Casa del Moccioso

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    Suna
    ..ABITAZIONE DI HOSHIKUZU CHIKUMA..
    Casa e Famiglia



    Casa di Hoshikuzu Chikuma



    La casa di Hoshi è piuttosto grande rispetto a quelle presenti nel vicinato, i membri della sua famiglia sono o sono stati tutti shinobi il che a reso possibile l’accumulo di parecchia ricchezza e fama. La casa è stata costruita in perfetto stile Sunese utilizzando le più moderne tecniche di costruzione, la struttura si sviluppa in tre piani e all’esterno è presente un ampio giardino dove sono presenti una dependance distaccata, utilizzata come ripostiglio, e un area adibita all’allenamento ninja.

    Piano Terra: il piano terra è ampio e spazioso, dopo una piccola anticamera che fa da entrata è presente un grande salotto dallo stile orientaleggiante, sono presenti oggetti di varie culture recuperati dai vari membri della famiglia durante le missioni. Sempre al primo piano è possibile trovare la cucina, regno assoluto della madre di Hoshi, una stanza adibita come cella frigorifera ed un ampio e comodo bagno. Al primo piano è presente anche un ampio studio ricco di fascicoli e pergamene utilizzato spesso dal padre di Hoshi. In questo piano è presente la scala che porta al seminterrato.

    Primo Piano: il primo piano è leggermente meno ampio del primo, qui sono presenti le stanze adibite alla notte, ci sono esattamente quattro camere da letto e tre bagni, l’unico bagno condiviso è quello di Hoshi e suo fratello maggiore. Attualmente la stanza di Hoshi e semi demolita a causa dell’utilizzo di una delle sue tecniche. In questo piano è presente la scala che porta alla mansarda.

    Seminterrato: il seminterrato è grande quanto il piano terra, è il regno del nonno di Hoshi, qui è presente la sua stanza ed il suo bagno personale. E’ presente anche la stanza adibita al lavaggio dei panni ed una piccola fucina utilizzata per forgiare armi e preparare l’equipaggiamento ninja. In questa zona la luce è solo di tipo artificiale.

    Mansarda: la mansarda viene utilizzata come ripostiglio da tutta la famiglia di Hoshi. Sono presenti un numero indescrivibile di cianfrusaglie e pergamene, molte delle quali di una certa importanza. E’ in questo luogo che Hoshi trova per la prima volta il suo personale Boomerang Gigante.



    Membri della Famiglia



    Heddo Chikuma: è il capo famiglia, autoritario e severo anche se sempre aperto alle battute di spirito. E’ un rispettato Jonin del villaggio di Suna, pretende sempre il massimo dai suoi figli ed è estremamente fiero del suo status all’interno del villaggio. E’ un ottimo manipolatore del vuoto anche se non ha mai sviluppato la sua abilità fino a raggiungere livelli eccelsi. Attualmente ha 42 anni, si presenta come un uomo severo dalla corporatura massiccia, ma allo stesso tempo slanciata, raggiunge il metro e ottanta ed indossa sempre i colori e l’uniforme del villaggio. I suoi capelli sono castano scuro e i suoi occhi pure. Il suo patriottismo e la sua fedeltà verso il villaggio e il paese sono assoluti.

    Kibishii Sakebi: è la madre di Hoshi, è una donna tuttofare capace di occuparsi della casa in ogni cosa. E’ affettuosa e premurosa con i suoi figli anche se spesso sclera inveendo come una pazza furiosa quando le cose non vengono fatte secondo i suoi gusti personali, quando Heddo è fuori casa è lei il capo famiglia, ogni suo ordine è legge. Kibishii si è ritirata dalla vita di ninja dopo essere rimasta incinta del primo figlio, prima era una rispettata ed abile marionettista conosciuta nel paese per le sue straordinarie doti di meccanico, utilizza spesso le sue abilità per ramazzare casa. Attualmente ha 40 anni, da giovane era molto carina e ancora oggi dimostra di esserlo, è alta un metro e sessanta ed ha una corporatura snella e leggera, i suoi capelli sono neri mentre i suoi occhi sono azzurri. Kibishii è l’unico membro della famiglia che si può trovare sempre a casa.

    Gensho Chikuma: è il fratello maggiore di Hoshi. E’ un abile Jonin del villaggio della Sabbia ritenuto da tutti un genio per le sue straordinarie capacità combattive e tattiche. E’ un abilissimo manipolatore del vuoto, di gran lunga superiore allo stesso Heddo per potenza e padronanza, fa parte delle forze speciali del villaggio e spesso opera per conto dell’accademia stessa. Ha un carattere freddo e distaccato e non perde mai l’occasione per far inveire il fratello minore dimostrandosi al di fuori della sua portata, questo comportamento tuttavia nasconde un profondo affetto che Gensho prova per il fratello minore, crede infatti che Hoshi abbia delle potenzialità ed un talento unico superiore al suo. Attualmente ha 21 anni, si presenta come un ragazzo alto e snello, raggiunge il metro e ottanta. I suoi capelli sono lunghi e scuri mentre i suoi occhi sono azzurri come quelli della madre. Essendo costantemente impegnato in missione difficilmente è possibile trovarlo in casa.

