolare avrebbe potuto volersene impadronire?
    Quei farabutti... Non abbiamo certezze sulla loro identità, ma hanno creato al villaggio problemi non da poco. Indossano la nostra effige, creando incidenti diplomatici dovunque attacchino. Anche i documenti per Suna... Questo accordo con la sabbia era stato parecchio decantato al Fiume, un modo per rimettere in piedi le sorti del villaggio, se così si può dire. Ma loro vi hanno attaccati, dando motivo a Suna di dubitare della nostra fedeltà! Oh, me tapino! Chissà cosa penseranno di noi gli amministratori di Suna adesso! Siamo ROVINATI! Tutto per colpa di qualcuno che non ha nemmeno il coraggio di venire allo scoperto!

    La Rossa guardò prima Jou, poi il vecchio, e poi di nuovo l'Afro. Possibile che le situazioni assurde capitassero sempre a lei? Se questi tizi che li avevano attaccati facevano veramente parte di un gruppo che aveva come solo scopo quello di distruggere la reputazione del Fiume, la loro semplice, semplicissima missione di recupero si era appena trasformata in una complessa azione combinata per salvare capre e cavoli, ovvero l'accordo tra Suna e il Fiume e la loro pellaccia. Sbuffò, dirigendosi verso la porta della catapecchia e lanciando ritmicamente il aria il Kaiken.

    Bene, la situazione mi pare chiara. Amministratore, troveremo quei farabutti e recupereremo i documenti da portare a Suna. Qui non ne va solo dell'onore del Fiume, ma anche del futuro mio e di Jou. Io farò il primo turno di guardia, voi riposate. Si parte all'alba, niente scuse.

    Disse, uscendo e piazzandosi fuori dall'unico ingresso alla casupola. Chissà cosa riservava il futuro ai due ninja di Suna.
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    Nel Bosco dei Cento Shuriken


    II: Barbecue



    Ebbe appena il tempo di realizzare che Jou aveva evitato quasi del tutto l'attacco, che un'intensa luce si sprigionò dalla direzione della capanna nella radura. A circa dieci metri dalla loro posizione, si era materializzata una palla di fuoco, che pareva diretta proprio contro la Rossa. Saru si lanciò verso sinistra, sfuggendo per un pelo al calore distruttivo della tecnica.

    A chi è che dai dei ragazzini, maledetto? Te lo faccio vedere io chi sono i ragazzini!

    Strepitò Saru,sentendo l'immancabile voglia di prendere a schiaffoni i due dementi montarle pericolosamente dentro. Tuttavia, non ebbe tempo di attaccare per prima, in quanto uno dei due tizi aveva già deciso che sarebbe stata proprio lei il bersaglio del suo prossimo attacco. Schivò il primo fuuma shuriken, rimanendo però sorpresa dalla comparsa del secondo.

    AAAAH, maledizione stronzo!

    Dedicò non più di uno sguardo allo squarcio che si era creato sulla sua coscia sinistra, rimanendo concentrata sul suo opponente, che si era nel frattempo sdoppiato. Quando cominciò a correrle, la ragazza pensò di averlo finalmente in pugno, pronta ad affrontarlo nel corpo a corpo. Eppure, successe una cosa che Saru non poteva prevedere: a pochi metri un kunai le stava volando contro a tutta velocità, con appiccicata sopra una cartabomba. Fece l'unica cosa possibile, saltando all'indietro e portando gli avambracci in difesa della testa. Quando la bomba esplose, le sue fiamme raggiunsero la ragazza, regalandole un bel paio di avambracci ustionati e una buona dose di dolore.

    Ora sì che mi hanno fatto incazzare! Li faccio fuori, li faccio, maledizione!