    Yoi Chikuma: è la sorella maggiore di Hoshi. E’ una Chunin del villaggio della Sabbia, si occupa principalmente degli affari interni al villaggio come la formazione delle nuove reclute anche se spesso partecipa anche a missioni di alto grado all’esterno delle mura e dei territori del paese. La sua specialità è l’utilizzo del Kazetessen, anche se capace di manipolare il vuoto come il resto della famiglia non ha mai approfondito la materia ritenendola non adatta al suo stile. E’ molto estroversa ed affettuosa con tutti, soprattutto con Hoshi che non perde mai l’occasione di strapazzare, è solare e va d’accordo con tutti anche se nei momenti di necessità sa tirare fuori il carattere trasmessole dalla madre. Attualmente ha 18 anni, si presenta come una splendida ragazza nel fiore dell’età solare e sempre sorridente, raggiunge il metro e settantacinque di altezza. I suoi capelli sono biondi anche se grazie al colore artificiale mentre i suoi occhi sono azzurri come quelli della madre. Yoi ha lo stesso carattere estroverso di Hoshi anche se molto più adulto.

    Furui Chikuma: è il padre di Heddo e nonno di tutta la famiglia. In pensione ormai da tempo immemore nonno Chikuma passa le giornate tra un bicchiere di sakè ed una storiella di quando era giovane e prestante. Il più delle volte le sue storie sono pura fantasia altre invece narrano di storie vere, ma talmente incredibili che finiscono comunque per essere prese come miti o leggende. Conosce molto bene la storia del clan Chikuma e spesso racconta ad Hoshi i tempi in cui il loro era un clan temuto e rispettato in tutto il continente. Si lamenta sempre per gli acciacchi dell’età, da giovane era un potente shinobi, ma ora l’unica cosa che gli resta di potente è il fegato. Attualmente ha 75 anni, si presenta come un nonnetto avvizzito anche se piuttosto arzillo, ha i capelli bianchi e i suoi occhi sono scuri, non supera il metro e sessanta. Spesso e volentieri lo si può trovare sul tetto di casa intento ad ascoltare il vento.


    CRONOLOGIA



    QUEST e QUEST di CONQUISTA

    - Il Pezzo Mancante – Livello C - Conclusa
    - Le Foglie di Kiskas – Livello D - Abbandonata
    - Bandits – Livello C - Abbandonata
    - La Presa della Neve – Parte II – Livello B - Conclusa
    - Il Paese del Mare
    - Mercanti Divini – Livello A+ - Conclusa
    - Canzone del Deserto – Livello C - Conclusa
    - Il Lupo e La Lepre – Livello A+ - In Corso
    - Le Stelle di Iwa – Livello A – In Corso
    - Acqua Cristallina – Livello C – In Corso
    - In cerca del Viola – Livello A+ - In Corso



    QUEST da QM

    - Immersi nelle Tenebre – Livello C+ - Abbandonata



    ADDESTRAMENTI

    - Salvare Nami
    - Richiamo dei Fennec
    - I Predoni dell'Ambra Perduta
    - Il tempio del Vento Glorioso
    - L'Arcipelago delle 4 Bestie
    - Fra Cielo e Terra
    - Il Nuovo Guardiano del Monte
    - Il Vento della Storia




    ADDESTRAMENTI AD ALTRI UTENTI

    - Children - Keita Kitase
    - Un Lavoretto Facile Facile – Leopolis
    - L'Arcipelago delle 4 Bestie – Shiltar Kaguya
    - La Vendetta delle 3 Mantidi – Shiltar Kaguya
    - Void Echo – Akashi Mikawa
    - Void Echo II – Akashi Mikawa
    - Destinazione Paradiso – Akashi Mikawa
    - Sotto una Pioggia Battente – Leopolis
    - Corso Genin: E' la Mia Volta?! – Kensuke/Igoru/Zacaria



    INCONTRI

    - Hoshikuzu Chikuma Vs. Taka Jakushin - Sconfitta
    - Hoshikuzu Chikuma Vs. Hohenheim - Sconfitta
    - Deidara Yagi Vs. Hoshikuzu Chikuma - Sconfitta
    - Hoshikuzu Chikuma Vs. Tatsumaru Azuma - Abbandono di Tatsu
    - Sand Scorpion: Hoshikuzu Chikuma Vs. Hohenheim - Sconfitta
    - Quando gli Scorpioni Lottano Tra loro - Vittoria


    GIOCATE FREE e QUEST DI VILLAGGIO

    - Su e Giù per il Villaggio
    - Sand Scorpions - Search & Destroy
    - Hamano & Hoshikuzu Vs. Kama & Sutra
    - Festa per i nuovi Sand Scorpion
    - Fare il cicerone a Suna
    - I Fogli Volanti
    - La Battaglia dell'Accademia
    - La Ricostruzione
    - L'Arte dello Shinobi
    - La Fossa dei Sennin: Il Torneo di Sangue
    - Rosso + Rossa


    Edited by Hoshi - 4/8/2011, 14:44
     
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  2. Akashi Mikawa
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    Continua da Qui:
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    Il giorno dopo il funerale mi ritrovai, per una serie di eventi che avevano finito per intrecciarsi l'un l'altro in una maniera a dir poco sorprendente, di fronte all'abitazione dove doveva abitare Hoshikuzu Chikuma, il ragazzino dai capelli rossi che il giorno precedente aveva preso parte alla cerimonia da me organizzata.

    Trovarla non era stato affatto facile: tutti nel villaggio sapevano dove stavano i Chikuma, ma nessuno sapeva dirmi dove stava IL Chikuma che volevo io. Prima di bussare lì avevo bussato in almeno altre 4 abitazioni, rompendo le scatole ad altrettante famiglie.

    Quel che contava era che fossi li. Nessuno avrebbe mai potuto immaginare per quale motivo un ragazzo di 22 anni fosse alla ricerca di un ragazzino di soli 15...

    Bussai.



     
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    A Casa di Hoshi
    ..E te chi sei?..
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    Una giornata come tante altre quella che stava trascorrendo la famiglia di Hoshi. In casa erano presenti nonno Chikuma, Hoshi e sua madre Kibishii. Fu quest’ultima a percepire per prima la porta bussare, di certo sapeva che non poteva contare sull’aiuto del vecchiaccio bavoso e del moccioso intento a dormire beato nella stanza del fratello maggiore. La porta bussò più volte, chiunque fosse doveva avere fretta, tolto il grembiule da cucina la donna si portò verso l’entrata sistemandosi i capelli, molto probabilmente doveva essere arrivato quel nuovo arnese da cucina che aveva ordinato ormai da tempo immemore.

    -Si un attimo.. sto arrivando!..-


    La donna si portò all’entrata con fare disinvolto spalancando la porta senza esitazioni. Quando aprì la luce del sole per un attimo la accecò lasciando successivamente i contorni di quello che sembrava essere un ragazzo. La donna rimase in silenzio qualche istante prima di parlare.

    -Oh..buongiorno!.. posso fare qualcosa per lei?..-


    Toccava al ragazzo dire per quale motivo si era fatto vivo davanti alla residenza del moccioso.

     
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  4. Akashi Mikawa
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    Dopo aver bussato insistentemente la prima volta, mi toccò bussare ancor più insistentemente una seconda volta. Ero in preda ad un misto di euforia e panico, una sorta di frenesia nervosa, che mi portò a bussare addirittura per una terza volta quando nessuno si palesò sull'uscio dell'abitazione.

    Speravo di aver beccato la casa giusta, speravo che ad aprirmi sarebbe stato il ragazzino dai capelli rossi, speravo che avrebbe potuto aiutarmi a cercare quello che volevo sin dall'inizio.

    Avevo deciso di seguire le orme di mio padre restando li a Suna. Avevo deciso di combattere tra le fila del villaggio che mi aveva dato i natali sicuro del fatto che mio padre, da qualche parte assieme a mia madre, potesse guardarmi.

    Avevo deciso di ricompensare gli sforzi, economici ed affettivi, sostenuti da mio padre, coronando il suo sogno: vedermi abbracciare la carriera ninja.

    Ma per una persona che era stata sin troppo tempo lontana da quel tipo di vita, pretendere di ri-acquisire i ritmi e l'abilità di un tempo in poco tempo e da solo, era un obbiettivo sin troppo fuori di portata.

    Avevo bisogno innanzitutto di un tetto dove dormire, di un nido dove tornare e di qualcuno che mi fornisse competenze. Esattamente il genere di cose che si può trovare in una famiglia.

    Ma mio padre pareva non averne una...sembrava quasi essere l'ultimo di una dinastia. Mia madre invece, capelli rossi anche lei, era una Chikuma.

    Questo era il motivo per il quale un ventiduenne va in cerca di un quindicenne il giorno dopo aver celebrato il funerale del padre.

    Fui sul punto di bussare una quarta volta quando poi vidi finalmente la porta aprirsi. Tuttavia, con mia grossa delusione, non si trattava del ragazzo che cercavo.

    Era una donna, non doveva essere molto avanzata in età e pareva conservare sul viso il ricordo della bellezza giovanile. Fissai a lungo la donna, soffermandomi più volte sul suo seno e senza preoccuparmi di quanto questo avesse potuto essere fastidioso, prima di iniziare a parlare.