    Il suo obbiettivo sarebbe stato il biondino che l'aveva resa un pezzo di carne alla griglia. Compose i sigilli, e accanto a lei comparve una sua copiaTecnica della Moltiplicazione del Corpo - Bunshin
    Villaggio: Generico
    Posizioni Magiche: Tigre, Cinghiale, Bue, Cane (4)
    L'utilizzatore può creare dei cloni di se composti da chakra; saranno identici all'utilizzatore al momento dell'esecuzione. Le copie non possono produrre suoni, lasciare impronte o muovere oggetti al loro passaggio, posseggono un'ombra, hanno Velocità pari energia l'utilizzatore. Le copie possono essere create entro 3 metri dall'utilizzatore e possono allontanarsi entro 15 metri dal luogo di creazione. Se colpiti o scontrati contro una superficie solida si dissolvono in una nuvoletta bianca che rimarrà presente per circa un secondo. I cloni possiedono la controparte inoffensiva di qualsiasi arma del ninja che le ha create; non hanno potenzialità offensive e tutti gli attacchi sono considerate finte. Il movimento effettuato va conteggiato come movimento dell’utilizzatore, salvo non compia una traiettoria simile o speculare. Il clone può rimanere attivo massimo 3 round.
    Tipo: Ninjutsu - Ninpou
    (Consumo: ¼ Basso per copia )
    [ [Cloni Massimi: 2 per grado ninja] ]
    [Da studente in su]
    identica, che si sarebbe scagliata a tutta velocità verso il suo avversario, con l'intenzione di portarlo a distrarsi. Se quello non avesse attaccato la copia, essa si sarebbe semplicemente scontrata con l'uomo, finendo in fumo senza sortire alcun effetto. Ma il vero scopo della Rossa era quello di concentrare abbastanza chakra a contatto con il terreno. Poi, attivò una tecnicaEsplosione Terrena - Doton Bakuha
    Villaggio: Suna
    Posizioni Magiche: Cinghiale, Topo, Capra, Tigre (4)
    Premesso il contatto con il terreno, l'utilizzatore può provocare delle piccole esplosioni entro 15 metri. La Velocità è pari alla Concentrazione dell'utilizzatore. Ogni esplosione sarà preannunciata da un piccolo accumulo di terra, per poi detonare in un'esplosione di potenza pari a 10, in un raggio di 1,5 metri. Scagliare diverse esplosioni contemporanee incrementa il raggio, ma non la potenza. Ogni esplosione oltre la prima richiede l'utilizzo di uno slot azione/tecnica.
    Tipo: Ninjutsu - Doton
    (Consumo: Basso ogni esplosione)
    [Esplosioni Massime: 2 ogni Grado]
    [Da studente in su]
    tipica delle sabbie, che avrebbe lasciato i due sprovveduti dei Fiumi altamente sorpresi. Due piccoli cumuli di terra si sarebbero formati ai piedi del malcapitato, andando poi a deflagrare potentemente, cogliendolo forse di sorpresa. Saru si era così mantenuta a distanza, evitando che esso potesse ulteriormente danneggiarla.

    Beccati questo, maledetto.

    Quale sarebbe stata la mossa di Jou?


    Chakra: 5.75/10
    Vitalità: 5.5/8
    En. Vitale: 30/30
    Statistiche Primarie
    Forza: 100
    Velocità:  100
    Resistenza: 100
    Riflessi: 100
    Statistiche Secondarie
    Concentrazione: 100
    Agilità: 100
    Intuito: 100
    Precisione: 100
    Slot Difesa
    1: Schivata I
    2: Schivata II
    3: Salto
    Slot Azione
    1: Esplosione II
    2: ///
    3: ///
    Slot Tecnica
    1: Bunshin
    2: Doton Bakuha (TA)
    Equipaggiamento
    • Kaiken × 1
    • Rivestimento Mimetico × 1
    • Filo di Nylon [10m] × 1
    • Accendino × 1
    • Shuriken × 5
    • Kunai × 5
    • Bottiglietta di Alcool × 1
    • Tekken × 1
    • Guanto in Cuoio × 1
    • Tonico di Ripristino Inferiore × 1

    Note
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