    Quando decisi di farlo, tesi la mano destra verso la donna:

    "Salve signora, piacere di conoscerla. Io sono Akira Sashideru, e sto cercando Hoshikuzu Chikuma. Abita qui? In caso contrario saprebbe per caso dirmi dove abita? Lo cerco con una certa urgenza..."

    Attesi, non riuscendo a nascondere l'impazienza, una risposta.



     
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    A Casa di Hoshi
    ..Che vuoi?..
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    Il giovane ragazzo alla porta dopo una super zoommata sul seno della donna si era presentato come Akira Sashideru, un nome che alla donna diceva qualcosa anche se non ricordava esattamente cosa. Kibishii era già pronta per rispondere al giovane che Gensho non era in casa, data l’età del ragazzo che si era presentato alla porta dovevano essere coetanei. Rimase invece un po’ stupita quando questi chiese del moccioso dai capelli rossi, era strano che un ragazzo più grande chiedesse di Hoshi, solitamente se si presentava qualcuno era per chiedere un risarcimento ai danni che il turbine aveva causato.

    -Hoshi dici?!.. ehm.. si credo sia in casa.. aspetta un attimo.. HOSHI!!!.. HOSHIKUZU CHIKUMA VIENI SUBITO GIU’!!!..-


    La voce autoritaria di KIbishii lasciò qualche attimo di silenzio, sembrava fosse in ascolto di una qualche tipo di risposta che non tardò poi tanto ad arrivare. La voce del rosso sembrava provenire dal piano superiore, evidentemente si trovava al piano superiore, ed effettivamente era così. Hoshi infatti stava preparando uno scherzone al fratello maggiore che sarebbe dovuto tornare di li a poco. Il piano era semplice e diabolico, uno strato di pellicola trasparente sul water, una chicca che avrebbe lasciato Gensho attonito una volta sparato dentro il buco. Trattenendo le risate il rosso sarebbe sceso avviandosi verso l’entrata. Chiunque vi fosse stato alla porta lo avrebbe visto arrivare con i capelli completamente spettinati, con una canotta addosso e i boxer, era palese che il Chikuma aveva dormito fino a poco tempo prima.

    -Ehi che c’è mamma?!.. umh.. eh tu chi sei?.. mmh. EHI ASPETTA IO TI CONOSCO!!!.. tu sei quello del funerale.. emh.. Aki.. qualcosa!!!.. è bello rivederti.. posso fare qualcosa per te?!!..-


     
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  6. Akashi Mikawa
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    Il ragazzino, Hoshikuzu Chikuma, apparve scendendo le scale che conducevano al piano di sopra: era evidente che non si aspettava ospiti data la tenuta con la quale si presentò al piano di sotto: capelli spettinatissimi, quasi ancora con la forma impressa dal guanciale, canotta e boxer.

    Non fu per lui difficile riconoscermi: del resto ci eravamo visti appena il giorno prima. Mi si avvicinò chiedendomi con cortesia come avrebbe potuto aiutarmi. Lui non lo sapeva ancora, ma l'aiuto che poteva darmi era enorme.

    Dopo aver a lungo fissato con insistenza i suoi capelli, rossi proprio come i capelli di mia madre, passai una mano affettuosamente sul suo capo, sorridendogli. Poi, guardandomi attorno con circospezione, dissi rivolgendomi anche a sua madre:

    "Forse sarebbe meglio parlarne in casa...Potremmo entrare? O ci sono problemi?"


    Attesi con impazienza una risposta, impazienza che il mio sguardo doveva di certo lasciar trapelare visibilmente.



     
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    A Casa di Hoshi
    ..Benvenuto!..
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    Il argazzo che era venuto a bussare alla porta del Chikuma sembrava un tipo apposto ed il rosso rimase un po’ bloccato quando questi gli mise una mano sulla testa arruffandogli i capelli ancora di più, sembrava sereno e tranquillo. Il ragazzino prima di parlare attese una conferma dallo sguardo di sua madre, di certo non era così avventato da far entrare qualcuno che non era ben voluto dalla regina del castello. Sembrava che fosse tutto apposto ed anzi, fu proprio Kibishii ad invitare il giovane ad entrare in casa.

    -Ma certo prego!.. accomodati pure!..-


    Il ragazzino avrebbe quindi fatto strada fino al grande salotto. Era tutto tempestato di cianfrusaglie di ogni genere provenienti da un po’ tutto il continente ninja, di certo la famiglia di Hoshi aveva viaggiato molto in passato e ancora lo faceva. Il ragazzino si sarebbe lanciato su uno dei divani invitando anche il ragazzo a sedersi, era proprio curioso di sapere che voleva, di solito a casa sua arrivavano solo messaggeri o folate di vento assassine lanciate da Gin per metterlo alla prova.

    -Emh.. allora.. come mai mi cercavi?.. ehm.. posso fare qualcosa per aiutarti?..-


    Il ragazzino quindi avrebbe atteso mentre sua madre poggiava sul tavolino del soggiorno una caraffa piena di delizioso succo di frutta fresco che l’ospite avrebbe potuto bere in qualsiasi momento. Era ansioso di conoscere la verità di quella visita, in cuor suo sentiva che la cosa si sarebbe rivelata estremamente divertente.

     
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  8. Akashi Mikawa
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    Con estrema cortesia, la madre di Hoshi mi accordò il permesso di entrare. Una volta dentro, ci sistemammo con calma sui divani. Di colpo diventai sereno, stavo per togliermi un gran peso e questo mi tranquillizzò. Attesi di avere l'attenzione di entrambi, poi presi a parlare con tono deciso:

    "Molto bene. Innanzitutto grazie per l'accoglienza, cercherò di essere conciso in modo da togliere subito il disturbo. Come sai, Hoshi, ieri si sono tenuti i funerali di mio padre, al termine del quale ho aperto il testamento di mio padre in presenza di un Notaio. Tagliando corto, per permettere la mia incolumità mio padre si è molto indebitato, tanto che per pagare i suoi debiti hanno dovuto requisire tutti i suoi possedimenti monetari ed addirittura la casa dove abbiamo svolto la cerimonia ieri. Tutto ciò che mi è rimasto è una lettera in cui lui mi ha spiegato una serie di cose che mi hanno spinto a decidere di ritornare ad essere uno shinobi, in maniera tale da poter rendere grazie in primo luogo al suo sacrificio, in secondo luogo al sacrificio di mia madre. Con molta probabilità tu ti starai chiedendo cosa diavolo centri in tutta questa storia, quindi ti risponderò subito."

    Tirai fuori dalla mia borsa a tracolla la foto di mia madre, e mostrandogliela dissi:

    "Lei...lei è mia madre, e tutto quello che so è che ha i capelli rossi come i tuoi ed il tuo stesso cognome. Lei...lei si chiamava Midori Chikuma, e spero che tu, o forse credo tua madre o chi per lei, possiate dirmi di più su di lei, spero che voi possiate offrirmi un punto di partenza, poichè tutto quel che mi serve adesso è un tetto sotto cui vivere ed i mezzi per essere utile al villaggio."

    Posai la foto sul divano.



     
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    A Casa di Hoshi
    ..IDEA!!!..
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    Akira prese a parlare del suo passato e della storia che lo aveva visto come protagonista, il rosso era molto interessato alla vicenda, le storie gli erano sempre piaciute molto anche se non riusciva ancora a capire che diavolo centrasse. Tutto fu più chiaro quando comparve la foto di una giovane donna e soprattutto il suo cognome, la madre del ragazzo era una Chikuma. Hoshi guardò la foto per diversi minuti senza dire nulla, doveva dire che la donna rappresentata era parecchio carina anche se non riusciva proprio a ricordare nessuno così. Purtroppo nemmeno la madre di Hoshi sapeva riconoscere la donna nella foto, in fondo nemmeno lei era una Chikuma anche se ne aveva sposato un membro, l’unica persona che forse poteva saperne qualcosa era il padre di Hoshi, ma al momento non era in casa.

    -Accidenti!.. non conosco proprio questa ragazza.. mmh.. mamma te la conosci?!..-


    -Mmh.. purtroppo no.. se è vero che era una Chikuma forse tuo padre la conosce..-


    -Ma è fuori in missione!!!.. ooh.. accidenti come facciamo?!.. mmh.. MA CERTO!!!..-


    Il rosso lanciato un urlo si alzò rapidamente dal divano trascinando fuori casa Akira per il braccio, il ragazzino era piccolo ma dotato di una forza da non sottovalutare, aveva in mente una strepitosa idea per scoprire se il nuovo amico apparteneva alla famiglia dei Chikuma o meno, non restava che provare.

     
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    Non avrebbe avuto la possibilità di andare in missione per un bel po' -anzi, ad essere sinceri c'erano seri dubbi che la sensei le avrebbe assegnato missioni da qui fino alla prossima era glaciale- ma c'era ben altro che le dava fastidio in quel momento. Anche se era fuori allenamento suo dire stava recuperando velocemente la forma fisica, e se riusciva a convincere Ai a darle una mano forse di lì a poco avrebbe anche recuperato quella reattività nell'utilizzo del chakra che aveva smarrito con gli anni di inattività, ma nemmeno quella era la causa di quell'irritazione funesta che non presagiva niente di buono. Il problema era un altro. Lo stringeva furiosamente fra le mani mentre vagava fra i vicoli in cerca di un particolare edificio, covo depravato dell'essere ignobile che le aveva provocato quel danno.
    Aveva trovato l'indirizzo del Rosso nei registri dell'Amministrazione il giorno in cui aveva dato una mano nel risistemarli dopo il disastro provocato da un tizio che neanche una settimana prima si era fatto detonare nel cuore amministrativo di Suna. Era stata una casualità, ma era bastata a farle tornare alla mente un vecchio ricordo che risaliva a pochi mesi prima che fosse seppellita in quel dannato inferno chiamato liceo. Ora, stava in piedi davanti alla porta d'ingresso, sollevando e abbassando la testa per tre volte mentre controllava l'indirizzo, facendo ondeggiare i capelli biondo grano sotto l'impietoso sole del deserto.

    image

    « SONO TORNATA!!! »
    Gridò all'improvviso, prima di roteare su se stessa e sferrare un inopportuno quanto elegante calcio alla porta, che tremò per più io un attimo sotto la minaccia di cadere con altri tre o quattro di quei colpi.
    « Dannato moccioso, vieni immediatamente fuori o giuro che sfondo la porta e vengo a trascinarti fuori, pezzo per pezzo!!! Mi devi queste!!! CON GLI INTERESSI!!! »
    Una mezza dozzina di passanti si congelò sul posto, voltandosi a guardare una pazza scatenata alta un metro e un tappo che sbraitava senza ritegno né vergogna all'indirizzo della casa, brandendo un paio di wakizashi dall'aspetto logoro, di cui una curiosamente danneggiata...

     
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    ..Il Tifone Umanoide..
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    Era straordinariamente magnifico ciò che stava vivendo il giovane Hoshi in quella calda e soleggiata giornata. Dopo innumerevoli avventure e addestramenti in giro per il continente ninja aveva finalmente trovato dopo mesi la quiete ed il suo nirvana schiantandosi sul soffice divano di casa sua, non ricordava nemmeno lontanamente quanto fosse meravigliosa quella sensazione. Tutta la sua famiglia era stranamente fuori casa in quel momento, suo padre si trovava ad una riunione di consiglio del villaggio, suo fratello era chissà dove immischiato in qualche pericolosa missione, sua sorella si trovava a spasso per suna, mentre suo nonno era da parecchi giorni che ormai non lo si vedeva, forse ormai disperso per il mercato di suna. Persino suo madre, denominata la Regina della casa, in quel momento era fuori a comprare gli approvvigionamenti per la settimana. Era Hoshi il re, l’unico ed indiscusso sovrano della casa, per questo il rosso se ne stava beatamente in mutande mentre si godeva la meritata pace di casa.

    Aveva organizzato tutto, stuzzichini per assopire la sua fagocitosi bestiale, da bere per rinfrescarsi e una dozzina di riviste da leggere per restare sempre informati sul gossip di villaggio, tra le riviste spiccavano PlayNinja e Ninja’s Health. Si era quasi appisolato il rosso quando il tifone umanoide giunse in prossimità di casa sua. Qualcuno sembrava intenzionato a voler buttare giù la porta di casa sua, il rosso lasciò passare le prime due battute prima di alzarsi sbuffando vistosamente.

    -UUFFH.. ma chi diavolo?!.. seh.. seh.. arrivo..-


    Il rosso aveva sentito qualcuno urlare qualcosa, tuttavia era troppo appisolato per riuscire a riconoscere qualcuno in quella voce. Quando giunse alla porta il rosso prese la maniglia per poi aprire la porta con un secco strattone, certo non poteva immaginare cosa gli sarebbe capitato.

    -CHE DIAVO.. OUGTH!!!!..-


    Un calcione della furia dai capelli biondi sarebbe piombato sulla bocca dello stomaco del rosso lasciandolo completamente incapace di intendere e volere. Dopo aver sbiascicato qualche parola e aver mostrato la bava bianca alla bocca il piccoletto sarebbe crollato a terra schiantandosi sedere all’aria. Deidi dal canto suo avrebbe sentito le persone alle sue spalle cominciare a borbottare qualcosa con più ferocia, i loro sguardi ora da preoccupati si erano fatti più seri, come se la sarebbe cavata questa volta la giovane biondina.

     
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    « 'Cavolo avete voi da guardare??! Fatevi gli affaracci vostri!!! »
    Scostò con un calcione il quasi-cadavere di Hoshi, prese la porta con due mani e la sbatté con furia a rischio di farla crollare, irrompendo in casa come un piccolo uragano.
    « Devi sempre esibire pose oscene, tu?? »
    Gridò adirata al non-più-tanto-nanerottolo rosso, che sedere all'aria era steso sul pavimento con impressa sulla faccia lo stampo di una suola di scarpe con una misura per bambini. Teneva i pugni piantati sui fianchi, stretti e pronti ad essere usati in sostituzione della spada danneggiata che aveva brandito fino a pochi istanti fa. Calmandosi un poco (almeno in apparenza), strinse le armi corte con una sola mano in modo da avere la libertà di incrociarle in una posa corrucciata che faceva da contorno all'espressione sbuffante e irritabile.

    « Spiega, spiega: cos'è 'sta storia del Jonin?! E perché non ti sei ancora fatto vivo, eh?? Sono giorni che sono tornata. Giorni!!! Quella specie di pesce lesso tutto strano ai cancelli ti avrà pure detto qualcosa, no?? »
    Lo squadrò di nuovo, dall'alto in basso.
    « Allora, cos'hai da dire in tua discolpa? »

     
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    Come un fulmine a ciel sereno era giunta. La Dea della distruzione e del dolore. Hoshi piegato in due si sarebbe alzato mentre la porta di casa veniva chiusa e la nana prendeva a sbraitargli addosso di tutto. Lo sguardo del rosso dopo qualche istante di terrore tuttavia mutò in quello di un beffardo gatto divertito. Molto probabilmente Deidi non avrebbe mai saputo dare una spiegazione a quella reazione del rosso, cosa che per la salute del rosso era molto meglio. Peccato che la sua sicurezza spesso lo gettasse in situazioni del tutto folli ed assurde.

    Avvicinatosi alla ragazzina sbraitante il rosso si sarebbe fermato ad un passo da lei guardandola dritta negli occhi con fare sicuro ed un ghigno piuttosto pronunciato. Le mani del rosso sarebbero salite fino a raggiungere il viso della ragazza che a quel punto si sarebbe ritrovata nella situazione che nel suo cervello molto probabilmente era stata segregata agli antipodi del nulla. Gli occhi del rosso tremavano mentre fissavano quelli della ragazza dai capelli color grano, le sue mani si erano appoggiate alle sue rosse e calde guance. Non c’era che dire, il rosso sembrava proprio che ci stesse provando.

    -WAHAHAHAHAHAH!!! ACCIDENTI HAMANO!!! MA CHE RAZZA DI SCHERZO E’ MAI QUESTO?!!! WAHAHAHAH!!!-


    Il rosso dopo trenta lunghi secondi di silenzio super imbarazzante era esploso cominciando a ridere con tanto di lacrime agli occhi, le sue mani inoltre si erano strette alle guance della ragazza cominciando a tirarle deformandole la faccia quasi fosse una pizza. Era impressionante quanto quel moccioso potesse essere stupido alle volte.

    -WAHAHA.. ACCIDENTI!!.. pensavo che questo genere di cose fossero proibite a voi del clan Iga.. tutte quelle storie sulla verità.. niente scherzi.. AHAHAHAH!!!.. ma guardati qua.. devo dire che ti sei allenato bene con la tecnica della trasformazione.. sembri tale uguale a quella furia di Deidi!!!..-


    Il rosso continuava ad infierire sulla ragazza senza esitare per un istante, e non era ancora finita, la portata migliore doveva ancora arrivare.

    -Ahah.. cavolo ma che è sta cosa?.. una specie di vendetta per averti battuto durante il nostro scontro trasformandomi in una copia completamente nuda di Deidi-Chan?!!.. AHAHHAH.. hai fatto una faccia quella volta.. AHAHAHAH!!!-


    Ecco fatto. Il rosso aveva appena schiacciato il famoso pulsante rosso che spesso presentava la scritta “ATTENZIONE: NON PREMERE”, un classico forse. Una cosa era certa, Hoshi non aveva la più pallida idea che la ragazza che gli stava davanti fosse la vera Deidara Yagi, molto probabilmente ben presto il mondo ninja avrebbe pianto uno dei più grandi ninja degli ultimi mille anni.


    Edited by Hoshi - 6/5/2011, 20:43
     
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    Era buffo, perché sebbene non l'avrebbe di certo ammesso neanche sotto minaccia di tortura, in realtà lei almeno un poco era contenta di rivedere il Rosso. Sì, certo, il loro rapporto si era sempre fermato all'incontrarsi per caso, assistere ad un'uscita infelice del rosso e Deidara che lo riempie di botte, ma d'altra parte chi mai riuscirebbe a fare diversamente avendo a che fare con una furia in gonnella come quella? Non ci erano riusciti Yami, Tatsumaru, Honeheim o Hamano, poteva riuscirci uno con l'anima di un moccioso ed il tatto di un'elefante in una cristalleria?? A voler essere realisti, quella raggiunta da Hoshi era un po' il massimo risultato a cui una creatura con un cromosoma Y di troppo può aspirare, e per questo la biondina aveva provato nel rivederlo qualcosa di molto vicino all'allegria.
    Era durata una manciata di secondi. Tanto era bastato ad Hoshizuku Chikuma per farle cambiare idea.

    image

    « Ripeti subito la storia della copia completamente nuda della sottoscritta. »
    L'espressione era irripetibile, il modo in cui sgranò gli occhi e sudò freddo sentendo il cuore che perde due battiti indescrivibile. Deidara sbiancò, di botto, poi diventò rossa -per la vergogna- e infine porpora -per la rabbia. Iniziava a credere di aver capito male, sperava di aver capito male, perché la frase pronunciata da quel piccolo maniaco sessuale sembrava proprio alludere al fatto che si dilettava ad andare in giro ad usare la henge per trasformarsi in una sua copia completamente svestita, un'idea che di per se era sufficiente a seppellirla dalla vergogna ed a non mostrare mai più la sua faccia nel villaggio...
    Non poteva essere. Non poteva essere. Non poteva assolutamente essere.
    E' troppo anche per lui. Doveva esserci un errore... doveva aver capito male. Altrimenti quello lì aveva appena firmato la sua condanna a morte, cui sarebbe probabilmente seguito un suicidio rituale da parte di Deidara ma non prima di aver scritto adeguate spiegazioni in una lettera -non sia mai che qualche deficiente finisce col pensare ad un doppio suicidio d'amore o qualcosa del genere...

     
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    Era strano, molto strano. Hamano doveva essersi esercitato per diversi giorni per riuscire ad interpretare così bene le espressioni folli di Deidara, cavolo era davvero perfetto in ogni suo modo di fare, gli occhi da pazza, i denti canini insolitamente affilati e soprattutto quel suo sguardo voglioso di vedere il sangue del moccioso dai capelli rossi. Pian piano le convinzioni del Chikuma cominciavano a vacillare, sembrava che la situazione gli fosse insolitamente scivolata di mano, forse questa volta si era lasciato un po’ troppo andare e ancora più forse quella che aveva davanti non era un Hamano trasformato ma una Deidara in carne ed ossa. Per qualche istante la coscienza del rosso vacillò, un senso di svenimento che tuttavia riuscì a superare subito grazie al suo istinto di sopravvivenza, svenire lo avrebbe condotto alla morte, era giunto il momento di usare la sua tecnica ed abilità più potente, la sua sfrenata ed inarrivabile faccia tosta.

    -DEIDI CHAN!!! MA CHE BELLO RIVEDERTI!!! AHAHAH.. E’ DA TANTISSIMO CHE MANCHI DAL VILLAGGIO!!!.. MA PREGO.. PREGO.. ACCOMODATI E SIEDITI!!!.. VUOI QUALCOSA DA BERE?!.. dell’acqua.. o magari del the fresco?!..o del latte.. si del latte appena munto da un allevamento di mucche vicino Konoha!!!.. se vuoi faccio un salto.. vado e torno!!.. eheh.. allora che mi racconti?.. accidenti sei sempre in splendida forma sembri addirittura più alta.. e i capelli!.. come fai a tenerli così lucenti..-


    La traduzione di tutta la filastrocca dentro la mente del rosso era traducibile in una semplice espressione.

    ..Sono morto! Sono morto! Sono morto! Sono morto! Sono morto! Sono morto! Sono morto! Sono morto!..


    Come diavolo poteva il rosso scaraventare via a quel modo tutto quello che aveva appena spiattellato addosso alla bionda, la cosa non aveva senso eppure lui ci riusciva. L’importante era tentare di far passare la cosa come una cosa di poco conto, d’altronde era il suo lavoro tirarsi fuori da situazioni del genere, ma allora perché non riusciva a smettere di tremare e sudare. Era lei, la sua presenza, il diavolo dalle spade affettatrici era li davanti a lui ed era pure armata. Non importava che ora fosse un Jonin, quella ragazzina riusciva ad esercitare sul rosso una pressione ed un terrore addirittura superiore a quella del Sanga che aveva incontrato ad Iwa, un Sanga capace di mettere alle strette Shiltar Kaguya Mizukage del villaggio di Kiri.

    -Eheh.. allora Deidi?!.. dove sei stata per tutto questo tempo?.. dopo che è venuto a trovarti tuo fratello sei sparita nel nulla.. abbiamo tutti sentito la tua mancanza qui al villaggio.. eh.. eheheh..-


    Era morto. Già si vedeva tutta la sua famiglia piangere il rosso, era a casa da solo, ma come diavolo era possibile, come ci era finito in quella dannata situazione, dove cavolo era andata sua madre. Cercando di restare sereno il rosso avrebbe atteso la risposta della biondina, forse la sua azione di cambio argomento aveva avuto effetto. Se così non fosse stato non avrebbe dovuto far altro che chiudere gli occhi, in fondo si raccontava che il paradiso non fosse un posto così malvagio.

    -Sigh.. spero ci siano un sacco di ragazze carine almeno!..-


    Avrebbe borbottato tra se e se.

     
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